Sabato sera è tornato a trovarci un grande classico del passato, la sovrapposizionehhhh tra l'Eurovision Song Contest e l'automobilismo, nella forma del Gran Premio di Indianapolis. Sono perfettamente consapevole del fatto che l'ESC (contest musicale che peraltro mi interessa relativamente poco) non abbia nulla a che vedere con l'automobilismo, ma non funziona così ovunque, perché in questi giorni ho letto una persona - immagino statunitense - che affermava di avere visto pochi minuti dell'Eurofestival e di essersi sorpresa che gli europei si lamentassero del comportamento dei vip americani ospiti ai gran premi quando poi in Europa si organizza un contest musicale più cringe del loro comportamento. Una simile osservazione lascia pensare che questa persona venga da uno di quegli alternate universe dove sommando due spiedini di gamberi e cinque carote vengono fuori sette fragole.
Mi auguro che a queste persone Will Power abbia riservato un saluto subito dopo avere ottenuto la pole - intendo il suo tipico "saluto". Il pilota di Penske ha ottenuto la pole accanto ad Alex Palou (Ganassi), seguito da Josef Newgarden (Penske), Conor Daly (Carpenter), Pato O'Ward (Arrow McLaren) e Felix Rosenqvist (Arrow McLaren) a completare le prime tre file. La gara è partita puntual-... la gara è partita dopo un rain delay e la partenza di Willpowahhhh non è stata particolarmente eccezionale. Al termine del primo giro c'era O'Ward al comando, seguito Palou, con Power solo in terza posizione, mentre anche Newgarden aveva perso alcune posizioni. Rosenqvist invece è risalito al terzo posto e poco dopo si è portato in seconda posizione alle spalle del compagno di squadra. Nel frattempo, di lì a poco, alcuni piloti hanno iniziato a recarsi ai box per passare dalle gomme da bagnato a quelle da asciutto.
Si è intravisto un mezzo contatto, mi è parso di capire tra Graham Rahal (Rahal) e Devlin De Francesco (Andretti), che tuttavia non ha generato conseguenze peggiori di un fugace testacoda. Nel frattempo anche i piloti di testa hanno iniziato a fermarsi ai box, con conseguente difficoltà nello stare dietro alle posizioni. Resta però un dato di fatto: Pato O'Ward si è ritrovato dietro Colton Herta (Andretti) e poi se l'è ritrovato davanti. Poi ecco il primo plot-twist vero e proprio: una vettura in testacoda, nello specifico quella di Palou! Non solo la prima safety car è entrata a causa di un pilota illustre, ma poco tempo dopo anche la seconda, stavolta è stato il caso di Newgarden. La terza, invece, è arrivata per la vettura incidentata di Rinus Veekay (Carpenter), il quale prima è finito sull'erba, poi nel rientrare in pista è stato colpito dalla vettura di De Francesco ed è finito in testacoda. Mentre accadeva tutto ciò, Herta era stabilmente in testa.
Herta, che prima era davanti alle Arrow McLaren di O'Ward e Rosenqvist, con Takuma Sato (Coyne) quarto davanti a Willpowahhhh, si è ritrovato dopo la sosta O'Ward attaccato agli scarichi, ma ha mantenuto la posizione. Nel frattempo il giro di pitstop andava avanti con piloti random che facevano i fighi stando brevemente in testa alla gara a caso: questo onore è toccato anche a Tatiana Calderon (Foyt), nello stesso momento in cui Dalton Kellett (Foyt) usciva di pista. In quei momenti, appena rientrato ai box, Scott Dixon (Ganassi) rimaneva senza benzina prima di raggiungere la propria piazzola. È entrata di nuovo la safety car, intanto stava iniziando a piovere e c'erano ancora dei piloti a caso davanti, Marcus Ericsson (Ganassi) era in prima posizione davanti a Kyle Kirkwood (Foyt), con Herta in terza posizione. Nel frattempo qualcuno iniziava a rientrare ai box per passare alle gomme da pioggia, tra cui Alexander Rossi (Andretti).
Subito dopo il restart, O'Ward ha tentato il sorpasso su Herta, ma gli è andata male. Anzi, malissimo, perché subito dopo si è toccato con il compagno di squadra Rosenqvist, uno dei due è finito in testacoda e poi si è girato nel senso giusto, gli altri piloti sono passati, ma non tutti, in quanto Sato ha tagliato per i prati, poi è stata messa di nuovo la safety car. Ericsson ha continuato a fare il figo in prima posizione, mentre Dixon che apparentemente era riuscito in qualche modo a proseguire, al restart ha cercato di superare per sdoppiarsi. Ericsson invece è stato superato da diverse vetture e ben presto si sono portate in top-5 dietro a Herta le vetture di Scott McLaughlin (Penske), Jack Harvey (Rahal), Romain Grosjean (Andretti) e Simon Pagenaud (Meyer Shank). Nel frattempo le cose andavano malissimo per Rossi, perché aveva smesso di piovere. Poi hanno iniziato ad andare male anche per Grosjean.
RoGro, che ultimamente è stato al centro di polemiche con vari piloti che sembrano avere criticato la sua guida, si è ritrovato a tu per tu con Harvey ed è finita male, soprattutto per lui che è finito in testacoda. Anche Harvey ha perso qualche posizione, ma roba da poco, con Pagenaud che è passato al terzo posto, probabilmente triggerando tutti i fanboy di Lando Norris (se non sapete di cosa sto parlando oppure non ricordate, siete persone molto fortunate). O'Ward nel frattempo stava risalendo di nuovo in zona top-5, mentre la gara proseguiva tranquillamente. O almeno, è proseguita tranquillamente fintanto che non è tornato a piovere, generando una situazione in stile "prima vittoria di Barrichello a Hockenheim": c'era infatti metà pista bagnata e metà pista asciutta. Al momento tutti hanno proseguito sulle slick.
O meglio, hanno proseguito tutti sempre che quello che ha fatto Jimmie Johnson (Ganassi), ovvero finire in testacoda e impantanarsi, possa essere valevole come "proseguire". È tornata a farci visita la safety car e nel frattempo nelle zone basse della top-ten c'erano anche dei V3KkYaCçY tipo Helio Castroneves. Il pilota del team Meyer Shank era in buona compagnia, come se fosse in contemplazione di un cantiere con il giornale sotto al braccio, c'era dietro di lui anche Juan Pablo Montoya, in questo weekend presente con una terza vettura del team Arrow McLaren in attesa di partecipare alla Indy 500 a fine mese. Nel frattempo era la finestra di pitstop della maggior parte dei piloti, che sono rientrati in pitlane e ne sono usciti sulle slick. Poi è venuto a piovere e tipo dopo un giro dietro la safety car sono tornati tutti ai box in branco.
Sembra ci sia stato un contatto ai box tra Rahal e Harvey, con quest'ultimo che è precipitato indietro di diverse posizioni e Rahal penalizzato per avere innescato l'incidente. O'Ward nel frattempo era in testa, ma è stato superato da Herta, con la gara che non è durata molto a lungo in condizioni di bandiera verde, perché McLaughlin è partito in testacoda. Nel successivo restart non è chiaro cosa sia successo esattamente, ma O'Ward è rientrato ai box - mi viene in dubbio avesse fatto una sosta in meno in precedenza e quella fosse la ragione per cui era in testa - con Pagenaud risalito in seconda posizione davanti a Power: i tre successivamente hanno terminato la gara proprio in quelle posizioni, procacciandosi il podio. Nel frattempo Daly e Montoya completavano la top-5, ma Ericsson ha iniziato a farsi largo nelle posizioni che contano, purtroppo senza Grosjean, rientrato ai box da poco.
Ericsson si è portato al quarto posto superando anche Daly, che comunque ha chiuso la gara quinto, mentre è andata peggio a Montoya, che a due giri dalla fine ha forato aprendo la strada al sesto posto di Rosenqvist e al settimo di Sato. Dietro di loro, due nostre conoscenze dei tempi della Formula 2, Callum Ilott (Juncos) e Christian Lundgaard (Rahal), mentre in qualche modo Dixon è riuscito a chiudere la gara al decimo posto, precedendo Rossi e nientemeno che David Malukas (Coyne) che sembra non avere fatto danni nel corso della gara. Seguivano Harvey, Castroneves, Calderon, Rahal, Grosjean, Palou, O'Ward, McLaughlin, De Francesco, Johnson, Veekay e Montoya, mentre risultano come ritirati Newgarden, Kirkwood e Kellett. Si è conclusa così la gara di Indianapolis Road Course, in attesa la prossima settimana delle qualifiche della Indy 500 e poi della gara stessa che si svolgerà il 29 maggio in sovrapposizionehhhh con il GP di Montecarlo.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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martedì 17 maggio 2022
giovedì 16 luglio 2020
Katherine Legge, il suo incidente e i commenti nonsense di un troll
Credo di avere già accennato, qualche tempo fa, al fatto che, a mio parere, ci fosse più apertura mentale nei confronti delle donne nel motorsport una quindicina d'anni fa di quanta non ce ne sia ora. Se non altro un tempo una donna nel motorsport per essere presa di mira doveva essere di altissimo profilo e a nessuno importava granché della prima Katherine Legge di turno (nonostante il fatto che, in realtà, è stata proprio lei la prima donna che, in questo secolo, ha vinto una gara di alto livello su una monoposto, nelle formule minori della Indycar, quindi il profilo non era proprio bassissimo).
Non saprei dire se c'è gente che lo fa solo ed esclusivamente per trolleggio, non lo metterei del tutto in dubbio, ma oserei dire che c'è modo e modo di atteggiarsi nella vita. Perché esiste un principio fondamentale, a mio parere, ovvero che c'è modo e modo di parlare delle donne nel motorsport. Ridicolizzare le vittime di infortunio in test o competizioni, in una scala di cultura tra il meno infinito e il più infinito, potete immaginare benissimo dove si collochi secondo il mio spassionato parere. Per fortuna comportamenti di questo tipo sembrano non essere particolarmente diffusi, ma il punto è che non lo dovrebbero essere affatto.
Qualora qualcuno volesse una contestualizzazione dell'accaduto, sto parlando di Katherine Legge, impegnata in un test dell'ELMS in un team tutto femminile, in cui fa pairing con Tatiana Calderon e Sophia Florsch. Nella giornata di ieri ha avuto un brutto incidente, nel quale ha riportato una frattura a una gamba per la quale è stata sottoposta a un intervento chirurgico e delle lesioni a un polso che si sono rivelate meno gravi rispetto al report iniziale. Spiegatemi voi se un fan normale dovrebbe sbeffeggiare una persona in queste condizioni così, just for fun, perché è donna quindi cogliamo pure la palla al balzo prima che l'occasione sfumi.
Giusto per chi non avesse le idee chiare, Katherine Legge non è una principiante senza esperienza come sembrava in quel post, ma è una quarantenne con alle spalle una carriera ventennale in serie automobilistiche di alto livello: ha gareggiato in Champs Car, Indycar, DTM, Formula E, IMSA e sicuramente anche da qualche altra parte. Il fatto di non essere una pluricampionessa, così come non lo sono tanti piloti che hanno gareggiato negli stessi campionati, non la rende incapace di guidare una vettura così, di colpo, dopo vent'anni di carriera. Questo concetto non dovrebbe essere così difficile da capire...
Ma d'altronde il soggetto che ha affermato che era ovvio che sarebbe finita così, dato che le donne non dovrebbero guidare mezzi che raggiungono quelle velocità, è lo stesso che qualche mese fa sosteneva che le ragazzine del motorsport non dovrebbero puntare a un futuro nella Ferrari Academy, quanto piuttosto andare a letto con lui, quindi forse sono io quella che ha aspettative troppo alte da parte degli utenti dei social network, anche quelli che hanno dimostrato il degrado più totale in passato. Il problema è che, quando si tratta di perseguire le proprie idee, magari anche sensate, c'è chi dà corda ai soggetti di questo tipo.
Questo tipo, infatti, ha pensato bene di scrivere la sua invettiva contro le donne nel motorsport e contro la Legge in risposta a un tweet di una delle sue compagne di squadra. Sta a voi indovinare quale. La cosa, ovviamente, è terminata con una polemica via Twitter a cui costei ha preso parte, venendo criticata per avere risposto a questo tizio. Il punto è che, per una volta nella vita, la Racing Goddess aveva smerdato uno che meritava di essere smerdato... e l'aveva fatto per la sua compagna di squadra e non per il suo tornaconto personale. Credo che bisognerebbe imparare una cosa, nella vita: che solo perché qualcuno ci sta sulle scatole, non è una buona idea dargli sempre contro, anche quando sta affermando cose di buon senso.
Con questo, non mi resta altro da fare che augurare a Katherine Legge di guarire il prima possibile e di tornare al più presto al volante. Per fortuna mi unisco al coro di tante altre persone che l'hanno fatto, un bel po' di personaggi del mondo del motorsport specie Made in USA compresi. E ricordo a questi soggettoni (i troll, intendo) che, forse, la questione della velocità in sé è l'ultima che tocchi il motorsport al femminile, o almeno quello della generazione di Katherine Legge. Non capisco perché si associ l'essere donna al dovere guidare una vettura più lenta, considerando che ai tempi della Legge la maggior parte delle donne del motorsport hanno fatto la storia correndo sugli ovali in Indycar...
Non saprei dire se c'è gente che lo fa solo ed esclusivamente per trolleggio, non lo metterei del tutto in dubbio, ma oserei dire che c'è modo e modo di atteggiarsi nella vita. Perché esiste un principio fondamentale, a mio parere, ovvero che c'è modo e modo di parlare delle donne nel motorsport. Ridicolizzare le vittime di infortunio in test o competizioni, in una scala di cultura tra il meno infinito e il più infinito, potete immaginare benissimo dove si collochi secondo il mio spassionato parere. Per fortuna comportamenti di questo tipo sembrano non essere particolarmente diffusi, ma il punto è che non lo dovrebbero essere affatto.
Qualora qualcuno volesse una contestualizzazione dell'accaduto, sto parlando di Katherine Legge, impegnata in un test dell'ELMS in un team tutto femminile, in cui fa pairing con Tatiana Calderon e Sophia Florsch. Nella giornata di ieri ha avuto un brutto incidente, nel quale ha riportato una frattura a una gamba per la quale è stata sottoposta a un intervento chirurgico e delle lesioni a un polso che si sono rivelate meno gravi rispetto al report iniziale. Spiegatemi voi se un fan normale dovrebbe sbeffeggiare una persona in queste condizioni così, just for fun, perché è donna quindi cogliamo pure la palla al balzo prima che l'occasione sfumi.
Giusto per chi non avesse le idee chiare, Katherine Legge non è una principiante senza esperienza come sembrava in quel post, ma è una quarantenne con alle spalle una carriera ventennale in serie automobilistiche di alto livello: ha gareggiato in Champs Car, Indycar, DTM, Formula E, IMSA e sicuramente anche da qualche altra parte. Il fatto di non essere una pluricampionessa, così come non lo sono tanti piloti che hanno gareggiato negli stessi campionati, non la rende incapace di guidare una vettura così, di colpo, dopo vent'anni di carriera. Questo concetto non dovrebbe essere così difficile da capire...
Ma d'altronde il soggetto che ha affermato che era ovvio che sarebbe finita così, dato che le donne non dovrebbero guidare mezzi che raggiungono quelle velocità, è lo stesso che qualche mese fa sosteneva che le ragazzine del motorsport non dovrebbero puntare a un futuro nella Ferrari Academy, quanto piuttosto andare a letto con lui, quindi forse sono io quella che ha aspettative troppo alte da parte degli utenti dei social network, anche quelli che hanno dimostrato il degrado più totale in passato. Il problema è che, quando si tratta di perseguire le proprie idee, magari anche sensate, c'è chi dà corda ai soggetti di questo tipo.
Questo tipo, infatti, ha pensato bene di scrivere la sua invettiva contro le donne nel motorsport e contro la Legge in risposta a un tweet di una delle sue compagne di squadra. Sta a voi indovinare quale. La cosa, ovviamente, è terminata con una polemica via Twitter a cui costei ha preso parte, venendo criticata per avere risposto a questo tizio. Il punto è che, per una volta nella vita, la Racing Goddess aveva smerdato uno che meritava di essere smerdato... e l'aveva fatto per la sua compagna di squadra e non per il suo tornaconto personale. Credo che bisognerebbe imparare una cosa, nella vita: che solo perché qualcuno ci sta sulle scatole, non è una buona idea dargli sempre contro, anche quando sta affermando cose di buon senso.
Con questo, non mi resta altro da fare che augurare a Katherine Legge di guarire il prima possibile e di tornare al più presto al volante. Per fortuna mi unisco al coro di tante altre persone che l'hanno fatto, un bel po' di personaggi del mondo del motorsport specie Made in USA compresi. E ricordo a questi soggettoni (i troll, intendo) che, forse, la questione della velocità in sé è l'ultima che tocchi il motorsport al femminile, o almeno quello della generazione di Katherine Legge. Non capisco perché si associ l'essere donna al dovere guidare una vettura più lenta, considerando che ai tempi della Legge la maggior parte delle donne del motorsport hanno fatto la storia correndo sugli ovali in Indycar...
domenica 19 gennaio 2020
Sophia non al volante, auto-gloroficazione costante
"She moves like she don't care
Smooth as silk, cool as air
Oh, it makes you wanna cry
She doesn't know your name
And your heart beat like a subway train
Oh, she makes you wanna die"
- Blondie, "Maria"
Carissimi motori al berilio (se non sapete di cosa sto parlando, non preoccupatevi), l'argomento donne nel motorsport, come avrete capito, mi tocca molto nel profondo, e oggi andiamo a parlare di un argomento che avrei voluto evitare, ma che non evito perché c'è un'altra questione che mi tocca nel profondo. Ci occupiamo di un articolo uscito sul sito in lingua inglese todayheadline.com, che cita altre testate.
L'argomento è relativo alle dichiarazioni di Binotto secondo cui la Ferrari ha intenzione di aprire il proprio junior team, nel futuro, anche alle ragazze, in quanto al giorno d'oggi è giusto non avere pregiudizi nei confronti delle ragazze che intraprendono una carriera motoristica. Per intenderci, sono le stesse dichiarazioni per cui qualche giorno fa non si sono sprecati commenti agghiaccianti contro probabili kartiste che frequentano al momento le scuole medie.
Indovinate quale ragazza del mondo del motorsport è stata l'unica voce fuori dal coro che trova disdicevole queste dichiarazioni? Secondo cui l'intento di "aprire alle ragazze" il proprio futuro è nientemeno che sessista? Esatto, la stessa che afferma che i ragazzi son piloti migliori delle ragazze.
Ho visto la prima parte di questa cosa accadere in diretta su Twitter e sono rimasta abbastanza basita, volevo commentare la cosa, poi mi sono detta "no, meglio non farlo, perché sicuramente non ho capito".
Credo che sia giusto precisare che non sono una grande amante del concetto di "quote rosa", perché generalmente mi sembra un contentino. Sono convinta che uomini e donne debbano avere le stesse opportunità e che se, in quanto donna, ho un'opportunità, debba essere perché sono in grado e non perché una legge o una consuetudine lo impone. Però non ho visto nulla di sgradevole nelle dichiarazioni che sono passate.
L'ho interpretato come: finora non abbiamo mai considerato molto le ragazze, ma adesso terremo gli occhi aperti sulle giovani kartiste, nel tentativo di ingaggiarne una che possa avere il suo valore di mercato. Stesso discorso che viene applicato a qualunque ragazzo, solo, decidendo di insistere anche a cercare talenti futuri tra le ragazze. La motivazione dichiarata è non avere più vecchi pregiudizi, o qualcosa del genere. Per quanto io possa sforzarmi, non riesco a vederci niente di negativo e, ve lo assicuro, sono una che, se vuole trovare qualcosa di negativo a tutti i costi, può riuscire a trovarlo.
Devo dire che Sophia Florsch c'è riuscita con successo, proprio quando c'era gente che sosteneva che potesse essere lei una potenziale junior Ferrari (la versione italiana di motorsport.com dice anche che si sia offerta personalmente alcune settimane fa quando la dichiarazione girò la prima volta e che sia stata rifiutata, facendo quindi commenti contrari, ma facciamo finta in questo post di non averlo mai letto, perché sono altri gli argomenti su cui voglio focalizzarmi).
All'indomani dei suoi tweet contro l'apertura della Ferrari alle donne, avrebbe rilasciato dichiarazioni che sono state riportate dall'articolo che stavo leggendo, appunto. Si iniziava con "l'utilizzo delle ragazze per questioni di big money è sessista". Sì, può essere, se stessimo parlando di una onlus o una cosa del genere. Il punto è che il mondo del motorsport non è una onlus. Gli sponsor investono su di te, pilota, perché hai un valore o come pilota o dal punto di vista commerciale. Questo succede sia che tu sia uomo sia che tu sia donna.
Svegliati, Sophia, non è che fino all'altro ieri hai vissuto in un monastero tibetano in cui ci si nutre dei frutti della propria terra coltivata in prima persona.
Sei pilota da quando eri bambina, hai pubblicato un'autobiografia a quindici anni e tu stessa ti sei sempre posta come un elemento di marketing. Vuoi essere trattata come pilota normale quando fa comodo, ma come donna quando è più conveniente, sostieni che non ci sono differenze tra uomini e donne, poi sei tutta un "girl power", "race girl", "racing against the boys", snobbi qualsiasi altra ragazza per hobby e dai per scontato che una futura ipotetica Ferrari junior (al giorno d'oggi probabilmente una kartista di 11 anni) si stia per guadagnare il posto vendendo la propria immagine.
Ma niente, lo sappiamo tutti che la gente non ti giudica come pilota, ma solo per le foto da fitness girl in top e shorts che posti sui tuoi canali social. E non vedo niente di male in tutto questo, né vedo per niente in chiave positiva il fatto che nessuno dica niente sul fatto che Alex Yoong una ventina d'anni fa sbattesse le proprie natiche in copertina, mentre la tua scollatura sia un grandehhhh scandalohhhh. Deciditi: se scegli di vendere la tua immagine, peraltro in maniera a mio vedere piuttosto rispettabile, sarebbe altrettanto rispettabile non scagliarsi a spada tratta contro chi la compra.
Altre fonti che ho consultato per schiarirmi le idee riportano come la Florsch sia indignata perché nessuna donna viene presa in considerazione. Indovinate chi ha usato come esempio?
Questa era facile: Jamie Chadwick. Secondo la Florsch sta sprecando due anni della propria carriera a correre contro elementi di poco talento nella W Series, invece di gareggiare ina altri campionati.
No, fermi tutti. La Chadwick gareggia *ANCHE* nella W Series. Attualmente sta prendendo parte alla Formula 3 Asiatica, che è essenzialmente la variante asiatica della F3 Regional dove la Florsch gareggia in Europa. Ci sono sedici piloti, di cui quattordici ragazzi. In base al numero di peni e di testicoli, unità di misura del talento secondo la Florsch a quanto pare, c'è più talento nella F3 Asia che nella sua versione europea.
Veramente, cos'è questa storia del "o questo è quello"? Se corri nella W Series non corri davvero nella F3 Asia mi sembra la versione motorsport del se ti piace studiare allora non può piacerti andare in discoteca della tarda adolescenza. Sophia, ti prego, contieniti.
Invece no, non si contiene, perché accanto alla Chadwick che non gareggia contro uomini, sostiene che il Ferrari Junior Team non le darebbe le stesse chance che dà a Mick Schumacher e che questo è sessista.
Devo commentare?
Sì, devo.
Devo per forza, perché il mondo è pieno di gente che ha elogiato la Florsch per avere puntualizzato che, diversamente da altri che hanno un cognome famoso, lei non abbia la strada spianata.
Ora, il concetto di "cognome famoso" e "strada spianata" possono tranquillamente andare a braccetto l'uno con l'altro. Il fatto che Mick Schumacher non meriterebbe tutta questa attenzione ha il suo senso, così come a onore di cronaca non penso che se la meriti ugualmente Callum Ilott, con risultati analoghi ai suoi in F2 e ugualmente membro del Ferrari junior team, solo che conoscere Schumacher è mainstream, conoscere Ilott è da colti. Non so cosa dire, evidentemente criticare i piloti del Junior Team Ferrari e tacciarli tra le righe di rubare il volante a piloti di talento in Formula 1, nonostante gareggino in serie minori, è la nuova moda del momento. Oserei dire che non è la prima volta che un simile argomento viene di moda, ma andrei off topic e ci sono già abbastanza cose da dire senza inerpicarsi lungo una simile via.
Smooth as silk, cool as air
Oh, it makes you wanna cry
She doesn't know your name
And your heart beat like a subway train
Oh, she makes you wanna die"
- Blondie, "Maria"
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Modelle sorridono ai box dopo essersi vendute al marketing (didascalia comprensibile soltanto a fine post) |
L'argomento è relativo alle dichiarazioni di Binotto secondo cui la Ferrari ha intenzione di aprire il proprio junior team, nel futuro, anche alle ragazze, in quanto al giorno d'oggi è giusto non avere pregiudizi nei confronti delle ragazze che intraprendono una carriera motoristica. Per intenderci, sono le stesse dichiarazioni per cui qualche giorno fa non si sono sprecati commenti agghiaccianti contro probabili kartiste che frequentano al momento le scuole medie.
Indovinate quale ragazza del mondo del motorsport è stata l'unica voce fuori dal coro che trova disdicevole queste dichiarazioni? Secondo cui l'intento di "aprire alle ragazze" il proprio futuro è nientemeno che sessista? Esatto, la stessa che afferma che i ragazzi son piloti migliori delle ragazze.
Ho visto la prima parte di questa cosa accadere in diretta su Twitter e sono rimasta abbastanza basita, volevo commentare la cosa, poi mi sono detta "no, meglio non farlo, perché sicuramente non ho capito".
Credo che sia giusto precisare che non sono una grande amante del concetto di "quote rosa", perché generalmente mi sembra un contentino. Sono convinta che uomini e donne debbano avere le stesse opportunità e che se, in quanto donna, ho un'opportunità, debba essere perché sono in grado e non perché una legge o una consuetudine lo impone. Però non ho visto nulla di sgradevole nelle dichiarazioni che sono passate.
L'ho interpretato come: finora non abbiamo mai considerato molto le ragazze, ma adesso terremo gli occhi aperti sulle giovani kartiste, nel tentativo di ingaggiarne una che possa avere il suo valore di mercato. Stesso discorso che viene applicato a qualunque ragazzo, solo, decidendo di insistere anche a cercare talenti futuri tra le ragazze. La motivazione dichiarata è non avere più vecchi pregiudizi, o qualcosa del genere. Per quanto io possa sforzarmi, non riesco a vederci niente di negativo e, ve lo assicuro, sono una che, se vuole trovare qualcosa di negativo a tutti i costi, può riuscire a trovarlo.
Devo dire che Sophia Florsch c'è riuscita con successo, proprio quando c'era gente che sosteneva che potesse essere lei una potenziale junior Ferrari (la versione italiana di motorsport.com dice anche che si sia offerta personalmente alcune settimane fa quando la dichiarazione girò la prima volta e che sia stata rifiutata, facendo quindi commenti contrari, ma facciamo finta in questo post di non averlo mai letto, perché sono altri gli argomenti su cui voglio focalizzarmi).
All'indomani dei suoi tweet contro l'apertura della Ferrari alle donne, avrebbe rilasciato dichiarazioni che sono state riportate dall'articolo che stavo leggendo, appunto. Si iniziava con "l'utilizzo delle ragazze per questioni di big money è sessista". Sì, può essere, se stessimo parlando di una onlus o una cosa del genere. Il punto è che il mondo del motorsport non è una onlus. Gli sponsor investono su di te, pilota, perché hai un valore o come pilota o dal punto di vista commerciale. Questo succede sia che tu sia uomo sia che tu sia donna.
Svegliati, Sophia, non è che fino all'altro ieri hai vissuto in un monastero tibetano in cui ci si nutre dei frutti della propria terra coltivata in prima persona.
Sei pilota da quando eri bambina, hai pubblicato un'autobiografia a quindici anni e tu stessa ti sei sempre posta come un elemento di marketing. Vuoi essere trattata come pilota normale quando fa comodo, ma come donna quando è più conveniente, sostieni che non ci sono differenze tra uomini e donne, poi sei tutta un "girl power", "race girl", "racing against the boys", snobbi qualsiasi altra ragazza per hobby e dai per scontato che una futura ipotetica Ferrari junior (al giorno d'oggi probabilmente una kartista di 11 anni) si stia per guadagnare il posto vendendo la propria immagine.
Ma niente, lo sappiamo tutti che la gente non ti giudica come pilota, ma solo per le foto da fitness girl in top e shorts che posti sui tuoi canali social. E non vedo niente di male in tutto questo, né vedo per niente in chiave positiva il fatto che nessuno dica niente sul fatto che Alex Yoong una ventina d'anni fa sbattesse le proprie natiche in copertina, mentre la tua scollatura sia un grandehhhh scandalohhhh. Deciditi: se scegli di vendere la tua immagine, peraltro in maniera a mio vedere piuttosto rispettabile, sarebbe altrettanto rispettabile non scagliarsi a spada tratta contro chi la compra.
Altre fonti che ho consultato per schiarirmi le idee riportano come la Florsch sia indignata perché nessuna donna viene presa in considerazione. Indovinate chi ha usato come esempio?
Questa era facile: Jamie Chadwick. Secondo la Florsch sta sprecando due anni della propria carriera a correre contro elementi di poco talento nella W Series, invece di gareggiare ina altri campionati.
No, fermi tutti. La Chadwick gareggia *ANCHE* nella W Series. Attualmente sta prendendo parte alla Formula 3 Asiatica, che è essenzialmente la variante asiatica della F3 Regional dove la Florsch gareggia in Europa. Ci sono sedici piloti, di cui quattordici ragazzi. In base al numero di peni e di testicoli, unità di misura del talento secondo la Florsch a quanto pare, c'è più talento nella F3 Asia che nella sua versione europea.
Veramente, cos'è questa storia del "o questo è quello"? Se corri nella W Series non corri davvero nella F3 Asia mi sembra la versione motorsport del se ti piace studiare allora non può piacerti andare in discoteca della tarda adolescenza. Sophia, ti prego, contieniti.
Invece no, non si contiene, perché accanto alla Chadwick che non gareggia contro uomini, sostiene che il Ferrari Junior Team non le darebbe le stesse chance che dà a Mick Schumacher e che questo è sessista.
Devo commentare?
Sì, devo.
Devo per forza, perché il mondo è pieno di gente che ha elogiato la Florsch per avere puntualizzato che, diversamente da altri che hanno un cognome famoso, lei non abbia la strada spianata.
Ora, il concetto di "cognome famoso" e "strada spianata" possono tranquillamente andare a braccetto l'uno con l'altro. Il fatto che Mick Schumacher non meriterebbe tutta questa attenzione ha il suo senso, così come a onore di cronaca non penso che se la meriti ugualmente Callum Ilott, con risultati analoghi ai suoi in F2 e ugualmente membro del Ferrari junior team, solo che conoscere Schumacher è mainstream, conoscere Ilott è da colti. Non so cosa dire, evidentemente criticare i piloti del Junior Team Ferrari e tacciarli tra le righe di rubare il volante a piloti di talento in Formula 1, nonostante gareggino in serie minori, è la nuova moda del momento. Oserei dire che non è la prima volta che un simile argomento viene di moda, ma andrei off topic e ci sono già abbastanza cose da dire senza inerpicarsi lungo una simile via.
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Palmares a confronto |
Torniamo al confronto totalmente a caso tra Schumacher e Florsch e... no, dai, non prendiamoci in giro. Questi qui sono i risultati di Schumacher e quelli della Florsch dal loro debutto a oggi. So che è uno stamp di Wikipedia, ma ho seguito una parte di quei campionati e vi posso assicurare che Wikipedia non se li è inventati, ho scelto uno screenshot di quel sito solo perché è schematico abbastanza da capire che aria tira. Aggiungo che, nel caso della Florsch, i risultati open wheel iniziano dalla Formula 4.
Ora, dimenticatevi per un attimo che uno ha un cognome famoso e l'altra è una ragazza. Questa sta dicendo tra le righe di *meritarsi la stessa attenzione* di uno che è arrivato secondo in un campionato in cui lei è arrivata diciannovesima (mi sono sbagliata sul sedicesima) e che ha vinto un campionato in cui è arrivata ventiduesima conquistando un solo punto, di uno che al giorno d'oggi conta ventiquattro vittorie su vetture a ruote scoperte, mentre lei controbilancia con due piazzamenti a podio. E hanno corso nelle stesse categorie, quindi il fatto che lei corresse in serie più difficili sarebbe inventato. Perfino fingendo che la Formula Regional 2019 fosse allo stesso livello della F3 Europea (e non lo era dato che c'erano tra le dieci e le tredici vetture di cui un paio guidate da piloti pseudo-amatori), dal confronto dei loro palmares ne, viene fuori un risultato univoco: al giorno d'oggi, se questa ragazza ha del potenziale, è ben lontana dall'averlo messo in mostra.
Sophia, sei sicura di quello che dici? Sostieni di volere essere scelta PER MERITO E NON PERCHE' DONNA. Pensi davvero che, se qualcuno ti offrisse le stesse possibilità che offre a un pilota che era un front runner nelle serie minori in cui tu stavi a centro gruppo nel migliore dei casi e in cui arrivavi tra gli ultimi nei peggiori, senza particolari miglioramenti durante il tuo percorso di crescita, lo farebbe *per merito e non perché sei donna*? Dai, ci vuole coerenza nella vita. Vuoi davvero fare carriera facendo la versione motorsport della femminista delle medie formato Tumblr (per intenderci, ragazzine che non sono mai uscite di casa e che conoscono la vita solo grazie ai reality show e ai social network bimbominchia-friendly, e che seppure spesso ispirate da idee positive finiscono per fare la figura delle cretine perché si limitano a parlare spesso a caso di cose che conoscono solo in teoria)?
Ti ricordo che perfino Pippa Mann è in grado di mettere in luce positiva i propri risultati e, considerando che ha un curriculum peggiore del tuo in Europa e che l'ha salvato dimostrandosi presentabile sugli ovali, non è che non riuscire a fare la stessa cosa ti renda onore.
Ti ricordo inoltre che, se vuoi fare qualcosa per le donne nel motorsport, ne hai la possibilità. Però evidentemente spargere m*rda su di loro, perché non sono te, è un'alternativa più facile.
Adesso parliamo del punto dolente, perché tutto quello che ho detto finora fa parte delle cose che posso tollerare senza difficoltà. Certo, tollerare qualcosa non significa dovere dire "sìsì, hai ragionehhhh!!11!!!1! idolahhhh!!!11!" e ignorare la palese incoerenza di certi ragionamenti, ed è per questo che ho parlato degli argomenti che sembrano interessare a Sophia più di qualsiasi altra cosa. La Chadwick è vista come donna immagine della W Series e non è la prima volta che la Florsch fa commenti su di lei. Schumacher invece è cugino del fidanzato di Vivien Keszthelyi, a suo tempo screditata dalla Florsch stessa: il fatto che abbia parlato di lui e non di altri piloti del Junior Team Ferrari (tra cui un avversario contemporaneo di Sophia che ha ugualmente un cognome famoso) mi fa sentire una certa puzza di bruciato. Ma freghiamocene, perché qualunque cosa abbia contro la stirpe dei Keszthmacher non ci tocca.
Adesso cito le testuali parole riportate da Today Headline. Preciso che, ovviamente, non ho la *prova* che la Florsch le abbia dette, però così sono state riportate... e niente, ho la pelle d'oca solo a pensarci.
"There have been a few women in the past that were supported by F1 teams, but only stood to grim and smile at the camera". Essenzialmente, ci sono stati team di F1 che hanno ingaggiato delle donne, ma queste donne si facevano solo inquadrare dalle telecamere facendo smorfie o sorridendo.
Ammetto che questa definizione mi ricorda molto quello che faceva Carmen Jordà nel box della Lotus/Renault... ma la Florsch sta cadendo pienamente nello stesso tranello del presunto tifoso ignorante, quello tacciato di conoscere solo la Jordà e di pensare che tutte le donne siano la Jordà.
Per quanto costei e il team per il quale posava abbiano a suo tempo avviato una collaborazione alquanto discutibile per i proclami che facevano, che sarebbe stata evitata ingaggiando ufficialmente la Jordà come spokewoman e facendola passare per pilota semi-amatoriale che non aveva avuto successo in GP3 e che si era reinventata come modella, quello che la Florsch avrebbe affermato dovrebbe riguardare *SOLTANTO LA JORDA'*, non essere esteso in modo assolutamente random ad altre.
Questo non significa che le donne che sono arrivate in F1 come tester non abbiano avuto la strada aperta dal fatto di essere donne, perché per una parte è stato così. Però ci vuole un po' di rispetto nella vita e, cara Sophia, fammi il piacere di tacciare di avere solo sorriso o fatto smorfie invece di guidare solo chi non ha guidato.
Correva l'anno 2014/2015. Susie Wolff, peraltro capo della Florsch nel progetto Dare to be Different di cui Sophia stessa è ambasciatrice, dopo avere completato brillantemente un rookie test, girando su tempi ritenuti sorprendenti per una che aveva pochi e lontani anni di open wheel alle spalle e anni di scarso successo nel DTM, partecipava ad occasionali sessioni di prove libere e a test prestagionali. Non so se mi spiego: scendeva in pista e guidava come tutti gli altri, non stava nel box a grattarsi la fi*a, cosa di cui le tue parole la tacciano.
Correva l'anno 2019: Tatiana Calderon non ha speranze di arrivare nemmeno a quei livelli, però ha guidato la Sauber/Alfa Romeo in test esterni. Capisco che magari era lenta abbastanza da pensare che si stesse grattando la fi*a nel momento in cui guidava.
Correva ancora una volta l'anno 2014: Simona De Silvestro, pilota di discreto successo negli Stati Uniti, con un podio all'attivo in Indycar, dove non era una Dixon 2.0 però aveva risultati di tutto rispetto, venendo considerata particolarmente ferrata sui circuiti cittadini, a mia memoria mai vista nel box della Sauber, è diventata pilota affiliata del team. Probabilmente la donna di maggiore successo che sia salita su una Formula 1 di recente, partecipava a due sessioni di test con lo scopo di arrivare al chilometraggio che serviva, ai tempi, per ottenere la superlicenza e diventare friday driver, con un potenziale qualcosa di più in futuro. Poi perdeva la propria sponsorizzazione (qualcosa che aveva a che vedere con le centrali nucleari, credo) e il progetto si arenava una volta per tutte. Però, ne sono certa, nemmeno lei si stava grattando la fi*a.
Ma niente, ancora una volta, con un po' di sforzo, posso arrivare a considerare tutto questo come una debolezza umana comprensibile. Quello che non capisco arriva adesso e lo capisco ancora di meno da parte di una che ha spiccato il volo, si è ribaltata al di là di una rete ed è sopravvissuta senza danni permanenti. A questo punto dovrebbe essere almeno in grado di portare un minimo di rispetto alla vita altrui...
Invece no, a quanto pare. Correva l'anno 2012: Maria De Villota, terza pilota Marussia, sprovvista di superlicenza, prendeva parte a un test aerodinamico. Uscita di pista dopo un testacoda, si schiantava contro un camion del team parcheggiato in una via di fuga. L'impatto era violento al punto tale da spezzarle in due il casco, provocarle la perdita di un occhio e un gravissimo trauma cranico. Sopravvissuta all'incidente, moriva un anno più tardi, per le conseguenze dei danni cerebrali riportati nell'incidente.
Avanti, Sophia, proprio tu che hai visto la morte in faccia, fai uno sforzo e datti una risposta: credi che la De Villota sia morta perché aveva fatto troppe smorfie o troppi sorrisi davanti alle telecamere?
Per soli tre giorni, la Florsch ha evitato di fare la sua dichiarazione sulle donne che in F1 in occasione di quello che sarebbe stato il quarantesimo compleanno della De Villota.
NOTE:
- la foto della De Silvestro viene da motorsport.com, chiedo scusa al sito per avere tagliato a metà il loro logo, ma non sono riuscita a fare altrimenti facendo il collage con una app;
- le foto delle altre le ho trovate su Google e non sono riuscita a risalire alla fonte originale.
sabato 24 agosto 2019
Tentativo di spiegare all'uomo e alla donna della strada perché Tatiana Calderon non meriti un posto di titolare all'Alfa Romeo
In questi giorni Tatiana Calderon, pilota di F2 e tester dell'Alfa Romeo, sta prendendo parte a un test sulla vettura 2013 al fianco di Juan Manuel Correa, a sua volta impegnato in F2. Si tratta di un test promozionale o qualcosa del genere, ma, alla luce di certi commenti che ho letto sui social, l'impressione è che manchi la capacità di avere una visione chiara delle cose.
Prima di passare oltre, credo che sia opportuno specificare che, da donna, mi piacerebbe vedere una donna in Formula 1. Non mi sarebbe dispiaciuto un posto come titolare, anche in fondo alla griglia, per Susie Wolff quando era development driver della Williams, ma ho sempre pensato che a lei stessa la possibilità di guidare una Manor o qualcosa del genere non interessasse più di tanto. Susie Wolff nel DTM non è stata certo una guru, diciamo che i risultati la qualificano come livello medio-basso. Però ogni volta in cui ha guidato una Formula 1, ai rookie test o nelle prove libere, ha fatto tempi che non sembravano così terribili. Anzi, credo di averla sentita definire una sorpresa, per i tempi che aveva fatto registrare nella sua prima sessione di test. Se non ricordo male, nelle poche occasioni in cui era possibile compararla a qualcun altro, ha girato a due decimi al giro di distacco da Felipe Massa. Considerando che il curriculum della Wolff dava come apice della sua carriera l'avere ottenuto un settimo posto in una gara del DTM e che Massa in Williams nel 2014 otteneva risultati da Williams 2014 (ovvero arrivare spesso e volentieri a punti, occasionalmente a podio e fare una pole, contribuendo insieme a Bottas al terzo posto nella classifica costruttori), i tempi su cui girava la Wolff erano quantomeno rispettabili.
Non mi sarebbe dispiaciuto nemmeno se Simona De Silvestro, che in Indycar andava bene fintanto che aveva un volante, fosse riuscita a completare le sue sessioni di test con la Sauber e a procacciarsi un volante per il futuro. Alla luce di quello che è successo dopo, probabilmente sarebbe stata truffata e avrebbe pagato per un volante che sarebbe andato ad altri, in stile Van Der Garde, però problemi economici le hanno precluso questa possibilità.
Mi sarebbe piaciuto, per venire al punto centrale, anche se Tatiana Calderon avesse ottenuto risultati significativi, che potessero condurla vicina alla Formula 1... il problema è che Tatiana Calderon è lontanissima dall'ottenere risultati di spessore, che in classifica in Formula 2 è ULTIMA tra i piloti full time (seppure meriterebbe di essere penultima davanti a Raghunathan, autore di un fortunato undicesimo posto in una gara con undici vetture al traguardo) e che mediamente si qualifichi a un abisso dal terzultimo, l'Alesi Jr o il Gelael di turno. Questo dopo essere stata in GP3 per anni con risultati di pochissimo spessore (non è neanche mai andata a podio e mi pare che il suo miglior risultato in classifica piloti sia stato intorno alla 15^ piazza).
Qualcuno, in questi giorni, sostiene che Tatiana Calderon, ultima in classifica in Formula 2, con almeno diciotto piloti che si sono dimostrati più competitivi di lei nella stessa serie, molti dei quali sono costantemente tacciati di essere degli scarsi, sia meritevole di prendere il posto di Giovinazzi in Alfa Romeo, Giovinazzi che a suo tempo in GP2 si è classificato secondo...
C'è chi si aggrappa alla scusa che Tatiana Calderon è una rookie, ma a maggior ragione, se il fatto di essere una rookie le impedisce di avere successo in F2, perché dovrebbe renderla pronta per la Formula 1?
In più, vogliamo parlarne? Anche Guanyu Zhou è un rookie. Ha quattro terzi posti, ha 107 punti ed è sesto in classifica. Nessuno se lo fila perché è asiatico e gli asiatici sono scarsi. Anche Antoine Hubert è un rookie. E' ottavo in classifica con due vittorie (seppure da pole da reverse grid in sprint race) e 77 punti, ma il suo debutto in Formula 1 viene visto come ancora lontano. Anche Mick Schumacher è un rookie: è undicesimo in classifica con 45 punti e una vittoria (come quelle di Hubert, ottenuta da pole sulla reverse grid in sprint race) e viene considerato un pilota senza talento. Anche Juan Manuel Correa, l'altro tester di questo weekend, è un rookie: è dodicesimo con 36 punti e due secondi posti, ed è visto non solo come un pilota senza talento, ma anche come uno che ruba il volante ad altri potenziali piloti di talento. Anche Callum Ilott è alla sua prima stagione completa: è quattordicesimo, con un terzo posto all'attivo e 28 punti, ma nessuno parla di lui. Anche Nikita Mazepin, diciassettesimo in classifica e visto come lo Stroll dei poveri (nel senso che ha lo stesso conto in banca ma risultati ben peggiori) ha sei punti all'attivo. Perfino Giuliano Alesi, ritenuto da molti il terzo peggior pilota di Formula 2, ha ottenuto un punto.
Ora, la Formula 2 di questa stagione ha dimostrato che, a parte forse il solo Hubert (che peraltro è il compagno di squadra della Calderon), nessuno dei rookie sembra essere pronto per competere alla pari, in Formula 2, con i piloti d'esperienza che prendono parte a questa serie, la cui posizione dominante è data più dall'esperienza che da altro, dato che era gente relegata a un ruolo di secondo piano ai tempi dei vari Leclerc, Russell, Norris e colleghi.
Tra tutti i rookie penso che al momento attuale solo Hubert e Schumacher, sulla base dei loro risultati in GP3 e F3, potrebbero avere i punti superlicenza sufficienti per potere debuttare in Formula 1, ma anche al di là di questo, penso che qualunque rookie della F2 io abbia citato poco fa, al netto di non essere al momento pronti per la F1 (nessuno di loro, a mio parere, lo è), sarebbe una scelta più sensata, per un team di F1, della Calderon...
...
...
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...ma ehi, la Calderon gareggia in una vera serie contro degli uomini, non come Jamie Chadwick a cui piace vincere facile e che quindi è andata in W Series!!!11!!11!!! questa è l'argomentazione predominante. E qui, a costo di aprire un vaso di Pandora di proporzioni infinite, c'è una cosa che devo dire. Tatiana Calderon corre contro degli uomini, quindi qualunque sia l'opinione pubblica nei confronti di Jamie Chadwick, deve battere la concorrenza degli uomini contro i quali gareggia. Quello che succede nella W Series, campionato alla quale Tatiana Calderon non ha mai preso parte, non la riguarda. Anzi, il fatto che stia in F2 non significa necessariamente che sia migliore di altre che non hanno sponsor per arrivarci, ma sicuramente significa che ha degli sponsor che credono in lei.
Calderon ha ottenuto qualche vittoria nei campionati junior molti anni fa. È arrivata seconda in classifica nel MRF Challenge nel 2015/16, seppure guidando contro piloti che mediamente avevano meno esperienza di lei. È salita sul podio in Formula Renault 3.5, seppure all'epoca dei vari Celis di turno e non certo all'epoca di piloti come Kubica, Ricciardo o Sainz. Ha disputato un test in Formula E e non è andata male. Il fatto che, sistematicamente, per anni sia andata discretamente male in GP3 e ora stia andando malissimo in Formula 2 non significa che le sia precluso ogni sbocco nel motorsport. Significa che può avere qualche possibilità di fare successo in altri campionati, ma che difficilmente, se va male nelle categorie che dovrebbero aprire la strad per la Formula 1, può avere uno sbocco positivo in Formula 1.
In più, se da un lato la Calderon è un fenomeno perché è arrivata seconda in classifica in MRF; perché mai la Chadwick che ha vinto quel titolo nel 2018/19 dovrebbe avere dimostrato di meno? Non so quale sia l'effettivo valore di Jamie Chadwick e il non averla mai vista, per ora, nella F3 internazionale (ex GP3) impedisce un giudizio concreto e immediato, ma questo non aggiunge né toglie nulla alla carriera di Tatiana Calderon, che relativamente alla F2 è molto deludente.
Continuando a scoperchiare vasi di Pandora, penso che sia giunto il momento di spingermi oltre.
Inizio in modo soft, ricordando che Tatiana Calderon è UNA donna nel motorsport, non TUTTE le donne nel motorsport. Viene messa su un piedistallo talvolta da persone che screditano a tutto spiano personaggi che di sicuro hanno ottenuto maggiore successo di lei (Danica Patrick e Simona De Silvestro, a titolo di esempio, sicuramente non delle pluricampionesse, ma sicuramente al livello di piloti almeno da metà classifica in Indycar - la Patrick ha anche vinto una gara di Indycar su un ovale, battendo uno che ha come attuale obiettivo di carriera quello di vincere la sua quarta Indy 500, com'è possibile che la vittoria di una gara di Indycar e l'avere ottenuto pole position, podi e top-ten in quella serie sia considerato inferiore al gareggiare in F2 ottenendo come massima gloria l'arrivare dodicesima in una gara monomarca con tredici o quattordici vetture al traguardo?).
Ora passiamo oltre, dimentichiamoci di essere soft: il vedere Tatiana Calderon messa su un piedistallo perché compete contro gli uomini, prendendolo regolarmente in quel posto da QUALSIASI pilota presente tranne Raghunathan che è riconosciuto come uno dei peggiori piloti mai arrivati in F2, fa passare un messaggio che suona come "questo è il massimo che una donna può fare gareggiando in un campionato di automobilismo".
Se fossi una Tumblr Baby, la cosa mi offenderebbe parecchio. Però non sono una Tumblr Baby, un discorso del genere potrei anche trovarlo tollerabile, ma a una condizione. La condizione è che chiunque ritenga che uomini e donne non possano gareggiare ad armi pari nel motorsport, non screditi chi gareggia in un campionato femminile.
Dire che il corpo femminile regge la forza G meno di un corpo maschile significa generalizzare senza tenere conto del fatto che i piloti, uomini e donne, svolgano un allenamento fisico tale da potere sopportare gli sforzi di una gara. Dire che, per differente costituzione fisica, le donne non possano gareggiare contro gli uomini e poi ridicolizzarle se gareggiano contro altre donne è una cosa che non succede in nessuno sport, compresi quelli considerati meno femminili in assoluto.
È questo che, da donna e non da Tumblr Baby, mi offende: la santificazione della donna perdente, decorazione sulla griglia di partenza, il cui unico ruolo deve essere quello di abbellire la griglia, una sorta di grid girl in tuta da pilota e al volante di una monoposto. In tutta obiettività, preferisco di gran lunga vedere gente che sbava sulle calze a rete di una modella che regge un cartello dopo avere scelto deliberatamente come propria professione quella di reggere cartelli indossando calze a rete.
Prima di passare oltre, credo che sia opportuno specificare che, da donna, mi piacerebbe vedere una donna in Formula 1. Non mi sarebbe dispiaciuto un posto come titolare, anche in fondo alla griglia, per Susie Wolff quando era development driver della Williams, ma ho sempre pensato che a lei stessa la possibilità di guidare una Manor o qualcosa del genere non interessasse più di tanto. Susie Wolff nel DTM non è stata certo una guru, diciamo che i risultati la qualificano come livello medio-basso. Però ogni volta in cui ha guidato una Formula 1, ai rookie test o nelle prove libere, ha fatto tempi che non sembravano così terribili. Anzi, credo di averla sentita definire una sorpresa, per i tempi che aveva fatto registrare nella sua prima sessione di test. Se non ricordo male, nelle poche occasioni in cui era possibile compararla a qualcun altro, ha girato a due decimi al giro di distacco da Felipe Massa. Considerando che il curriculum della Wolff dava come apice della sua carriera l'avere ottenuto un settimo posto in una gara del DTM e che Massa in Williams nel 2014 otteneva risultati da Williams 2014 (ovvero arrivare spesso e volentieri a punti, occasionalmente a podio e fare una pole, contribuendo insieme a Bottas al terzo posto nella classifica costruttori), i tempi su cui girava la Wolff erano quantomeno rispettabili.
Non mi sarebbe dispiaciuto nemmeno se Simona De Silvestro, che in Indycar andava bene fintanto che aveva un volante, fosse riuscita a completare le sue sessioni di test con la Sauber e a procacciarsi un volante per il futuro. Alla luce di quello che è successo dopo, probabilmente sarebbe stata truffata e avrebbe pagato per un volante che sarebbe andato ad altri, in stile Van Der Garde, però problemi economici le hanno precluso questa possibilità.
Mi sarebbe piaciuto, per venire al punto centrale, anche se Tatiana Calderon avesse ottenuto risultati significativi, che potessero condurla vicina alla Formula 1... il problema è che Tatiana Calderon è lontanissima dall'ottenere risultati di spessore, che in classifica in Formula 2 è ULTIMA tra i piloti full time (seppure meriterebbe di essere penultima davanti a Raghunathan, autore di un fortunato undicesimo posto in una gara con undici vetture al traguardo) e che mediamente si qualifichi a un abisso dal terzultimo, l'Alesi Jr o il Gelael di turno. Questo dopo essere stata in GP3 per anni con risultati di pochissimo spessore (non è neanche mai andata a podio e mi pare che il suo miglior risultato in classifica piloti sia stato intorno alla 15^ piazza).
Qualcuno, in questi giorni, sostiene che Tatiana Calderon, ultima in classifica in Formula 2, con almeno diciotto piloti che si sono dimostrati più competitivi di lei nella stessa serie, molti dei quali sono costantemente tacciati di essere degli scarsi, sia meritevole di prendere il posto di Giovinazzi in Alfa Romeo, Giovinazzi che a suo tempo in GP2 si è classificato secondo...
C'è chi si aggrappa alla scusa che Tatiana Calderon è una rookie, ma a maggior ragione, se il fatto di essere una rookie le impedisce di avere successo in F2, perché dovrebbe renderla pronta per la Formula 1?
In più, vogliamo parlarne? Anche Guanyu Zhou è un rookie. Ha quattro terzi posti, ha 107 punti ed è sesto in classifica. Nessuno se lo fila perché è asiatico e gli asiatici sono scarsi. Anche Antoine Hubert è un rookie. E' ottavo in classifica con due vittorie (seppure da pole da reverse grid in sprint race) e 77 punti, ma il suo debutto in Formula 1 viene visto come ancora lontano. Anche Mick Schumacher è un rookie: è undicesimo in classifica con 45 punti e una vittoria (come quelle di Hubert, ottenuta da pole sulla reverse grid in sprint race) e viene considerato un pilota senza talento. Anche Juan Manuel Correa, l'altro tester di questo weekend, è un rookie: è dodicesimo con 36 punti e due secondi posti, ed è visto non solo come un pilota senza talento, ma anche come uno che ruba il volante ad altri potenziali piloti di talento. Anche Callum Ilott è alla sua prima stagione completa: è quattordicesimo, con un terzo posto all'attivo e 28 punti, ma nessuno parla di lui. Anche Nikita Mazepin, diciassettesimo in classifica e visto come lo Stroll dei poveri (nel senso che ha lo stesso conto in banca ma risultati ben peggiori) ha sei punti all'attivo. Perfino Giuliano Alesi, ritenuto da molti il terzo peggior pilota di Formula 2, ha ottenuto un punto.
Ora, la Formula 2 di questa stagione ha dimostrato che, a parte forse il solo Hubert (che peraltro è il compagno di squadra della Calderon), nessuno dei rookie sembra essere pronto per competere alla pari, in Formula 2, con i piloti d'esperienza che prendono parte a questa serie, la cui posizione dominante è data più dall'esperienza che da altro, dato che era gente relegata a un ruolo di secondo piano ai tempi dei vari Leclerc, Russell, Norris e colleghi.
Tra tutti i rookie penso che al momento attuale solo Hubert e Schumacher, sulla base dei loro risultati in GP3 e F3, potrebbero avere i punti superlicenza sufficienti per potere debuttare in Formula 1, ma anche al di là di questo, penso che qualunque rookie della F2 io abbia citato poco fa, al netto di non essere al momento pronti per la F1 (nessuno di loro, a mio parere, lo è), sarebbe una scelta più sensata, per un team di F1, della Calderon...
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...ma ehi, la Calderon gareggia in una vera serie contro degli uomini, non come Jamie Chadwick a cui piace vincere facile e che quindi è andata in W Series!!!11!!11!!! questa è l'argomentazione predominante. E qui, a costo di aprire un vaso di Pandora di proporzioni infinite, c'è una cosa che devo dire. Tatiana Calderon corre contro degli uomini, quindi qualunque sia l'opinione pubblica nei confronti di Jamie Chadwick, deve battere la concorrenza degli uomini contro i quali gareggia. Quello che succede nella W Series, campionato alla quale Tatiana Calderon non ha mai preso parte, non la riguarda. Anzi, il fatto che stia in F2 non significa necessariamente che sia migliore di altre che non hanno sponsor per arrivarci, ma sicuramente significa che ha degli sponsor che credono in lei.
Calderon ha ottenuto qualche vittoria nei campionati junior molti anni fa. È arrivata seconda in classifica nel MRF Challenge nel 2015/16, seppure guidando contro piloti che mediamente avevano meno esperienza di lei. È salita sul podio in Formula Renault 3.5, seppure all'epoca dei vari Celis di turno e non certo all'epoca di piloti come Kubica, Ricciardo o Sainz. Ha disputato un test in Formula E e non è andata male. Il fatto che, sistematicamente, per anni sia andata discretamente male in GP3 e ora stia andando malissimo in Formula 2 non significa che le sia precluso ogni sbocco nel motorsport. Significa che può avere qualche possibilità di fare successo in altri campionati, ma che difficilmente, se va male nelle categorie che dovrebbero aprire la strad per la Formula 1, può avere uno sbocco positivo in Formula 1.
In più, se da un lato la Calderon è un fenomeno perché è arrivata seconda in classifica in MRF; perché mai la Chadwick che ha vinto quel titolo nel 2018/19 dovrebbe avere dimostrato di meno? Non so quale sia l'effettivo valore di Jamie Chadwick e il non averla mai vista, per ora, nella F3 internazionale (ex GP3) impedisce un giudizio concreto e immediato, ma questo non aggiunge né toglie nulla alla carriera di Tatiana Calderon, che relativamente alla F2 è molto deludente.
Continuando a scoperchiare vasi di Pandora, penso che sia giunto il momento di spingermi oltre.
Inizio in modo soft, ricordando che Tatiana Calderon è UNA donna nel motorsport, non TUTTE le donne nel motorsport. Viene messa su un piedistallo talvolta da persone che screditano a tutto spiano personaggi che di sicuro hanno ottenuto maggiore successo di lei (Danica Patrick e Simona De Silvestro, a titolo di esempio, sicuramente non delle pluricampionesse, ma sicuramente al livello di piloti almeno da metà classifica in Indycar - la Patrick ha anche vinto una gara di Indycar su un ovale, battendo uno che ha come attuale obiettivo di carriera quello di vincere la sua quarta Indy 500, com'è possibile che la vittoria di una gara di Indycar e l'avere ottenuto pole position, podi e top-ten in quella serie sia considerato inferiore al gareggiare in F2 ottenendo come massima gloria l'arrivare dodicesima in una gara monomarca con tredici o quattordici vetture al traguardo?).
Ora passiamo oltre, dimentichiamoci di essere soft: il vedere Tatiana Calderon messa su un piedistallo perché compete contro gli uomini, prendendolo regolarmente in quel posto da QUALSIASI pilota presente tranne Raghunathan che è riconosciuto come uno dei peggiori piloti mai arrivati in F2, fa passare un messaggio che suona come "questo è il massimo che una donna può fare gareggiando in un campionato di automobilismo".
Se fossi una Tumblr Baby, la cosa mi offenderebbe parecchio. Però non sono una Tumblr Baby, un discorso del genere potrei anche trovarlo tollerabile, ma a una condizione. La condizione è che chiunque ritenga che uomini e donne non possano gareggiare ad armi pari nel motorsport, non screditi chi gareggia in un campionato femminile.
Dire che il corpo femminile regge la forza G meno di un corpo maschile significa generalizzare senza tenere conto del fatto che i piloti, uomini e donne, svolgano un allenamento fisico tale da potere sopportare gli sforzi di una gara. Dire che, per differente costituzione fisica, le donne non possano gareggiare contro gli uomini e poi ridicolizzarle se gareggiano contro altre donne è una cosa che non succede in nessuno sport, compresi quelli considerati meno femminili in assoluto.
È questo che, da donna e non da Tumblr Baby, mi offende: la santificazione della donna perdente, decorazione sulla griglia di partenza, il cui unico ruolo deve essere quello di abbellire la griglia, una sorta di grid girl in tuta da pilota e al volante di una monoposto. In tutta obiettività, preferisco di gran lunga vedere gente che sbava sulle calze a rete di una modella che regge un cartello dopo avere scelto deliberatamente come propria professione quella di reggere cartelli indossando calze a rete.
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