Ci sono gare estenuanti e la Indy 500 è una di queste. Però c'è qualcosa di più estenuante ed è la sua sessione di qualifiche, che quest'anno è stata leggermente ridefinita rispetto alle scorse stagioni.
Così è il regolamento di quest'anno: al sabato del fine settimana che precede il Memorial Weekend si va tutti in pista, la sessione di qualifiche dura ore e ore, ciascuno ha a disposizione un certo numero di tentativi. La qualifica consiste in quattro giri consecutivi e l'ordine è dato dalla velocità media.
Alla fine dela giornata i primi nove si qualificano per la Fast Nine: alla domenica andranno a giocarsi la pole position, una sorta di Q3 della Indy 500.
Alla fine della giornata tutti i piloti qualificati tra la decima e la trentesima posizione sono già qualificati, nella posizione ottenuta nella sessione. E' un po' come se fossero usciti in una sorta di Q2.
La Q1, di fatto, è data da quelli che si sono classificati oltre la trentesima posizione, in questo caso sei, perché a questa edizione della Indy 500 c'erano trentasei entry.
I posti sulla griglia sono trentatre, senza eccezioni alla regola, a meno che non sia l'epoca dello split. Però l'epoca dello split è terminata da un pezzo, quest'anno di vetture in griglia non ne vanno più di trentatre... Chi si qualifica dalla trentesima posizione in poi risulta non qualificato. Tutti e sei in pista, con ordine di apparizione a sorteggio, per un'ultima sessione che definisce le posizioni dalla trentunesima in poi. I primi tre andranno in griglia, gli ultimi tre andranno a casa...
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...e nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare di chi fossero i candidati più probabili. Sicuramente Ben Hanley che corre per un team uscito pressoché dal nulla non sarà presente sulla griglia di partenza, dicevano.
Sicuramente Pippa Mann, che corre per un team uscito pressoché dal nulla ed è una pippa di nome e di fatto (sia chiaro, non ritengo che i risultati di questa signora siano particolarmente esaltanti, ma un po' di finezza non guasterebbe di tanto in tanto) e che non si è qualificata l'anno scorso non si qualificherà neanche quest'anno.
Invece no, il caso vuole che a rischiare di non qualificarsi anche quest'anno, per la seconda volta di fila, sia Hinchcliffe, autore di un incidente al sabato.
Hanley va in pista a qualificarsi e ci riesce brillantemente. Per intenderci, non va a piazzarsi in mezzo ai top-driver, ma non dà nemmeno l'impressione di avere il sedile che gli scotta sotto il fondoschiena.
Per la Mann è un po' più difficile, ma alla fine della giornata strappa un trentesimo posto che le vale la penultima fila e il sollievo di avercela fatta.
Hildebrand arranca, ma ce la fa, le Carlin arrancano e due di loro non ce la fanno...
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...ma i riflettori non sono puntati su di loro. Sta accadendo quello che solo fino a qualche giorno fa nessuno avrebbe minimamente preso in considerazione, allo stesso modo in cui finché non si sono visti sbattere la realtà sotto al naso in molti credevano ciecamente nella McLaren Honda dell'epoca turbo ibrida.
Alonso, sulla McLaren formato Indy, non è dentro ai primi trenta.
E' in compagnia di Hinchcliffe, con la Schmidt, il cui compagno di squadra (nientemeno che Ericsson) è già brillantemente qualificato a metà classifica.
E' in compagnia della Dreyer & Reinbold di Karam.
E' in compagnia della Juncos, team che esce dal nulla ogni anno, di Kaiser.
E' in compagnia delle Carlin di O'Ward e di Chilton, mentre quella del part-time Kimball è sulla griglia.
Sei piloti che puntano alla griglia, tre di loro che ci arriveranno domenica, dopo la free practice della top-9...
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...ma piove. Piove di brutto e, quando piove, sugli ovali non si gira. Credo che le gomme da bagnato non esistano nemmeno, per queste situazioni.
La free practice della top-9 viene annullata, i primi nove scenderanno in pista soltanto per il loro giro di qualifica, ma who kers, le prime tre file sullo schieramento non sono quello che interessa in questo momento. Non incideranno più di tanto sulla gara e soprattutto si qualificheranno piloti che sapranno già per certo di andare sulla griglia di partenza.
Il rain delay è interminabile. Il Bump Day doveva iniziare nella tarda mattinata di Indianapolis, mentre è pomeriggio inoltrato. Si avverte la tensione anche sui social, è arrivato il momento di quelli che alla Indy 500 non ci vanno per vincere ma solo per partecipare e che hanno probabilità neanche troppo basse di rimanere fuori dalla gara più importante del mondo. Comunque vada sarà un disastro e ci saranno team che forse, con una non qualificazione, si giocheranno la possibilità di avere degli sponsor per il prossimo anno.
Hinchcliffe è il primo ad andare in pista, nella speranza di non ripetere quello che è successo l'anno scorso. Per lui non qualificarsi potrebbe essere peggio che per gli altri, è un pilota che generalmente lotta per la top-ten.
Fa i suoi quattro giri.
I tempi sembrano buoni, ma può significare tutto e niente. Non è il 107%, è una sorta di demolition derby in cui non si va a sbattere.
È la volta di Chilton.
Già dalla velocità del primo giro si capisce che sta andando tutto a rotoli. I telecronisti parlano di quella volta in cui due anni fa è arrivato quarto, ritrovandosi a lottare per la leadership con la gente che contava e facendo il maggior numero di giri in testa. Meglio di Di Benedetto alla Daytona 500 di quest'anno, almeno è arrivato quarto...
Chilton non si avvicina neanche minimamente ai tempi di Hinchcliffe, per Hinchcliffe è un passo verso la tanto agognata ultima fila, per Chilton è un passo verso la fine.
È la volta di Alonso. Stavolta non i telecronisti non parlano di quando è diventato rookie of the year dopo avere passato tutta la prima parte di gara a lottare per la leadership con Rossi, perché focalizzarsi su un gigante come la McLaren che tenta di qualificarsi per Indianapolis ha più fascino.
La sua velocità è meh, non al livello di Hinchcliffe, ma ben altra storia rispetto a Chilton. Si piazza dietro a Hinch e davanti a Chilton, appunto.
E' la volta di Karam, quello che anni fa gareggiava full time, a cui Carpenter una volta ha fatto la predica e che, ai tempi, per la sua giovane età ha dato vita a un podio analcolico.
Passa i campionati a cercare disperatamente sponsor per un volante, da allora. Stavolta cerca disperatamente di entrare in griglia...
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...batte tutti, è il primo di quelli che sono certi che andranno in griglia. Chilton, invece, ha la certezza di essere fuori.
Mi salgono le lacrime agli occhi, come l'anno scorso con la Mann e con Hinchcliffe e la serata non è ancora finita.
Va in pista O'Ward, una delle promesse della Indycar, in Carlin tanto quanto Chilton.
In studio Danica Patrick parla di quanto le qualifiche siano terribili.
Lo sono.
O'Ward è appena sceso in pista per fare la stessa fine del suo compagno di squadra, unico lato positivo garantire a Hinchcliffe un posto sulla griglia di partenza.
Infine è il momento dell'incognita, Kaiser sulla Juncos, uno che viene dalla Indylights, con un team che viene dal nulla e che ha la vettura priva di sponsor.
Kaiser contro Alonso, per un posto in griglia, Kaiser in pista, Alonso inquadrato nel quadratino, perché quando una strategia di marketing si basa sul promuovere la Indycar grazie alla presenza di Alonso a Indianapolis a bordo di una McLaren formato Indy bisogna inventarsi qualcosa quando tutto rischia di sfumare.
I tempi di Kaiser sono meh, ma quando lotti per un posto in griglia a volte basta essere solo un po' meno meh degli altri, dell'unico altro, la cui espressione dice tutto.
Per ammissione del titolare del team Juncos, non appena Kaiser completa il suo giro iniziano ad arrivare telefonate. Sono gli sponsor in arrivo, ora che Kaiser si è appropriato di un posto sulla griglia a spese di Alonso, che per l'ennesima volta ha riposto fiducia nella McLaren che anche senza la Honda fa acqua da tutte le parti.
Il Bump Day è finito, ora viene il momento degli altri...
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...ma nessuno si commuove per chi non finisce in pole e per Pagenaud che invece fa la migliore velocità. Era da cent'anni che un francese non andava in pole a Indianapolis, ma who kers. Siamo ancora tutti qui che abbiamo visto tre piloti venire esclusi dalla gara più importante al mondo.
Poco importa se ci sentiamo male per uno di loro, per due o per tutti.
Poco importa, quello che conta è come ci sentiamo e come ci sentiremo ogni anno, ogni volta in cui più di trentatre vetture cercheranno di entrare in griglia.
Quello che rimane del weekend del 18/19 Maggio è una considerazione a mio parere interessante, ovvero che un campionato dovrebbe imparare a promuoversi come campionato a sé stante. È quello l'obiettivo che ciascuna serie non dovrebbe mai smettere di prendere in considerazione. Qualche mese fa osservavo che quando Sky Sport UK promuoveva un intero campionato utilizzando un'immagine a tutto schermo di Alonso era un po' come se Dixon avesse partecipato al solo gran premio di Monaco e gli spot della Formula 1 fossero stati incentrati su Dixon avevo centrato il punto, ma non del tutto. Non era semplicemente come promuovere la Formula 1 con Dixon che prendeva parte a un evento one-off in Formula 1. Era come promuovere la Formula 1 con Dixon che prendeva parte a un evento one-off in Formula 1 con una vettura che faticava a stare dentro al 107%.
Certo, adesso rimane la possibilità di cambiare rotta in corso d'opera (le inquadrature che andavano a cercare Alonso mentre Kaiser si qualificava erano già il primo passo), con discorsi correlati da espressioni e termini come "la Indy 500 è quella gara dove può accadere di tutto", "mancata qualificazione delle Penske", "Emerson Fittipaldi", "Al Unser Jr", eccetera. Non posso fare a meno di pensare, tuttavia, che il modo in cui il marketing si muoverà adesso sia interessante da scoprire.
Chiudo con una piccola richiesta: se siete appassionati di Formula 1 che non seguono la Indycar e volevate seguirla solo per Alonso, seguitela lo stesso e tifate disperatamente per Ericsson, ora che il portacolori della Formula 1 a Indy è rimasto lui.
GRIGLIA DI PARTENZA:
1^ fila: Pagenaud - Carpenter - Pigot
2^ fila: Jones - Herta - Power
3^ fila: Bourdais - Newgarden - Rossi
4^ fila: Andretti - Daly - Castroneves
5^ fila: Ericsson - Sato - Davison
6^ fila: Kanaan - Rahal - Dixon
7^ fila: Servia - Kimball - Hildebrand
8^ fila: Hunter-Reay - Ferrucci - Leist
9^ fila: Harvey - King - Hanley
10^ fila: Veach - Rosenqvist - Mann
11^ fila: Karam - Hinchcliffe - Kaiser
DNQ: Alonso - O'Ward - Chilton
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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lunedì 20 maggio 2019
mercoledì 7 febbraio 2018
Indycar 2018: il campionato si avvicina...
Potrei dire "ci siamo quasi", ma non sarebbe vero. Non ci siamo quasi, manca ancora oltre un mese al Gran Premio di St. Pete, l'attesa sarà ancora lunga e snervante, ma rispetto ad altri campionati quello di Indycar non ci farà attendere di diventare vecchi prima di vedere delle vetture in pista.
In realtà di vetture in pista se ne sono viste, in questi giorni di test, anche se non ho trovato foto delle nuove vetture del team Andretti: pare che si siano persi in una dimensione parallela e che siano più interessati al Super Bowl che a tutto il resto.
Pazienza, inizierò parlando di altri, per esempio il team Penske, che farò guidare a Josef Newgarden, campione in carica, una vettura con i colori tipici del team Penske. Ritengo molto probabile che anche Will Power guiderà una vettura degli stessi colori, ma non perdiamo tempo a parlare di Will Powahhhhh... suvvia, non è americano, merita che nessuno se lo fili, così come la stessa cosa meriterebbe Simon Pagenaud. Quello è addirittura francese. Non so se mi spiego: è un usurpatore europeo che, un anno prima di Newgarden, ha vinto il campionato.
Come fai a passare inosservato quando fuidi una vettura gialla come la Minardi di Mazzacane? Anzi, secondo me è di un giallo ancora più brillante.
Evidentemente "Saimon" (non potremmo iniziare a pronunciare il suo nome in francese, prima o poi?) quest'anno si travestirà da lampadina, guidando la vettura con i colori di Menard. Non posso fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato elegante, aggraziato e longilineo JPM se fosse stato ancora in Indycar e avesse indossato una tuta di quei colori.
JPM non ci sarà, nemmeno per la Indy 500, dove ci sarà una vettura aggiuntiva, ma sarà guidata da Helio Castroneves.
Personalmente non ho ancora superato l'assenza di Castroneves che, oltre alla Indy, prenderà parte alla gara che si svolgerà sull'Indy Road Track o come si chiama.
Dovrei continuare a parlare di top team, a questo punto, quindi del solo team Ganassi, perché il team Andretti sembra che abbia altro a cui pensare, ultimamente.
Ormai passati già da oltre un anno i tempi della sponsorizzazione Target e le vetture rosse, c'è un altro grosso cambiamento: quest'anno il team Ganassi avrà soltanto due vetture, invece che le quattro della scorsa stagione.
Uno dei piloti sarà Scott Dixon, mentre il suo compagno di squadra sarà Ed Jones, quello che è arrivato sul podio a Indianapolis 2017, per intenderci, ma che non è stato votato come Rookie of the Year, decisione che non commento per il semplice fatto che non merita di essere commentata, e non tanto perché sia stato votato Alonso e non Jones, no, no, io dico proprio perché non sono chiari i parametri in base ai quali viene scelto il Rookie of the Year (se si dovesse tenere conto dell'esperienza sugli ovali in gare che non erano la Indy 500 capirei perché è stato votato Alonso e non Jones, ma rimane il fatto che, come non so io se se ne debba tenere conto o no, probabilmente non lo sa nemmeno chi vota).
Tony Kanaan se n'è andato o, per essere più precisi, l'impressione è che sia stato messo alla porta. Lo stesso è accaduto a Max Chilton e Charlie Kimball.
Quest'anno sarà un anno strano e non dico perché Kanaan cambierà team. Anzi, se non vado errata quando ho iniziato a seguire la Indycar, si vociferava già che Kanaan fosse sul punto di non trovare un volante per gli anni a venire e che l'uscita di scena di Franchitti, a suo tempo, abbia in qualche modo potenzialmente prolungato la sua carriera.
Appurato che Kanaan non è ancora considerato un vecchiaccio malefico che merita di rimanere a piedi perché #LargoAiGiovani, essenzialmente perché in Indycar si dà meno peso a queste cose soprattutto quando si parla di piloti che vengono visti ormai come irrilevanti o che non vincono gare da anni, è passato al team Foyt, pare per almeno due stagioni.
La cosa strana è che prenderà parte al campionato di Indycar, ma che a quel campionato non prenderà parte il suo best friend forever Castroneves, con il quale veniva shippato non solo nei miei commenti ironici, ma anche dal profilo ufficiale della Indycar, che parlava 24/7 della loro infanzia, del loro debutto in Indylights, del campionato di Indylights vinto da Kanaan, del loro passaggio in Indycar, del titolo vinto da Kanaan, delle Indy 500 vinte da Castroneves, di quando non si sono parlati per oltre due anni per una presunta ostruzione in pista, della loro reunion, di quando Kanaan ha vinto la Indy 500, ecc... Rivedere i Castronaan sullo stesso circuito sarà un motivo bellissimo per attendere che arrivi il mese di maggio.
Come compagno di squadra, Kanaan avrà Matheus Leist, che ha ventiquattro anni meno di lui. E' Indycar, nessuno ci fa caso.
Chilton e Kimball sono stati ingaggiati dal team Carlin, neo-entrato in Indycar, dopo anni e anni che si parlava del suo imminente avvento in Indycar, cosa a cui non credevamo quasi più.
Le foto sembrano scarseggiare, ma sul profilo Twitter del Piccolo Chilli c'è una breve clip della quale sono riuscita a fare uno stamp. Non so se la vettura rimarrà chiara oppure se qualcosa cambierà dopo l'ingresso di futuri sponsor, sta di fatto che ci sarà e che saranno lui e Kimball a guidarla.
Con loro, per il momento, metto fine all'argomento Indycar, ma #StayTooned, perché ci sarà altro di cui parlare, a breve...
In realtà di vetture in pista se ne sono viste, in questi giorni di test, anche se non ho trovato foto delle nuove vetture del team Andretti: pare che si siano persi in una dimensione parallela e che siano più interessati al Super Bowl che a tutto il resto.
Pazienza, inizierò parlando di altri, per esempio il team Penske, che farò guidare a Josef Newgarden, campione in carica, una vettura con i colori tipici del team Penske. Ritengo molto probabile che anche Will Power guiderà una vettura degli stessi colori, ma non perdiamo tempo a parlare di Will Powahhhhh... suvvia, non è americano, merita che nessuno se lo fili, così come la stessa cosa meriterebbe Simon Pagenaud. Quello è addirittura francese. Non so se mi spiego: è un usurpatore europeo che, un anno prima di Newgarden, ha vinto il campionato.
Come fai a passare inosservato quando fuidi una vettura gialla come la Minardi di Mazzacane? Anzi, secondo me è di un giallo ancora più brillante.
Evidentemente "Saimon" (non potremmo iniziare a pronunciare il suo nome in francese, prima o poi?) quest'anno si travestirà da lampadina, guidando la vettura con i colori di Menard. Non posso fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato elegante, aggraziato e longilineo JPM se fosse stato ancora in Indycar e avesse indossato una tuta di quei colori.
JPM non ci sarà, nemmeno per la Indy 500, dove ci sarà una vettura aggiuntiva, ma sarà guidata da Helio Castroneves.
Personalmente non ho ancora superato l'assenza di Castroneves che, oltre alla Indy, prenderà parte alla gara che si svolgerà sull'Indy Road Track o come si chiama.
Dovrei continuare a parlare di top team, a questo punto, quindi del solo team Ganassi, perché il team Andretti sembra che abbia altro a cui pensare, ultimamente.
Ormai passati già da oltre un anno i tempi della sponsorizzazione Target e le vetture rosse, c'è un altro grosso cambiamento: quest'anno il team Ganassi avrà soltanto due vetture, invece che le quattro della scorsa stagione.
Uno dei piloti sarà Scott Dixon, mentre il suo compagno di squadra sarà Ed Jones, quello che è arrivato sul podio a Indianapolis 2017, per intenderci, ma che non è stato votato come Rookie of the Year, decisione che non commento per il semplice fatto che non merita di essere commentata, e non tanto perché sia stato votato Alonso e non Jones, no, no, io dico proprio perché non sono chiari i parametri in base ai quali viene scelto il Rookie of the Year (se si dovesse tenere conto dell'esperienza sugli ovali in gare che non erano la Indy 500 capirei perché è stato votato Alonso e non Jones, ma rimane il fatto che, come non so io se se ne debba tenere conto o no, probabilmente non lo sa nemmeno chi vota).
Tony Kanaan se n'è andato o, per essere più precisi, l'impressione è che sia stato messo alla porta. Lo stesso è accaduto a Max Chilton e Charlie Kimball.
Quest'anno sarà un anno strano e non dico perché Kanaan cambierà team. Anzi, se non vado errata quando ho iniziato a seguire la Indycar, si vociferava già che Kanaan fosse sul punto di non trovare un volante per gli anni a venire e che l'uscita di scena di Franchitti, a suo tempo, abbia in qualche modo potenzialmente prolungato la sua carriera.
Appurato che Kanaan non è ancora considerato un vecchiaccio malefico che merita di rimanere a piedi perché #LargoAiGiovani, essenzialmente perché in Indycar si dà meno peso a queste cose soprattutto quando si parla di piloti che vengono visti ormai come irrilevanti o che non vincono gare da anni, è passato al team Foyt, pare per almeno due stagioni.
La cosa strana è che prenderà parte al campionato di Indycar, ma che a quel campionato non prenderà parte il suo best friend forever Castroneves, con il quale veniva shippato non solo nei miei commenti ironici, ma anche dal profilo ufficiale della Indycar, che parlava 24/7 della loro infanzia, del loro debutto in Indylights, del campionato di Indylights vinto da Kanaan, del loro passaggio in Indycar, del titolo vinto da Kanaan, delle Indy 500 vinte da Castroneves, di quando non si sono parlati per oltre due anni per una presunta ostruzione in pista, della loro reunion, di quando Kanaan ha vinto la Indy 500, ecc... Rivedere i Castronaan sullo stesso circuito sarà un motivo bellissimo per attendere che arrivi il mese di maggio.
Come compagno di squadra, Kanaan avrà Matheus Leist, che ha ventiquattro anni meno di lui. E' Indycar, nessuno ci fa caso.
Chilton e Kimball sono stati ingaggiati dal team Carlin, neo-entrato in Indycar, dopo anni e anni che si parlava del suo imminente avvento in Indycar, cosa a cui non credevamo quasi più.
Le foto sembrano scarseggiare, ma sul profilo Twitter del Piccolo Chilli c'è una breve clip della quale sono riuscita a fare uno stamp. Non so se la vettura rimarrà chiara oppure se qualcosa cambierà dopo l'ingresso di futuri sponsor, sta di fatto che ci sarà e che saranno lui e Kimball a guidarla.
Con loro, per il momento, metto fine all'argomento Indycar, ma #StayTooned, perché ci sarà altro di cui parlare, a breve...
giovedì 13 luglio 2017
Commento alla Iowa Corn 300 (Indycar 2017 #11)
Un cordiale saluto, miei cari lettori. Sono già passati alcuni giorni e solo ora trovo il tempo per mettermi al lavoro con l'intento di ripercorrere quanto è accaduto nel corso dello scorso weekend, quello del 9 Luglio, sul circuito di Iowa Corn (traduzione: granturco dello Iowa, peccato che il circuito non sia costruito in campagna in mezzo ai campi, con il granturco che cresce nelle vie di fuga, sarebbe molto pittoresco).
Vorrei a questo punto specificare una cosa: mi piacciono le gare di Indycar sui mini-speedway. Questo non significa che le altre non mi piacciono, ma credo che i mini-speedway abbiano un certo fascino. E' un po' come gareggiare intorno a una rotonda stradale. Ricordo che, quando iniziai a seguire la Indycar, per me i mini-speedway erano l'ignoto più assoluto. All'epoca avevo sempre guardato solo la Formula 1, qualche gara di GP2, ed eventualmente in TV visto qualche filmato di rally o gran turismo. Avevo visto qualche filmato sulla Indycar su youtube, quello sicuramente sì, ma conoscevo essenzialmente i circuiti cittadini, tradizionali e gli ovali in stile Indianapolis.
Ricordo che la sera in cui la Indycar gareggiava a Milwaukee Mile dovevo andare fuori, ma la gara iniziava almeno una mezz'ora prima dell'orario a cui dovevo uscire. Mi collegai per guardarmene almeno un pezzetto e spalancai gli occhi nel vedere il numero di giri che la gara sarebbe durata. Poi vidi che venivano percorsi in qualcosa come mezzo minuto. A Iowa Corn funziona più o meno allo stesso modo e i giri si susseguono alla velocità del suono. E' qualcosa di molto suggestivo, a cui non mi sono mai abituata del tutto. Può piacere o non piacere. L'unica cosa è che in genere quelli a cui piace non vanno in giro a criticare tutti gli altri tipi di circuito, un po' come capita anche alla gente che sostiene che ci siano anche altri circuiti belli, oltre Spa Francorchamps e al vecchio Nurburgring...
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...
...ma non divaghiamo. Collochiamoci mentalmente a Iowa Corn e occupiamoci della storia del circuito e della gara.
Va bene, non ho intenzione di dilungarmi sulla storia del circuito, ma credo che sia doveroso citare che in tale location Max Chilton vinse una gara di Indylights e che ho il vago sentore che, senza quella vittoria, avrebbe faticato e non poco per procacciarsi un volante per gli anni a venire.
Quello che conta, comunque, è che il Piccolo Chilli ce l'abbia fatta, che ora sia in Indycar e che esistono possibilità che possa deliziarci, prima o poi, in futuro. Qualora non dovesse deliziarci con ipotetiche future vittorie, potrebbe quantomeno deliziarci dedicandosi all'arte di tagliare chicane, non appena la Indycar tornerà a spostarsi su qualche circuito simil-Baku, il che accadrà molto presto.
Non sono riuscita a vedere la gara dall'inizio, ma sono comunque riuscita a vederne una buona parte, perdendomi soltanto pochi degli eventi salienti.
Questa era la griglia di partenza: Power, Hildebrand, Castroneves, Carpenter, Sato, Aleshin, Kanaan, Jones, Hinchcliffe, Rahal, Pagenaud, Rossi, Chilton, Kimball, Hunter-Reay, Newgarden, Dixon, Gutierrez, Daly, Andretti, Muñoz.
Sono stata piuttosto soddisfatta della griglia di partenza. O meglio, sono stata piuttosto soddisfatta dalla presenza di un certo soggetto in una posizione abbastanza in vista della griglia di partenza.
Hildy: "Parli di me?"
Voce fuori campo: "Credo proprio che l'Autrice(C) parli di te."
Hildy: "A me non piace affatto stare così in vista. La gente che di solito non mi prende minimamente in considerazione potrebbe ricordarsi all'improvviso di me."
Voce fuori campo: "Non vederlo come un lato negativo. La gente ti ama."
Hildy: "No, la gente mi prende per i fondelli, il che è diverso. Se solo si rendessero conto che sono passati sei anni e che tutto ciò è ingiustificato..."
Voce fuori campo: "Saranno anche passati sei anni, ma tu ti sei pur sempre schiantato contro un muro ad un passo dal traguardo della Cinquecento Miglia di Indianapolis... roba per cui immagino che anche tua madre ti prenda ancora per i fondelli."
Hildy: "Fosse solo mia madre... il problema è che mi prendono per i fondelli anche tutto il resto dei miei familiari e dei miei parenti entro il quarto grado."
Voce fuori campo: "Quelli di quinto grado no?"
Hildy: "C'è caso che qualcuno di loro non segua la Indycar e che non siano al corrente della mia esistenza... così come in realtà è anche possibile che la seguano ma non ne siano al corrente lo stesso. Non basta guardare la serie in cui gareggia Will Stevens per essere al corrente dell'esistenza di Will Stevens e temo che nel mio caso le cose non funzionino molto diversamente."
Voce fuori campo: "La tua considerazione è molto interessante e mi ha aperto la mente. Ho solo un dubbio esistenziale."
Hildy: "Vuoi chiedermi chi è Will Stevens, per caso?"
Voce fuori campo: "Esatto, secondo me sarebbe doveroso approfondire questo aspetto."
Hildy: "Sono spiacente, non posso aiutarti, non ne ho la più pallida idea."
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Mentre il mondo si chiedeva chi fosse Will Stevens, c'era un'altra parte di mondo che si chiedeva cosa ci facesse ancora in indycar un vecchiacciohhhh maleficohhhh come H3lio, che ha già 42 anni, bla bla bla, che non vince(va) una gara da tre anni, bla bla bla, che serve alla Indycar solo per realizzare filmati in cui viene shippato con Kanaan, bla bla bla...
Sono rimasta abbastanza disturbata da tutto ciò, soprattutto dal fatto che se ne sia parlato lungamente anche in telecronaca. Vorrei precisare, tuttavia, che i telecronisti non gli davano contro, ma anzi, riconoscevano che avrebbe potuto far cambiare idea a chi si chiedeva che cosa ci facesse ancora in Indycar. Ad ogni modo il messaggio di fondo che passava era: va bene, alla Indy 500 o in eventi random a caso possono partecipare anche piloti che sono a ridosso dei cinquant'anni, però non è vero che in Indycar non diamo peso al fatto che ci siano degli over-40; quando corrono full-time e invece di atteggiarsi a piloti pittoreschi si atteggiano a piloti come tutti gli altri e magari puntano anche a ottenere risultati di un certo livello, sono dei vecchiaccihhhh maleficihhhh che rubano il volante alle giovanihhhh promessehhhh e, dato che in Indycar è considerata una cosa normale procurarsi un volante solo se si hanno dei buoni sponsor, non hanno neanche la consolazione che le giovanihhhh promessehhhh sono degli usurpatorihhhh che rubano il loro volante.
Sono commossa.
Sono profondamente commossa.
Peraltro sono convinta che il mondo dovrebbe concordare su una cosa: H3lio è adorabile e non si tocca. <3
Aggiungerei, a proposito di H3lio, che nei giorni precedenti il weekend, il profilo youtube ufficiale della Indycar aveva pubblicato l'ennesimo video sui Castronaan, perché a quanto pare sono fatti per stare in coppia. In quel video è stato narrato, esattamente come in tutti quelli precedenti, che i due sono amici d'infanzia, che i due hanno iniziato a gareggiare negli States vent'anni fa all'epoca della Indylights, che quando sono arrivati là non sapevano parlare inglese, ecc... ecc... ecc...
Il sosia di Vin Diesel negli ultimi tempi è un po' meno preso di mira per l'età rispetto al suo collega, essenzialmente perché in epoca recente è stato meno spesso a ridosso delle prime posizioni. #SorryNotSorry, dovevo dirlo e dovevo specificare qual è esattamente la cosa che dà fastidio di H3lio: non che sia un "vecchio", ma che sia un vecchio e che abbia ancora la sua rilevanza.
H3lio ha avuto la sua rilevanza fin dalle prime fasi di gara. Le cronache narrano che nei primi giri sia stato in testa, anche se non sempre, che ogni tanto abbia visto la luce Hildy, che soprattutto Hildy abbia visto la luce di più di H3lio in quei frangenti e che tutto stesse per convergere verso la solita realtà in cui i vecchi cercano di essere ancora rilevanti e di essere ancora in grado di lottare per la vittoria, ma non lo sono fino in fondo.
Tutto era destinato a peggiorare dopo il crash di Aleshin.
Aleshin, chiamato "Maikol" nel corso di alcune telecronache nonostante non si chiami affatto così, si è spalmato contro a un muro al 57esimo giro di gara, facendo entrare la prima safety car. Tutto si è concluso senza che altri piloti venissero coinvolti, quindi almeno stavolta nessuno ha pensato che fosse doveroso abolire le competizioni sugli ovali in nome della sicurezza.
Spoiler alert: sono la prima a dire che la sicurezza è importante, ma trovo un po' fuori luogo che a lamentarsi della sicurezza sugli ovali siano in genere quelli a cui la sicurezza non fa né caldo né freddo in altre situazioni e che magari sostengono che le gare su circuiti cittadini o tradizionali non sono abbastanza pericolose per essere spettacolari, oppure che la ragione principale per cui le vetture di F1 non dovrebbero mettere l'halo o il parabrezza stile Redbull è che non è abbastanza bello esteticamente.
La gara ha perso uno dei suoi pseudo-protagonisti, ma nessuno l'ha rimpianto: una H e una N di troppo nel suo cognome fanno sì che non sia necessaria la sua presenza per avere spettacolohhhh, spettacolohhhh che comunque in Indycar non c'è perché non ci corre la Ferrari.
Dopo le procedure standard in presenza di safety car la gara è ripartita. Hildy a quel punto era in testa davanti a Willpowahhhh, a quel vecchiaccio di H3lio, a Grammo Reale e a RHR a completare la top-5.
Tutto è filato liscio fino al 131°, quando stavolta non c'è stato un botto degno di nota, ma semplicemente Muñiz è andato a dare una verniciata a un muretto ed è rientrato ai box con la vettura in pessime condizioni. Altra safety car e stavolta quel vecchiaccio che stava in terza posizione si è piazzato in testa approfittando di un pit-stop decisamente più veloce di quello degli avversari. Seguiva Willpowahhhh terzo, poi gli altri due della top-5 a parti invertite, con Grammo Reale che si è ripreso la posizione al restart.
Dopo un altro periodo di calma piatta, è toccato a Daly al 171°, che ha fatto la fine del suo predecessore, rientrando ai box con la vettura che cadeva a pezzi dopo avere verniciato il muro.
Kimby non si è fermato ai box e ha fatto il figo dietro la safety car stando davanti a H3lio, Willpowahh al povero Hildy che ci ha rimesso una posizione. Kimby in testa è durato due secondi contati: al restart tutti l'hanno superato stando in bilico su due ruote e facendogli una pernacchia nel frattempo, mentre intanto un plot-twist era in agguato...
...
...
...
...la pioggiahhhhh...
...
...
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...o per meglio dire l'umidità, perché la pista era umida e questo, su un ovale, è un bel problema.
Poco prima di arrivare a due terzi di gara (tot. 300 giri) è entrata la safety car e al 208esimo la gara è stata addirittura redflaggata!
Dieci minuti dopo è ripartita con quel vecchiaccio di H3lio che continuava a tarpare le ali e i sogni di gloria dei ragazzini che lo seguivano.
Non ci sono stati ulteriori problemi e, quando a 45 giri dalla fine tutti sono stati costretti a rientrare ai box in regime di bandiera verde, la legge del caso ha voluto che H3lio perdesse la posizione a vantaggio di Hildy, che sta ancora inseguendo la prima vittoria in carriera, dopo avere mandato alle ortiche quella che sarebbe stata la più prestigiosa.
Tutti si sono fermati, anche Nuovo Giardino, che si era fermato dopo rispetto ai piloti di testa in occasione della sosta precedente.
Tutti si sono fermati, a parte tre sfigatelli che si sono presi il lusso di farsi qualche giro in top-3 prima di rientrare a loro volta e di perdere terreno venendo "undercuttati" da chi li precedeva.
C'era in testa il Piccolo Chilli.
C'era secondo Sonniferetti.
C'era terzo lo Scoiattolo Nerd Estebaby.
Estebaby è stato il primo del terzetto a rientrare. Tornato in pista nelle retrovie, dopo essere stato nelle zone basse della top-ten per un notevole tratto di gara, è andato a rompere le scatole a Grammo Reale (da me originariamente scambiato, non so perché, per Ed Jones) che si è messo a sbraitare contro di lui che, da doppiato, stava in mezzo alle scatole. #JustF1Things.
Dopo è stata la volta di Chilli, che ha lasciato la testa della gara a Sonniferetti! Almeno finché non è arrivato H3lio...
Voce fuori campo: "Wait, wait, wait, che cosa ci fa quel vecchiacciohhhh maleficohhhh in testa alla gara? Che fine ha fatto Hildy?"
L'Autrice(C): "è stato superato stando in bilico su tre ruote poco fa."
Voce fuori campo: "Ora mi è tutto chiaro."
Anche al resto del mondo è stato tutto chiaro. Sul mio dashboard di Twitter è esplosa la gioia allo stato puro. In telecronaca si sono sentiti solo degli elogi, mentre come da rituale H3lio si fermava per arrampicarsi sulle reti come da tradizione. A quanto pare l'arte di salire sul carro dei vincitori rimane invariata anche quando i vincitori sono over-40! #H3lioWins. #OldIsGold.
Oserei dire che sono stata alquanto soddisfatta del risultato e altrettanto soddisfatta di sapere che H3lio si è portato a sei punti di distacco da Dixon in classifica. Sono negativamente sorpresa, invece, dal fatto che H3lio non si sia messo a piangere come una fontana nelle interviste.
RISULTATO: 1. Helio Castroneves (Penske), J.R. Hildebrand (Carpenter), 3. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 4. Will Power (Penske), 5. Graham Rahal (Rahal), 6. Josef Newgarden (Penske), 7. Simon Pagenaud (Penske), 8. Scott Dixon (Ganassi), 9. Tony Kanaan (Ganassi), 10. James Hinchcliffe (Schmidt), 11. Alexander Rossi (Andretti/Herta), 12. Ed Carpenter (Carpenter), 13. Esteban Gutierrez (Coyne), 14. Max Chilton (Ganassi), 15. Charlie Kimball (Ganassi), 16. Takuma Sato (Andretti), 17. Marco Andretti (Andretti), 18. Ed Jones (Coyne), 19. Conor Daly (Foyt), 20. Carlos Muñoz (Foyt), 21. Mikhael Aleshin (Schmidt).
Vorrei a questo punto specificare una cosa: mi piacciono le gare di Indycar sui mini-speedway. Questo non significa che le altre non mi piacciono, ma credo che i mini-speedway abbiano un certo fascino. E' un po' come gareggiare intorno a una rotonda stradale. Ricordo che, quando iniziai a seguire la Indycar, per me i mini-speedway erano l'ignoto più assoluto. All'epoca avevo sempre guardato solo la Formula 1, qualche gara di GP2, ed eventualmente in TV visto qualche filmato di rally o gran turismo. Avevo visto qualche filmato sulla Indycar su youtube, quello sicuramente sì, ma conoscevo essenzialmente i circuiti cittadini, tradizionali e gli ovali in stile Indianapolis.
Ricordo che la sera in cui la Indycar gareggiava a Milwaukee Mile dovevo andare fuori, ma la gara iniziava almeno una mezz'ora prima dell'orario a cui dovevo uscire. Mi collegai per guardarmene almeno un pezzetto e spalancai gli occhi nel vedere il numero di giri che la gara sarebbe durata. Poi vidi che venivano percorsi in qualcosa come mezzo minuto. A Iowa Corn funziona più o meno allo stesso modo e i giri si susseguono alla velocità del suono. E' qualcosa di molto suggestivo, a cui non mi sono mai abituata del tutto. Può piacere o non piacere. L'unica cosa è che in genere quelli a cui piace non vanno in giro a criticare tutti gli altri tipi di circuito, un po' come capita anche alla gente che sostiene che ci siano anche altri circuiti belli, oltre Spa Francorchamps e al vecchio Nurburgring...
...
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...ma non divaghiamo. Collochiamoci mentalmente a Iowa Corn e occupiamoci della storia del circuito e della gara.
Va bene, non ho intenzione di dilungarmi sulla storia del circuito, ma credo che sia doveroso citare che in tale location Max Chilton vinse una gara di Indylights e che ho il vago sentore che, senza quella vittoria, avrebbe faticato e non poco per procacciarsi un volante per gli anni a venire.
Quello che conta, comunque, è che il Piccolo Chilli ce l'abbia fatta, che ora sia in Indycar e che esistono possibilità che possa deliziarci, prima o poi, in futuro. Qualora non dovesse deliziarci con ipotetiche future vittorie, potrebbe quantomeno deliziarci dedicandosi all'arte di tagliare chicane, non appena la Indycar tornerà a spostarsi su qualche circuito simil-Baku, il che accadrà molto presto.
Non sono riuscita a vedere la gara dall'inizio, ma sono comunque riuscita a vederne una buona parte, perdendomi soltanto pochi degli eventi salienti.
Questa era la griglia di partenza: Power, Hildebrand, Castroneves, Carpenter, Sato, Aleshin, Kanaan, Jones, Hinchcliffe, Rahal, Pagenaud, Rossi, Chilton, Kimball, Hunter-Reay, Newgarden, Dixon, Gutierrez, Daly, Andretti, Muñoz.
Sono stata piuttosto soddisfatta della griglia di partenza. O meglio, sono stata piuttosto soddisfatta dalla presenza di un certo soggetto in una posizione abbastanza in vista della griglia di partenza.
Hildy: "Parli di me?"
Voce fuori campo: "Credo proprio che l'Autrice(C) parli di te."
Hildy: "A me non piace affatto stare così in vista. La gente che di solito non mi prende minimamente in considerazione potrebbe ricordarsi all'improvviso di me."
Voce fuori campo: "Non vederlo come un lato negativo. La gente ti ama."
Hildy: "No, la gente mi prende per i fondelli, il che è diverso. Se solo si rendessero conto che sono passati sei anni e che tutto ciò è ingiustificato..."
Voce fuori campo: "Saranno anche passati sei anni, ma tu ti sei pur sempre schiantato contro un muro ad un passo dal traguardo della Cinquecento Miglia di Indianapolis... roba per cui immagino che anche tua madre ti prenda ancora per i fondelli."
Hildy: "Fosse solo mia madre... il problema è che mi prendono per i fondelli anche tutto il resto dei miei familiari e dei miei parenti entro il quarto grado."
Voce fuori campo: "Quelli di quinto grado no?"
Hildy: "C'è caso che qualcuno di loro non segua la Indycar e che non siano al corrente della mia esistenza... così come in realtà è anche possibile che la seguano ma non ne siano al corrente lo stesso. Non basta guardare la serie in cui gareggia Will Stevens per essere al corrente dell'esistenza di Will Stevens e temo che nel mio caso le cose non funzionino molto diversamente."
Voce fuori campo: "La tua considerazione è molto interessante e mi ha aperto la mente. Ho solo un dubbio esistenziale."
Hildy: "Vuoi chiedermi chi è Will Stevens, per caso?"
Voce fuori campo: "Esatto, secondo me sarebbe doveroso approfondire questo aspetto."
Hildy: "Sono spiacente, non posso aiutarti, non ne ho la più pallida idea."
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Mentre il mondo si chiedeva chi fosse Will Stevens, c'era un'altra parte di mondo che si chiedeva cosa ci facesse ancora in indycar un vecchiacciohhhh maleficohhhh come H3lio, che ha già 42 anni, bla bla bla, che non vince(va) una gara da tre anni, bla bla bla, che serve alla Indycar solo per realizzare filmati in cui viene shippato con Kanaan, bla bla bla...
Sono rimasta abbastanza disturbata da tutto ciò, soprattutto dal fatto che se ne sia parlato lungamente anche in telecronaca. Vorrei precisare, tuttavia, che i telecronisti non gli davano contro, ma anzi, riconoscevano che avrebbe potuto far cambiare idea a chi si chiedeva che cosa ci facesse ancora in Indycar. Ad ogni modo il messaggio di fondo che passava era: va bene, alla Indy 500 o in eventi random a caso possono partecipare anche piloti che sono a ridosso dei cinquant'anni, però non è vero che in Indycar non diamo peso al fatto che ci siano degli over-40; quando corrono full-time e invece di atteggiarsi a piloti pittoreschi si atteggiano a piloti come tutti gli altri e magari puntano anche a ottenere risultati di un certo livello, sono dei vecchiaccihhhh maleficihhhh che rubano il volante alle giovanihhhh promessehhhh e, dato che in Indycar è considerata una cosa normale procurarsi un volante solo se si hanno dei buoni sponsor, non hanno neanche la consolazione che le giovanihhhh promessehhhh sono degli usurpatorihhhh che rubano il loro volante.
Sono commossa.
Sono profondamente commossa.
Peraltro sono convinta che il mondo dovrebbe concordare su una cosa: H3lio è adorabile e non si tocca. <3
Aggiungerei, a proposito di H3lio, che nei giorni precedenti il weekend, il profilo youtube ufficiale della Indycar aveva pubblicato l'ennesimo video sui Castronaan, perché a quanto pare sono fatti per stare in coppia. In quel video è stato narrato, esattamente come in tutti quelli precedenti, che i due sono amici d'infanzia, che i due hanno iniziato a gareggiare negli States vent'anni fa all'epoca della Indylights, che quando sono arrivati là non sapevano parlare inglese, ecc... ecc... ecc...
Il sosia di Vin Diesel negli ultimi tempi è un po' meno preso di mira per l'età rispetto al suo collega, essenzialmente perché in epoca recente è stato meno spesso a ridosso delle prime posizioni. #SorryNotSorry, dovevo dirlo e dovevo specificare qual è esattamente la cosa che dà fastidio di H3lio: non che sia un "vecchio", ma che sia un vecchio e che abbia ancora la sua rilevanza.
H3lio ha avuto la sua rilevanza fin dalle prime fasi di gara. Le cronache narrano che nei primi giri sia stato in testa, anche se non sempre, che ogni tanto abbia visto la luce Hildy, che soprattutto Hildy abbia visto la luce di più di H3lio in quei frangenti e che tutto stesse per convergere verso la solita realtà in cui i vecchi cercano di essere ancora rilevanti e di essere ancora in grado di lottare per la vittoria, ma non lo sono fino in fondo.
Tutto era destinato a peggiorare dopo il crash di Aleshin.
Aleshin, chiamato "Maikol" nel corso di alcune telecronache nonostante non si chiami affatto così, si è spalmato contro a un muro al 57esimo giro di gara, facendo entrare la prima safety car. Tutto si è concluso senza che altri piloti venissero coinvolti, quindi almeno stavolta nessuno ha pensato che fosse doveroso abolire le competizioni sugli ovali in nome della sicurezza.
Spoiler alert: sono la prima a dire che la sicurezza è importante, ma trovo un po' fuori luogo che a lamentarsi della sicurezza sugli ovali siano in genere quelli a cui la sicurezza non fa né caldo né freddo in altre situazioni e che magari sostengono che le gare su circuiti cittadini o tradizionali non sono abbastanza pericolose per essere spettacolari, oppure che la ragione principale per cui le vetture di F1 non dovrebbero mettere l'halo o il parabrezza stile Redbull è che non è abbastanza bello esteticamente.
La gara ha perso uno dei suoi pseudo-protagonisti, ma nessuno l'ha rimpianto: una H e una N di troppo nel suo cognome fanno sì che non sia necessaria la sua presenza per avere spettacolohhhh, spettacolohhhh che comunque in Indycar non c'è perché non ci corre la Ferrari.
Dopo le procedure standard in presenza di safety car la gara è ripartita. Hildy a quel punto era in testa davanti a Willpowahhhh, a quel vecchiaccio di H3lio, a Grammo Reale e a RHR a completare la top-5.
Tutto è filato liscio fino al 131°, quando stavolta non c'è stato un botto degno di nota, ma semplicemente Muñiz è andato a dare una verniciata a un muretto ed è rientrato ai box con la vettura in pessime condizioni. Altra safety car e stavolta quel vecchiaccio che stava in terza posizione si è piazzato in testa approfittando di un pit-stop decisamente più veloce di quello degli avversari. Seguiva Willpowahhhh terzo, poi gli altri due della top-5 a parti invertite, con Grammo Reale che si è ripreso la posizione al restart.
Dopo un altro periodo di calma piatta, è toccato a Daly al 171°, che ha fatto la fine del suo predecessore, rientrando ai box con la vettura che cadeva a pezzi dopo avere verniciato il muro.
Kimby non si è fermato ai box e ha fatto il figo dietro la safety car stando davanti a H3lio, Willpowahh al povero Hildy che ci ha rimesso una posizione. Kimby in testa è durato due secondi contati: al restart tutti l'hanno superato stando in bilico su due ruote e facendogli una pernacchia nel frattempo, mentre intanto un plot-twist era in agguato...
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...la pioggiahhhhh...
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...o per meglio dire l'umidità, perché la pista era umida e questo, su un ovale, è un bel problema.
Poco prima di arrivare a due terzi di gara (tot. 300 giri) è entrata la safety car e al 208esimo la gara è stata addirittura redflaggata!
Dieci minuti dopo è ripartita con quel vecchiaccio di H3lio che continuava a tarpare le ali e i sogni di gloria dei ragazzini che lo seguivano.
Non ci sono stati ulteriori problemi e, quando a 45 giri dalla fine tutti sono stati costretti a rientrare ai box in regime di bandiera verde, la legge del caso ha voluto che H3lio perdesse la posizione a vantaggio di Hildy, che sta ancora inseguendo la prima vittoria in carriera, dopo avere mandato alle ortiche quella che sarebbe stata la più prestigiosa.
Tutti si sono fermati, anche Nuovo Giardino, che si era fermato dopo rispetto ai piloti di testa in occasione della sosta precedente.
Tutti si sono fermati, a parte tre sfigatelli che si sono presi il lusso di farsi qualche giro in top-3 prima di rientrare a loro volta e di perdere terreno venendo "undercuttati" da chi li precedeva.
C'era in testa il Piccolo Chilli.
C'era secondo Sonniferetti.
C'era terzo lo Scoiattolo Nerd Estebaby.
Estebaby è stato il primo del terzetto a rientrare. Tornato in pista nelle retrovie, dopo essere stato nelle zone basse della top-ten per un notevole tratto di gara, è andato a rompere le scatole a Grammo Reale (da me originariamente scambiato, non so perché, per Ed Jones) che si è messo a sbraitare contro di lui che, da doppiato, stava in mezzo alle scatole. #JustF1Things.
Dopo è stata la volta di Chilli, che ha lasciato la testa della gara a Sonniferetti! Almeno finché non è arrivato H3lio...
Voce fuori campo: "Wait, wait, wait, che cosa ci fa quel vecchiacciohhhh maleficohhhh in testa alla gara? Che fine ha fatto Hildy?"
L'Autrice(C): "è stato superato stando in bilico su tre ruote poco fa."
Voce fuori campo: "Ora mi è tutto chiaro."
Anche al resto del mondo è stato tutto chiaro. Sul mio dashboard di Twitter è esplosa la gioia allo stato puro. In telecronaca si sono sentiti solo degli elogi, mentre come da rituale H3lio si fermava per arrampicarsi sulle reti come da tradizione. A quanto pare l'arte di salire sul carro dei vincitori rimane invariata anche quando i vincitori sono over-40! #H3lioWins. #OldIsGold.
Oserei dire che sono stata alquanto soddisfatta del risultato e altrettanto soddisfatta di sapere che H3lio si è portato a sei punti di distacco da Dixon in classifica. Sono negativamente sorpresa, invece, dal fatto che H3lio non si sia messo a piangere come una fontana nelle interviste.
RISULTATO: 1. Helio Castroneves (Penske), J.R. Hildebrand (Carpenter), 3. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 4. Will Power (Penske), 5. Graham Rahal (Rahal), 6. Josef Newgarden (Penske), 7. Simon Pagenaud (Penske), 8. Scott Dixon (Ganassi), 9. Tony Kanaan (Ganassi), 10. James Hinchcliffe (Schmidt), 11. Alexander Rossi (Andretti/Herta), 12. Ed Carpenter (Carpenter), 13. Esteban Gutierrez (Coyne), 14. Max Chilton (Ganassi), 15. Charlie Kimball (Ganassi), 16. Takuma Sato (Andretti), 17. Marco Andretti (Andretti), 18. Ed Jones (Coyne), 19. Conor Daly (Foyt), 20. Carlos Muñoz (Foyt), 21. Mikhael Aleshin (Schmidt).
mercoledì 31 maggio 2017
Commento al Gran Premio di Montecarlo... e non solo, 28 Maggio 2017
Spettabili Lettori, credo che sia doveroso, ad un certo punto, prendere certe decisioni che possono apparire dolorose, ma che allo stesso tempo hanno un senso. Da anni mi batto per mixare la cultura e l’ignoranza nei miei Commenti ai Gran Premi, pertanto ho deciso che per portare un po’ di cultura in mezzo alla nebbia dell’ignoranza c’è solo una cosa da fare: contrastare sia la visione Alonso-centrica sia quella anti-Alonso-centrica della Indy 500 e, in parallelo al Gran Premio di Montecarlo, narrarvi anche, con il mio solito stile, che cosa sia accaduto a Indianapolis nello stesso periodo. Per intenderci, per la prima volta mi appresto a scrivere un commento unico in cui si fondono due diversi eventi motoristici (di cui comunque avrei scritto in alternativa due commenti separati), in modo da mostrare quando due universi possano essere diversi l’uno dall’altro e soprattutto quanti aspetti della Indy 500 vengono persi per strada nel vederla come alonso-centrica o anti-alonsocentrica piuttosto che nell’avere una visione Indianapolis-centrica della situazione.
Ovviamente non mancherà il mio stile classico, con le solite doverose ca**ate e con i soliti doverosi dialoghi immaginari, però quello che vorrei è che, quando avrete ultimato la lettura, abbiate della Cinquecento Miglia di Indianapolis un’idea diversa da “è una gara bellissimahhhh perché ci corre Alonso!!111!!11!” o “è una gara orribilehhhh perché ci corre Alonso!!!!11!!!!” Sapere che oltre ad Alonso c’erano anche altri trentadue piloti sarebbe il minimo. Magari riuscirne a elencare qualcuno potrebbe essere addirittura un’idea migliore.
Vi consolerò comunque da una premessa: io stessa, in passato, diversi anni fa, ho iniziato a seguire la Indycar perché c’era un pilota che mi piaceva (ex ferrarista, si chiama uguale al padre e al nonno, se volete farvi un’idea di chi fosse) e, di per sé, seppure al giorno d’oggi mi renda conto che non sia stato il motivo migliore per iniziare a seguire la IRL, sono felice che sia accaduto perché ho scoperto una serie che mi piace molto. Nel 2012 ammetto di essermi persa varie gare che poi ho recuperato in seguito grazie a Youtube, ma dal 2013 in poi l’ho seguita con regolarità, vedendo le gare in diretta quando potevo oppure nei giorni successivi sul Tubo. Il pilota per cui avevo iniziato a seguirla era nel frattempo andato via, ma la cosa non mi disturbava particolarmente. Anzi, già nel 2012 non era nemmeno il mio preferito in assoluto.
Quello che voglio dire è che, per quanto seguire la Cinquecento Miglia di Indianapolis per Alonso possa non essere il massimo a cui un motorsport-fan potrebbe aspirare, a volte il fine (vedere Alonso in gara) viene giustificato dai mezzi (vedere la gara). Faccio un esempio: comprare una lattina di Redbull Cola perché la lattina ha gli stessi colori della Toro Rosso potrebbe sembrare un’idea un po’ campata in aria, ma potrebbe essere un modo valido per scoprire o meno se ci piace la Redbull Cola. Allo stesso modo chi non aveva mai visto la Cinquecento Miglia e l’ha guardata per Alonso, ora si sarà verosimilmente fatto un’idea di come si gareggia sugli ovali e se il format gli piace oppure no. Dal punto di vista del marketing, inoltre, vedo dei risvolti positivi: è la dimostrazione che, tecnicamente, per rendere popolare una serie anche tra chi non è molto propenso a prenderla in considerazione basta piazzarci un nome altisonante. Sembra poco, ma credo che sia esattamente quello che dovrebbe cercare di fare la Formula E, che sicuramente ha più problemi di popolarità della Indycar. Rimane il fatto che non è il motivo migliore per interessarsi a qualcosa, ma se vogliamo dire le cose come stanno affermazioni tipo “ho smesso di guardare la Formula 1 perché Schumacher si è ritirato” mi sembrano altrettanto, se non di più, campate in aria. Eppure è comunemente accettata l’idea che smettere di guardare la Formula 1 per via del ritiro di Schumacher sia stata una cosa addirittura apprezzabile.
Al di là del fatto che non amo l’ignoranza dei fanboy, che magari vanno in giro a fare affermazioni sulla Indy 500 di cui talvolta non sanno niente, ritengo di potere dire che amo ancora di meno l’ignoranza degli hater (e sulla mia bacheca di Twitter ne ho visti parecchi, e non scrivevano tutti nella stessa lingua) che facendo 2+2 decretava che la Indy 500 è una gara orribilehhhh perché ci corre Alonso, che tutti quelli che la seguono hanno iniziato a guardarla quest’anno solo per Alonso, che i veri appassionati non esistono e che, di conseguenza, chiunque veda la Indy 500 sia un fanboy che non ne capisce niente di automobilismo “vero”. Già il fatto che la gara più celebre storica al mondo sia vista come qualcosa che non fa parte dell’“automobilismo vero” mi preoccupa profondamente, ma l’assunzione che nessuno la apprezzi per quello che è mi lascia alquanto costernata. Tra parentesi, tutti questi commenti sono basati solo ed esclusivamente su UN PILOTA, che viene fatto coincidere con UN’INTERA SERIE e con UNA GARA CHE ESISTE DAL 1911, settant’anni prima della sua nascita. Di fatto sarebbe come se Scott Dixon partecipasse a un gran premio di Formula 1 e una gran massa di detrattori di Dixon iniziasse ad accusare tutti gli appassionati di Formula 1, anche quelli storici, di guardare la Formula 1 solo per Dixon e la Formula 1 di essere una serie orribilehhhh solo per la sua presenza. Non so se mi spiego, ma credo che gli appassionati di Formula 1 lo troverebbero un comportamento molto irritante, quindi non vedo perché gli appassionati di Indycar non dovrebbero avere la stessa reazione. È già difficile convivere con i fanboy, ma quando poi ti trovi sul tuo dashboard di Twitter gente che afferma che tutti quelli che guardano la Indy 500 sono dei fanboy di Alonso che guardano una gara di m*rda, insultando la Indy 500 solo perché non gradiscono uno dei trentatré piloti che vi prendono parte, e che non prendono minimamente in considerazione l'idea che ci fosse molta gente che la Indy 500 se l'è guardata anche l'anno scorso o quello precedente o quello prima ancora, ti inizi a chiedere chi te lo fa fare di tenere i social network aperti. Ho beccato anche gente che commentava il fatto che fosse inutile guardare la Indy 500 perché "c'è Alonso e non Hamilton che è migliore" o "c'è Alonso e non Vettel che è migliore". Seriamente, se non vi rendete conto voi, in prima persona, che Alonso è un pilota che prende parte alla Indy 500 e non è la gara stessa, e ne parlate più voi di quanto non facciano i suoi fan o la gente che sta guardando la gara, forse avete più problemi voi della gente che guarda la Indycar magari da anni e che magari da altrettanti anni scrive sintesi o commenti di ogni gara... e forse, e lo ribadisco, forse, c’è anche caso che abbiate addirittura più problemi voi dei fanboy stessi, specie se commentate per ore una gara che non state nemmeno guardando.
Ora comunque mettiamo da parte questo discorso e procediamo, perché dobbiamo apprestarci a vivere il GP di Monaco e la Indy 500 e, per partire, dobbiamo mettere nero su bianco un po’ di faccende che potrebbero apparirvi oscure.
[L’INIZIO: SPIEGARE COS’È LA INDY 500 A CHI NON LO SA...]
La Indy 500 è una gara che si svolge su un ovale, in cui si gira in senso antiorario a una velocità di circa 400 km all'ora, e prevede duecento giri. Si svolge nel Memorial Weekend: si tratta del fine settimana che precede il Memorial Day, l'ultimo lunedì di maggio, ed è una festa per commemorare i militari deceduti in guerra o comunque servizio. La Indy 500 si svolge la domenica del Memorial Weekend, che può cadere tra il 24 e il 30 Maggio. Ciò significa che, essendo le date della Indy 500 fisse, nessuno si può lamentare della loro scelta e del fatto che si sovrapponga con altre competizioni. Di fatto anche una celebre gara di Nascar, la Coca Cola 600, si svolge nello stesso weekend, anche se diverse ore più tardi, tanto che esiste la possibilità che ci siano piloti che, salendo su un aereo subito dopo la fine della Indy 500 per recarsi a Charlotte, partecipano a entrambe (l’ha fatto Kurt Busch nel 2014). Le qualifiche si svolgono nel weekend precedente (in questo caso quello del 20/21 Maggio, mentre la gara si è svolta il 28 Maggio, lo stesso giorno del GP di Montecarlo).
Nella Indy 500 ci sono una lunga serie di tradizioni che si svolgono nei vari giorni in cui non ci sono né le qualifiche né la gara, ma vi svelo un segreto: gran parte di queste non contribuiscono a comprendere quale sia il funzionamento della gara, pertanto non è necessario approfondirle in questa sede. Se qualcuno vi parla del Carb Day e non avete idea di che cosa sia, rispondete "sì, sì" e farete senza ombra di dubbio una bella figura. Ad ogni modo è molto probabile che chi avete di fronte non sappia cos'è il Carb Day, quindi è difficile che ve ne parli. Al momento vi basta sapere che le qualifiche si svolgono nel weekend precedente alla gara e che al sabato viene decretato il gruppo dei nove piloti più veloci e quello di tutti gli altri. Tutti gli altri, la domenica pomeriggio (la sera, da noi), si qualificano per le posizioni dalla decima in poi, mentre il gruppo dei fast-nine si contendono la pole position e vanno a occupare le prime nove posizioni sulla griglia di partenza. La classifica della griglia di partenza viene stilata su una media della velocità ottenuta in tre giri lanciati consecutivi. Se un pilota per qualche ragione non può prendere parte alla gara dopo essersi qualificato, il suo posto non rimane vuoto come accadrebbe in Formula 1, ma il suo sostituto parte dall'ultima posizione sulla griglia di partenza, perché il numero delle vetture al via non cambia MAI, sono sempre trentatré. In caso ci siano più piloti entranti, rimane qualcuno che risulta non qualificato.
La gara inizia alle 12.00 locali (o meglio, verso le 12.20 locali) e, come da tradizione, prima c'è sempre qualche personalità importante che dà il comando "ladies and gentlemen, start your engines" (o semplicemente "gentlemen, start your engines" in cui non ci siano presenze femminili, ma dato che è fin dai tempi di Sarah Fisher in cui tutti gli anni c'è sempre stata almeno una donna, ciò è irrilevante). A quel punto le vetture scendono in pista. La partenza è lanciata, ovvero dietro la safety-car, e le vetture sono allineate tre per tre come da griglia di partenza. Sebbene nessuno abbia mai vinto dalla 33esima e ultima posizione, molto raramente la griglia di partenza rispecchia l'ordine d'arrivo e non è da escludersi che, nelle oltre tre ore di gara ci siano colpi di scena tali da portare alla vittoria qualcuno che si è ritrovato nelle retrovie ad un certo punto della gara. L'imprevedibilità è all'ordine del giorno. Inoltre è la gara che forse meglio può essere descritta dalla citazione "il secondo è il primo dei perdenti": diversamente da quanto succede in molte altre gare, nessuno gareggia per il podio o per i punti e chiunque ne intraveda la possibilità punta alla vittoria. Vincere la Indy 500 dà mooooolto più prestigio che vincere il campionato di Indycar. Per fare un paragone, se per il GP di Monaco funzionasse come per la Indy 500, in termini di prestigio, piloti come Panis e Trulli sarebbero portati su un piedistallo e sarebbero considerati molto di più di gente tipo Piquet Sr o Mansell.
[INDY 500: MAKING OF]
Sabato 21 il Sommo Ferniiii si è qualificato nella top-9 ed è stato acclamato. Domenica 22 il Sommo Ferniiii è andato in pole provvisoria ed è stato acclamato. Purtroppo per lui in quattro hanno battuto il suo tempo, ma una quinta posizione era comunque considerata meritevole delle acclamazioni generali... e non dico solo da parte del classico uomo della strada, almeno a giudicare dall’espressione contrariata di Tony Kanaan, che stava due posizioni più indietro. E Kanaan è un trollone, è difficile vederlo contrariato.
La pole position l'ha conquistata il neozelandese Scott Dixon, che gli americani chiamano Iceman, che i telecronisti latinoamericani chiamano kiwi e che secondo Sportmediaset ha un nome “da detersivo” (caratteristica che condivide con un altro). Qualcuno potrebbe chiedersi se ha qualche similarità con il "nostro" Iceman. Direi di no, a parte il fatto di avere superato i trent'anni già da un po' e a dire la verità anche i trentacinque. Il secondo posto l'ha conquistato "nonno" Ed Carpenter, titolare di un team (che in passato ha posseduto in partnership con Sarah Fisher), come pilota gareggia soltanto sugli ovali e per il resto dell'anno sta lì a gironzolare mentre altri guidano al posto suo. Sua madre è sposata con Tony George, il Bernie Ecclestone della Indycar. Il terzo posto sulla griglia di partenza è andato ad Alexander Rossi, quello della Manor, che tra parentesi ha vinto la Indy 500 l'anno scorso. In seconda fila, al quarto posto, si è qualificato il Grande Samurai Takuma Sato, e non credo di avere altro da aggiungere, dopodiché quinto Ferniiii e sesto JR Hildebrand, uno che alcuni anni fa era in testa alla Cinquecento Miglia e lo è rimasto fino a un attimo prima di tagliare il traguardo. Per salvaguardare la sua immagine, preferisco non citare che cosa sia accaduto dopo. Gli ultimi tre della top-9 sono stati: al settimo posto l'ultraquarantenne brasiliano Tony Kanaan (il best friend forever di Barrichello), ottavo l'americano Marco Andretti (figlio di Michael e nipote di Mario, che per dirla come va detta è uno che non cava un ragno dal buco da anni), nono l'australiano Will Power (professione sventolatore di dito medio, molto abile nel perdere campionati all'ultima gara, anche se anni fa è finalmente riuscito a vincerne uno), l’altro che ha un nome da detersivo secondo Sportmediaset.
Andiamo oltre la top-9, partendo dalla quarta fila: 10° Ryan Hunter-Reay, altrimenti noto come RHR, uno dei pochi americani che in questo secolo hanno vinto la Indy 500, 11° Ed Jones, cittadino degli Emirati Arabi Uniti, di origine britannica, probabile fanboy di Montoya in quanto alcuni giorni fa su Instagram ha messo un like a un mio post a proposito della vittoria di Juan-Tombino nel 2015, 12° Oriol Servià, ultraquarantenne spagnolo, che curiosamente è nato lo stesso identico giorno di Trulli (a rendere tutto ancora più pittoresco i due hanno anche gareggiato nello stesso campionato, per breve periodo, agli albori della Formula E), il cui accento sul finale del suo cognome viene costantemente ignorato da tutti, nel mondo, a parte i telecronisti latinoamericani. Quinta fila: 13° Mikhael Aleshin, di nazionalità russa, alcuni anni fa è stato definito come scarso da alcuni fanboy italiani solo ed esclusivamente per la sua nazionalità, 14° Graham Rahal, figlio d'arte americano di origini libanesi, la cui moglie Courtney Force è pilota NHRA, 15° Max Chilton... il piccolo Chilli! AAAAAAAWWWWWWW! Sesta fila: 16° Charlie Kimball, che è americano ed è diabetico, 17° il canadese James Hinchcliffe che in passato ha portato anche il numero 27 e ciò ha avuto rilievo prevalentemente perché oltre ad essere un connazionale delle marmotte è anche un connazionale di Gilles Villeneuve, 18° l'ultraquarantenne colombiano Juan Pablo Montoya su cui spero vivamente di non dovere aggiungere altro perché mi auguro che i miei lettori siano al corrente della sua identità e del fatto che la sua eterna sfida contro i tombini non sia ancora terminata. Settima fila: 19° Helio Castroneves, ultraquarantenne brasiliano vincitore peraltro di un'edizione americana di Dancing With The Stars alcuni anni fa (tra parentesi, è l'altro best friend forever del best friend forever di Barrichello, e diversamente da Kanaan che è calvo, ha capelli sempre perfetti e non è mai spettinato, nemmeno dopo tre ore di gara - ma non come Leo 2.0 che ha i capelli che sembrano pettinati ad arte con effetto spettinato anche quando è effettivamente spettinato, H3lio ha proprio i capelli old style tirati all'indietro, un po' come i piloti degli anni '60), 20° Jay Howard, britannico con qualche partecipazione all'attivo nella Indy Racing League risalente ad anni fa, 21° Sage Karam, pilota biondo con gli occhi azzurri che piaceva molto alle fungirl di Tumblahhhhh appassionate di Indycar che seguivo su Tumblahhhh molto tempo fa. Ottava fila: 22° Josef Newgarden, americano biondo con gli occhi azzurri, ricorda vagamente Raikkonen, decisamente più giovane e decisamente più pieno di brufoli (anche se negli ultimi anni i brufoli sono significativamente calati), 23° Simon Pagenaud, francese di cui per qualche strana ragione i telecronisti US pronunciano il nome "saimon" all'inglese e che sul musetto della sua vettura porta il numero 1 per ovvie ragioni, 24° Carlos Muñoz, che credevo argentino e nato nel 1987, ma ho scoperto googlandolo nello scrivere questo commento che è colombiano e che è del 1992. Nona fila: 25° Gabby Chavez, che è anche lui colombiano, o per meglio dire "Colombian-American", di cui Wikipedia mi informa che ha gareggiato sia con licenza americana sia con licenza colombiana (quindi, Gabby, non venire mai a gareggiare in Formula 1, perché di piloti con nazionalità particolari ne abbiamo già avuti abbastanza e, vista la presenza di un certo franco-svizzero al volante della Haas, non li abbiamo ancora esauriti), 26° Conor Daly, che è il figlio di nazionalità statunitense dell'irlandese Derek Daly che gareggiava in Formula 1 negli anni '80, 27° Jack Harvey, britannico, proveniente dalla Indylights. Decima fila: 28° Pippa Mann, che si distingue dagli altri piloti per essere donna, è britannica ed è sposata con un uomo dai capelli rasati da lei definito semplicemente "him" su Instagram, il nome di questo individuo è destinato a non essere svelato ed è sorprendente che non se ne vada in giro con il sacchetto di carta in testa, diversamente dalle bambine senza nome di Vettel, 29° Spencer Pigot, da me ribattezzato Spencer Maialotto, vincitore del campionato Indylights nel 2015, 30° Buddy Lazier, vincitore della Indy 500 nel 1996, il pilota più vecchio presente sulla griglia di partenza, dati i suoi 49 anni. Undicesima fila: 31° Sebastian Saavedra, colombiano, che ho scoperto nel googlarlo essere nato nel 1990 (OMG, pensavo che fosse uno sui 35 anni o più!), 32° Zach Veach, giovane debuttante americano, infine 33°, prendendo il posto lasciato vacante da Bourdais (uscito con diverse fratture da un brutto incidente nella sessione di qualifiche del sabato), è stato annunciato l'australiano James Davison, che qualche tempo fa mi ha messo un like su Instagram a una foto in cui fingevo di bere da una scarpa per celebrare l'imminente inizio del campionato di Formula 1.
Parlando delle conseguenze fanboy-friendly del quinto tempo di Alonso, c’è da dire che una parte di suoi hater sono diventati seduta stante suoi fanboy (magari hanno avuto lo stesso effetto che io ho avuto anni fa con Juan-Tombino, non ne ho idea... per gli appassionati di Formula 1 che guardano già la Indycar, di solito l’arrivo di piloti provenienti dalla F1 è abbastanza entusiasmante, anche se si tratta di gente tipo Chilton o Rossi che quando erano in F1 nessuno prendeva in considerazione) e si sono rimangiati tantissime loro affermazioni di un tempo.
Nel 2005 non c’è stato nessun campionato vinto per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato, con conseguenza che il 2005 è stato tolto dalla black list del motorsport.
Nel 2006 idem, non c’è stato nessun campionato vinto per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato. Anche il 2006 è stato tolto dalla black list del motorsport.
Dato che in quel periodo storico non c’è più niente di falsato, se vogliamo continuare a vivere in un alternate universe di vittorie falsate, dobbiamo guardarci intorno e cercarlo con molta cura altrove (più lontano di quanto in molti hanno fatto fino a poco tempo fa, oserei dire, ed è meglio se mi fermo qui), quindi proporrei di rendere falsata così, d’ufficio, la Indy 500 del 2006, in quanto Sam Hornish ha rubatohhhh una vittoriahhhh a Marco e Michael Andretti!!!11!!!1!! Peraltro Hornish richiama “horn” quindi le corna, quindi i tori, quindi la Redbull, e casualmente quella gara è stata disputata proprio nel giorno stesso in cui la Redbull aveva ottenuto il primo podio! Coincidenze? Io credo di no...
[GP MONACO: MAKING OF]
Mentre negli States succedeva quanto vi ho appena raccontato, da questa parte dell'oceano era già da una settimana che, andando a curiosare su Tumblr, avevo scoperto di pettegolezzi a proposito di un ipotetico Piccolo Principe in arrivo. Ragione di questi pettegolezzi, di cui non ho trovato traccia in nessun altro sito, era che Leo 2.0 e sua moglie erano stati visti uscire dall'ospedale di Monaco qualche giorno prima. Naturalmente qualche fonte non meglio precisata ha fatto partire il rumor di una gravidanza... perché si sa, nessuno va mai all'ospedale per altre ragioni, che ne so, per una visita oculistica.
Curiosamente il rumor era azzeccato e alcuni giorni più tardi Leo 2.0 ha annunciato su Twitter e su Instagram l'arrivo di un Piccolo Principe, che un giorno chissà, potrebbe fare coppia con la piccola Rianna Raikkonen che ha visto la luce poco dopo il Gran Premio di Spagna. La cosa che più mi lascia sconvolta è che anche quando Jensinho divorziò da Jessica Michibata lessi la notizia su Tumblr, non ne trovai conferma da nessun'altra parte, e poi il giorno dopo venne fuori che effettivamente Jensinho e sua moglie avevano divorziato.
A proposito di Jensinho, come da buona tradizione, si sa che non appena Ferniiii lascia un team questo inizia ad ottenere risultati leggermente più presentabili come un curioso per quanto pittoresco doppio approdo in Q3.
Voce fuori campo: "Non dimentichi niente?"
L'Autrice(C): "Del tipo?"
Voce fuori campo: "Le prove libere."
L'Autrice(C): "Ah, già..."
Giovedì pomeriggio, mentre ero al lavoro, per radio ho sentito al notiziario una news a proposito della prima sessione di prove libere. Informava che Hamilton aveva ottenuto il miglior tempo davanti a Vettel, Verstappen, Bottas, Ricciardo e che Raikkonen aveva ottenuto soltanto il settimo tempo. Mi sono chiesta lungamente chi fosse arrivato sesto e perché non meritasse una menzione. In realtà non avrei dovuto lamentarmi, perché generalmente per radio di piloti contemplati ce ne sono sempre stati soltanto quattro, che peraltro sono rimasti solo tre, dato che uno di costoro era quello che quest'anno sta a casa a gironzolare e a ingravidare la moglie, e che già B077as e i due torelli sono soltanto dei signori nessuno. Curiosità, il signore nessuno che aveva ottenuto il sesto tempo è proprio quello che un tempo rappresentava il Malehhhh Assolutohhhh e che, in attesa di scappare in Messico sotto il falso nome di J.Mirtillo [cit. Gio] attualmente gareggia in F1 con il nome di Dany Vodkvyat. Le "Toro Rosso di Faenza" [cit. mio padre] hanno raggiunto entrambe la top-5 nelle libere 2, ma quello l'avrei scoperto soltanto molto più tardi, perché nonostante io abbia lavorato fino alle otto di sera, a quanto pare la notizia non era ancora giunta in redazione. Specifichiamo: non credo che avrebbero comunque parlato dei vitellini rossi... ma almeno un po' di interesse per il miglior tempo di Sebby me lo aspettavo.
Curiosità: se ne è parlato venerdì pomeriggio, durante un programma di intrattenimento (lo stesso in cui un anno fa lo speaker criticò per due giorni consecutivi Rosberg per avere suggerito di dividere il conto di quella famosa cena di gruppo invece di pagare il conto lui stesso), nel corso del quale non si è accennato minimamente al fatto che fossero già passate ventiquattro ore da quell'evento. Dietro a Vettel c'erano Ricciardo, Raikkonen e appunto le Toro Rosso. Lo speaker, per nulla impressionato dalla presenza di Ricciardo e delle Toro Rosso, e forse neanche da quella del "bollitohhhh", ha fatto un commento che suonava come: si dice che il gran premio di Montecarlo è il più bello del campionato, ma in realtà è quello in cui le vetture vanno più lente e in cui non ci sono duellihhhh e sorpassihhhh perché sorpassare è impossibile, ma appunto se la Ferrari dovesse partire davanti, la difficoltà di effettuare sorpassi renderebbe più facile una potenziale vittoria, pertanto in tal caso il GP di Montecarlo sarebbe davvero il più bello di tutto il campionato...
Al di là del discorso vagamente nonsense, devo ammettere che ho provato una certa ammirazione per quello speaker radiofonico: ha dichiarato senza giri di parole che cos'è che per lui rende un gran premio avvincente, senza nascondersi dietro ai duellihhhh, ai sorpassihhhh, ai tempi di Senna e Schumacher, al kers, al DRS e al cupolino della Redbull. In realtà dubito fortemente che sia al corrente dell'esistenza del cupolino della Redbull, del kers e del DRS, ma non soffermiamoci su queste sottigliezze.
Sebby: "Possiamo soffermarci sul fatto che, deluso dal #GrandeAmmmmore della mia vita, ho deciso di fare il miglior tempo nelle prove libere di sabato mattina e di portare Iceman al mio seguito. AAAWWW!"
Facendo un giro su Tumblaaaaahhhhh ho infatti scoperto che nella giornata di giovedì o di venerdì, a qualche evento di contorno, indossando una giacca con delle borchie(?), il Gangster Rapper è stato immortalato mentre faceva conversazione con Leo 2.0 e con la moglie di quest'ultimo. Deve essere la delusione per il fatto che Gangster Prosciuttello continui a preferire il suo ex ammmmore al suo attuale ammmmore che ha fatto andare Sebby così veloce. L'altra alternativa possibile è che l'ex ammmmore del Gangster Rapper abbia un potere gufico paragonabile a quello di Webber, in presenza del quale improvvisamente le Redbull iniziavano a rompersi a ogni soffio di vento, e che lui faccia lo stesso effetto sulla Mercedes. Dopotutto nel 2006 erano compagni di squadra, quindi probabilmente, se anche il mondiale non è più falsato per via di Ferniiii, possiamo ipotizzare che lo sia stato comunque per via della coppia Webber/Rosberg (non in senso slash, non li vedo bene insieme).
Il Gangster Rapper: "Orrorehhhhhh! La mia macchina va già più lenta di quella di B077as e ho il terrore che le gufate possano incrementare."
Sebby: "Non è la macchina di B077as che va più veloce, è lui che ha la motivazione giusta per andare veloce."
B077as: "Esatto, Iceman mi ha rubato la vodka e ora lo sto inseguendo per andare a riprendermela."
Sebby: "E tu, Gangster? Perché non mi insegui allo stesso modo in cui B077as insegue Iceman?"
Il Gangster Rapper: "Non ti inseguo perché non sei figo né tanto quanto Leo 2.0, né tanto quanto Iceman che ha dato a sua figlia un nome di elevato spicco e che soltanto per l'assenza di un'H si distingue da quello di una delle mie tante fiamme. Ora, però, occupiamoci di cose serie. La Q1 è già terminata, sono usciti di scena Oki, Palmahhhh, Strollface e i Wehrlicson e l'Autrice(C) non ha ancora speso una parola su di loro. Diversamente dalla telecronaca Rai, inoltre, non ha ancora speso una parola per informare i suoi lettori che..."
L'anta dell'armadio: "Scusate per la dimenticanza, ma su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Moltiplicato per infinito."
Ora che l'anta dell'armadio ha provveduto a sopperire alla mia mancanza di contestualizzazione, possiamo passare in Q2, dove Gangster Hammy nel primo tentativo è andato vicino a verniciare un muretto e si è ritrovato nei bassifondi della classifica. Niente paura, c'era ancora il secondo tentativo, dove aveva due giri a disposizione. Nel primo ha avuto una sbavatura mentre si accingeva ad intingere il pennello nella vernice dopo avere già adocchiato il muretto. C'era rimasto solo un giro e Mazzoni ha osservato che doveva fare un giro eccezionale e sperare che nessuno andasse a muro e che non uscisse nessuna bandiera gialla.
Tre.
Due.
Uno.
Stoffy, desideroso di andare a dormire in un van dato che non era abituato a passare in Q2 e in quel momento era addirittura qualificato per la Q3, è finito a muro. Sono uscite le bandiere gialle e al Gangster Rapper non è rimasto null'altro da fare che rientrare mestamente ai box, con la consolazione di avere fatto registrare almeno il penultimo tempo, dato che fino a quel momento Feliiii era verosimilmente stato impegnato a cercare di recuperare la rana, che doveva essere scappata saltandogli fuori dal taschino della tuta, e che non aveva ancora cavato una rana dal buco.
Il primo degli esclusi è stato Vodkvyat, impossibilitato a migliorarsi vista la presenza delle bandiere gialle, davanti a Hulk e a Kmag. La Renault aveva rimediato un 12° tempo, niente di eccezionale per il momento. A proposito di Renault, ha celebrato i propri quarant'anni di storia in Formula 1, e l'ha fatto facendo fare un giro su due vetture degli anni '70 ad Alain Prost e a Jean-Pierre Jabouille (aiutohhhh! come si scrive?). Alla fine del giro quando Jabouille si è sfilato il casco ho notato che indossava un paio di occhiali, mentre Prost ha provveduto immediatamente a girarsi di profilo come sua abitudine mettendo in mostra il suo naso alla francese che tanto fa impazzire le fungirl di Tumblahhhhh. In realtà no, credo che sia la nazionalità francese a renderlo attraente per i loro standard, dato che tutti i francesi sono fighi secondo loro, anche se sprovvisti degli occhi azzurro shocking di Cevert, ma questo è un altro discorso.
Prima di proseguire parlando della Q3 vorrei soffermarmi un attimo su un discorso che riguarda Prost anche se alla lontana. Mercoledì scorso sono stata dalla parrucchiera e mi sono messa a sfogliare una rivista di pettegolezzi (credo fosse "Chi"), che ho trovato decisamente poco interessante, dato che peraltro, oltre a non parlare d'altro che di fidanzamenti, matrimoni, separazioni e divorzi di personaggi del mondo dello spettacolo, gran parte di quei personaggi non sapevo neanche chi fossero (non sono un'aliena, non vengo da un altro mondo, ma buona parte di quei personaggi sono soggetti random che hanno partecipato a qualche edizione random passata di qualche reality show). Poi ho visto la luce: c'era un articolo sull'eprix di Montecarlo che si era svolto una decina di giorni prima! *________* In realtà no, non era esattamente un articolo sull'eprix di Montecarlo, ma un articolo su Naomi Campbell, che era stata presente a quell'evento e che avendo visto l'evento in diretta sapevo che era stata inquadrata per gran parte del tempo proprio accanto a Prost. Quest'ultimo era stato accuratamente escluso da ogni foto e non era minimamente menzionato (probabilmente non era fotogenico abbastanza o forse il suo naso avrebbe distratto l'attenzione dalla Campbell). C'erano foto di Naomi, di Valeria Mazza, del marito di Valeria Mazza e di Alejandro Agag, ce n'era addirittura una in cui compariva Mark Webber, che era esplicitamente menzionato (ed è stata una notevole conquista, per me, dato che la didascalia citava addirittura che era un ex pilota di Formula 1), poi c'era una foto di gruppo dei piloti di Formula E vestiti eleganti a un evento di contorno dell'eprix di Montecarlo, ed erano indicati generalmente come "piloti di Formula E", nel senso che non era citato il nome di nessuno. Per quanto abbia trovato molto più interesssante quella pagina di tutto il resto del giornale, non si può dire che io abbia avuto davvero molte ragioni di essere soddisfatta.
Okay, torniamo a Stoffy, che è andato a dormire in un van dopo che gli era stata assegnata d'ufficio la decima posizione (per il momento, dato che lo aspettava una retrocessione di tre posizioni per incidente nello scorso gran premio). In pista per la Q3 c'erano soltanto in nove, di cui uno era Jensinho! Si è qualificato in nona posizione...
Jensinho: "Tunz tunz tunz, io sono figo e voi no!!111!!!11"
Il suo motore: "Ma io sono nuovo. Dovrai partire in ultima fila ugualmente."
Jensinho: "Oh my Ferniiii."
Incredibile ma vero, per il terzo gran premio consecutivo una McLaren sarebbe stata retrocessa, stavolta le posizioni erano 15, per sostituzione di componenti del motore.
Come prevedibile la top-5 era composta dalle Ferrari-Mercedes-Redbull presenti, mentre sesto...
Carlito Fanboyz: "AAAAAAWWWWWW! Sono in pistahhhh anche senza il miohhhh idolohhhh!"
Si è posizionato davanti a Checo e a RoGro, in terza fila accanto a Dani-Smile. In seconda fila c'erano Bo77as e Verstappino. In prima fila c'erano le Ferrari.
Sulla casella della pole position c'era...
...
...
...
...Siamo stati risucchiati tutti quanti da un buco nero. Non lo scopriremo mai.
Voce fuori campo: "Era da 128 tentativi che non ottenevi la pole. Come ti senti in questo momento?"
Iceman: "Bwoah."
Voce fuori campo: "Hai battuto Sebby. Che effetto ti fa?"
Iceman: "Lo batto sempre durante le nostre sfide."
Sebby: "Sì, ma non vale. Quelle sfide sono, nello specifico, dei drinking game. Non ho speranze di vittoria."
Voce fuori campo: "OMG!!111!!11!!1 Ci sono le Ferrari in primahhhh filahhhh! Se fanno doppietta può succedere di tutto. Perfino Marco Sonniferetti potrebbe vincere la Cinquecento Miglia."
L'Autrice(C): "Sì, va beh, adesso non esageriamo."
[GP MONACO: RACE DAY]
RACE DAY! RACE DAY! RACE DAY! Tutto era molto soddisfacente, per esempio il fatto che a pranzo alla sagra del paese insieme ai miei genitori e a mia nonna si fosse deciso, vista la presenza di quest'ultima, di andare a pranzo alle 12.00 in punto. Alle 13.30 ero già a casa ed ero pronta ad immergermi nella visione di quello che poteva essere un gran premio bellissimo e movimentatissimo vista la presenza in prima fila di entrambe le Ferrari, cosa che non succedeva esattamente da... mhm... Sochi.
Prima di pensare alla prima fila tutta Ferrari, era però doveroso occuparsi di una questione di una certa importanza, casomai qualcuno se ne fosse dimenticato: le sei vit-...
...
...
...Okay, basta, niente discorsi che tutti sanno già a memoria (propongo che le telecronache della Indy 500 esordiscano menzionando le quattro vittorie di A.J. Foyt e di Al Unser, oltre che le tre di Johnny Rutherford, Rick Mears, Helio Castroneves e Dario Franchitti, che anche il fratello e il figlio di Al Unser siano entrambi plurivincitori e che il figlio di Al Unser si chiami Al Unser Jr), meglio concentrarci sul presente, per esempio la brillante performance che avremmo visto da parte di Jensinho.
Infatti Jensinho avrebbe avuto modo di mettersi in mostra mentre davanti non accadeva nulla di serio, se non qualche sorpasso ai box e la velata osservazione che è comunque molto curioso che, se ci sono sorpassi ai box che riguardano le Ferrari, generalmente riguardino Sebby che supera Iceman mentre non si è mai verificato viceversa, oltre che la velata osservazione che un ordine di scuderia si sarebbe potuto tradurre in un "leave me alone, I know what I'm doing" o, giusto perché qualcuno doveva fare il Ferniiii della situazione in assenza di Ferniiii, "dite che dovrei farlo passare? Siete proprio dei geni", con il conseguente dubbio sul fatto che avesse detto geni o scemi.
Sebby davanti a tutti, Iceman secondo, Dani-Smile terzo superando brillantemente Bo77as e Verstappino tramite pit-stop, il Gangster Rapper che si era fermato dopo rispetto a tutti gli altri, risalendo dalla decima piazza alla settima (ne aveva superati un paio alla partenza e Hulk si era già ritirato per problemi tecnici)...
...
...
...poi il caos. Partito ultimo, in un gran premio in cui si recuperava fermandosi più tardi del previsto, Jensinho aveva avuto la bella idea di fermarsi al primo giro (mi sorprende che non sia partita la storiella ormai decontestualizzata di quella volta che Rosberg spiattellò le gomme al primo giro, fece un pitstop al termine del primo giro e riuscì a terminare la gara nella stessa posizione da cui era partito, cosa che curiosamente, anche se la posizione iniziale era molto diversa, anche Button avrebbe potuto fare senza troppe difficoltà, se fosse arrivato in fondo). Anche Werly aveva avuto la stessa idea di rientrare e si era guadagnato nel frattempo uno stop and go post-gara per un unsafe release proprio ai danni dello stesso Jensinho.
Era da tutta la gara che erano penultimo e ultimo a litigare per i fatti loro, perché si sa che "a Montecarlo non si sorpassa", poi sì, anche se a Montecarlo non si sorpassa in teoria gente tipo Stroll e Palmer rimane sempre gente tipo Stroll e Palmer ed era abbastanza preoccupante che nessuno guadagnasse neanche su di loro, ma quello che conta è che Jensinho sia finalmente riuscito ad aprirmi gli occhi.
A quel punto ho capito che la simpatia, in fondo, è tutto.
Sabato Jensinho stava girando più lento di Stoffy, prima che quest'ultimo andasse a dormire in un van. Parlo di Stoffy, quello che in genere viene portato su un piedistallo perché cosa importa se è più lento di Ferniiii, dopotutto Ferniiii è Ferniiii. Jensinho invece non è Ferniiii e in realtà non è che sembri neanche più se stesso. Forse quando dicevo che il suo nome viene scritto solo per abbellire la grafica, già anni fa, non mi sbagliavo più di tanto. In gara è partito ultimo ed è rimasto ultimo senza tentare di avvicinarsi a Werly per un potenziale sorpasso. Quando l'ha fatto, era meglio se non l'avesse fatto e ha spedito Werly parallelo alle barriere, con un mezzo cappottamento.
Perché ho parlato di simpatia? Mhm... forse perché il fatto che Jensinho sia decisamente più simpatico di Platinum Jacques fa sì che tutti quanti in branco chiudiamo un occhio e con quell'altro guardiamo altrove, mentre in passato stavamo con gli occhi puntati su Platinum Jacques, che sulla BAR infangava la propria reputazione, a nostro dire, e che sulla Sauber è meglio non parlarne. Almeno Platinum Jacques la Sauber la guidava e una volta è anche salito sul podio, Jensinho una Sauber l'ha usata come giavellotto...
Il momento più eroico del weekend di Jensinho è stato senz'altro quello in cui usciva dalla corsia dei box, da cui si apprestava a partire per la gara e per andare a fare danni.
Ironia della sorte ha voluto che Ferniiii, seppure a Indianapolis, riuscisse a intromettersi anche nei team radio di questo gran premio.
Qualcosa del tipo:
"Buona fortuna, Jensinho."
"Aaaawwww, grazie."
"Tratta bene la mia macchina."
"Sì, piscerò sul sedile."
Non è chiaro se Jensinho abbia pisciato sul sedile (per la cronaca, la conversazione sopra riportata è, con poche varianti, accaduta anche nella realtà), frase che Ivan Capelli si è rifiutato di tradurre, ma se non altro ha trattato abbastanza bene la vettura: quando è stato il momento di distruggerne una, ha optato per distruggere quella di un altro!
A questo punto credo che sia doveroso fare una piccola precisazione: non ho niente contro Jensinho e quello che ho detto "contro" di lui non vuole essere un'offesa. L'ho ripetuto decine di volte ma mi sembra il caso di ripetersi un'altra volta: non è che perché certi piloti hanno più di altri la tendenza ad essere messi su un piedistallo (curiosamente neanche sempre nei momenti migliori della loro carriera) io abbia il dovere di astenermi dal commentare le loro performance. Se Feliiii fosse andato a sbattere alla Sainte-Devote e l'avessi preso per i fondelli per quella ragione, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire, giusto per chiarire il concetto, quindi dovrebbe essere doveroso aspettarsi lo stesso trattamento anche per altri, specie considerando che Feliiii, non è andato a sbattere... ma in compenso per non fare sfigurare troppo Jensinho c'è andato Stoffy che dorme in un van, desideroso di abbandonare la sua decima piazza per andare a dormire in un van.
Prima, però, erano accaduti alcuni fatti di un certo livello: safety car + crash di Sonyericsson dietro la safety car. Al restart, nel frattempo, Dani-Smile rischiava di verniciare muretti. Non l'ha fatto, o almeno è riuscito a salvare la macchina. È arrivato terzo, dopo che altri eventi random erano accaduti nelle retrovie: contatto Checo/Vodkvyat, Vodkvyat ritirato, Checo ai box e poi in pista a ottenere il giro più veloce, Feliiii che risaliva in nona posizione e la Williams che portava a casa due punti abbastanza insperati alla vigilia della gara, Strollino che andava a parcheggiare ai box...
Nel frattempo c'è stato un attimo in cui ho visto l'avvicinarsi della luce.
Bastava uno.
Bastava uno dei primi dieci che si sacrificasse per la causa.
Nessuno l'ha fatto.
Nessuno l'ha fatto e poco più di un secondo ha separato Jolly Palmahhhh dalla zona punti, una zona punti a cui, per la prima volta nella storia, hanno avuto accesso entrambe le Haas.
Riassumiamo. Il risultato è stato il seguente: 1. Sebastian Vettel (Ferrari), 2. Kimi Raikkonen (Ferrari), 3. Daniel Ricciardo (Redbull), 4. Valtteri Bottas (Mercedes), 5. Max Verstappen (Redbull), 6. Carlos Sainz (Toro Rosso), 7. Lewis Hamilton (Mercedes), 8. Romain Grosjean (Haas), 9. Felipe Massa (Williams), 10. Kevin Magnussen (Haas), 11. Jolyon Palmer (Renault), 12. Esteban Ocon (Force India), 13. Sergio Perez (Force India), 14. Lance Stroll (Williams), 15. Daniil Kvyat (Toro Rosso), Rit. Stoffel Vandoorne (McLaren), Rit. Marcus Ericsson (Sauber), Rit. Pascal Wehrlein (Sauber), Rit. Jenson Button (McLaren), Rit. Nico Hulkenberg (Renault).
[UN DOPOGARA MOLTO DISORGANIZZATO...]
Finora mi sono trattenuta e ci sono andata abbastanza piano con i dialoghi immaginari, ma credo di non poterne più fare a meno.
Le fungirl di Tumblahhhh, da mesi: "Sarebbe bellissimo se Leo 2.0 facesse le interviste sul podio e ci fosse una scena di #tantoammmmore tra lui e il Gangster Rapper. Aaaaaawwwwww!"
Il Gangster Rapper: "Che bello se sul podio io fossi presente. Aaaaaawwwww! Invece la gara è appena finita e me ne sto già andando a casa, attorniato da belle gnocche."
Le belle gnocche lì nei pressi: "Scusa, Hammy, ma almeno ti sei fatto una doccia?"
Il Gangster Rapper: "Mhm... effettivamente no, adesso che mi ci fate pensare."
Gianfriiii: "Mentre il Gangster Rapper lascia il circuito, i primi tre classificati si dirigono verso il podio, e quest'anno c'è finalmente un vero podio, non come gli anni scorsi in cui la premiazione avveniva a caso, lì dove c'era posto. Sebby è raggiante, mentre Iceman è chiaramente deluso dal secondo posto: se ne sta immobile e impalato come una statua greca, non parla e non sorride. Se avesse vinto come minimo si metterebbe a festeggiare ballando Gangnam Style e riderebbe in modo sguaiato."
Iceman: "Esatto. Per il momento sto aspettando pazientemente che gli inni nazionali finiscano per potermi impossessare della bottiglia di champagne."
Voce fuori campo: "E sbatterla in testa a Sebby?"
Iceman: "Stica**i, lo champagne me lo scolo. Poi magari ne conservo un po' da portare a Bo77as, mio adorato compagno di sventure."
Sebby: "Io sono figo e Iceman no. Sei d'accordo, Dani?"
Dani-Smile: "Sì, sei così kawaii. Ho voglia di ballare con te come ho fatto con Vodkvyat."
Sebby: "Okay, ma non in pubblico, lo sai che sono timido."
Gianfriiii: "Ora arriverà a fare le interviste sul podio Leo 2.0, che l'anno scorso ha deciso di lasciare questo mondo."
Leo 2.0: "Okay, facciamo che mi gratto."
Gianfriiii: "Non puoi! Sei un principe! Non sarebbe un comportamento principesco!"
Leo 2.0: "Non è principesco farmi attendere. Dove sono quei perdigiorno dei miei ex colleghi?"
Gianfriiii: "Nessuno sta andando a fare le interviste sul podio e a quanto pare nessuno ha detto ai piloti che devono scendere giù."
Voce fuori campo: "Glielo dico io. Scendete."
Così Dani-Smile è finalmente andato a raggiungere Leo 2.0, mentre Iceman stava a debita distanza da tutto e da tutti e Sebby festeggiava cambiandosi cappellino e lanciando il cappellino che si era tolto ai membri del suo team.
L'Autrice(C): "Che delusione... avrebbe dovuto lanciarlo a Iceman e Iceman avrebbe dovuto tirarglielo indietro."
Leo 2.0: "Dani, dove sono i tuoi colleghi, tanto per curiosità?"
Dani-Smile: "Boh, comunque non sono necessari. Ti trovo così hot che ti salterei addosso. Posso procedere?"
Leo 2.0: "Volentieri, ma anch'io sono timido e preferisco non fare certe cose in pubblico."
Iceman: "Potete fare un po' di silenzio? C'è troppa confusione."
Sebby: "Tunz tunz tunz, ho vinto, in cu*o al mio amore glaciale e al mio amore fescion. A proposito, principe, anche tu sei piuttosto fescion. Ho una gran voglia di auto-invitarmi a cena con te."
Leo 2.0: "A proposito, dove si festeggia stasera?"
Sebby: "Non saprei. Dimmi tu il nome del locale e tira fuori i soldi, perché scrocchiamo tutti da te!"
Iceman: "Io non vengo."
Leo 2.0: "A proposito, che cosa ne pensi del tuo risultato?"
Iceman: "Bwoah."
Leo 2.0: "Scusa, ma la gente che ti ascolta non conosce il finlandese. Potresti tradurre?"
Iceman: "Non sono soddisfatto."
Leo 2.0: "Ti capisco. Se tu indossassi una tuta grigia, il mondo si mobiliterebbe per te parlando di un complotto ai tuoi danni."
Iceman: "Come sei gentile a rincuorarmi. Se io fossi un cyborg programmabile per sorridere di tanto in tanto, credo che sorriderei."
Leo 2.0: "Parlando di cose serie, mia moglie aspetta un Piccolo Principe. Mi piacerebbe moltissimo che un giorno diventasse il marito della Piccola Lady Ice."
Iceman: "Okay, ma ora dimmi una cosa. Quel ragazzo che esultava in tribuna per la mia prima pole secoli fa indossando un cappellino della Mercedes con il mio numero di gara che curiosamente è diventato anche il tuo e una bandiera della Finlandia, definito come 'Finnish fan' dai telecronisti British, uguale spiccicato a te, eri tu?"
Leo 2.0: "Questo nessuno lo scoprirà mai. Ora le interviste sono finite. Andiamo tutti in branco a festeggiare bevendo litri e litri di alcool, avendo l'accortezza di scrivere un tweet o due sulla Indy 500 in modo che la gente pensi che ci stiamo dedicando all'attività culturalmente elevata di guardare la Indy 500, quando invece ci stiamo semplicemente ubriacando."
Icemaan: "Bwoah, questa prospettiva mi piace, ma non ho bisogno di fingere di guardare la Indy 500. Mi ritiro sul mio yacht e, per la precisione, nella mia piscina riempita di vodka."
Leo 2.0: "Oh my Kimi never smile."
[LADIES AND GENTLEMEN, START YOUR ENGINES]
Finita la maledizione della Ferrari a Montecarlo, non bastava fare altro che armarsi di pazienza e attendere diverse ore per scoprire se Marco Sonniferetti poteva mettere fine al digiuno di vittorie della Andretti family risalente al 1969 nonostante le numerosissime partecipazioni di membri di quella famiglia.
Naturalmente Sonniferetti era ben lontano dall'essere considerato uno dei favoriti, anzi, era considerato probabilmente il meno favorito di tutti i presenti. Si parlava dell'imminente trionfo del detersivo Dixan. C'era anche chi avrebbe scommesso qualche centesimo su Carpiiii e qualcuno che sosteneva che RHR fosse il favorito, limitandoci al mio dashboard di Twitter.
Poi la gara è iniziata e dopo poco era già lotta per la leadership tra Alexander Non Sono Valentino Rossi e Fernando Non Sono Marc Marquez Anche Se Ne Condivido La Nazionalità.
Non significava niente, in quel momento il vincitore poteva essere sia qualcuno lì nei pressi, dove c'era anche il Grande Samurai, peraltro, o addirittura qualcuno che stava nelle retrovie. Per intenderci, poteva succedere di tutto...
...
...
...
...e il "tutto" si è concretizzato (dopo un inizio molto tranquillo con tutte le vetture ancora in pista e un giro di pitstop in regime di bandiera verde) in un innocente verniciata di muretto da parte di Howard.
L'innocente verniciata di muretto ha avuto l'innocente effetto di sbalzarlo in pista, dove transitava in quel momento il Detersivo. Purtroppo, per leggi della fisica paragonabili a quelle di "Driven", la vettura del Detersivo, colpita dall'altra, ha spiccato il volo e, dopo un cappottamento multiplo, ha rimbalzato contro le reti di protezione ed è ricaduto sulla pista.
Tra una cosa e l'altra, per uno scarto di qualche metro non è ricaduto travolgendo la vettura di Castroneves. Per la seconda volta nel corso della giornata, dopo l'incidente di Wehrlein, ho pensato che qualcuno fosse morto e mi sono sentita sollevata nel rendermi conto che non era così.
La pista era piena di detriti. La gara è stata redflaggata quando aveva appena superato il primo quarto e lo è rimasta per una mezz’oretta. Al restart Fernando Non Sono Marc Marquez, Alexander Non Sono Valentino Rossi e Takuma Non Sono Hiroshi Aoyama erano i primi tre, dietro di loro c’era Carpiiii, ma il suo momento di gloria ha avuto breve durata e a quel punto è arrivato RHR pronto ad asfaltare tutti. Tra una cosa e l’altra il Grande Samurai Taku era in testa, in quel momento, e RHR si è ritrovato terzo dietro a NSVR. Poi Daly è finito a muro e, nel tentativo di evitarlo, anche Harvey è finito fuori: safety car. Tra un restart toppato dal Samurai, un’altra safety car per detriti, un giro di pitstop a favore e quant’altro, RHR è risalito in testa. Dietro di lui era lotta per la seconda posizione ancora tra Alexander Non Sono Valentino Rossi e Fernando Non Sono Marc Marquez. Mentre davanti RHR prendeva il largo e poco più indietro NSVR si arrendeva a Ferniiii, il 49enne Buddy Lazier ha verniciato muretti. In Indycar quando gente di età avanzata per gli standard dei piloti vernicia muretti NESSUNO ha da ridire sulla loro età. È entrata di nuovo la safety car, intanto anche Karam era fermo, c’è stato un nuovo restart e c’è stato un duello per la vittoria tra RHR e Ferniiii, Ferniiii è passato in testa e, dopo un’altra safety car per detriti, plot-twist: Ryan Hunter-Reay si è ritirato con il motore in fumo, cosa che ha portato i telecronisti a interrogarsi se tutte le altre vetture del team Andretti avrebbero fatto la stessa fine. Al momento non lo sapevamo ancora, ma su altre quattro vetture tre erano destinate ad andare fino in fondo e una no.
Credo che sia opportuno, a questo punto, chiarire un concetto: quando su un ovale una vettura inizia a rallentare con il motore in fumo, entra SEMPRE la safety car per questioni di sicurezza. È, di conseguenza, entrata di nuovo la safety car. Dato che ha molta rilevanza quello che è successo dopo, aggiungerei anche che, quando entra la safety car, si può assistere a una differenziazione marcata di strategie. È infatti accaduto che i piloti di testa (quindi Alonso, Rossi e quelli che li seguivano) sono rientrati ai box, dove peraltro NSVR ha avuto problemi durante la sosta, mentre piloti che in quel momento si trovavano a centro gruppo ed era da poco che si erano fermati ai box sono rimasti in pista. Mancavano in quel momento tra i 60 e i 70 giri di gara.
A quel punto avrebbero potuto realizzarsi tre diversi scenari ipotetici:
1) la strategia vincente poteva essere quella dei piloti che erano stati tra le prime posizioni fino a quel momento della gara, in quanto avevano fatto una sosta in più rispetto a quelli che non si erano fermati, pertanto avrebbero fatto una sosta in meno, da strategia;
2) la strategia vincente poteva essere quella dei piloti che invece non si erano fermati, se ci fossero state safety car che consentissero loro di risparmiare carburante per tentare di arrivare in fondo senza fermarsi una volta in più degli altri ma con il rischio di rimanere senza benzina prima di vedere il traguardo (ciò aveva portato, nel 2016, alla vittoria di NSVR);
3) poteva accadere qualcosa, per esempio un ingresso della safety car dopo che i piloti del gruppo 2 si erano fermati ai box e i piloti del gruppo 1 potevano fermarsi durante la SC, il che avrebbe riallineato le strategie.
Quello che conta, però, per cui chiedo una standing ovation, è questo: in quel momento in testa alla Cinquecento Miglia c’era Max Chilton.
Persa la leadership a favore di Kimball al restart, l’ha ripresa dopo un altro restart, in quanto la safety car era tornata subito per via della vettura danneggiata di Carpiiii. Chilliiii è rientrato ai box a 23 giri dal termine e subito dopo, plot-twist!
Davison era fermo, con la vettura in fumo.
Anche Veach era fermo.
L'ingresso della safety car mentre Chilton usciva dalla pitlane mi ha fatta rabbrividire. Significava che, strategia vincente o meno che fosse quella di cui ho parlato al punto 2, i piloti di cui ho parlato al punto 1 sarebbero rientrati tutti ai box in branco un giro dopo rispetto a Chilton e che sarebbero stati dietro a Chilton. In conclusione Chilton era in testa e c'era solo un giro di gap tra lui e i piloti che lo seguivano e di fatto erano su strategie pressoché allineate.
La Indy 500 significa anche questo: un outsider che nessuno avrebbe mai preso sul serio stava in testa alla gara davanti a Castroneves (che, tra parentesi, ad un tratto era precipitato più o meno in ventesima posizione dopo una penalità, e che in un modo o nell’altro era risalito fino alle posizioni che contavano davvero) ed era improvvisamente diventato uno dei favoriti per la vittoria. In quel momento, esattamente, ho avuto la sensazione che potesse accadere qualcosa di epico.
Vorrei soffermarmi un attimo, appunto, a parlare di questo aspetto: la Indy 500 è una gara lunga ed estenuante anche da guardare, ma seppure il telespettatore sappia che cosa sta guardando, la sensazione costante è quella di andare a cercare delle certezze. Quando le certezze decadono, all'improvviso arriva un'altra certezza, che può svanire da un momento all'altro. Vorrei precisare che non è una questione di tifo, ma piuttosto una questione di sensazioni. A volte più che contentezza può essere rassegnazione e, nel più probabile caso che la convinzione riguardi qualcuno che non ti fa né caldo né freddo, semplice accettazione. Dopo metà gara passata a pensare che tutto dovesse decidersi tra Rossi e Alonso, avevo rivalutato Hunter-reay, prima di passare di nuovo a credere che i favoriti fossero Rossi e Alonso. Poi li avevo ritrovati nelle posizioni più basse della top-ten mentre davanti c'erano altri e in quel momento, con Chilton davanti a Castroneves e Sato, le mie sensazioni erano molto diverse. Al di là del fatto che ero molto soddisfatta dall'eventualità che la vittoria potesse decidersi tra tre piloti che per me hanno il loro perché, pur sapendo che tutto poteva cambiare, al momento non prendevo in considerazione altre ipotesi. In realtà non prendevo in considerazione più di tanto nemmeno Sato che era terzo, in realtà, ma quello è un altro discorso.
Poi, all'improvviso, è arrivato il momento in cui ho dovuto smettere per un attimo di pensare alle sensazioni: così, a sorpresa, a 21 giri dalla fine, un istante dopo il restart, c'era un'altra safety car. C'era una vettura in fumo...
...
...
...non so se avete presente quei momenti in cui non riuscite a capacitarvi che quello che sta succedendo stia succedendo davvero. Ecco, è quello che ho provato in quel momento.
Gli speaker hanno pronunciato il nome di Alonso.
Ho pensato che fosse un po' come in Formula 1, con i motori Honda della McLaren.
Poi ho realizzato che anche quella specifica vettura si chiamava McLaren Honda.
Vorrei specificare che a quel punto l'asfalto non si è aperto risucchiando tutte le altre vetture né tanto meno che in quel momento la gara abbia smesso di essere avvincente. In realtà in quel momento Ferniiii era nella seconda parte della top-ten e #SorryNotSorry, quando guardi la Indy 500 non te ne importa proprio niente di scoprire se ad arrivare sesto o settimo sarà Rossi o Alonso. A meno che Rossi o Alonso non superino tutte le vetture che hanno davanti andando a prendersi la vittoria, rimangono due dei tanti, anche se un’ora prima stavano battagliando per la leadership. In quel momento a non essere uno dei tanti era Chilton. Bisognava solo vedere quanto a lungo sarebbe durata prima che precipitasse nel dimenticatoio.
Via la safety car, la gara è ripartita. Proprio in quel momento, purtroppo, ho dovuto allontanarmi dal PC e gli ultimi giri della gara me li sono guardati "in differita", quando già sapevo com'era andata a finire. Le cronache, tuttavia, narrano che nonostante la mia assenza ci siano stati vari piloti che hanno fatto un po' di casino e che in mezzo al crash ci sia finito anche Willpowahhhh (tra gli altri Hinchcliffe e Servià), secondo classificato in campionato nel 2016 dietro a "Saimon" Pagenaud, che condivideva con il vecchio avversario il fatto di non avere cavato un ragno dal buco fino a quel momento.
Poi, dopo il caos e la safety car, è stata la volta del delirio finale, per intenderci, quello che contava DAVVERO per l'assegnazione della vittoria.
Le speranze del falsomaggiorenne Chilliiii sono sfumate.
In testa è passato Castroneves, che inseguiva la quarta vittoria in carriera a Indianapolis, che gli avrebbe consentito di eguagliare il record di A.J. Foyt e Al Unser.
Chilton era ormai fuori dai giochi, precipitato prima in terza e poi in quarta posizione, superato dal rookie Ed Jones, che a quanto pare ha gareggiato anche con licenza britannica, oppure lo sta facendo ora... non ho le idee molto chiare. Comunque sia ci è stato narrato che è cresciuto a Dubai.
Chilton era fuori dai giochi, ma H3lio doveva vedersela con un avversario ben più temibile, il Samurai errante, Takuma Sato, il signore e padrone del caos.
Premesso che è stato senz'altro uno dei giorni più fortunati dell'esistenza di Castroneves, visto che avrebbe potuto essere centrato in pieno dalla vettura di Dixon qualcosa come due o tre ore prima, non era il suo giorno fortunato dal punto di vista del risultato e dell'obiettivo che sta ancora inseguendo. A cinque giri dalla fine Taku l'ha sfilato portandosi in testa. È stato quello il momento decisivo ed è stato quello in cui una nuova pagina del motorsport è stata scritta e Takuma Sato è diventato uno dei pochi eletti che hanno vinto la gara automobilistica più importante al mondo. La prossima volta in cui qualcuno farà battute contro i piloti giapponesi, saprò cosa rispondere.
Curiosità: Sato ha vinto a 40 anni senza che nessuno battesse ciglio o che facesse caso all'età. Secondo è arrivato un 42enne. Poi terzo e quarto sono arrivati due ragazzi, mentre a chiudere la top-5 c'era Kanaan, anche lui di 42 anni. Fuori top-5 il primo era Juan-Tombino, che va per i 42. Mi verrebbe da dire #OldIsGold. E dato che nell'ultimo mese c'è stata una dimostrazione del fatto che se lo merita, mi auguro che qualcuno dia un volante full time a Montoya.
Concludo questa parte del commento con il risultato: 1. Takuma Sato (Andretti), 2. Helio Castroneves (Penske), 3. Ed Jones (Coyne), 4. Max Chilton (Ganassi), 5. Tony Kanaan (Ganassi), 6. Juan Pablo Montoya (Penske), 7. Alexander Rossi (Andretti/Herta), 8. Marco Andretti (Andretti), 9. Gabby Chavez (Harding), 10. Carlos Muñoz (Foyt), 11. Ed Carpenter (Carpenter), 12. Graham Rahal (Rahal), 13. Mikhael Aleshin (Schmidt), 14. Simon Pagenaud (Penske), 15. Sebastian Saavedra (Juncos), 16. J.R. Hildebrand (Carpenter), 17. Pippa Mann (Coyne), 18. Spencer Pigot (Juncos), 19. Josef Newgarden (Penske), 20. James Davison (Coyne), 21. Oriol Servià (Rahal), 22. James Hinchcliffe (Schmidt), 23. Will Power (Penske), 24. Fernando Alonso (Andretti/McLaren), 25. Charlie Kimball (Ganassi), 26. Zach Veach (Foyt), 27. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 28. Sage Karam (Dreyer & Reinbold), 29. Buddy Lazier (Lazier), 30. Conor Daly (Foyt), 31. Jack Harvey (Andretti/Shank), 32. Scott Dixon (Ganassi), 33. Jay Howard (Schmidt).
[CONSIDERAZIONI FINALI: COSA RESTERÀ DEL WEEKEND]
- La Ferrari può vincere a Montecarlo, mentre nessuno che porta il cognome Andretti può vincere a Indianapolis. Mi verrebbe da chiedermi anche se effettivamente ci fosse qualcuno che porta il cognome Andretti in pista, ma a guardare il risultato della gara, e addirittura della top-10, sembrerebbe proprio di sì.
- Le doppiette della Ferrari a quanto pare sono stregate, era dall'epoca di Fernando is faster than you che non ce n'era una e anche questa non è che sia andata proprio nel migliore dei modi, dal punto di vista dei fatti. Parlo dello scalpore che hanno suscitato gli eventi, che è innegabile. Poi i fan di Vettel ne sono stati contenti e, incredibilmente, ne sono stati contenti anche i fan di Raikkonen, ma tant'è: c'è chi non ha visto bene la faccenda e mi limito a riportarlo.
- Mai avrei potuto immaginare, dopo sedici anni, che qualcuno si sconcertasse nel vedere Raikkonen silenzioso, serio e imbambolato, ma è successo anche questo. C'è anche chi lo accusa di essersi comportato male nei confronti della Ferrari sostenendo di non essere soddisfatto del risultato.
- Rosberg che faceva le interviste sul podio... sì, insomma, da qualche parte lì intorno, è stato stylish, tanto che ho sperato che lo chiamassero anche a fare le interviste sul podio del GP di Germania. Poi mi sono ricordata che non ci saranno le interviste sul podio, non ci sarà un podio e non ci sarà nemmeno il gran premio di Germania.
- Con tutto quello scrivere #JBisBack (non ho capito questa mania di usare le iniziali, pensavo che si facesse solo con Coulthard, una volta)... Button was back anche nel senso che più back che ultimo non si può. Ha coronato il weekend guadagnandosi una retrocessione sulla griglia di partenza per il prossimo evento, che probabilmente non ci sarà mai. C'è chi dice che è stato al livello delle aspettative e che non ha sfigurato. Io rimango del parere che se ci fosse stato Ferniiii al posto suo avrebbe dovuto impegnarsi parecchio per fare così tanti danni, ma che sarebbe stato meno dannoso per chi gli stava di fianco: c'è chi vola e chi fa volare gli altri e i Buttonso appartengono a due categorie contrapposte.
- Non è che i nomi McLaren e Honda non siano degni di stare sulla stessa vettura, ma per scaramanzia credo che sia più opportuno evitarlo.
- #JapanCaputMundi e, come avviene spesso, a Indianapolis si sono visti in azione nelle posizioni che contavano vecchi, rookie e outsider, invece che i favoriti. Se non accadesse, credo che ne resterei profondamente sorpresa.
- Ci sono rimasta male quando ho letto e sentito commenti poco positivi nei confronti del Piccolo Chilliiii. Ammetto che finora, a parte quella vittoria in Indylights che gli è valsa l'interessamento di "tutti i team di Indycar tranne uno" a suo tempo, non l'avevo mai visto fare performance particolarmente elevate. Però se a recuperare posizioni grazie alla strategia fosse stato qualcuno tipo Dixon o Hunter-Reay, immagino che avremmo sentito degli elogi. Tra parentesi, c'è stato un momento mi ero illusa che Chilton potesse vincere. Per quanto io abbia apprezzato parecchio la vittoria di Sato, mi sarebbe piaciuto di più se avesse vinto contro ALTRI piloti.
- Dall’altra parte dell’oceano si discute di chi, tra Fernando Alonso ed Ed Jones, meritasse effettivamente il titolo di Rookie of the Year andato ad Alonso. Non è la prima volta che va a finire così, visto che, invece di assegnare il titolo al rookie meglio classificato affidano a una giuria di esperti l’incarico di votare a loro piacimento rendendolo una sorta di #RookieDriverOfTheDay, e diversamente dal #DriverOfTheDay è una cosa che conta per le statistiche. Se invece di polemizzare a proposito di Alonso e Jones polemizzassero a proposito del meccanismo in sé, forse sarebbe meglio.
- Nello stesso weekend c'è stata anche la NASCAR: la Coca Cola 600 è stata vinta da Austin Dillon, classe 1990, che ha un fratello minore di nome Ty che gareggia a sua volt nella Sprint Cup. Secondo è arrivato Kyle Busch, che mesi fa è stato coinvolto in una rissa post-gara dopo un incidente, rissa che ha coinvolto lui, l’altro pilota coinvolto nell’incidente e diversi membri della pit-crew di quest’ultimo. Terzo Martin Truex Jr, uno che si chiama Junior senza che si sappia effettivamente di chi sia figlio. A seguire hanno completato la top-ten Matt Kenseth, Danny Hamlin (uno che veniva insultato dai fanboy americani di Answers Yahoo in passato), Kurt Busch (il fratello di Kyle), Erik Jones (che non è parente di Ed Jones e che due giorni dopo la gara ha compiuto 21 anni raggiungendo quindi la drinking age), Kevin Harvick (uno che una volta ha preso un paio di sberle da Montoya, all’epoca in cui Montoya gareggiava in NASCAR-), Ryan Newman e Dale Earnhardt Jr.
- Martedì sera Sebby e Iceman sono stati spediti allo Juventus Stadium a giocare la Partita del Cuore insieme a gente random. Iceman ha fatto tre goal e ha sorriso in tutte e tre le occasioni. Dopo avere sbagliato un tiro in porta, inoltre, si è messo a ridere insieme al portiere della Nazionale Cantanti. Probabilmente quello non era il vero Iceman, ma un cyborg che si fingeva lui. La Partita del Cuore ha varcato i confini nazionali, in quanto le Tumblrere vi hanno dato un certo peso, dato che si sono visti i Simi scambiarsi parole e sorrisi. Certo che un cappellino se lo potevano anche lanciare... o hanno paura di essere definiti una “problematic ship” come i fescion model?
- Ritengo plausibile che in molti non abbiano letto questo commento fino in fondo, dato che mi sono messa a parlare di Indycar più di una volta. Qualora l’abbiate fatto complimenti, avete letto il mio Commento più lungo di sempre!
EDIT. Arrivati a questo punto vorrei rivolgere le mie più sentite scuse a Rick Mears, vincitore di QUATTRO Indy 500, non tre come ho scritto nel commento. Peraltro ha vinto anche quella che fu disputata il giorno stesso della mia nascita.
EDIT II. Sono entrata un po' in confusione, Ed Jones non ha messo un like a un mio post su Montoya, ma a un post su Barrichello. E' stato invece il team Newman Haas a mettere due like a due miei post su Montoya.
Ovviamente non mancherà il mio stile classico, con le solite doverose ca**ate e con i soliti doverosi dialoghi immaginari, però quello che vorrei è che, quando avrete ultimato la lettura, abbiate della Cinquecento Miglia di Indianapolis un’idea diversa da “è una gara bellissimahhhh perché ci corre Alonso!!111!!11!” o “è una gara orribilehhhh perché ci corre Alonso!!!!11!!!!” Sapere che oltre ad Alonso c’erano anche altri trentadue piloti sarebbe il minimo. Magari riuscirne a elencare qualcuno potrebbe essere addirittura un’idea migliore.
Vi consolerò comunque da una premessa: io stessa, in passato, diversi anni fa, ho iniziato a seguire la Indycar perché c’era un pilota che mi piaceva (ex ferrarista, si chiama uguale al padre e al nonno, se volete farvi un’idea di chi fosse) e, di per sé, seppure al giorno d’oggi mi renda conto che non sia stato il motivo migliore per iniziare a seguire la IRL, sono felice che sia accaduto perché ho scoperto una serie che mi piace molto. Nel 2012 ammetto di essermi persa varie gare che poi ho recuperato in seguito grazie a Youtube, ma dal 2013 in poi l’ho seguita con regolarità, vedendo le gare in diretta quando potevo oppure nei giorni successivi sul Tubo. Il pilota per cui avevo iniziato a seguirla era nel frattempo andato via, ma la cosa non mi disturbava particolarmente. Anzi, già nel 2012 non era nemmeno il mio preferito in assoluto.
Quello che voglio dire è che, per quanto seguire la Cinquecento Miglia di Indianapolis per Alonso possa non essere il massimo a cui un motorsport-fan potrebbe aspirare, a volte il fine (vedere Alonso in gara) viene giustificato dai mezzi (vedere la gara). Faccio un esempio: comprare una lattina di Redbull Cola perché la lattina ha gli stessi colori della Toro Rosso potrebbe sembrare un’idea un po’ campata in aria, ma potrebbe essere un modo valido per scoprire o meno se ci piace la Redbull Cola. Allo stesso modo chi non aveva mai visto la Cinquecento Miglia e l’ha guardata per Alonso, ora si sarà verosimilmente fatto un’idea di come si gareggia sugli ovali e se il format gli piace oppure no. Dal punto di vista del marketing, inoltre, vedo dei risvolti positivi: è la dimostrazione che, tecnicamente, per rendere popolare una serie anche tra chi non è molto propenso a prenderla in considerazione basta piazzarci un nome altisonante. Sembra poco, ma credo che sia esattamente quello che dovrebbe cercare di fare la Formula E, che sicuramente ha più problemi di popolarità della Indycar. Rimane il fatto che non è il motivo migliore per interessarsi a qualcosa, ma se vogliamo dire le cose come stanno affermazioni tipo “ho smesso di guardare la Formula 1 perché Schumacher si è ritirato” mi sembrano altrettanto, se non di più, campate in aria. Eppure è comunemente accettata l’idea che smettere di guardare la Formula 1 per via del ritiro di Schumacher sia stata una cosa addirittura apprezzabile.
Al di là del fatto che non amo l’ignoranza dei fanboy, che magari vanno in giro a fare affermazioni sulla Indy 500 di cui talvolta non sanno niente, ritengo di potere dire che amo ancora di meno l’ignoranza degli hater (e sulla mia bacheca di Twitter ne ho visti parecchi, e non scrivevano tutti nella stessa lingua) che facendo 2+2 decretava che la Indy 500 è una gara orribilehhhh perché ci corre Alonso, che tutti quelli che la seguono hanno iniziato a guardarla quest’anno solo per Alonso, che i veri appassionati non esistono e che, di conseguenza, chiunque veda la Indy 500 sia un fanboy che non ne capisce niente di automobilismo “vero”. Già il fatto che la gara più celebre storica al mondo sia vista come qualcosa che non fa parte dell’“automobilismo vero” mi preoccupa profondamente, ma l’assunzione che nessuno la apprezzi per quello che è mi lascia alquanto costernata. Tra parentesi, tutti questi commenti sono basati solo ed esclusivamente su UN PILOTA, che viene fatto coincidere con UN’INTERA SERIE e con UNA GARA CHE ESISTE DAL 1911, settant’anni prima della sua nascita. Di fatto sarebbe come se Scott Dixon partecipasse a un gran premio di Formula 1 e una gran massa di detrattori di Dixon iniziasse ad accusare tutti gli appassionati di Formula 1, anche quelli storici, di guardare la Formula 1 solo per Dixon e la Formula 1 di essere una serie orribilehhhh solo per la sua presenza. Non so se mi spiego, ma credo che gli appassionati di Formula 1 lo troverebbero un comportamento molto irritante, quindi non vedo perché gli appassionati di Indycar non dovrebbero avere la stessa reazione. È già difficile convivere con i fanboy, ma quando poi ti trovi sul tuo dashboard di Twitter gente che afferma che tutti quelli che guardano la Indy 500 sono dei fanboy di Alonso che guardano una gara di m*rda, insultando la Indy 500 solo perché non gradiscono uno dei trentatré piloti che vi prendono parte, e che non prendono minimamente in considerazione l'idea che ci fosse molta gente che la Indy 500 se l'è guardata anche l'anno scorso o quello precedente o quello prima ancora, ti inizi a chiedere chi te lo fa fare di tenere i social network aperti. Ho beccato anche gente che commentava il fatto che fosse inutile guardare la Indy 500 perché "c'è Alonso e non Hamilton che è migliore" o "c'è Alonso e non Vettel che è migliore". Seriamente, se non vi rendete conto voi, in prima persona, che Alonso è un pilota che prende parte alla Indy 500 e non è la gara stessa, e ne parlate più voi di quanto non facciano i suoi fan o la gente che sta guardando la gara, forse avete più problemi voi della gente che guarda la Indycar magari da anni e che magari da altrettanti anni scrive sintesi o commenti di ogni gara... e forse, e lo ribadisco, forse, c’è anche caso che abbiate addirittura più problemi voi dei fanboy stessi, specie se commentate per ore una gara che non state nemmeno guardando.
Ora comunque mettiamo da parte questo discorso e procediamo, perché dobbiamo apprestarci a vivere il GP di Monaco e la Indy 500 e, per partire, dobbiamo mettere nero su bianco un po’ di faccende che potrebbero apparirvi oscure.
[L’INIZIO: SPIEGARE COS’È LA INDY 500 A CHI NON LO SA...]
La Indy 500 è una gara che si svolge su un ovale, in cui si gira in senso antiorario a una velocità di circa 400 km all'ora, e prevede duecento giri. Si svolge nel Memorial Weekend: si tratta del fine settimana che precede il Memorial Day, l'ultimo lunedì di maggio, ed è una festa per commemorare i militari deceduti in guerra o comunque servizio. La Indy 500 si svolge la domenica del Memorial Weekend, che può cadere tra il 24 e il 30 Maggio. Ciò significa che, essendo le date della Indy 500 fisse, nessuno si può lamentare della loro scelta e del fatto che si sovrapponga con altre competizioni. Di fatto anche una celebre gara di Nascar, la Coca Cola 600, si svolge nello stesso weekend, anche se diverse ore più tardi, tanto che esiste la possibilità che ci siano piloti che, salendo su un aereo subito dopo la fine della Indy 500 per recarsi a Charlotte, partecipano a entrambe (l’ha fatto Kurt Busch nel 2014). Le qualifiche si svolgono nel weekend precedente (in questo caso quello del 20/21 Maggio, mentre la gara si è svolta il 28 Maggio, lo stesso giorno del GP di Montecarlo).
Nella Indy 500 ci sono una lunga serie di tradizioni che si svolgono nei vari giorni in cui non ci sono né le qualifiche né la gara, ma vi svelo un segreto: gran parte di queste non contribuiscono a comprendere quale sia il funzionamento della gara, pertanto non è necessario approfondirle in questa sede. Se qualcuno vi parla del Carb Day e non avete idea di che cosa sia, rispondete "sì, sì" e farete senza ombra di dubbio una bella figura. Ad ogni modo è molto probabile che chi avete di fronte non sappia cos'è il Carb Day, quindi è difficile che ve ne parli. Al momento vi basta sapere che le qualifiche si svolgono nel weekend precedente alla gara e che al sabato viene decretato il gruppo dei nove piloti più veloci e quello di tutti gli altri. Tutti gli altri, la domenica pomeriggio (la sera, da noi), si qualificano per le posizioni dalla decima in poi, mentre il gruppo dei fast-nine si contendono la pole position e vanno a occupare le prime nove posizioni sulla griglia di partenza. La classifica della griglia di partenza viene stilata su una media della velocità ottenuta in tre giri lanciati consecutivi. Se un pilota per qualche ragione non può prendere parte alla gara dopo essersi qualificato, il suo posto non rimane vuoto come accadrebbe in Formula 1, ma il suo sostituto parte dall'ultima posizione sulla griglia di partenza, perché il numero delle vetture al via non cambia MAI, sono sempre trentatré. In caso ci siano più piloti entranti, rimane qualcuno che risulta non qualificato.
La gara inizia alle 12.00 locali (o meglio, verso le 12.20 locali) e, come da tradizione, prima c'è sempre qualche personalità importante che dà il comando "ladies and gentlemen, start your engines" (o semplicemente "gentlemen, start your engines" in cui non ci siano presenze femminili, ma dato che è fin dai tempi di Sarah Fisher in cui tutti gli anni c'è sempre stata almeno una donna, ciò è irrilevante). A quel punto le vetture scendono in pista. La partenza è lanciata, ovvero dietro la safety-car, e le vetture sono allineate tre per tre come da griglia di partenza. Sebbene nessuno abbia mai vinto dalla 33esima e ultima posizione, molto raramente la griglia di partenza rispecchia l'ordine d'arrivo e non è da escludersi che, nelle oltre tre ore di gara ci siano colpi di scena tali da portare alla vittoria qualcuno che si è ritrovato nelle retrovie ad un certo punto della gara. L'imprevedibilità è all'ordine del giorno. Inoltre è la gara che forse meglio può essere descritta dalla citazione "il secondo è il primo dei perdenti": diversamente da quanto succede in molte altre gare, nessuno gareggia per il podio o per i punti e chiunque ne intraveda la possibilità punta alla vittoria. Vincere la Indy 500 dà mooooolto più prestigio che vincere il campionato di Indycar. Per fare un paragone, se per il GP di Monaco funzionasse come per la Indy 500, in termini di prestigio, piloti come Panis e Trulli sarebbero portati su un piedistallo e sarebbero considerati molto di più di gente tipo Piquet Sr o Mansell.
[INDY 500: MAKING OF]
Sabato 21 il Sommo Ferniiii si è qualificato nella top-9 ed è stato acclamato. Domenica 22 il Sommo Ferniiii è andato in pole provvisoria ed è stato acclamato. Purtroppo per lui in quattro hanno battuto il suo tempo, ma una quinta posizione era comunque considerata meritevole delle acclamazioni generali... e non dico solo da parte del classico uomo della strada, almeno a giudicare dall’espressione contrariata di Tony Kanaan, che stava due posizioni più indietro. E Kanaan è un trollone, è difficile vederlo contrariato.
La pole position l'ha conquistata il neozelandese Scott Dixon, che gli americani chiamano Iceman, che i telecronisti latinoamericani chiamano kiwi e che secondo Sportmediaset ha un nome “da detersivo” (caratteristica che condivide con un altro). Qualcuno potrebbe chiedersi se ha qualche similarità con il "nostro" Iceman. Direi di no, a parte il fatto di avere superato i trent'anni già da un po' e a dire la verità anche i trentacinque. Il secondo posto l'ha conquistato "nonno" Ed Carpenter, titolare di un team (che in passato ha posseduto in partnership con Sarah Fisher), come pilota gareggia soltanto sugli ovali e per il resto dell'anno sta lì a gironzolare mentre altri guidano al posto suo. Sua madre è sposata con Tony George, il Bernie Ecclestone della Indycar. Il terzo posto sulla griglia di partenza è andato ad Alexander Rossi, quello della Manor, che tra parentesi ha vinto la Indy 500 l'anno scorso. In seconda fila, al quarto posto, si è qualificato il Grande Samurai Takuma Sato, e non credo di avere altro da aggiungere, dopodiché quinto Ferniiii e sesto JR Hildebrand, uno che alcuni anni fa era in testa alla Cinquecento Miglia e lo è rimasto fino a un attimo prima di tagliare il traguardo. Per salvaguardare la sua immagine, preferisco non citare che cosa sia accaduto dopo. Gli ultimi tre della top-9 sono stati: al settimo posto l'ultraquarantenne brasiliano Tony Kanaan (il best friend forever di Barrichello), ottavo l'americano Marco Andretti (figlio di Michael e nipote di Mario, che per dirla come va detta è uno che non cava un ragno dal buco da anni), nono l'australiano Will Power (professione sventolatore di dito medio, molto abile nel perdere campionati all'ultima gara, anche se anni fa è finalmente riuscito a vincerne uno), l’altro che ha un nome da detersivo secondo Sportmediaset.
Andiamo oltre la top-9, partendo dalla quarta fila: 10° Ryan Hunter-Reay, altrimenti noto come RHR, uno dei pochi americani che in questo secolo hanno vinto la Indy 500, 11° Ed Jones, cittadino degli Emirati Arabi Uniti, di origine britannica, probabile fanboy di Montoya in quanto alcuni giorni fa su Instagram ha messo un like a un mio post a proposito della vittoria di Juan-Tombino nel 2015, 12° Oriol Servià, ultraquarantenne spagnolo, che curiosamente è nato lo stesso identico giorno di Trulli (a rendere tutto ancora più pittoresco i due hanno anche gareggiato nello stesso campionato, per breve periodo, agli albori della Formula E), il cui accento sul finale del suo cognome viene costantemente ignorato da tutti, nel mondo, a parte i telecronisti latinoamericani. Quinta fila: 13° Mikhael Aleshin, di nazionalità russa, alcuni anni fa è stato definito come scarso da alcuni fanboy italiani solo ed esclusivamente per la sua nazionalità, 14° Graham Rahal, figlio d'arte americano di origini libanesi, la cui moglie Courtney Force è pilota NHRA, 15° Max Chilton... il piccolo Chilli! AAAAAAAWWWWWWW! Sesta fila: 16° Charlie Kimball, che è americano ed è diabetico, 17° il canadese James Hinchcliffe che in passato ha portato anche il numero 27 e ciò ha avuto rilievo prevalentemente perché oltre ad essere un connazionale delle marmotte è anche un connazionale di Gilles Villeneuve, 18° l'ultraquarantenne colombiano Juan Pablo Montoya su cui spero vivamente di non dovere aggiungere altro perché mi auguro che i miei lettori siano al corrente della sua identità e del fatto che la sua eterna sfida contro i tombini non sia ancora terminata. Settima fila: 19° Helio Castroneves, ultraquarantenne brasiliano vincitore peraltro di un'edizione americana di Dancing With The Stars alcuni anni fa (tra parentesi, è l'altro best friend forever del best friend forever di Barrichello, e diversamente da Kanaan che è calvo, ha capelli sempre perfetti e non è mai spettinato, nemmeno dopo tre ore di gara - ma non come Leo 2.0 che ha i capelli che sembrano pettinati ad arte con effetto spettinato anche quando è effettivamente spettinato, H3lio ha proprio i capelli old style tirati all'indietro, un po' come i piloti degli anni '60), 20° Jay Howard, britannico con qualche partecipazione all'attivo nella Indy Racing League risalente ad anni fa, 21° Sage Karam, pilota biondo con gli occhi azzurri che piaceva molto alle fungirl di Tumblahhhhh appassionate di Indycar che seguivo su Tumblahhhh molto tempo fa. Ottava fila: 22° Josef Newgarden, americano biondo con gli occhi azzurri, ricorda vagamente Raikkonen, decisamente più giovane e decisamente più pieno di brufoli (anche se negli ultimi anni i brufoli sono significativamente calati), 23° Simon Pagenaud, francese di cui per qualche strana ragione i telecronisti US pronunciano il nome "saimon" all'inglese e che sul musetto della sua vettura porta il numero 1 per ovvie ragioni, 24° Carlos Muñoz, che credevo argentino e nato nel 1987, ma ho scoperto googlandolo nello scrivere questo commento che è colombiano e che è del 1992. Nona fila: 25° Gabby Chavez, che è anche lui colombiano, o per meglio dire "Colombian-American", di cui Wikipedia mi informa che ha gareggiato sia con licenza americana sia con licenza colombiana (quindi, Gabby, non venire mai a gareggiare in Formula 1, perché di piloti con nazionalità particolari ne abbiamo già avuti abbastanza e, vista la presenza di un certo franco-svizzero al volante della Haas, non li abbiamo ancora esauriti), 26° Conor Daly, che è il figlio di nazionalità statunitense dell'irlandese Derek Daly che gareggiava in Formula 1 negli anni '80, 27° Jack Harvey, britannico, proveniente dalla Indylights. Decima fila: 28° Pippa Mann, che si distingue dagli altri piloti per essere donna, è britannica ed è sposata con un uomo dai capelli rasati da lei definito semplicemente "him" su Instagram, il nome di questo individuo è destinato a non essere svelato ed è sorprendente che non se ne vada in giro con il sacchetto di carta in testa, diversamente dalle bambine senza nome di Vettel, 29° Spencer Pigot, da me ribattezzato Spencer Maialotto, vincitore del campionato Indylights nel 2015, 30° Buddy Lazier, vincitore della Indy 500 nel 1996, il pilota più vecchio presente sulla griglia di partenza, dati i suoi 49 anni. Undicesima fila: 31° Sebastian Saavedra, colombiano, che ho scoperto nel googlarlo essere nato nel 1990 (OMG, pensavo che fosse uno sui 35 anni o più!), 32° Zach Veach, giovane debuttante americano, infine 33°, prendendo il posto lasciato vacante da Bourdais (uscito con diverse fratture da un brutto incidente nella sessione di qualifiche del sabato), è stato annunciato l'australiano James Davison, che qualche tempo fa mi ha messo un like su Instagram a una foto in cui fingevo di bere da una scarpa per celebrare l'imminente inizio del campionato di Formula 1.
Parlando delle conseguenze fanboy-friendly del quinto tempo di Alonso, c’è da dire che una parte di suoi hater sono diventati seduta stante suoi fanboy (magari hanno avuto lo stesso effetto che io ho avuto anni fa con Juan-Tombino, non ne ho idea... per gli appassionati di Formula 1 che guardano già la Indycar, di solito l’arrivo di piloti provenienti dalla F1 è abbastanza entusiasmante, anche se si tratta di gente tipo Chilton o Rossi che quando erano in F1 nessuno prendeva in considerazione) e si sono rimangiati tantissime loro affermazioni di un tempo.
Nel 2005 non c’è stato nessun campionato vinto per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato, con conseguenza che il 2005 è stato tolto dalla black list del motorsport.
Nel 2006 idem, non c’è stato nessun campionato vinto per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato. Anche il 2006 è stato tolto dalla black list del motorsport.
Dato che in quel periodo storico non c’è più niente di falsato, se vogliamo continuare a vivere in un alternate universe di vittorie falsate, dobbiamo guardarci intorno e cercarlo con molta cura altrove (più lontano di quanto in molti hanno fatto fino a poco tempo fa, oserei dire, ed è meglio se mi fermo qui), quindi proporrei di rendere falsata così, d’ufficio, la Indy 500 del 2006, in quanto Sam Hornish ha rubatohhhh una vittoriahhhh a Marco e Michael Andretti!!!11!!!1!! Peraltro Hornish richiama “horn” quindi le corna, quindi i tori, quindi la Redbull, e casualmente quella gara è stata disputata proprio nel giorno stesso in cui la Redbull aveva ottenuto il primo podio! Coincidenze? Io credo di no...
[GP MONACO: MAKING OF]
Mentre negli States succedeva quanto vi ho appena raccontato, da questa parte dell'oceano era già da una settimana che, andando a curiosare su Tumblr, avevo scoperto di pettegolezzi a proposito di un ipotetico Piccolo Principe in arrivo. Ragione di questi pettegolezzi, di cui non ho trovato traccia in nessun altro sito, era che Leo 2.0 e sua moglie erano stati visti uscire dall'ospedale di Monaco qualche giorno prima. Naturalmente qualche fonte non meglio precisata ha fatto partire il rumor di una gravidanza... perché si sa, nessuno va mai all'ospedale per altre ragioni, che ne so, per una visita oculistica.
Curiosamente il rumor era azzeccato e alcuni giorni più tardi Leo 2.0 ha annunciato su Twitter e su Instagram l'arrivo di un Piccolo Principe, che un giorno chissà, potrebbe fare coppia con la piccola Rianna Raikkonen che ha visto la luce poco dopo il Gran Premio di Spagna. La cosa che più mi lascia sconvolta è che anche quando Jensinho divorziò da Jessica Michibata lessi la notizia su Tumblr, non ne trovai conferma da nessun'altra parte, e poi il giorno dopo venne fuori che effettivamente Jensinho e sua moglie avevano divorziato.
A proposito di Jensinho, come da buona tradizione, si sa che non appena Ferniiii lascia un team questo inizia ad ottenere risultati leggermente più presentabili come un curioso per quanto pittoresco doppio approdo in Q3.
Voce fuori campo: "Non dimentichi niente?"
L'Autrice(C): "Del tipo?"
Voce fuori campo: "Le prove libere."
L'Autrice(C): "Ah, già..."
Giovedì pomeriggio, mentre ero al lavoro, per radio ho sentito al notiziario una news a proposito della prima sessione di prove libere. Informava che Hamilton aveva ottenuto il miglior tempo davanti a Vettel, Verstappen, Bottas, Ricciardo e che Raikkonen aveva ottenuto soltanto il settimo tempo. Mi sono chiesta lungamente chi fosse arrivato sesto e perché non meritasse una menzione. In realtà non avrei dovuto lamentarmi, perché generalmente per radio di piloti contemplati ce ne sono sempre stati soltanto quattro, che peraltro sono rimasti solo tre, dato che uno di costoro era quello che quest'anno sta a casa a gironzolare e a ingravidare la moglie, e che già B077as e i due torelli sono soltanto dei signori nessuno. Curiosità, il signore nessuno che aveva ottenuto il sesto tempo è proprio quello che un tempo rappresentava il Malehhhh Assolutohhhh e che, in attesa di scappare in Messico sotto il falso nome di J.Mirtillo [cit. Gio] attualmente gareggia in F1 con il nome di Dany Vodkvyat. Le "Toro Rosso di Faenza" [cit. mio padre] hanno raggiunto entrambe la top-5 nelle libere 2, ma quello l'avrei scoperto soltanto molto più tardi, perché nonostante io abbia lavorato fino alle otto di sera, a quanto pare la notizia non era ancora giunta in redazione. Specifichiamo: non credo che avrebbero comunque parlato dei vitellini rossi... ma almeno un po' di interesse per il miglior tempo di Sebby me lo aspettavo.
Curiosità: se ne è parlato venerdì pomeriggio, durante un programma di intrattenimento (lo stesso in cui un anno fa lo speaker criticò per due giorni consecutivi Rosberg per avere suggerito di dividere il conto di quella famosa cena di gruppo invece di pagare il conto lui stesso), nel corso del quale non si è accennato minimamente al fatto che fossero già passate ventiquattro ore da quell'evento. Dietro a Vettel c'erano Ricciardo, Raikkonen e appunto le Toro Rosso. Lo speaker, per nulla impressionato dalla presenza di Ricciardo e delle Toro Rosso, e forse neanche da quella del "bollitohhhh", ha fatto un commento che suonava come: si dice che il gran premio di Montecarlo è il più bello del campionato, ma in realtà è quello in cui le vetture vanno più lente e in cui non ci sono duellihhhh e sorpassihhhh perché sorpassare è impossibile, ma appunto se la Ferrari dovesse partire davanti, la difficoltà di effettuare sorpassi renderebbe più facile una potenziale vittoria, pertanto in tal caso il GP di Montecarlo sarebbe davvero il più bello di tutto il campionato...
Al di là del discorso vagamente nonsense, devo ammettere che ho provato una certa ammirazione per quello speaker radiofonico: ha dichiarato senza giri di parole che cos'è che per lui rende un gran premio avvincente, senza nascondersi dietro ai duellihhhh, ai sorpassihhhh, ai tempi di Senna e Schumacher, al kers, al DRS e al cupolino della Redbull. In realtà dubito fortemente che sia al corrente dell'esistenza del cupolino della Redbull, del kers e del DRS, ma non soffermiamoci su queste sottigliezze.
Sebby: "Possiamo soffermarci sul fatto che, deluso dal #GrandeAmmmmore della mia vita, ho deciso di fare il miglior tempo nelle prove libere di sabato mattina e di portare Iceman al mio seguito. AAAWWW!"
Facendo un giro su Tumblaaaaahhhhh ho infatti scoperto che nella giornata di giovedì o di venerdì, a qualche evento di contorno, indossando una giacca con delle borchie(?), il Gangster Rapper è stato immortalato mentre faceva conversazione con Leo 2.0 e con la moglie di quest'ultimo. Deve essere la delusione per il fatto che Gangster Prosciuttello continui a preferire il suo ex ammmmore al suo attuale ammmmore che ha fatto andare Sebby così veloce. L'altra alternativa possibile è che l'ex ammmmore del Gangster Rapper abbia un potere gufico paragonabile a quello di Webber, in presenza del quale improvvisamente le Redbull iniziavano a rompersi a ogni soffio di vento, e che lui faccia lo stesso effetto sulla Mercedes. Dopotutto nel 2006 erano compagni di squadra, quindi probabilmente, se anche il mondiale non è più falsato per via di Ferniiii, possiamo ipotizzare che lo sia stato comunque per via della coppia Webber/Rosberg (non in senso slash, non li vedo bene insieme).
Il Gangster Rapper: "Orrorehhhhhh! La mia macchina va già più lenta di quella di B077as e ho il terrore che le gufate possano incrementare."
Sebby: "Non è la macchina di B077as che va più veloce, è lui che ha la motivazione giusta per andare veloce."
B077as: "Esatto, Iceman mi ha rubato la vodka e ora lo sto inseguendo per andare a riprendermela."
Sebby: "E tu, Gangster? Perché non mi insegui allo stesso modo in cui B077as insegue Iceman?"
Il Gangster Rapper: "Non ti inseguo perché non sei figo né tanto quanto Leo 2.0, né tanto quanto Iceman che ha dato a sua figlia un nome di elevato spicco e che soltanto per l'assenza di un'H si distingue da quello di una delle mie tante fiamme. Ora, però, occupiamoci di cose serie. La Q1 è già terminata, sono usciti di scena Oki, Palmahhhh, Strollface e i Wehrlicson e l'Autrice(C) non ha ancora speso una parola su di loro. Diversamente dalla telecronaca Rai, inoltre, non ha ancora speso una parola per informare i suoi lettori che..."
L'anta dell'armadio: "Scusate per la dimenticanza, ma su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Moltiplicato per infinito."
Ora che l'anta dell'armadio ha provveduto a sopperire alla mia mancanza di contestualizzazione, possiamo passare in Q2, dove Gangster Hammy nel primo tentativo è andato vicino a verniciare un muretto e si è ritrovato nei bassifondi della classifica. Niente paura, c'era ancora il secondo tentativo, dove aveva due giri a disposizione. Nel primo ha avuto una sbavatura mentre si accingeva ad intingere il pennello nella vernice dopo avere già adocchiato il muretto. C'era rimasto solo un giro e Mazzoni ha osservato che doveva fare un giro eccezionale e sperare che nessuno andasse a muro e che non uscisse nessuna bandiera gialla.
Tre.
Due.
Uno.
Stoffy, desideroso di andare a dormire in un van dato che non era abituato a passare in Q2 e in quel momento era addirittura qualificato per la Q3, è finito a muro. Sono uscite le bandiere gialle e al Gangster Rapper non è rimasto null'altro da fare che rientrare mestamente ai box, con la consolazione di avere fatto registrare almeno il penultimo tempo, dato che fino a quel momento Feliiii era verosimilmente stato impegnato a cercare di recuperare la rana, che doveva essere scappata saltandogli fuori dal taschino della tuta, e che non aveva ancora cavato una rana dal buco.
Il primo degli esclusi è stato Vodkvyat, impossibilitato a migliorarsi vista la presenza delle bandiere gialle, davanti a Hulk e a Kmag. La Renault aveva rimediato un 12° tempo, niente di eccezionale per il momento. A proposito di Renault, ha celebrato i propri quarant'anni di storia in Formula 1, e l'ha fatto facendo fare un giro su due vetture degli anni '70 ad Alain Prost e a Jean-Pierre Jabouille (aiutohhhh! come si scrive?). Alla fine del giro quando Jabouille si è sfilato il casco ho notato che indossava un paio di occhiali, mentre Prost ha provveduto immediatamente a girarsi di profilo come sua abitudine mettendo in mostra il suo naso alla francese che tanto fa impazzire le fungirl di Tumblahhhhh. In realtà no, credo che sia la nazionalità francese a renderlo attraente per i loro standard, dato che tutti i francesi sono fighi secondo loro, anche se sprovvisti degli occhi azzurro shocking di Cevert, ma questo è un altro discorso.
Prima di proseguire parlando della Q3 vorrei soffermarmi un attimo su un discorso che riguarda Prost anche se alla lontana. Mercoledì scorso sono stata dalla parrucchiera e mi sono messa a sfogliare una rivista di pettegolezzi (credo fosse "Chi"), che ho trovato decisamente poco interessante, dato che peraltro, oltre a non parlare d'altro che di fidanzamenti, matrimoni, separazioni e divorzi di personaggi del mondo dello spettacolo, gran parte di quei personaggi non sapevo neanche chi fossero (non sono un'aliena, non vengo da un altro mondo, ma buona parte di quei personaggi sono soggetti random che hanno partecipato a qualche edizione random passata di qualche reality show). Poi ho visto la luce: c'era un articolo sull'eprix di Montecarlo che si era svolto una decina di giorni prima! *________* In realtà no, non era esattamente un articolo sull'eprix di Montecarlo, ma un articolo su Naomi Campbell, che era stata presente a quell'evento e che avendo visto l'evento in diretta sapevo che era stata inquadrata per gran parte del tempo proprio accanto a Prost. Quest'ultimo era stato accuratamente escluso da ogni foto e non era minimamente menzionato (probabilmente non era fotogenico abbastanza o forse il suo naso avrebbe distratto l'attenzione dalla Campbell). C'erano foto di Naomi, di Valeria Mazza, del marito di Valeria Mazza e di Alejandro Agag, ce n'era addirittura una in cui compariva Mark Webber, che era esplicitamente menzionato (ed è stata una notevole conquista, per me, dato che la didascalia citava addirittura che era un ex pilota di Formula 1), poi c'era una foto di gruppo dei piloti di Formula E vestiti eleganti a un evento di contorno dell'eprix di Montecarlo, ed erano indicati generalmente come "piloti di Formula E", nel senso che non era citato il nome di nessuno. Per quanto abbia trovato molto più interesssante quella pagina di tutto il resto del giornale, non si può dire che io abbia avuto davvero molte ragioni di essere soddisfatta.
Okay, torniamo a Stoffy, che è andato a dormire in un van dopo che gli era stata assegnata d'ufficio la decima posizione (per il momento, dato che lo aspettava una retrocessione di tre posizioni per incidente nello scorso gran premio). In pista per la Q3 c'erano soltanto in nove, di cui uno era Jensinho! Si è qualificato in nona posizione...
Jensinho: "Tunz tunz tunz, io sono figo e voi no!!111!!!11"
Il suo motore: "Ma io sono nuovo. Dovrai partire in ultima fila ugualmente."
Jensinho: "Oh my Ferniiii."
Incredibile ma vero, per il terzo gran premio consecutivo una McLaren sarebbe stata retrocessa, stavolta le posizioni erano 15, per sostituzione di componenti del motore.
Come prevedibile la top-5 era composta dalle Ferrari-Mercedes-Redbull presenti, mentre sesto...
Carlito Fanboyz: "AAAAAAWWWWWW! Sono in pistahhhh anche senza il miohhhh idolohhhh!"
Si è posizionato davanti a Checo e a RoGro, in terza fila accanto a Dani-Smile. In seconda fila c'erano Bo77as e Verstappino. In prima fila c'erano le Ferrari.
Sulla casella della pole position c'era...
...
...
...
...Siamo stati risucchiati tutti quanti da un buco nero. Non lo scopriremo mai.
Voce fuori campo: "Era da 128 tentativi che non ottenevi la pole. Come ti senti in questo momento?"
Iceman: "Bwoah."
Voce fuori campo: "Hai battuto Sebby. Che effetto ti fa?"
Iceman: "Lo batto sempre durante le nostre sfide."
Sebby: "Sì, ma non vale. Quelle sfide sono, nello specifico, dei drinking game. Non ho speranze di vittoria."
Voce fuori campo: "OMG!!111!!11!!1 Ci sono le Ferrari in primahhhh filahhhh! Se fanno doppietta può succedere di tutto. Perfino Marco Sonniferetti potrebbe vincere la Cinquecento Miglia."
L'Autrice(C): "Sì, va beh, adesso non esageriamo."
[GP MONACO: RACE DAY]
RACE DAY! RACE DAY! RACE DAY! Tutto era molto soddisfacente, per esempio il fatto che a pranzo alla sagra del paese insieme ai miei genitori e a mia nonna si fosse deciso, vista la presenza di quest'ultima, di andare a pranzo alle 12.00 in punto. Alle 13.30 ero già a casa ed ero pronta ad immergermi nella visione di quello che poteva essere un gran premio bellissimo e movimentatissimo vista la presenza in prima fila di entrambe le Ferrari, cosa che non succedeva esattamente da... mhm... Sochi.
Prima di pensare alla prima fila tutta Ferrari, era però doveroso occuparsi di una questione di una certa importanza, casomai qualcuno se ne fosse dimenticato: le sei vit-...
...
...
...Okay, basta, niente discorsi che tutti sanno già a memoria (propongo che le telecronache della Indy 500 esordiscano menzionando le quattro vittorie di A.J. Foyt e di Al Unser, oltre che le tre di Johnny Rutherford, Rick Mears, Helio Castroneves e Dario Franchitti, che anche il fratello e il figlio di Al Unser siano entrambi plurivincitori e che il figlio di Al Unser si chiami Al Unser Jr), meglio concentrarci sul presente, per esempio la brillante performance che avremmo visto da parte di Jensinho.
Infatti Jensinho avrebbe avuto modo di mettersi in mostra mentre davanti non accadeva nulla di serio, se non qualche sorpasso ai box e la velata osservazione che è comunque molto curioso che, se ci sono sorpassi ai box che riguardano le Ferrari, generalmente riguardino Sebby che supera Iceman mentre non si è mai verificato viceversa, oltre che la velata osservazione che un ordine di scuderia si sarebbe potuto tradurre in un "leave me alone, I know what I'm doing" o, giusto perché qualcuno doveva fare il Ferniiii della situazione in assenza di Ferniiii, "dite che dovrei farlo passare? Siete proprio dei geni", con il conseguente dubbio sul fatto che avesse detto geni o scemi.
Sebby davanti a tutti, Iceman secondo, Dani-Smile terzo superando brillantemente Bo77as e Verstappino tramite pit-stop, il Gangster Rapper che si era fermato dopo rispetto a tutti gli altri, risalendo dalla decima piazza alla settima (ne aveva superati un paio alla partenza e Hulk si era già ritirato per problemi tecnici)...
...
...
...poi il caos. Partito ultimo, in un gran premio in cui si recuperava fermandosi più tardi del previsto, Jensinho aveva avuto la bella idea di fermarsi al primo giro (mi sorprende che non sia partita la storiella ormai decontestualizzata di quella volta che Rosberg spiattellò le gomme al primo giro, fece un pitstop al termine del primo giro e riuscì a terminare la gara nella stessa posizione da cui era partito, cosa che curiosamente, anche se la posizione iniziale era molto diversa, anche Button avrebbe potuto fare senza troppe difficoltà, se fosse arrivato in fondo). Anche Werly aveva avuto la stessa idea di rientrare e si era guadagnato nel frattempo uno stop and go post-gara per un unsafe release proprio ai danni dello stesso Jensinho.
Era da tutta la gara che erano penultimo e ultimo a litigare per i fatti loro, perché si sa che "a Montecarlo non si sorpassa", poi sì, anche se a Montecarlo non si sorpassa in teoria gente tipo Stroll e Palmer rimane sempre gente tipo Stroll e Palmer ed era abbastanza preoccupante che nessuno guadagnasse neanche su di loro, ma quello che conta è che Jensinho sia finalmente riuscito ad aprirmi gli occhi.
A quel punto ho capito che la simpatia, in fondo, è tutto.
Sabato Jensinho stava girando più lento di Stoffy, prima che quest'ultimo andasse a dormire in un van. Parlo di Stoffy, quello che in genere viene portato su un piedistallo perché cosa importa se è più lento di Ferniiii, dopotutto Ferniiii è Ferniiii. Jensinho invece non è Ferniiii e in realtà non è che sembri neanche più se stesso. Forse quando dicevo che il suo nome viene scritto solo per abbellire la grafica, già anni fa, non mi sbagliavo più di tanto. In gara è partito ultimo ed è rimasto ultimo senza tentare di avvicinarsi a Werly per un potenziale sorpasso. Quando l'ha fatto, era meglio se non l'avesse fatto e ha spedito Werly parallelo alle barriere, con un mezzo cappottamento.
Perché ho parlato di simpatia? Mhm... forse perché il fatto che Jensinho sia decisamente più simpatico di Platinum Jacques fa sì che tutti quanti in branco chiudiamo un occhio e con quell'altro guardiamo altrove, mentre in passato stavamo con gli occhi puntati su Platinum Jacques, che sulla BAR infangava la propria reputazione, a nostro dire, e che sulla Sauber è meglio non parlarne. Almeno Platinum Jacques la Sauber la guidava e una volta è anche salito sul podio, Jensinho una Sauber l'ha usata come giavellotto...
Il momento più eroico del weekend di Jensinho è stato senz'altro quello in cui usciva dalla corsia dei box, da cui si apprestava a partire per la gara e per andare a fare danni.
Ironia della sorte ha voluto che Ferniiii, seppure a Indianapolis, riuscisse a intromettersi anche nei team radio di questo gran premio.
Qualcosa del tipo:
"Buona fortuna, Jensinho."
"Aaaawwww, grazie."
"Tratta bene la mia macchina."
"Sì, piscerò sul sedile."
Non è chiaro se Jensinho abbia pisciato sul sedile (per la cronaca, la conversazione sopra riportata è, con poche varianti, accaduta anche nella realtà), frase che Ivan Capelli si è rifiutato di tradurre, ma se non altro ha trattato abbastanza bene la vettura: quando è stato il momento di distruggerne una, ha optato per distruggere quella di un altro!
A questo punto credo che sia doveroso fare una piccola precisazione: non ho niente contro Jensinho e quello che ho detto "contro" di lui non vuole essere un'offesa. L'ho ripetuto decine di volte ma mi sembra il caso di ripetersi un'altra volta: non è che perché certi piloti hanno più di altri la tendenza ad essere messi su un piedistallo (curiosamente neanche sempre nei momenti migliori della loro carriera) io abbia il dovere di astenermi dal commentare le loro performance. Se Feliiii fosse andato a sbattere alla Sainte-Devote e l'avessi preso per i fondelli per quella ragione, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire, giusto per chiarire il concetto, quindi dovrebbe essere doveroso aspettarsi lo stesso trattamento anche per altri, specie considerando che Feliiii, non è andato a sbattere... ma in compenso per non fare sfigurare troppo Jensinho c'è andato Stoffy che dorme in un van, desideroso di abbandonare la sua decima piazza per andare a dormire in un van.
Prima, però, erano accaduti alcuni fatti di un certo livello: safety car + crash di Sonyericsson dietro la safety car. Al restart, nel frattempo, Dani-Smile rischiava di verniciare muretti. Non l'ha fatto, o almeno è riuscito a salvare la macchina. È arrivato terzo, dopo che altri eventi random erano accaduti nelle retrovie: contatto Checo/Vodkvyat, Vodkvyat ritirato, Checo ai box e poi in pista a ottenere il giro più veloce, Feliiii che risaliva in nona posizione e la Williams che portava a casa due punti abbastanza insperati alla vigilia della gara, Strollino che andava a parcheggiare ai box...
Nel frattempo c'è stato un attimo in cui ho visto l'avvicinarsi della luce.
Bastava uno.
Bastava uno dei primi dieci che si sacrificasse per la causa.
Nessuno l'ha fatto.
Nessuno l'ha fatto e poco più di un secondo ha separato Jolly Palmahhhh dalla zona punti, una zona punti a cui, per la prima volta nella storia, hanno avuto accesso entrambe le Haas.
Riassumiamo. Il risultato è stato il seguente: 1. Sebastian Vettel (Ferrari), 2. Kimi Raikkonen (Ferrari), 3. Daniel Ricciardo (Redbull), 4. Valtteri Bottas (Mercedes), 5. Max Verstappen (Redbull), 6. Carlos Sainz (Toro Rosso), 7. Lewis Hamilton (Mercedes), 8. Romain Grosjean (Haas), 9. Felipe Massa (Williams), 10. Kevin Magnussen (Haas), 11. Jolyon Palmer (Renault), 12. Esteban Ocon (Force India), 13. Sergio Perez (Force India), 14. Lance Stroll (Williams), 15. Daniil Kvyat (Toro Rosso), Rit. Stoffel Vandoorne (McLaren), Rit. Marcus Ericsson (Sauber), Rit. Pascal Wehrlein (Sauber), Rit. Jenson Button (McLaren), Rit. Nico Hulkenberg (Renault).
[UN DOPOGARA MOLTO DISORGANIZZATO...]
Finora mi sono trattenuta e ci sono andata abbastanza piano con i dialoghi immaginari, ma credo di non poterne più fare a meno.
Le fungirl di Tumblahhhh, da mesi: "Sarebbe bellissimo se Leo 2.0 facesse le interviste sul podio e ci fosse una scena di #tantoammmmore tra lui e il Gangster Rapper. Aaaaaawwwwww!"
Il Gangster Rapper: "Che bello se sul podio io fossi presente. Aaaaaawwwww! Invece la gara è appena finita e me ne sto già andando a casa, attorniato da belle gnocche."
Le belle gnocche lì nei pressi: "Scusa, Hammy, ma almeno ti sei fatto una doccia?"
Il Gangster Rapper: "Mhm... effettivamente no, adesso che mi ci fate pensare."
Gianfriiii: "Mentre il Gangster Rapper lascia il circuito, i primi tre classificati si dirigono verso il podio, e quest'anno c'è finalmente un vero podio, non come gli anni scorsi in cui la premiazione avveniva a caso, lì dove c'era posto. Sebby è raggiante, mentre Iceman è chiaramente deluso dal secondo posto: se ne sta immobile e impalato come una statua greca, non parla e non sorride. Se avesse vinto come minimo si metterebbe a festeggiare ballando Gangnam Style e riderebbe in modo sguaiato."
Iceman: "Esatto. Per il momento sto aspettando pazientemente che gli inni nazionali finiscano per potermi impossessare della bottiglia di champagne."
Voce fuori campo: "E sbatterla in testa a Sebby?"
Iceman: "Stica**i, lo champagne me lo scolo. Poi magari ne conservo un po' da portare a Bo77as, mio adorato compagno di sventure."
Sebby: "Io sono figo e Iceman no. Sei d'accordo, Dani?"
Dani-Smile: "Sì, sei così kawaii. Ho voglia di ballare con te come ho fatto con Vodkvyat."
Sebby: "Okay, ma non in pubblico, lo sai che sono timido."
Gianfriiii: "Ora arriverà a fare le interviste sul podio Leo 2.0, che l'anno scorso ha deciso di lasciare questo mondo."
Leo 2.0: "Okay, facciamo che mi gratto."
Gianfriiii: "Non puoi! Sei un principe! Non sarebbe un comportamento principesco!"
Leo 2.0: "Non è principesco farmi attendere. Dove sono quei perdigiorno dei miei ex colleghi?"
Gianfriiii: "Nessuno sta andando a fare le interviste sul podio e a quanto pare nessuno ha detto ai piloti che devono scendere giù."
Voce fuori campo: "Glielo dico io. Scendete."
Così Dani-Smile è finalmente andato a raggiungere Leo 2.0, mentre Iceman stava a debita distanza da tutto e da tutti e Sebby festeggiava cambiandosi cappellino e lanciando il cappellino che si era tolto ai membri del suo team.
L'Autrice(C): "Che delusione... avrebbe dovuto lanciarlo a Iceman e Iceman avrebbe dovuto tirarglielo indietro."
Leo 2.0: "Dani, dove sono i tuoi colleghi, tanto per curiosità?"
Dani-Smile: "Boh, comunque non sono necessari. Ti trovo così hot che ti salterei addosso. Posso procedere?"
Leo 2.0: "Volentieri, ma anch'io sono timido e preferisco non fare certe cose in pubblico."
Iceman: "Potete fare un po' di silenzio? C'è troppa confusione."
Sebby: "Tunz tunz tunz, ho vinto, in cu*o al mio amore glaciale e al mio amore fescion. A proposito, principe, anche tu sei piuttosto fescion. Ho una gran voglia di auto-invitarmi a cena con te."
Leo 2.0: "A proposito, dove si festeggia stasera?"
Sebby: "Non saprei. Dimmi tu il nome del locale e tira fuori i soldi, perché scrocchiamo tutti da te!"
Iceman: "Io non vengo."
Leo 2.0: "A proposito, che cosa ne pensi del tuo risultato?"
Iceman: "Bwoah."
Leo 2.0: "Scusa, ma la gente che ti ascolta non conosce il finlandese. Potresti tradurre?"
Iceman: "Non sono soddisfatto."
Leo 2.0: "Ti capisco. Se tu indossassi una tuta grigia, il mondo si mobiliterebbe per te parlando di un complotto ai tuoi danni."
Iceman: "Come sei gentile a rincuorarmi. Se io fossi un cyborg programmabile per sorridere di tanto in tanto, credo che sorriderei."
Leo 2.0: "Parlando di cose serie, mia moglie aspetta un Piccolo Principe. Mi piacerebbe moltissimo che un giorno diventasse il marito della Piccola Lady Ice."
Iceman: "Okay, ma ora dimmi una cosa. Quel ragazzo che esultava in tribuna per la mia prima pole secoli fa indossando un cappellino della Mercedes con il mio numero di gara che curiosamente è diventato anche il tuo e una bandiera della Finlandia, definito come 'Finnish fan' dai telecronisti British, uguale spiccicato a te, eri tu?"
Leo 2.0: "Questo nessuno lo scoprirà mai. Ora le interviste sono finite. Andiamo tutti in branco a festeggiare bevendo litri e litri di alcool, avendo l'accortezza di scrivere un tweet o due sulla Indy 500 in modo che la gente pensi che ci stiamo dedicando all'attività culturalmente elevata di guardare la Indy 500, quando invece ci stiamo semplicemente ubriacando."
Icemaan: "Bwoah, questa prospettiva mi piace, ma non ho bisogno di fingere di guardare la Indy 500. Mi ritiro sul mio yacht e, per la precisione, nella mia piscina riempita di vodka."
Leo 2.0: "Oh my Kimi never smile."
[LADIES AND GENTLEMEN, START YOUR ENGINES]
Finita la maledizione della Ferrari a Montecarlo, non bastava fare altro che armarsi di pazienza e attendere diverse ore per scoprire se Marco Sonniferetti poteva mettere fine al digiuno di vittorie della Andretti family risalente al 1969 nonostante le numerosissime partecipazioni di membri di quella famiglia.
Naturalmente Sonniferetti era ben lontano dall'essere considerato uno dei favoriti, anzi, era considerato probabilmente il meno favorito di tutti i presenti. Si parlava dell'imminente trionfo del detersivo Dixan. C'era anche chi avrebbe scommesso qualche centesimo su Carpiiii e qualcuno che sosteneva che RHR fosse il favorito, limitandoci al mio dashboard di Twitter.
Poi la gara è iniziata e dopo poco era già lotta per la leadership tra Alexander Non Sono Valentino Rossi e Fernando Non Sono Marc Marquez Anche Se Ne Condivido La Nazionalità.
Non significava niente, in quel momento il vincitore poteva essere sia qualcuno lì nei pressi, dove c'era anche il Grande Samurai, peraltro, o addirittura qualcuno che stava nelle retrovie. Per intenderci, poteva succedere di tutto...
...
...
...
...e il "tutto" si è concretizzato (dopo un inizio molto tranquillo con tutte le vetture ancora in pista e un giro di pitstop in regime di bandiera verde) in un innocente verniciata di muretto da parte di Howard.
L'innocente verniciata di muretto ha avuto l'innocente effetto di sbalzarlo in pista, dove transitava in quel momento il Detersivo. Purtroppo, per leggi della fisica paragonabili a quelle di "Driven", la vettura del Detersivo, colpita dall'altra, ha spiccato il volo e, dopo un cappottamento multiplo, ha rimbalzato contro le reti di protezione ed è ricaduto sulla pista.
Tra una cosa e l'altra, per uno scarto di qualche metro non è ricaduto travolgendo la vettura di Castroneves. Per la seconda volta nel corso della giornata, dopo l'incidente di Wehrlein, ho pensato che qualcuno fosse morto e mi sono sentita sollevata nel rendermi conto che non era così.
La pista era piena di detriti. La gara è stata redflaggata quando aveva appena superato il primo quarto e lo è rimasta per una mezz’oretta. Al restart Fernando Non Sono Marc Marquez, Alexander Non Sono Valentino Rossi e Takuma Non Sono Hiroshi Aoyama erano i primi tre, dietro di loro c’era Carpiiii, ma il suo momento di gloria ha avuto breve durata e a quel punto è arrivato RHR pronto ad asfaltare tutti. Tra una cosa e l’altra il Grande Samurai Taku era in testa, in quel momento, e RHR si è ritrovato terzo dietro a NSVR. Poi Daly è finito a muro e, nel tentativo di evitarlo, anche Harvey è finito fuori: safety car. Tra un restart toppato dal Samurai, un’altra safety car per detriti, un giro di pitstop a favore e quant’altro, RHR è risalito in testa. Dietro di lui era lotta per la seconda posizione ancora tra Alexander Non Sono Valentino Rossi e Fernando Non Sono Marc Marquez. Mentre davanti RHR prendeva il largo e poco più indietro NSVR si arrendeva a Ferniiii, il 49enne Buddy Lazier ha verniciato muretti. In Indycar quando gente di età avanzata per gli standard dei piloti vernicia muretti NESSUNO ha da ridire sulla loro età. È entrata di nuovo la safety car, intanto anche Karam era fermo, c’è stato un nuovo restart e c’è stato un duello per la vittoria tra RHR e Ferniiii, Ferniiii è passato in testa e, dopo un’altra safety car per detriti, plot-twist: Ryan Hunter-Reay si è ritirato con il motore in fumo, cosa che ha portato i telecronisti a interrogarsi se tutte le altre vetture del team Andretti avrebbero fatto la stessa fine. Al momento non lo sapevamo ancora, ma su altre quattro vetture tre erano destinate ad andare fino in fondo e una no.
Credo che sia opportuno, a questo punto, chiarire un concetto: quando su un ovale una vettura inizia a rallentare con il motore in fumo, entra SEMPRE la safety car per questioni di sicurezza. È, di conseguenza, entrata di nuovo la safety car. Dato che ha molta rilevanza quello che è successo dopo, aggiungerei anche che, quando entra la safety car, si può assistere a una differenziazione marcata di strategie. È infatti accaduto che i piloti di testa (quindi Alonso, Rossi e quelli che li seguivano) sono rientrati ai box, dove peraltro NSVR ha avuto problemi durante la sosta, mentre piloti che in quel momento si trovavano a centro gruppo ed era da poco che si erano fermati ai box sono rimasti in pista. Mancavano in quel momento tra i 60 e i 70 giri di gara.
A quel punto avrebbero potuto realizzarsi tre diversi scenari ipotetici:
1) la strategia vincente poteva essere quella dei piloti che erano stati tra le prime posizioni fino a quel momento della gara, in quanto avevano fatto una sosta in più rispetto a quelli che non si erano fermati, pertanto avrebbero fatto una sosta in meno, da strategia;
2) la strategia vincente poteva essere quella dei piloti che invece non si erano fermati, se ci fossero state safety car che consentissero loro di risparmiare carburante per tentare di arrivare in fondo senza fermarsi una volta in più degli altri ma con il rischio di rimanere senza benzina prima di vedere il traguardo (ciò aveva portato, nel 2016, alla vittoria di NSVR);
3) poteva accadere qualcosa, per esempio un ingresso della safety car dopo che i piloti del gruppo 2 si erano fermati ai box e i piloti del gruppo 1 potevano fermarsi durante la SC, il che avrebbe riallineato le strategie.
Quello che conta, però, per cui chiedo una standing ovation, è questo: in quel momento in testa alla Cinquecento Miglia c’era Max Chilton.
Persa la leadership a favore di Kimball al restart, l’ha ripresa dopo un altro restart, in quanto la safety car era tornata subito per via della vettura danneggiata di Carpiiii. Chilliiii è rientrato ai box a 23 giri dal termine e subito dopo, plot-twist!
Davison era fermo, con la vettura in fumo.
Anche Veach era fermo.
L'ingresso della safety car mentre Chilton usciva dalla pitlane mi ha fatta rabbrividire. Significava che, strategia vincente o meno che fosse quella di cui ho parlato al punto 2, i piloti di cui ho parlato al punto 1 sarebbero rientrati tutti ai box in branco un giro dopo rispetto a Chilton e che sarebbero stati dietro a Chilton. In conclusione Chilton era in testa e c'era solo un giro di gap tra lui e i piloti che lo seguivano e di fatto erano su strategie pressoché allineate.
La Indy 500 significa anche questo: un outsider che nessuno avrebbe mai preso sul serio stava in testa alla gara davanti a Castroneves (che, tra parentesi, ad un tratto era precipitato più o meno in ventesima posizione dopo una penalità, e che in un modo o nell’altro era risalito fino alle posizioni che contavano davvero) ed era improvvisamente diventato uno dei favoriti per la vittoria. In quel momento, esattamente, ho avuto la sensazione che potesse accadere qualcosa di epico.
Vorrei soffermarmi un attimo, appunto, a parlare di questo aspetto: la Indy 500 è una gara lunga ed estenuante anche da guardare, ma seppure il telespettatore sappia che cosa sta guardando, la sensazione costante è quella di andare a cercare delle certezze. Quando le certezze decadono, all'improvviso arriva un'altra certezza, che può svanire da un momento all'altro. Vorrei precisare che non è una questione di tifo, ma piuttosto una questione di sensazioni. A volte più che contentezza può essere rassegnazione e, nel più probabile caso che la convinzione riguardi qualcuno che non ti fa né caldo né freddo, semplice accettazione. Dopo metà gara passata a pensare che tutto dovesse decidersi tra Rossi e Alonso, avevo rivalutato Hunter-reay, prima di passare di nuovo a credere che i favoriti fossero Rossi e Alonso. Poi li avevo ritrovati nelle posizioni più basse della top-ten mentre davanti c'erano altri e in quel momento, con Chilton davanti a Castroneves e Sato, le mie sensazioni erano molto diverse. Al di là del fatto che ero molto soddisfatta dall'eventualità che la vittoria potesse decidersi tra tre piloti che per me hanno il loro perché, pur sapendo che tutto poteva cambiare, al momento non prendevo in considerazione altre ipotesi. In realtà non prendevo in considerazione più di tanto nemmeno Sato che era terzo, in realtà, ma quello è un altro discorso.
Poi, all'improvviso, è arrivato il momento in cui ho dovuto smettere per un attimo di pensare alle sensazioni: così, a sorpresa, a 21 giri dalla fine, un istante dopo il restart, c'era un'altra safety car. C'era una vettura in fumo...
...
...
...non so se avete presente quei momenti in cui non riuscite a capacitarvi che quello che sta succedendo stia succedendo davvero. Ecco, è quello che ho provato in quel momento.
Gli speaker hanno pronunciato il nome di Alonso.
Ho pensato che fosse un po' come in Formula 1, con i motori Honda della McLaren.
Poi ho realizzato che anche quella specifica vettura si chiamava McLaren Honda.
Vorrei specificare che a quel punto l'asfalto non si è aperto risucchiando tutte le altre vetture né tanto meno che in quel momento la gara abbia smesso di essere avvincente. In realtà in quel momento Ferniiii era nella seconda parte della top-ten e #SorryNotSorry, quando guardi la Indy 500 non te ne importa proprio niente di scoprire se ad arrivare sesto o settimo sarà Rossi o Alonso. A meno che Rossi o Alonso non superino tutte le vetture che hanno davanti andando a prendersi la vittoria, rimangono due dei tanti, anche se un’ora prima stavano battagliando per la leadership. In quel momento a non essere uno dei tanti era Chilton. Bisognava solo vedere quanto a lungo sarebbe durata prima che precipitasse nel dimenticatoio.
Via la safety car, la gara è ripartita. Proprio in quel momento, purtroppo, ho dovuto allontanarmi dal PC e gli ultimi giri della gara me li sono guardati "in differita", quando già sapevo com'era andata a finire. Le cronache, tuttavia, narrano che nonostante la mia assenza ci siano stati vari piloti che hanno fatto un po' di casino e che in mezzo al crash ci sia finito anche Willpowahhhh (tra gli altri Hinchcliffe e Servià), secondo classificato in campionato nel 2016 dietro a "Saimon" Pagenaud, che condivideva con il vecchio avversario il fatto di non avere cavato un ragno dal buco fino a quel momento.
Poi, dopo il caos e la safety car, è stata la volta del delirio finale, per intenderci, quello che contava DAVVERO per l'assegnazione della vittoria.
Le speranze del falsomaggiorenne Chilliiii sono sfumate.
In testa è passato Castroneves, che inseguiva la quarta vittoria in carriera a Indianapolis, che gli avrebbe consentito di eguagliare il record di A.J. Foyt e Al Unser.
Chilton era ormai fuori dai giochi, precipitato prima in terza e poi in quarta posizione, superato dal rookie Ed Jones, che a quanto pare ha gareggiato anche con licenza britannica, oppure lo sta facendo ora... non ho le idee molto chiare. Comunque sia ci è stato narrato che è cresciuto a Dubai.
Chilton era fuori dai giochi, ma H3lio doveva vedersela con un avversario ben più temibile, il Samurai errante, Takuma Sato, il signore e padrone del caos.
Premesso che è stato senz'altro uno dei giorni più fortunati dell'esistenza di Castroneves, visto che avrebbe potuto essere centrato in pieno dalla vettura di Dixon qualcosa come due o tre ore prima, non era il suo giorno fortunato dal punto di vista del risultato e dell'obiettivo che sta ancora inseguendo. A cinque giri dalla fine Taku l'ha sfilato portandosi in testa. È stato quello il momento decisivo ed è stato quello in cui una nuova pagina del motorsport è stata scritta e Takuma Sato è diventato uno dei pochi eletti che hanno vinto la gara automobilistica più importante al mondo. La prossima volta in cui qualcuno farà battute contro i piloti giapponesi, saprò cosa rispondere.
Curiosità: Sato ha vinto a 40 anni senza che nessuno battesse ciglio o che facesse caso all'età. Secondo è arrivato un 42enne. Poi terzo e quarto sono arrivati due ragazzi, mentre a chiudere la top-5 c'era Kanaan, anche lui di 42 anni. Fuori top-5 il primo era Juan-Tombino, che va per i 42. Mi verrebbe da dire #OldIsGold. E dato che nell'ultimo mese c'è stata una dimostrazione del fatto che se lo merita, mi auguro che qualcuno dia un volante full time a Montoya.
Concludo questa parte del commento con il risultato: 1. Takuma Sato (Andretti), 2. Helio Castroneves (Penske), 3. Ed Jones (Coyne), 4. Max Chilton (Ganassi), 5. Tony Kanaan (Ganassi), 6. Juan Pablo Montoya (Penske), 7. Alexander Rossi (Andretti/Herta), 8. Marco Andretti (Andretti), 9. Gabby Chavez (Harding), 10. Carlos Muñoz (Foyt), 11. Ed Carpenter (Carpenter), 12. Graham Rahal (Rahal), 13. Mikhael Aleshin (Schmidt), 14. Simon Pagenaud (Penske), 15. Sebastian Saavedra (Juncos), 16. J.R. Hildebrand (Carpenter), 17. Pippa Mann (Coyne), 18. Spencer Pigot (Juncos), 19. Josef Newgarden (Penske), 20. James Davison (Coyne), 21. Oriol Servià (Rahal), 22. James Hinchcliffe (Schmidt), 23. Will Power (Penske), 24. Fernando Alonso (Andretti/McLaren), 25. Charlie Kimball (Ganassi), 26. Zach Veach (Foyt), 27. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 28. Sage Karam (Dreyer & Reinbold), 29. Buddy Lazier (Lazier), 30. Conor Daly (Foyt), 31. Jack Harvey (Andretti/Shank), 32. Scott Dixon (Ganassi), 33. Jay Howard (Schmidt).
[CONSIDERAZIONI FINALI: COSA RESTERÀ DEL WEEKEND]
- La Ferrari può vincere a Montecarlo, mentre nessuno che porta il cognome Andretti può vincere a Indianapolis. Mi verrebbe da chiedermi anche se effettivamente ci fosse qualcuno che porta il cognome Andretti in pista, ma a guardare il risultato della gara, e addirittura della top-10, sembrerebbe proprio di sì.
- Le doppiette della Ferrari a quanto pare sono stregate, era dall'epoca di Fernando is faster than you che non ce n'era una e anche questa non è che sia andata proprio nel migliore dei modi, dal punto di vista dei fatti. Parlo dello scalpore che hanno suscitato gli eventi, che è innegabile. Poi i fan di Vettel ne sono stati contenti e, incredibilmente, ne sono stati contenti anche i fan di Raikkonen, ma tant'è: c'è chi non ha visto bene la faccenda e mi limito a riportarlo.
- Mai avrei potuto immaginare, dopo sedici anni, che qualcuno si sconcertasse nel vedere Raikkonen silenzioso, serio e imbambolato, ma è successo anche questo. C'è anche chi lo accusa di essersi comportato male nei confronti della Ferrari sostenendo di non essere soddisfatto del risultato.
- Rosberg che faceva le interviste sul podio... sì, insomma, da qualche parte lì intorno, è stato stylish, tanto che ho sperato che lo chiamassero anche a fare le interviste sul podio del GP di Germania. Poi mi sono ricordata che non ci saranno le interviste sul podio, non ci sarà un podio e non ci sarà nemmeno il gran premio di Germania.
- Con tutto quello scrivere #JBisBack (non ho capito questa mania di usare le iniziali, pensavo che si facesse solo con Coulthard, una volta)... Button was back anche nel senso che più back che ultimo non si può. Ha coronato il weekend guadagnandosi una retrocessione sulla griglia di partenza per il prossimo evento, che probabilmente non ci sarà mai. C'è chi dice che è stato al livello delle aspettative e che non ha sfigurato. Io rimango del parere che se ci fosse stato Ferniiii al posto suo avrebbe dovuto impegnarsi parecchio per fare così tanti danni, ma che sarebbe stato meno dannoso per chi gli stava di fianco: c'è chi vola e chi fa volare gli altri e i Buttonso appartengono a due categorie contrapposte.
- Non è che i nomi McLaren e Honda non siano degni di stare sulla stessa vettura, ma per scaramanzia credo che sia più opportuno evitarlo.
- #JapanCaputMundi e, come avviene spesso, a Indianapolis si sono visti in azione nelle posizioni che contavano vecchi, rookie e outsider, invece che i favoriti. Se non accadesse, credo che ne resterei profondamente sorpresa.
- Ci sono rimasta male quando ho letto e sentito commenti poco positivi nei confronti del Piccolo Chilliiii. Ammetto che finora, a parte quella vittoria in Indylights che gli è valsa l'interessamento di "tutti i team di Indycar tranne uno" a suo tempo, non l'avevo mai visto fare performance particolarmente elevate. Però se a recuperare posizioni grazie alla strategia fosse stato qualcuno tipo Dixon o Hunter-Reay, immagino che avremmo sentito degli elogi. Tra parentesi, c'è stato un momento mi ero illusa che Chilton potesse vincere. Per quanto io abbia apprezzato parecchio la vittoria di Sato, mi sarebbe piaciuto di più se avesse vinto contro ALTRI piloti.
- Dall’altra parte dell’oceano si discute di chi, tra Fernando Alonso ed Ed Jones, meritasse effettivamente il titolo di Rookie of the Year andato ad Alonso. Non è la prima volta che va a finire così, visto che, invece di assegnare il titolo al rookie meglio classificato affidano a una giuria di esperti l’incarico di votare a loro piacimento rendendolo una sorta di #RookieDriverOfTheDay, e diversamente dal #DriverOfTheDay è una cosa che conta per le statistiche. Se invece di polemizzare a proposito di Alonso e Jones polemizzassero a proposito del meccanismo in sé, forse sarebbe meglio.
- Nello stesso weekend c'è stata anche la NASCAR: la Coca Cola 600 è stata vinta da Austin Dillon, classe 1990, che ha un fratello minore di nome Ty che gareggia a sua volt nella Sprint Cup. Secondo è arrivato Kyle Busch, che mesi fa è stato coinvolto in una rissa post-gara dopo un incidente, rissa che ha coinvolto lui, l’altro pilota coinvolto nell’incidente e diversi membri della pit-crew di quest’ultimo. Terzo Martin Truex Jr, uno che si chiama Junior senza che si sappia effettivamente di chi sia figlio. A seguire hanno completato la top-ten Matt Kenseth, Danny Hamlin (uno che veniva insultato dai fanboy americani di Answers Yahoo in passato), Kurt Busch (il fratello di Kyle), Erik Jones (che non è parente di Ed Jones e che due giorni dopo la gara ha compiuto 21 anni raggiungendo quindi la drinking age), Kevin Harvick (uno che una volta ha preso un paio di sberle da Montoya, all’epoca in cui Montoya gareggiava in NASCAR-), Ryan Newman e Dale Earnhardt Jr.
- Martedì sera Sebby e Iceman sono stati spediti allo Juventus Stadium a giocare la Partita del Cuore insieme a gente random. Iceman ha fatto tre goal e ha sorriso in tutte e tre le occasioni. Dopo avere sbagliato un tiro in porta, inoltre, si è messo a ridere insieme al portiere della Nazionale Cantanti. Probabilmente quello non era il vero Iceman, ma un cyborg che si fingeva lui. La Partita del Cuore ha varcato i confini nazionali, in quanto le Tumblrere vi hanno dato un certo peso, dato che si sono visti i Simi scambiarsi parole e sorrisi. Certo che un cappellino se lo potevano anche lanciare... o hanno paura di essere definiti una “problematic ship” come i fescion model?
- Ritengo plausibile che in molti non abbiano letto questo commento fino in fondo, dato che mi sono messa a parlare di Indycar più di una volta. Qualora l’abbiate fatto complimenti, avete letto il mio Commento più lungo di sempre!
EDIT. Arrivati a questo punto vorrei rivolgere le mie più sentite scuse a Rick Mears, vincitore di QUATTRO Indy 500, non tre come ho scritto nel commento. Peraltro ha vinto anche quella che fu disputata il giorno stesso della mia nascita.
EDIT II. Sono entrata un po' in confusione, Ed Jones non ha messo un like a un mio post su Montoya, ma a un post su Barrichello. E' stato invece il team Newman Haas a mettere due like a due miei post su Montoya.
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