lunedì 30 ottobre 2023

Formula 1 2023: #19 Gran Premio del Messico // il commento del lunedì

Diciannovesimo evento stagionale, Gran Premio del Messico, considerato quasi universalmente da rimuovere dal calendario, in concomitanza con l'esclusione di tutti i piloti messicani dai campionati FIA, perché ci sono i tifosihhhh messicanihhhh che minacciano di mortehhhh la Redbull e il compagno di squadra del loro idolohhhh. A questo proposito, vorrei dire alcune cose: è pur vero che la situazione è pesante e che si sono viste scene indecenti - tra cui una rissa sulle tribune, probabilmente a seguito di un certo incidente avvenuto alla prima curva - ma siamo sicuri che il problema sia essere in Messico? I tifosi messicani sono così invasati perché nello specifico sono messicani, o perché sono stati avvicinati in branco alla Formula 1 in un'epoca storica in cui vengono generati tifosi invasati?
Mi rendo conto che scaricare la colpa sul loro idolohhhh sia la strada più facile, specie in un momento storico in cui sta performando poco e niente, ma non mi sembra che sia lui a istigare i tifosi. C'è addirittura chi sostiene che suo padre dovrebbe essere bandito dal paddock perché istiga... ma la realtà è che Antonio Perez si limita ad affermare che suo figlio sia il best drivahhhh evahhhh senza mai avere tenuto alcun comportamento incivile e inadeguato alla vita pubblica.
Più che eliminare circuiti in base alle tifoserie, sarebbe stato meglio, diversi anni fa, rendersi conto che generare ultrà poteva avere risvolti poco contenibili, ovvero quelli che abbiamo visto questo fine settimana. Avere una tifoseria mediamente civile nel gran premio di casa di una seconda guida non è assolutamente impossibile, basti solo pensare che tra una settimana la Formula 1 andrà in Brasile, dove i tifosi urlavano, cantavano, saltellavano e ballavano 24/7 invocando i nomi di Rubens Barrichello e Felipe Massa limitandosi a sperare che capitassero circostanze favorevoli e che l'idolo di turno potesse vincere il gran premio, senza fare danni quando - specie nel caso di Rubinho che giungeva sul posto spiritualmente accompagnato da un esercito di gufi e gatti neri - risultava chiaro che non sarebbe accaduto.

CRONACA PER IL FORUM - A Città del Messico, dove la gara dura 71 giri, le Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz monopolizzano a sorpresa la prima fila dopo non essere mai stati nelle posizioni di vertice fino a quel momento. L'idolo di casa Checo Perez stavolta non è tanto lontano dal compagno di squadra Max Verstappen, ma purtroppo per lui l'Alpha Tauri di Daniel Ricciardo si frappone tra di loro.
Le Mercedes al momento non sembrano tenere il ritmo, con Lewis Hamilton e George Russell in sesta e ottava posizione con in mezzo la McLaren di Oscar Piastri. Quella di Lando Norris invece sarebbe in ultima fila, se non fosse per il cambio di motore di Yuki Tsunoda e la partenza dalla pitlane di Lance Stroll per modifiche in parco chiuso.
Questo è l'ordine di partenza (posizioni di qualifica tra parentesi):

Leclerc - Sainz
Verstappen - Ricciardo
Perez - Hamilton
Piastri - Russell
Bottas - Zhou
Gasly - Hulkenberg
Alonso - Albon
Ocon - Magnussen
Norris - Tsunoda(15)
Sargeant - Stroll(18)

La partenza non è delle migliori per le Ferrari, mentre le Redbull hanno un ottimo spunto. Nel caso di Perez di ottimo ha solo lo spunto, perché poi affianca Leclerc quando questo è quasi affiancato a Verstappen, impossibile uscire tutti indenni dalla curva. Infatti è contatto Perez vs Leclerc, con Charles che riesce a proseguire con l'ala anteriore danneggiata accodandosi a Verstappen. Va peggio a Checo, che quasi spicca il volo ed è costretto ai box, dove si ritira. Il pezzo danneggiato si stacca dalla Ferrari alcuni giri dopo, al 5° giro viene messa brevemente virtual safety car.
Verstappen, Leclerc e Sainz sono i primo tre, Ricciardo è ancora quarto e lo rimane fino all'11° giro quando dopo diversi tentativi Hamilton riesce a superarlo. Piastri e Russell non sembrano avvicinarsi al punto da infastidirlo.
È dietro a Russell che Verstappen si ritrova dopo la prima sosta per passare da medium a hard. Si avvicina in gran fretta e recupera diverse posizioni dato che gli altri piloti allungano il primo stint, puntando a una sola sosta: al 25° Hamilton, che overcutta così Sainz (pitstop al 31°) e per ultimo Leclerc al 32°, unico che non era ancora stato superato da Verstappen, che così si ritrova in testa.
Al 33° giro c'è un botto pazzesco da parte di Magnussen, forse innescato dalla rottura di una sospensione(?), fortunatamente Kevin viene inquadrato uscire dalla vettura e fermarsi sul muretto. Viene messa safety car e Verstappen va ai box: torna in pista ancora sulle hard, ancora in testa. Le barriere sono danneggiate, dal retro della vettura si innalzano fiamme, i commissari intervengono lentamente. Un giro dopo l'incidente viene esposta bandiera rossa.

La gara riprende con standing start dopo circa 25 minuti, la griglia di partenza è la seguente: Verstappen, Leclerc, Hamilton, Sainz, Ricciardo, Piastri, Russell, Tsunoda, Hulkenberg, Norris, Gasly, Albon, Zhou, Ocon, Sargeant, Bottas, Stroll, Alonso. Entrambi i piloti Mercedes ripartono su gomme soft, Russell riesce a superare Ricciardo. I piloti Mercedes sono adesdo terzo e quinto rispettivamente negli scarichi delle due Ferrari. Hamilton supera Leclerc nel corso del 40° giro.
Al 49° giro, poco dopo il ritiro di Alonso ai box, il lungo duello tra Piastri e Tsunoda che durava fin dal restart finisce con un contatto. Il pilota dell'Alpha Tauri finisce in testacoda e riparte nelle retrovie, mentre Piastri rimane in settima posizione. Norris, che aveva perso varie posizioni al restart e in seguito fatto alcuni sorpassi, si ritrova adesso ottavo. In seguito Norris passa davanti al compagno di squadra, va poi successivamente a raggiungere Ricciardo e riesce a superarlo al 60° giro.
Albon, nel frattempo, si trova in nona piazza, mentre Hulkenberg si trova decimo fino a gara inoltrata, per poi perdere posizioni a vantaggio delle due Alpine. Al 67° giro c'è un contatto tra Bottas e Stroll che provoca il ritiro di Lance ai box, mentre nel frattempo Norris supera Russell - che avevamo lasciato negli scarichi di Sainz ma ha poi perso terreno in seguito - e sale al quinto posto. Le posizioni dei primi cinque sono ben definite e tutti piuttosto distanti, mentre negli ultimi due giri Ricciardo si avvicina tantissimo a Russell senza tuttavia riuscire a passare davanti. Il settimo posto gli vale comunque i primi punti stagionali al termine di un weekend in cui ha messo a tacere i suoi numerosi critici.
All'ultimo giro, non inquadrato, Sargeant invece di tagliare il traguardo rientra in pitlane, pare per mancanza di carburante, sarà classificato 16°, doppiato di un giro. Dal momento che prima di quel momento si trovava 12° a pieni giri, verosimilmente si ferma all'ingresso della pitlane, senza riuscire a tagliare il traguardo. // Milly Sunshine(C) per F1GC Forum.

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Lewis Hamilton (Mercedes), 3. Charles Leclerc (Ferrari), 4. Carlos Sainz (Ferrari), 5. Lando Norris (McLaren), 6. George Russell (Mercedes), 7. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), 8. Oscar Piastri (McLaren), 9. Alex Albon (Williams), 10. Esteban Ocon (Alpine), 11. Pierre Gasly (Alpine), 12. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 13. Nico Hulkenberg (Haas), 14. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 15. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 16. Logan Sargeant (Williams), Rit. Lance Stroll (Aston Martin), Rit. Fernando Alonso (Aston Martin), Rit. Kevin Magnussen (Haas), Rit. Sergio Perez (Redbull).

RIFLESSIONI SEMI-SERIE DEL LUNEDÌ - ormai le riflessioni sulla questione Perez/ tifosi messicani le ho già scritte, mi permetto solo di aggiungere che, se non si fosse preso azzardi, Checo sarebbe verosimilmente finito a podio. Per sua stessa ammissione, stava tentando una manovra che, se ben riuscita, avrebbe potuto condurlo in testa alla gara. Riflessione personale, gli è andata pure bene, non oso immaginare cosa sarebbe successo se Verstappen fosse stato coinvolto in qualche modo nel contatto.
Adesso c'è un sacco di gente che vorrebbe Ricciardo al suo posto... sì, Ricciardo, quello che fino a poco tempo fa era uno scandalo che dopo il suo infortunio avesse osato tornare al volante, invece di lasciare il posto alla sua riserva Liam Lawson. Ricciardo, il pilota finito, il clown, quello che non aveva più niente da dire: cambia in fretta la direzione in cui soffia il vento, specie quando tutto viene estrapolato dal contesto e impacchettato in modo da vedere solo quello che fa comodo. Spero almeno che, se la prossima gara non farà punti, non sia di nuovo declassato a pagliaccio, ma non nutro molta fiducia in proposito. E con questo, alle dieci e mezza di lunedì mattina, mentre attendo pazientemente che venga ora di sistemare una faccenda burocratica a causa della quale mi sono dovuta prendere alcune ore di permesso al lavoro, metto fine a questo commento.


domenica 29 ottobre 2023

Formula 1 2023: #18 Gran Premio degli Stati Uniti /// il commento del fine settimana dopo

Carissimi lettori, questo commento si appresta a vedere la luce quando ormai i piloti sono già scappati in Messico e mi scuso per il mio ritardo. Purtroppo i giorni passati a raccontare di categorie minori terminate nello stesso fine settimana del COTA hanno fatto sì che questo commento non venisse impacchettato e pubblicato, nonostante quasi interamente composto dalla cronaca - della sprint e della gara - scritta per il forum Formula 1 Grand Chelem, nonché preceduto dalla riflessione sul fatto che è dal 1989 che un americano non otteniene punti sul suolo statunitense, quando Eddie Cheever, allora pilota della Arrows, si classificò in terza piazza... ed è molto probabile che rimanga l'ultimo a lungo, visto che siamo nelle mani di Slogan!

CRONACA PER IL FORUM // SPRINT - il Circuit of the Americas, sede del diciottesimo evento del campionato 2023, c'è il format sprint. Al venerdì, dopo una sola sessione di prove libere, vengono disputate le qualifiche che definiranno la griglia della gara della domenica - che sarà messa a introdurre la gara in questione - mentre la giornata di sabato è dedicata interamente alla sprint, con la sua apposita qualifica che si svolge alcune ore prima della gara.
Dopo un errore che l'ha portato fuori dai track limits al venerdì impedendogli di conquistare la pole della gara, Max Verstappen riesce a ottenere quella della sprint. Precede Charles Leclerc, poleman della gara della domenica, Lewis Hamilton e le McLaren di Norris e Piastri, ottimo quinto posto per quest'ultimo dopo le difficoltà del venerdì. Sainz, Perez, Russell, Albon e Gasly completano i primi dieci - Russell sarà retrocesso tre posizioni per impeding - mentre le Aston Martin di Alonso e Stroll sono uscite in SQ2.
Fernando è 12° dietro a Daniel Ricciardo rientrato dopo l'infortunio, Lance è due posizioni più indietro, tra Ocon e Zhou. Hulkenberg, Magnussen, Bottas, Tsunoda e Sargeant, invece, sono stati i primi a uscire di scena in SQ1.

La sprint dura 19 giri e inizia con un duello Verstappen vs Leclerc, con Hamilton che ne approfitta per portarsi in seconda posizione tra i due. Nella prima parte di gara sarà molto vicino a Verstappen, che tuttavia dal settimo giro in poi inizierà ad allungare sensibilmente.
Unico pilota partito sulle soft, Carlos Sainz si porta in breve tempo al quarto posto avendo superato le McLaren, ma le gomme non sono performanti molto a lungo e si ritroverà dopo pochi giri Lando Norris negli scarichi.
Checo Perez supera Oscar Piastri al terzo giro dopo un acceso duello, con un lieve contatto(?) a seguito del quale il pilota della McLaren si trova in seria difficoltà venendo superato prima da Russell e poi da altre vetture. George effettua il sorpasso fuori dalle linee che delimitano la pista: sarà penalizzato post-gara.
Al decimo giro Norris riesce a superare Sainz, il quale un giro più tardi subisce anche il sorpasso di Perez che così risale in quinta piazza. Russell si avvicina e un paio di giri dopo tenta il sorpasso, ma Sainz si riprende la posizione. Il pilota della Mercedes chiude settimo, ma perderà una posizione a causa della già citata penalità.
Verstappen, Hamilton e Leclerc giungono a fine gara distanti otto/nove secondi l'uno dall'altro, con Norris che alla fine si avvicina moltissimo alla Ferrari. L'unico ritirato è Stroll, che a due giri dalla fine è costretto a rientrare ai box per un problema ai freni: era 13°, per una volta davanti ad Alonso.
RISULTATO: Verstappen, Hamilton, Leclerc, Norris, Perez, Sainz, Gasly, Russell, Albon, Piastri, Ocon, Ricciardo, Alonso, Tsunoda, Hulkenberg, Bottas, Zhou, Magnussen, Sargeant.

GP STATI UNITI (56 giri) - con il miglior tempo di Verstappen cancellato subito dopo essere stato completato a causa di un palese track limit, Leclerc si è aggiudicato la pole davanti a Norris, Hamilton, Sainz, Russell e allo stesso Verstappen, con Gasly, Ocon, Perez e Piastri a completare i primi dieci. Gli eliminati in Q2 sono stati Tsunoda, Zhou, Bottas, Magnussen e Ricciardo, mentre in precedenza sono andati fuori Hulkenberg, Alonso, Albon, Stroll e Sargeant in Q1. Sulla griglia vanno solo in sedici: Haas e Aston Martin partono dalla pitlane per interventi in parco chiuso.
Al via Norris prende la testa della gara mentre Leclerc si accoda in seconda posizione, dietro di loro Sainz si porta davanti a Hamilton, mentre più dietro c'è un contatto tra Piastri e Ocon nel quale Ocon danneggia la vettura. Verstappen frattanto è quinto davanti a Piastri, mentre Ocon tenta di difendere la posizione nei confronti di Russell, ma sarà superato un paio di giri dopo in un duello a tre sia sa Russell sia da Perez, per poi perdere successivamente altre posizioni - si ritirerà ai box in un secondo momento, stesso destino che toccherà anche a Piastri.
Hamilton passa alcuni giri alle spalle delle Ferrari, ma supera sia Sainz sia Leclerc e al sesto giro si porta secondo. Nel frattempo Verstappen si è portato quarto superando Sainz. Al 12° giro, dopo un acceso duello con Leclerc, lo supera e si porta in zona podio.

Tra i piloti di testa è Verstappen ad aprire le soste al 17°, seguito il giro dopo da Norris e Sainz. Hamilton si ferma al 21°, ha una sosta lunga e perde la posizione su Verstappen, mentre Leclerc con l'intento di fare una sosta sola va ai box al 24° uscendo sesto alle spalle di Perez. Norris e Hamilton, come Leclerc, sono passati alle hard, Verstappen, Sainz e Perez hanno rimesso le soft quindi dovranno fermarsi per forza una seconda volta.
Intorno a metà gara, approfittando anche di una piccola sbavatura di Norris, Verstappen si fa sempre più vicino. Al 28° lo coglie di sorpresa, lo supera e passa in testa alla gara. Inizialmente Norris rimane vicino, ma Verstappen poi allunga. Il tentativo di undercut fermandosi al 35° non funziona, un giro più tardi Verstappen esce davanti a Norris, alle spalle di Leclerc. Entrambi lo supereranno al 39° giro tornando 1/2 vista la concomitante seconda sosta di Hamilton, che poi quattro giri più tardi andrà a superare Leclerc.
La gara di Hamilton, nel finale, è una continua progressione e superato Norris al 49° si lancia a inseguire Verstappen recuperandogli ben quattro secondi. Finirà vicino, ma non abbastanza. Leclerc, invece, paga la strategia a una sola sosta con un crollo nei giri conclusivi, tanto che scivolerà sesto mantenendo per poco la posizione nei confronti di Russell.
Si segnala la buona risalita delle Aston Martin, dalla pitlane alla top-ten, anche se Alonso è costretto al ritiro ai box per un problema tecnico nelle fasi conclusive della gara. In casa Alpha Tauri, invece, a sorpresa, il giro più veloce viene conquistato da Tsunoda.

Nella nottata italiana Hamilton (2°) e Leclerc (6°) vengono squalificati per irregolarità tecniche al fondo dopo un'ispezione post gara. Incredibilmente entrambe le Williams giungono a punti e, nel caso di Logan Sargeant, si tratta del primo statunitense a giungere a punti sul suolo americano dai tempi di Eddie Cheever al GP degli Stati Uniti 1989, quando arrivò terzo a Phoenix. // Milly Sunshine per F1GC

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Lando Norris (McLaren), 3. Carlos Sainz (Ferrari), 4. Sergio Perez (Redbull), 5. George Russell (Mercedes), 6. Pierre Gasly (Alpine), 7. Lance Stroll (Aston Martin), 8. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 9. Alex Albon (Williams), 10. Logan Sargeant (Williams), 11. Nico Hulkenberg (Haas), 12. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 13. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 14. Kevin Magnussen (Haas), 15. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), Rit. Fernando Alonso (Aston Martin), Rit. Oscar Piastri (McLaren), Rit. Esteban Ocon (Alpine), DSQ. Lewis Hamilton (Mercedes), DSQ. Charles Leclerc (Ferrari).

RIFLESSIONI DEL FINE SETTIMANA DOPO - ormai il GP degli Stati Uniti ce lo siamo lasciati alle spalle, ma di fatto di cose da dire ce ne sarebbero. Si è detto tutto e il contrario di tutto, purtroppo senza Gianfranco Mazzoni che ci avrebbe raccontato di quella volta in cui Michael Schumacher fu squalificato dal GP del Belgio per un eccessivo consumo del fondo. Correva l'anno 1994 quando successe, ma non nei racconti di Mazzoni: era infatti uno di quegli episodi che venivano riportati out of context, senza darvi una collocazione temporale ben precisa, qualora capitasse il discorso di un fondo che non era abbastanza in alto rispetto all'asfalto.
È stato questo il destino di Hamilton e Leclerc, che hanno fallito un'ispezione a cui sono state sottoposte quattro monoposto: i podium finisher originali e il poleman. Se due su quattro hanno fallito le ispezioni, tutto lascia pensare che potessero essercene altre, ma non sono state controllate. Aggiungo che altre vetture sarebbero state controllate, se qualche squadra avesse fatto reclamo, ma non conveniva a nessuno fare reclamo, perché si sarebbero scatenati ulteriori reclami reciproci. E vorrei ricordare che, anche per chi ha ricevuto squalifiche, ulteriori controlli avrebbero potuto essere deleteri, Mercedes e Ferrari avrebbero rischiato anche la squalifica di Russell e Sainz, rischio che a nessuno dei due team conveniva prendersi.
Con questo voglio dire che siamo in una situazione di confusione, ma quantomeno basata su un regolamento in auge da anni e anni - i controlli post gara per un numero ristretto di vetture non sono stati inventati nel 2023 - che semplicemente difficilmente dà problemi perché è difficile che ci siano vetture in condizioni di irregolarità. Poi, assolutamente, nemmeno a me piace andare a letto con un risultato e svegliarmi con un altro, ma guardiamo alle cose positive: God bless America and Sargeant!


sabato 28 ottobre 2023

F1 Academy 2023: Marta Garcia vince il nuovo campionato femminile

La F1 Academy è un campionato femminile a livello Formula 4, che come l'ormai defunta W Series, di fatto, si pone l'obiettivo dichiarato di incrementare la presenza delle ragazze sulle griglie di partenza dei campionati automobilistici. Non sono qui per disquisire di quanto ciò avvenga e in che misura, quanto piuttosto per limitarmi a elencare similitudini e differenze tra le categorie. F1 Academy e W Series, difatti, non sono la stessa cosa e segnalo in particolare i seguenti punti di discontinuità. In primo luogo la F1 Academy è più vicina alle serie minori europee, ci sono team - cinque in totale - che gareggiano anche nelle altre categorie. In secondo luogo, mentre la W Series aveva un processo di selezione che generava spesso polemiche e i volanti free entry, questa serie differisce in quanto il funzionamento è tale e quale a qualsiasi formula minore, solo con budget meno elevati richiesti alle partecipanti.
Queste ultime sono in "età da formule minori", anche se hanno disputato questa stagione anche alcuni nomi che hanno a mio vedere alla base un po' troppi anni sulle Formula 4 e le Formula 3 perché abbia un vero senso la loro presenza.
La griglia:

CAMPOS - Nerea Martì, Lola Lovinfosse, Maite Caceres
MP MOTORSPORT - Hamda Al Qubaisi, Emely De Heus, Amna Al Qubaisi
ART - Lena Buhler, Carrie Schreiner, Chloe Grant
RODIN CARLIN - Abbi Pulling, Jessica Edgar, Megan Gilkes
PREMA - Chloe Chong, Marta Garcia, Bianca Bustamante

Il campionato ha previsto un totale di sette eventi, Redbullring, Valencia (Ricardo Tormo), Montmelò, Zandvoort, Monza, Le Castellet e, per finire, nello scorso fine settimana il Circuit of the Americas. Diversamente dalla W Series, che prevedeva una gara sola nel weekend - con l'eccezione di quella gara di Assen bellissima ma maledetta, perché è stata quella che ha fatto nascere la folle passione collettiva per le reverse grid totali - questa categoria vede il weekend composto da due sessioni di qualifica e tre gare: la seconda gara ha una reverse grid parziale di una delle due sessioni di qualifica, le prime otto in senso inverso.
In totale sono state disputate ventuno gare e ne sono servite diciannove affinché una di loro si procacciasse il titolo, con due gare d'anticipo.

1. MARTA GARCIA - vincitrice di ben sette gare, di cui sei con griglia tradizionale (di cui ben cinque da pole position) e una da reverse grid, è stata di gran lunga la migliore in questa stagione. A mio vedere non è stata una sorpresa, ha spesso mostrato in passato di avere la capacità, in certe occasioni, di lottare per posizioni di rilievo - purtroppo a parte la W Series non ha avuto molte opportunità di gareggiare da qualche parte.
Come premio per la vittoria, le è stata offerta una stagione in Formula Regional senza dovere portare budget personale, a mio parere un grandissimo step rispetto a quanto faceva W Series. Poi può darsi che la stagione 2024 andrà male, ma in ogni caso il concetto che chi vince poi può progredire di categoria mi sembra un grande valore aggiunto.

2. LENA BUHLER - "solo" due vittorie, di cui una da reverse grid, l'hanno condotta a ritrovarsi in seconda posizione alla fine della stagione. Lo ammetto, in questo caso sono stata molto sorpresa. Dopo qualche sprazzo di competitività in Formula 4 spagnola, il resto era stato il nulla cosmico (ed era stata perfino scartata dalla W Series, sembra), notevole ripresa in questo campionato. Secondo quanto ha dichiarato, i suoi risultati negativi in Formula Regional e affini sarebbero dovuti agli strascichi di una frattura.

3. HAMDA AL QUBAISI - tre gare vinte, una da reverse grid, occasionalmente coinvolta nel caos, perché ormai si è capito, il suo destino è spesso il caos. Ammetto che è una di coloro che ho bollato come "troppo esperta per la categoria".

4. NEREA MARTÌ - fuori dalle prime tre, ma con una vittoria all'attivo, eccetto la Formula 4 spagnola e la W Series non ha avuto molte altre partecipazioni in campionati open wheel. Non sapevo cosa aspettarmi con esattezza e ammetto di non saperlo ancora.

5. ABBI PULLING - questo è un caso in cui avevo aspettative altissime e, al netto dei podi conquistati e delle due pole position, non riesco a capacitarmi del fatto che non abbia mai vinto una gara. Tuttavia non tutto il male viene per nuocere, anche Danica Patrick, nella sua carriera, aveva solo podi e mai vittorie, prima di vincere una gara di Indycar!

6. AMNA AL QUBAISI - con la differenza delle due vittorie ottenute entrambe da reverse grid, si può applicare tale e quale il discorso riferito alla sorella, ma come al solito peggio della sorella.

7. BIANCA BUSTAMANTE - due vittorie, di cui una da reverse grid, è quel tipo di pilota che ha il fanbase che gira a orde e che, anche se di fatto è classificata a metà griglia, viene considerata il futuro del motorsport. Sui social è fangirl friendly, risponde ai post delle sue bimbehhhh e occasionalmente pure a tweet che parlano di fan fiction su di lei. Sento delle Sophia Florsch vibes ancora maggiori di quelle che avvertivo ai tempi di Irina Sidorkova.

8. JESSICA EDGAR - una gara vinta in finale di stagione giusto per chiudere bene il campionato, dalla pole position.

9. EMELY DE HEUS - avevo aspettative basse nei suoi confronti, visti i risultati non certo di spicco ottenuti in passato. La posizione finale non è eclatante, ma ha vinto una gara dalla pole position.

10. LOLA LOVINFOSSE - le mie aspettative erano tali e quali che per De Heus, la differenza sostanziale sta in qualche podio occasionale come migliore risultato.

11. CARRIE SCHREINER - le aspettative erano basse, perché la sua carriera open wheel non aveva avuto alcun acuto ed era pure stata scartata dalla W Series, in passato. Mi ha sorpresa in positivo con una vittoria da reverse grid, ma per il resto è andata come pensavo.

12. CHLOE GRANT - un quarto posto come miglior risultato stagionale, una delle quattro che non sono mai andate sul podio nel corso della stagione. Devo dire che mi aspettavo un po' di più.

13. MEGAN GILKES - mi aspettavo se non altro che spiccasse nelle gare da reverse grid, visto il suo successo in quella di Assen in W Series, ma non è andata così. I migliori risultati stagionali sono stati due quinti posti e solo a fine stagione ha annunciato il proprio ritiro dalle competizioni, che già aveva deciso un anno fa, optando per proseguire ancora un anno. Parallelamente alla carriera da pilota ha studiato ingegneria e ha ottenuto un posto di lavoro presso il team Aston Martin di Formula 1.

14. CHLOE CHONG - arrivata direttamente dai kart, giovanissima, per ora non ha particolarmente impressionato. Vedremo come andrà in futuro.

15. MAITE CACERES - anche lei di recente passata dai kart alle monoposto, arrivava però dai campionati invernali. Ugualmente non pare destinata a grandi cose, anche nel suo caso vedremo.

giovedì 26 ottobre 2023

Formule minori 2023: GB3 e GB4

Tra i campionati minori britannici non c'è solo la Formula 4, ma ci sono anche GB3 e GB4, il primo è il campionato che da qualche anno ha sostituito la vecchia denominazione di Formula 3 Britannica, mentre la GB4 è una serie a livello Formula 4, come campionato minore della GB3 stessa. Il primo ha previsto otto eventi da tre gare ciascuno, di cui sette eventi in Gran Bretagna e uno in Belgio, il secondo solo sette eventi in Gran Bretagna. Il meteo del posto non è sempre favorevole, quindi entrambi i campionati hanno visto una gara venire depennare.
In entrambe le serie ci sono due gare con griglia definita da una sessione di qualifiche e una con reverse grid. La griglia di GB3 aveva 20+ monoposto, quella della GB4 solo una quindicina nel migliore delle ipotesi.

GB3 - vincitore di appena due gare, contro le cinque di Alex Dunne e le quattro di Joseph Loake, rispettivamente secondo e terzo in classifica, Callum Voisin ha vinto il titolo, contando anche su un buon numero di piazzamenti a podio.
McKenzy Cresswell, Matthew Rees e James Hedley, classificati dalla quarta alla sesta posizione in campionato, hanno vinto rispettivamente una, una e due gare. Tutte le vittorie finora citate sono state ottenute in gare con griglia di partenza "tradizionale".
Un classico della GB3 è stato negli ultimi anni vedere piloti che solitamente si qualificano nelle retrovie conquistare la vittoria da reverse grid, e infatti Noah Ping è stato l'unico a vincere sia una gara normale sia una da reverse grid, mentre le altre, ben quattro se le è aggiudicate Daniel Mavlyutov.
Oliver Stewart e Gerrard Xie ne hanno vinta una a testa, mentre una delle gare da reverse grid è quella annullata a cui accennavo in precedenza.

GB4 - Tom Mills ha vinto dieci gare e saltato l'ultimo evento dopo avere vinto il titolo in anticipo. Cooper Webster, che prima aveva vinto due gare, in sua assenza ha vinto le ultime tre, chiudendo a pochi punti di distanza.
Liam McNelly ha vinto due volte, mentre il quarto classificato Colin Queen non ha mai vinto. I primi quattro hanno ottenuto un numero notevole di piazzamenti a podio, praticamente quasi monopolizzando la top-3.
Jeremy Fairbairn, vincitore della gara inaugurale della stagione, che ha disputato solo la prima parte del campionato, non è più tornato sul podio. Anche il pilota part-time Harri Reynolds e lo one-off Kai Daryanani hanno ottenuto una vittoria a testa.

mercoledì 25 ottobre 2023

+0,000

È il 25 Ottobre 1997, stanno per finire le qualifiche del GP d'Europa, sul circuito di Jerez de la Frontera. Non esistono ancora i social network e non esiste la cultura drivertosurviver, quindi nessuno sta invocando che l'indomani il mondiale finisca con un incidente tra Michael Schumacher e Jacques Villeneuve. Quello che succederà domani, comunque, è ancora lontano, le qualifiche devono ancora terminare e per fortuna non esiste ancora la possibilità per i complottisti di impedire al fanbase di seguire una sessione in maniera serena. Non esiste nemmeno la pressione a seguire ogni nanosecondo in cui le vetture sono in pista, chissà, magari in questo sabato di ottobre c'è chi sta facendo la spesa e, mentre si trova nella calma del supermercato, è del tutto ignaro di quello che succece a Jerez, dove incredibile ma vero, quando Schumacher fa il tentativo finale ottiene lo stesso identico tempo già ottenuto da Villeneuve.
Se pensate che questo sia totalmente folle, non sapete ancora cosa sta per succedere: arriva Heinz-Harald Frentzen, compagno di squadra di Villeneuve alla Williams, che non è fermo, non è più veloce di Villeneuve e Schumacher, ma nemmeno più lento: +0,000.
Voci di corridoio narrano che Damon Hill sia sul punto di battere questo tempo, e sarebbe un plot twist non indifferente se nel giorno del finale di stagione partisse dalla pole a bordo di una Arrows, ma Ukyo Katayama ha altri piani per lui. Hill deve evitare la Minardi che si esibisce in una sbinnata - termine anacronistico nel 1997, ma concedetemi una licenza poetica - e si accontenta di un quarto posto.


In questi ventisei anni si è detto tutto e il contrario di tutto, ma fino a poco tempo fa non ci ho mai pensato seriamente. La probabilità che tre piloti strappino lo stesso tempo è già molto remota, ma che siano anche i championship contenders e il compagno di squadra di uno di essi è ancora più remota, e addirittura che accada alla vigilia dello scontro per il titolo.
Complotto? L'idea non mi convince, ritengo più probabile, se il risultato non è legittimo, un bug. Dopotutto, se l'obiettivo era quello di attirare l'attenzione, non penso ce ne fosse bisogno: era già un finale di stagione con titolo da assegnare. Inoltre non ci sono ragioni per cui quegli specifici tre piloti non dovessero essere 1/2/3, anzi, era la cosa di gran lunga più probabile. Piuttosto che un risultato fabbricato completamente alla cazzum, ritengo più verosimile che, per qualche problema tecnologico, ci si sia ritrovati con tre tempi uguali invece che con tempi molto vicini. A questo proposito sarebbe stato bello scoprire se Hill avrebbe fatto a sua volta +0,000, ma l'intervento di Katayama ci ha lasciati con il dubbio eterno.

martedì 24 ottobre 2023

Formule minori 2023: la stagione della Euro 4

Tra i campionati terminati lo scorso fine settimana c'è l'EURO 4, una categoria a livello Formula 4 che ha visto un totale di tre eventi dispurati a Monza, al Mugello e a Montmelò, ciascuno con tre gare disputate in totale, come da migliore tradizione anche della Formula 4. Si tratta della prima stagione di questo campionato, del quale non è che si trovi grossa traccia. Hanno un sito ufficiale, sul quale la classifica non è ancora stata aggiornata, risultati incompleti e, da quanto si può leggere, pare fosse disponibile un livestreaming.
Tutto molto bello - e la presenza del livestreaming era top quality, non lo metto in discussione - tuttavia oserei dire che, a livello di promozione, questa categoria nom abbia fatto proprio tanto per farsi conoscere dagli appassionati.

Diverso discorso per la presenza di un buon numero di piloti, con alcuni nomi conosciuti a chi segue, almeno a grandi linee, i campionati di Formula 4.
Ugo Ugochukwu, pilota statunitense, ha iniziato l'evento inaugurale con due vittorie, classificandosi secondo in quella restante, alle spalle del connazionale Bohra Akshay, o almeno così sembra, ottimo modo per iniziare il campionato, poi proseguito con l'evento del successivo.
Il polacco Kacper Sztuka - campione Formula 4 italiana - ha vinto la prima gara del fine settimana del Mugello, mentre la seconda in un primo momento è stata invalidata a causa di errori della direzione gara nella procedura di ingresso della safety car e dell'esposizione delle bandiere gialle, poi ripristinata come valevole con punteggio dimezzato e Sztuka vincitore, il tutto un mese più tardi. Lo svedese Lindblad Arvid, secondo nelle due gare precedenti, ha vinto la terza.

Secondo il sito ufficiale, Akshay ha vinto la prima gara nella categoria a Montmelò, quindi ne deduco sia stato penalizzato o squalificato dopo la "vittoria" precedente, che immagino sia andata a Ugochukwu. Il britannico James Wharton ha successivamente vinto la seconda gara, mentre la terza, sul sito non ve n'è traccia, ma dai social risulta sia stata vinta da Ugochukwu, che è anche diventato campione. Sempre tramite social, risulta che il pilota americano sia diventato campione precedendo in classifica Wharton, Arvid e Akshay, mentre il finlandese Thukka Taponen si è classificato quinto davanti all'italiano Brando Badoer che, secondo quanto riportato nella entry list ufficiale, di secondo nome si chiamerebbe nientemeno che Luca!

Se permettete, a questo punto, mi lascerei andare a un'ultima riflessione, ovvero che seguire le imprese di questi giovani piloti potrebbe essere molto interessante, ma bisognerebbe anche avere i giusti mezzi per farlo. È bello che esista verosimilmente il livestreaming e che queste gare si possano addirittura seguire in diretta, ma bisognerebbe anche essere messi nelle condizioni di sapere quando ci sono le gare e di reperire con facilità i risultati ufficiali, cosa che al momento non mi pare stia succedendo.

domenica 22 ottobre 2023

Euroformula Open 2023: Noel Leon vince il titolo

Questo fine settimana ha segnato la fine di diversi campionati minori e non restava da fare che sceglierne uno dal quale iniziare: la scelta è quella di parlare oggi dell'EUROFORMULA OPEN, serie discendente dalla Formula 3 spagnola, che in questi ultimi anni sta vivendo un periodo di poca presenza. Non ci sono mai stati più di dieci presenti e soltanto tre piloti hanno disputato l'intera stagione: si tratta del vincitore del titolo, il messicano con nome palindromo Noel Leon, il britannico Cian Shields e l'italiano Francesco Simonazzi. Al quarto posto in classifica, infatti, lo statunitense Bryce Aron risulta avere preso parte a tutti gli eventi del campionato eccetto il penultimo.

Gli eventi sono stati otto in totale: Algarve, Spa Francorchamps, Hungaroring, Le Castellet, Redbullring, Monza, Mugello e Montmelò. Con la sola eccezione dell'evento del Mugello, in cui si sono disputate soltanto due gare, negli altri se ne sono svolte tre, per un totale di ventitré gare nel corso della stagione.
Leon ne ha vinte sette, Shields quattro, Simonazzi due, Aron tre, mentre non ha vinto nessuna gara Jakob Bergmeister, rookie che si è classificato in quinta posizione in campionato con qualche podio all'attivo, saltando due eventi, precedendo i piloti part time Charlie Wurz e Joshua Dufek, entrambi vincitori di una gara nel corso degli eventi ai quali hanno preso parte.

Nella prima parte della stagione ha fatto molto discutere un punto del regolamento che permetteva a eventuali ragazze presenti di guidare una monoposto il cui peso totale regolamentare fosse di ben 26 chili inferiore a quello dei loro colleghi maschi, una regola che sembra non essere stata inserita in questa stagione, ma essere già esistente da quando sono state introdotte le attuali monoposto.
Lo scorso anno non c'erano ragazze, in questa stagione sì: Juju Noda al volante di una vettura del team di famiglia, la quale nonostante potesse approfittare di un aiuto non indifferente da parte del regolamento ha faticato a concretizzare, fino all'ottenimento di una vittoria nel weekend di Le Castellet.

Se Juju e il padre Hideki non hanno responsabilità in questa controversia legata al regolamento, non si può dire che il team dei Noda ne sia uscito con reputazione cristallina quando, a seguito del cambio di regolamento in corso d'opera, si è ritirato dal campionato a partire dall'evento al Redbullring al quale risultava regolarmente iscritto.
Uscita di scena da questo campionato, Juju gareggia a livello pressoché amatoriale e il suo percorso nel mondo delle formule minori a ruote scoperte sembra essere sempre più un miraggio. Talento precoce? Forse sì, ma certe scelte sembrano averne ormai stroncato un futuro non più promettente.

Superata questa parentesi, torniamo agli altri piloti del campionato. Altri tre piloti hanno vinto una gara ciascuno, nel corso di partecipazioni part time o addirittura one-off. Si tratta di Levente Revesz, Enzo Trulli e Josh Mason, mentre non ha conquistato vittorie, ma solo podi in ciascuna delle gare del primo evento a cui ha preso parte, Tim Tramnitz, di recente entrato nell'academy Redbull, nonché top driver in Formula Regional by Alpine.
Gli altri piloti che hanno preso parte alla stagione, alcuni dei quali a livello one-off, Vladimir Netusil, Paolo Brajnik, Vladislav Ryabov, Benjamin Berta, Attila Penzes e Gerrard Xie, non hanno ottenuto piazzamenti sul podio.


sabato 21 ottobre 2023

22.10.2000: GP della Malesia, finale di stagione e parrucche rosse

Carissimi lettori, il 21 Ottobre, oltre che anniversario del titolo di Kimi Raikkonen (2007) e della sua ultima vittoria (2018) nonché di un certo incidente tra championship contenders avvenuto in Giappone (1990) e anche la vigilia del 22 Ottobre, giorno in cui sono ugualmente avvenuti eventi storici, tra cui anche il precedente incidente tra Ayrton Senna e Alain Prost su suolo giapponese (1989). Andando in epoca più recente, il 22 Ottobre è il giorno in cui Felipe Massa (2006) conquistava definitivamente il mio cuore, visto che ai tempi vinceva il gran premio di casa di verde vestito invece di reclamare un titolo che non ha vinto. Vi ho tuttavia parlato già in lungo e in largo di quella tuta, quindi parliamo di parrucche rosse e di un certo gran premio di sei anni prima, di cui domani cadrà l'anniversario.

22 Ottobre 2000 - il mondiale si appresta a finire, a Sepang, Michael Schumacher ha già conquistato il titolo due settimane prima in Giappone e in griglia precede le McLaren di Mika Hakkinen e David Coulthard, seguiti dalla Ferrari di Rubens Barrichello e dalla strepitosa quinta piazza della Benetton di Alexander Wurz, affiancato dalla B.A.R. di Jacques Villeneuve.
Schumacher tenta di chiudere Hakkinen perdendo leadership e seconda piazza a vantaggio di Coulthard, ma in realtà il campione del mondo 1998 e 1999 l'ha combinata più grossa ed è sotto indagine per jump start. Nel frattempo la safety car interviene a seguito di una collisione multipla tra Pedro Diniz (Sauber), Pedro De La Rosa (Arrows) e Nick Heidfeld (Prost).
Al restart, Hakkinen perde subito posizioni, superato da Coulthard, dalle Ferrari e con Wurz negli scarichi. Il peggio deve ancora venire: stop and go di dieci secondi ed eccolo precipitare nelle retrovie.

In epoca di rifornimenti di benzina, lo switch di strategie tra compagni di squadra nei top team non è inconsueto e Coulthard è su una strategia a due soste, mentre Hakkinen partito a serbatoio pieno procede senza stop fino a metà gara inoltrata. In sua assenza, in casa Ferrari entrambi i piloti effettuano due soste, come Coulthard. Schumacher può proseguire un po' più a lungo e, dopo la prima, passa in testa di overcut.
Schumacher, Coulthard, Barrichello, saranno queste le posizioni che vedremo mantenere fino alla fine della gara, mentre Hakkinen precipitato ultimo dopo la penalità risale lentamente. Prima della sosta, lo troviamo impegnato in un duello piuttosto acceso con Villeneuve, dal quale esce vincente. Gli varrà il quarto posto, con Jacques in quinta piazza - non temete, come vuole la consuetudine, la B.A.R. colleziona un ritiro per guasto al motore, ma il fortunato è Ricardo Zonta.

Dopo la qualifica brillante e la parte iniziale della gara in zona punti, il punteggio pre-2003 non sorride per niente a Wurz, che si ritrova soltanto settimo. Il sesto posto va a Eddie Irvine, sull'unica delle Jaguar ancora in pista. L'altra la guidava Johnny Herbert, alla sua ultima apparizione in Formula 1, con un ritiro per incidente innescato dalla rottura della sospensione posteriore, quando la gara era ormai inoltrata.
Wurz precede la Sauber di Mika Salo, la Benetton di Giancarlo Fisichella e, a completare la top-ten, Jos Verstappen sulla Arrows. Dodici vetture giungono al traguardo, non un numero particolarmente elevato, vista la presenza di ben ventidue al via, e nessuna di queste è una Williams (problemo tecnici per Ralf Schumacher e Jenson Button) e nemmeno una Minardi (Marc Gené ritirato per una ruota non fissata bene, Gaston Mazzacane ultimo a uscire di scena per un problema al motore).

Dopo Michael Schumacher campione del mondo in Giappone è la volta della Ferrari campione costruttori in Malesia, con i due piloti che indossano parrucche rosse - riccia e vaporosa per Schumacher, chioma da paggetto per Barrichello - e a loro si unisce sul podio anche Ross Brawn in parrucca rossa.
Infine l'extended highlight si chiude, in maniera del tutto inaspetrata, con interviste post-gara e conferenza stampa top quality piene di tanto ammmmore mascellone. <3 In precedenza in quella stagione ci sono state varie polemiche tra M.Schumacher e Coulthard, prima con il "saluto" con il dito medio al vento durante il GP di Francia, poi le critiche di Coulthard nei confronti di Schumacher dopo le uscite di pista alla prima curva durante l'estate, peraltro auto-gufata dato che poi ha fatto la stessa fine la gara dopo. Ebbene, i due confermano la fine ufficiale delle loro polemiche, dopo un chiarimento in Giappone.

Concludiamo così, con questa scena da cuoricini che escono dagli occhi, la narrazione di questo gran premio, che ha messo fine a una stagione 2000 di altissimo livello per la Ferrari, con ben dieci gran premi vinti su un totale di diciassette disputati... e ammettetelo, fanno strano le dieci vittorie della Ferrari, ma ancora di più ai giorni nostri appaiono strani i diciassette gran premi stagionali, e chi non li rimpiange forse rimpiange una via di mezzo.
Mi metto tra queste persone, ai tempi avrei voluto più gran premi, ma un calendario di diciannove o venti, senza gare extra (altresì note come sprint race) sarebbe decisamente più gestibile anche per il solo appassionato medio. Erano belli i giorni in cui c'erano weekend in cui si sentiva la mancanza della Formula 1 perché in quel weekend la Formula 1 non c'era.
Quei tempi, però, sono passati, quindi avanti con il Circuit of the Americas, con la sprint e poi con la gara a terminare il fine settimana.


giovedì 19 ottobre 2023

Finale di stagione 1969: il GP del Messico

Siamo in vista della parte nord- e centramericana del campionato di Formula 1, quindi non credo ci sia momento migliore per fare un tuffo nel passato, nello specifico andando a stanare il GP del Messico 1969, che si svolse proprio il 19 Ottobre di parecchi anni fa. Il campionato era già stato assegnato a Jackie Stewart (Matra) e quel giorno si concludeva la stagione.
Le Brabham di Sir Jack e del compagno di squadra Jacky Ickx erano 1/2 in qualifica, seguite proprio da Stewart. Era una gara poco importante, perché c'era una sola Ferrari ed era qualificata 15^ su un totale di diciassette vetture in griglia, immagino con poca soddisfazione di Pedro Rodriguez, che si ritrovava a scattare dalle retrovie proprio nel gran premio di casa.

Stewart ha preso la testa della gara al via, ma non è riuscito a mantenerla che per pochi giri, scivolando alle spalle delle due Brabham ufficiali e poi anche di Denny Hulme (McLaren) il quale ha successivamente strappato la leadership della gara a Ickx. Su una Brabham del team Frank Williams Racing, invece, Piers Courage si è ritrovato nelle retrovie dopo un incidente con Jo Siffer (Lotus - Rob Walker) costretto invece al ritiro.
Hulme, nel frattempo, cercava di allungare, ma inseguito da vicino da Ickx, con il quale inizialmente è stata lotta aperta, mentre da Brabham in poi tutti erano piuttosto distanziati. Il pilota della McLaren, tuttavia, in seguito è riuscito a staccare anche Ickx di una decina di secondi.

La gara, tuttavia, non era ancora finita, nelle tornate conclusive Ickx è riuscito nuovamente ad avvicinarsi, ma rimanendo al momento della bandiera a scacchi a due secondi e mezzo di gap e dovendo accontentarsi della seconda posizione, mentre la McLaren conquistava l'unica vittoria stagionale. A debita distanza, Brabham ha completato il podio, con Stewart in quarta posizione.
La zona punti è stata completata da Jean-Pierre Beltoise (Matra) e Jackie Oliver (BRM). Rodriguez ha dovuto accontentarsi soltanto di una settima piazza, quindi immagino che sia i suoi tifosi presenti sul circuito, sia i ferraristi di ogni parte del mondo abbiano affermato senza mezzi termini che si trattava di una gara falsata.

Anzi no, non sono per niente sicura del fatto che tutti i ferraristi del mondo siano arrivati a queste conclusioni, per un motivo molto semplice: era il 1969 e si trattava di un gran premio extraeuropeo, quindi lascio alla vostra immaginazione come potesse essere seguito per esempio dai media italiani.
Per quanto riguarda noi blogger degli anni 2020 che cercano vecchie gare e vecchi highlight su Youtube per scriverci su dei post per il proprio blog, tuttavia, non è andata neanche malaccio, perché sono riuscita a trovare una sintesi della gara, seppure breve, il che non è sempre scontato quando andiamo a immergerci negli anni '60. Diciamo che per stavolta è andata decisamente bene!

lunedì 16 ottobre 2023

Formula 1 2023: #17 Gran Premio del Qatar - il commento del weekend dopo

A Lusail si svolge il 17° gran premio della stagione, quello in cui già si può immaginare che Max Verstappen, con un vantaggio abissale in classifica nei confronti del compagno di squadra Sergio Perez, diventerà campione del mondo per la terza volta. È molto probabile, inoltre, che possa vincere il mondiale nel corso della sprint, quindi di sabato. Non sarebbe un caso unico nella storia, anzi, è successo diverse volte in passato quando in alcune location si gareggiava - sempre o occasionalmente - di sabato. È accaduto a Jack Brabham al GP Stati Uniti (Sebring) 1959, a Graham Hill al GP Sudafrica 1962, a Keke Rosberg al GP Las Vegas 1982 e, caso più unico che raro, Nelson Piquet ha vinto due titoli di sabato, a Las Vegas 1981 e Sudafrica 1983, per poi vincerne uno di venerdì in Giappone 1987 quando Nigel Mansell, suo unico inseguitore in classifica, si è infortunato nelle prove libere dovendo saltare il resto del weekend.

QUALIFICHE - Il formato del weekend è: una sessione di prove libere al venerdì, qualifica del venerdì per la gara di domenica, qualifica sprint al sabato, infine le gare, sprint al sabato e gran premio effettivo la domenica. Fin dal venerdì l'argomento track limits è stato dominante con numerosi tempi cancellati in occasione delle qualifiche, compresi quelli di Lando Norris (originariamente secondo) e Oscar Piastri (in precedenza promosso terzo dopo la cancellazione del tempo del compagno di squadra. La Mercedes ottiene di conseguenza secondo e terzo posto in griglia George Russell e Lewis Hamilton a scattare dietro a Verstappen - Perez, dopo un tempo cancellato, è stato solo 13° nella Q2.
In casa Aston Martin, mentre Fernando Alonso strappa un sesto posto poi convertito in quarto con le cancellazioni dei migliori tempi delle McLaren, Lance Stroll esce già nella Q1 e viene visto infuriato ai box mentre strattona il suo personal trainer. La Ferrari non sembra stupire, Carlos Sainz esce nel Q2, mentre Charles Leclerc deve accontentarsi di una settima piazza davanti alle Alpine di Pierre Gasly ed Esteban Ocon divenuta quinta per le vicissitudini di Norris (decimo in griglia, dietro a uno straordinario Valtteri Bottas) e Piastri (sesto) - il risultato della qualifica sarà elencato come griglia di partenza all'inizio della cronaca della domenica.

SPRINT SHOUTOUT - Pirelli annuncia che ci sono problemi di sicurezza legati alle gomme, sulle quali sono riscontrate lesioni. È quindi necessario rivedere i cordoli e apportare lavori sul circuito prima delle "qualifiche brevi". Dopo una riunione della GPDA, viene concessa una sessione di dieci minuti di "warm up" affinché i piloti possano provare la nuova traiettoria. La sprint shoutout sarà quindi rinviata di venti minuti.
La shoutout, condizionata ancora una volta dai track limits e dai suddetti tempi cancellati, inizia con un'altra eliminazione per Stroll. In casa Haas la qualifica è dolceamara: mentre Kevin Magnussen va in ultima fila, Nico Hulkenberg prosegue e arriverà addirittura in SQ3 a conquistarsi nientemeno che la settima piazza - davanti a Perez, ancora una volta in difficoltà.
Incredibile ma vero, la McLaren monopolizza la prima fila. In una SQ3 con tempi cancellati in continuazione, Piastri ottiene una pole che non è una pole precedendo Norris, Verstappen, Russell, Sainz, Leclerc, Hulkenberg, Perez, Alonso e Ocon. Non c'è Hamilton tra i primi dieci, 12° alle spalle di Gasly - dietro di lui Bottas, Lawson, Zhou, Stroll, Albon, Tsunoda, Magnussen e Sargeant.

SPRINT RACE (19 giri) - la gara, molto in stile Liberty Media, è un susseguirsi di incidenti, safety car e posizioni che variano continuamente in pista a causa del gap tra gomme soft, per cui optano Russell, i piloti Ferrari e Alonso e medium, mescola su cui si trovano invece le McLaren e le Redbull. Di fatto le soft sono le gomme più rapide al via, ma giungono presto al crollo di performance, tornando molto brevemente a vita dopo la safety car più lunga, per poi crollare definitivanente nel finale.
Al via alcuni piloti tra cui Norris e Verstappen partono lentamente, i primi dieci sono Piastri, Russell, Sainz, Leclerc, Verstappen, Norris, Alonso, Ocon, Hulkenberg e Perez quando entra la prima SC dopo che Liam Lawson si è insabbiato alla partenza.
Al restart succedono varie cose: Ocon approfitta di un duello Norris vs Alonso per superare Fernando, Russell si porta in testa prendendo la leadership a Piastri... e subito dopo ecco Logan Sargeant nella sabbia: è di nuovo safety car.
La situazione è più tranquilla in termini di posizioni nella parte centrale, se non che i piloti sulle soft iniziano a faticare. Verstappen si porta terzo in tempi brevi, Russell perde la leadership superato da Piastri, le Ferrari iniziano a vedere Norris risalire, il quale riesce anche a superare Leclerc.
All'11° giro il mondiale viene assegnato: un duello a tre finisce con Ocon che lottando con Hulkenberg va in testacoda e cozza contro a Perez che stava dall'altro lato di Nico. Perez e Ocon sono fermi nella sabbia, Hulkenberg si ritira ai box. La safety car rimane in pista più a lungo che in precedenza.
Il sorpasso di Verstappen su Russell avviene al 16° giro, ma non riesce ad avvicinarsi a Piastri come si sarebbe invece potuto ipotizzare. Oscar andrà quindi a vincere senza contare al proprio attivo una vittoria. :-//// Norris, che in un primo momento si era fatto superare da Leclerc, ha poi superato entrambe le Ferrari in un colpo solo, causa gomme soft ormai a fine corsa e anche Russell per andarsi a prendere il terzo posto, con anche Hamilton davanti alle Ferrari, Sainz in sesta e Leclerc in settima piazza. Leclerc tuttavia viene penalizzato per track limits e scala 14°.

RISULTATO: Piastri, Verstappen, Norris, Russell, Hamilton, Sainz, Albon, Alonso, Gasly, Bottas, Tsunoda, Stroll, Magnussen, Leclerc, Zhou / ritirati Hulkenberg, Ocon, Perez, Sargeant e Lawson.

GARA (57 giri) - per ragioni di sicurezza viene deciso che le gomme non portanno essere utilizzate per più di 18 giri, in tal caso si incorrerà nella squalifica. Questo obbligherà i piloti a fare almeno tre pitstop e, dal momento che quasi tutti saranno costretti a usare almeno un set di gomme già usate, i giri già effettuati saranno scalati dai 18 (sono 18 giri totali di utilizzo, non 18 una volta che si mettono in gara).
Sulla griglia di partenza vanno diciotto piloti: Verstappen, Russell, Hamilton, Alonso, Leclerc, Piastri, Gasly, Ocon, Bottas, Norris, Tsunoda, Albon, Hulkenberg, Sargeant, Stroll, Lawson, Magnussen e Zhou. Perez doveva partire 13°, ma parte dalla pitlane, Sainz doveva partire 12°, ma per un guasto al motore non può prendere il via - Hulkenberg si posiziona per errore nella casella della griglia di Sainz e riceverà dieci secondi di penalità.

Dalla pitlane, Perez parte con le hard, mentre Hamilton e Bottas sono gli unici due piloti della top-ten a partire dalla soft, gli altri sono su medium usate. Non sapremo mai se la strategia potesse funzionare: alla partenza Hamilton scatta più agilmente, ma affiancato con Russell alla prima curva i due di toccano, Hamilton parte in testacoda e pare un replay del GP di Spagna 2016. Solo Lewis è costretto al ritiro, Russell riesce a raggiungere la pitlane e rimane in gara, nelle retrovie, mentre entra la safety car. Bottas e alcuni piloti delle retrovie ne approfittano per effettuare il primo pitstop. Russell risale quindi 14° ma al restart supererà Perez, mentre non cambiano le posizioni dei primi che rimangono esattamente com'erano in regime di safety car: Verstappen, Piastri, Alonso, Leclerc, Ocon, Norris...
Albon partito su gomme nuove si ferma dopo 18 giri, per ultimo, facendo un giro da leader. Verstappen torna in testa davanti a Piastri, Bottas (diversa pitstop window), Alonso, Stroll (come per Bottas), Leclerc e Norris. Leclerc aveva overcuttato Alonso che però ha preso la posizione e recuperato terreno, mentre dopo vari tentativi Norris passa davanti a Leclerc per poi andare a superare Stroll (prima che rientri) e avvicinarsi ad Alonso.
Piastri e Leclerc fanno la seconda sosta al 26°, poco dopo imitati da Alonso e poi da Norris che fa overcut portandosi davanti all'Aston Martin - i due McLaren gli unici sulle medium, gli altri sulle hard. Sette giri più tardi Alonso fa un fuori pista e perde una posizione a vantaggio di Leclerc. Frattanto Russell effettua la seconda sosta ed è davanti a entrambi. Nel corso della seconda sosta, intanto, Perez sconta una penalità per track limits. Ne riceverà una seconda prima ancora che altri piloti - Stroll, Gasly, Albon - vadano incontro alla prima.
Al 40° Bottas, che era nono tra le due Alpine, si ferma per la terza sosta, tra i piloti nella sua pitstop window è l'unico oltre a Zhou a non doverne effettuare una quarta! Piastri e Leclerc si fermano al 44°, un giro più tardi tocca anche a Norris che esce vicinissimo al compagno di squadra. Russell si ferma al 51° e mette le soft, mentre un giro dopo è la volta di Verstappen che finisce la gara sulle medium.
C'è un duello Stroll vs Gasly che si conclude con una nuova penalità per track limits per entrambi, applicata a fine gara, mentre Perez riesce a guadagnare una posizione. Grazie alle penalità ne guadafna una, mentre Zhou supera a questo modo io duo Stroll/ Gasly portando l'Alfa Romeo a fare doppia top-ten.
Il caldo estremo e l'umidità causano problemi, diversi piloti hanno problemi di disidratazione e Sargeant è costretto a ritirarsi al 40° giro per problemi fisici.

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Oscar Piastri (McLaren), 3. Lando Norris (McLaren), 4. George Russell (Mercedes), 5. Charles Leclerc (Ferrari), 6. Fernando Alonso (Aston Martin), 7. Esteban Ocon (Alpine), 8. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 9. Sergio Perez (Redbull), 10. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 11. Lance Stroll (Aston Martin), 12. Pierre Gasly (Alpine), 13. Alex Albon (Williams), 14. Kevin Magnussen (Haas), 15. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 16. Nico Hulkenberg (Haas), 17. Liam Lawson (Alpha Tauri), Rit. Logan Sargeant (Williams), Rit. Lewis Hamilton (Mercedes), DNS. Carlos Sainz (Ferrari).

RIFLESSIONI SEMISERIE DELLA SETTIMANA DOPO - chiedo scusa per avere lasciato passare molto tempo, rendendo il "commento del lunedì" il "commento della domenica seguente", ma intendevo ragionarci su invece di lasciarmi prendere dal delirio collettivo della scorsa settimana, in cui mi sembra sia emersa una certa incapacità di comunicare. Ci sono stati vari piloti che hanno accusato problemi fisici - il più eclatante Sargeant costretto al ritiro, ma anche Ocon che ha rivelato di avere vomitato dentro al casco in corso d'opera o Stroll caricato in ambulanza per problemi di disidratazione alla fine della gara non riuscendo più a reggersi in piedi - e la cosa è stata interpretata in due modi contrapposti: "questohhhh gran premiohhhh è da depennarehhhh" vs "beliximohhhh kontinuahhhh questo è un circuito da very uominy" con tanto di occasionali insulti tra le due fazioni.
Personalmente penso che la verità stia nel mezzo. Il GP del Qatar ha riservato parecchi aspetti negativi e il circuito non era preparato ad accogliere la Formula 1, ma se la gara fosse stata disputata in un altro periodo dell'anno il problema delle temperature così elevate sarebbe stato evitato. Lusail non ci ha fatto una bella figura come circuito, ma per una somma di fattori, la maggior parte dei quali non legata al caldo torrido. D'altro canto, una parte delle persone che prima della gara si indignavano per i cordoli, per i track limits, per i pitstop obbligatori e anche per la presenza della sprint che di per sé non era un'esclusiva di questo circuito, magari invocando la cancellazione dell'evento in corso d'opera, improvvisamente sembrano avere rivalutato il tutto non appena ci sono stati problemi per i piloti facendo respirare l'aura dei very uominy. Non solo, hanno anche portato avanti narrazioni fasulle secondo cui i piloti della Formula 1 vintage non avrebbero mai osato lamentarsi del circuito o del caldo, come se in location tipo Dallas non si fosse mai gareggiato.
Non so se dovrei dire altro, ma scelgo di non farlo, perché si sta facendo tardi ed è ora di guardare avanti agli States e non indietro al Qatar.

domenica 15 ottobre 2023

Formula 4 italiana 2023: Kacper Sztuka vince il titolo

Nel weekend che siamo ancora vivendo si è conclusa la stagione 2023 di Formula 4 italiana, unico campionato minore terminato in questo fine settimana, che ha visto lo svolgersi di sette eventi, ciascuno composto da tre gare (più o meno, ma ci arriveremo tra poco), con una presenza notevole di monoposto iscritte al campionato. Mediamente, si superavano le trenta monoposto al via, un ottimo numero.
Proprio per la presenza di tante vetture, nel primo round a Imola si sono svolte quattro gare, con ciascun pilota che ne disputava tre. La prima vittoria stagionale è andata al polacco Kacper Sztuka, la seconda allo statunitense Ugo Ugochukwu, la terza all'italiano Nicola Lacorte, la quarta al britannico Arvid Lindblad.

Dopo la vittoria nella prima gara della stagione, Sztuka ha avuto risultati decisamente meno eccellenti nei tre round successivi, Misano, Spa Francorchamps e Monza, dove in totale ha ottenuto due secondi posti come migliori risultati. Dopo una vittoria del finlandese Tukka Tapoonen nella prima gara di Misano, le altre due sono state conquistate da Lindblad, mentre l'australiano James Wharton ha vinto le prime due in Belgio, fine settimana che si è concluso con la vittoria di Ugochukwu.
Lindblad è stato successivamente, nel weekend di Monza, il primo pilota a vincere tutte e tre le gare disputate nel corso di un evento, mentre a questo punto della stagione Sztuka si trovava in quinta posizione nella classifica piloti, ben lontano dalla vetta. La situazione, si stava tuttavia per ribaltare.

Mancavano tre eventi alla fine della stagione: Le Castellet, Mugello e Vallelunga. C'era un totale di nove gare davanti e Sztuka ha vinto otto di queste, di cui sei consecutive, vincendone tre su tre sia in Francia sia al Mugello. Soltanto nel weekend conclusivo della stagione ha iniziato con un terzo posto, prima di vincere le due gare finali, diventando campione già in anticipo, al sabato.
Ugochukwu, vincitore della gara in cui il polacco è giunto terzo, ha concluso il campionato in seconda posizione, precedendo Lindblad, Wharton e Tapponen. In sesta posizione è giunto il figlio di Luca Badoer, Brando, che ha all'attivo alcuni piazzamenti a podio. Il maltese Zachary David e il britannico Akshay Bohra hanno preceduto Lacorte in classifica piloti - nono - mentre la top-ten è stata conclusa dal pilota degli Emirati Rashid Al Dhaheri.

Ci sono state alcune presenze femminili, la maggior parte delle quali in team di poco rilievo e come miglior risultato 11° posto in gara da parte della svizzera Aurelia Nobels. Nel women trophy, che funziona come il rookie championship, ma per le ragazze invece che per i rookie, ha tuttavia svettato l'esordiente svizzera Tina Hausmann, mentre anche l'italo-russa(?) Victoria Blokina ha preceduto la Nobels in questo trofeo.
Si segnala la presenza a un evento one-off, quello del Belgio, da parte della filippina Bianca Bustamante, che dopo avere gareggiato nel 2022 nella W Series è attualmente impegnata nella F1 Academy, la serie femminile per sole ragazze che terminerà il prossimo fine settimana, quando farà da gara di contorno al Gran Premio degli Stati Uniti, di cui ovviamente vi parlerò a tempo debito.


sabato 14 ottobre 2023

Saturday races, Monday races, Holiday races: tutti i gran premi disputati in un giorno diverso dalla domenica

Carissimi lettori, di recente l'argomento sprint è venuto a mescolarsi con quello delle Saturday Races, dato che peraltro a Las Vegas ci sarà un gran premio disputato di sabato invece che, come solito, alla domenica. Qualcuno, a suo tempo, ha cercato di farlo passare come una novità assoluta, ma sta di fatto che non lo è.
Nella storia della Formula 1 ci sono stati numerosi gran premi che si sono svolti in giorni diversi dalla domenica, quindi andremo a ripercorrere questo curioso aspetto e vi elencherò in maniera esaustiva tutti i gran premi, o in generale gli eventi di Formula 1 che si sono svolti di sabato, o in bank holiday, o in altri giorni random, iniziando da una piccola parentesi sugli "eventi", ovvero le gare che si fatica a definire gran premi: tra il 1950 e il 1960 nessuna edizione della Cinquecento Miglia di Indianapolis facente parte del mondiale di Formula 1, infatti, è mai stata disputata di domenica: la gara si svolgeva il 30 maggio, tranne quando cadeva di domenica, in tal caso si gareggiava il 31 maggio!

Al di là di questa parentesi americana, anche il Gran Premio di Gran Bretagna non avveniva di domenica. Proprio il primo gran premio valevole per il mondiale di Formula 1, nel 1950, si è svolto di sabato. Tutte le edizioni fino al 1975 hanno continuato ad avvenire di sabato. Nei mid-70s c'era l'alternanza tra Silverstone e Brands Hatch e, da un certo momento in poi, è accaduto che un anno si gareggiasse a Silverstone di sabato e l'anno dopo a Brands Hatch di domenica.
Le edizioni del 1977, 1979, 1981 e 1983 del GP di Gran Bretagna si sono svolte di sabato, mentre dal 1984 in poi si è sempre gareggiato di domenica qualunque fosse il circuito sul quale avveniva il gran premio.
Sempre negli anni '50/ '60 ci sono stati eventi che si sono svolti "a random" di sabato, nel senso che non era abitudine che si corresse il sabato, però in alcune occasioni è successo. Si tratta del GP degli Stati Uniti (Sebring) 1958, poi del GP del Canada 1969.

Nel frattempo entrava in calendario il GP del Sudafrica, con le edizioni 1962 e 1963 disputate di sabato. Successivamente è diventata brevemente una bank holiday race, disputata a Capodanno, il 1° gennaio 1965 che cadeva di venerdì. Non era la prima volta che un gran premio veniva disputato né di sabato né di domenica, perché ben due edizioni del GP d'Olanda, 1960 e 1961, sono state disputate di lunedì - il GP d'Olanda sarebbe stato disputato poi di sabato nel 1969.
In Sudafrica nel 1967 si è corso il 2 gennaio, ovvero di lunedì, mentre nel 1968 si è tornati al 1° gennaio che stavolta cadeva di lunedì. Non è stata l'ultima volta nella storia della Formula 1 che si è corso di lunedì, ma è accaduto anche con il GP di Spagna 1972. Era il 1° maggio, quindi la festa del lavoro, quindi potenzialmente potrebbe rientrare anche questo nella casistica delle "bank holiday" races.

Tra il 1969 e il 1985 il GP del Sudafrica si è svolto ogni anno - a parte il 1981 in cui è stato declassato a non championship event, se vogliamo parlare di sole edizioni valevoli per il mondiale di Formula 1 - sempre di sabato, con tanto dell'edizione 1985 che è stata l'ultima gara di Formula 1 che si è svolta di sabato fino ai giorni nostri: con il ritorno in Sudafrica nel 1992 e 1993, infatti, si gareggiava di domenica.
Nel periodo anni '70/'80 altri due gran premi, che tipicamente *non* si svolgevano di sabato, hanno avuto una Saturday Race: si tratta del GP della Svezia 1978 e del GP d'Olanda 1982 - in quest'ultimo caso la scelta è stata fatta per evitare la sovrapposizione con delle partite dei mondiali, mentre non trovo informazioni sul gran premio svedese, ma la collocazione e le date delle partite del mondiale 1978 suggeriscono che possa essere accaduta la stessa cosa.
Infine, già nel 1981 e 1982, il GP di Las Vegas, per le sue sole due edizioni, si è svolto di sabato, come succederà quest'anno.


EDIT 13.02.2024 - ho avuto un'improvvisa illumimazione relativa ai GP d'Olanda 1960 e 1961, disputati durante dei lunedì in apparenza random, ovvero che in vari paesi dell'Europa centrale si sono festività nazionali alcune ricorrenze di origine religiosa che non hanno un giorno fisso, ma avvengono tot giorni dopo Pasqua, tra cui Pentecoste che si festeggia di lunedì, cinquta giorni dopo Pasqua. Sono andata a verificate che giorno fosse Pasqua 1960 e 1961 e ho aggiunto cinquanta giorni. Guess what? Erano proprio le date dei gran premi in questione, quindi siamo nella casistica bank holiday.

venerdì 13 ottobre 2023

Jenson Button e Nico Rosberg, due campioni del mondo da rimuovere dalla memoria collettiva

IL TITOLO NON VUOLE ESSERE CLICKBAIT, SOLO SARCASTICO

Immagina di essere Jenson Button. Immagina che la McLaren abbia bussato alla tua porta quando eri campione del mondo, immagina di avere accettato di affiancare Lewis Hamilton - il *loro* campione del mondo - quando il grande pubblico non credeva in te e quando personalità del motorsport ti chiamavano "paracarro". Immagina di avere ribaltato le aspettative, di non avere sfigurato, di avere vissuto quei tre anni con Hamilton chiudendo con un confronto equo. Immagina di avere vinto otto gran premi con il team di Woking, di avere ottenuto nel 2012 quella che per nove anni è stata la ultima loro vittoria.
Immagina di essere stato con loro fino alla fine della tua carriera, di essere tornato one-off quando serviva un pilota, di avere passato anni nelle retrovie, di essere rimasto lì negli anni di declino. E poi arrivano loro, che festeggiano il 500° podio dimenticandosi di te, magari in buona fede, era solo un collage. Però da che quanto mi risulta non sono arrivate né scuse né nulla, ignorato come se non esistessi.

Magari in buona fede, la McLaren, ma dubito che lo stesso discorso possa applicarsi invece al post della Mercedes. Perché a distanza di pochi giorni il team di Brackley festeggiava l'anniversario del mondiale costruttori, risalente al 2014.
Immagina di essere Nico Rosberg e di avere fatto parte del team fin da quando esiste come Mercedes e di esservi rimasto per sette anni, i primi dei quali spesso arrancando e ottenendo risultati di livello quantomeno mediocre.
Immagina di essere rimasto quando, dopo Michael Schumacher, ti hanno affiancato Lewis Hamilton, dandoti il chiaro segnale che per loro non saresti mai stato quello che contava. Immagina di essere colui che nel 2012 ha ottenuto la loro prima pole e la loro prima vittoria.
Immagina di esserci stato da sempre e di avere pure vinto un mondiale con loro, che ai tempi era segno di pregio perché eri il primo pilota tedesco a vincere il mondiale con un'auto tedesca... un mondiale che solo adesso è un peso, perché se non l'avessi vinto tu Hamilton ne avrebbe vinti otto e l'ottavo non lo vincerà mai.
Immagina che nel pubblicare le foto dei festeggiamenti per un mondiale costruttori a cui hai contribuito con vittorie e piazzamenti, di avere sopportato il disonore di apparire ridicolo agli occhi del pubblico in quanto numero due che aveva cercato invano di vincere il mondiale, si mettano a ritagliare la foto, affinché tu non ci sia, come se non fossi mai esistito.


Immagina di essere chiunque altro e che il mondo si indigni perché non sei abbastanza attaccato al team per i suoi standard.
Immagina di essere un pilota stigmatizzato e denigrato se lascia una squadra per un'altra o se la squadra non è al centro dei suoi pensieri.
Immagina di dovere tutto te stesso a un team che un giorno ti cancellerà, non perché tu sia diventato un avversario, ma perché semplicemente non sei figo abbastanza o non sei in linea con la retorica a cui aderiscono al momento...

giovedì 12 ottobre 2023

12.10.2003: vent'anni fa il sesto titolo!

12 Ottobre 2003 - vent'anni fa, ultimo evento della stagione, il circuito di Suzuka sede dell'assegnazione del titolo mondiale. Michael Schumacher è in testa al campionato con nove punti di vantaggio su un giovane Kimi Raikkonen, che potrebbe diventare campione del mondo solo se vincesse e al contempo il pilota della Ferrari non terminasse la gara in zona punti. Con un ottavo posto, Schumacher vincerebbe comunque vinto il mondiale, a parità di punti, per un numero maggiore di vittorie, sei, mentre il pilota della McLaren ha vinto il solo GP della Malesia. Anche il campionato costruttori è ancora aperto, ma tra Ferrari e Williams, la scuderia di Grove staccata di soli tre punti. Le qualifiche vedono un improvviso acquazzone che scompiglia oltremodo la griglia di partenza. La Ferrari e la Williams fanno 1/2 sulla griglia con Rubens Barrichello e Juan Pablo Montoya davanti alle Toyota tra Cristiano Da Matta e Olivier Panis. I fratelli Schumacher, invece, non se la passano bene, Michael è solo quattordicesimo, Ralf è ultimo sulla griglia per non avere fatto registrare un tempo... ma la gara è lunga, 53 giri, e tutto può succedere.

Tutto succede già nel primo giro, quando Montoya si porta in testa davanti a Rubinho, il quale se la deve vedere con la Renault di Fernando Alonso che gli sta negli scarichi. Raikkonen è quinto, alle spalle di una sola Toyota, ma riesce a passate davanti, seguito dal compagno di squadra David Coulthard. Per "Iceman" la strada verso un potenziale titolo è lunga e piena: dovrebbe sopravanzare i tre piloti che lo precedono, ma soprattutto sperare che Michael Schumacher non conquisti punti.
Per la prima questione, le speranze non sono tante. Per la seconda, tuttavia, si prospettano notevoli possibilità. Provate a pensare a Michael Schumacher che sta disputando la gara più importante della sua carriera, quella in cui vincerà il suo sesto titolo diventando il primo pilota ad averne un numero sufficiente a eguagliare quello delle ruote di una Tyrrell del 1976. Pensate a come potrebbe guidare un pilota del suo calibro in una simile situazione. Ecco, vi basti sapere che sta facendo esattamente il contrario: eccolo apparire alle spalle di una B.A.R., 11°...


Quella B.A.R. la guida Takuma Sato - che disputa il gran premio al posto di Jacques Villeneuve che, fuori dal team motorizzato Honda per il 2004, ha scelto di lasciarlo in anticipo, prima del GP del Giappone - che è in 10^ piazza e ci rimane, mentre Schumacher non rimane 11°. Cozza infatti contro la vettura del pilota di casa, danneggia l'ala anteriore: è solo il sesto giro e Michael si ritrova costretto a una sosta ai box, o meglio, ad anticiparla, perché siamo in epoca rifornimenti di benzina e tutti si fermano più volte.
Si ritrova ultimo, il che non è sicuramente quello che i suoi tifosi ambivano a vedere... e Corinna chissà, magari per consolarsi starà seguendo la gara del suo ex fidanzato.
Non per molto, tuttavia: È FERMO FRENTZEN, come da copione! Eccolo che parcheggia nei prati di Suzuka, un fumo inquietante esce dalla monoposto di H.H., che è fermo per l'ultima volta, è l'ultimo gran premio della sua decennale carriera in Formula 1.


Siamo solo al 9° giro quando perdiamo per strada Montoya per un guasto, Barrichello torna in testa, con Alonso che ancora lo segue a ruota, almeno finché dopo qualche giro non viene a sua volta lasciato a piedi dalla vettura che sta guidando. In questo stint c'è Coulthard secondo, Raikkonen è scivolato dietro al compagno di squadra e perdono terreno nei confronti della Ferrari.
Le posizioni rimangono uguali anche dopo la seconda sosta, mentre in occasione della terza Coulthard rallenta al rientro in pista, per farsi overcuttare da Raikkonen che è ancora in lotta per il titolo, anche se il tutto dovrebbe passare dal ritiro del leader, ormai, mentre Rubinho continua invece impeterrito per la propria strada.
Tra una sosta e l'altra i fratelli Schumacher sono stati occasionalmente in lotta tra di loro ed eccoli di nuovo, a pitstop ultimati, ritrovarsi a tu per tu l'uno con l'altro, alle spalle di Da Matta, adesso, con cui inizia un duello per il settimo posto. Michael è ottavo, se conserva la posizione, il titolo è suo qualunque cosa succeda. Conserva la posizione, ma è lui quello che deve vedersela con il "qualunque cosa succeda".


Se molti giri fa abbiamo visto Michael aggirarsi con l'ala anteriore rotta, dopo il contatto con Sato che adesso tra parenteso è stabilmente sesto, al 40° è il turno di Ralf, che ha tamponato il fratello. Il pilota della Ferrari riesce a proseguire, limitando i danni e accontentandosi della sesta piazza invece di andare a mettersi nei guai un'altra volta, mentre Ralf deve fermarsi ai box per via del danno riportato. La Williams farà punti, ma per il campionato costruttori comunque cambia poco perché Barrichello è in testa.
Per fortuna siamo nel 2003 e non vent'anni più tardi, perché avverto, non reggerei commenti tipo: "come si permette quel fallito di vincere la gara e di fare una buona performance invece di strapparsi le vesti piagnucolando e urlando che è ingiusto che Schumacher stia facendo una pessima gara? Vince solo perché vuole rubare la scena e ciò è il male della Ferrari, non vinceremo più il titolo piloti finché Barrichello non si leverà di mezzo".
Il realtà il titolo è vinto, ma sono sottigliezze, quello che conta è lamentarsi, o al massimo consolarsi perché gli skarsihhhh come Jenson Button al massimo arrivano quarti in volata con la Renault di Jarno Trulli, mentre tra qualche anno ruberannohhhh il mondialehhhh con la Brawn!

Ciò che non è una sottigliezza è che per fortuna non siamo ancora nel 2004, quindi il campionato è finito in Giappone e non in Brasile: a Interlagos, dubito che Barrichello avrebbe vinto così tanto facilmente come sul suolo giapponese!
Si chiude così il mondiale, con M.Schumacher che sale a 93 contro i 91 di Raikkonen, Montoya rimane fermo a 82, mentre Barrichello sale a 65 punti contro i 58 di R.Schumacher che così scivola in quinta posizione nel mondiale piloti.
Girano storie colorite su cosa potrebbe essere successo quella sera nella hospitality della Toyota, ci sono foto del neo-sei volte campione del mondo che indossa una camicia sbottonata che secondo voci di corridoio potrebbe appartenere all'amico Panis. Diciamo che Michael pare tutt'altro che sobrio, un po' come a dimostrare che ha battuto Kimi non soltanto nella classifica del mondiale piloti!

mercoledì 11 ottobre 2023

Tra caso e coincidenze: dieci anni senza Maria De Villota

Oggi è l'11 ottobre 2023, sono già passati dieci anni da quel giorno di prove libere del GP del Giappone in cui il pubblico, nella mattinata europea, fu accolto dalla freddezza della notizia della morte di Maria De Villota, ex tester occasionale di Lotus e Marussia, dove per Lotus si intende l'attuale Alpine e va specificato, perché era il 2011 e nel 2011 c'erano due team che si facevano chiamare Lotus. La notizia iniziale parlava di morte per cause naturali, ma successivamente i familiari della De Villota hanno confermato che la morte era sopraggiunta a causa dei danni cerebrali riportati nel 2012 in occasione del tremendo schianto di Duxford, incidente dopo il quale aveva fatto la prima apparizione pubblica proprio l'11 ottobre, un anno esatto prima della morte.
Ricordo pure qualche teoria del complotto in proposito, perché era un po' meno una mania che ai giorni nostri, ma anche in passato qualcuno si sbizzarriva.

Seppure mi piaccia ricordare gli anniversari, sia nel bene che nel male (come forse si sarà capito visto che neanche troppo occasionalmente pubblico sul blog post legati a qualche anniversario e, ancora più spesso, condivido via Twittelon e Zuckenbook post vecchi in occasione degli anniversari), per me una data è solo una data, essendo frutto del modo in cui misuriamo il tempo, della struttura del nostro calendario.
Non penso che il fatto che sia l'11 ottobre renda le cose diverse dall'essere il 10 o il 12, così come non penso ci sia nulla di speciale o di arcano nella data del 3 luglio, data passata in secondo piano dopo la sua morte, perché quella era solo la data del suo incidente, da cui la sua vita era ripartita, totalmente trasformata.
Sono giorni, solo giorni come tutti gli altri, e di date se ne potrebbero trovare tante e dare loro significati più profondi di quello che hanno.

Era il 3 luglio 2012 quando in Inghilterra, su un circuito ricavato da un aeroporto, Maria De Villota cozzava contro il portellone di un camion lasciato a bordo pista con il portellone aperto, appunto - e bisognerebbe chiedersi in che condizioni si svolgessero quei pochi test privati che avvenivano a quei tempi, poco più di un decennio fa, ma è un discorso che ho fatto tante volte e oggi vorrei focalizzarmi su altro: date e assurde coincidenze.
Dopo l'incidente ha detto di nutrire sentimenti ambivalenti nei confronti della Marussia (altresì nota negli anni a venire come Manor) e la sua unica presenza nel paddock è stata al GP di Spagna 2013, avvenuto solo pochi mesi prima della sua morte.
Ha assistito quindi in presenza all'ultima vittoria di Fernando Alonso in Formula 1, che è stata l'ultima vittoria di un suo connazionale avvenuta quando lei era ancora in vita.

Nel 2016 si è svolto un gran premio il 3 luglio, quarto anniversario dell'incidente di Maria. Era il GP d'Austria e, davvero, non me ne sono accorta fino a poco tempo fa, mi ci sono voluti sette anni e sono raggelata nel rendermi contro che la Manor, quel team per cui Maria nutriva sentimenti ambivalenti, ha ottenuto un punto quel giorno, ma è stato anche l'ultimo della sua storia - Pascal Wehrlein 10°.
Mi sono detta un caso, una coincidenza, e lo credo ancora, nonostante tutto il resto, perché c'è pure stato un altro gran premio il 3 luglio ed è stato Gran Bretagna 2022 e un'altra coincidenza che, come quella della Manor, nessuno sembra avere notato.
Il primo pilota spagnolo a vincere un gran premio dopo la morte di Maria De Villota è stato Carlos Sainz, suo concittadino, in Inghilterra, in una pista ricavata da un aeroporto, portando nel design del suo casco il logo della De Villota, nel decimo anniversario dell'incidente di Duxford.


Stamattina, mentre abbozzavo l'inizio di questo post, non ho fatto caso che si erano già fatte quasi le otto. Sono uscita di casa di corsa, salita in macchina sperando di non fare tardi al lavoro.
Ho acceso la radio. Stavano trasmettendo "Maria" di Blondie. Il caso rimane caso, ma ha un modo curioso di manifestarsi!



lunedì 9 ottobre 2023

I campionati finiti nel weekend: Formula 4 francese, Formula 4 britannica, Formula 4 CEZ

Nel fine settimana appena passato sono terminate ben tre serie minori europee, i campionati di Formula 4 francese, britannico e centro-europeo, quest'ultimo una novità di questa stagione. Avrebbe dovuto cominciare la stagione scorsa, ma a causa di diversi slittamenti è poi stato rimandato direttamente al 2023, anche se pare siano state disputate nel 2022 delle gare non championship.

FORMULA 4 FRANCESE - il campionato ha visto una quantità notevole di presenze e tutti e ventisei i piloti che vi hanno preso parte hanno gareggiato praticamente full season, con il round meno ricco di vetture che ne ha viste comunque ben venticinque presenti.
La stagione prevedeva in totale sette eventi, di cui cinque disputati in Francia e due in altri paesi (un evento in Belgio, l'altro a Misano) e la sua caratteristica è che non ci sono team. Ciascun evento è composto da tre gare, la prima e la terza con le relative qualifiche, quella centrale con reverse grid parziale del risultato della prima gara (in sintesi, come nella GP2 delle origini).
Il francese Evan Giltaire ha vinto il titolo - sei vittorie conquistate tutte nelle gare senza reverse grid - con un gap di una manciata di punti nei confronti del connazionale Enzo Peugeot, che di gare ne ha vinte sette, di cui sei senza reverse grid e una con reverse grid.
Essenzialmente buona parte delle vittorie se le sono conquistate loro, lasciando qualche comparsa agli inseguitori: il canadese Kevin Foster ne ha vinta una, così come il francese Romain Andriolo, rispettivamente quarto e quinto, mentre non ha conquistato alcuna vittoria il quinto classificato, il giapponese Hiyu Yamakoshi.
Curiosamente hanno invece vinto due gare ciascuno, da reverse grid, i piloti giunto sesto e settimo in classifica, ovvero Garrett Berry e Yani Stevenheydens. Classificati più indietro, hanno vinto una gara da reverse grid ciascuno anche Pol Lopez e Adrien Closmenil.

FORMULA 4 BRITANNICA - dieci eventi, ciascuno con tre gare, ventinove totali perché una è stata cancellata, due con qualifica normale, una da reverse grid totale nella quale vengono conquistati punti anche per le posizioni recuperate rispetto alla griglia di partenza.
Anche in questo caso il vincitore Louis Sharp, neozelandese, ha conquistato sei vittorie in totale, ma tutti i piloti fino alla decima posizione in classifica hanno vinto almeno una gara: rispettivamente due e tre i britannici William Macintyre e Deagen Fairclough, tre Dion Gowda, due rispettivamente James Piszcyk, James Higgins e Kanato Li, una Aqil Alibhai, una Gabriel Stilip, nonché ben tre Noah Lisle.
Hanno ottenuto due vittorie ciascuno anche due piloti che si sono classificati più indietro, ovvero il dodicesimo classificato Josh Irfan e Sonny Smith, che ha concluso soltanto al sedicesimo posto, ma non ha preso parte agli ultimi tre eventi della stagione.
Tutti e dieci gli eventi si sono svolti in Gran Bretagna e la presenza è stata buona. Diversamente dal campionato francese, è capitato abbastanza spesso che ci fossero piloti che non disputavano tutti gli eventi, ma si è avuta comunque circa una ventina di vetture, al massimo una o due meno, in tutti gli eventi.

FORMULA 4 CEZ - ben altra atmosfera si respirava in questo nuovo campionato, con dieci vetture nei momenti migliori. Ci sono stati in totale sei eventi, tre centrali in Repubblica Ceca, uno in Austria e due in Ungheria (di cui uno all'Hungaroring e uno in un'altra location).
Solo quattro piloti hanno preso parte all'intera stagione: lo svizzero Ethan Ischer, che ha vinto otto delle quattordici gare disputate in totale (alcuni eventi ne prevedevano due, altri tre) conquistando il titolo con appena due punti di vantaggio sull'olandese Reno Francot che di gare ne ha vinte tre, ma ha chiuso tutte le altre, nessuna esclusa, sul podio.
Lo svizzero Michael Sauter, una vittoria all'attivo e diversi piazzamenti a podio, ha conquistato la terza posizione in campionato, mentre è giunto quarto l'altro pilota full time, l'ungherese Oliver Michl, tuttavia senza mai ottenere nemmeno un podio, impresa invece riuscita a diversi piloti one-off.
Il migliore di questi è stato senz'altro lo statunitense James Egozi, che ha disputato un unico evento che prevedeva due gare e ha conquistato la vittoria in entrambe le gare disputate.

venerdì 6 ottobre 2023

Scuderie vintage: storia della Surtees

L'esordio in Formula 1 è avvenuto come team, non da subito come costruttore. Era il 1970 e nella prima parte della stagione John Surtees ha disputato quattro gran premi (non consecutivi) collezionando tre ritiri e poi, finalmente, un sesto posto al GP d'Olanda a Zandvoort: queste partecipazioni sobo avvenute al volante di una McLaren. Nel corso della stagione ha disputato sette eventi come costruttore, schierando una seconda vettura guidata da Derek Bell nel GP degli Stati Uniti. I risultati non erano neanche male, tanto da valere l'ottava posizione nel mondiale costruttori, nonostante l'affidabilità spesso lasciasse desiderare: addirittura, al GP di Germania a Hockenheim, Surtees viaggiava verso il terzo posto, quando è stato costretto al ritiro a pochi giri dal termine, venendo classificato soltanto nono (90% di gara completato). Il miglior risultato è stato quindi un quinto posto sul circuito canadese di Mont-Tremblant, mentre Bell nel successivo evento a Watkins Glen è giunto in sesta posizione.

Nel 1971 il team ha schierato due vetture in ciascun evento della stagione, una guidata da John Surtees, l'altra da Rolf Stommelen. I risultati sono stati ancora buoni e ancora una volta la squadra si è piazzata ottava nel mondiale costruttori. Stommelen si è classificato sesto a Montecarlo, Surtees quinto a Zandvoort, dopodiché sono arrivati entrambi a punti al GP di Gran Bretagna: a Silverstone, Stommelen e Surtress hanno fatto quinto e sesto posto.
In alcune occasioni è stata schierata una terza vettura, con partecipazioni piuttosto random e tendenzialmente one-off: hanno disputato un unico evento ciascuno Brian Redman, Derek Bell, Sam Posey e Gijs Van Lennep - in quest'ultimo caso è stato un DNS, quindi evento disputato è forse una definizione azzardata, mentre ha preso parte a due gran premi Mike Hailwood: l'ex pilota di motociclismo ha chiuso quarto a Monza, in quello storico finale con cinque piloti racchiusi in appena un secondo.

Nel 1972 John Surtees ha smesso di gareggiare full time e il team ha schierato tre vetture guidate da Hailwood, Tim Schenken e Andrea De Adamich. Se Hailwood aveva mancato il podio per un soffio al GP d'Italia dell'anno precedente, è riuscito a piazzarsi secondo posto a Monza, dopo avere già ottenuto piazzamenti a punti: quarto in Belgio, sesto in Francia e nuovamente quarto in Austria.
I primi punti della stagione, tuttavia, erano andati a Schenken giunto quinto nell'evento inaugurale in Argentina, mentre in Spagna era stata la volta di De Adamich: sul circuito del Jarama il pilota italiano aveva conquistato la quarta posizione.
A Monza Surtees ha preso parte al gran premio su una quarta vettura, così come a Watkins Glen dove risulta tuttavia DNS per avere ceduto la vettura, dopo le qualifiche, a uno dei piloti titolari. Queste sono state le sue ultime partecipazioni in assoluto come pilota in Formula 1.
In classifica costruttori il team si è classificato addirittura al quinto posto - a suo favore ha giocato il fatto che ai tempi facesse punti per il mondiale costruttori solo il miglior singolo risultato ottenuto dal team in una gara - che è rimasto il miglior risultato nel mondiali costruttori della storia di questa squadra.
Incredibile ma vero, nonostante gli innumerevoli ritiri collezionati nel corso del mondiale 1973, il risultato finale è stato notevole ancora una volta: settimo posto in classifica costruttori.
C'erano due sole vetture full-time, una delle quali ancora guidata da Hailwood, che tuttavia ha inanellato una serie di ritiri neanche troppo diversa da quella del compagno di squadra Carlos Pace, il quale ha tuttavia ottenuto un quarto posto in Germania sia un terzo posto in Austria, ottenendo peraltro il giro più veloce sia al Nurburgring sia a Zeltweg.
Occasionalmente c'è stata una terza vettura, si sono visti al volante one-off Luiz Bueno e Andrea De Adamich, tre presenze invece per Jochen Mass (miglior risultato un settimo posto al gran premio di cssa al Nurburgring che tuttavia non assegnava punti), tra cui Silverstone, nella quale tutti e tre i piloti presenti sono stati coinvolti in un incidente al primo giro e hanno concluso la gara con un ritiro senza alcun giro completato - a dovere di cronaca va comunque detto che lo stesso destino toccò a diverse vetture appartenenti a diversi team, compreso De Adamich che stava prendendo parte all'evento a bordo di una Brabham.

Il 1974 ha visto le performance della squadra abbassarsi drasticamente, tanto che il quarto posto di Pace a Interlagos è stato l'unico arrivo in zona punti della stagione, che è valso solo l'undicesimo posto in classifica costruttori, in cui il pilota brasiliano faceva coppia con Mass. Il resto della stagione è stato un susseguirsi di ritiri, piazzamenti in posizioni arretrate, nonché di due plot-twist: per prima cosa, dopo il GP della Svezia, Pace è stato licenziato per avere criticato pesantemente il team.
A metà stagione uno dei due titolari è andato perso per strada, ma di lì a poco anche Mass se ne sarebbe andato, per via delle prestazioni pessime della monoposto, venendo rimpiazzati da piloti che si susseguivano un po' a caso e che si qualificavano raramente. Quello che è durato di più è stato Derek Bell per cinque gare di fila, dove gare è un eufemismo perché si è qualificato solo una volta.
Tra i piloti che hanno preso il via una volta, Jean-Pierre Jabouille, che in realtà non ha mai visto il via, e Dieter Quester, mentre per quanto riguarda quelli che hanno avuto più partecipazioni, tre all'attivo per José Dolhem dove "all'attivo" è nuovamente un eufemismo dato che si è qualificato una sola volta, nonché due per Helmuth Koinigg.

Venticinquenne, di nazionalità austriaca, Koinigg - dopo una mancata qualificazione alcuni gran premi prima a bordo di una Brabham provata - ha fatto il proprio esordio al GP del Canada sulla pista di Mosport, dove si è qualificato ventiduesimo e ha concluso la gara in una rispettabile decima piazza su quindici vetture giunte al traguardo.
Al seguente gran premio - ultimo della stagione, in cui Emerson Fittipaldi e Clay Regazzoni si giocavano il mondiale - a Watkins Glen si è nuovamente qualificato, ventitreesimo, e viaggiava nelle posizioni di bassa classifica quando, dopo pochi giri di gara, la sua vettura è uscita di strada per la rottura di una sospensione. L'impatto contro le barriere si è rivelato fatale, con il pilota rimasto decapitato, un incidente dalla dinamica molto simile a quello in cui in anno prima, nelle qualifiche, aveva perso la vita François Cevert - un anno prima in tutti i sensi, dato che entrambi gli incidenti sono avvenuti il 6 Ottobre, rispettivamente cinquanta e quarantanove anni oggi. :-((((

Il 1975 ha visto una vettura sola al via della stagione, guidata da John Watson, affiancato da Dave Morgan nel solo GP di Gran Bretagna. Il miglior risultato della stagione è stato un ottavo posto, in Spagna a Montjuic, in quella celebre gara finita anzitempo per il grave incidente costato la vita ad alcuni spettatori. Non sono stati ottenuti punti e il risultato finale, dopo avere saltato alcuni gran premi di fine stagione, è stato un quattordicesimo posto nel mondiale costruttori.
È andato meglio il 1976 - decimo nel costruttori - con Alan Jones autore di due quinti posti in Belgio e Gran Bretagna e poi quarto nel famoso finale del Fuji. Non ha fatto punti invece il suo compagno di squadra Brett Lunger, con all'attivo anche alcuni DNQ, sostituito one-off da Conny Anderson e poi da Noritaki Takahara in Giappone. Quest'ultimo, ex equo con i due connazionali Masahiro Hasemi e Kazuyoshi Hosino è stato uno dei primi giapponesi a prendere parte a un gran premio di Formula 1.

Il 1977 ha visto un nuovo cambio di line-up, con Vittorio Brambilla e Hans Binder. Brambilla ha disputato tutta la stagione, ottenendo un quarto, un quinto e un sesto posto rispettivamente in Belgio, Germania e Canada. Sono stati gli unici punti conquistati dalla squadra, che alla fine si è classificata undicesima nel mondiale costruttori.
Binder ha iniziato la stagione venendo sostituito da diversi piloti in corso d'opera, tra cui Larry Perkins, Patrick Tambay, Vern Schuppan e Lamberto Leoni, tutti quanti collezionisti di occasionali - o one-off come nel caso di Tambay e Leoni che hanno avuto una sola presenza ciascuno - mancate qualificazioni. Binder è tornato al volante nei gran premi finali della stagione.
Brambilla ha ottenuto un punto - uno solo - nel 1978, giungendo sesto in Austria. Faceva coppia con Rupert Keegan, hanno ottenuto occasionali DNQ, nessuno dei due ha finito la stagione e al volante si sono visti Carlo "Gimax" Franchi, René Arnoux e Beppe Gabbiani, eccetto Arnoux senza qualificarsi.

Nel corso di queste stagioni ci sono state occasionali entry di altre Surtees per dei team clienti. Nel 1971 e 1972 si è trattato di presenze one-off da parte di Gijs Van Lennep, Sam Posey e John Love. Nel 1974, invece, è ststa la volta di Leo Kinnunen, che ha collezionato varie presenze, qualificandosi tuttavia soltanto per il GP della Svezia.
Nel 1976 è stata la volta di Henri Pescarolo che, accanto ad alcuni DNQ, ha inanellato anche una serie di presenze sulla griglia. In Gran Bretagna a Brands Hatch c'era una seconda Surtees cliente e la guidava Divina Galica che però non è riuscita a qualificarsi. Un anno dopo, a Silverstone, si è verificata l'ultima presenza di una Surtees cliente, guidata da Tony Trimmer, che però non si è prequalificato.
Venendo alla Surtees ufficiale, alla fine del 1978 ha lasciato la Formula 1, a causa di problemi con gli sponsor e dei risultati sempre più calanti. I due podi ottenuti da Hailwood e Pace sono rimasti i momenti di maggiore apice, anche se in seguito è sicuramente passata alla storia - ai tempi di Jones - per la sponsorizzazione da parte di un celebre marchio di preservativi.