Se c'è una cosa che ho capito all'epoca in cui frequentavo Tumblr è che abbiamo davanti due opzioni. La prima è quella di indignarci per qualsiasi cosa, specie quelle che a guardarci bene non è che offendano qualcuno, la seconda è quella di optare per il vivi e lascia vivere, di accettare l'idea che si possa vivere tranquillamente senza urlare e indignarsi per qualsiasi cosa e capire che le persone hanno il diritto di fare delle scelte, anche se queste scelte non sono radicali e non portano un cambiamento nella società.
Il fatto che una ragazza abbia il diritto di vestirsi in modo mascolino, studiare ingegneria nucleare e praticare arti marziali, non significa che sia una cosa doverosa da fare quella di andare a insultare le ragazze che si vestono da Barbie, che studiano per diventare insegnanti d'asilo, che praticano danza classica o che amano cucinare torte, insinuando che abbiano il dovere di dedicarsi ad attività considerate come maschili e che, se non lo fanno, sono orribilihhhh complicihhhh del patriarcatohhhh!!!1!!1! e meritevoli di minacce di morte via social network.
La maggior parte delle tumblrere non la pensano così e passano le loro giornate a lamentarsi via social di quanto il resto del mondo non combatta per superare certe arcaiche visioni del mondo. Il grosso problema è che non si rendono minimamente conto neanche del fatto che stare tutto il giorno ad indignarsi su un social frequentato essenzialmente da adolescenti convinti che i Kardashian siano le persone più importanti e potenti del mondo dia qualche genere di contributo alla società.
Una cosa che avevo già abbastanza chiara e che mi è stata chiara molto di più nella giornata di ieri è che nel mondo del motorsport si nasconde una ragazza che sarebbe perfetta come Tumblr lady... anzi, chiedo scusa per il termine offensivo, come Tumblr user.
Si tratta di Sophia Florsch che, come altre donne del motorsport, ha una visione molto critica della W Series. L'unica differenza con le altre donne del motorsport è che la scuola di pensiero di Pippa Mann e compagnia è "critico la serie, non chi vi partecipa, perché capisco il fatto che preferiscano gareggiare lì piuttosto che essere a piedi", mentre la Florsch non risparmia le partecipanti di fastidiose frecciatine in stile "pensate davvero che sia così facile arrivare in Formula 1 e che non ci vogliano impegno e determinazione?" o lasciando intendere che alla Chadwick piaccia vincere facile e che per questa ragione abbia scelto questa serie.
L'approccio che Sophia Florsch ha con la questione W Series è esattamente quello di una qualsiasi utente di Tumblr: sembra considerare la W Series feccia e, di conseguenza, considerare feccia anche chi vi prende parte, dimenticandosi del fatto che probabilmente varie ragazze della W Series mancano della preparazione, dell'esperienza e chissà magari anche del talento che serve per arrivare davvero in alto, ma che questo non significa a priori una mancanza di impegno o di determinazione o che il loro obiettivo sia quello di gareggiare a livello amatoriale. In più la W Series consente a chi ha superato la selezione di gareggiare *senza dovere portare sponsor*... Welcome on Tumblr, dove il concetto di "privilegio economico" non esiste.
Non mi sorprende che la Florsch, che prende parte a uno degli sport più classisti al mondo, sia classista. Però non posso fare a meno di rimarcare come, in linea con la Tumblr mentality, si preoccupi delle questioni di inequità soltanto quando le fanno comodo e che, con tutta probabilità, lo faccia anche nel modo sbagliato: quando si è messa a twittare a proposito del fatto che non è facile arrivare in Formula 1 e ha criticato essenzialmente il fatto che la Chadwick abbia fatto registrare il miglior tempo etichettandolo come facilmente prevedibile, mancava poco all'inizio della prima sessione di prove libere della Formula Regional, campionato al quale la Florsch prende parte.
Ora, gareggiare in W Series non è sicuramente il modo migliore per arrivare in Formula 1, ma stare a scrivere sui social quando è ora di scendere in pista non mi sembra un comportamento che possa aprire chissà quali strade...
In più, cara Sophia (sono donna e se non portavo il reggiseno quando tu eri in culla è solo perché le tette mi sono venute fuori relativamente tardi, quindi penso di potermi appellare a te con questo tono da sorella maggiore senza offenderti), perché non provi a portare un po' di rispetto alle altre ragazze, qualunque strada scelgano di intraprendere, invece di uscirtene con dei post che suonano come: "io sono più cool di voi!!11!!!11! e se volete dimostrare quanto valete dovreste gareggiare contro dei veri piloti e non contro altre donne!!!11!!!" Cara Sophia, è bello volere combattere il sessismo nel motorsport. Però lasciare intendere di aderire a una scuola di pensiero che prevede che i "veri piloti" siano solo quelli che hanno un pene, unica eccezione le ragazzine che a quindici anni hanno pubblicato un'autobiografia e che sul loro sito si autoproclamavano future campionesse di Formula 1 prima ancora di salire sul podio in Formula 4, non mi pare meno sessista che avere deciso di gareggiare in una serie per sole donne per guadagnare visibilità mediatica piuttosto che rimanere a piedi. Anzi...
Guarda caso siamo di fronte al modello Tumblr elevato alla massima potenza: combattere contro le discriminazioni con affermazioni neanche troppo velatamente discriminatorie nei confronti della categoria che in realtà si vorrebbe difendere.
"Con questo, Milly Sunshine, sei pro o contro la W Series?" ---> Non sono né pro né contro, perché a mio parere il concetto di essere a favore o contro a una serie di automobilismo non ha molto senso.
Ritengo semplicemente che una parte delle critiche abbiano fondamento, ma che quelle meglio argomentate rimangano quelle a proposito della scarsa organizzazione mostrata prima che il campionato iniziasse, nelle fasi di preselezione, di selezione e durante i test prestagionali.
Quelle sulla "segregazione" sono critiche che capisco meno. Non stiamo parlando di una serie che impedisca alle partecipanti di gareggiare altrove, né mi risulta che qualcuna delle partecipanti abbia lasciato altri campionati open wheel per gareggiare lì. Ce ne sono che l'anno scorso gareggiavano altrove e quest'anno sono lì, ma non sappiamo se avessero un volante anche per quest'anno, altrove. Ci sono ragazze che erano ferme per assenza di sponsor, ragazze che gareggiavano in campionati non open wheel e che hanno colto l'occasione di avvicinarsi alle open wheel, ragazze che parallelamente gareggiano in campionati misti...
Più che un campionato di segregazione vedo la W Series come un campionato che ha fatto rientrare dalla finestra ragazze uscite alla porta o che ha dato ad altre la chance di avere più esposizione mediatica e con tutta probabilità un maggiore richiamo commerciale. "Ma questo è business!!!11!!" ---> è motorsport dopotutto... in più, in nome dell'equità (e della mia laurea in marketing), perché dovrebbero occuparsi di business e di ciò che è commerciale solo gli uomini?
Può darsi che gareggiare nella W Series renda Jamie Chadwick o Alice Powell più visibili agli sponsor che scrivere tweet contro la W Series mentre si gareggia in una serie che, per via della minore promozione, conoscono solo i nerd del motorsport.
Con questo non voglio dire che l'hashtag "rethink racing" mi piaccia... ma è pubblicità. Deve colpire l'immaginazione e se da mesi e mesi il mondo si prende a coltellate per posizioni pro o contro la W Series, come manovra commerciale è stata di successo.
E adesso parliamo di quello che è successo in pista.
Ieri c'è stata una sessione di prove libere (quella criticata dalla Florsch) in cui la Chadwick è stata la più veloce. Incidenti e problemi tecnici a parte, tutta la griglia stava in circa due secondi o poco più. Prendere due secondi non è che sia poco, ma visto il gap di esperienza non mi è neanche sembrato particolarmente scandaloso.
Dopodiché c'è stata un'altra sessione, stavolta con la pioggia, in cui la Chadwick ha staccato di nuovo tutte e i gap erano decisamente più elevati.
Però pioveva. C'era gente che con la pioggia forse non sarà neanche mai andata in pista, dato che ci sono anche un paio di americane. La Chadwick invece ha passato gli ultimi anni a correre in Gran Bretagna, quindi alla pioggia un po' d'abitudine l'avrà fatta, immagino!
Comunque è stato a quel punto che si è intensificato il tormentone "campionatohhhh falsatohhhh!!11!!!1 dal fatto che la Chadwick è una professionista e le altre sono delle dilettanti!!111!!"... il che non è esattamente vero, perché c'è anche gente che ha corso in GP3, come la Powell, la Piria e la Visser, con quest'ultima che ha corso anche in World Series by Renault. In più la Powell ha vinto un campionato di Formula Renault. Va bene, era un campionato asiatico, mi pare, ma era pur sempre un campionato per professionisti. Molte altre ragazze gareggiano in campionati regionali, più che dilettanti sono emergenti casomai.
Le qualifiche, stamattina, hanno mantenuto lo stesso standard: Chadwick in testa, sotto l'acqua, con un abisso tra lei e le altre. La seconda, Wohlwend, era staccata di due secondi. A seguire c'erano Moore, Kimilainen, Garcia, Powell, Piria, Visser e Rdest a completare la top-ten.
Ho seguito la gara, alle 16.15 con l'asciutto, che veniva trasmessa in livestreaming su Twitter. Da computer vedevo il video piuttosto bene, mentre stamattina entrando da cellulare non succedeva altrettanto quando ho dato un'occhiata se ci fosse un video delle qualifiche.
È iniziata con la Chadwick che manteneva la prima posizione mentre al suo fianco la Wohlwend vinceva il premio "Webber d'oro" per le posizioni perse.
La Kimilainen si è girata ed è venuta a contatto con la Gilkes, che partiva dalle retrovie, mentre la Moore superava la Chadwick prima che venisse mandata in pista la safety car. La Powell nel frattempo si era portata in terza posizione e il mondo iniziava a chiedersi se le cose per la Chadwick fossero un po' meno semplici che come pronosticato da tutti.
Al restart Chadwick si è ripresa la prima posizione, mentre la Powell superava la Moore, relegandola a lottare per la terza posizione con Visser e Garcia.
Garcia big winner in tutto ciò, uscita vincente dal duello con la Visser mentre Moore andava in giro per i prati ritrovandosi a lottare per il quinto posto con la Wohlwend.
La Powell (il cui nome quando veniva pronunciato dai telecronisti, giungeva alle mie orecchie come Alex Palou) si è accomodata attaccata al retrotreno della Chadwick rimanendo per un bel po' a meno di un secondo, mentre la Garcia si avvicinava progressivamente, staccando la Visser. Nel frattempo andavano in scena numerosi duelli più in basso nella classifica, con la Koyama che risaliva dalle retrovie duellando con la Rdest e la Piria. Quest'ultima, verso la fine della gara, ha tagliato per i prati e ha abbattuto un pannello, poi è precipitata nelle retrovie, davanti alla sola Holbrook, fanalino di coda. Non so se le fosse successo qualcosa di particolare, incidente o problema tecnico che fosse, oppure se fosse solo lenta: in quest'ultimo caso il suo gap era preoccupante, non il gap dalle prime, ma quanto piuttosto dalle penultime.
Tornando alla Koyama, è risalita fino al settimo posto, ultima di quelle che avevano un minimo di contatto con il gruppo di testa.
Jamie Chadwick.
Alice Powell.
Marta Garcia.
Beitske Visser.
Sarah Moore.
Fabienne Wohlwend.
Miki Kojama.
Tasmin Pepper.
Gosia Rdest.
Caitleen Wood.
Chadwick, Powell e Garcia si sono fermate al parc fermé e, nel caso della Powell, faceva uno strano effetto vedere la sua vettura al parc fermé: la sua auto è gialla, con il numero 27, ditemi voi in quali altre serie ci siano auto gialle con il numero 27 tra i primi tre classificati!
Prima del podio la Garcia si è infilata erroneamente il cappellino con la dicitura di primo classificato, era da un sacco di tempo che non mi succedeva di vedere una scena del genere. La tizia che distribuiva i cappellini gliel'ha tolto dalla testa e l'ha messo su quella della Chadwick.
Nel frattempo mi chiedevo se ci fosse una nuova qualifica per Gara 2 oppure se ci fosse la reverse grid ed è stato lì che ho scoperto che nella W Series c'è una sola gara per weekend.
Conclusioni: non penso che la storia del motorsport sia cambiata né che cambierà a breve. Però la gara l'ho trovata bella da vedere ed è questo che desideriamo noi appassionati, alla fine della fiera: vedere una gara e consierarla intrattenimento.
Da donna appassionata di uno sport in cui la maggioranza dei partecipanti sono uomini, al di là di qualunque considerazione sulla "segregazione" o sul sessismo, mi ha fatto piacere potere vedere ben diciotto ragazze al volante e potere approfondire la mia cultura motoristica a proposito delle donne che competono in uno sport che amo.
Spero che qualcuna di loro, magari la Chadwick o la Powell, raggiungano il successo. Spero anche che la Florsch raggiunga il successo... ma se magari la Florsch gareggiasse contro qualcuna delle ragazze che si prodiga tanto di criticare e qualcuna di queste ultime avesse più successo di lei, non nego che la cosa mi farebbe moooooolto più piacere.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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Milly Sunshine