Visualizzazione post con etichetta GP Portogallo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta GP Portogallo. Mostra tutti i post

sabato 23 agosto 2025

GP del Portogallo 1959: un evento one-off a Monsanto

23 Agosto 1959 // si svolge la seconda edizione del GP del Portogallo, ma la particolarità è che si svolge su un circuito one-off! Si tratta di Monsanto, mai visto né prima né dopo nel mondiale di Formula 1, tracciato che, secondo la versione italiana di Wikipedia, ha una peculiarità di un certo livello: in alcuni punti della pista ci sono le rotaie del tram. Il circuito infatti è stato ricavato all'interno di un parco cittadino di Lisbona.
Se ci fosse Mazzoni, direbbe sicuramente: "è uno scenario suggestivo".


La pole position se la aggiudica Stirling Moss sulla Cooper di RRC Walker Racing, precedendo le Cooper di Jack Brabham e Masten Gregory, la Cooper/RRC Walker Racing di Maurice Trintignant, la BRM di Joakim Bonnier e solo 6/7 le prime due Ferrari, guidate da Dan Gurney e Phil Hill. Il fatto che siano così arretrate è sicuramente conferma che si tratti di una gara falsata. :-PPPP
Precedono la Cooper di Bruce McLaren, colui che fonderà la squadra destinata a divenire nemica giurata della Ferrari, contro la quale la Rossa deve lottare anche al giorno d'oggi per vincere titol-... ah no, la McLaren sta in testa alla classifica con entrambi i piloti senza preoccuparsi minimamente di quello che combinano a Maranello.
L'altra Ferrari, quella di Tony Brooks, è decima tra le BRM di Harry Schell e Ron Flockhart. Seguono le Aston Martin di Roy Salvadori e Carrol Shelby, dopodiché la Cooper della Scuderia Centro Sud di Mario Araujo de Cabral e come fanalini di coda le Lotus di Graham Hill e Innes Ireland.

Trovare informazioni sulla gara non è che sia così immediato. Pare trattarsi di uno di quei gran premi molto vintage di cui a nessuno importa un fico secco. Neanche chiedendo all'AI ne salta fuori qualcosa di positivo, tipo ricostruzioni creative delle quali ridere su.
Però esiste un video di sei minuti su Youtube dove a dire il vero le immagini di gara sono la minoranza. Si vede gente che gioca a carte, tra cui ho riconosciuto Bonnier, a segnale che anche ai vecchi tempi vigeva una regola aurea: il motorsport si fonda sul campionato di briscola a cui la Formula 1 fa da contorno.


La gara viene vinta da Stirling Moss con un giro di vantaggio sul secondo classificato. Chiedo all'AI di raccontarmela come se fosse una fan fiction. Da autrice di racconti amatoriali, a volte chiedo all'AI di scrivere certe scene a cui sto pensando per visualizzarle meglio. Ne deduco che qualunque cosa chieda di scrivere, il tono è sempre lo stesso, così come il lessico utilizzato.
Qui abbiamo:

+++ Nel silenzio prima della battaglia, Stirling Moss fissava la griglia di partenza. Non era solo un pilota: era un cavaliere solitario, con la sua Cooper blu del team Rob Walker. Sapeva che quella sarebbe stata una sfida non solo di velocità, ma di nervi. Dietro di lui, come ombre pronte ad assalirlo, c’erano Jack Brabham, metodico e glaciale, e Masten Gregory, il giovane americano con la voglia di spaccare il mondo. +++

Nonostante sia positivamente impressionata dal fatto che l'AI sappia comporre un intero paragrafo senza inserirvi il termine "resilienza", mi chiedo: ma chi ca**o l'ha detto che Masten Gregory ha voglia di spaccare il mondo? Magari è il mondo che ha voglia di spaccare gli occhiali a Masten Gregory! Meglio lasciare perdere l'AI e parlare di cose serie: sapete che Gregory è l'unico pilota nella storia della Formula 1 a essere nato il 29 febbraio?
Torniamo al video: mi viene il dubbio che il circuito non sia stato ricavato nel parco cittadino, ma che proprio si corra nel parco cittadino anziché in un circuito. Non sembra particolarmente all'avanguardia, anche per essere i tardi anni '50.


Moss, Brabham, McLaren e Gregory.
Poi Moss, Brabham, Gregory e McLaren.
Poi Brabham si ritira per incidente, come in precedenza Graham Hill e Phil Hill nello stesso giro. Sarebbe pittoresco se gli Hillx2 avessero crashato insieme, ma non ne trovo menzione quindi lo ritengo decisamente improbabile.
Prima Ireland si era ritirato per un guasto al cambio, dopo McLaren si ritira per un guasto al motore. Mi sembra la giusta punizione per un neozelandese che fonderà una squadra britannica triggerando Liam Lawson perché quando vince la McLaren viene suonato God save the king anziché l'inno dei kiwi.
Moss, Gregory, questi sono 1/2. Terzo c'è Gurney e in quella posizione arriva. Non è Charles Leclerc, quindi nessuno urla: "donne, è arrivato l'arrotinohhhh e va sul podiohhhh". La gara rimane falsata, perché siamo ancora in un'epoca in cui la Ferrari è la Ferrari quindi deve vincere, non come oggi che è un semplice contorno del Predestinato(C) e deve "dare una macchina a questo ragazzo".
Seguono Trintignant e Schell a completare la zona punti, estesa alla sola top-5. Dietro di loro si piazzano Salvadori, Flockhart, Shelby, Brooks e Cabral. Brabham e Brooks, non avendo fatto punti, rimangono separati di quattro lunghezze l'uno dall'altro. Siccome Brooks non vincerà il mondiale, questo sarà da considerarsi falsato, ma è un'altra storia.


domenica 4 agosto 2024

I drammi del mondiale 1958: la morte di Lewis-Evans e la fine della Vanwall

Il mondiale 1958 ha visto lo scontro per il titolo tra Ferrari e Vanwall. Da un lato c'era Mike Hawthorn, dall'altro Stirling Moss. Hawthorn era in testa alla classifica dopo il GP di Germania, Moss inseguiva e ha conquistato la pole position a Porto, in Portogallo, al terzultimo gran premio stagionale, su un circuito che era una new entry e che sarebbe tornato solo un'altra volta nel 1960. Solo quindici vetture erano presenti in griglia (inclusa una Maserati guidata da Maria Teresa De Filippis) e, a parte qualche giro nelle prime fasi di gara in cui Hawthorn aveva preso il comando, Moss ne è stato leader per la maggior parte della percorrenza, andando a conquistare la vittoria. Hawthorn ha chiuso secondo e ha rischiato un squalifica per guida contromano, ma è stato proprio Moss, testimone oculare del fatto, a difenderlo dalle accuse sostenendo che ciò era avvenuto fuori dalla carreggiata.
Sul gradino più basso del podio ha concluso Stuart Lewis-Evans su un'altra delle Vanwall, mentre il compagno di squadra Tony Brooks si è rititato a causa di un incidente. Jean Behra su BRM ha chiuso al quarto posto precedendo la Ferrari di Wolfgang Von Trips, ultimo pilota giunto a punti.

A Monza la Ferrari ha schierato quattro vetture: oltre a Hawthorn e Von Trips, erano presenti Olivier Gendebien, nonché Phil Hill: per quest'ultimo, che al Nurburgring era stato presente come entry Formula 2, ha disputato per la prima volta un gran premio al volante di una Formula 1, classificandosi addirittura sul podio in terza posizione.
In una gara in cui diversi piloti si sono alternati in testa, sembra avere percorso anche alcuni giri da leader, anche se poi ad alternarsi in prima posizione sono stati Moss e Hawthorn, almeno fino al momento del ritiro di Moss per un problema al cambio dopo appena un quarto di gara. Dopo avere leaderato gran parte del gran premio, Hawthorn è poi scivolato in seconda piazza dietro a Brooks, che ne è uscito vincitore.
Dopo il podio Brooks/ Hawthorn/ P.Hill uno shared drive ha conquistato la quarta piazza: si tratta di una Maserati guidata inizialmente da Masten Gregory (pilota nato il 29 febbraio, come avevo fatto notare in passato) e poi da Carroll Shelby. La zona punti invece è stata completata da Roy Salvadori a diversi giri di distanza a bordo di una Cooper.
La Vanwall in questa occasione ha conquistato anzitempo il mondiale costruttori, mentre il titolo piloti rimaneva aperto al GP del Marocco, unica edizione per il circuito di Casablanca qui sotto immortalato in uno screenshot.


Hawthorn era il grande favorito e, senza inalberarci in complicati calcoli, se Moss avesse vinto la gara, a Hawthorn sarebbe bastato arrivare secondo per vincere il mondiale indipendentemente da chi avesse fatto il giro più veloce, oppure arrivare terzo facendo il giro più veloce. Erano gli anni '50, tuttavia, e c'erano molte possibilità di non finire la gara.
L'hanno finita entrambi, Moss leader dall'inizio alla fine, ma il poleman Hawthorn giunto secondo e, di conseguenza, campione del mondo, precedendo al traguardo P.Hill, con le BRM di Jo Bonnier e Harry Schell a completare la zona punti.
La gara, tuttavia, è rimasta negli annali della Formula 1 per ben altri motivi: dopo Pat O'Connor (Indy 500), Luigi Musso (GP Francia) e Peter Collins (GP Germania), un quarto pilota ha perso la vita nel mondiale 1958, si tratta di Lewis-Evans, uscito di strada per un guasto, la cui vettura ha preso fuoco dopo l'impatto contro le barriere.
È deceduto sei giorni più tardi, il 25 ottobre 1958, all'età di ventotto anni. La sua morte è stata il colpo di grazia per la Vanwall e, unita ai problemi di salute del fondatore Tony Vandervell, ne ha determinato la scelta di uscire di scena e di ritirarsi dalla Formula 1, eccetto per partecipazioni one-off con Brooks al volante.


venerdì 26 luglio 2024

Throwback nel 1960: il Gran Premio del Portogallo

Prosegue la mia scelta di andare a spaziare nella Formula 1 vintage per proporre argomenti di discussione che possibilmente non siano triti e ritriti... e dove trovate gente che vi parla del GP del Portogallo 1960? L'evento si è svolto il 14 agosto sul circuito di Boavista Porto, che aveva ospitato anche l'edizione del 1958. Era un'epoca lontana, in cui non c'era gente che si lamentava perché le gare iniziavano alle 15.10 anziché alle 14.00 (sì, ho deciso di sbloccarvi un ricordo a caso, scommetto che ve n'eravate dimenticati), anche perché stando all'orologio inquadrato nel corso del breve highlight sembra sia iniziata intorno alle 17.00.
Sarà questa la ragione per cui il poleman John Surtees (Lotus), ovvero il dovere saltare il tè delle cinque, si è ritrovato direttamente al quarto posto nelle prime battute della gara? Non lo sapremo mai, sappiamo solo che, dopo diversi giri da leader da parte di Dan Gurney (BRM), Surtees è riuscito a rimontare fino a riprendersi la testa della gara, che ha lasciato solo quando la vettura l'ha abbandonato, destino comunque già toccato a Gurney.

Il leader successivo è stato Jack Brabham, che è arrivato fino a vedere la bandiera a scacchi, precedendo di quasi un minuto il compagno di squadra Bruce McLaren, ancora matematicamente suo avversario per il titolo. Non ci sarebbe stata tuttavia alcuna sfida per il mondiale: la Cooper ha deciso, come altre scuderie, di non prendere parte al successivo Gran Premio d'Italia, per ragioni di sicurezza, e Brabham si è ritrovato automaticamente campione del mondo, rimanendo dopo Monza soltanto l'appuntamento degli States.
A seguire, in terza piazza, si è classificato Jim Clark (Lotus), che ha conquistato così il suo primo podio nella massima categoria. *-* Voglio dire, si parla tanto di GOAT vari e delle loro performance, e poi si ignora così, a cuore leggero, proprio l'evento in cui Clark è salito sul podio per la prima volta? Capisco il volere vivere in un mondo in cui la Formula 1 degli anni '60 non è mai esistita e il nome di Jim Clark e colleghi servono solo per abbellire l'albo d'oro, ma non è la prima volta che mi ritrovo a fare questa riflessione.
In fondo gli anni '60 erano un'epoca bellissima e non falsat-... ah no, nessuna Ferrari sul podio, quindi la gara è falsata di default. Wolfgang Von Trips si è classificato al quarto posto, mentre Phil Hill si è ritirato per incidente intorno a metà gara, quando si trovava in seconda posizione.

Questa gara ha segnato il ritorno di Stirling Moss (Lotus) in pista, dopo essere rimasto infortunato in una sessione di prove libere del GP del Belgio di due mesi prima, lo stesso nefasto evento che era costato la vita a Chris Bristow e Alan Stacey.
Ha conquistato il quinto posto al traguardo, ma è stato successivamente squalificato, pare per "guida in senso opposto", stando a quanto afferma Statsf1 punto com, da sempre fonte di risultati di gran premi vintage. Verosimilmente o è rientrato in pista in una maniera non consentita dal regolamento o ha fatto retromarcia in pitlane. Comunque sia Tony Brooks (Yeoman Cooper) e Innes Ireland (Lotus) hanno completato la zona punti, con il solo Olivier Gendebien (Yeoman Cooper) unico altro pilota giunto alla bandiera a scacchi, sui quindici piloti che hanno preso il via dell'evento.



sabato 22 ottobre 2022

La Formula 1 e gli States - l'ascesa di Jacques Villeneuve, campione di Indycar

Benvenuti nel 1996, sono state disputate le prime tre gare stagionali e la quarta è al Nurburgring. Finora Damon Hill si è imposto nelle tre gare precedenti, anche se in quella d'esordio in Australia il suo conpagno di squadra Jacques Villeneuve ha pressoché dominato fino a un problema nelle fasi finali della gara. Il rookie giunto dalla Indycar attende pazientemente che arrivi il momento di invertire la tendenza e guess what? il GP d'Europa è proprio l'occasione in cui succede tutto ciò, anche se, in realtà, inizia con Hill che parte dalla pole.
Quando si spengono le luci del semaforo, tuttavia, Villeneuve fa una buona partenza, mentre Hill scivola al quinto posto. Tra le due Williams si frappongono la McLaren di David Coulthard, la Jordan di Rubens Barrichello e la Ferrari di Michael Schumacher. Le cose vanno malissimo, frattanto, per le Benetton: Jean Alesi si ritira quasi subito per un incidente con la Tyrrell di Mika Salo, mentre Gerhard Berger deve rientrare ai box per una foratura. Qualche giro più tardi, mentre c'è un incidente tra la Ligier di Olivier Panis e la Ferrari di Eddie Irvine, va in scena l'avvicinamento tra gli Schumill: Hill supera Schumacher, lasciandolo alle prese con Mika Hakkinen.
Quando giunge il momento della prima sosta, Hill perde parecchio tempo per problemi alla monoposto. Le cose peggioreranno, quando sarà protagonista di un contatto con la Ligier di Pedro Diniz, suo futuro compagno di squadra alla Arrows. Il pitstop ridefinisce le posizioni dalla seconda alla quarta: non più Coulthard, Barrichello e Schumacher, ma Schumacher supera Coulthard all'uscita di questo dai box e segue ormai lontano Barrichello che ha avuto una sosta lunga. Finisce anche dietro a Hakkinen che però viene penalizzato per eccesso di velocità nella pitlane, cosa che si ripeterà anche dopo la sua seconda sosta, facendolo quindi precipitare ancora più indietro dopo il secondo stop and go.
Nel secondo stint Schumacher stacca Coulthard ma si avvicina tantissimo a Villeneuve e gli si porta negli scarichi. Rientra per primo per la seconda sosta, ma esce dietro a Coulthard che ancora si deve fermare. Ciò permette a Jacques di fermarsi ai box e mantenere la posizione nei confronti di Michael, il che si rivela fondamentale: Villeneuve riesce a mantenere la posizione nonostante il suo inseguitore gli stia incollato fino alla fine e tagliando il traguardo sicuramente esclama "qui a casa tua!"
Mentre Villeneuve, alla sua quarta partecipazione, ottiene la prima vittoria in Formula 1 a casa del suo futuro avversario, Hill è quarto tra Coulthard e Barrichello, i tre vicinissimi nel finale e Rubinho che praticamente finisce la gara a due decimi da Damon, accontentandosi del quinto posto. La zona punti viene conclusa dal suo compagno di squadra Martin Brundle. Settimo chiude Johnny Herbert su Sauber, mentre il compagno di squadra Heinz-Harald Frentzen si è reso protagonista con un testacoda. Hakkinen finisce ottavo, Berger nono.
Si conclude così, in una nuvolosa giornata di fine aprile, l'exploit del rookie venuto dalla Indycar, che dopo un inizio di stagione brillante ma non sempre facile si ritrova per la prima volta ad essere preso sul serio nello scontro per il titolo con il compagno di squadra in una stagione in cui, vista la superiorità della Williams, c'era il rischio di avere una cavalcata trionfale. Nel corso della stagione Hill totalizzerà comunque ben otto vittorie, il doppio rispetto a Villeneuve, che si fermerà a quota quattro. Dopo il Nurburgring, vincerà a Silverstone, Hungaroring ed Estoril. E guess what, ve le racconto tutte!

GRAN BRETAGNA (evento 10/16): Hill e Villeneuve fanno 1/2 nelle qualifiche, ma al via è Jacques quello che parte bene e si porta in testa alla gara. Damon invece perde diverse posizioni e si installa al quinto posto, lanciato all'inseguimento anche di Alesi, Hakkinen e Schumacher. Le due Ferrari si trovano in quarta e settima piazza, ma non a lungo, tempo circa dieci minuti di gara e prima Schumacher poi Irvine vengono costretti dalle loro vetture a dare forfait.
Mentre Villeneuve stacca Alesi, Hakkinen si tiene dietro Hill che gli sta negli scarichi, senza riuscire a passare davanti alla McLaren. È ancora negli scarichi della McLaren poco dopo metà gara quando a causa di un bullone di una ruota che si svita(?) finisce in testacoda ed è costretto al ritiro, il tutto mentre Villeneuve fa praticamente gara a sé e probabilmente lancia un "qui a casa tua, qui a casa tua!" all'indirizzo del compagno di squadra.
A giocarsi i gradini più bassi del podio sono le Benetton (su una strategia a una sosta anziché due) e Hakkinen. Il ritiro di Alesi per problemi tecnici apre le porte al secondo posto di Berger, mentre Hakkinen chiude terzo. Il suo compagno di squadra Coulthard giunge quinto, tra le Jordan di Barrichello e Brundle.

UNGHERIA (evento 12/16): stavolta è Schumacher a partire dalla pole position e mantiene la testa della gara al via, dalla terza casella Villeneuve sale secondo e Hill deve accodarsi. Nelle retrovie frattanto c'è un incidente tra varie vetture (Verstappen, Salo, Diniz e Lamy), in una gara in cui in effetti ci sono alcuni incidenti, tra cui uno di Brundle (dopo pochi giri) e uno di Coulthard (innescato da un guasto).
Schumacher passa in testa il primo stint ma subisce overcut da Villeneuve in occasione del rifornimento. Saranno tre soste in totale e dopo la terza anche Hill riuscirà a overcuttare Michael che da parte sua ha problemi alla monoposto. Murray Walker, a un certo punto, gli storpia anche il nome, salvo poi correggersi subito dopo essersi erroneamente riferito a lui chiamandolo Mick.
"Bel nome, magari ci chiamo mio figlio" osserva Schumacher, che al momento deve vedersela con la propria monoposto. A pochi giri dal termine, mentre Hill si porta negli scarichi di Villeneuve ma senza passargli davanti, la vettura di Schumacher lo lascia a piedi, cosa peraltro già accaduta da tempo a Irvine. È Alesi sull'unica Benetton giunta al traguardo (Berger ha un guasto al motore) a chiudere al terzo posto, mentre Hakkinen, Panis e Barrichello chiudono la zona punti.

PORTOGALLO (evento 15/16): Hill si invola in testa alla gara, mentre Villeneuve perde due posizioni al via, superato da Alesi e Schumacher con i quali si trova in trenino. Jacques trascorre diversi giri dietro alla Rossa, ma poi supera Michael like a boss subito dopo avere dobbiato la Minardi di Giovanni Lavaggi, non senza un mezzo contatto tra di loro. Alesi conserva al momento la posizione dato che poco dopo gli altri si fermano, ma rimandando la sosta subisce undercut e torna in pista quarto.
Mentre davanti il gap tra Hill e Villeneuve scende, sia dopo la prima sia dopo la seconda sosta, Alesi tenta di riprendersi il terzo posto con una sosta in meno, ma quando effettua la seconda in contemporanea con la terza di Schumacher, perde in pitlane la posizione nei confronti di quest'ultimo. I piloti McLaren frattanto cercano di animare la gara con un incidente tra di loro! Rientrano anche ai box in contenporanea, con Hakkinen costretto al ritiro e Coulthard che in pitlane fa eccesso di velocità e viene penalizzato!
Il confronto tra i piloti Williams finisce con l'overcut di Villeneuve in occasione della terza sosta, con Hill che sembra anche avere problemi. Schumacher e Alesi chiudono terzo e quarto mentre i loro compagni di squadra lottano per il quinto posto: i due si sorpassano e controsorpassano proprio dopo avere doppiato Lavaggi, ancora lui! Il duello prosegue fino all'ultimo giro, quando i due si toccano. Proseguono, Irvine quinto e Berger sesto.
Mentre la Williams si aggiudica ufficialmente il mondiale costruttori, da parte sua Villeneuve vincendo davanti a Hill si porta a -9 in classifica, quindi ancora in lotta per il titolo prima del gran premio che concluderà la stagione in Giappone (che vi ho già raccontato), dove Damon si imporrà vincendo gara e titolo e Jacques sarà costretto al ritiro. Poi le loro strade si separeranno: Hill lascerà la Williams e passerà alla Arrows, dove arriverà a un giro di distanza dal vincere il GP d'Ungheria (anche questo ve l'ho raccontato).

PS. Come vi ho già raccontato a suo tempo, Villeneuve ha avuto due stagioni all'apice, con sette vittorie nel 1997 e la conquista del titolo in una controversa gara a Jerez de la Frontera, di cui tra pochi giorni il 26 ottobre sarà il venticinquesimo anniversario. Oggi è il 22, quindi per oggi solo anniversari soft e mondiali conclusi senza incidenti. Tipo quello del 2006 in Brasile. O quello del 2000 in Malesia ma già assegnato in Giappone. Tipo quello del 1989 in Giappon-... ah no.


sabato 24 settembre 2022

24.09.1989: bandiere nere e Sensell Vibes in Portogallo

Benvenuti nel 1989, anno in cui come compagni di squadra Alain Prost e Ayrton Senna si lanciano piatti e si riesce a recuperare qualche estratto lancio con telecronaca Rai. A Estoril, penultimo appuntamento europeo della stagione, la McLaren sembra la vettura dominante, ma le Ferrari di Gerhard Berger e Nigel Mansell si sono infilate tra di loro. Senna scatta dalla prima casella della griglia, ma Berger lo saluta con la mano e si porta in testa. Berger, Senna, Mansell, Prost. In quinta piazza una vettura gialla si tiene dietro imperterrita le Williams. È una Minardi che partiva in quinta piazza e a guidarla è Pierluigi Martini.
"Azz, una Minardi in top-5" dice Mansell, "devo assolutamente inventarmi qualcosa per non farla stare al centro dell'attenzione." Medita così di schiodarsi da quella terza piazza, di fare qualcosa. Si mette negli scarichi di Senna e poi lo supera: adesso ci sono le Ferrari 1/2 e se Berger avesse la stessa mentalità di Mansell magari riuscirebbero a non vincere nessuno dei due.
Berger protesta sostenendo che il giorno in cui distribuivano l'intelletto non stava in bagno a contemplarsi i baffi nello specchio, ma niente da fare, Mansell gli arriva negli scarichi e mentre si liberano di alcuni doppiati ne approfitta per uscirne meglio: adesso è lui il nuovo leader, può fare l'attention seeker e sfoggiare il suo numero 27 che lo rende il piu figo dell'intera griglia!

Nel giro di pitstop Martini si fa anche un giro da leader, subendo però degli undercut e scivolando fuori dai punti, mentre Mansell al momento della sosta fa casino. Ci sono meccanici McLaren fuori zona e lui stesso finisce fuori zona quando si tratta di raggiungere la sua piazzola. Mette la retro, si sistema al proprio posto e, nonostante la perdita di tempo, esce dai box. È terzo, dietro a Berger e dietro a Senna.
Mentre Prost fa una gara conservativa perché 1) gli altri faranno sicuramente dei casini, 2) così i telecronisti possono criticarlo perché non è veloce come Senna, ecco che si scopre che pende su Mansell un problema colossale: mettere la retro è kriminehhhh da bandiera nera. Quindi ecco che, mentre è negli scarichi di Senna, per due giri di fila gli viene messa la bandiera nera sotto al naso.
Mansell la ignora. È negli scarichi di Senna e vuole passarlo a tutti i costi. Ci sono regole della fisica secondo cui non si può stare in due nello stesso spazio. Mansell ignora anche quelle. Anche Senna le ignora. C'è lo schianto. Si insabbiano in luoghi diversi. Sensell vibes alla massima potenza, chissà quante fan fiction haters to lovers verranno pensate dalle loro fangirl in questo momento. Frattanto Mansell si allontana con calma. Senna si ferma dietro una barriera di pneumatici perché purtroppo non dispone di una mazza da baseball con la quale inseguire Mansell. Entrambi lasceranno il circuito anzitempo, viene riferito, Senna su una Porsche verde con un membro della McLaren con il quale è impegnato in una fitta conversazione, Mansell su un camioncino insieme ai familiari.


Facendo un passo indietro, gli inviati dai box riferiscono di Ron Dennis infuriato che si reca nel box della Ferrari a insultare Cesare Fiorio. Sono certa che nel 2007/08 a Pole Position mostrarono un filmato di quella scena quando in studio stavano parlando con Cesare Fiorio di Ron Dennis. Quella scena però deve essere una ripresa di proprietà di qualche canale televisivo e non inserita nella regia ufficiale, perché non viene mostrata, né la trovo altrove.
Berger trascorre in testa alla gara anche l'ultimo terzo che ancora manca, Prost se la prende comoda e arriva secondo. Stefan Johansson si porta a casa il podio sulla Onyx mentre Alessandro Nannini su Benetton giunge quarto. Una volta ritirate le Williams, Martini è quinto, mentre chiude la zona punti Jonathan Palmer sulla Tyrrell. Zermiani insegue Frank Williams per chiedergli cosa pensi dell'incidente Mansell vs Senna. Williams risponde in italiano che non l'ha visto e che comunque non commenterebbe perché è amico di entrambi.
Mansell riceve un race ban, non sarà a Jerez de la Frontera, quindi qualora Senna si sia procurato una mazza da baseball dovrà attendere prima di sbattergliela in testa. In Spagna la Ferrari schiera una sola vettura in segno di protesta contro il race ban. Il weekend pare iniziare con un briefing dei piloti insieme a Balestre e pare che Balestre faccia polemica con i piloti in modo random. Chi l'avrebbe mai detto!

A Jerez Senna vince davanti a Berger e a Prost, con le loro posizioni che non sono mai cambiate nel corso della gara, con Prost che viene distanziato per primo mentre se la prende comoda come al solito e Senna e Berger inizialmente abbastanza vicini, ma distanziati a gara inoltrata. Frattanto Martini partito nientemeno che quarto scivola al quinto posto dietro una Williams e rimane quinto esclamando, con convinzione: "cra, cra, cra, potere ai piloti che un giorno vinceranno gran premi al volante di vetture faentine!"
"Accidenti a te o a chiunque riuscirà a vincere con una vettura di Faenza" replica il suo inseguitore, Emanuele Pirro. Purtroppo Martini si ritira per un testacoda nel secondo stint di gara, mentre si trovava ancora in zona punti. Non che a Pirro vada molto meglio, più avanti nella gara, infatti, fa una fine analoga. Risale quarto Riccardo Patrese (era lui la Williams davanti a Martini in precedenza) ma viene sopravanzato dalla Tyrrell di Jean Alesi. Dopo un cambio gomme tardivo giungerà quinto, con la zona punti completata dalla Lola Larrousse di Philippe Alliot.
Piccola curiosità, nel corso della gara c'è un incidente con la Minardi di Luis Perez Sala che cozza sopra la March di Mauricio Gugelmin e in quelle fasi la seconda voce della telecronaca Rai ne approfitta per screditare i risultati della March e Adrian Newey sminuendo gli elogi nei confronti del suo ipotetico grande futuro. Venendo al futuro più vicino, invece, mancano due gare alla fine della stagione, Giappone e Australia. Senna deve vincerle entrambe per avere chance di giocarsi il titolo. "Dubito che ce la farà" osserva Prost, preparando i piatti da tirare.

venerdì 23 settembre 2022

23.09.1990: duello tra i Promansell al via del GP del Portogallo

Carissimi driverstosurvivers viaggiatori nel tempo precipitati nel 1990 che sognano ad occhi aperti che il mondiale termini con un incidente tra championship contenders, presto sarete sicuramente accontentati, però non siamo ancora arrivati in Giappone, quanto piuttosto agli ultimi due eventi europei, Estoril e Jerez de la Frontera, che ho deciso di commentare nello stesso post, in quanto comunque essendo avvenuti a una settimana di distanza l'uno dall'altro, rispettivamente il 23 e il 30 settembre, trovano la loro continuità e vedrò di fargli avere continuità anche io nella mia ricostruzione. Per chi avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria, ricordo che i championship contenders sono Ayrton Senna e Alain Prost, il primo in McLaren insieme a Gerhard Berger, il secondo in Ferrari a fare coppia con Nigel Mansell, ormai sul punto di abbandonare la Rossa a fine stagione per passare in Williams. Sarà sostituito da Jean Alesi, al momento attuale pilota della Tyrrell, ma non mettiamo il carro davanti ai buoi, che non c'è ancora nulla di ufficiale.

In più non siamo qui per parlare di rumour di mercato piloti, quanto piuttosto per parlare del fatto che le vetture di Maranello sono affiancate in prima fila: Mansell parte dalla pole e Prost parte secondo, quindi nell'aria si respira il solito dubbio esistenziale, "abbiamo le vetture 1/2, come facciamo a perdere la gara con entrambe?", dubbio che all'inizio sembra trovare risposta ma che, a conti fatti, non trova risposta in quanto uno dei due piloti effettivamente si aggiudicherà la vittoria. Mansell comunque sembra avere un problema di qualche genere al momento dello start, ma questo di per sé non genera grossi intoppi. Il punto è che si porta di lato, facendo quel tipo di partenza che nel decennio successivo avrebbe tentato varie volte Michael Schumacher, nel rallentare chi gli stava accanto, finendo per auto-trollarsi. Il problema è che Schumacher di solito avrebbe tentato quel tipo di partenze nei confronti di avversari random, stavolta Mansell cerca di bloccare Prost, ovvero il suo compagno di squadra, che è anche in lotta per il mondiale, non c'è che dire, una buona scelta!

I piloti McLaren ringraziano e Senna si porta in testa seguito da Berger. Mansell si accoda in terza posizione, mentre Prost si ritrova addirittura quinto alle spalle di una Benetton che riuscirà a superare in un secondo momento. A quel punto nelle prime quattro posizioni ci sono le due McLaren e le due Ferrari, con l'attesa dei cambi gomme che, chissà, magari possono stravolgere almeno in parte la situazione. Mansell è il primo a rientrare ai box e la decisione fa sì che si porti secondo alle spalle di Senna una volta che le soste dei primi quattro sono state ultimate. Prost, invece, che ha superato Berger esattamente prima della sosta, si ritrova nuovamente alle spalle del pilota della McLaren dopo un cambio gomme non particolarmente ben riuscito (ma comunque molto meglio riuscito di certi cambi gomme che la Rossa mette in scena al giorno d'oggi). Adesso abbiamo una McLaren, una Ferrari, una McLaren e una Ferrari, anche se le cose sono destinate a cambiare. Mansell riesce infatti a superare Senna, mentre Prost riesce a superare Berger e anche a portarsi a ridosso di Senna.

Dopo un momento ad alta tensione in cui Mansell si ritrova a toccarsi con una Ligier durante un doppiaggio (a guidare quella Ligier era Philippe Alliot, che sia un caso? poi peraltro visto mentre rientrando a piedi ai box si fermava a firmare autografi) ma a proseguire indenne, la situazione viene congelata con Mansell, Senna e Prost nelle prime tre posizioni, Berger quarto e la zona punti completata dalle Benetton di Nelson Piquet e Alessandro Nannini, quando a gara ormai inoltrata avviene un incidente tra la Arrows di Alex Caffi e la Larrousse di Aguri Suzuki. Il pilota italiano, rimasto ferito nel botto (nulla di grave, sarà presente al successivo gran premio pochi giorni dopo), non riesce a uscire dalla propria monoposto e, per soccorrerlo, la gara viene redflaggata. Siamo negli anni '90 e quando una gara viene redflaggata oltre il 75% della durata viene considerata terminata, perché i fanboy indignati al massimo fanno sentire la loro voce al bar invece di pretendere lo spettakolohhhh a tutti i costi.

Nell'extended highlight che ho visto il podio non è presente, ma secondo il sito statsf1 i Sensell stavolta sono in versione best friend forever e fanno comunella sul podio. Prost, già alquanto adirato con il compagno di squadra che l'ha quasi spalmato contro un muretto al via, non sembra apprezzare particolarmente tutto ciò. Seguono delle polemiche tra lui e il team, ma per fortuna arriva il weekend di Jerez, che inizia con Martin Donnelly purtroppo protagonista di un gravissimo incidente nella sessione di qualifiche del venerdì. Inaspettatamente il pilota della Lotus ne esce solo con varie fratture, quando le immagini facevano temere per la sua vita. Il fine settimana prosegue e, al termine della sessione del sabato, è Senna il poleman dell'evento, che viene affiancato in griglia da Prost. Al via mantiene la posizione davanti al rivale, e la mantiene con poco margine per la durata del primo stint, in quella che si presume essere una gara che prevede molti cambi gomme a causa dell'asfalto particolarmente abrasivo.

Senna si ferma solo un giro più tardi rispetto a Prost, ma subisce undercut dal ferrarista, con i due undercuttati a loro volta da Mansell che si è fermato da tempo. Mansell, che sembra avere avuto disposizioni di non intralciare Prost nel finale di stagione, si fa superare dal compagno di squadra, ma ne approfitta anche Senna. Abbiamo i Prosenna di nuovo nelle prime due posizioni e il duello continua. Anzi, no, perché Prost stavolta allunga nei confronti del pilota della McLaren. Quest'ultimo, verso il termine del secondo stint, venendo anche costretto al ritiro dopo avere già ceduto la seconda piazza a Mansell. È doppietta per la Ferrari, con Nannini terzo in quello che, a seguito di un grave infortunio in un incidente in elicottero di lì a una decina id giorni, si rivelerà il suo ultimo gran premio in carriera. La McLaren chiude invece con un doppio ritiro, Berger coinvolto in un incidente con Thierry Boutsen. Il pilota della Williams prosegue, chiudendo quarto, davanti al compagno di squadra Riccardo Patrese e ad Aguri Suzuki.

sabato 3 settembre 2022

La vittoria sfumata di Jean Alesi - una delle tante // GP Europa 1995

Tutti conoscono la storia del GP d'Italia 1995, anche se molti tifosi della Ferrari vorrebbero averla dimenticata e soprattutto vorrebbero averla dimenticata Gerhard Berger e Jean Alesi. Non voglio assolutamente sminuire la sventura monzese di Alesi, ma ho l'impressione che, tutto sommato, sia una delusione che prima o poi, per forza di cose, è andata giù. Dopotutto è stata solo una delusione in mezzo a tante delusioni e oggi dobbiamo parlare di un'altra giornata sfortunata della sua carriera, arrivata neanche tanto tempo dopo rispetto ai fatti di Monza. Siamo infatti ai primi di ottobre e tra Monza e il Nurburgring c'è stato in mezzo solo il GP del Portogallo, passato alla storia per la prima vittoria in Formula 1 di David Coulthard.

Giusto per contestualizzarla, vi do un breve insight della gara: a Estoril è iniziato tutto con una bandiera rossa, pare che un lieve contatto con Martin Brundle abbia mandato in testacoda la Sauber di Heinz-Harald Frentzen e questo abbia generato un ingorgo culminato in un botto di Ukyo Katayama, dopo che il pilota della Tyrrell ha cozzato contro la Minardi di Luca Badoer. La seconda partenza, invece, fila liscia, ma non per Frentzen in realtà che deve ripartire ultimo in quanto la sua vettura si è spenta nel giro di formazione. Coulthard scatta dalla pole position e si invola in testa alla gara, seguito da Michael Schumacher e Damon Hill, quest'ultimo che partiva dalla prima fila accanto al compagno di squadra, cosa che faceva pensare a un ipotetico switch di posizioni. La Benetton in mezzo sembra fare il gioco di Coulthard.

In realtà Coulthard è già stato ingaggiato dalla McLaren per la stagione seguente e non è chiaro fino a che punto sia interessato all'inseguimento del titolo da parte di Hill, sta di fatto che inizialmente i due si ritrovano con Schumacher in mezzo. L'unica differenza è che, dopo un problema al primo pitstop, la strategia di Hill viene modificata in corso d'opera: non farà tre soste, ma due. A soste ultimate Hill si trova secondo, ma abbastanza distante da Coulthard, e deve vedersela anche con Schumacher con cui si ritrova coinvolto in un acceso duello che, invece di terminare con un incidente come nelle puntate precedenti, termina con il sorpasso da parte di Schumacher. Le Ferrari chiudono in quarta e quinta piazza, davanti a Frentzen autore di una buona rimonta.

Il quarto posto di Berger davanti al compagno di squadra sembra essere frutto della richiesta, da parte del team, ad Alesi di lasciarlo passare a un certo punto della gara, in quanto i due erano su strategie diverse. Alesi non sembra affatto soddisfatto di avere poi terminato la gara dietro al compagno di squadra... meno male che c'è il GP d'Europa alle porte e chissà, magari potrebbe accadere qualcosa di positivo, tipo che la gara inizi con pista umida, tutti partano con gomme da bagnato e siano costretti a un pitstop dopo pochi giri e che Alesi, partito invece sulle slick, si ritrovi in testa, soppiantando tutti i suoi inseguitori. È esattamente quello che succede, Alesi si trova in testa, seguito a una certa da distanza da Coulthard (leader nei primi giri) e poi dagli Schumill.

Gli Schumill sono in lotta tra di loro, si superano varie volte e come da buona tradizione rischiano di cozzare l'uno contro l'altro. Non cozzano l'uno contro l'altro neanche stavolta e Schumacher si appropria della terza posizione. Gli Schumill poi superano Coulthard portandosi secondo e terzo, dopodiché riprendono a stare l'uno negli scarichi dell'altro. Quando per le Ferrari giunge il momento dell'unico pitstop, Alesi riesce a tornare in testa con qualche secondo di vantaggio sugli inseguitori, che ormai più scarichi di benzina sembrano andare più veloci di lui. Schumacher si ferma per la seconda sosta, Hill al momento rimane in pista. Tenta di superare Alesi, c'è un lieve contatto e Hill danneggia la vettura, venendo costretto a rientrare subito in pitlane, dove perderà parecchio tempo.

Alesi continua ad essere leader, unica Ferrari in pista dopo il ritiro di Berger per un guasto, Schumacher lo insegue in seconda posizione e si avvicina sempre più, mentre Coulthard è terzo. Hill è al quarto posto fintanto che non esce di pista dopo essere finito con le ruote sull'erba bagnata. Lo soppianterà quarto Rubens Barrichello, precedendo la Benetton di Johnny Herbert e la Jordan del compagno di squadra Eddie Irvine. Le posizioni dalla terza in poi rimarranno invariate fino alla bandiera a scacchi, ma è davanti che si consuma il dramma, quando mancano ormai solo due o tre giri al termine della gara. Chiaramente deve accadere qualcosa che faccia perdere ad Alesi la leadership conquistata e conservata duramente nel corso della gara. E infatti Schumacher lo sorpassa, tutto qui, niente cose strane, semplicemente un sorpasso.

Finisce così, con un'ennesima vittoria sfumata di Alesi, un'altra gara del mondiale 1995. Schumacher nel post-gara afferma anche che, quando aveva visto Hill a muro sapeva che anche un secondo posto contribuiva alla causa, ovvero al titolo mondiale che ormai sembra solo una formalità nonostante manchino ancora Pacifico, Giappone e Australia, ma il Nurburgring è uno dei suoi gran premi di casa e la spinta del pubblico gli ha fatto capire che, se poteva giocarsi la vittoria, doveva giocarsi la vittoria. "Grazie mille per il tuo gentile pensiero" avrà sicuramente pensato Alesi, magari sognando a occhi aperti il giorno non tanto lontano in cui al volante di una Benetton potrà finalmente prendersi tutte le soddisfazioni che gli sono sfuggite negli anni in Ferrari, vedere Schumacher arrancare al posto suo al volante della Rossa e potere collezionare numerose vittor-... ah no, non andrà a finire così.


giovedì 11 agosto 2022

Il 1987 rivive in sei giorni: episodio 4/6 (Austria, Italia, Portogallo)

Quarto episodio della stagione 1987, ci siamo lasciati con Nigel Mansell ritirato due volte di seguito mentre Nelson Piquet allunga in classifica e ci ritroviamo a Zeltweg, dove il nostro baffuto eroe finalmente riesce a vedere la luce. Non la vedrà altrettanto a Monza ed Estoril, ma direi sia meglio procedere con ordine e iniziare con la partenza del gran premio austriaco... anzi, con le tre partenze, e non sarà l'unica volta in questo episodio in cui andremo incontro a bandiere rosse. La prima di queste gare, peraltro, l'ho trovata con telecronaca di Poltronieri. Segnalo anche un fuori onda: in cabina di commento con lui qualcuno, in occasione della seconda partenza e dell'incidente che ne segue, si sente anche qualcuno nominare invano figure religiose (solo nominarle, non insultarle, pare).

AUSTRIA - le Williams di Piquet e Mansell sono 1/2 e rimangono 1/2. Nelle prime file tutto sembra andare per il meglio, poi una vettura di difficile identificazione viste le riprese dall'alto, si gira e si genera un ingorgo. La vettura girata sembra la Zakspeed di Martin Brundle, tra i piloti coinvolti Philippe Streiff e Jonathan Palmer e la Ligier di René Arnoux, forse quella di Piercarlo Ghinzani e anche la Minardi di Adrian Campos. Bandiera rossa.
Si riparte, la Williams di Piquet parte in modo normale, quella di Mansell parte al rallenty per un guasto alla frizione. Si genera un ingorgo decisamente peggio di quello precedente e varie vetture finiscono in un'ammucchiata, chi per evitarlo (Riccardo Patrese sulla Brabham ed Eddie Cheever sulla Arrows), chi non riuscendo a evitare altri. Tra loro ci sono anche Brundle, Ghinzani e Streiff e a quest'ultimo finisce sopra l'AGS di Pascal Fabre. Bandiera rossa.
La McLaren di Alain Prost viene spinta ai box perché non parte nel formation lap, Michele Alboreto ha problemi nel formation lap e va ai box. Partiranno da là e non saranno i soli visto quanti piloti hanno riportato danni nelle precedenti partenze.
In griglia si parte e stavolta tutto fila liscio, anche se la Lotus di Ayrton Senna parte al rallenty e lo ritroviamo nelle retrovie - dove ritroviamo è un eufemismo, la regia inquadra solo i piloti di testa. Tra Piquet e Mansell si frappongono la Benetton di Thierry Boutsen e la Ferrari di Gerhard Berger. Il pilota numero 28 è tuttavia costretto al ritiro dopo pochi giri, mentre Boutsen si installa per un po' negli scarichi di Piquet prima di avere problemi e rientrare ai box e tornare in pista arretrato.
In una gara animata da occasionali inquadrature di forature (la McLaren do Stefan Johansson, la Lotus di Satoru Nakajima), non siamo ancora a metà gara quando Mansell supera Piquet e si porta in testa. Poco dopo inizia il giro dei pitstop, senza radicali cambi di posizioni. Terzo è Teo Fabi sulla Benetton che deve ancora fermarsi, mentre Alboreto, Prost e Senna hanno rimontato like a boss e occupano le ultime posizioni della zona punti.
Quando Prost si porta davanti ad Alboreto lasciandolo a tu per tu con Senna, Poltronieri osserva che sarebbe bello vedere il loro duello dato che tra Alboreto e Senna non corre buon sangue. Purtroppo non ci viene illustrata la natura delle loro polemiche. Né ci viene mostrato il loro contatto in cui più avanti Senna danneggia l'ala anteriore, mentre i due stanno inseguendo - dopo una lunga sosta di Fabi - la terza posizione di Prost (che di questo passo in questo particolare universo sembra l'unico front runner che non si è ancora messo a litigare con Senna e che anzi presto sarà ben lieto di averlo come compagno di squadra in McLaren).
Alboreto non finisce la gara a causa della rottura di uno scarico, Prost procede piuttosto lentamente nel finale della gara, Fabi risale in terza posizione e va a prendersi il podio, precedendo Boutsen. Senna riesce a finire quinto, davanti a Prost che completa la zona punti.
Come spesso accade negli anni '80 i primi tre classificati vengono fatti salire du un camioncino dal quale si fanno acclamare dal pubblico. Sembra che per salutare il pubblico Mansell si sporga troppo in alto, sbattendo la testa contro un tabellone pubblicitario, che svenga cadendo addosso a Piquet e che venga rianimato in modo rudimentale da Fabi che gli rovescia in faccia il contenuto di una bottiglia d'acqua.

ITALIA - tre settimane più tardi a Monza, Piquet e Mansell partono dalla prima fila, la gara di Piquet inizia bene, quella di Mansell un po' meno. Lo troviamo infatti in un primo momento quarto alle spalle di Boutsen e Berger e solo più avanti nel giro dei pitstop riuscirà a riprendersi la posizione. Piquet intanto è leader e ci rimane fino al momento della sosta ai box lasciando strada a Senna.
Il pilota della Lotus non effettua pitstop nel corso della gara (stessa strategia con cui già è riuscito a vincere qualche mese prima a Detroit) e rimane in testa fino quasi alla fine, quando commette un errore, finisce per prati e Piquet passa davanti. Riesce comunque a conservare il secondo posto davanti a Mansell e ci riesce anche quando sta finendo il carburante. Resta a piedi infatti dopo avere tagliato il traguardo venendo scarrozzato ai box dal compagno di squadra Satoru Nakajima.
Uscito vincere da un duello con Boutsen, Berger lo precede in quarta posizione. Berger è l'unico pilota Ferrari a vedere il traguardo, Alboreto si è ritirato dopo pochi giri di gara per un guasto al motore. Sesto chiude Johansson sulla McLaren, mentre Prost è doppiato di vari giri dopo avere avuto problemi sulla propria monoposto ed essere rientrato diverse volte(?) ai box.

PORTOGALLO - Berger scatta dalla pole per la prima volta in carriera, ma viene sopravanzato da Mansell. Si accodano a loro Prost e Senna, mentre dietro Alboreto si tocca con Piquet e si gira. Nel tentativo di evitarlo, dietro si viene a generare una gran confusione con varie vetture che cozzano le une contro le altre. Solo dopo un giro e dopo che le vetture sopraggiungono sul luogo dell'incidente dove ci sono vari commissari in azione, viene data bandiera rossa. Si ripartirà da distanza originale.
Mansell scatta di nuovo meglio di Berger, ma il ferrarista si riprende dopo poco tempo la posizione. Dietro di loro, un duello per la terza posizione tra Senna e Piquet si conclude alcuni giri dopo a vantaggio del pilota della Williams. Senna, invece, poco più tardi ha un problema ed è costretto a rientrare ai box. Berger, da parte sua, continua a leaderare, mentre Mansell è costretto al ritiro dalla rottura del motore.
Piquet, Alboreto e Prost sono tutti molto vicini in lotta per la seconda posizione. C'è anche un sorpasso di Alboreto, seguito da un controsorpasso di Piquet poco prima dell'inizio del giro di cambi gomme. Prost overcutta Piquet, ma entrambi undercuttano Alboreto, che poi sarà costretto al ritiro per un problema tecnico. Piquet all'inizio del secondo stint è molto vicino a Prost, ma in breve tempo non riesce a tenerne il ritmo, perdendo terreno.
Nel frattempo la gara va verso il finale e Prost sembra avvicinarsi almeno un po' a Berger... che però al terzultimo giro finisce in testacoda lasciando la vittoria su un piatto d'argento a Prost. Riesce a chiudere secondo, essendo Piquet piuttosto lontano. La Benetton di Teo Fabi chiude al quarto posto pur rimanendo senza benzina all'ultimo giro, davanti alla McLaren di Stefan Johansson e alla Arrows di Eddie Cheever.
Dopo i problemi iniziali Senna riesce a concludere settimo, quindi senza punti. È a diciotto punti di gap in classifica dal leader Piquet, mentre Mansell e Prost sono staccati di ventiquattro e ventisette punti. Con quattro gran premi ancora da disputare, Piquet ha un vantaggio abbondante in classifica, mentre Mansell sembra in netta difficoltà. La situazione, però, sta per cambiare. Ne parleremo nel prossimo episodio del mondiale 1987.

venerdì 5 agosto 2022

We believe in Lehstappen // GP Italia e Portogallo 1994

Miei cari launch control sulla cui legalità si dibatte, oggi ci spostiamo nei mid-90s. Siamo in un'epoca di tempi già cupi, in cui è palese a ogni iNsAiDeR che segue le gare dall'interno (l'interno è quello del bar, probabilmente) che ormai il pilota non conta più, ma conta solo la macchina. Visto il race ban di Michael Schumacher, è esattamente quello che sono chiamati a dimostrare il suo compagno di squadra Jos Verstappen e il suo ex compagno di squadra declassato a riserva tornato in auge per guidare al suo posto J.J.Lehto. Ora non ho dubbi che i Lehstappen diano il massimo per dimostrare che chiunque vincerebbe al volante di una Benetton, ma così, a intuito, non è esattamente il messaggio che passa.
Attenzione, però, ci sono anche altri messaggi che passano, ovvero che i ferraristi siano condannati alla sofferenza, visto quello che accadrà, in particolare a Monza ma per non farci mancare niente neanche a Estoril. Quindi, se siete tifosi della Ferrari oppure se siete Jean Alesi in persona (non che il suo collega Gerhard Berger se la passi tanto meglio, ma diciamo che almeno se la passa meno peggio), ponderate accuratamente la possibilità di scappare a gambe levate urlando che perfino un neonato di dieci giorni capirebbe che qualunque persona saggia dovrebbe stare il più lontana possibile da Maranello. Considerato che il giorno in cui si corre a Monza sono passati esattamente dieci giorni dalla nascita di Carlos Sainz Jr, non tutti i neonati di dieci giorni sembrano avere seguito alla lettera questa buona norma, ma nevermind, siamo nel 1994 e non sappiamo non solo chi sia Carlos Sainz Jr, ma nemmeno chi sia il suo idolo Fernando Alonso.

ITALIA - Jean Alesi ottiene la pole position davanti a Gerhard Berger, e già questo non è un buon segnale, perché mantenere la domenica le premesse del venerdì/ sabato sarà molto dura, dovendo già iniziare con il grande dubbio esistenziale "siamo 1/2, come facciamo a perdere la gara con entrambe le macchine". Dietro alla coppia Alesi/ Berger ci sono le Williams con in mezzo, al quarto posto, la Lotus di Johnny Herbert. Attenzione perché anche essere Herbert non è il massimo: la posizione è un raggio di luce in un periodo cupo in cui la Lotus sta andando alla ricerca del primo punto stagionale e partire al quarto posto è qualcosa di molto top. Purtroppo al via c'è un incidente che coinvolge numerose vetture, una di queste è quella di Herbert ed è costretto a prendere il restart (perché la gara viene redflaggata) con la vettura di riserva dalla pitlane, venendo in seguito costretto al ritiro da un guasto.
L'artefice della carambola in partenza è Eddie Irvine: il pilota della Jordan infatti parte like a boss facendo il vuoto, il problema è che in quel vuoto c'è anche Herbert. Le Ligier vengono coinvolte, Olivier Panis proprio nell'incidente, Eric Bernard in maniera più marginale, dietro si genera il caos e anche la Larrousse di Erik Comas e la Sauber di Andrea De Cesaris si ritrovano incidentate. Come penalità per l'incidente innescato, Irvine viene spedito in ultima posizione per il restart. Al momento del restart tutto sembra filare liscio per le Ferrari (ma non per altri più indietro, dato che si segnala un altro incidente), Alesi si appropria del comando seguito da Berger, peraltro protagonista alla mattina di un incidente nel warm-up nel quale fortunatamente è rimasto illeso.
Per Alesi tutto fila liscio fintanto che non è il momento del rifornimento. Quando va per ripartire, la vettura sembra non ripartire affatto ed è costretto al ritiro. Di due Ferrari in prima e seconda posizione ne rimane quindi solo una. Ancora una volta è la pitlane il luogo dei problemi e la sosta si rivela più lunga del previsto per non fare un unsafe release ai danni di Panis che si sta fermando a sua volta. Berger subisce overcut da parte delle due Williams, con a loro volta un overcut tra di loro: David Coulthard si ritrova al comando davanti a Damon Hill, ma dopo una provvidenziale citofonata dai box si leva di mezzo e inizia a seguire il compagno di squadra come un'ombra, mentre Berger un po' più distante cerca di raggiungerli, senza riuscirvi.
Solo nel finale, quando Coulthard rimane senza benzina un giro prima del finale della gara, Berger riesce a riappropriarsi almeno della seconda piazza, mentre le McLaren di Mika Hakkinen e Martin Brundle chiudono al terzo e al quinto posto con in mezzo a loro la Jordan di Rubens Barrichello. Coulthard viene classificato sesto, davanti ai doppiati Bernard, Comas, Lehto e Panis: è stata una gara ad elevato attrition rate, non solo per incidenti ma anche per guasti, e solo dieci vetture sono considerate classificate. Lehto, partito ventesimo, chiude nono dopo una gara con due soste e uno stop and go per eccesso di velocità nella pitlane.
Verstappen qualificato decimo dopo avere riportato un danno alla vettura, è finito alla seconda partenza in un incidente con la Footwork di Gianni Morbidelli e la Lotus di Alessandro Zanardi, innescato da una foratura che fa perdere il controllo della monoposto a quest'ultimo. Questo incidente ha portato tutti e tre al ritiro senza avere completato nemmeno un giro. Nessun punto quindi per la Benetton, che in vista del gran premio successivo si rende protagonista di un episodio piuttosto curioso: viene testata da un giovane pilota di Indycar con gli occhiali spessi come fondi di bottiglia. Quel pilota di Indycar è nientemeno che Paul Tracy!

PORTOGALLO - stavolta è Berger a partire dalla pole position, precedendo le Williams, la McLaren di Hakkinen e la Ferrari del compagno di squadra. A proposito di McLaren, si attendeva l'annuncio dell'ingaggio di Barrichello per la stagione seguente, ma alla fine Rubinho ha optato per prolungare il suo contratto con la Jordan. Chissà, se si fosse spostato a Woking magari un giorno sarebbe riuscito a vincere un mondiale con la McLaren battendo Schumacher, ma non sapremo mai come sarebbe andata! Sappiamo però come vanno le cose per i ferraristi del 1994 e Berger passa in testa una manciata di giri. Poi la sua vettura lo abbandona. Alesi nel frattempo risale in terza posizione alle spalle delle Williams, avendo superato Hakkinen alla partenza. Si ritirerà più avanti nella gara a causa di un incidente mentre sta doppiando David Brabham. Forse il pilota della Simtek non è proprio lesto a cedergli la strada, ma sembra che Alesi finisca a ruote bloccate e gli cozzi contro.
Torniamo al primo stint, con il ritiro di Berger e le Williams 1/2. In prima posizione c'è tuttavia Coulthard, che ha sopravanzato Hill alla partenza e percorre in testa praticamente il primo stint. Il suo compagno di squadra, tuttavia, punta a vincere il mondiale e se dovesse vincere la gara si porterebbe a -1 in classifica da Schumacher, quindi ovviamente Coulthard stavolta vince l'anno prossimo (il che non è detto a caso, proprio a Estoril otterrà la sua prima vittoria nel 1995). Quando Hill attacca Coulthard, questo non si difende e si accontenta della seconda posizione, il suo primo podio nella sua ultima gara della stagione (per le ultime tre tornerà Nigel Mansell già presente al GP di Francia). Terzo si piazza quindi Hakkinen, posizione che mantiene fino al traguardo salendo ancora una volta sul podio. Barrichello chiude quarto precedendo in zona punti Verstappen e Brundle.
Il quinto posto di Verstappen, partito ancora una volta decimo, porta due punti alla Benetton, gli unici due conquistati in questi due gran premi senza Schumacher. Lehto non pervenuto, nel senso che proprio non giunge alla bandiera a scacchi: partito dalla quattordicesima posizione, senza mai avere fatto nulla che portasse a pensare a una sua immediata risalita in zona punti, finisce la gara a seguito di un incidente. Dopo questa gara la Benetton, in testa al mondiale costruttori fino a Monza, perde la leadership della classifica ritrovandosi a -2 alle spalle della Williams. Gli iNsAiDeRs dall'interno del bar probabilmente stanno iniziando a maturare il dubbio che non basti mettere i Lehstappen al volante delle Benetton per vincere il mondiale.

lunedì 1 agosto 2022

Back to 1986: la prima vittoria della Benetton

Alla sua prima stagione dopo avere rilevato la Toleman, il team Benetton si è tolto diverse soddisfazioni, compreso il primo podio già nelle prime fasi della stagione. Poi, in Austria e Italia, sono arrivate due pole per mano di Teo Fabi, che purtroppo non si sono tradotte in nulla di concreto. Idem la gara di Gerhard Berger, leader per tutto il primo stint a Zeltweg, si è conclusa mestamente. Nell'ultimo appuntamento europeo, che si svolge in Portogallo a Estoril, tuttavia, Berger inizia la gara in terza posizione, alle spalle di Nigel Mansell e Ayrton Senna - quest'ultimo, partito dalla pole, viene sopravanzato subito dal pilota della Williams. La gloria di Berger, tuttavia, non dura molto a lungo: viene infatti risucchiato dagli inseguitori ed è costretto ad accodarsi in bassa zona punti.

Il duo di testa non cambia, anche se i due non sono molto vicini, seguono poi Nelson Piquet, Alain Prost e Keke Rosberg, almeno prima del ritiro ritiro di quest'ultimo per un guasto al motore. Curiosità: le McLaren sfoggiano colori diversi, Prost quella solita bianco-rossa (la classica livrea Marlboro), Rosberg una livrea one-off bianco-gialla (livrea Marlboro Light). Fuori Rosberg, i primi quattro rimangono invariati, sia nel primo sia nel secondo stint. Resteranno tali fino a quasi fine gara quando Senna resterà senza benzina a un giro dalla fine venendo classificato quarto. Sul podio con Mansell ci andranno quindi Prost e Piquet. Le Ferrari di Michele Alboreto e Stefan Johansson chiudono in quinta e sesta posizione, dopo che Johansson è stato protagonista del ritiro di Berger.

Tra i due, infatti, c'è stato in precedenza un incidente mentre lottavano per il quinto posto, costato a Berger il ritiro e a Johansson una posizione nei confronti di Alboreto. Con il ritiro di Berger, le speranze della Benetton sono tutte con Fabi, che però si trova al settimo posto nelle fasi conclusive e verrà classificato ottavo dopo avere finito la benzina anzitempo - un grande classico dei mid-80s quello di rimanere a piedi ogni tre per due. Per intenderci, il GP del Portogallo non fa certo parlare di sé per la Benetton. In realtà neanche per la gara in sé, le cose più celebri accadute in Portogallo 1986 sono: 1) un servizio per la TV britannica in cui Murray Walker sta nell'abitacolo di una Williams con ai lati Mansell e Piquet che per esigenze TV fingono di essere best friend forever, 2) la foto di gruppo.


In Portogallo Senna, Prost, Mansell e Piquet erano ancora tutti in lotta per il titolo, ma a fine gara l'aritmetica ha condannato Senna, che arriva a Città del Messico ormai fuori dai giochi. Parte comunque dalla pole position e per la gara può ancora dire qualcosa, almeno finché la gara non parte e viene superato da Piquet ritrovandosi secondo. Seguono Berger e Prost, ma il pilota della McLaren supera quello della Benetton e si lancia anche a caccia di Senna. Mansell, invece, a causa di un errore commesso nelle prime fasi di gara è chiamato a rimontare dalle retrovie, riuscendo anche a risalire in zone abbastanza presentabili. La vera battaglia, tuttavia, non sembra tra piloti o tra team, quanto piuttosto tra fornitori di gomme: i gommati Goodyear soffrono, i gommati Pirelli sembrano cavarsela alla grande.

È così che emerge Berger, che arriva a portarsi in testa alla gara perché è l'unico del gruppetto dei primi che non effettua soste - giusto per andare da un estremo all'altro l'iniziale leader del gran premio, Piquet, di cambi gomme ne effettua ben tre. Il pilota austriaco - che sta prendendo parte alla gara con sintomi influenzali e la febbre a trentotto - stavolta non è colpito da sventure varie e in un colpo solo andrà a ottenere la prima vittoria sia per sé sia per la Benetton come squadra. Sul podio con lui saliranno Prost e Senna in seconda e terza posizione. Piquet si trova sesto e Mansell settimo fino a pochi giri dalla fine, ma eccoli che guadagnano due posizioni ciascuno in un colpo solo grazie al ritiro dei due piloti che avevano davanti: quinto c'era infatti Johansson che ha rotto il motore ed è stato costretto a parcheggiare.

Giornata terribile per la Ferrari, anche Alboreto infatti si è già ritirato da molto tempo per problemi di motore. Per fortuna nel momento stesso in cui Johansson si ritira, i ferraristi assistono a una scena consolatoria: una Brabham va a sbattere, Riccardo Patrese si ritira invece di appropriarsi della posizione perduta del pilota svedese! Gli imolesi al gran completo come minimo esultano davanti alla TV. Sesto giunge Philippe Alliot, che dopo la gara viene subito accerchiato da Stefan Johansson e dal compagno di squadra René Arnoux, che ha a sua volta rotto il motore: i due vorrebbero essere scarrozzati in pitlane invece di doversela fare a piedi. Alliot non ha nulla in contrario, il serbatoio della sua vettura invece ha molto in contrario: finisce la benzina e Johansson, Arnoux e Alliot sono tutti a piedi.


Il terzetto non si scoraggia affatto, tutto quello che c'è da fare è trovare un altro che scarrozzi tutti quanti. Johansson quindi si sbraccia tentando di fermare il primo malcapitato di turno, raggiunto da Arnoux e poi anche da Alliot quando questo scende dalla Ligier ormai sprovvista di carburante. Il malcapitato di turno è Piquet, che li carica tutti e tre, Johansson e Arnoux con le chiome al vento, Alliot con il casco in testa, e si dirige verso la pitlane. O almeno è quello che possiamo immaginare, mi auguro che dopo quella sistemazione non rimangano di nuovo tutti a piedi! Tra i tanti episodi analoghi, sembra l'unico della storia in cui addirittura in tre vengono portati ai box caricati sulla stessa monoposto (in precedenza era capitato che Jacques Laffite scarrozzasse contemporaneamente Alain Prost e Niki Lauda).

In sintesi, vince Berger ma nessuno prende in considerazione Berger... anche perché obiettivamente il mondiale viaggia verso la sua conclusione e sono ben in tre i piloti ancora in lotta per il titolo, ovvero il duo della Williams e Prost. Mansell è in testa, con sei punti più di Prost e sette più di Piquet. Sembra pericolosamente vicino alla vittoria del titolo, invece è a una foratura di distanza dalla sconfitta. Questa, però, è un'altra storia che vi ho già raccontato parecchio tempo fa (durante i rewatch ufficiali del 2020), quindi per il momento ci fermiamo qui. Nello specifico, comunque, del 1986 ho ancora parecchie cose da raccontarvi, praticamente tutta la prima metà della stagione o poco ci manca. Non temete, arriverà il momento per tutto, prima o poi. Per oggi, però, ci salutiamo con Berger e il Messico.


domenica 24 luglio 2022

La devastante iella di Riccardo Patrese // GP Italia 1992

Siamo nel 1992 ed è una gloriosa domenica di settembre a Monza, anche se per alcuni non tanto: Jean Alesi e Ivan Capelli, i due piloti Ferrari, riescono nella poco eroica impresa di ritirarsi pressoché nello stesso momento, il francese per un guasto e l'italiano per un testacoda. Frattanto davanti è tutto regolare e le Williams si ritrovano 1/2, con Nigel Mansell in testa seguito da Riccardo Patrese. A onore del vero il pilota padovano ha passato i primi giri di gara alle spalle della McLaren di Ayrton Senna, prima di appropriarsi della seconda piazza, ma questi sono dettagli. Quello che conta è che ci troviamo con le Williams 1/2. C'è una sola McLaren nelle zone che contano, in quanto Gerhard Berger è partito dai box con il muletto per un problema di motore, quella di Senna che sta più vicino del solito alle Williams.

Anche delle Benetton ce n'è solo una nelle posizioni di rilievo: è Martin Brundle quarto che precede la Ligier di Thierry Boutsen. Michael Schumacher è stato protagonista al via di un contatto con quest'ultimo, facendo un testacoda e ritrovandosi in venticinquesima posizione dalla quale verso metà gara si ritrova a raggiungere la sesta posizione. Supererà anche Boutsen portandosi quinto, prima del ritiro del pilota Ligier grazie al quale recupererà una posizione portandosi sesto Berger. Nel frattempo però si sta consumando il *drama*. Avevamo lasciato le Williams 1/2 ma c'è stato uno switch tra di loro, Mansell infatti è stato passato da Patrese - che ora è in testa a uno dei suoi gran premi di casa, cosa potrà mai andare storto? - senza in realtà opporgli una grossa resistenza (Mansell ha già vinto il titolo da tempo) ed è secondo, ma viene costretto al ritiro da un problema al cambio.

Patrese è in testa e ci rimane fino a pochi giri dal termine, quando anche la sua vettura accusa un problema simile a quello di Mansell. Prima cede a Senna, poi alle Benetton, poi alla McLaren di Berger e si accontenta di una misera quinta piazza ultimo pilota a pieni giri, mentre Andrea De Cesaris con la Tyrrell completa la zona punti. Senna, Brundle e Schumacher salgono sul podio mentre Murray Walker afferma che è la prima volta che due piloti Benetton salgono sul podio insieme (obiettivamente al GP del Giappone 1990 la doppietta Piquet/ Moreno non è stata la cosa più memorabile) e James Hunt parte con un rant a sostegno di Brundle ai suoi occhi meritevole di conservare il volante perduto per il 1993. Chiaramente è un rant dettato solo da pura obiettività e non dipende *per nulla* dal fatto che a sostituirlo sarà Patrese! ;-)

Quest'ultimo frattanto è nella situazione di non avere ancora vinto nemmeno una gara nel corso della stagione, quando ne mancano solo tre alla fine del campionato. La successiva è a Estoril in Portogallo (di cui ho trovato peraltro anche il pre-gara in italiano, contenente delle interviste in lingua italiana di Alesi, Senna e Max Mosley - a quanto pare Mosley parlava in italiano), pista che mette a dura prova la tenuta delle gomme, tanto che tutti prevedono almeno un pitstop se non due o magari tre. Le Williams sono ancora 1/2 nella prima fase di gara, seguite dalle McLaren e più lontano dalla Lotus di Mika Hakkinen e dalla Benetton di Martin Brundle. Schumacher invece ha avuto problemi alla partenza del formation lap e sta rimontando dalle retrovie, ma stavolta arriverà solo a ridosso della zona punti alle spalle della Footwork di Michele Alboreto.

La gara di per sé è abbastanza piatta ma a romperne la piattezza è proprio Patrese, anche se non in positivo. Inseguendo Berger da vicino prima che questo si fermi ai box, infatti, viene colto di sorpresa e quando Berger all'improvviso rallenta per rientrare in pitlane, lo tampona violentemente da dietro alzandosi e rischiando di cappottare, ma ricadendo giù senza girarsi e va a sbattere contro al muretto. Ne esce stordito, ma vivo e illeso, quindi è andata bene. Incredibilmente Berger riesce a proseguire la gara ed è in terza posizione, che diventerà seconda più avanti quando Senna farà un cambio gomme in più e avrà una sosta piuttosto lunga. La "stagione europea" finisce con una top-6 così composta: Mansell, Berger, Senna, Brundle, Hakkinen, Alboreto. Adesso non restano che le ultime due gare stagionali, Giappone e Australia.


PS. Dimenticavo, ancora doppio ritiro per la Ferrari in Portogallo, Alesi per testacoda e Capelli per un problema tecnico.


venerdì 22 luglio 2022

Il quarto titolo di Prost // GP Portogallo 1993

L'evento di cui andiamo a parlare oggi è uno di quelli in cui non ci si è fatti mancare niente. Abbiamo infatti, non in quest'ordine cronologico: l'assegnazione del titolo, una vittoria attention seeker innescata da overcut e undercut vari, una Ferrari in testa alla gara e una polemica tra compagni di squadra... e non due compagni di squadra qualsiasi, due che sono appena diventati compagni di squadra (se non si intende l'epoca in cui uno dei due era terzo pilota). Quindi preparatevi e andiamo a esplorare quello che succedeva a Estoril in una domenica di settembre del 1993 e non solo alla domenica, perché dobbiamo iniziare dalla polemica tra i McLaren Bros. I due, infatti, si qualificano terzo e quarto alle spalle delle Williams di Damon Hill e Alain Prost, ma c'è un plot-twist: la terza posizione se la aggiudica Mika Hakkinen, succeduto a Michael Andretti come compagno di squadra di Ayrton Senna.

Quest'ultimo la prende bene? Ovviamente no, però c'è qualcosa che Senna tollera ancora di meno, ovvero i ragazzini insolenti. E guess what? Mentre discutono dell'accaduto, il caro Mika pensa che sia una buona idea quella di rispondergli appunto in tono insolente, un po' come se fosse un Michael Schumacher qualsiasi, con parole che vengono riportate più o meno così: "sono andato più veloce di te perché ho gli attributi più grossi dei tuoi". Secondo quanto riferito dallo stesso Hakkinen, Senna l'avrebbe preso e sbattuto contro un muro, fuori dalle monoposto, perché dentro solo con il suo best friend forever. Archiviata questa faccenda giunge il momento della gara e, abbandonato momentaneamente dalla iella in occasione della sua tripletta di vittorie, Hill vede la propria vettura spegnersi in vista del giro di formazione. Avrebbe dovuto partire dalla pole davanti al compagno di squadra, alle McLaren, dopodiché Ferrari e Benetton in ordine sparso, invece parte ultimo.

Non deve esserne molto soddisfatto, magari pensa qualcosa tipo "gara falsata" ed ecco che arriva Jean Alesi a dimostrare che non è affatto una gara falsata. Partito dalla terza fila si porta in prima posizione, precedendo le McLaren, la Williams di Prost e la Benetton di Schumacher. Tra le due McLaren, in un primo momento è quella di Hakkinen che precede Senna, ma il brasiliano supera il giovane arrembante stando in bilico su due ruote e si porta negli scarichi di Alesi e vi rimane finché la rottura del motore non lo costringe a fermarsi. Il ritiro segna la fine delle sue ambizioni al titolo mondiale. Segna però anche il momento in cui è Hakkinen a portarsi negli scarichi di Alesi, che sembra faticare a tenerlo dietro. Frattanto Damon Hill, dalle retrovie, sta rimontando like a boss, arrivando praticamente a ridosso della zona punti e addirittura entrandoci, con sorpassi anche sulla Benetton di Riccardo Patrese e sulla Ferrari di Gerhard Berger.

Quando arriva il momento dei pitstop, Alesi e Hakkinen rientrano nello stesso giro. Schumacher si ferma dopo di loro e riesce a overcuttarli. Però al contempo undercutta Prost quando questo si ferma a sua volta, overcuttando il duo Alesi/Hakkinen. In pratica ci trovavamo con Alesi, Hakkinen, Prost e Schumacher nelle prime quattro posizioni, adesso abbiamo Schumacher, Prost, Alesi e Hakkinen, almeno fino al momento in cui questo non va a sbattere. Schumacher e Prost fanno un solo cambio gomme, Alesi ne fa due, quindi con il secondo perde la posizione sul podio a vantaggio di Hill, che a sua volta si ferma una sola volta. Il quarto posto, comunque, per la Ferrari non è neanche da buttare via, si tratta degli unici punti ottenuti in questo giorno, dato che Berger va a sbattere piuttosto violentemente all'uscita dei box, pare a seguito della rottura di una sospensione. La Ferrari, grazie ai punti di Alesi, riesce a superare in classifica la Ligier... e detta così, in effetti, non sembra chissà quale cosa.

A peggiorare la situazione non è tanto il fatto che la Ferrari abbia a questo punto solo un punto più della Ligier, ma che ce l'abbia perché Mark Blundell, mentre è in lotta per il quinto posto con Karl Wendlinger, viene messo fuori gioco da un contatto con il pilota della Sauber che invece prosegue. La Ligier, invece dei due punti a cui poteva ambire, ne porta a casa solo uno perché sesto dietro a Wendlinger chiude Brundle. In generale di incidenti ce ne sono vari e uno ha per protagonista Riccardo Patrese, che coinvolge anche la Footwork di Derek Warwick, a pochi giri dalla fine. Le Lotus, guidate da Johnny Herbert e Pedro Lamy, inoltre, si ritirano entrambe per incidente a breve distanza l'una dall'altra. Al traguardo, comunque, arrivano la metà delle vetture che sono partite o giù di lì: abbiamo visto senz'altro casi di attrition rate decisamente più alto. I primi tre, come già anticipato, sono Schumacher, Prost e Hill con il pilota francese che ottiene ufficialmente il suo quarto titolo.

L'ultimo tratto di gara lo passa in buona parte negli scarichi di Schumacher, approfittando del fatto che questo in precedenza sia stato rallentato dalla presenza della Sauber di J.J.Lehto (poi settimo al traguardo) il quale ne ha ostacolato lungamente il doppiaggio - procacciandosi una penalità per questo - in quanto l'ha scambiato per Patrese, il pilota con il quale era effettivamente in lotta per la posizione. Prost continua a inseguire Schumacher senza desistere fino alla fine della gara, ma senza mai tentare un vero e proprio attacco: il fatto che un giovane attention seeker stia vincendo quasi a caso (è partito addirittura con il muletto, scelta maturata dopo il warm-up nel quale la vettura ufficiale non sembrava performante) non sembra turbarlo, vincere il titolo è più importante. Ancora una volta sul podio i due sembrano piuttosto affiancati: se Schumacher fosse il figlio dei Prosenna, Prost sarebbe il genitore con cui va d'accordo. Hill nel frattempo si guarda intorno con aria spaesata, la sua rimonta inosservata.

PS. Per quanto riguarda i giovani insolenti che non imparano a imparare (citazione random ma doverosa, oggi è il 22/07, sono passati quindici anni dal GP d'Europa 2007), Senna è destinato a continuare a vedersela brutta: il successivo evento è in Giappone. *Eddie Irvine has entered the chat.*


sabato 18 giugno 2022

Il 1991 viaggia verso la fine: gli ultimi gran premi europei

Dopo due vittorie consecutive in Ungheria e Belgio, Ayrton Senna ha consolidato la propria leadership in classifica ricominciando ad allungare sul rivale Nigel Mansell, che però ha ancora cinque gran premi a disposizione per invertire la tendenza. Siccome sapete ormai com'è andata, vi anticipo che rimarrà in lotta per il titolo fino al penultimo evento in Giappone. Prima ci sono le ultime tre gare europee, tra cui quella di Monza.
Ironia della sorte, avvicinandosi a questo evento la faccenda che fa più parlare di sé è quella dei cambi di line-up in Benetton e Jordan: debuttato al gran premio precedente in Jordan, Michael Schumacher viene scelto come sostituto di Roberto Moreno che si ritrova a piedi da un giorno all'altro ma si ritrova in maniera random a diventare pilota della Jordan, qualificandosi in top-ten ma uscendo per incidente in gara. Moreno farà due gare con il team per poi essere rimpiazzato da Alessandro Zanardi. Più avanti nella stagione, dopo essere stato scarcerato, Bertrand Gachot cercherà di riprendere il proprio volante, ma messo definitivamente alla porta si accaserà alla Larrousse per il 1992 (in realtà già a partire dal GP d'Australia). Moreno, invece, nel 1992 avrà l'onore, o il disonore a seconda dei punti di vista, di guidare l'Andrea Moda.

ITALIA - i Sensell sono primo e secondo e lo rimangono, inseguiti dai rispettivi compagni di squadra Gerhard Berger e Nigel Mansell, poi le Ferrari di Alain Prost e Jean Alesi. Quest'ultimo tuttavia finisce per prati ed è costretto a una sosta, ritrovandosi arretrato dove resterà fino al momento del suo ritiro per rottura del motore. Le Benetton al momento sono al sesto e settimo posto. Per "festeggiare" in bellezza il suo 200° gran premio, Nelson Piquet si trova dietro al neo-compagno di squadra.
Patrese supera Berger e poi supera anche Mansell, sembra più veloce anche di Senna e gli si mette negli scarichi. Poi gli si mette davanti e si porta in testa al gran premio di casa. Non so quanto possano essere felici i monzesi in quel momento, ma gli imolesi saranno felici in seguito, infatti uscirà per un testacoda, pare innescato da un problema al cambio. Senna torna in testa, Mansell, e Berger completano il podio virtuale, poi ci sono Prost, Schumacher e Piquet.
Mansell supera Senna e passa in testa, Senna cambia gomme e torna in pista quinto, tra le due Benetton. Deve superare per primo Schumacher, poi Berger per portarsi in zona podio. Non ho capito cosa ci faccia Prost secondo, mi è sfuggito qualcosa... comunque secondo non ci resta a lungo, concluderà la gara al terzo posto, seppure negli scarichi di Senna.
Berger e Schumacher rimangono quarto e quinto mentre Piquet, che ha effettuato a sua volta una sosta, riesce a chiudere la gara al sesto posto, sempre dietro a Schumacher. L'ingaggio del nuovo compagno di squadra comunque a onore del vero non è la faccenda che deve preoccuparlo maggiormente, quanto ci siano dei rumour sul fatto che anche il suo stesso volante sia già piazzato per il 1992 a Martin Brundle.

PORTOGALLO - la gara di Estoril inizia in stile rivolta delle seconde guide, ci ritroviamo infatti con Patrese davanti a Mansell (che è partito quarto), Berger davanti a Senna e Alesi davanti a Prost! Mentre Patrese deve cedere, Senna overcutta Berger che più avanti si prenderà la posizione in pista, ma poi sarà costretto al ritiro per un problema tecnico, Alesi invece rimarrà l'unico ferrarista in pista quando Prost romperà il motore.
Facciamo molti passi indietro, perché dobbiamo parlare di qualcosa di rilevante. La sorte stavolta sta dalla parte di Patrese: quando Mansell si ferma ai box, perde una ruota in pitlane. I meccanici lo raggiungono con la ruota e la mettono su fuori dalla piazzola, rimandandolo in pista con un notevole ritardo. Mansell da parte sua inizia una furiosa rimonta che lo conduce fino al sesto posto. A quel punto riceve bandiera nera per il pitstop creativo. Non è la prima volta che viene squalificato a Estoril. Però è la prima volta che, squalificato a Estoril, si reca diligentemente ai box e parcheggia: character development.
Con Patrese e Senna stabilmente primo e secondo, erano a rischio della propria posizione i piloti che precedevano Mansell, ovvero Jean Alesi, Pierluigi Martini e Ivan Capelli. Alesi quindi inizia a viaggiare tranquillo per il terzo posto, chiudendo la gara davanti al minardista. Ritiro invece per la Leyton House, così che le Benetton di Piquet e Schumacher chiudono a punti. Si va a Montmelò, subito la settimana dopo... e si parte con una polemica random!

SPAGNA - al briefing dei piloti succede qualcosa di inatteso. Pare vada così: si sta discutendo di qualcosa relativo al gran premio precedente, quando istigato da una battuta di Berger a proposito dei fatti del Portogallo, Mansell replica criticando a caso lo stile di guida di Senna, che non la prende molto bene. Senna e Mansell finiscono quindi per insultarsi piuttosto pesantemente al cospetto di tutti i loro colleghi.
La gara parte su pista bagnata con Berger in pole affiancato da Mansell, che però perde due posizioni venendo sopravanzato da Senna e Schumacher. Mansell comunque si riporta terzo e si lancia all'inseguimento di Senna: il duello tra i due entra negli annali del motorsport, con le vetture che procedono affiancate e i due che si girano anche a guardarsi nel frattempo.
Una sosta ai box per cambiare gomme riporta Mansell dietro a Senna, che però sembra in difficoltà tanto che lascia anche passare Berger che gli era finito dietro. Mansell riesce a superare entrambi portandosi in testa, mentre Senna fa un testacoda e perde posizioni. Non è il solo a subire quel destino, ha infatti un allievo piuttosto illustre, Schumacher che si esibisce in una manovra analoga.
Mansell rimane in testa fino alla fine, Berger invece è costretto al ritiro, il che fa risalire Prost secondo e Patrese terzo. Alesi giunge quarto davanti a Senna e a Schumacher, in una gara che termina con un incidente tra le Minardi: dopo essersi toccato con la Jordan di Zanardi, Gianni Morbidelli finisce in testacoda e sbatte contro Pierluigi Martini.
Arrivati a questo punto manca quasi un mese al successivo evento della stagione, il GP del Giappone nel quale viene effettivamente assegnato il titolo. Credo sia giusto dedicare a quell'evento il giusto spazio, con un post interamente dedicato. Direi per ora di fermarci qui, con la tripletta di vittorie Williams che conclude i gran premi europei.


sabato 14 maggio 2022

Lanci di piatti e segreti del tracciato // GP Portogallo 1988

Anno 1988, veniamo dal GP d'Italia che ha consegnato Jean-Louis Schlesser alla storia e a Estoril va in scena la quartultima prova del mondiale. Le McLaren dei championship contenders Alain Prost e Ayrton Senna si appropriano tanto per cambiare della prima fila, mentre i servizi di piatti di proprietà del team iniziano ad avere i brividi, pronti a raggiungere un punto di non ritorno. Stiamo per vivere una giornata che terminerà in polemica, o forse è meglio dire che sta per iniziare in polemica, ma vi invito a non lasciare che le polemiche definiscano questo gran premio. C'è molto di più, quindi preparatevi, perché oltre ai Prosenna soliti protagonisti c'è qualcuno che sta per dimostrare di conoscere perfettamente tutti i segreti del tracciato!

Si parte e Senna si prende la prima posizione, per una volta in cui non è partito dalla pole. Sembra staccare Prost ma non lo stacca abbastanza, in quanto questo al termine del primo giro lo affianca pronto a riprendersi la posizione. Senna tenta di spalmarlo contro al muretto, ma non riesce né in questa opera né in quella di conservare la posizione. Prost è leader e inizia a staccare il compagno di squadra, ricordandogli "io sono un futuro quattro volte campione del mondo, quindi ti conviene trattarmi come tale". Senna si ritrova inseguito da una vettura verde acqua, sulla quale un misterioso individuo afferma: "anch'io posso essere un potenziale quattro volte campione del mondo". Senna replica: "wtf?! sei solo un Ivan Capelli qualsiasi, uno che va forte su una vettura progettata da Adrian Newey ma che si rivelerà deludente in Ferrari."

Capelli pensa di meritare rispetto, specie alla luce del fatto che dopo avere deluso le aspettative guiderà la Jordan cioè la Force India cioè l'Aston Martin e si attacca agli scarichi di Senna. Completano la top-6 la Ferrari di Gerhard Berger, la Williams di Nigel Mansell (rientrato dopo avere avuto la varicella ed essere stato sostituito da Schlesser a Monza) e la March-Leyton House di Mauricio Gugelmin. La March che conta, al momento, è comunque quella di Capelli, che effettivamente come preannunciato sta negli scarichi di Senna e tenta l'attacco più di una volta. Il pilota McLaren sembra un po' in difficoltà, comunque per stargli dietro Capelli deve sicuramente andare like a boss. Poi, dopo un terzo di gara, lo supera like a boss e si porta in seconda posizione. È molto lontano da Prost, ma comunque è in seconda posizione, certe cose non succedono tutti i giorni.

Superato anche da Berger, Senna si ritrova quarto con Mansell negli scarichi e rimane a lungo quarto con Mansell negli scarichi e gli ricorda: "non fare casini proprio oggi, che è già successo un evento polemico insieme al mio amato compagno di squadra, non ho tempo per fare polemica anche con te e con i tuoi baffi". Il problema arriva, verso due terzi di gara, quando i due si ritrovano a dovere doppiare la vettura di Jonathan Palmahhhh. Non è ben chiaro che cosa accada esattamente dato che le inquadrature televisive non illustrano molto bene la scena, ma sembra ci sia un contatto tra i Sensell. Mansell si ritira, Senna rientra ai box e ne esce nelle zone basse della top-6, per l'esattezza in sesta posizione da terzo che si trovava. Mi rendo conto di avere scritto che era quarto, quindi credo sia doveroso fare un passo indietro: mi sono persa per strada il ritiro di Berger.

Le cause del ritiro di Berger in questo gran premio vengono spiegate da Murray Walker nell'introduzione degli highlight del gran premio seguente (Estoril l'ho visto intero, di Jerez ho trovato un extended highlight di circa 40 minuti): sembra che abbia urtato il pulsante dell'estintore interno e che il liquido gelido dell'estintore gli si sia sparso sulle gambe e in generale nell'abitacolo. A causa di questo danno, scivola sul pedale del freno e blocca le ruote, finendo in testacoda. Questo succede circa verso metà gara, quindi un bel po' prima della faccenda dei Sensell, che appunto si trovano terzo e quarto al momento del misfatto. Risale quindi in terza posizione, a quel punto, Michele Alboreto, risalito davanti a Gugelmin dopo una sosta del pilota March.

Intanto si avvicina la fine della gara, Prost sembra essere stato costretto a rallentare, dato che il suo margine nei confronti di Capelli si è notevolmente ridotto. Il pilota italiano, tuttavia, a sua volta guida una vettura che è meglio risparmiare, quindi si accontenta del secondo posto senza tentare nulla di folle. Alboreto nel frattempo sta per finire la benzina ed è costretto a rallentare proprio all'ultimo giro. Perde due posizioni, venendo classificato quinto dietro alla Benetton di Thierry Boutsen e alla Arrows di Derek Warwick, mentre Senna si porta a casa l'ultimo punto disponibile arrivando sesto. Va decisamente peggio a Gugelmin - perché sì, anche lui è importante e mi sembra doveroso nominarlo - che si ritira per un guasto al motore quando è intorno alla settima o ottava posizione.

Torniamo ai Prosenna, perché come anticipato il fattaccio accaduto a inizio gara è ragione di polemiche, nello specifico una delle prime polemiche serie tra i due, che iniziano a lanciarsi qualche piatto. Ron Dennis cerca di intervenire a fare da mediatore, con cose tipo "no, quelli sono i piatti del servizio che uso quando ho ospiti a cena, se proprio dovete tirarveli addosso usate quelli low-cost e quelli lì teneteli da parte per il prossimo anno." I Prosenna sono sulla stessa lunghezza d'(H)onda e nessun piatto di lusso viene distrutto a causa di questa polemica. I due arrivano a Jerez di nuovo in prima fila, ma a Jerez è Senna a procacciarsi la pole, cosa che comunque non gli è particolarmente utile dato che il compagno di squadra lo supera al via e anche Mansell in realtà fa la stessa cosa relegandolo al terzo posto.

Ancora una volta Prost si invola verso la leadership incontrastata della gara, mentre Senna deve vedersela di nuovo con Capelli! Anzi, in realtà è la Williams di Riccardo Patrese la vettura che si ritrova dietro nella prima parte di gara, ma poi Capelli, inseguito a sua volta dalla Benetton di Alessandro Nannini, supera Patrese e si porta dietro a Senna ricordandogli "se fossi nato in questo periodo invece che essere già in Formula 1, tra una ventina d'anni diventerei campione del mondo con la Redbull". Senna lo ignora, sperando di riuscire a tenerselo dietro: la cosa non succederà, Capelli lo supera, anche se poi un'amara realtà gli si butta addosso: il motore non ne vuole sapere di arrivare fino alla fine. Al momento del ritiro era terzo e chissà, magari sarebbe riuscito a salire sul podio, dimostrando di conoscere anche i segreti del tracciato spagnolo.

Veniamo a Mansell, che è secondo con un grande gap davanti e dietro, quindi rientra per cambiare gomme. Poco dopo anche Prost rientra a cambiare gomme, perché anche negli anni '80 c'è qualcosa che ricorda velatamente la nostra epoca. Senna, nel frattempo, perde la terza piazza a vantaggio di Nannini, quindi rientra ai box e su gomme nuove cerca di rimontare. Il suo intento riesce, ma si deve accontentare del quarto posto, con il podio che è effettivamente Prost/ Mansell/ Nannini. Patrese chiude quinto, mentre Berger ottiene il sesto posto e la Ferrari porta a casa un punto. Per come è iniziata la giornata - Berger e Alboreto in bassa top-ten e poi Alboreto ritirato per un guasto al motore - per la Rossa non è neanche andata tanto male, anche se non penso possa essere questa la principale storyline della giornata.

Vincendo i gran premi di Portogallo e Spagna, Prost è riuscito a rimanere in lotta per il titolo, situazione che non gli era per niente promettente di lì a qualche evento prima. Il mondiale, comunque, si sta avviando verso la fine della stagione. Vi ho già raccontato a suo tempo (in un post sui GP del Giappone del 1988, 1989 e 1990) come sia andato a finire il mondiale nell'evento seguente, adesso per completare il 1988 non resta che il solo GP d'Australia, che ovviamente intendo vedere e commentare. Specifico anche che nel finale di stagione 1988 finalmente i servizi di piatti in casa McLaren avranno un po' di tregua, in attesa del momento in cui non avranno più alcuna speranza, di cui peraltro vi ho già raccontato nelle scorse settimane. Per il momento non mi resta altro da fare che salutarvi e sperare che vi sia rimasto qualche messaggio di fondo da questo post, qualcosa tipo: #WeBelieveInCapelli.



lunedì 21 marzo 2022

La prima vittoria di Ayrton Senna // GP Portogallo 1985

È il 21 Aprile 1985 e a Estoril sta per svolgersi il secondo evento del campionato, il primo in Europa, a distanza di due settimane dall'inizio della stagione, perché i mondiali a quanto pare non iniziano più in gennaio come accadeva fino a pochi anni prima. Il primo evento stagionale si è svolto in Brasile a Jacarepaguà e abbiamo assistito a uno scontro per la vittoria tra Michele Alboreto e Alain Prost. All'inizio le Williams dei due piloti baffuti erano sembrate in spolvero: Keke Rosberg è passato in testa superando il poleman Alboreto, Nigel Mansell gli è arrivato a ridosso. Un contatto con il ferrarista ha però mandato Mansell per prati e nelle retrovie prima del suo ritiro con il motore fumante, seguito a ruota dal ritiro del leader Rosberg con il motore fumante. A quel punto Alboreto ha leaderato fino al momento del sorpasso di Prost, che poi è stato imprendibile.

Mentre anche Alboreto faceva gara a sé, in terza posizione c'era la Lotus di Ayrton Senna, brevemente in lotta con Niki Lauda fino alla defezione per problemi tecnici del pilota McLaren. Tra pitstop vari e altro a giocarsi la quarta posizione sembravano Andrea De Cesaris e René Arnoux, poi protagonisti di un contatto che ha costretto il pilota Ligier al ritiro e quello della Ferrari a un cambio gomme per foratura. L'ha spuntata quindi Elio De Angelis poi giunto terzo grazie al ritiro del compagno di squadra Senna. Arnoux è riuscito a risalire fino al quarto posto nella sua ultima gara in Ferrari, prima del suo licenziamento per motivi mai del tutto chiariti (la versione più sportivamente accreditata è che non fosse al pieno della forma fisica a seguito o di un intervento chirurgico o di un infortunio sugli sci), prima di essere sostituito da Stefan Johansson.

A Estoril, quindi, troviamo l'algido e biondissimo pilota che toglie la tuta della Tyrrell per mettere quella rossa. Specifico anche che in Brasile stava alla Tyrrell perché per dissidi sul contratto tra il team e Stefan Bellof, quest'ultimo è stato appiedato in corso d'opera. Johansson pare si trovasse in Brasile just for fun per assistere all'evento in assenza di un volante. Per il Portogallo, dopo un accordo tra il proprio manager e Ken Tyrrell, Bellof è finalmente al volante. Però dall'alto della sua pole position Senna lo guarda e dice "e tu chi ca**o sei, questo post è dedicato alla mia prima vittoria in Formula 1 e sinceramente penso che due paragrafi e mezzo di introduzione siano anche troppi, facciamo partire questo gran premio e così vi dimostro che ce l'ho enormehhhh e che quando piove ce l'ho ancora più enormehhhh del solito".

Piccola digressione, il GP Brasile l'ho trovato in versione integrale, per il Portogallo invece ho dovuto arrangiarmi perché solo la prima ora era intera, dopo sono dovuta passare a frammenti e highlight. Adesso però facciamo partire la gara, mettiamo Senna davanti a tutti e a seguire, a una certa distanza, De Angelis e Prost a lottare per la seconda posizione, con il francese che ha la Lotus a portata di baguette ma che non riesce a infilare la suddetta baguette su per il retrotreno della Lotus suddetta (avevo in mente di dirla in modo più volgare, ma De Angelis sembrava un tipo elegante - una sorta di principe disney dei gran premi anni '80 - e non meritava di essere contaminato da tale volgarità). Frattanto numerose vetture si esibiscono in testacoda e incidenti. La Williams di Rosberg viene anche stata lasciata in mezzo alle scatole dopo un incidente.

La ragione per cui ci sono tanti testacoda e incidenti è che le condizioni meteo sono abbastanza discutibili e che siamo in un'epoca in cui è equamente probabile o una bandiera rossa o che si continui a oltranza. Ci avviciniamo a metà gara, quando Senna si mette addirittura a sbracciarsi all'indirizzo del direttore di gara per segnalargli qualcosa tipo: "ehi tu, non lo vedi che questi miseri popolani non sono capaci di tenere una vettura in strada? fermati prima che gente tipo Prost finisca fuori". Prost, che sta ancora negli scarichi di De Angelis, replica: "guarda che ho grandi ambizioni di carriera, penso che vincerò quattro titoli, anche se nessuno con la Ferrari e che un giorno, quando sarò in Ferrari, verrò messo alla porta e screditato". Infatti guidando esattamente come tale a un certo punto si esibisce in un testacoda multiplo e va a sbattere.

La gara prosegue, Senna ha un vantaggio abissale nei confronti di De Angelis, che adesso non ha più nessuno dietro di sé, ma si tratta solo di una fase momentanea, dato che Alboreto inizia ad avvicinarsi e più avanti si porta in seconda posizione. De Angelis chiude quarto, con Patrick Tambay, su Renault, sul gradino più basso del podio. Sia Tambay sia De Angelis arrivano doppiati di un giro, con Alboreto a sua volta a debita distanza dal leader (circa un minuto di gap da Senna), ma tutto sommato arrivano quindi se la passano bene. Sono pochi i piloti che possono vantare tale risultato e nessuno di questi guida una Brabham: Nelson Piquet e François Hesnault (pronuncia "enò") sono ritirati sia in Portogallo sia nella gara precedente in Brasile. In compenso il futuro baffuto best friend forever di Piquet arriva quinto.

All'età di venticinque anni e un mese (essendo nato il 21 Marzo 1960 oggi avrebbe compiuto 62 anni) Ayrton Senna ottiene quindi la sua prima vittoria in Formula 1. Ne seguiranno altre quaranta, tutte alla faccia dei driverstosurviver che al giorno d'oggi dicono che solo gli scarsi non vincono gare prima dei venticinque anni. Sotto uno dei video che ho guardato sulla gara, un tipo osservava che la direzione gara non aveva redflaggato la gara per un kompl8 contro Senna nella speranza che capitasse qualcosa per impedirgli di vincere, quindi anche senza driverstosurviver a quanto pare c'erano teorie del complotto fuori dagli schemi. Ne voglio inventare una anch'io... ed è che Senna abbia deciso di vincere solo per una ragione: rubare l'attenzione, per evitare che il mondo si accorgesse del primo punto (effettivo) di Bellof, sesto classificato!