venerdì 20 dicembre 2019

WEC 2019/2020: tra le Toyota e Yacaman... ehi, un attimo, cosa c'entra Yacaman?

Yacaman?!?!
Miei carissimi diffusori della Brawn, è giunto il momento di andare a recuperare qualcos'altro che mi sono persa nel corso di questo 2019 che volge verso il termine e, nello specifico, di occuparci del WEC.
Non stiamo andando a cercare qualcosa di lontano nel tempo, i primi quattro eventi del campionato 2019/2020 si sono svolti in settembre, ottobre, novembre e dicembre, l'ultimo di fatto la settimana scorsa.

La serie, caratterizzata da un breve interesse collettivo ai tempi di Fernando Alonso, poi svanito nel nulla da quando ha lasciato il campionato per lasciare posto a un certo #MaiUnaGioia stella della musica pop e stalla dei bovini faentini (scusa, Brendon Bitch, sai che ti voglio bene), è iniziata a Silverstone, con una doppietta Toyota e con la vittoria della numero 7, guidata dagli ormai habitué José Lopez, Mike Conway e Kamui Kobayashi.
Al Fuji, invece, è arrivato il momento d'oro dell'altra Toyota, la numero 8 di Sebastien Buemi, Kazuki Nakajima e, appunto, Brendon Hartley.

Poi è accaduto qualcosa. Mi pare di avere capito un cambio regolamentare in corso d'opera, che ha fatto sì che la gente che si era indignata per il dominio Toyota si indignasse perché Toyota ha smesso di vincere a Shanghai.
In Cina deve girare erba di notevole entità, dato che il profilo ufficiale del WEC ha clamorosamente sbagliato l'identità di uno dei piloti vincitori, citando a caso Gustavo Yacaman al posto di Gustavo Menezes.
A completare il trio di Rebellion, c'erano anche Norman Nato e Bruno Senna. L'ex pilota della HRT è diventato, curiosamente, il primo pilota nella storia del WEC ad avere ottenuto almeno una vittoria in tutte le attuali classi, LMP1, LMP2, GTPro e GTAm.

Curiosità: nell'occasione poco propizia alla Toyota era il compleanno di #MaiUnaGioia, il che mi sembra perfetto per incrementare il suo status di #MaiUnaGioia!
Comunque le Toyota (o le Toyote, come disse una volta Mazzoni ai tempi della Formula 1), sono tornate al successo in Bahrein, seppure in una gara in cui la Rebellion aveva iniziato bene. A vincere sono stati il trio numero 7, ovvero Lopez/ Conway/ Kobayashi.

Il campionato, giunto al giro di boa, riprenderà in febbraio, con il Circuit of the Americas che ha rimpiazzato l'evento brasiliano originariamente previsto. Poi ci sarà Sebring in marzo, seguirà Spa Francorschamps in aprile e, infine, la stagione terminerà in giugno con la 24 Ore di Le Mans.
Non preoccupatevi in alcun modo, non ci saranno sovrapposizioni con il GP dell'Azerbaijan, quindi il motorsport non morirà. Non per quella ragione, almeno, sono certa che di ragioni per decretarne la morte ne troveremo molte altre.

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Milly Sunshine