venerdì 13 dicembre 2019

Doug Solter - SKID

Carissimi lettori, oggi parliamo di "Skid", romanzo di tale Doug Solter, ambientato in Formula 1.
Solter ha 40+ anni, viene dall'Oklahoma, scrive romanzi young adult, oppure fan fiction young adult trasformate in romanzi, "Skid" è stata in passato pubblicata su Wattpad, poi pare che l'autore si sia autopubblicato tramite Amazon e che la sua storia sia divenuta un libro. Al giorno d'oggi non è più disponibile su Wattpad, ma l'avevo scaricata a suo tempo per leggermela con calma, quindi ho recuperato il mio pdf e in questi giorni me lo sono letta.
Esiste soltanto in lingua inglese e su amazon ha avuto molte recensioni positive, del calibro di "non seguo il motorsport, però ho trovato la storia molto avvincente".
Lo ammetto, se non avessi mai seguito una gara di Formula 1 in vita mia, probabilmente avrei apprezzato la storia molto di più, perché a mio parere, nonostante i cliché classici degli young adult americani, potrebbe avere il suo fascino. Il problema è tutto il resto, che ora vi racconterò.

Samantha è una diciassettenne americana, vive con madre, sorella maggiore con annesso figlio, sorella minore. Il padre, ex pilota, è morto in un incidente stradale. In futuro si scoprirà che era lei che guidava e stava prendendo parte a una corsa clandestina sotto la pioggia, cosa sulla quale ha mentito e per la quale la sua famiglia chiuderà i rapporti con lei per buona parte del romanzo.
Mangia schifezze, frequenta una scuola dove viene occasionalmente bullizzata da una ragazza con capelli dorati e dai ragazzi che praticano sport. Come tutte le ragazze che si sentono speciali, pensa che quelle che si vestono da donna siano tro*e e che i ragazzi che apprezzano le ragazze femminili siano dei maiali pervertiti. Ha una simpatia paragonabile a quella di Danica Patrick mescolata con una tumblr baby tredicenne.
Pilota amatoriale, gareggia su vetture da lei definite mini stock car, i suoi avversari la odiano perché è una donna giovane e vincente, come da migliore cliché, e la troviamo che rischia di bruciare viva per avere voluto tagliare il traguardo di una gara con l'auto in fiamme.
Poi, un bel giorno, la sua vita cambia: scopre che la Porsche ha deciso di fornire motori a un team di Formula 1, il quale cerca un test driver facendo una selezione tra i migliori piloti americani. La selezione si svolgerà a Indianapolis e decide di partecipare, pur non essendo in lista.

Si imbuca like a boss spacciandosi per uno dei piloti in lista e va a parlare con il fondatore del team e con suo nipote Manny. Pretende di partecipare al test e quando il tipo le chiede chi sia esattamente per pretendere tutto ciò, si mette a urlargli contro che è un orribilehhhh sessistahhhh che ce l'ha con le donne. Anche il cliché delle tematiche sociali trattate a caso c'è.
Le viene offerto un test, si rivela una dei più veloci e va di nuovo a sbraitare con il titolare del team perché lo vede parlare con un altro pilota ed è ingiustohhhh che qualcuno diverso da lei possa essere ingaggiato.
Il titolare ha una crisi mistica, ingaggia Samantha che lascia gli States per trasferirsi in Germania, dove vivrà presso una famiglia ospitante, prenderà il diploma e guadagnerà tanti big money.
Ci vengono presentati i membri del team: un certo Benito Marcello, ingegnere di gara/team principal(?) palermitano, un certo Scott, capo dei meccanici(?), un "meccanico inglese", un "meccanico francese" e tanta gente con nomi tedeschi troppo difficili affinché Samantha li memorizzi.

Ci ritroviamo catapultati in una Formula 1 che in teoria dovrebbe essere (nonostante in copertina ci sia palesemente una McLaren dei tempi di Raikkonen e Montoya) all'incirca quella dell'epoca dell'ascesa di Brawn GP e Redbull.
Veniamo a scoprire che il campione del mondo in carica è un certo Emilio Ronaldo, ferrarista brasiliano. Ha vinto sette titoli ed è l'idolo della protagonista.
I piloti titolari del team motorizzato Porsche sono lo scozzese Jonathan Stewart (non sappiamo se sia parente di Jackie) e un certo Nelson Cognome Scandinavo. Sono due uomini adulti che bullizzano la protagonista e Nelson si rivela fin da subito uno str***o dato che il suo scopo è prevedibile: essere appiedato in corso d'opera per la protagonista, senza che nessuno lo rimpianga.
Oltre a loro viene citato un certo Fernando Alvaro, che non si sa per quale team gareggi. Non si sa neanche quali siano i team, in realtà, anche se occasionalmente viene menzionata la Toyota.
In questa F1 succedono cose che succedono solo nelle corse americane, la gara inizia con la green flag, all'ultimo giro viene esposta la white flag, i piloti vanno in victory lane invece che al parc fermé... e rassegnatevi, la questione della drinking age non sarà minimamente presa in considerazione. Neanche le gare, in realtà, saranno molto considerate, ma nevermind.

In Australia, Malesia, Cina e Turchia vince Emilio Ronaldo, Nelson Cognome Scandinavo combina casini random e il GP di Turchia, descritto in due righe, culmina con i due piloti titolari Porsche che litigano tra di loro a causa di un incidente che li ha coinvolti.
Incidente tra compagni di squadra in Turchia - mi ricorda qualcosa.
Porsche non cava un ragno dal buco, o almeno così pare, mentre a Montecarlo Nelson Cognome Scandinavo viene appiedato dall'oggi al domani e la protagonista gareggia al posto suo, così come in Spagna: risultati, un quinto e un sesto posto. Ronaldo vince anche a Monaco, mentre in Spagna vince Alvaro.
In Gran Bretagna Emilio Ronaldo si infortuna: incidente di un pilota Ferrari con infortunio a Silverstone - mi ricorda qualcosa.
Samantha vince Gran Bretagna, Canada, Indianapolis e Francia. Mentre nessuno continua a battere ciglio per una minorenne al volante (ricordate quando è accaduto nella realtà con Verstappen?), nessuna rilevanza né perché sia la prima donna vincente, né la più giovane ad avere vinto, né alle quattro vittorie di fila.
In compenso viene costretta contro la sua volontà da uno sponsor a fare foto sexy per una rivista (sponsor che chiede foto sexy di una minorenne, dato che compie 18 anni nel capitolo seguente - molto credibile), contrattano un po' e la cosa finisce a tarallucci e vino con scatti un po' osé ma non troppo.

Nel frattempo si avvicina il GP di Germania, che è il GP di casa della Porsche ma a nessuno importa un fico secco. Manny si sta innamorando di Samantha e picchia Jonathan Stewart dopo che l'ha insultata, in una scena che trabocca di totale assenza di originalità.
Quinta vittoria consecutiva per la nostra cara donzella, ormai leader della classifica. Ma l'imprevisto è dietro l'angolo. Due settimane dopo, al GP del Giappone (non fatevi venire i capelli bianchi ora, l'autore a questo punto ha appena iniziato a sbizzarrirsi con il calendario) Samantha ha un grave incidente sotto la pioggia, esce illesa ma le sue condizioni di salute non importano a nessuno, dato che Benito Marcello si mette a sbraitare contro di lei minacciandola di licenziarla. Vorrei ricordargli che è una rookie vincitrice di cinque gran premi consecutivi senza avere mai fatto nemmeno la Formula 4, so che è nonsense in sé, ma piloti così non se ne trovano tutti i giorni.

Nonostante un pitstop caotico a Singapore dove investe Scott - pitstop caotico a Singapore, mi ricorda qualcosa - Samantha vince anche lì, sesta vittoria stagionale.
Emilio Ronaldo si appresta a rientrare al GP del Brasile, rilascia un'intervista in cui elogia Samantha, per poi rivelarle a un evento di beneficienza organizzato nella sua casa brasiliana, di non credere in quello che ha detto. La definisce anche l'unica donna di successo del motorsport e, senza andare troppo indietro nel tempo, la storia è ambientata più o meno ai tempi di massima esplosione della Danica-mania.
Emilio vince il GP di casa e quello successivo d'Olanda (vi avevo detto di prepararvi a un calendario anomalo) e Samantha arriva seconda, ma il peggio deve ancora venire.
Fernando Alvaro e un certo Jensen Kinkade vincono i GP successivi, ovvero in Ungheria e in Italia, mentre la nostra donzella è coinvolta in incidenti random, uno dei quali con Emilio Ronaldo. Segue rissa con spruzzo di liquido per estintori.

Si arriva in lotta per il titolo all'ultimo GP in Belgio, dove viene detto che il meteo è pazzo e c'è rischio pioggia costante. Poi se fanno il gran premio in novembre invece che in agosto, siamo messi bene.
Piove e Samantha ha incubi a occhi aperti sulla morte del padre, decide di fermarsi in modo random durante la gara e via radio un po' chiunque sia presente nel box la istiga per due capitoli a ripartire.
Non si sa come, Samantha non ha perso giri, ma è solo scivolata dalla seconda(?) alla sesta posizione. Rimonterà arrivando a ridosso di Emilio, seppure ostacolata dal doppiato Jonathan Stewart, gli sarà negli scarichi quando la bandiera bianca annuncia l'inizio dell'ultimo giro (bianca come i miei capelli dopo la lettura), lo supererà, ma si vedrà portare via la leadership proprio al photofinish.
Nonostante Emilio Ronaldo abbia vinto nientemeno che il suo ottavo mondiale, Samantha viene acclamata da tutti, perché ha mostrato di essere una rookie promettente e di essersela cavata. La cosa è in contrasto con i fatti del Giappone, ma non importa tanto è fentasi. Ah, no, non è fantasy, ma facciamocelo andare bene.

Finisce tutto con un happy ending: la riconciliazione con la famiglia e il fidanzamento con Manny, che lei aveva in precedenza rifiutato perché aveva deciso di abbandonarla frequentando un college (aka università americana) in un'altra città della Germania. Per una che passa il proprio tempo in giro per il mondo non dovrebbe essere così complicato incontrare uno che vive nella sua stessa nazione, dato che riesce a incontrare la madre, le sorelle e il nipote in Oklahoma, ma evidentemente serviva per generare un po' di pathos, quello che non c'è mai stato nelle parti relative alle gare, se non per il GP del Belgio, l'unico in cui gli eventi vengono dettagliati abbastanza bene, fermo restando che non sappiamo chi siano gli altri piloti e per quali squadre corrano.

In conclusione, "Skid" è una fan fiction abbastanza avvincente, ma il giudizio sui contenuti non può che cambiare considerandola come romanzo.
Mi dispiace anche un po' che sia uscita fuori così, perché penso che, con qualche accorgimento, l'autore avrebbe potuto fare un lavoro migliore.
Innanzi tutto il background motoristico di Samantha è inverosimile per una rookie in Formula 1. Fosse stata pilota di Indylights o Indypro, magari rimasta senza sponsor, e avesse avuto accesso al test in un modo più credibile, questo problema sarebbe stato agevolmente risolto. Oppure, invece di ambientarla in Formula 1, poteva scegliere di ambientarla in Formula 3 o Indylights.

Inoltre capisco che parte del pubblico target non era interessato alla parte sui motori, ma sarebbe stato più indicato approfondire almeno alcuni degli eventi. Le vittorie di Samantha vengono spesso riassunte in poche righe, con pochissimo approfondimento anche delle sue sensazioni.
Altra cosa, vista la poca simpatia di Samantha, per spingere i lettori a parteggiare per lei, i suoi avversari sono tutti, nessuno escluso, degli str***i. Possibile che tutti costoro si comportino come bulli delle scuole medie? Nella realtà esistono anche piloti trolloni e inoffensivi. E quelli che non sono trolloni, probabilmente non passano la loro esistenza a prendere per il cu*o le ragazzine, al di là di tutto.

VALUTAZIONE: siccome non mi piacciono i voti numerici, ho deciso di utilizzare paragoni motoristici.

Scorrevolezza del testo - Jenson Button 2009
Struttura dei capitoli - Fernando Alonso su McLaren Honda
Credibilità della trama motoristica - Romain Grosjean che si lamenta di essere stato buttato fuori pista da Ericsson
Approfondimento delle vicente motoristiche - Esteban Gutierrez
Credibilità delle vicende familiari - Pastor Maldonado
Credibilità delle vicende sentimentali - Pastor Maldonado in Spagna 2012
Approfondimento dei personaggi secondari - Marcus Ericsson

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