sabato 30 luglio 2022

Back to 1986: l'esordio dell'Hungaroring

Siamo ufficialmente nell'ultimo weekend di luglio e per questo weekend è previsto il GP d'Ungheria, quindi perché non fare un viaggio nel passato parlando proprio di quella volta in cui la Formula 1 gareggiò all'Hungaroring per la prima volta? Peraltro ci sono riflessioni interessanti da fare a proposito di pregiudizi da tifoso vintage, ma sono del parere che tutto vada inserito nel proprio contesto, quindi all'Hungaroring ci arriveremo tra un po'. Correva l'anno 1986, eravamo già nella seconda parte della stagione, le vetture di prima fascia erano le Williams di Nigel Mansell e Nelson Piquet, le McLaren di Alain Prost e Keke Rosberg, nonché le Lotus di... nonché LA Lotus di Ayrton Senna - un saluto a Johnny Dumfries, perché è forse l'unico modo in cui si può parlare di lui. Occasionalmente si facevano vedere tra le prime posizioni le Benetton di Gerhard Berger e Teo Fabi, mentre era più probabile che fossero abbastanza in mezzo al nulla cosmico le Ferrari di Michele Alboreto e Stefan Johansson.

L'Hungaroring è noto per essere un circuito non particolarmente apprezzato, il quale viene tacciato di dare vita a gare tendenzialmente noiose. Non sono completamente d'accordo. O per meglio dire, quelli ungherese proprio come circuito non mi piace, però obiettivamente parlando ha spesso prodotto gare più emozionanti di altre tanto decantate. Nel 1986 aveva un duro compito da portare avanti: mostrare una gara interessante venendo da una gara che già era stata interessante. Prima dell'Ungheria, infatti, era venuta la Germania e direi che possiamo iniziare il nostro viaggio da qui - sì, per raccontarvi il GP d'Ungheria vi racconto anche quello precedente, giusto anche per darvi un insight su come funzionasse la Formula 1 nel 1986. Siamo a Hockenheim e le McLaren scattano dalla prima fila. In pole c'è Rosberg, che ha di recente annunciato il proprio ritiro a fine stagione. Si parte ed ecco che una sagoma nera si infila tra le due McLaren. Non si capisce proprio del tutto dalle inquadrature, ma pare che tra tale sagoma nera e Prost ci sia anche un contatto.

Senna si porta in prima posizione, Rosberg si deve accodare anche a Berger che approfitta del trambusto per portarsi secondo, mentre Prost perde posizioni, senza neanche avere un piatto da lanciare addosso al futuro compagno di squadra. Piquet è quarto, seguono poi Prost e Mansell. La posizione altolocata di Berger dura pochissimo, infatti inizia presto ad accusare problemi, perde qualche posizione e poi è costretto a rientrare ai box. Nel frattempo anche Senna sembra avere qualche difficoltà, viene superato prima da Rosberg, poi da Piquet che va a sua volta a piazzarsi negli scarichi di Rosberg, nonché anche da Prost, che probabilmente sta ancora sognando di lanciargli piatti, cosa che si concretizzerà quando diventeranno compagni di squadra e best friends forever. Piquet nel frattempo dopo pochi giri supera Rosberg, portandosi in prima posizione, mentre Prost è costretto a non tenere il ritmo dei primi due per via della necessità di risparmiare carburante. Nel frattempo Piquet si appresta a rientrare ai box.

Mentre il pilota della Williams è su una strategia a due soste, i piloti della McLaren ne effettuano solo una, quindi per riappropriarsi almeno della seconda posizione dovrà superare Prost. Si avvicina poi a Rosberg, che deve gestire il carburante nella parte conclusiva della gara. A pochi giri dalla fine avviene il sorpasso e Piquet si porta in testa, anche se Rosberg sembra avvicinarsi un po' perché Piquet ha problemi di gomme. Il dramma, comunque, è dietro l'angolo per Sexy Baffo, infatti nel corso dell'ultimo giro è costretto a fermarsi perché senza benzina! Prost nel frattempo ha rallentato sensibilmente nella speranza di arrivare in fondo, per la stessa ragione del compagno di squadra, venendo superato da Senna, che tuttavia a sua volta ha problemi con il quantitativo di carburante. Piquet taglia il traguardo, Senna fa la stessa cosa, mentre Prost non ha la stessa fortuna: la vettura lo abbandona a pochi metri dal traguardo, aprendo a Mansell la strada del terzo gradino del podio.

Prost tenta di spingere la monoposto al traguardo, ma viene superato oltre che dalla Williams anche dalla Ligier di René Arnoux che ottiene quindi la prima posizione. A quel punto Sexy Naso desiste e viene classificato a un giro, in sesta posizione, alle spalle del compagno di squadra. Esistono immagini di Rosberg che si fa scarrozzare ai box caricato sulla Williams di Piquet, ma statsf1 narra che tutti e tre i piloti finiti in top-3 rimangono senza benzina nel corso del giro di formazione, quindi immagino che Rosberg se la sia comunque fatta a piedi e non sia stato il solo. Finisce così la giornata, mentre quella delle Ferrari è terminata già da un po', Alboreto per un problema tecnico nella prima parte di gara, Johansson dopo la rottura dell'ala anteriore proprio verso la fine della gara. Ecco, arrivati a questo punto giunge finalmente il momento dell'Ungheria, per la prima volta nel mondiale di Formula 1, nonché primo gran premio disputato in un paese di influenza sovietica.

Diversamente da certi flop visti nel continente americano, l'apertura verso il blocco orientale dell'Europa sembra essere invece un successo: sul circuito c'è molto pubblico che proviene anche dalle nazioni limitrofe e porta la Formula 1 per la prima volta in TV in paesi nella quale non era mai stata trasmessa. Dal punto di vista strettamente motoristico, è Senna a conquistare la pole position e a leaderare i primi giri di gara, seguito dalle Williams di Piquet e Mansell. Anzi, inizialmente dalle Williams di Mansell e Piquet, ma poco dopo dalle Williams di Piquet e Mansell. Mentre assistiamo alle lunghissime operazioni di recupero di una vettura da parte dei commissari (si tratta della Brabham di Riccardo Patrese, ritirato per testacoda), Piquet si avvicina sensibilmente al connazionale e dopo qualche giro lo passa. Ci mette molto meno tempo Piquet a liberarsi di Senna che i commissari a spostare la vettura.

Prost nel frattempo si trova terzo avendo superato Mansell, ma ha problemi ed è costretto a rientrare ai box. Mentre è fermo arriva Rosberg per cambiare gomme e ciò non è fattibile, facendo sì che anche la gara di Keke venga mandata in vacca. Nel frattempo Piquet sembra staccare Senna e il duello per la vittoria sembra terminato. Non è così: quando arriva il momento delle soste, Senna overcutta Piquet riportandosi in testa alla gara. Non è finita neanche stavolta, ma facciamo un passo indietro e parliamo delle altre cose che stanno succedendo: innanzi tutto c'è un'altra Brabham ferma (quella di Derek Warwick, che ha avuto un incidente con Alboreto) ma i commissari la spostano più in fretta, poi Dumfries sorprendentemente in zona punti e di nuovo i commissari alle prese con la Lola Haas di Alan Jones ferma durante un testacoda. Stanno operando un po' troppo in mezzo, proprio passano Piquet e l'altra Lola Haas (quella di Patrick Tambay) con un doppiaggio in corso.

Nessuno viene stirato, quindi direi che è una giornata positiva, ma dobbiamo ancora assistere a qualcosa, ovvero al gap tra Senna e Piquet che nell'arco di pochi giri crolla incredibilmente, con tanto che Piquet si ritrova quindi negli scarichi di Senna. Tenta il sorpasso, ma non gli riesce e Senna rimane davanti. Non è ancora finita, però, ed ecco che un giro più tardi lo supera all'esterno rischiando nel frattempo di perdere la monoposto. Completata l'opera si mette a gesticolare contro l'avversario e si invola verso il doppiaggio del proprio compagno di squadra. Mansell infatti si trova terzo, ma staccato praticamente di un giro. C'è lo stesso podio della volta precedente, mentre Johansson chiude quarto davanti a un Dumfries più altolocato del solito, mentre completa la zona punti la Tyrrell di Martin Brundle. La gara dell'unica Lola Haas rimasta in gara non finisce neanche troppo male: Tambay chiude in settima piazza, peccato che in questo periodo storico non ci siano punti.

Specifico un retroscena abbastanza interessante riferito da statsf1, ovvero che il duello tra Piquet e Senna sfocia in un'accesa discussione tra i due, che però non avviene sul momento, prima di salire sul podio o dopo esserci saliti. No, il fattaccio succede nientemeno che all'aeroporto di Budapest dove i due si incontrano per caso mentre stanno per lasciare l'Ungheria alla volta dell'Austria, dove una settimana più tardi si disputerà il gran premio a Zeltweg. L'incontro casuale tra piloti in aeroporto con tanto di polemica a proposito degli avvenimenti avvenuti in gara è una cosa che fa davvero tanto teen drama, peccato che gli appassionati di motori dell'epoca molto probabilmente non siano mai venuti a conoscenza di tutto ciò. Però il GP d'Ungheria 1986 ha lasciato uno strascico e anche piuttosto pesante negli appassionati di motori, ovvero la convinzione quasi generata in modo meccanico che quello di Piquet su Senna sia stato il miglior sorpasso della storia della Formula 1 - il secondo, si intende.

Questo evento nel corso dei decenni è stato utilizzato per sminuire i sorpassi dei piloti contemporanei (non nel senso stretto dei piloti degli anni 2020, nel senso che in ciascuna epoca i piloti della propria epoca potevano essere screditati tirando fuori questo sorpasso), come ad esempio nei primissimi anni 2000 era utilizzato per mettere a tacere chiunque affermasse che Mika Hakkinen era l'autore del miglior sorpasso di sempre, generalmente aggiungendo osservazioni del tipo "si vede che non hai mai visto dei veri sorpassi". Curiosamente a vent'anni di distanza il sorpasso di Hakkinen viene ufficialmente considerato il miglior sorpasso della storia, quindi forse nel 1986 il sorpasso di Piquet a sua volta è stato accolto con un "meh, ho visto di meglio". Credo che questo sorpasso sia quello che forse più di ogni altro sintetizza il modo in cui vengono romanticizzati gli eventi lontani nel tempo e come questo continua irreparabilmente a succedere. Sia chiaro, non sto dicendo che non si tratti di un bel sorpasso, ma avrei alcune considerazioni in proposito, alle quali non si fa caso.

La prima, più facile da considerare, è che i sorpassi per la vittoria vengono considerati in maniera diversa da quelli per le posizioni retrostanti e che di sorpassi del genere nel corso della storia penso non se ne siano visti pochi. Solo, Piquet con quel sorpasso ci ha vinto una gara, quelli che magari con sorpassi altrettanto belli hanno chiuso quindi o sesti non sono minimamente ricordati - lo stesso discorso si può applicare al celebre sorpasso di Hakkinen. La seconda è che si tratta di un sorpasso fatto verosimilmente d'impulso e che poteva terminare male, il che porterebbe a dare a "miglior sorpasso di sempre" il significato di "sorpasso più spettacolare", uno di quelli che potrebbero tradursi in una manovra eroica ma al contempo anche in una vaccata colossale. Questo significa che i sorpassi studiati ed eseguiti con precisione vengono sempre messi da parte per quelli che sul momento fanno sì che la gente si strappi le mutande. La cosa non mi stupisce particolarmente, devo ammetterlo, ma mi sembra riduttiva.

Infine, aggiungerei un terzo dettaglio: nei giri immediatamente antecedenti al sorpasso, Piquet ha recuperato a Senna qualcosa come otto/ nove secondi in totale, con un ritmo di tre secondi o più al giro. Immaginate che una cosa simile succeda al giorno d'oggi: un pilota procede molto più speditamente di quello che ha davanti, lo raggiunge nell'arco di una manciata di giri e lo supera stando in bilico su due ruote. Secondo me invece di strapparvi le mutande dite "per forza, guida un missile". Non fraintendetemi, apprezzo molto il fatto che un sorpasso eseguito contro l'idolo delle folle sia stato etichettato come capolavorohhhh invece che come furtohhhh, però obiettivamente non mi sembra che questo sorpasso si discosti tanto dalla media del periodo. Tutto ciò che mi viene da pensare è che a colpire sia l'essere stato eseguito da un pilota che non era famoso propriamente per manovre di questo tipo, ma che in genere aveva una guida più tranquilla. Però, sinceramente, piloti dalla guida poco tranquilla li ho visti fare cose non troppo diverse da questa in più di un'occasione.



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Milly Sunshine