In questo post ci occupiamo di una "contaminazione" motoristica, ovvero di un romanzo in cui l'argomento motorsport non è predominante, ma fa brevemente da contorno alle vicende stesse.
Si tratta di un romanzo piuttosto celebre, ovvero "Io uccido" di Giorgio Faletti. Se anche non l'avete letto, è molto probabile che ne conosciate almeno alla lontana le vicende. Si tratta di un romanzo che ho letto diverse volte, la prima delle quali circa dieci o undici anni fa. L'avevo preso in prestito in biblioteca, anche se sapevo già, in linea di massima, chi fosse il colpevole, visto che ai tempi era un romanzo piuttosto spoilerato.
Parlando seriamente, dal punto di vista letterario l'ho trovato un romanzo piuttosto avvincente, anche se in certi momenti ho notato una certa propensione al divagare (specie in descrizioni di paesaggi, strade e canzoni, di cui una buona parte non strettamente legate alla trama, oltre che di continui accenni al glamour di Montecarlo nel bene e nel male). In altri momenti paga un po' il fatto di essere un romanzo d'esordio, con qualche difetto dei romanzi degli scrittori alle prime armi (infodump nei dialoghi soprattutto: citando un esempio a tematica motoristica, il manager del pilota, parlando con il pilota, nomina un tizio avendo bisogno di specificare che sia il collaudatore del team... ma immaginate un esempio reale: il manager di Schumacher che parlava con Schumacher, quando nominava Badoer, non aveva bisogno di spiegargli chi fosse). Al di là di questo, comunque, sono rimasta abbastanza soddisfatta.
Ironia della sorte, il giorno del mio 23esimo compleanno una mia amica, che non sapeva che avessi già letto quel libro, me l'ha regalato. Era il giorno stesso del GP di Montecarlo del 2011, una curiosa coincidenza.
Perché "Io uccido" è ambientato a Montecarlo e le vicende iniziano all'indomani del gran premio. Il fatto che un personaggio sia un pilota, visto che le vicende iniziano con lui, è stato spesso citato nelle recensioni, anche se, a conti fatti, non ha più importanza delle altre vittime. Solo, è il primo. Anzi, il secondo, perché la prima è la sua consorte, una giocatrice di scacchi.
Spieghiamo le cose così come stanno: il romanzo dura circa 600 o 700 pagine e il nostro caro pilota è già stato soppresso a pagina 50 o giù di lì. Delle pagine che hanno preceduto la sua morte, una buona metà se non di più erano dedicate a uno speaker di Radio Montecarlo (e ai suoi collaboratori), nel cui programma radiofonico il killer chiama per annunciare un imminente delitto.
Comunque, siccome Faletti ha deciso quali vittime devono starci simpatiche e quali devono invece suscitarci ribrezzo (non ci sono molte mezze misure in questo romanzo e ci sono alcuni personaggi che appaiono come ben più disgustosi del killer), e che per farci parteggiare per la giustizia e non per il serial killer bisogna iniziare con delle vittime simpatiche, ci presenta Jochen Welder e Ariane Parker come una coppia affiatata, composta da due persone che suscitano simpatia. Di Ariane scopriamo che è americana da parte di padre e tedesca da parte di madre, che in apparenza non ha molta stima per la propria famiglia, che ha i capelli corti scuri e gli occhi verdi, e viene definita "ragazza". La sua età non è ben specificata, ma penso che si possa stimare tra i venticinque e i trenta. Di Jochen invece sappiamo qualcosa di più (non solo che è di madrelingua tedesca e che sembra portare una barba incolta che viene criticata dalla sua compagna) e, da appassionata di motori, l'ho trovata interessante.
Welder è un ex campione del mondo di trentaquattro anni, ex prima guida di un team fittizio, ex playboy, pronto verso un cambiamento radicale della propria vita. Dopo tante relazioni di poco conto è impegnato in una relazione stabile, non si sente più a proprio agio in pista, le sue performance stanno iniziando a crollare e, seppure non ne abbia ancora parlato con la squadra, il suo obiettivo è ritirarsi alla fine della stagione, ma annunciarlo solo all'ultimo momento per non dovere rispondere a domande continue a proposito del proprio ritiro.
Il suo non essere più visto come all'altezza gli provoca contrasti con il suo team e con il suo manager, quest'ultimo convinto che debba continuare a gareggiare, magari meditando il passaggio in Formula CART (che per qualche motivo viene descritta come una serie meno rischiosa della Formula 1 - l'ambientazione dovrebbe essere fine anni '90/ primi anni '00, non definirei esattamente la CART di quegli anni come meno pericolosa della F1 di quegli anni, quindi o ho interpretato male quel passaggio oppure l'autore intendeva far apparire il manager come ignorante).
Dal punto di vista motoristico, c'è una piccola svista, ovvero un anacronismo in quanto viene citato il fatto che Ariane indossi un pass "della FOCA" invece che della FIA quando è ospite nel paddock durante il gran premio del Brasile dell'anno precedente, mentre vengono citate Ferrari, McLaren, Williams e Jordan (il che mi lascia pensare sempre di più, appunto, a un'ambientazione di fine anni '90)... che poi dovrebbe essere un anacronismo al contrario, perché è qualcosa di passato che viene catapultato nel presente, non il contrario.
A parte questo si parla di prove libere, di test, di warm up e, insomma, quelle venti pagine motorsport-friendly ci sono. Poi Jochen Welder fa una bruttissima fine al pari della sua compagna e di un certo numero di altri personaggi dopo di loro. Dopo la sua uscita di scena, l'argomento motori non sarà più toccato. Però rimane al momento una delle poche parentesi motoristiche che io abbia finora trovato in un romanzo che non è incentrato sull'argomento automobilismo.
Edit - proseguendo nella rilettura, vengono citati gli attentati dell'11 settembre 2001, quindi non siamo negli anni '90 come pensavo, ma intorno al 2002/2003, periodo in cui è uscito il romanzo.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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martedì 26 maggio 2020
venerdì 13 dicembre 2019
Doug Solter - SKID
Carissimi lettori, oggi parliamo di "Skid", romanzo di tale Doug Solter, ambientato in Formula 1.
Solter ha 40+ anni, viene dall'Oklahoma, scrive romanzi young adult, oppure fan fiction young adult trasformate in romanzi, "Skid" è stata in passato pubblicata su Wattpad, poi pare che l'autore si sia autopubblicato tramite Amazon e che la sua storia sia divenuta un libro. Al giorno d'oggi non è più disponibile su Wattpad, ma l'avevo scaricata a suo tempo per leggermela con calma, quindi ho recuperato il mio pdf e in questi giorni me lo sono letta.
Esiste soltanto in lingua inglese e su amazon ha avuto molte recensioni positive, del calibro di "non seguo il motorsport, però ho trovato la storia molto avvincente".
Lo ammetto, se non avessi mai seguito una gara di Formula 1 in vita mia, probabilmente avrei apprezzato la storia molto di più, perché a mio parere, nonostante i cliché classici degli young adult americani, potrebbe avere il suo fascino. Il problema è tutto il resto, che ora vi racconterò.
Samantha è una diciassettenne americana, vive con madre, sorella maggiore con annesso figlio, sorella minore. Il padre, ex pilota, è morto in un incidente stradale. In futuro si scoprirà che era lei che guidava e stava prendendo parte a una corsa clandestina sotto la pioggia, cosa sulla quale ha mentito e per la quale la sua famiglia chiuderà i rapporti con lei per buona parte del romanzo.
Mangia schifezze, frequenta una scuola dove viene occasionalmente bullizzata da una ragazza con capelli dorati e dai ragazzi che praticano sport. Come tutte le ragazze che si sentono speciali, pensa che quelle che si vestono da donna siano tro*e e che i ragazzi che apprezzano le ragazze femminili siano dei maiali pervertiti. Ha una simpatia paragonabile a quella di Danica Patrick mescolata con una tumblr baby tredicenne.
Pilota amatoriale, gareggia su vetture da lei definite mini stock car, i suoi avversari la odiano perché è una donna giovane e vincente, come da migliore cliché, e la troviamo che rischia di bruciare viva per avere voluto tagliare il traguardo di una gara con l'auto in fiamme.
Poi, un bel giorno, la sua vita cambia: scopre che la Porsche ha deciso di fornire motori a un team di Formula 1, il quale cerca un test driver facendo una selezione tra i migliori piloti americani. La selezione si svolgerà a Indianapolis e decide di partecipare, pur non essendo in lista.
Si imbuca like a boss spacciandosi per uno dei piloti in lista e va a parlare con il fondatore del team e con suo nipote Manny. Pretende di partecipare al test e quando il tipo le chiede chi sia esattamente per pretendere tutto ciò, si mette a urlargli contro che è un orribilehhhh sessistahhhh che ce l'ha con le donne. Anche il cliché delle tematiche sociali trattate a caso c'è.
Le viene offerto un test, si rivela una dei più veloci e va di nuovo a sbraitare con il titolare del team perché lo vede parlare con un altro pilota ed è ingiustohhhh che qualcuno diverso da lei possa essere ingaggiato.
Il titolare ha una crisi mistica, ingaggia Samantha che lascia gli States per trasferirsi in Germania, dove vivrà presso una famiglia ospitante, prenderà il diploma e guadagnerà tanti big money.
Ci vengono presentati i membri del team: un certo Benito Marcello, ingegnere di gara/team principal(?) palermitano, un certo Scott, capo dei meccanici(?), un "meccanico inglese", un "meccanico francese" e tanta gente con nomi tedeschi troppo difficili affinché Samantha li memorizzi.
Ci ritroviamo catapultati in una Formula 1 che in teoria dovrebbe essere (nonostante in copertina ci sia palesemente una McLaren dei tempi di Raikkonen e Montoya) all'incirca quella dell'epoca dell'ascesa di Brawn GP e Redbull.
Veniamo a scoprire che il campione del mondo in carica è un certo Emilio Ronaldo, ferrarista brasiliano. Ha vinto sette titoli ed è l'idolo della protagonista.
I piloti titolari del team motorizzato Porsche sono lo scozzese Jonathan Stewart (non sappiamo se sia parente di Jackie) e un certo Nelson Cognome Scandinavo. Sono due uomini adulti che bullizzano la protagonista e Nelson si rivela fin da subito uno str***o dato che il suo scopo è prevedibile: essere appiedato in corso d'opera per la protagonista, senza che nessuno lo rimpianga.
Oltre a loro viene citato un certo Fernando Alvaro, che non si sa per quale team gareggi. Non si sa neanche quali siano i team, in realtà, anche se occasionalmente viene menzionata la Toyota.
In questa F1 succedono cose che succedono solo nelle corse americane, la gara inizia con la green flag, all'ultimo giro viene esposta la white flag, i piloti vanno in victory lane invece che al parc fermé... e rassegnatevi, la questione della drinking age non sarà minimamente presa in considerazione. Neanche le gare, in realtà, saranno molto considerate, ma nevermind.
In Australia, Malesia, Cina e Turchia vince Emilio Ronaldo, Nelson Cognome Scandinavo combina casini random e il GP di Turchia, descritto in due righe, culmina con i due piloti titolari Porsche che litigano tra di loro a causa di un incidente che li ha coinvolti.
Incidente tra compagni di squadra in Turchia - mi ricorda qualcosa.
Porsche non cava un ragno dal buco, o almeno così pare, mentre a Montecarlo Nelson Cognome Scandinavo viene appiedato dall'oggi al domani e la protagonista gareggia al posto suo, così come in Spagna: risultati, un quinto e un sesto posto. Ronaldo vince anche a Monaco, mentre in Spagna vince Alvaro.
In Gran Bretagna Emilio Ronaldo si infortuna: incidente di un pilota Ferrari con infortunio a Silverstone - mi ricorda qualcosa.
Samantha vince Gran Bretagna, Canada, Indianapolis e Francia. Mentre nessuno continua a battere ciglio per una minorenne al volante (ricordate quando è accaduto nella realtà con Verstappen?), nessuna rilevanza né perché sia la prima donna vincente, né la più giovane ad avere vinto, né alle quattro vittorie di fila.
In compenso viene costretta contro la sua volontà da uno sponsor a fare foto sexy per una rivista (sponsor che chiede foto sexy di una minorenne, dato che compie 18 anni nel capitolo seguente - molto credibile), contrattano un po' e la cosa finisce a tarallucci e vino con scatti un po' osé ma non troppo.
Nel frattempo si avvicina il GP di Germania, che è il GP di casa della Porsche ma a nessuno importa un fico secco. Manny si sta innamorando di Samantha e picchia Jonathan Stewart dopo che l'ha insultata, in una scena che trabocca di totale assenza di originalità.
Quinta vittoria consecutiva per la nostra cara donzella, ormai leader della classifica. Ma l'imprevisto è dietro l'angolo. Due settimane dopo, al GP del Giappone (non fatevi venire i capelli bianchi ora, l'autore a questo punto ha appena iniziato a sbizzarrirsi con il calendario) Samantha ha un grave incidente sotto la pioggia, esce illesa ma le sue condizioni di salute non importano a nessuno, dato che Benito Marcello si mette a sbraitare contro di lei minacciandola di licenziarla. Vorrei ricordargli che è una rookie vincitrice di cinque gran premi consecutivi senza avere mai fatto nemmeno la Formula 4, so che è nonsense in sé, ma piloti così non se ne trovano tutti i giorni.
Nonostante un pitstop caotico a Singapore dove investe Scott - pitstop caotico a Singapore, mi ricorda qualcosa - Samantha vince anche lì, sesta vittoria stagionale.
Emilio Ronaldo si appresta a rientrare al GP del Brasile, rilascia un'intervista in cui elogia Samantha, per poi rivelarle a un evento di beneficienza organizzato nella sua casa brasiliana, di non credere in quello che ha detto. La definisce anche l'unica donna di successo del motorsport e, senza andare troppo indietro nel tempo, la storia è ambientata più o meno ai tempi di massima esplosione della Danica-mania.
Emilio vince il GP di casa e quello successivo d'Olanda (vi avevo detto di prepararvi a un calendario anomalo) e Samantha arriva seconda, ma il peggio deve ancora venire.
Fernando Alvaro e un certo Jensen Kinkade vincono i GP successivi, ovvero in Ungheria e in Italia, mentre la nostra donzella è coinvolta in incidenti random, uno dei quali con Emilio Ronaldo. Segue rissa con spruzzo di liquido per estintori.
Si arriva in lotta per il titolo all'ultimo GP in Belgio, dove viene detto che il meteo è pazzo e c'è rischio pioggia costante. Poi se fanno il gran premio in novembre invece che in agosto, siamo messi bene.
Piove e Samantha ha incubi a occhi aperti sulla morte del padre, decide di fermarsi in modo random durante la gara e via radio un po' chiunque sia presente nel box la istiga per due capitoli a ripartire.
Non si sa come, Samantha non ha perso giri, ma è solo scivolata dalla seconda(?) alla sesta posizione. Rimonterà arrivando a ridosso di Emilio, seppure ostacolata dal doppiato Jonathan Stewart, gli sarà negli scarichi quando la bandiera bianca annuncia l'inizio dell'ultimo giro (bianca come i miei capelli dopo la lettura), lo supererà, ma si vedrà portare via la leadership proprio al photofinish.
Nonostante Emilio Ronaldo abbia vinto nientemeno che il suo ottavo mondiale, Samantha viene acclamata da tutti, perché ha mostrato di essere una rookie promettente e di essersela cavata. La cosa è in contrasto con i fatti del Giappone, ma non importa tanto è fentasi. Ah, no, non è fantasy, ma facciamocelo andare bene.
Finisce tutto con un happy ending: la riconciliazione con la famiglia e il fidanzamento con Manny, che lei aveva in precedenza rifiutato perché aveva deciso di abbandonarla frequentando un college (aka università americana) in un'altra città della Germania. Per una che passa il proprio tempo in giro per il mondo non dovrebbe essere così complicato incontrare uno che vive nella sua stessa nazione, dato che riesce a incontrare la madre, le sorelle e il nipote in Oklahoma, ma evidentemente serviva per generare un po' di pathos, quello che non c'è mai stato nelle parti relative alle gare, se non per il GP del Belgio, l'unico in cui gli eventi vengono dettagliati abbastanza bene, fermo restando che non sappiamo chi siano gli altri piloti e per quali squadre corrano.
In conclusione, "Skid" è una fan fiction abbastanza avvincente, ma il giudizio sui contenuti non può che cambiare considerandola come romanzo.
Mi dispiace anche un po' che sia uscita fuori così, perché penso che, con qualche accorgimento, l'autore avrebbe potuto fare un lavoro migliore.
Innanzi tutto il background motoristico di Samantha è inverosimile per una rookie in Formula 1. Fosse stata pilota di Indylights o Indypro, magari rimasta senza sponsor, e avesse avuto accesso al test in un modo più credibile, questo problema sarebbe stato agevolmente risolto. Oppure, invece di ambientarla in Formula 1, poteva scegliere di ambientarla in Formula 3 o Indylights.
Inoltre capisco che parte del pubblico target non era interessato alla parte sui motori, ma sarebbe stato più indicato approfondire almeno alcuni degli eventi. Le vittorie di Samantha vengono spesso riassunte in poche righe, con pochissimo approfondimento anche delle sue sensazioni.
Altra cosa, vista la poca simpatia di Samantha, per spingere i lettori a parteggiare per lei, i suoi avversari sono tutti, nessuno escluso, degli str***i. Possibile che tutti costoro si comportino come bulli delle scuole medie? Nella realtà esistono anche piloti trolloni e inoffensivi. E quelli che non sono trolloni, probabilmente non passano la loro esistenza a prendere per il cu*o le ragazzine, al di là di tutto.
VALUTAZIONE: siccome non mi piacciono i voti numerici, ho deciso di utilizzare paragoni motoristici.
Scorrevolezza del testo - Jenson Button 2009
Struttura dei capitoli - Fernando Alonso su McLaren Honda
Credibilità della trama motoristica - Romain Grosjean che si lamenta di essere stato buttato fuori pista da Ericsson
Approfondimento delle vicente motoristiche - Esteban Gutierrez
Credibilità delle vicende familiari - Pastor Maldonado
Credibilità delle vicende sentimentali - Pastor Maldonado in Spagna 2012
Approfondimento dei personaggi secondari - Marcus Ericsson
Solter ha 40+ anni, viene dall'Oklahoma, scrive romanzi young adult, oppure fan fiction young adult trasformate in romanzi, "Skid" è stata in passato pubblicata su Wattpad, poi pare che l'autore si sia autopubblicato tramite Amazon e che la sua storia sia divenuta un libro. Al giorno d'oggi non è più disponibile su Wattpad, ma l'avevo scaricata a suo tempo per leggermela con calma, quindi ho recuperato il mio pdf e in questi giorni me lo sono letta.
Esiste soltanto in lingua inglese e su amazon ha avuto molte recensioni positive, del calibro di "non seguo il motorsport, però ho trovato la storia molto avvincente".
Lo ammetto, se non avessi mai seguito una gara di Formula 1 in vita mia, probabilmente avrei apprezzato la storia molto di più, perché a mio parere, nonostante i cliché classici degli young adult americani, potrebbe avere il suo fascino. Il problema è tutto il resto, che ora vi racconterò.
Samantha è una diciassettenne americana, vive con madre, sorella maggiore con annesso figlio, sorella minore. Il padre, ex pilota, è morto in un incidente stradale. In futuro si scoprirà che era lei che guidava e stava prendendo parte a una corsa clandestina sotto la pioggia, cosa sulla quale ha mentito e per la quale la sua famiglia chiuderà i rapporti con lei per buona parte del romanzo.
Mangia schifezze, frequenta una scuola dove viene occasionalmente bullizzata da una ragazza con capelli dorati e dai ragazzi che praticano sport. Come tutte le ragazze che si sentono speciali, pensa che quelle che si vestono da donna siano tro*e e che i ragazzi che apprezzano le ragazze femminili siano dei maiali pervertiti. Ha una simpatia paragonabile a quella di Danica Patrick mescolata con una tumblr baby tredicenne.
Pilota amatoriale, gareggia su vetture da lei definite mini stock car, i suoi avversari la odiano perché è una donna giovane e vincente, come da migliore cliché, e la troviamo che rischia di bruciare viva per avere voluto tagliare il traguardo di una gara con l'auto in fiamme.
Poi, un bel giorno, la sua vita cambia: scopre che la Porsche ha deciso di fornire motori a un team di Formula 1, il quale cerca un test driver facendo una selezione tra i migliori piloti americani. La selezione si svolgerà a Indianapolis e decide di partecipare, pur non essendo in lista.
Si imbuca like a boss spacciandosi per uno dei piloti in lista e va a parlare con il fondatore del team e con suo nipote Manny. Pretende di partecipare al test e quando il tipo le chiede chi sia esattamente per pretendere tutto ciò, si mette a urlargli contro che è un orribilehhhh sessistahhhh che ce l'ha con le donne. Anche il cliché delle tematiche sociali trattate a caso c'è.
Le viene offerto un test, si rivela una dei più veloci e va di nuovo a sbraitare con il titolare del team perché lo vede parlare con un altro pilota ed è ingiustohhhh che qualcuno diverso da lei possa essere ingaggiato.
Il titolare ha una crisi mistica, ingaggia Samantha che lascia gli States per trasferirsi in Germania, dove vivrà presso una famiglia ospitante, prenderà il diploma e guadagnerà tanti big money.
Ci vengono presentati i membri del team: un certo Benito Marcello, ingegnere di gara/team principal(?) palermitano, un certo Scott, capo dei meccanici(?), un "meccanico inglese", un "meccanico francese" e tanta gente con nomi tedeschi troppo difficili affinché Samantha li memorizzi.
Ci ritroviamo catapultati in una Formula 1 che in teoria dovrebbe essere (nonostante in copertina ci sia palesemente una McLaren dei tempi di Raikkonen e Montoya) all'incirca quella dell'epoca dell'ascesa di Brawn GP e Redbull.
Veniamo a scoprire che il campione del mondo in carica è un certo Emilio Ronaldo, ferrarista brasiliano. Ha vinto sette titoli ed è l'idolo della protagonista.
I piloti titolari del team motorizzato Porsche sono lo scozzese Jonathan Stewart (non sappiamo se sia parente di Jackie) e un certo Nelson Cognome Scandinavo. Sono due uomini adulti che bullizzano la protagonista e Nelson si rivela fin da subito uno str***o dato che il suo scopo è prevedibile: essere appiedato in corso d'opera per la protagonista, senza che nessuno lo rimpianga.
Oltre a loro viene citato un certo Fernando Alvaro, che non si sa per quale team gareggi. Non si sa neanche quali siano i team, in realtà, anche se occasionalmente viene menzionata la Toyota.
In questa F1 succedono cose che succedono solo nelle corse americane, la gara inizia con la green flag, all'ultimo giro viene esposta la white flag, i piloti vanno in victory lane invece che al parc fermé... e rassegnatevi, la questione della drinking age non sarà minimamente presa in considerazione. Neanche le gare, in realtà, saranno molto considerate, ma nevermind.
In Australia, Malesia, Cina e Turchia vince Emilio Ronaldo, Nelson Cognome Scandinavo combina casini random e il GP di Turchia, descritto in due righe, culmina con i due piloti titolari Porsche che litigano tra di loro a causa di un incidente che li ha coinvolti.
Incidente tra compagni di squadra in Turchia - mi ricorda qualcosa.
Porsche non cava un ragno dal buco, o almeno così pare, mentre a Montecarlo Nelson Cognome Scandinavo viene appiedato dall'oggi al domani e la protagonista gareggia al posto suo, così come in Spagna: risultati, un quinto e un sesto posto. Ronaldo vince anche a Monaco, mentre in Spagna vince Alvaro.
In Gran Bretagna Emilio Ronaldo si infortuna: incidente di un pilota Ferrari con infortunio a Silverstone - mi ricorda qualcosa.
Samantha vince Gran Bretagna, Canada, Indianapolis e Francia. Mentre nessuno continua a battere ciglio per una minorenne al volante (ricordate quando è accaduto nella realtà con Verstappen?), nessuna rilevanza né perché sia la prima donna vincente, né la più giovane ad avere vinto, né alle quattro vittorie di fila.
In compenso viene costretta contro la sua volontà da uno sponsor a fare foto sexy per una rivista (sponsor che chiede foto sexy di una minorenne, dato che compie 18 anni nel capitolo seguente - molto credibile), contrattano un po' e la cosa finisce a tarallucci e vino con scatti un po' osé ma non troppo.
Nel frattempo si avvicina il GP di Germania, che è il GP di casa della Porsche ma a nessuno importa un fico secco. Manny si sta innamorando di Samantha e picchia Jonathan Stewart dopo che l'ha insultata, in una scena che trabocca di totale assenza di originalità.
Quinta vittoria consecutiva per la nostra cara donzella, ormai leader della classifica. Ma l'imprevisto è dietro l'angolo. Due settimane dopo, al GP del Giappone (non fatevi venire i capelli bianchi ora, l'autore a questo punto ha appena iniziato a sbizzarrirsi con il calendario) Samantha ha un grave incidente sotto la pioggia, esce illesa ma le sue condizioni di salute non importano a nessuno, dato che Benito Marcello si mette a sbraitare contro di lei minacciandola di licenziarla. Vorrei ricordargli che è una rookie vincitrice di cinque gran premi consecutivi senza avere mai fatto nemmeno la Formula 4, so che è nonsense in sé, ma piloti così non se ne trovano tutti i giorni.
Nonostante un pitstop caotico a Singapore dove investe Scott - pitstop caotico a Singapore, mi ricorda qualcosa - Samantha vince anche lì, sesta vittoria stagionale.
Emilio Ronaldo si appresta a rientrare al GP del Brasile, rilascia un'intervista in cui elogia Samantha, per poi rivelarle a un evento di beneficienza organizzato nella sua casa brasiliana, di non credere in quello che ha detto. La definisce anche l'unica donna di successo del motorsport e, senza andare troppo indietro nel tempo, la storia è ambientata più o meno ai tempi di massima esplosione della Danica-mania.
Emilio vince il GP di casa e quello successivo d'Olanda (vi avevo detto di prepararvi a un calendario anomalo) e Samantha arriva seconda, ma il peggio deve ancora venire.
Fernando Alvaro e un certo Jensen Kinkade vincono i GP successivi, ovvero in Ungheria e in Italia, mentre la nostra donzella è coinvolta in incidenti random, uno dei quali con Emilio Ronaldo. Segue rissa con spruzzo di liquido per estintori.
Si arriva in lotta per il titolo all'ultimo GP in Belgio, dove viene detto che il meteo è pazzo e c'è rischio pioggia costante. Poi se fanno il gran premio in novembre invece che in agosto, siamo messi bene.
Piove e Samantha ha incubi a occhi aperti sulla morte del padre, decide di fermarsi in modo random durante la gara e via radio un po' chiunque sia presente nel box la istiga per due capitoli a ripartire.
Non si sa come, Samantha non ha perso giri, ma è solo scivolata dalla seconda(?) alla sesta posizione. Rimonterà arrivando a ridosso di Emilio, seppure ostacolata dal doppiato Jonathan Stewart, gli sarà negli scarichi quando la bandiera bianca annuncia l'inizio dell'ultimo giro (bianca come i miei capelli dopo la lettura), lo supererà, ma si vedrà portare via la leadership proprio al photofinish.
Nonostante Emilio Ronaldo abbia vinto nientemeno che il suo ottavo mondiale, Samantha viene acclamata da tutti, perché ha mostrato di essere una rookie promettente e di essersela cavata. La cosa è in contrasto con i fatti del Giappone, ma non importa tanto è fentasi. Ah, no, non è fantasy, ma facciamocelo andare bene.
Finisce tutto con un happy ending: la riconciliazione con la famiglia e il fidanzamento con Manny, che lei aveva in precedenza rifiutato perché aveva deciso di abbandonarla frequentando un college (aka università americana) in un'altra città della Germania. Per una che passa il proprio tempo in giro per il mondo non dovrebbe essere così complicato incontrare uno che vive nella sua stessa nazione, dato che riesce a incontrare la madre, le sorelle e il nipote in Oklahoma, ma evidentemente serviva per generare un po' di pathos, quello che non c'è mai stato nelle parti relative alle gare, se non per il GP del Belgio, l'unico in cui gli eventi vengono dettagliati abbastanza bene, fermo restando che non sappiamo chi siano gli altri piloti e per quali squadre corrano.
In conclusione, "Skid" è una fan fiction abbastanza avvincente, ma il giudizio sui contenuti non può che cambiare considerandola come romanzo.
Mi dispiace anche un po' che sia uscita fuori così, perché penso che, con qualche accorgimento, l'autore avrebbe potuto fare un lavoro migliore.
Innanzi tutto il background motoristico di Samantha è inverosimile per una rookie in Formula 1. Fosse stata pilota di Indylights o Indypro, magari rimasta senza sponsor, e avesse avuto accesso al test in un modo più credibile, questo problema sarebbe stato agevolmente risolto. Oppure, invece di ambientarla in Formula 1, poteva scegliere di ambientarla in Formula 3 o Indylights.
Inoltre capisco che parte del pubblico target non era interessato alla parte sui motori, ma sarebbe stato più indicato approfondire almeno alcuni degli eventi. Le vittorie di Samantha vengono spesso riassunte in poche righe, con pochissimo approfondimento anche delle sue sensazioni.
Altra cosa, vista la poca simpatia di Samantha, per spingere i lettori a parteggiare per lei, i suoi avversari sono tutti, nessuno escluso, degli str***i. Possibile che tutti costoro si comportino come bulli delle scuole medie? Nella realtà esistono anche piloti trolloni e inoffensivi. E quelli che non sono trolloni, probabilmente non passano la loro esistenza a prendere per il cu*o le ragazzine, al di là di tutto.
VALUTAZIONE: siccome non mi piacciono i voti numerici, ho deciso di utilizzare paragoni motoristici.
Scorrevolezza del testo - Jenson Button 2009
Struttura dei capitoli - Fernando Alonso su McLaren Honda
Credibilità della trama motoristica - Romain Grosjean che si lamenta di essere stato buttato fuori pista da Ericsson
Approfondimento delle vicente motoristiche - Esteban Gutierrez
Credibilità delle vicende familiari - Pastor Maldonado
Credibilità delle vicende sentimentali - Pastor Maldonado in Spagna 2012
Approfondimento dei personaggi secondari - Marcus Ericsson
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