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martedì 25 marzo 2025

Indycar 2025: #2 Gran Premio di Thermal Club

23.03.2025 - nella domenica sera italiana si è svolta la seconda gara della stagione di Indycar, che ho recuperato al lunedì durante la pausa pranzo grazie agli extended highlight pubblicato sulla pagina ufficiale del campionato. I commenti erano equamente suddivisi in due parti: da un lato gli elogi, dall'altro quelli che si lamentavano del fatto che Thermal Club è un gran premio per ricconi e che il circuito lascia molto desiderare, ma che la gara è stata avvincente. Credo di avere letto le stesse cose l'ultima volta in cui la Formula 1 ha corso a Las Vegas!
Pato O'Ward ha conquistato la pole position davanti al compagno di squadra Christian Lundgaard e al vincitore della scorsa gara Alex Palou. Completavano la top-ten Colton Herta, Marcus Ericsson, Alexander Rossi, Marcus Armstrong, Kyle Kirkwood, Felix Rosenqvist e Louis Foster.


Alla partenza, O'Ward ha mantenuto la prima posizione, precedendo Lundgaard che si è difeso da Palou. In sintesi, dopo un 1/2 McLaren in Formula 1 in Cina, si poteva ipotizzare un remake anche in versione Indycar nella stessa giornata. Palou, tuttavia, aveva altri piani per loro e, a seguito dell'ultima sosta, è stato protagonista di un ottimo duello con Lundgaard al termine del quale si è procacciato la seconda posizione, per mettersi a caccia anche di O'Ward. Dopo alcuni giri e dopo avere staccato Lundgaard, Palou ha superato anche O'Ward, portandosi in prima posizione, che ha mantenuto fino alla fine.
Mentre Palou vinceva per la seconda volta in due gran premi, il team Prema ha avuto un fine settimana complicato, con il miglior piazzato Robert Shwartzman soltanto 22°. Callum Ilott, invece, dopo un contatto a inizio gara, ha terminato in ultima posizione, ovvero 26° su ventisei piloti in pista, dato che il solo Scott McLaughlin non ha completato la gara, dopo essere stato speronato nelle fasi iniziali da Devlin DeFrancesco (dopo la gara i due sono stati inquadrati in un momento molto stile "impara a imparare").

RISULTATO:
1) #10 Alex Palou - Chip Ganassi Racing Honda
2) #5 Pato O'Ward - Arrow McLaren Chevrolet
3) #7 Christian Lundgaard - Arrow McLaren Chevrolet
4) #26 Colton Herta - Andretti Global Honda
5) #60 Felix Rosenqvist - Meyer Shank Racing Honda
6) #12 Will Power - Team Penske Chevrolet
7) #66 Marcus Armstrong - Meyer Shank Racing Honda
8) #27 Kyle Kirkwood - Andretti Global Honda
9) #20 Alexander Rossi - Ed Carpenter Racing Chevrolet
10) #9 Scott Dixon - Chip Ganassi Racing Honda
11) #15 Graham Rahal - Rahal Letterman Lanigan Racing Honda
12) #21 Christian Rasmussen - Ed Carpenter Racing Chevrolet
13) #2 Josef Newgarden - Team Penske Chevrolet
14) #14 Santino Ferrucci - AJ Foyt Enterprises Chevrolet
15) #8 Kyffin Simpson - Chip Ganassi Racing Honda
16) #76 Conor Daly - Juncos Hollinger Racing Chevrolet
17) #18 Rinus VeeKay - Dale Coyne Racing Honda
18) #4 David Malukas - AJ Foyt Enterprises Chevrolet
19) #6 Nolan Siegel - Arrow McLaren Chevrolet
20) #30 Devlin DeFrancesco - Rahal Letterman Lanigan Racing Honda
21) #28 Marcus Ericsson - Andretti Global Honda
22) #83 Robert Shwartzman - PREMA Racing Chevrolet
23) #77 Sting Ray Robb - Juncos Hollinger Racing Chevrolet
24) #45 Louis Foster - Rahal Letterman Lanigan Racing Honda
25) #51 Jacob Abel - Dale Coyne Racing Honda
26) #90 Callum Ilott - PREMA Racing Chevrolet
27) #3 Scott McLaughlin - Team Penske Chevrolet


domenica 12 maggio 2024

Indycar 2024: #4 Gran Premio di Indianapolis

Non sono sicuramente una cultrice della musica di alto livello, ma allo stesso tempo le manifestazioni canore che durano ore e prevedono la presenza di gente random che canta mi annoiano abbastanza. Quindi la cosa più intrigante dell'Eurovision Song Contest a mio vedere è che nello stesso giorno della finale, in genere, si svolge il Gran Premio di Indianapolis, che viene disputato di sabato sera (sera europea, intendo). È una di quelle gare che in passato, quando ricorrevo ancora allo str3aming ill3gal3 spesso vedevo al computer prima di andare in discoteca, ma sono arrivata a quella fase della mia vita in cui alle 23.00 sono già in camicia da notte, quindi credo sia abbastanza inutile rievocare vecchie serate in discoteca.
Adesso che non ho più l'abitudine di usare vie traverse per vedere le gare in diretta, generalmente vedo gli extended highlight delle gare di Indycar l'indomani ed è esattamente quello che ho fatto stamattina. Questa era la line-up dell'evento:

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Marcus Ericsson
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Theo Pourchaire (confermato ufficialmente al posto di David Malukas, anche se sugli ovali gareggerà Callum Ilott), Alexander Rossi
CARPENTER: Christian Rasmussen, Rinus Veekay
COYNE: Jack Harvey, Luca Ghiotto
FOYT: Santino Ferrucci, Sting Ray Robb
GANASSI: Kyffin Simpson, Linus Lundqvist, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Romain Grosjean, Agustin Canapino
MEYER SHANK: Felix Rosenqvist, Tom Blomqvist
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlan, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Pietro Fittipaldi, Christian Lundgaard

La gara inizia con Lundgaard in testa e un contatto nelle retrovie, nel quale diverse vetture vengono a contatto e vanno in giro per i prati. L'ingorgo sembra essere stato generato da Ericsson, a cui la direzione gara impone di lasciar passare i piloti spinti fuori(?). Nel frattempo il best friend forever di Ericsson, ovvero Grosjean, viene forzato fuori pista da Ferrucci.
Nel frattempo Lundgaard è in testa alla gara, seguito da Palou, Power e Dixon, con il primo cambiamento degno di nota tra i primi quattro che avviene subito dopo la prima sosta, quando Power supera Palou e si porta in seconda posizione. Dopo la seconda sosta, Power uscirà nel traffico perdendo la posizione nei confronti di Palou, ma entrambi saranno davanti a Lundgaard.
A gara inoltrata Ghiotto rimane fermo a bordo pista, il principale intoppo nel corso di una gara altrimenti molto tranquilla dal punto di vista di incidenti e safety car. Al restart Palou allunga e, di fatto, le prime quattro posizioni rimangono piuttosto stabili, con invece un duello in bassa top-ten tra Herta e Rossi.

TOP-TEN: Palou, Power, Lundgaard, Dixon, Armstrong, McLaughlin, Herta, Rossi, Rahal, Rosenqvist.


giovedì 20 luglio 2023

Indycar 2023: #10 Gran Premio di Toronto

Domenica scorsa sul circuito di Exhibition Place si è svolto il decimo appuntamento del campionato 2023 di Indycar, che si appresta a vivere un periodo piuttosto intenso (vi basti pensare che già questo weekend ci sarà un double header a Iowa Corn sabato e domenica). La line-up che ha preso parte all'evento è stata la seguente:

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Romain Grosjean, Devlin DeFrancesco
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Felix Rosenqvist, Alexander Rossi
CARPENTER: Rinus Veekay, Ryan Hunter-Reay
COYNE: David Malukas, Sting Ray Robb
FOYT: Santino Ferrucci, Benjamin Pedersen
GANASSI: Marcus Ericsson, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Callum Ilott, Augustin Canapino
MEYER SHANK: Helio Castroneves, Tom Blomqvist (sostituto dell'infortunato Simon Pagenaud)
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlin, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Jack Harvey, Christian Lundgaard

Al via un incidente tra numerose vetture ha messo fine alla gara - la prima nella categoria - di Blomqvist, oltre che a quella di Harvey, Hunter-Reay e Pedersen. Tra i superstiti alcuni piloti sono rimasti attardati di diversi giri, tra di loro Robb che ha perso varie tornate così come Ferrucci, ma anche nomi illustri tipo quello di Rossi, che ha passato tutto il resto della gara doppiato di un giro.
C'è una certa differenziazione di strategie in termini di gomme, e Lundgaard partito dalla pole, riesce ad allungare sul diretto inseguitore McLaughlin, che si fermerà ai box per la prima sosta molto dopo rispetto a lui, uscendogli comunque di nuovo dietro. È proprio McLaughlin che verso metà gara è coinvolto in un momento ad alta tensione in stile GP della Corea 2013: un mezzo dei commissari intervenuto in regime di safety car - incidente di Grosjean - gli sbuca letteralmente davanti.
Vari piloti si fermano ai box in occasione di questa neutralizzazione tra cui Palou, partito quindicesimo in griglia ma risalito parecchio nel corso della gara. Al restart tuttavia danneggia l'ala anteriore, per evitare la vettura in testacoda di Castroneves, speronato sa Kirkwood. Approfittando di questa safety car vari piloti tra cui Lundgaard effettuano la sosta, uscendo dietro a diverse vetture tra cui quella di Palou. McLaughlin fa il figo in testa alla gara fermandosi per ultimo e nel frattempo Lundgaard si prende la posizioni nei confronti di Palou.
Lundgaard a quel punto inizia ad allungare e va a vincere per la prima volta nella categoria, mentre Palou deve prenderla un po' più comoda per via dell'ala rotta, riuscendo a mantenere il secondo posto nei confronti di Herta. Completano la top-ten Dixon, Newgarden, McLaughlin, Armstrong, O'Ward, Rahal e Rosenqvist. Ericsson giunge undicesimo dopo essersi fermato ai box in extremis per non restare senza benzina, precedendo uno straordinario Canapino, Veekay e Power, quest'ultimo ugualmente costretto a un rifornimento a fine gara.
Kirkwood dopo avere scontato una penalità per l'incidente con Castroneves, chiude quindicesimo davanti a Rossi e Ferrucci. Ilott ritirato per un contatto negli ultimi giri completa maggiore percorrenza rispetto a Robb, ultimo pilota al traguardo, mentre anche Malukas era costretto al ritiro da un contatto.


martedì 16 maggio 2023

Indycar 2023: #5 Gran Premio di Indianapolis

Credo sia giunto il momento di raccontarvi della gara di Indycar che si è svolta sabato all'Indianapolis Road Course - con al via la entry list qui a fianco - e che ha visto Lundgaard partire per la prima volta in pole position nella categoria. Non appena la gara è scattata, ha subito l'attacco di Palou, mantenendo la leadership sul momento, ma venendo superato da Palou già nel corso della prima tornata. In vantaggio di gomme - erano su diverse strategie - lo spagnolo ha mantenuto la prima posizione senza troppe difficoltà, mentre dietro avvenivano non pochi colpi di scena. Un incidente tra compagni di squadra, Malukas vs Robb, è stato causa di caution e, dopo qualche giro neutralizzazione, la gara è ripresa con Harvey che faticava a mantenere la sua terza piazza. Superato da Rossi, avrebbe perso anche altre posizioni in un momento successivo. Frattanto Power partiva in testacoda dopo un contatto con Kirkwood, per poi riuscire a girarsi nel senso giusto.
Nel secondo stint la mescola di gomme era invertita tra Palou e Lundgaard e quest'ultimo è riuscito a superare Palou pochi giri dopo le loro soste, di fatto ritrovandosi a leaderare quando il giro di pitstop è stato ultimato. Palou è riuscito a riprendersi la posizione in pista poco prima del termine del secondo stint e a questo punto ha proseguito come leader fino alla fine eccetto ovviamente i giri in cui, causa pitstop window diverse, altri dovevano ancora fermarsi.
Lundgaard, invece, si è ritrovato terzo, alle spalle di O'Ward, per poi perdere anche il gradino più basso del podio verso fine gara, a causa di un sorpasso subito da Rossi. Dietro di loro era invece lotta per il quinto posto, con Rosenqvist e Dixon che sono riusciti a superare Herta, il quale a causa del graining ha poi perso anche altre posizioni.

RISULTATO: Palou, O'Ward, Rossi, Lundgaard, Rosenqvist, Dixon, Newgarden, Ericsson, Herta, Rahal, Grosjean, Power, Veekay, Kirkwood, Armstrong e McLaughlin a pieni giri, quest'ultimo dopo un pitstop a un giro dal termine, a seguire doppiati DeFrancesco, Ilott, Daly, Harvey, Canapino, Castroneves, Ferrucci e Pedersen. Oltre al duo Robb/ Malukas, anche Pagenaud si è ritirato, ma a causa di un problema tecnico.

martedì 2 agosto 2022

Indycar 2022: #13 Gran Premio di Indianapolis Road Course

Nell'ultimo fine settimana di luglio si sono svolte varie competizioni motoristiche di cui andrò a parlare, iniziando dal campionato di Indycar, che gareggiava a Indianapolis Road Course, nella giornata di sabato. Nello stesso fine settimana ha gareggiato sullo stesso circuito anche la NASCAR, in cui ha fatto il proprio esordio un certo Daniil Kvyat di cui forse avete già sentito parlare in passato! A meno che non siate Helmut Marko in incognito, sono sicura che Marko non sia al corrente della sua esistenza... ma siamo qui per parlare di Indycar e non di NASCAR, quindi procediamo con il gran premio di sabato, che è iniziato con Felix Rosenqvist che scattava dalla pole position sulla sua vettura color papaya.

A proposito di Arrow McLaren, l'altro pilota, Pato O'Ward è stato protagonista fin nelle prime battute di un incidente con Will Power. Sia lui sia il pilota del team Penske sono precipitati nelle retrovie, mentre davanti era in prima posizione Colton Herta davanti al compagno di squadra Alexander Rossi. La situazione tra i due piloti del team Andretti sembrava abbastanza definita con Herta davanti e Rossi secondo, ma Herta ha avuto un problema tecnico ed è stato costretto al ritiro lasciando la leadership al compagno di squadra, davanti a Christian Lundgaard, con il pilota del team Rahal che viaggiava verso il primo podio nella categoria. Un giusto timing nei pitstop ha portato Power (che si è fermato ai box in concomitanza con la safety car uscita per una vettura del team Meyer Shank ferma, quella di Simon Pagenaud) a risalire fino alla terza piazza.

Power, che con i punti della terza posizione si è portato in testa alla classifica piloti strappando il primato a Marcus Ericsson, ha preceduto i compagni di squadra Scott McLaughlin e Josef Newgarden: per quanto riguarda quest'ultimo è stato scongiurato fin dall'inizio del weekend il rischio di saltare la gara dopo l'incidente della scorsa settimana (il sostituto designato in tale caso sarebbe stato Santino Ferrucci). Rinus Veekay (Carpenter), Graham Rahal (Rahal) e Scott Dixon (Ganassi) hanno preceduto il poleman Felix Rosenqvist che ha chiuso solo in nona posizione, mentre la decima piazza è andata ad Alex Palou, pilota ancora conteso tra Ganassi, il team per il quale gareggia attualmente, e Arrow McLaren, per cui dovrebbe gareggiare nella prossima stagione, pare si andrà avanti per vie legali.

Marcus Ericsson, partito dalle retrovie dopo un guasto al motore in qualifica, è giunto davanti a O'Ward, rimontato fino alla dodicesima posizione, a David Malukas (Coyne), Callum Ilott (Juncos), Takuma Sato (Coyne), Romain Grosjean (Andrett), Conor Daly (Carpenter), Devlin DeFrancesco (Andretti), Helio Castroneves (Meyer Shank), Jack Harvey (Rahal), Dalton Kellett (Foyt), Jimmie Johnson (Ganassi) e Kyle Kirkwood (Foyt). Siamo già a un punto abbastanza inoltrato della stagione, mancano ormai solo quattro appuntamenti, due in agosto e due in settembre. Il primo di questi quattro sarà a Nashville e si svolgerà già il fine settimana che vinee, mentre due settimane più tardi ci sarà l'ultimo appuntamento su ovale della stagione a Madison, prima di terminare il campionato con Portland e Laguna Seca.



lunedì 16 agosto 2021

Indycar 2021: Gran Premio di Indianapolis Road Course (Big Machine Spiked Coolers Grand Prix)

Il campionato di Indycar è ricominciato una settimana fa dopo oltre un mese di stop e subito è iniziato con un triple header, stavolta con una Saturday Race avvenuta sull'Indianapolis Road Course, che domenica ospitava per la prima volta una gara di NASCAR su questo layout (gara di NASCAR che pare essere stata la versione stock car del GP di Nashville di Indycar della scorsa settimna, solo più caotica). Si trattava della seconda gara disputata in questa stagione all'Indy Road Course, dopo quella ormai consueta che si svolge in maggio due settimana prima della Indy 500. Stavolta siamo saliti da ventisette vetture a ventotto, con due novità: il team Rahal ha schierato Christian Lundgaard (pilota di Formula 2) come one-off al posto di Santino Ferrucci, mentre ha fatto il proprio esordio il team Top Gun Racing, quello che non si era qualificato per la Indy 500, con al volante R.C. Enerson (destinato a ritirarsi in pitlane nell'anonimato più totale).

Il weekend è iniziato con la pole position di O'Ward, seguito da Power, che su questo tracciato ha vinto diverse volte, Grosjean e un sorprendente Lundgaard che ha immediatamente scatenato un grande interesse e una quantità di sostenitori che non ho mai visto nei suoi confronti durante la Formula 2. Fatto sta che quando è iniziata la gara (che ho recuperato domenica tramite l'extended highlight di mezz'ora) ha perso una posizione, venendo superato da Herta, ma ha comunque viaggiato in top-5 per tutta la durata del primo stint, nonostante subisse gli effetti di un'intossicazione alimentare, che faceva tanto Gran Premio di Singapore. Tra parentesi, stando all'aspetto che la maggior parte del cibo americano aveva nelle pubblicità onnipresenti quando guardavo le gare in streaming, mi stupisce come le intossicazioni alimentari tra i piloti che corrono negli States non siano più frequenti.

Non sono qui né per parlare di hamburger estremamente unti né di pizze alla banana con candeline tipo torta di compleanno, quindi possiamo passare oltre e tornare in topic: dopo la prima sosta, Lundgaard ha iniziato a perdere posizioni e ha viaggiato per un po' di tempo nella zona bassa della top-ten, per poi uscire anche da quella. L'entusiasmo nei suoi confronti si è almeno in parte spento, così come si spegnevano le speranze di vittoria di O'Ward. Dopo la prima sosta è scivolato alle spalle di Power, per poi perdere nel corso della gara - una gara piuttosto tranquilla in cui nessuno faceva cose strane, al massimo mettevano le ruote sull'erba ma senza provocare danni - altre posizioni nei confronti di Hrrta, Grosjean e Palou, nonostante quest'ultimo a inizio gara si fosse lamentato di un "no power" alla radio. I problemi a inizio gara si sono presentati in formato più eclatante nella fase conclusiva, quando è stato costretto al ritiro per un guasto al motore. O'Ward, che era stato superato anche da Rossi, ne ha approfittato per tornare in top-5.

La vettura ferma di Palou ha provocato la prima caution della giornata. Al restart Power, nonostante prima avesse progressivamente visto il proprio margine nei confronti di Herta accorciarsi, è riuscito a mantenere la leadership, che avrebbe conservato fino alla bandiera a scacchi, mentre è stato proprio Herta a perdere una posizione, venendo superato da Grosjean. Il pilota franco-svizzero era destinato ad arrivare secondo e ad essere acclamato a fine gara dalla moglie e dai tre figli che in America hanno definitivamente accantonato il sacchetto di carta venendo occasionalmente inquadrati dalle telecamere. Herta si è ripreso dalla delusione della scorsa gara (finito a muro quando era in zona podio) giungendo terzo, mentre in quella fase di gara è scoppiato un acceso duello tra Rossi e O'Ward. Quest'ultimo ha tentato di superare l'omonimo di Valentino, che tuttavia si è ripreso la posizione, che ha poi conservato.

Da come l'ho raccontata sembra che tutto si sia messo tranquillo, ma non è esattamente così, perché a una decina di giri dalla fine c'è stato anche un vero e proprio incidente, indicativamente dopo la top-15: Veekay è finito in testacoda dopo essere stato tamponato da McLaughlin, il che ha provocato l'ingresso della safety car. Per fortuna c'erano abbastanza giri da percorrere da non portare alla decisione trash di redflaggare la gara per questioni di spettacolo e si è ripreso in modo piuttosto normale, con gli ultimi giri in regime di green flag. Nulla è cambiato nelle posizioni della top-5, confermando il risultato che ho già anticipato e con Grosjean a podio a una sola settimana di distanza da quando avverrà il suo debutto su un ovale, nel prossimo fine settimana, ovviamente acclamato come avviene costantemente da quando è passato in Indycar.

RISULTATO: 1. Will Power (Penske), 2. Romain Grosjean (Coyne), 3. Colton Herta (Andretti), 4. Alexander Rossi (Andretti), 5. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 6. Jack Harvey (Shank), 7. Graham Rahal (Rahal), 8. Josef Newgarden (Penske), 9. Marcus Ericsson (Ganassi), 10. Takuma Sato (Rahal), 11. Conor Daly (Carpenter), 12. Christian Lundgaard (Rahal), 13. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 14. Ed Jones (Coyne), 15. Sebastien Bourdais (Foyt), 16. Simon Pagenaud (Penske), 17. Scott Dixon (Ganassi), 18. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 19. Jimmie Johnson (Ganassi), 20. Max Chilton (Carlin), 21. Helio Castroneves (Shank), 22. James Hinchcliffe (Andretti), 23. Scott McLaughlin (Penske), 24. Rinus Veekay (Carpenter), 25. Cody Ware (Coyne), 26. Dalton Kellett (Foyt), 27. Alex Palou (Ganassi), 28. R.C. Enerson (Top Gun).



mercoledì 22 luglio 2020

Commento alla Formula 2 negli eventi austro-ungarici (e cenni sulla Formula 3)

Sono certa che nessuno se lo aspettasse, ma ho deciso di scrivere un commento ironico ai primi tre eventi della Formula 2, quindi mettiamoci subito all'opera, perché intendo scrivere un commento che possa dare un'idea di cosa sia la Formula 2 anche a chi non segue la Formula 2. Quindi iniziamo a parlare dei piloti, andando in ordine per numero di gara.
Con Dams corre Sean Gelael, che porta il numero 1 perché è il pilota più esperto del team che ha vinto il titolo nella scorsa stagione. Suo padre ha i big money, ha sponsorizzato anche Giovinazzi oltre che il figlio, e il giovane Gelael porta un casco che rappresenta lo sponsor del padre, Kentucky Fried Chicken... il suo casco rappresenta pollo fritto. Viene considerato uno che ha solo soldi e non combina niente e la definizione non si discosta molto dalla realtà. Il suo compagno di squadra è Dan Ticktum, tanto famoso quanto detestato, perché una volta in gioventù ha superato una decina di vetture in regime di safety car per andare a speronare un pilota che a suo dire l'aveva buttato fuori pista. È all'inseguimento da anni dei punti superlicenza per gareggiare in Formula 1 ed è stato un Redbull junior. Helmut Marko è stato pubblicamente elogiato per averlo eliminato come tanti altri piloti.
In Uni-Virtuosi c'è Guanyu Zhou, uno dei rookie più promettenti della scorsa stagione, nonché il pilota cinese più importante al mondo. Accanto a lui c'è Callum Ilott, idolo delle ragazze perché è un Ferrari Junior.
In ART c'è un altro Ferrari Junior, stavolta un rookie, Marcus Armstrong, a sua volta amato dalle ragazze. Il suo compagno di squadra è Christian Lundgaard e, insieme ad Armstrong, è visto come uno dei rookie più promettenti, anche se non il più promettente in assoluto.
In Carlin c'è Yuki Tsunoda, giapponese di poca esperienza(?), che in realtà nessuno si fila più di tanto perché è asiatico e gli asiatici nessuno li prende in considerazione. Il suo compagno di squadra è a sua volta un rookie, Jehan Daruvala, che essendo indiano va incontro allo stesso destino di tutti gli altri asiatici. In Campos, invece, c'è un pilota esperto, Jack Aitken, che vedevo come il principale contendente al titolo ma forse mi sbagliavo. Il suo compagno di squadra è Guilherme Samaia, un brasiliano che, visto il curriculum, forse sarebbe stato più adatto in Formula Regional.
In Charouz c'è Louis Deletraz, che è figlio di Jean Denis Deletraz, quello che correva per la Pacific. Se non sapete di cosa sto parlando, vi invito cortesemente ad approfondire. Il suo compagno di squadra è Pedro Piquet, un Piquet Jr che per il momento non ha ancora fatto scalpore come il fratello a suo tempo.
In MP c'è Nobu Matsushita, pilota che molti vedevano come favorito per il titolo ma che al momento è più indietro di Aitken in classifica, che porta lo stesso cognome di King Hiro. A seconda dei siti web, ci sono informazioni contrastanti sulla loro parentela, che vanno da un estremo all'altro: si passa da "sono padre e figlio" a "si tratta di omonimia, è un cognome molto diffuso in Giappone". In qualità di asiatico, in pochi lo considerano. Il suo compagno di squadra è Felipe Drugovich, che è andato benissimo in Euroformula Open e male in GP3 e che compie gli anni lo stesso giorno di Rubens Barrichello.
BWT ha le vetture rosa come le Pink Panther e una di esse è guidata da Artem Markelov, il veterano della serie, che io stessa vedevo come uno dei principali contendenti al titolo e mi pare di avergliela tirata. Accanto a lui c'è Giuliano Alesi, che è stato criticato da Sophia Florsch. Ciò lo accomuna, di conseguenza, a gran parte della popolazione mondiale. Curiosità: pur essendo figlio di Jean Alesi, ha origini per metà giapponesi da parte di madre e, in qualità di metà asiatico, nessuno se lo fila.
In Prema c'è Mick Schumacher, che è l'idolo delle ragazze perché 1) è un Ferrari junior, 2) è biondo, 3) cosa più importante di tutte, ha gli occhi azzurro shocking. Il suo compagno di squadra è il Nuovohhhh Predestinatohhhh Robert Shwartzman. È un Ferrari junior, è stato in Formula Renault e Formula 3 Europea, ha vinto la GP3, al debutto in Formula 2 si sta rivelando di una categoria a sé stante e suo padre è morto prematuramente. Quindi, oltre che idolo delle ragazze, ha anche tutte le carte in regola per diventare idolo delle folle, colui per il quale tempo un paio d'anni la tifoseria ferrarista potrebbe mettere da parte Leclerc.
In Trident ci sono Roy Nissany e Marino Sato (che non è parente di Takuma), il che lo rende il team meno appetibile, in quanto è l'unico team che ha due piloti asiatici. Da parte loro i Nissato finora non hanno fatto niente per dimostrare di meritare di essere presi maggiormente in considerazione. Poi, per finire, c'è l'ultimo team, Hitech. Uno dei piloti è Nikita Mazepin, che ha i capelli biondi ma viene detestato ugualmente perché nel 2016 ha picchiato Callum Ilott (poi divenuto in seguito suo compagno di squadra in GP3) e suo padre ha i big money. lIl suo compagno di squadra è Luca Ghiotto, l'unico italiano, che in Italia nessuno si fila per parlare dei cinque Ferrari Junior.
"Tu per chi tifi, Milly Sunshine?" chiede la Voce Fuori Campo. Diciamo che non tifo per nessuno, anche se speravo che Markelov potesse vincere il titolo. E, viste le mie gufate in tal senso, credo che nessuno dei piloti di Formula 2 vorrebbe avermi come tifosa, quindi va bene così. "Come si vede la Formula 2?" chiede nuovamente la Voce Fuori Campo. Su Sky, per chi ce l'ha e per chi ha tempo di vedersela, oppure ci si accontenta degli highlights che a partire da quest'anno vengono postati in tempi abbastanza brevi su Youtube. Io, di solito, seguo a tratti gli update su Twitter o eventualmente il livetiming, poi vedo gli highlights.
Come funziona il weekend: 1) prove libere una sessione al venerdì verso mezzogiorno, 2) qualifiche al venerdì pomeriggio, 3) feature race, una gara di circa un'ora, al sabato pomeriggio dopo le qualifiche della Formula 1 che assegna i punti ai primi dieci, 4) sprint race con la reverse grid dei primi otto la domenica mattina e punteggio ridotto ai primi otto rispetto a quella del sabato. In feature race è obbligatorio il cambio gomme e devono essere usate sia la mescola morbida sia quella dura, in sprint race no, infatti di solito i piloti non si fermano ai box a meno che non ci sia un degrado abissale.

IMPERO AUSTRO-UNGARICO I: tutto è iniziato con il Redbullring, in concomitanza con il primo gran premio stagionale di Formula 1. Zhou ha ottenuto la pole position e gli occhi si sono focalizzati su di lui nonostante sia asiatico e, per tali ragioni, corra sempre il rischio di non essere preso in considerazione. C'era anche chi era pronto ad affermare di volerlo in Renault, di cui è membro del junior team, in tempi non sospetti in cui non c'erano ancora certezze sul ritorno del Divino Ferni. Ci sarebbe un piccolo intoppo, ovvero che non è affatto certo che Zhou si piazzi tra i primi quattro in classifica piloti, cosa necessaria per i punti superlicenza, ma ai tempi tutti davano per scontato che ci sarebbe riuscito. Chiariamo un concetto: Zhou ha dimostrato cose positive, solo che non ha eguagliato nei successivi appuntamenti quanto visto nel primo. Di conseguenza tutto l'entusiasmo esistente nei suoi confronti, come spesso avviene in queste circostanze, è stato immediatamente dimenticato.
Accanto a Zhou c'era Drugovich... e questa, lo ammetto, è stata una sorpresa non da poco, perché come ho già anticipato, Drugovich era stato dominatore in Euroformula Open, ma i suoi risultati in GP3 dell'anno scorso non lasciavano certo pensare che potesse passare oltre e avere risultati positivi. Invece Drugovich ha effettivamente sorpreso molto in positivo, anche se le cose non sono andate bene fin da subito, per lui: ha perso infatti delle posizioni e Zhou ha trascorso la prima parte di gara in testa davanti a Ilott e Schumacher, il che era comunque una certa novità, perché nel 2019 non si vedeva generalmente in zona podio né Ilott né Schumacher.
GZ: "Ma io sono figohhhh e voi nohhhh!!111!!11"
CI: "Se ne sei convinto. Io sono un FDA..."
MS: "E io ho gli occhi azzurro shocking."
GZ: "Naaaahhhhh, al mondo non importa niente della FDA o degli occhi azzurro shocking."
CI: "E alla tua macchina non importa di farti finire la gara."
GZ: "Come osihhhh farmi il malocchio????222???? Sei proprio kattivohhhh!!!11!!!"
CI: "Istinto di sopravvivenza. Se voglio vincere, devo farvi fuori tutti."
MS: "Ahahahahah, sei un idolo!"
CI: "Taci, tu, che stai per finire in testacoda da solo e per finire dietro a Nissany."
MS: "Noooohhhhh, ha ragione Zhou, sei krudelehhhh!"
CI: "E sono felice di esserlo."
Mentre appunto Zhou non terminava la gara, fermato da problemi tecnici, e Schumacher andava in testacoda da solo mentre si trovava in seconda(?) posizione, Ilott ha resistito senza problemi ed è andato a portarsi a casa la prima vittoria della stagione. Dietro di lui sono arrivati a podio gli Armstzman, cosa che ha fatto andare in visibilio pressoché qualunque essere senziente che avesse una vaga idea della loro appartenenza alla FDA e al fatto che abbiano lottato per il titolo in GP3 lo scorso anno. Poi dietro di loro c'era Lundgaard, quindi tutti #TeamGP3, quel giorno. Ovviamente, così come l'interesse nei confronti di Zhou è improvvisamente terminato, al giorno d'oggi dopo l'Ungheria solo l'interesse per uno dei membri del #TeamGP3 è ancora intoccato, ma di questo ne parleremo un'altra volta.
Vediamo di sintetizzare, questa è stata la top-ten: Callum Ilott, Marcus Armstrong, Robert Shwartzman, Christian Lundgaard, Dan Ticktum, Giuliano Alesi, Louis Deletraz, Felipe Drugovich, Nobu Matsushita e Roy Nissany. Questo stava a significare che, dopo avere sorpreso in positivo al venerdì, a Drugovich era data anche la possibilità di mettersi in mostra la domenica, dato che sarebbe partito dalla pole position da reverse grid, precedendo Deletraz, ancora all'inseguimento della sua prima vittoria.
FD: "Che non otterràhhhh!!!11!!!!"
LD: "E tu chi ca**o sei?"
FD: "Sono un brasiliano festaiolo che stasera ballerà la samba per festeggiare, in cu*o a tutti voi!"
LD: "Ahahahahah, non ci credo, ti chiami Felipe e questo non può certo portare bene."
FD: "Perché tu come credi di chiamarti, Fernando?"
LD: "Purtroppo no."
FD: "Quindi stai al posto tuo."
Il suo posto era la seconda posizione, mentre Drugovich scappava a gambe levate involandosi verso la sua prima vittoria in carriera all'esordio, in quella che di fatto era la sua seconda gara. Niente male per essere un rookie che aveva combinato poco e niente nel campionato immediatamente precedente!
Poi, siccome non esistono storie intriganti senza un villain, si sono intromessi sia un destino avverso, che ha fatto andare in fumo a vettura di Armstrong, sia un pilota dal curriculum non proprio immacolato, che è salito sul podio pur non essendo un fan favourite ma un pilota con millemila hater.
Podio Felipe Drugovich, Louis Deletraz, Dan Ticktum, a chiudere la zona punti Robert Shwartzman, Christian Lundgaard, Nobu Matsushita, Mick Schumacher e Jack Aitken. Nonostante fosse giù dal podio Shwartzman era ancora sotto gli occhi di tutti oltre che in cima alla classifica piloti, ormai vicino al raggiungimento di uno status privilegiato di Predestinazionehhhh.

IMPERO AUSTRO-UNGARICO II: al venerdì abbiamo assistito a un altro tentativo di un pilota asiatico di conquistare il mondo e, di conseguenza, la considerazione del grande pubblico. Tsunoda, infatti, ha ottenuto la pole, in attesa che si facesse il momento della gara al sabato pomeriggio. Quel giorno il Redbullring è stato sede di rain delay e Markelov ne ha approfittato per andare in griglia tipo Grosjean in Brasile 2016, infatti in griglia non c'è mai arrivato. Oserei dire che le cose non sono andate nel migliore dei modi, fino a questo momento, e che questo sia stato il punto più basso della sua prima parte di stagione. Purtroppo gli altri punti non sono stati particolarmente elevati...
Dopo l'incidente di Markelov c'è stato un tentativo di partenza dietro safety car, poi un altro rain delay. A quel punto le vetture sono partite dietro safety car quando ormai si faceva sera.
YT: "Ma finalmente arriverà il mio momento."
RS: "E tu chi saresti?"
YT: "Come chi sono? Sono il prossimo idolo Made in Japan. Tu, piuttosto, sei un russohhhh sfasciacarrozzehhhh."
RS: "No, sono un russohhhh predestinatohhhh e sono sicuro che oggi porterò a casa una vittoria."
Infatti, come da proprio pronostico, Shwartzman nel secondo stint si è preso la testa della gara, il tutto mentre avevamo salutato già da un po' Drugovich per problemi all'impianto frenante.
YT: "Va beh, il secondo posto è ancora mio."
GZ: "Eppure mi sembra di esserti davanti..."
YT: "Non ci resterai per molto. Dopotutto tra gli asiatici se c'è una nazionalità più in vista è la mia. Non permetterò mai a un cinese di battermi, sono stato chiaro?"
GZ: "Come la pelle di Kovalainen. A meno che non sia stato al sole, perché secondo me diventa rosso come un gambero."
YT: "Perché stiamo parlando di Kovalainen? Correva in GP2 nel lontano 2005, quando noi al massimo usavamo il triciclo."
GZ: "Giusta osservazione. Solo, non capisco come mai hai osato approfittare di un discorso a tematica Kovalainen per superarmi facendomi una pernacchia. Tutto ciò è inaccettabile."
YT: "Come Alonso in Renault?"
GZ: "Naaaahhhhh, tutto sommato sono contento che sia lui a guidare quella macchina."
YT: "Vincerà il suo terzo titolo."
GZ: "A briscola, uscendo in Q2?"
YT: "Come osi?!"
GZ: "Datti una calmata."
YT: "Scusa. È stato Carlito che mi ha costretto a indignarmi per quello che hai detto. Sta infestando la nostra gara così come se niente fosse."
Impossibilitato a viaggiare verso la prima vittoria in quanto spodestato da New Predestinatohhhh, Tsunoda si è accontentato di viaggare verso il secondo posto. Nel frattempo Zhou perdeva terreno e alla fine si è salvato per il gradino più basso del podio in un finale al photofinish con Occhi Azzurro Shocking, altresì noto come il Piccolo Hulkenberg.
MS: "Da quando mi è stato appioppato questo soprannome?"
GZ: "Da quando ho iniziato ad essere più figo di te."
MS: "Gente senza occhi azzurro shocking... lo sai che potrei rimorchiare più io di tutti voi altri messi insieme?"
GZ: "Sì, lo so, per questo mi sono concentrato sull'obiettivo di salire sul podio invece che di provarci con la Calderon."
MS: "Naaaahhhhh, la Calderon ora si è trasferita in Giappone per correre in Superformula."
Top-ten: Robert Shwartzman, Yuki Tsunoda, Guanyu Zhou, Mick Schumacher, Callum Ilott, Christian Lundgaard, Marcus Armstrong, Dan Ticktum, Jack Aitken e Sean Gelael. Il giro più veloce è stato ottenuto a sorpresa da Roy Nissany, che l'avrebbe ottenuto anche l'indomani mattina, però a parte ottenere il giro più veloce non ha fatto altro di notevole, quindi direi di metterlo da parte una volta per tutte.
La gara credo che l'abbiano vista in pochi, perché New Predestinatohhhh è uscito quasi subito, quindi non ne valeva la pena, era meglio contare ancora su Leclerc. Nel pomeriggio Leclerc avrebbe centrato il retrotreno di Vettel mettendo in discussione questa teoria, ma il pomeriggio era ancora lontano e il Bad Boy era in testa dopo essere partito dalla pole ottenuta tramite reverse grid. A Lundgaard, però, non piacciono i bad boy, quindi se l'è messo dietro così come se niente fosse dopo pochi giri. Ticktum si è accontentato quindi del secondo posto, mentre dietro gli Armacher lottavano per il podio.
MA: "Che cosa vuoi, Piccolo Hulkenberg?"
MS: "Superarti."
MA: "Non sono sicuro che ce la farai."
MS: "Ho gli occhi azzurri, quindi sono più figo di te, rassegnati."
Ha superato Armstrong e in quel momento gli si è aperto in modo random l'estintore, inondandogli l'abitacolo e la visiera del casco di liquido per estintori. La stessa cosa era capitata anche a Gasly. Schumacher si è ritirato, venendo criticato per questo su Twitter da Dani Juncadella che ha raccontato di quando lui, molti anni fa, terminò una gara mentre l'estintore gli riversava liquido addosso, e adesso non ci sono più i giovani di una volta. Nel frattempo, alla fine della giornata, sono arrivati in zona punti Christian Lundgaard, Dan Ticktum, Marcus Armstrong, Callum Ilott, Jack Aitken, Sean Gelael e Nikita Mazepin, che un tempo era pilota da test della Force India quindi Mazepink. Così si è conclusa la giornata della Formula 2, con il quarto nuovo vincitore in quattro gare disputate, cosa destinata a interrompersi in vista dell'evento successivo.

IMPERO AUSTRO-UNGARICO III: così come la Formula 1, anche la Formula 2 ha lasciato il Redbullring per l'Hungaroring. Dopo due fine settimana che l'avevano condotto a diventare ultimo in classifica, per Markelov non c'era niente da fare che sperare che le cose andassero un po' meglio. Non è stato il primo ritirato: incidente tra compagni di squadra Sato vs Nissany. Poi, però, è stata la volta di sbizzarrirsi anche per altri: Lundgaard ha tamponato Ghiotto, ha iniziato ad andare in giro ai due all'ora e, per evitarlo, Amrstrong ha speronato Markelov, che abbiamo visto prima sulla vettura incastrata nelle barriere e poi giù dalla vettura, mentre piangeva con la testa appoggiata a un muretto.
Nel frattempo Callum Ilott partito dalla pole position stava in testa alla gara ed era destinato a rimanerci per tutto il primo stint. A quel punto sono iniziati i problemi.
CI: "E mi rifiuto di credere che i problemi siano dati da un tipo che mi insegue con gli occhi azzurro shocking."
MS: "Infatti non è di me che devi preoccuparti, anche se intendo superarti così come se niente fosse. È il New Predestinato quello che devi tenere d'occhio."
New Predestinato, infatti, faceva parte di una ristretta cerchia di individui partiti con gomme dure ed è rimasto in pista un'infinità di tempo, pur continuando ad andare veloce. Poi, quando è giunto il momento, è tornato in pista arretrato ma ha iniziato a superare tutti uno dopo l'altro. La cosa incredibile è che in quel momento c'era in testa un pilota Prema (cioè Schumacher) e che c'era un pilota Prema favorito alla vittoria (cioè Shwartzman). Certe cose non sarebbero mai accadute ai tempi di Gelael, ma ammetto che ho iniziato a sentirne la mancanza perché era molto pittoresco.
RS: "Ora che mancano sei giri alla fine mi sono appropriato della testa della gara! Sono o non sono un YdOlO? Rassegnati, occhi azzurro shocking, sono io e non tu quello destinato all'Alfa Romeo."
MS: "Ma infatti non credo che sia poi così un male, non essere destinato all'Alfa Romeo."
RS: "Nobody loves me."
MS: "Io, se fossi in te, non mi piangerei addosso a quella maniera. Stai diventando un idolo delle folle e stai diventando più amato di Leclerc."
RS: "Non ancora."
MS: "Sì, ma non ti resta molto da aggiungere. E, appunto, siccome sei il pezzo privilegiato della F2, volevo chiederti che cosa ne pensi di lasciare Armstrong e di metterti insieme a me."
RS: "Sììììì, subito! Sei tu il mio nuovo ammmmore."
MS: "Sapevo che avresti detto di sì. In cu*o ad Armstrong!!!11!!!!1!!"
MA: "Come siete kattivihhhh."
MS: "Parla per te che hai messo fuori quel poveraccio di Markelov quando tutti i russi presenti a parte lui stanno dimostrando grandi cose."
Infatti a un giro dalla fine Mazepin ha superato Schumacher portandosi in seconda posizione e, sinceramente, vedere Mazepin che non solo aveva raggiunto il podio a spese di Ghiotto, ma che addirittura decideva di non salire sul gradino più basso del podio stesso, era una cosa che non mi sarei certo aspettata di vedere in tempi brevi. Qualcuno nel frattempo potrebbe chiedersi dove fosse andato a finire Ilott, che era partito dalla pole qualcosa come un'oretta prima. Evidentemente era stato preso a sberle da tutti (ma non da Mazepin, o almeno non materialmente, per una volta) ma si poteva appropriare della pole da reverse grid. Top-ten: Robert Shwartzman, Nikita Mazepin, Mick Schumacher, Luca Ghiotto, Felipe Drugovich, Jehan Daruvala, Louis Deletraz, Callum Ilott, Dan Ticktum e Guanyu Zhou.
Secondo una testata online italiana, Mick Schumacher era salito sul podio per la prima volta in carriera, in F2. Eppure, qualcosa mi fa pensare che a suo tempo fosse stato dedicato almeno un po' di spazio al fatto che l'anno scorso avesse vinto una sprint race, il che non coincide pienamente con il concetto di "stavolta era il suo primo podio". Nel frattempo un tizio sconosciuto fan di Shwartzman, ha scritto su Twitter che il suo preferito in F2 è Shwartzman, ma che gli piacciono anche Ilott e Schumacher perché hanno migliorato rispetto alla scorsa stagione. È stato tacciato di essere irrispettoso nei confronti di Shwartzman, perché ha menzionato anche altri due piloti invece di parlare solo dell'idolohhhh assolutohhhh. Tutto lascia pensare che stiamo assistendo sempre di più a una nuova glorificazione, ma questo l'ho già detto.
Anche domenica mattina la gestione delle gomme è stata importante. Infatti molti piloti sono rientrati ai box per una sosta, lasciando il solo Ghiotto in testa alla gara a spadroneggiare. Non più di tanto, in realtà, dato che alla fine ha dovuto vedersela con Ilott negli scarichi, pur avendo la meglio. Luca Ghiotto, Callum Ilott, Mick Schumacher, questo il podio dell'ultima gara finora disputata, mentre hanno chiuso a punti anche Robert Shwartzman, Nikita Mazepin, Louis Deletraz, Jehan Daruvala e Guanyu Zhou. Era ora che quest'ultimo avesse di nuovo una piccola gioia, ma in ogni caso non era una gioia tale da essere glorificato tanto quanto poteva sembrare a inizio stagione. Ormai i più stanno dalla parte del Divino Ferni per il futuro in Renault.

FORMULA 3 (cioè la vecchia GP3): facciamo le cose in grande stile e parliamo anche, almeno in parte, della Formula 3, anche se non in maniera approfondita tanto quanto di Formula 2 (spero che vogliate perdonarmi per questa scelta). Qui le cose funzionano in modo simile, solo che le due gare hanno lo stesso numero di giri, danno lo stesso punteggio e la reverse grid della gara della domenica è data dai primi dieci. Ci sono dieci team con tre vetture ciascuno, per un totale di trenta piloti.
Al momento in testa alla classifica c'è Piastri, uno dei piloti Prema, seguito dal compagno di squadra Sargeant. A far parlare di sé nei primi due appuntamenti, però, è stata la Florsch, che al momento si trova ventiquattresima in qualifica con un quattordicesimo posto come miglior risultato, quindi in linea teorica dovrebbe essere l'ultima persona a commentare i risultati altrui, ma nevermind. Tutto è cominciato in occasione del primo evento stagionale, quando la TV tedesca ha postato un tweet che parlava di "tre Schumacher" in un solo programma.
Uno era Ralf, telecronista, gli altri erano Mick e David, rispettivamente piloti di Formula 2 e Formula 3. La Racing Goddess si è indignata, sostenendo che c'è un solo Schumacher famoso, che nessuno di quei tre merita di finire sui media e che sono altri i piloti junior tedeschi a cui la TV tedesca dovrebbe dare spazio. Ha successivamente risposto a tono a gran parte di quelli che sui social le hanno dato risposte diverse dall' "hai ragionehhhh, idolahhhh!!!11!!!", peccato che molti di quelli che le hanno dato contro per questa sparata abbiano tirato fuori in gran parte argomentazioni sensate. Cose del tipo:
1) almeno Ralf Schumacher in qualità di opinionista televisivo ha diritto di andare in TV nel programma da lui presentato;
2) Ralf Schumacher ha vinto sei gare di Formula 1 quindi è abbastanza sgradevole che una che ha vinto in totale due gare in Ginetta Junior e nessuna su monoposto dica che non ha mai vinto niente;
3) la Florsch ha detto più di una volta che il suo sogno era *partecipare* al GP di Macao, si è vantata di avere lottato per la tredicesima piazza a tale competizione... e il GP di Macao, Ralf Schumacher l'ha vinto quindi quantomeno dovrebbe considerarlo un pilota da emulare;
4) Mick Schumacher non è esattamente un fenomeno, ma ha vinto un campionato nel quale la Florsch è arrivata ventiduesima conquistando un solo punto;
5) David Schumacher è ancora meno un fenomeno, ma l'anno scorso ha vinto delle gare in una serie in cui lei non ha mai visto il podio;
6) la Racing Goddess non è minimanente tra i piloti tedeschi junior che si stanno mettendo più in luce (cfr David Beckmann e Lirim Zendeli in F3) ed è forse quella che riceve più spazio in assoluto;
7) così, a intuito, spargere m*rda sugli altri piloti in modo gratuito e lasciando pensare che sia un modo per vendicare dissapori personali (aveva già criticato in passato Vivien Kesztheliy, pilota della W Series 2019 nonché fidanzata di David e amica di Mick Schumacher) non è esattamente il modo migliore per farsi rispettare;
8) siccome nelle risposte a chi la criticava, si è vantata di non essersi qualificata ultima ma di essersi messa dietro tre o quattro piloti, qualcuno le ha fatto notare che vantarsi di non arrivare ultima non è il modo migliore per affermare di credere nell'uguaglianza tra uomini e donne al volante di cui sostiene di essere convinta.
In tutto questo sta facendo abbastanza scalpore il fatto che David Schumacher finora non abbia fatto nemmeno un punto tanto quanto lei, ma che le sia quasi sempre arrivato davanti, anche se in realtà il pregio maggiormente riconosciuto a questo ragazzo è che, diversamente dalla Racing Goddess, non sente il bisogno di avere un profilo Twitter su cui scrivere cavolate varie. Nel frattempo nel secondo round la Racing Goddess ha litigato via social con Smolyar dopo che a suo dire lui l'aveva speronata, mentre Smolyar sosteneva che fosse lei la responsabile del loro contatto. Incredibile ma vero, nel corso del terzo appuntamento della stagione non sembra che sia stata coinvolta in qualche genere di drama e questo è qualcosa di alquanto inedito.
I risultati in breve:
AUSTRIA I - Sabato: Oscar Piastri, Logan Sargeant, Alex Peroni, Frederik Vesti, Lirim Zendeli, Liam Lawson, David Beckmann, Richard Verschoor, Aleksandr Smolyar.
Domenica: Liam Lawson, Richard Verschoor, Clement Novalak, David Beckmann, Lirim Zendeli, Frederik Vesti, Aleksandr Smolyar, Oscar Piastri, Enzo Fittipaldi, Max Fewtrell.
AUSTRIA II - Sabato: Frederik Vesti, Lirim Zendeli, David Beckmann, Oscar Piastri, Olli Caldwell, Logan Sargeant, Richard Verschoor, Liam Lawson, Theo Pourchaire, Jake Hughes.
Domenica: Theo Pourchaire, Logan Sargeant, David Beckmann, Richard Verschoor, Oscar Piastri, Olli Caldwell, Max Fewtrell, frederik Vesti, Sebastian Fernandez, Lirim Zendeli.
UNGHERIA - Sabato: Theo Pourchaire, Oscar Piastri, Bent Viscaal, Richard Verschoor, Sebastian Fernandez, Logan Sargeant, Alex Peroni, Dennis Hauger, Clement Novalak, David Beckmann.
Domenica (il primo a tagliare il traguardo è stato Viscaal, retrocesso per due diverse penalità e classificato diciassettesimo): David Beckmann, Oscar Piastri, Dennis Hauger, Logan Sargeant, Richard Verschoor, Theo Pourchaire, Aleksandr Smolyar, Sebastian Fernandez, Enzo Fittipaldi, Alex Peroni.