Ci sono gare estenuanti e la Indy 500 è una di queste. Però c'è qualcosa di più estenuante ed è la sua sessione di qualifiche, che quest'anno è stata leggermente ridefinita rispetto alle scorse stagioni.
Così è il regolamento di quest'anno: al sabato del fine settimana che precede il Memorial Weekend si va tutti in pista, la sessione di qualifiche dura ore e ore, ciascuno ha a disposizione un certo numero di tentativi. La qualifica consiste in quattro giri consecutivi e l'ordine è dato dalla velocità media.
Alla fine dela giornata i primi nove si qualificano per la Fast Nine: alla domenica andranno a giocarsi la pole position, una sorta di Q3 della Indy 500.
Alla fine della giornata tutti i piloti qualificati tra la decima e la trentesima posizione sono già qualificati, nella posizione ottenuta nella sessione. E' un po' come se fossero usciti in una sorta di Q2.
La Q1, di fatto, è data da quelli che si sono classificati oltre la trentesima posizione, in questo caso sei, perché a questa edizione della Indy 500 c'erano trentasei entry.
I posti sulla griglia sono trentatre, senza eccezioni alla regola, a meno che non sia l'epoca dello split. Però l'epoca dello split è terminata da un pezzo, quest'anno di vetture in griglia non ne vanno più di trentatre... Chi si qualifica dalla trentesima posizione in poi risulta non qualificato. Tutti e sei in pista, con ordine di apparizione a sorteggio, per un'ultima sessione che definisce le posizioni dalla trentunesima in poi. I primi tre andranno in griglia, gli ultimi tre andranno a casa...
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...e nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare di chi fossero i candidati più probabili. Sicuramente Ben Hanley che corre per un team uscito pressoché dal nulla non sarà presente sulla griglia di partenza, dicevano.
Sicuramente Pippa Mann, che corre per un team uscito pressoché dal nulla ed è una pippa di nome e di fatto (sia chiaro, non ritengo che i risultati di questa signora siano particolarmente esaltanti, ma un po' di finezza non guasterebbe di tanto in tanto) e che non si è qualificata l'anno scorso non si qualificherà neanche quest'anno.
Invece no, il caso vuole che a rischiare di non qualificarsi anche quest'anno, per la seconda volta di fila, sia Hinchcliffe, autore di un incidente al sabato.
Hanley va in pista a qualificarsi e ci riesce brillantemente. Per intenderci, non va a piazzarsi in mezzo ai top-driver, ma non dà nemmeno l'impressione di avere il sedile che gli scotta sotto il fondoschiena.
Per la Mann è un po' più difficile, ma alla fine della giornata strappa un trentesimo posto che le vale la penultima fila e il sollievo di avercela fatta.
Hildebrand arranca, ma ce la fa, le Carlin arrancano e due di loro non ce la fanno...
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...ma i riflettori non sono puntati su di loro. Sta accadendo quello che solo fino a qualche giorno fa nessuno avrebbe minimamente preso in considerazione, allo stesso modo in cui finché non si sono visti sbattere la realtà sotto al naso in molti credevano ciecamente nella McLaren Honda dell'epoca turbo ibrida.
Alonso, sulla McLaren formato Indy, non è dentro ai primi trenta.
E' in compagnia di Hinchcliffe, con la Schmidt, il cui compagno di squadra (nientemeno che Ericsson) è già brillantemente qualificato a metà classifica.
E' in compagnia della Dreyer & Reinbold di Karam.
E' in compagnia della Juncos, team che esce dal nulla ogni anno, di Kaiser.
E' in compagnia delle Carlin di O'Ward e di Chilton, mentre quella del part-time Kimball è sulla griglia.
Sei piloti che puntano alla griglia, tre di loro che ci arriveranno domenica, dopo la free practice della top-9...
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...ma piove. Piove di brutto e, quando piove, sugli ovali non si gira. Credo che le gomme da bagnato non esistano nemmeno, per queste situazioni.
La free practice della top-9 viene annullata, i primi nove scenderanno in pista soltanto per il loro giro di qualifica, ma who kers, le prime tre file sullo schieramento non sono quello che interessa in questo momento. Non incideranno più di tanto sulla gara e soprattutto si qualificheranno piloti che sapranno già per certo di andare sulla griglia di partenza.
Il rain delay è interminabile. Il Bump Day doveva iniziare nella tarda mattinata di Indianapolis, mentre è pomeriggio inoltrato. Si avverte la tensione anche sui social, è arrivato il momento di quelli che alla Indy 500 non ci vanno per vincere ma solo per partecipare e che hanno probabilità neanche troppo basse di rimanere fuori dalla gara più importante del mondo. Comunque vada sarà un disastro e ci saranno team che forse, con una non qualificazione, si giocheranno la possibilità di avere degli sponsor per il prossimo anno.
Hinchcliffe è il primo ad andare in pista, nella speranza di non ripetere quello che è successo l'anno scorso. Per lui non qualificarsi potrebbe essere peggio che per gli altri, è un pilota che generalmente lotta per la top-ten.
Fa i suoi quattro giri.
I tempi sembrano buoni, ma può significare tutto e niente. Non è il 107%, è una sorta di demolition derby in cui non si va a sbattere.
È la volta di Chilton.
Già dalla velocità del primo giro si capisce che sta andando tutto a rotoli. I telecronisti parlano di quella volta in cui due anni fa è arrivato quarto, ritrovandosi a lottare per la leadership con la gente che contava e facendo il maggior numero di giri in testa. Meglio di Di Benedetto alla Daytona 500 di quest'anno, almeno è arrivato quarto...
Chilton non si avvicina neanche minimamente ai tempi di Hinchcliffe, per Hinchcliffe è un passo verso la tanto agognata ultima fila, per Chilton è un passo verso la fine.
È la volta di Alonso. Stavolta non i telecronisti non parlano di quando è diventato rookie of the year dopo avere passato tutta la prima parte di gara a lottare per la leadership con Rossi, perché focalizzarsi su un gigante come la McLaren che tenta di qualificarsi per Indianapolis ha più fascino.
La sua velocità è meh, non al livello di Hinchcliffe, ma ben altra storia rispetto a Chilton. Si piazza dietro a Hinch e davanti a Chilton, appunto.
E' la volta di Karam, quello che anni fa gareggiava full time, a cui Carpenter una volta ha fatto la predica e che, ai tempi, per la sua giovane età ha dato vita a un podio analcolico.
Passa i campionati a cercare disperatamente sponsor per un volante, da allora. Stavolta cerca disperatamente di entrare in griglia...
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...batte tutti, è il primo di quelli che sono certi che andranno in griglia. Chilton, invece, ha la certezza di essere fuori.
Mi salgono le lacrime agli occhi, come l'anno scorso con la Mann e con Hinchcliffe e la serata non è ancora finita.
Va in pista O'Ward, una delle promesse della Indycar, in Carlin tanto quanto Chilton.
In studio Danica Patrick parla di quanto le qualifiche siano terribili.
Lo sono.
O'Ward è appena sceso in pista per fare la stessa fine del suo compagno di squadra, unico lato positivo garantire a Hinchcliffe un posto sulla griglia di partenza.
Infine è il momento dell'incognita, Kaiser sulla Juncos, uno che viene dalla Indylights, con un team che viene dal nulla e che ha la vettura priva di sponsor.
Kaiser contro Alonso, per un posto in griglia, Kaiser in pista, Alonso inquadrato nel quadratino, perché quando una strategia di marketing si basa sul promuovere la Indycar grazie alla presenza di Alonso a Indianapolis a bordo di una McLaren formato Indy bisogna inventarsi qualcosa quando tutto rischia di sfumare.
I tempi di Kaiser sono meh, ma quando lotti per un posto in griglia a volte basta essere solo un po' meno meh degli altri, dell'unico altro, la cui espressione dice tutto.
Per ammissione del titolare del team Juncos, non appena Kaiser completa il suo giro iniziano ad arrivare telefonate. Sono gli sponsor in arrivo, ora che Kaiser si è appropriato di un posto sulla griglia a spese di Alonso, che per l'ennesima volta ha riposto fiducia nella McLaren che anche senza la Honda fa acqua da tutte le parti.
Il Bump Day è finito, ora viene il momento degli altri...
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...ma nessuno si commuove per chi non finisce in pole e per Pagenaud che invece fa la migliore velocità. Era da cent'anni che un francese non andava in pole a Indianapolis, ma who kers. Siamo ancora tutti qui che abbiamo visto tre piloti venire esclusi dalla gara più importante al mondo.
Poco importa se ci sentiamo male per uno di loro, per due o per tutti.
Poco importa, quello che conta è come ci sentiamo e come ci sentiremo ogni anno, ogni volta in cui più di trentatre vetture cercheranno di entrare in griglia.
Quello che rimane del weekend del 18/19 Maggio è una considerazione a mio parere interessante, ovvero che un campionato dovrebbe imparare a promuoversi come campionato a sé stante. È quello l'obiettivo che ciascuna serie non dovrebbe mai smettere di prendere in considerazione. Qualche mese fa osservavo che quando Sky Sport UK promuoveva un intero campionato utilizzando un'immagine a tutto schermo di Alonso era un po' come se Dixon avesse partecipato al solo gran premio di Monaco e gli spot della Formula 1 fossero stati incentrati su Dixon avevo centrato il punto, ma non del tutto. Non era semplicemente come promuovere la Formula 1 con Dixon che prendeva parte a un evento one-off in Formula 1. Era come promuovere la Formula 1 con Dixon che prendeva parte a un evento one-off in Formula 1 con una vettura che faticava a stare dentro al 107%.
Certo, adesso rimane la possibilità di cambiare rotta in corso d'opera (le inquadrature che andavano a cercare Alonso mentre Kaiser si qualificava erano già il primo passo), con discorsi correlati da espressioni e termini come "la Indy 500 è quella gara dove può accadere di tutto", "mancata qualificazione delle Penske", "Emerson Fittipaldi", "Al Unser Jr", eccetera. Non posso fare a meno di pensare, tuttavia, che il modo in cui il marketing si muoverà adesso sia interessante da scoprire.
Chiudo con una piccola richiesta: se siete appassionati di Formula 1 che non seguono la Indycar e volevate seguirla solo per Alonso, seguitela lo stesso e tifate disperatamente per Ericsson, ora che il portacolori della Formula 1 a Indy è rimasto lui.
GRIGLIA DI PARTENZA:
1^ fila: Pagenaud - Carpenter - Pigot
2^ fila: Jones - Herta - Power
3^ fila: Bourdais - Newgarden - Rossi
4^ fila: Andretti - Daly - Castroneves
5^ fila: Ericsson - Sato - Davison
6^ fila: Kanaan - Rahal - Dixon
7^ fila: Servia - Kimball - Hildebrand
8^ fila: Hunter-Reay - Ferrucci - Leist
9^ fila: Harvey - King - Hanley
10^ fila: Veach - Rosenqvist - Mann
11^ fila: Karam - Hinchcliffe - Kaiser
DNQ: Alonso - O'Ward - Chilton
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3
Milly Sunshine