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lunedì 28 luglio 2025

GP Germania 2002: un podio DoubleSchumontoya... e un curioso ordine di scuderia in Sauber!

28 luglio 2002 // è il giorno del GP di Germania e che cosa c'è di meglio di avere il pilota di casa in pole position? Avere i due piloti di casa entrambi in prima fila: Michael e Ralf Schumacher sono 1/2, dietro di loro Barrichello e Montoya. Rubens scatta bene e si accoda terzo, Juan Pablo scivola dietro alla McLaren di Raikkonen. Una Arrows rimane sulla griglia: è fermo Frentzen. Considerando che H.H. è a sua volta pilota di casa, la cosa va a controbilanciare la presenza dei fratelli Schumacher 1/2. Nel frattempo in casa Williams, JPM supera Kimi nel corso del primo stint riportandosi quarto. Le due McLaren si ritrovano dopo breve tempo 5/6 quando David Coulthard risale al sesto posto.
Il gap tra i fratelli Schumacher diminuisce, ma anche Rubens nel frattempo si avvicina a Ralf. Con il primo pitstop, tuttavia, le cose non cambiano tra di loro e allo stesso modo non cambia il resto della top-6.
Frentzen nel frattempo è stato inquadrato ritirarsi(?) ai box... quindi per una parte del primo stint è stato in gara. Si può comunque ripetere di nuovo la formula magica: è fermo Frentzen.

Passiamo alle cose serie: una vettura con motore giapponese si è ritirata in una nuvola di fumo. Non è una B.A.R. Honda, molto sorprendentemente, ma la Toyota di Allan McNish. Il leader della gara non finisce fuori pista quindi a nessuno importa un fico secco di McNish. In compenso una B.A.R. la si vede ritirata ai box, è quella di Jacques Villeneuve.
Nel frattempo capita un po' di *drama* in casa Sauber, ma lo terrei in sospeso fino alla fine perché è top quality non nel 2002, ma lo diventerà in un successivo momento. Torniamo alla B.A.R. perché Olivahhhh Panis risale sesto quando Raikkonen fora ed è costretto a farsi un breve tratto su tre ruote prima di raggiungere la pitlane (nel momento stesso in cui Jarno Trulli va a sbattere, ritirandosi - è la seconda Renault a uscire di scena dato che Jenson Button ha rotto il motore).
Con la notizia del caro Olivier in zona punti immagino vi sentirete molto sollevati. Io lo sono, ma non tanto, perché sto scrivendo questa cronaca passo passo e non ricordo se sia arrivato al traguardo, quindi temo una sfumazzata di motore da un momento all'altro...
...
...
...e difatti, giusto il tempo di scriverlo ed ecco che lo troviamo ritirato a causa di un guasto.

Nella seconda sosta qualcosa va storto per Barrichello, rimane fermo oltre venti secondi e perde la terza piazza a vantaggio di Montoya. Mi dispiace per Rubinho, ma aaaawwww stiamo per avere un podio Double Schumontoya. *-*
Enrique Bernoldi, frattanto, si ritira con un fumo bianco che esce dalla Arrows e si riversa verso la McLaren che sopraggiunge. Ho pensato che potesse essere Coulthard e che Bernoldi fosse doppiato, ma in realtà, doppiato o meno, era penultimo(?) davanti a Raikkonen, quindi è probabile che fosse Kimi e non Davidone.
Kimi sbatte, lo vediamo ritirarsi, in una gara con elevato attrition rate. Coulthard giunge quinto, primo dei doppiati. Causa terza sosta di Ralf, il podio è così cambiato: MSC/ JPM/ RSC, mentre Barrichello arriva quarto.
Siamo nel 2002 quindi solo in sei prendono punti. L'ultimo dei pochi eletti è Nick Heidfeld. Ricordate, vero, che vi avevo anticipato qualcosa di frizzante in casa Sauber?


A metà gara, in casa Sauber c'è stato un ordine di scuderia.
Hanno chiesto al compagno di squadra di Heidfeld di farlo passare in quanto più veloce di lui.
Il compagno di squadra in questione è Felipe Massa.
Il gran premio in questione è quello di Germania a Hockenheim.
Can you confirm you understood this is poetic cinema?


martedì 22 luglio 2025

La karrierahhhh di Vettel è finita a Hockenheim nel 2018!!!11!!!11!! mi ha detto un capiscer che non ha imparato a imparare

Una delle cose che trovo disdicevoli del modo di fare informazione a proposito di Formula 1 è che ci sia una linea di pensiero imposta che deve essere assolutamente rispettata, altrimenti gli ultrà ti attaccano come se fossimo ai tempi di Answers Yahoo. Altrimenti quelli che ritieni utenti seri e con cui pensi di avere un rapporto di amicizia magari ti ghostano, perché li hai triggerati. Se dici certe cose sei considerato un eretico da censurare.
Non sto parlando di affermazioni fuori luogo, ma anche di semplici opinioni quali: "Sebastian Vettel faceva cappellate anche prima del GP di Germania 2018, così come dopo ha fatto buone gare, non è cambiato niente in lui, è cambiato semplicemente il modo in cui è stato descritto su reti televisive e giornali". Era esattamente sette anni fa, il 22 luglio, e penso che sappiate tutti a quale episodio io mi stia riferendo. Se non lo sapete, vi invito caldamente a imparare a imparare, giusto per citare un altro fatto accaduto il 22 luglio, ma del 2007.
Ovviamente ciò che ho appena scritto tra virgolette, se fosse il mio pensiero, sarebbe considerato inaccettabile, un po' come se affermassi che Felipe Massa ha fatto cappellate micidiali anche prima della molla in testa, così come dopo ha fatto occasionali performance da urlo, quale per esempio una pole position con la Williams.

Guess what? Penso davvero quello che ho scritto. Lo penso sia di Vettel, sia di Massa, anche se devo ammettere che utilizzare un infortunio grave come discriminante che mette fine al periodo di massimo splendore di un pilota mi sembra un'argomentazione quantomeno sensata, oltre che supportata dalle classifiche. La mia opinione è che siano intervenuti anche molti altri fattori nel suo declino, il quale peraltro non è perdurato fino alla fine della sua carriera, vista l'inversione di tendenza al momento del suo arrivo alla Williams (con la quale, addirittura, nel GP dell'Azerbaijan 2007, prima di ritirarsi per un problema tecnico, si trovava davanti a tutti i piloti che hanno terminato la gara sul podio).
La differenza tra il caso Massa e il caso Vettel è che nel primo caso ci sono stati un infortunio grave e un lungo stop, circostanze che hanno comunque degli effetti, anche se non sempre vita naturale durante. Per Vettel non è accaduto nulla di tutto ciò: è andato a sbattere mentre era in testa a un gran premio, ha urlato dei "fuck", la settimana dopo c'era un altro gran premio e ha continuato a ottenere un numero di podi e vittorie ragionevole in proporzione alla vettura che guidava. Sullo stesso circuito, l'anno seguente, ha anche fatto un podio partendo dall'ultima posizione dopo un problema tecnico durante le qualifiche, una delle sue più grandi rimonte (forse la più grande in assoluto, se si considera che l'altra volta in cui era risalito dall'ultima posizione al podio era su una vettura molto più dominante).
Il problema, a mio avviso, è tutto di narrazione. Stiamo parlando dello stesso pilota che, in precedenza, aveva fatto a sportellate con Max Verstappen ogni tre per due, oppure che aveva tirato la famosa ruotata di Baku a Lewis Hamilton. Il punto è che, prima del GP di Germania 2018, qualunque azione dubbia compiuta da "Crazy Frog" aveva trovato ampia giustificazione almeno nell'universo Ferrari-centrico. Aveva sicuramente ricevuto critiche, ma aveva dalla sua parte un supporto tale che chiunque parlasse contro di lui veniva fatto tranquillamente passare per un rosicone pro-Mercedes o per un bimbominchia pro-Verstappen.

Nell'estate 2018, tuttavia, qualcosa stava cambiando. La narrazione pro-Vettel si stava scontrando sempre più con i rumour a proposito di Charles Leclerc come futuro pilota Ferrari. Inizialmente c'era molto malcontento popolare (qualcuno tirava fuori perfino la storiella di Nicolas Todt come manager), ma è bastato poco affinché divenisse il Nuovo Eroe(C). Ricordo che perfino un'importante testata sportiva aveva scritto che Leclerc aveva battuto i tempi di Vettel in un test, quindi era la prova ultima del fatto che fosse il migliore pilota tra i due.
Il problema è che, se c'era stato un test comparativo tra i due, questo deve essere rimasto ben segreto, dato che sembra non esisterne traccia (e che durante la stagione sono vietati i test). In ultima sintesi, in quel caso e in molti altri, si è scritto o si è detto che Leclerc fosse più veloce di Vettel e in generale un pilota migliore senza che vi fosse ancora stato un confronto diretto.
Nel 2019 si è insistito tantissimo sul fatto che Leclerc stesse avendo risultati migliori di Vettel e sul fatto che Vettel, invece di comportarsi da seconda guida, focalizzato sui propri risultati. Tutto ciò è iniziato in marzo, ovvero parecchi mesi prima che Leclerc superasse Vettel in classifica piloti, cosa avvenuta in concomitanza con il GP d'Italia, disputato in settembre. Per cinque mesi e mezzo, Vettel è stato criticato perché non reggeva il confronto con Leclerc, nonostante in quel momento gli fosse davanti in classifica. È bastato dire e scrivere qualcosa 24/7 e ripeterlo allo sfinimento per convincere una vastità di appassionati di Formula 1 che ciò che si diceva e si scriveva fosse vero. Ciò ha fatto nascere un forte sentimento anti-Vettel, che ha risparmiato quasi soltanto i bimbiminchia che lo tifavano di default. Anche molti ferraristi che negli ultimi anni hanno rivalutato la figura di Vettel sono stati in larga parte suoi hater accaniti, anche se adesso lo negano. Anche in questo caso basta dire che loro l'hanno sempre amato e supportato perché diventi vero.

Personalmente sono stata una grande critica di Vettel in Ferrari e sono abbastanza convinta di essere nel giusto nelle mie valutazioni negative. L'unica cosa che sento di avere toppato è stata la mia certezza, esistente ai tempi, che un pilota migliore di Vettel avrebbe vinto il mondiale nel 2017 e nel 2018, o almeno uno dei due. Al giorno d'oggi non ne sono affatto sicura, anzi, ritengo molto probabile che, chiunque ci fosse stato al posto di Vettel, non avrebbe vinto quel mondiale.
Obiettivamente parlando, con la sola eccezione degli anni 2000, essere un pilota Ferrari ed essere messo nelle condizioni di non avere speranze di vincere il titolo è un meccanismo che va avanti da 45+ anni e non sono affatto convinta che essere un pilota migliore di Vettel fosse sufficiente per un'inversione di tendenza.
Aggiungerei che, dopo la fine della sua epoca vincente e dopo che ha messo al mondo dei figli senza nome ben coperti dal sacchetto di carta, la sua immagine pubblica è cambiata e che da enfant prodige altezzoso è passato molto ad avere l'aria da persona comune.
Capisco in gran parte l'atteggiamento favorevole nei suoi confronti, anche se, come in altre circostanze, preferirei di gran lunga che si dicesse "quando stava in Ferrari lo schifavo, ma ho cambiato idea" piuttosto che dire "l'ho sempre sostenuto" quando si è fatto l'esatto contrario ai tempi in cui era da colti schifare Vettel piuttosto che incensarlo.

Purtroppo, da molto tempo a questa parte, sembra che, se si è rilevanti abbastanza da avere un pubblico, basti poco per imporre una narrazione. Basta filtrare le informazioni, scrivere solo quello che serve per indurre a formulare un certo pensiero.
Esempio estemporaneo, che nulla ha a che vedere con Vettel: è stato di recente il compleanno di Giovanna Amati e, in qualità di ultima donna in Formula 1, la sua carriera è stata ripercorsa in innumerevoli post. La sua presenza nella massima categoria è tendenzialmente così sintetizzata: "al volante della modesta Brabham, prese parte a tre gran premi senza riuscire a qualificarsi, prima di essere sostituita da Damon Hill, che ugualmente non si qualificò in sei occasioni su otto".
Esprimendo tutto il rispetto possibile nei confronti di Giovanna Amati - dei cui esordi purtroppo si trova poco e niente, visto che si parla di formule minori dei primi anni '80, mentre si trova parecchio sulla Formula 3000, nella quale non sembra abbia mostrato risultati che facessero pensare che fosse pronta per la Formula 1 (un settimo posto in gara come miglior risultato e nessun punto in quattro stagioni) - trovo molto fuorviante lasciare pensare che le sue prestazioni si equivalessero con quelle di un pilota che poi ha ottenuto oltre venti vittorie e un titolo mondiale.
La stessa Amati dovrebbe avere affermato che la monoposto che guidava era più scadente di quella del compagno di squadra Eric Van De Poele, quindi non vorrei stare a sindacare sulle ragioni per cui nei tre tentativi di qualifica abbia sempre preso tra i tre e i cinque secondi di distacco da lui. Tuttavia vorrei segnalare che, quando Hill è salito sulla stessa macchina che la Amati aveva guidato, nella peggiore delle occasioni è stato battuto di un secondo e mezzo, mediamente il gap tra i due era piuttosto equilibrato e non è che fosse un confronto a senso unico (tanto che, se Van De Poele è andato in griglia una volta ai tempi in cui faceva coppia con la Amati, Hill è andato in griglia una volta in cui Van De Poele non era qualificato come sempre). Non è che non qualificarsi con un tempo rispettabile e non qualificarsi faticando sistematicamente a tenere la vettura in strada sia esattamente la stessa cosa, ma vedo che è molto diffuso dipingerlo come tale.


domenica 20 luglio 2025

GP Turchia e Italia 2005: la McLaren gioca le sue ultime carte

Anno 2005: il mese di luglio è stato piuttosto lungo e intenso, con quattro gran premi disputati in cinque fine settimana e un gap di ventisei punti tra il leader della classifica Fernando Alonso e il runner up Kimi Raikkonen. I due sono letteralmente imprendibili, anche se, incredibilmente considerando la stagione poco altisonante della Ferrari, al momento Michael Schumacher si trova in terza piazza a soli sei punti dal pilota della McLaren.
Per quanto riguarda la Rossa, nel frattempo, ai primi di agosto viene annunciato che nell'anno a venire il posto di Rubens Barrichello verrà preso da Felipe Massa. Purtroppo per Massa, al momento gli tocca ancora di guidare una Sauber, quindo sarà irrilevante nonostante il ritorno della Formula 1 dopo la pausa estiva avvenga proprio su quello che diventerà il suo circuito ideale: l'Istanbul Park, al suo esordio nel mondiale.

Nel weekend del 21 agosto, tutto inizia nel migliore dei modi per la McLaren: Raikkonen si procaccia infatti la pole position davanti alle Renault e al compagno di squadra Montoya. Al via, però, non va proprio benissimo, dato che Giancarlo Fisichella, che scatta dalla seconda posizione, si prende la testa della gara... anche se per appena mezzo giro. Raikkonen torna in testa, Fisichella viene superato anche da Alonso, con il quale a onore del vero non tenta resistenza alcuna.
Le McLaren allungano il primo stint, il che consentirà a Montoya di portarsi secondo dopo un overcut nei confronti di Alonso e Fisichella. I due piloti della McLaren resteranno 1/2 anche dopo la seconda sosta. Tutto lascia pensare a una doppietta imminente, ma Juan Pablo resta coinvolto in un incidente con il doppiato Tiago Monteiro sulla Jordan. Riuscito a rimanere in pista, si ritrova Alonso negli scarichi, che approfitterà di un suo svarione al penultimo giro per salire secondo.

Raikkonen, Alonso, Montoya, questo è il podio, mentre Fisichella chiude in quarta piazza precedendo la B.A.R. di Jenson Button, la Toyota di Jarno Trulli e le Redbull di David Coulthard e Christian Klien a completare la zona punti. In nona piazza giunge Takuma Sato con la B.A.R., precedendo l'unica Ferrari al traguardo, quella di Barrichello.
Schumacher è stato protagonista di un incidente con Mark Webber nel primo stint, quando il pilota della Williams era tuttavia doppiato dopo una foratura(?) nelle prime fasi di gara. Nonostante i danni alla vettura, Michael è stato rimandato in pista a girare a random, per migliorare la propria posizione di uscita in qualifica al successivo gran premio, per poi ritirarsi in corso d'opera quando nessun miglioramento ulteriore sarebbe più stato possibile.

Si segnala che entrambe le Williams, quella di Webber e anche quella di Heidfeld, si sono ritirate per forature, con la squadra ben poco soddisfatta dal fornitore Michelin, tanto che nel 2006 sarebbe passata a Bridgestone. Curiosità: Heidfeld era stato protagonista di un contatto con Massa al via, che aveva fatto sì che Felipe precipitasse nelle retrovie, risalendo di qualche posizione prima di ritirarsi intorno a metà gara per un guasto al motore.
Sarebbe stato l'ultimo gran premio per Nick alla Williams, sostituito a Monza da Antonio Pizzonia dopo avere riportato un infortunio in una sessione di test la settimana antecedente il gran premio. Più avanti, mentre era a casa infortunato, sarebbe stato investito da una moto mentre si trovava in bicicletta, saltando il resto della stagione. Ai tempi, c'erano teorie del complotto sul fatto che la Williams avesse deciso di appiedarlo anzitempo dopo il suo ingaggio dalla BMW Sauber per le stagioni a venire.

Al GP d'Italia, disputato il 4 settembre, dopo avere ottenuto il miglior tempo in qualifica, Raikkonen ha scontato una retrocessione di dieci posizioni in griglia, partendo undicesimo per la sostituzione del motore e lasciando la pole a Montoya, tenendo la prima posizione davanti ad Alonso e alle B.A.R. di Button e Sato, con a seguire Barrichello, Trulli, Michael Schumacher e Fisichella.
Le B.A.R. e le Ferrari hanno perso terreno con la prima sosta, quando peraltro anche Raikkonen, che puntava a un unico pitstop, è risalito in seconda piazza. Una foratura, tuttavia, l'avrebbe costretto a una seconda sosta ritrovandosi fuori top ten, per poi risalire a pitstop ultimati.
Montoya, Alonso, Fisichella, questi sono i primi tre a soste ultimate e lo rimarranno anche se JPM rallenta nel finale di gara per risparmiare le gomme ed evitare spiacevoli sorprese.

Persa la quarta piazza a vantaggio di Trulli dopo un testacoda, Raikkonen supera la Toyota tornando quarto - ventisette punti lo separano da Alonso, ne ha adesso ventuno sul diretto inseguitore MSC - e relegando il pilota abruzzese quinto, davanti al compagno di squadra Ralf Schumacher, mentre Pizzonia e Button chiudono la zona punti, mentre a proposito di B.A.R., Sato è precipitato già da tempo nel nulla cosmico senza che nessuno se lo fili.
Sauber > Ferrari, dato che Massa è nono e precede Michael Schumacher. Rubinho, che nel secondo stint si era difeso sagli attacchi del compagno di squadra per una posizione allora valevole di un punto, fa una sosta in più e chiude dodicesimo, davanti a lui c'è Jacques Villeneuve, quindi di nuovo Sauber > Ferrari.
Tra parentesi, ho un ricordo dell'epoca, di Barrichello intervistato sulla Rai nel post-gara, che si diceva emozionato per la sua ultima gara a Monza con la Ferrari, con tanto di lacrime agli occhi.


sabato 2 novembre 2024

Oggi ho deciso di spiegare ai rincoglioniti perché, se la Renault ha barato, non si può accusare Hamilton (pilota McLaren) di avere derubato Massa (pilota Ferrari)

Stamattina ho visto quel lato della tifoseria ferrarista ancora immune alla Hamilton-mania affermare che il 2 novembre 2008 Hamilton ha derubato Massa del mondiale, a causa del crashgate (ed è già buona che non abbiano detto "il crashgate ordito da Glock", perché ho letto anche questo in passato). Visto il nonsense di una simile affermazione e l'analfabetismo funzionale, mi sembra doveroso fare una piccola ricostruzione schematica.

28 settembre - Singapore: Massa e Hamilton sono 1/2 al momento del fattaccio. I due gareggiano rispettivamente per Ferrari e McLaren, il fattaccio viene innescato dalla Renault, per il proprio tornaconto personale e non per influenzare direttamente il risultato dei championship contenders.
Al box Ferrari toppano il pitstop, in McLaren no. Se Massa finisce fuori zona punti, Hamilton si trova in una posizione che gli permetterà di terminare la gara al sesto posto e conquistare sei punti.

2 novembre - Interlagos: se Massa vince la gara, a Hamilton basta un quinto posto per diventare campione del mondo. Per quasi tutta la gara occupa stabilmente il quarto posto, per poi perdere due posizioni nel caos innescato dalla pioggia: Glock non si è fermato e ha tenuto le gomme da asciutto, Vettel sorpassa Hamilton subito dopo i rispettivi pitstop.
Mentre insegue la quinta piazza di Vettel, entrambi all'ultimo giro riescono a superare Glock, che corre per la Toyota e nulla ha a che vedere con il crashgate che qualche soggettone senza alcuna conoscenza della storia recente del motorsport gli ha attribuito nel magico mondo di zuckerbuck.

In sintesi, Ferrari e McLaren si sono ritrovate con i loro piloti a lottare per un mondiale in cui UN'ALTRA SQUADRA ha commesso un illecito (parlo della Renault, non certo di quei poveretti della Toyota che hanno azzardato una strategia alternativa senza sapere che gli sarebbero piovuti addosso insulti).
Gli illeciti altrui hanno in parte influenzato il mondiale e non esiste alcuna regola scritta, nonostante sia stata millantata, che in caso di illecito si debba invalidare un evento. In che modo, esattamente, Massa sarebbe stato derubato DA HAMILTON, che esattamente come Massa e come gli altri piloti non aveva la benché minima idea di quali fossero i piani della Renault?

A mio parere è sbagliato trasformare una vicenda complessa come quella del crashgate in una fanwar tra i sostenitori dell'uno e dell'altro championship contender, entrambi ignari delle trame altrui.
In più c'è chi lo fa senza alcuna conoscenza dei fatti e senza nemmeno sapere che il crashgate è un fatto avvenuto qualche gran premio prima, e non certo un termine con cui si indicano fatti accaduti nel finale di gara a Interlagos (dove il tempo perso da Glock all'ultimo giro è tale e quale a quello del compagno di squadra che ugualmente stava su gomme da asciutto).
Il mio suggerimento è: datevi una svegliata. Se proprio dovete ripetere a pappagallo quello che hanno detto altri, almeno assicuratevi di sapere di cosa si stia parlando. Perché palesemente molti di voi non lo sanno.




martedì 22 ottobre 2024

Stock Car Pro 2024: Massa leader del campionato in attesa del prossimo evento

I giorni del 21 e 22 ottobre mi evocano ricordi di quando ero in po' più giovane. Il 21 ottobre 2007 Kimi Raikkonen vinceva il titolo mondiale e l'indomani, il 22, sullo stesso treno diretto a Bologna, io e un'amica parlavamo di quel travagliato GP del Brasile... Il 22 dell'anno precedente, tuttavia, veniva disputato il GP del Brasile 2006, famoso per essere il gran premio del secondo titolo di Fernando Alonso, oltre che per il primo ritiro di Michael Schumacher. Per me, però, è stato anche e soprattutto il gran premio in cui è esplosa la mia motorsport crush per Felipe Massa che sfoggiava la gloriosa tuta verde-oro. *____* Attualmente Massa è in testa al campionato di Stock Car Brasil, che nel prossimo fine settimana tornerà in pista. Il passato evento è avvenuto fuori dal Brasile, in Argentina a Buenos Aires, ed è stato in quell'occasione che si è procacciato la leadership del campionato.


A Velopark, circa un mese prima, non era stato un grande weekend per lui. Dopo una sprint con vittoria di Gianluca Petecof, seguito da Felipe Baptista e Zezinho Muggiati, sembrava avere ottenuto il podio nella feature race. Si era infatti classificato secondo tra i fratelli Baptista, Felipe e Victor, per poi essere squalificato per irregolarità tecniche, così che Victor Baptista è salito secondo e il podio è stato completato da Petecof - e qui vi voglio sbloccare un ricordo, il telecronista della Formula Regional che lo chiamava "the boy from Brasil" (lo stesso telecronista che una volta se ne uscì con "Emidio the Fish" per Emidio Pesce).
Detto questo, nella sprint di Buenos Aires, Massa ha chiuso quarto al traguardo, per poi risalire terzo per una penalità che ha fatto scivolare indietro di diverse posizioni Arthur Leist che era stato il primo a tagliare il traguardo. La vittoria è andata quindi a Daniel Serra e la seconda piazza a Ricardo Zonta!
Nella feature, Massa si è classificato terzo alle spalle di Gabriel Casagrande e Thiago Camilo, conquistando quindi doppio podio nel corso del fine settimana.


EDIT - 28/10: dopo avere chiuso la gara fuori dal punti nella sprint di El Pinar, vinta da Enzo Elias, Massa ha concluso quarto la feature race, vinta da Felipe Fraga, e si trova attualmente di nuovo in testa alla classifica piloti, precedendo Casagrande, Felipe Baptista, Zonta e Dudu Massa.



mercoledì 21 agosto 2024

Stock Car Pro 2024: Goiania e Belo Horizonte

Nello scorso fine settimana è tornato il campionato di Stock Car Pro, dopo che nel precedente evento si era gareggiato a Goiania, circuito ormai ben noto, nel quale Dudu Barrichello si è aggiudicato la vittoria della gara sprint. Ha preceduto Julio Campos e nientemeno che Ricardo Zonta, mentre la sfida tra Rubens Barrichello e Felipe Massa è stata vinta da Rubinho, che ha preceduto Massa proprio di una sola posizione, avendo i due concluso 6/7.
Massa è stato tuttavia protagonista nella gara feature, in cui scattava dalla prima fila in seconda posizione e avrebbe pure potuto puntare alla vittoria... ma niente, ha chiuso secondo alle spalle di Gabriel Casagrande e ha preceduto Daniel Serra che ha completato il podio.

Partenza feature Goiania

Nel fine settimana passato, invece, si è gareggiato a Belo Horizonte, new entry. Il circuito si chiama Toninho Da Matta e ricorda maledettamente i tracciati della Formula E, al punto che nel vetture andare larghe in certi tratti ho avutp flashback dell'attivazione dell'attack mode!
La vittoria della sprint è andata a Thiago Camilo, che ha preceduto Enzo Elias e Rubens Barrichello autore di una gloriosa risalita verso il podio. La gara feature, in cui a un certo punto c'è stata una redflag giusto per non farsi mancare il clima da Formula E, è invece stata conquistata da Felipe Baptista davanti a Nelsinho Piquet, con Cacà Bueno in terza piazza.

Belo Horizonte

Il weekend di Massa non sarebbe stato troppo degno di nota, visto il nono posto in feature come miglior risultato, se non fosse stato che, con i principali championship contenders fuori e una classifica molto ravvicinata, è salito così, improvvisamente, in cima alla classifica stessa!



martedì 2 luglio 2024

Stock Car Pro 2024: il secondo evento completato nel corso del quinto!

Ricordate quando è saltata la gara principale nel secondo weekend stagionale della Stock Car Pro? Ebbene, il secondo evento stagionale è finalmente stato completato, lo scorso venerdì, ad aprire il weekend di Velocitta. Ha vinto Daniel Serra, con Felipe Baptista e Ricardo Mauricio a completare il podio. Pare che Felipe Massa viaggiasse per il terzo posto, quando ha avuto la rottura di una sospensione. Ricardo Zonta è arrivato quarto, precedendo Dudu Barrichello, mentre il padre di quest'ultimo è arrivato in settima piazza.

Quello di Velocitta era il quinto evento della stagione e tra sabato e domenica si sono svolte le sessioni relative al quinto evento.
Ho vissuto il mio momento fangirl quando Massa ha avuto - grazie alla dodicesima posizione in qualifica - la pole da reverse grid. Ha anche leaderato il primo stint, ma poi ha chiuso al quarto posto, con Gaetano Di Mauro vincitore e a completare il podio Dudu Barrichello e Thiago Camilo.
La gara principale, quella della domenica, ha visto la vittoria di Julio Campos e Felipe Baptista. Per quanto riguarda i nostri eroi, Massa ha chiuso la gara in nona posizione, precedendo Dudu e Rubens Barrichello. Purtroppo non si segnalano posizioni di spessore da parte di Zonta né al sabato né alla domenica.

Il campionato tornerà verso la fine del mese corrente. Baptista è al momento leader del campionato, con Zonta e Campos in seconda e terza posizione.

mercoledì 24 aprile 2024

Stock Car 2024: la sventurata iella di Barrichello a Interlagos

Lo scorso weekend la Stock Car gareggiava a Interlagos, quindi come potrete immaginare è stato un fine settimana in cui si potevano immaginare notevoli gioie, ma anche enormi sofferenze difficili da quantificare a priori. Per chi non fosse avvezzo alla categoria e avesse ormai abbandonato Rubens Barrichello a se stesso, faccio presente che la iella che lo accompagnava sul circuito di casa quando era in Formula 1 non l'ha affatto abbandonato, ma anzi, ormai è divenuta una costante che in ogni appuntamento di Interlagos continua a ripresentarsi. E infatti ce lo siamo ritrovati in penultima fila. La Stock Car prevede una sprint con reverse grid dei primi dodici qualificati e, come spiraglio di luce, Felipe Massa invece è rientrato pienamente in questa zona della griglia: aveva il sesto tempo, il che significava che la sua posizione in griglia sarebbe stata piuttosto simile in sprint e in feature: settimo e sesto. Per intenderci, Massa non ha mai avuto una casa al di là dell'Arquibancadas, ma a Interlagos andava forte anche quando altrove era sempre nelle retrovie, figurarsi ora che colleziona podi come se non ci fosse un domani.

Nella sprint la pole da reverse grid era andata a Gabriel Casagrande, che ha preceduto Cesar Ramos, il quale è passato in testa dopo pochi giri. Casagrande, tuttavia, se la sarebbe vista molto più brutta in un secondo momento, quando la vettura l'ha lasciato a piedi nel bel mezzo della pista ed è entrata la safety car.
Tutto ciò accadeva prima delle soste ai box, con Massa che l'ha ritardata rispetto ad altri piloti, riuscendo a recuperare abbastanza da portarsi in seconda posizione. Ebbene, ancora una volta, Felipe mi ha regalato una gioia salendo a podio alle spalle di Ramos, con Thiago Camilo che completava il gradino più basso.
Purtroppo di gioie non ce n'erano altre: mentre accadeva tutto ciò, Rubinho si era invece già ritirato da tempo immemore per incidente, invece di rimontare dalla 20+esima piazza come sarebbe forse accaduto se fosse stato in un altro posto. Se non altro si è limitato a sbattere il posteriore contro una rete, invece di arrampicarsi su un muretto con tanto di macchina.

La feature race ha visto Marco Gomes partire davanti a tutti per effetto di una pole position "autentica" davanti a Gaetano Di Mauro, il quale l'avrebbe superato in corso d'opera, andando a conquistare la vittoria. Gomes non avrebbe nemmeno visto la gloria del podio, classificandosi quarto, alle spalle di Rafael Suzuki e Felipe Baptista.
Massa in questa gara stava andando bene, è risalito fino alla quarta piazza, ma poi nelle fasi inoltrate della gara la vettura ha iniziato a dare segni di avaria. Se in un primo momento è scivolato sesto, a pochi giri dalla fine è stato superato da tre vetture praticamente in un colpo solo, per poi perdere ulteriori posizioni e concludere solo quindicesimo.
Un risultato triste e desolante rispetto a quello del giorno prima, ma c'è un lato ancora più triste e desolante in tutto questo: Massa avrà anche chiuso solo quindicesimo, ma nonostante è riuscito comunque a portare a casa un risultato migliore di quello di Barrichello. :-////

PS. Avrei voluto aspettare domani a pubblicare questo post, perché domani 25 aprile è il compleanno di Massa, ma lo sto pubblicando adesso perché per domani ho in mente un altro post, che vi farà senz'altro sentire vecchi. E quell'altro post lo devo pubblicare proprio domani, perché sarà il ventesimo anniversario di quando un certo pilota è partito per la prima volta dalla pole position in Formula 1. L'ho già scritto, devo solo rivederlo, perché sono sempre sulla cresta dell'onda. XD O dell'Honda. O della B.A.R., anche se direi che ho spoilerato abbastanza.

venerdì 29 marzo 2024

Stock Car Pro: la seconda giovinezza di "Felipe Baby"

Nel mese di marzo, nello specifico nel weekend del 3 e nel weekend del 24, si sono svolti i primi due eventi del campionato di Stock Car Pro, altresì noto in passato come Stock Car Brasil... e niente, sembra che sia in atto una congiura contro di me! Come forse saprete ho un passato da fangirl di un certo pilota brasiliano che correva per la Ferrari. Oserei dire che nel corso del tempo sono divenuta fangirl di DUE piloti brasiliani che un tempo correvano per la Ferrari, ma queste sono sottigliezze.
Il pilota per cui fangirlavo quando ero ragazzina in Stock Car non stava combinando nulla, ma improvvisamente ha avuto un turning point alla fine della scorsa stagione un po' come a dirmi: "ehi Milly, dato che non mi prendi minimamente in considerazione, ho deciso di iniziare a vincere a random per farmi notare".

Il campionato è iniziato a Goiania, con un nuovo format: sprint al sabato, feature race alla domenica. Nella sprint le prime dodici posizioni in qualifica hanno la reverse grid.
Sabato 2 marzo mi sono beccata in diretta live un momento traumatico: più o meno nello stesso momento Rubens Barrichello si è ritirato box, mentre Felipe Massa finiva fuori con una sbinnata, pare mettendo le ruote sull'erba umida. Certe cose non cambiano mai. :-//// La gara è stata vinta da Rafael Suzuki, con Gabriel Casagrande e Julio Campos a completare il podio.
Domenica 3 marzo è stata la vinta della feature race, dove Massa partiva secondo alle spalle di Felipe Baptista e ha chiuso la gara in seconda posizione, con Casagrande ancora una volta sul podio. Partito dalle retrovie, Rubinho deve essersi ricordato di quando era compagno di squadra di Nico Hulkenberg e l'ha omaggiato: dopo avere recuperato una ventina di posizioni ha chiuso a un passo dal podio!

Sabato 23 marzo era il giorno della sprint a Velocitta ed era anche il compleanno di Ricardo Zonta. In un primo momento sembrava che Allam Khodair e Felipe Fraga fossero i favoriti, ma le cose sono cambiate, Fraga ha avuto problemi al pitstop perdendo posizioni, mentre Khodair prima di avere problemi ha subito il sorpasso di Massa.
Partito quarto, già dalle prime fasi di gara era risalito al terzo posto, distanziato dai primi due, ma in netto vantaggio nei confronti di un trenino capitanato, prima del suo ritiro, da Dudu Barrichello, il figlio di Rubens che a sua volta corre in questo campionato.
Massa è andato a vincere precedendo Ricardo Zonta che quel giorno ha compiuto 48 anni (non pensavo fosse così giovane, credevo ne avesse già almeno una cinquantina), mentre Fraga ha chiuso la gara terzo.

La moglie e il figlio di Massa

Il fine settimana non avrebbe dovuto finire con Rafaela e un cresciutissimo Felipinho sotto al podio, ma domenica 24 a causa della pioggia e delle condizioni dell'asfalto la feature race non si è svolta, con tanto di gente che commentando sul profilo instagram della categoria si lamentava perché ai tempi dei very uominy si correva anche con la pioggia torrenziale!
Sembrava di stare in mezzo alla tifoseria della Formula 1, ennesimo segnale che vediamo più contrapposizioni tra categorie motoristiche di quante ne esistano nella realtà.
La gara non è stata cancellata, ma sarà rinviata a data da destinarsi, con la stessa griglia. Per il momento Massa è in testa alla classifica piloti... ed è meglio che non aggiungo altro!

venerdì 1 marzo 2024

La sventurata iella di Barrichello a Interlagos - anche in Stock Car!

Se marzo è tempo di stagioni che ricominciano, mi sembra doveroso ricordare che non c'è solo la Formula 1 a iniziare. Vorrei in particolare segnalare che nel fine settimana imminente ricomincia la Stock Car Brasil e che non vi ho mai raccontato, nonostante mi sia ripromessa più volte di farlo, di quel tragicomico finale di stagione 2023. Non è accaduto niente di particolarmente altisonante, in realtà, ma si è scritta una storyline chiaramente prevista dal destino XDDDDD
e niente, vi devo assolutamente raccontare una storia di iella, accompagnata a una storia di...vogliamo chiamarla predestinazione? Senza volere scomodare altri Predestinati(C), sia chiaro. Parlo anzi, al contrario, di un pilota che sul proprio circuito di casa è solito a exploit abbastanza altisonanti.

Il campionato terminava a Interlagos, per intenderci il circuito di casa di Rubens Barrichello che cresciuto nella villetta dei nonni paterni, si arrampicava sui muretti insieme ad Alex Barros. Questo penso che possa bastare per farvi capire che non è lui il pilota home-predestined.
Si assegnava il mondiale e Gabriel Casagrande, pur non avendo chiuso i giochi già in Gara 1, dove era arrivato a podio in una gara vinta dal Real & Only doppiato di Spa Francorchamps, altresì noto come Ricardo Zonta, era talmente vicino al titolo che in Gara 2 ha potuto concedersi una prestazione di livello tale che al confronto pure Mick Schumacher e Callum Ilott quando si giocavano in titolo di Formula 2 in Bahrein layout esterno sarebbero sembrati dei guru.
In tutto ciò, classificato ben oltre la top-ten in Gara 1 e quindi partito ben oltre la top-ten in Gara 2 dove i primi dieci sfruttano la reverse grid, c'era un pilota che si apprestava a vivere il suo presunto giorno di gloria.

Un timing perfetto per il pitstop ed ecco che Rubinho si è ritrovato come primo dei piloti che già avevano effettuato la sosta obbligatoria. Questo significava che gli avversari che aveva davanti si sarebbero levati di torno e che ne avrebbe ereditato la leadership, andando a vincere sul circuito di casa, sul quale non vince dai tempi della Formula 3 brasiliana e sul quale è in genere perseguitato dalla iella.
Voi non potete neanche immaginare quanto mi esalterei se Barrichello vincesse una gara di Stock Car a Interlagos, perché Rubinho in Stock Car è uno che va forte, di gare ne ha vinte, ha vinto anche due titoli... ma niente, mai sul gradino più alto del podio sul circuito dove si arrampicava sui muretti.
Voi non potete immaginare, ma anzi, oserei dire che ve lo immaginate molto bene, se mi conoscete già da un po'. I muretti di Interlagos e colui che li scalava avranno sempre un posto speciale nel mio cuore.

Quindi potrete immaginare molto tranquillamente, sarei stata moooolto delusa se un pilota a random fosse andato a sbattere e a infilarsi con la macchina sotto una barriera di pneumatici a un paio di giri dalla fine, permettendo a due piloti che ancora non si erano fermati ai box di fermarsi in quel momento e di fare overcut.
Ebbene sì, quell'incidente ha sabotato la potenziale vittoria di Barrichello a Interlagos: il pilota che faceva il figo in testa in attesa del pitstop da effettuare all'ultimo, si è fermato in regime di safety car, è uscito di pista ancora in testa, mentre quel povero disgraziato di Rubinho terzo era al momento e terzo è rimasto con davanti gli altri due.
C'è chi ha fatto polemica sulle modalità di ingresso della safety car, ma non mi pronuncio: non seguo regolarmente le gare di questa categoria e non saprei se sia questa la prassi.

Se c'è una cosa che so bene, tuttavia, è che di ex ferraristi brasiliani che mi mandano in brodo di giuggiole ce ne sono due, Rubinho da tempi molto più recenti, l'altro soprattutto quando stava in Ferrari - ma anche in Williams in realtà, diciamo che ero abbastanza fangirl.
E niente, la vittoria a Interlagos se l'è procacciata nientemeno che Felipe Massa, che peraltro in questo finale di campionato era in grande spolvero avendo vinto anche nell'evento precedente per la prima volta nella categoria e in generale per la prima volta in qualsiasi categoria dopo il GP del Brasile 2008.
Con Massa che vince a Interlagos penso sia giunto il momento di condividere con voi una parodia di "Lambada" dei Kaoma che ho scritto molteplici anni fa dedicata alla sua ipotetica successiva vittoria con l'intento di pubblicarla qualora avesse mai vinto da qualche parte.
Perdonatemi amici di madrelingua portoghese se ho scritto qualche castroneria - anche se dubito che qualcuno mi legga dal Portogallo o dal Brasile - e perdonatemi in generale per questa trollata.


giovedì 7 dicembre 2023

Gli angusti e tortuosi rewatch: GP Monaco 2002

Montecarlo, 26 maggio 2002: sono passate due settimane dal celebre ordine di scuderia del GP d'Austria e le polemiche in questione non si sono ancora placate. Nei giorni antecedenti al gran premio, piloti di altre scuderie vengono interpellati in proposito, con alcune interviste infilate nel video di highlight che ho visto per scrivere questo resoconto. In sintesi, secondo Jacques Villeneuve, ai tempi dei very uominy non sarebbe successo il teatrino del podio, perché se i piloti sono very uominy accettano di essere fischiati senza scambiarsi posizione sul podio, mentre secondo David Coulthard ai tempi dei very uominy i piloti proseguivano la propria gara addirittura sulla vettura dei compagni di squadra, quindi se i giornalisti fossero very uominy non farebbero caciara per due settimane.
Il top dei top è comunque Juan Pablo Montoya, che interpellato se alla Williams potrebbe succedere la stessa cosa ridacchia affermando che tra lui e il suo compagno di squadra non funzionerebbe. Comunque sia, al momento si procaccia la pole position, precedendo Coulthard.


David si porta in testa al via, segue Montoya, seguono Michael e Ralf Schumacher partiti affiancati, dalla terza e quarta posizione in griglia. Rubens Barrichello parte quinto, ma viene sfilato da Jarno Trulli e Kimi Raikkonen, con le posizioni tra i primi sette destinate di fatto a rimanere invariate per qualcosa come metà gara.
In compenso, dietro di loro c'è chi ne combina di tutti i colori, è il caso di Allan McNish, il pilota della Toyota è il primo a uscire di scena per incidente. Takuma Sato, che precede il compagno di squadra Giancarlo Fisichella, viene inoltre istruito di lasciare passare il pilota italiano, ma prima che ciò accada si schianta uscendo dal tunnel. In casa Jordan potrebbero non essere troppo soddisfatti!
L'apoteosi arriva con un duello tra una Arrows e una Sauber, due brasiliani al volante. Si arriva a Sainte-Devote ed Enrique Bernoldi viene malamente tamponato proprio dall'uomo che sussurrava a Sainte-Devote, ovvero Massa. I due ripartono, con Felipe che si procaccia una penalità per il misfatto.


A metà gara il duello Raikkonen/ Barrichello si conclude con un incidente che mette fine alla gara del pilota McLaren, mentre Montoya è costretto al ritiro per guasto al motore come fosse un Villeneuve qualsiasi al volante di una B.A.R. - sì, è così che si ritira Platinum Jacques. Sull'altra B.A.R., invece, Olivier Panis si ritira per incidente con la Renault del futuro pilota B.A.R. Jenson Button.
Escono di scena anche Massa per incidente dovuto a un guasto ai freni - così dice, almeno - e Mika Salo sulla Toyota che esce a sua volta per incidente. Si è ritirato già da tempo anche Alex Yoong sulla Minardi, ma who kers di Yoong, quello che conta è un podio da mascelloni! Coulthard batte di un secondo Michael Schumacher, Ralf chiude terzo ultimo pilota a pieni giri. Sarà l'unica vittoria stagionale per la McLaren.
Trulli su Renault e Fisichella su Jordan lottano per il quarto posto, l'abruzzese ne esce vincente. L'ultimo punto va a Heinz-Harald Frentzen sulla Arrows, che prevede Barrichello, la Sauber restante di Nick Heidfeld e le Jaguar di Eddie Irvine e Pedro De La Rosa a chiudere la top-ten. L'eroe del 2001 - ricordate? - Bernoldi arriva dodicesimo e ultimo, alle spalle della Minardi di Mark Webber.

lunedì 27 novembre 2023

Formula 1 2023: #22 Gran Premio di Abu Dhabi - il commento del lunedì

Carissimi lettori, siamo giunti all'ultima gara della stagione, quindi all'ultimo commento, ma non temete, ci sarà quello di fine stagione, come già successo la maggior parte degli altri anni, in cui cercherò di sbizzarrirmi, che uscirà indicativamente verso la fine dell'anno, come da buona tradizione. Non so ancora come sarà strutturato, ma intendo non venire meno a questo proposito, vada come vada. Nella data del 26 novembre si concludono sia il campionato a quattro sia quello a due ruote, ma accadono anche tante altre cose, quindi vi informo che sono molto contenta di com'è andata questa domenica, perché certi amori motoristici non si dimenticano mai, quindi vi anticipo solo una cosa, ovvero che sono molto felice della prima vittoria di un mio idolo passato dopo millemila anni. *-*
Quindi per prima cosa passiamo dalla cronaca scritta per Formula 1 Grand Chelem, poi procediamo con tutto quello che ne conseguirà, compreso quanto appena citato.

CRONACA PER IL FORUM - 22^ e ultima prova del mondiale di Formula 1, sul circuito di Yas Marina arriva la pole position di Max Verstappen, che punta alla diciannovesima vittoria della stagione. La gara si svolgerà alle 14.00 italiane di domenica, mentre alle 15.00 inizierà quella del motomondiale a Valencia, con i due campionati che paradossalmente termineranno più o meno nello stesso momento: il ritorno della famigerata SoVrApPoSiZiOn3!
Mentre sulle due ruote il ducatista Pecco Bagnaia deve gestire il margine nei confronti della Ducati non ufficiale di Jorge Martin per conquistare il secondo titolo consecutivo, ad Abu Dhabi non c'è più nulla da assegnare, se non la seconda posizione nel mondiale costruttori con Mercedes che precede di pochi punti Ferrari. La seconda posizione in griglia di Charles Leclerc potrebbe essere utile allo scopo, ma in qualifica in realtà entrambi i team non sono nel massimo dello splendore.
Se Carlos Sainz, che ha iniziato il fine settimana con un incidente nelle prove libere, esce in Q1, le sorprese non mancano nemmeno in Q2 quando esce Lewis Hamilton. George Russell strappa una quarta piazza, infilandosi tra le McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris, mentre va segnalato il sesto tempo di Yuki Tsunoda. Checo Perez è solo nono, dopo che si è visto annullare un tempo.
La griglia di partenza è la seguente:

1^ fila: Verstappen - Leclerc
2^ fila: Piastri - Russell
3^ fila: Norris - Tsunoda
4^ fila: Alonso - Hulkenberg
5^ fila: Perez - Gasly
6^ fila: Hamilton - Ocon
7^ fila: Stroll - Albon
8^ fila: Ricciardo - Sainz
9^ fila: Magnussen - Bottas
10^ fila: Zhou - Sargeant

La partenza della gara - della durata di 58 giri - vede le posizioni rimanere invariate davanti a parte Russell che scivola dietro entrambe le McLaren, mentre Perez perde inizialmente una posizione a vantaggio di Hamilton, che riuscirà poi a superare. Norris dopo pochi giri supera poi Piastri, che si ritrova inseguito da Russell, da cui riesce a difendersi per vari giri prima di essere costretto ad arrendersi.
La maggior parte dei piloti sono partiti su gomme medium e il primo stint è piuttosto breve, è Fernando Alonso il primo a fermarsi ai box tra i piloti della top-ten, imitato nei giri seguenti dalle McLaren. Russell rientra un giro dopo rispetto a Norris che, avendo avuto un pitstop lento, si trova dietro al pilota della Mercedes. Non ci sono altri cambiamenti di nota con il primo giro di soste, si segnala solo in precedenza un contatto senza grosse conseguenze tra Hamilton e l'Alpine di Pierre Gasly, il quale peraltro subisce undercut da Esteban Ocon. Perez, nel frattempo, si trova alle spalle delle McLaren e riesce a sopravanzare Piastri, puntando per il momento alla top-5.
Il secondo giro di soste vede la situazione non cambiare molto, assistiamo a un duello Alonso vs Hamilton con Lewis che supera Fernando per poi subire un contrappasso. I due vengono messi sotto indagine per "driving erratically" (WTF?!) anche se tutto finisce in un nulla di fatto. Questo giro di soste viene rimandato dalle Redbull, che ormai hanno accumulato un certo vantaggio. Perez si ritrova alle spalle di Tsunoda - seguirà spiegazione in merito - e dopo averlo passato si lancia all'inseguimento di Norris. Tra i due c'è un contatto senza conseguenze durante un tentativo di sorpasso, che Checo porterà a termine un giro più tardi. Riceverà penalità di cinque secondi, ma andrà nel frattempo a superare Russell portandosi terzo dietro a Leclerc.
Ci sono piloti su strategie diverse, uno dei quali è Tsunoda che, dopo avere allungato molto il primo stint, percorrendo ben cinque giri in testa in corso d'opera, riesce a effettuare una sola sosta, seppure perdendo terreno nel finale e chiudendo ottavo, dopo essere riuscito a riprendersi la posizione su Hamilton da cui aveva subito un sorpasso.
Poi ci sono Stroll e Sainz, partiti sulle hard, che fanno i primi due stint sulle gomme dure per passare alle medium... o meglio, questo è quanto fa Lance, dato che Sainz in entrambi gli stint viene tenuto in pista fino all'ultimo, in quanto la strategia pare incentrata sull'aspettare una safety car o una virtual safety car che puntualmente non arriva, perdendo terreno con addirittura Stroll che riesce a superarlo prima che rientri per la sosta. A un giro dalla fine mette le soft, ma sembra non esca mai dai box, dato che chiude ritirato a un giro.
Nel finale Leclerc lascia passare Perez, nella speranza che possa allungare di oltre cinque secondi su Russell: con George quarto, la Mercedes chiuderebbe dietro alla Ferrari nel costruttori. Ciò non succede, Perez scivola al quarto posto e la Mercedes è seconda nel mondiale costruttori.

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Charles Leclerc (Ferrari), 3. George Russell (Mercedes), 4. Sergio Perez (Redbull), 5. Lando Norris (McLaren), 6. Oscar Piastri (McLaren), 7. Fernando Alonso (Aston Martin), 8. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 9. Lewis Hamilton (Mercedes), 10. Lance Stroll (Aston Martin), 11. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), 12. Esteban Ocon (Alpine), 13. Pierre Gasly (Alpine), 14. Alex Albon (Williams), 15. Nico Hulkenberg (Haas), 16. Logan Sargeant (Williams), 17. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 18. Carlos Sainz (Ferrari), 19. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 20. Kevin Magnussen (Haas).

MOTOGP: il mondiale si decide anzitempo quando, mentre Bagnaia è in testa, Martin esce di scena stendendo Marc Marquez e cadendo a propria volta. Bagnaia, che in un primo momento scivola dietro alle KTM di Jack Miller e Brad Binder, recupera di nuovo la prima posizione grazie a un errore di Binder e alla caduta dell'omonimo del Dr Miller (il celebre Racing Dentist della Indycar anni '90), andando quindi a vincere la gara oltre che il mondiale. // (Milly Sunshine per F1GC)

RIFLESSIONI SEMISERIE DEL LUNEDÌ: per prima cosa vorrei chiarire quanto detto nella cronaca relativamente al finale do gara di Sainz. Facendo qualche ricerca sembra era decimo al termine del 56° giro, quindicesimo al termine del 57° e diciottesimo e doppiato al 58°. Ciò significa che al penultimo giro si è fermato ai box, ne è uscito in quindicesima piazza (come effettivamente sembrava dalla grafica), poi verosimilmente vi è entrato di nuovo, per motivi non meglio specificati (ho visto un tweet che parlava di ritiro un guasto dei tweet che parlano di guasto alla power unit).
Veniamo a me. Mi sono vista la gara su TV8, dopo essermi guardata in precedenza quella di MotoGP. Come probabilmente saprete, non sono un'enorme appassionata di due ruote, però l'ultima della stagione me la volevo guardare. La Formula 1 è stata trasmessa alle 19,00 passate, quando dalle 14,00 non entravo più sui social per evitare spoiler. Non sono entrata su Twitter se non verso le 20,45, quando è finita la differita della gara.
In bacheca mi sono ritrovata la notizia della vittoria di Felipe Massa a Cascavel in Stock Car Brasil. È la sua prima vittoria nella categoria, la prima vittoria in generale dopo quindici anni, il GP Brasile 2008. Sono passati 5502 tra le due vittorie e tante cose sono cambiate. Non ho apprezzato la sua svolta negli ultimi anni, il suo comportarsi come se un mondiale che non ha vinto gli fosse dovuto. Però certi "amori" non si dimenticano mai, ho sentito le lacrime pizzicarmi gli occhi e per non so quanto tempo sono stata estasiata da quello che avevo appena letto, al punto che ho visto le interviste e il podio ma è stato praticamente come non vederli. Quindici anni di attesa, speranze ormai del tutto inesistenti... ed è successo, quando ormai non ci credevo più.


mercoledì 1 novembre 2023

Caro Felipe...

...quindici anni fa era un sabato sera di novembre, quei tempi in cui la Formula 1 era una noiahhhh mortalehhhh e non c'erano più i very uominy, ma che sarebbe stata glorificata quindici anni più tardi da quelli che all'epoca la criticavano. Tra una sessione e l'altra delle qualifiche giravano sulla Rai spot pubblicitari di un film che doveva uscire a breve, con una ragazza inespressiva e un vampiro fescion luminescente. Era un sabato sera e l'atmosfera era così intensa a Interlagos, quando ottenevi il miglior tempo nell'ultima sessione e tutto lasciava pensare a un destino già scritto: la vittoria della gara, nel giorno in cui un altro avrebbe vinto il mondiale.
Era un sabato sera di novembre e speravo accadesse qualcosa, perché tu eri il pilota che qualche anno prima aveva chissà come stregato il mio cuore di ragazzina. Non importava se avevo già vent'anni, non importava se c'era stato un tempo in cui venivi snobbato da tutti gli altri. Quel giorno ti esaltavano, poi pronti a voltarti le spalle solo qualche tempo più tardi, infine a rivalutarti quando faceva comodo farlo.

Il giorno dopo, qualcosa sarebbe accaduto, quando ormai non ci credevo più, quando sembrava tutto perduto. Era una domenica sera da trattenere il fiato, quel 2 novembre 2008, con le nuvole grigie che si affacciavano nel cielo sopra al circuito, per un ultimo quarto d'ora di follia.
Di colpo tutto si ribaltava e quel destino già scritto non era più scritto, poteva succedere qualsiasi cosa, come se tante schegge impazzite cercassero ciascuna di stravolgere la situazione a proprio piacimento.
Poi eccola, la bandiera a scacchi, che di solito viene vista come la fine di tutto, ma che quel giorno era solo l'inizio. Trentotto secondi con il fiato sospeso, trentotto secondi di attesa infinita, per scoprire se potevi ribaltare il tuo destino o se la storia che ti sembrava cucita addosso si sarebbe concretizzata, proprio come sembrava fino a poco prima.
Alla fine, ecco ogni scheggia tornare al proprio posto, ecco la vittoria, mentre il sogno del campionato sfumava in modo inesorabile. Era quella, la fine di un mondiale già di per sé pieno di colpi di scena.

Quella di quel 2 novembre sarebbe stata la tua ultima vittoria - e sarebbe stato folle pensarlo quella sera, quando per un attimo eri sembrato salire sul tetto del mondo. Ma un attimo è rapido e subito dopo era già il passato.
Se vinci sei un eroe, se perdi sei un problema, chi ti amava finisce a poco a poco per disprezzarti e pensare sia stato tu l'unica causa del risultato finale. Chi ti amava e continua ad amarti è a sua volta qualcuno da ridicolizzare, ma non mi è mai importato, quando portavo la tua foto come avatar è continuavi a rappresentare qualcosa per me.
Non era la tuta che indossavi a colpirmi, non lo era mai stata, ma c'era qualcosa in te che mi faceva sentire un attaccamento nei tuoi confronti che difficilmente avrei provato per altri piloti.
Ho atteso per anni e anni di rivederti un giorno tagliare il traguardo davanti a tutti, per un'ultima volta. Quel giorno non sarebbe mai arrivato, ma sarei stata dalla tua parte fino all'ultimo, ti avrei guardato vivere quelli che, sarebbero stati paradossalmente forse i tuoi giorni migliori.
Perché era questo che amavo di te: la tua capacità di reinventarti, di dimostrare a tutti che non eri come ti descrivevano quelli che ti deridevano e che semplicemente dovevi essere messo al posto giusto nel momento giusto.
Perché a me non importava se non avevi vinto il mondiale. Non sarebbe stato uno scandalo, se l'avessi vinto, ma nemmeno era uno scandalo - anzi, non lo era per niente - il fatto che non fosse successo.
E mi dispiace dirtelo, non è ancora uno scandalo, per niente. I titoli si vincono sul campo, indipendentemente da quello che fanno gli altri.

mercoledì 12 aprile 2023

Massa reclama il titolo 2008 per effetto del crashgate: le mie impressioni

Quando ero bambina, mi piacevano i colori della Renault. Anzi, mi piacevano i colori della Benetton. Me la ricordo ai tempi delle prime gare che vedevo, la livrea giallo-verde della Camel. Non me la sono mai tolta del tutto, quella fissa. Dopo i fasti di Michael Schumacher venivano gli altri, a distanza di anni, gli outsider che di tanto in tanto regalavano emozioni. C'era Giancarlo Fisichella, tra gli altri, che ogni tanto arrivava quasi a giocarsi la vittoria, tra cui al GP d'Europa 1999. Sentivo una certa affinità per quella squadra, non l'ho mai nascosto. A un certo punto ci avevo pure dedicato il mio primo nickname nel "Formula 1 web": quel Lady B che magari qualcuno ricorderà era all'inizio Lady Benetton. Nei primi tempi del forum, avevo perfino come avatar la foto del primo mondiale di Schumacher. Quella in cui stava in aria a bordo della monoposto, con Damon Hill sullo sfondo. Lo ammetto, è un po' cringe, ma avevo solo ventun anni. In America sarei stata da poco eleggibile per la consumazione di un bicchiere di vino.

Nella mia tarda adolescenza scoppiò la mia celebrity crush nei confronti di Felipe Massa. Era il pilotino con aria da ragazzino che nessuno si filava, al momento, e mi venne facile prenderlo in simpatia. Non era destinato a incontrare la Renault sulla propria strada se non come comparsa, credevo, ai tempi della lotta per il titolo tra Michael Schumacher e Fernando Alonso, in un'epoca in cui la lotta per il titolo mi importava sempre meno.
La Renault, frattanto, al centro della scena non mi sembrava più quel team pittoresco che sembrava ai tempi in cui Fisichella raccoglieva qualche podio occasionale. Iniziavo a capire che le dinamiche mainstream non facevano per me e che non c'erano sempre posizioni da prendere o contrapposizioni da cercare.
Ebbene, in modo indiretto, le strade di Felipe Massa e della Renault si sono incontrate per effetto del crashgate e non penso di dovervi spiegare com'è andata. Sappiate comunque che è la ragione per cui ho capito che il mio senso di vicinanza per la Renault, esistito in passato, non poteva esistere più.

Quello che non sapevo era che il crsshgate avrebbe avuto effetti di lungo periodo e di più ampio raggio, per me. Perché il crashgate non mi ha allontanato solo dalla Renault, ma credo mi stia allontanando definitivamente anche dal mio senso di vicinanza nei confronti di Massa. Non che questo senso di vicinanza esista ancora come un tempo: ai tempi della sua carriera sentivo qualcosa che mi accomunava a lui, mentre ero alla continua ricerca della vera me stessa e del dimostrare chi ero realmente. Adesso non c'è più nulla di tutto questo, ma più per quello che è cambiato in me.
Sentire che Massa vuole fare causa alla FIA perché a suo dire il GP di Singapore 2008 dovrebbe essere annullato e di conseguenza il titolo di Lewis Hamilton deve essere considerato un titolo rubato e "dopato" mi lascia spiazzata. Non perché io non credessi in quel titolo, ma appunto perché, se qualcosa non lo si conquista sul campo, ritengo ingiusto cercare di reclamarlo accusando altri di furto.

Perché chiariamo un concetto, se pure è vero che per certi versi il furto c'è stato 1) non è accaduto niente di diretto contro Massa e la Ferrari, 2) il pilota e il team che hanno vinto il titolo non c'entrano assolutamente nulla con il crashgate. Essenzialmente, quando Nelsinho Piquet è andato a sbattere, ha messo Ferrari e McLaren, Massa e Hamilton, nella stessa situazione. In Ferrari hanno cannato totalmente il pitstop, in McLaren no. Ora Massa viene a dire, di fatto, che Hamilton gli ha rubato il mondiale perché McLaren ha limitato i danni e Ferrari no??!!
Non è così che funziona il mondo, a mio parere, e per quanto Massa faccia l'esempio di squalifiche per ciclisti dopati non mi risulta che la presenza di un ciclista dopato porti alla cancellazione della tappa. Quindi, se anche fossero state prese delle conseguenze a seguito dei fatti di Singapore, di sicuro non sarebbe mai stato cancellato il risultato del gran premio. Al massimo sarebbe stata cancellata la vittoria di Alonso, ma non il resto della gara.

Peraltro vedo che, secondo molti, la vittoria in questione e il secondo posto di Nico Rosberg vengano considerati furti alla stessa maniera. La cosa mi lascia abbastanza basita. La Williams non aveva nulla a che vedere con il crashgate e Rosberg si ritrovò in testa dopo avere rifornito "illegalmente" per necessità in regime di safety car - stessa situazione in cui era venuto a trovarsi Robert Kubica: era vietato fermarsi con pitlane chiusa.
Il pitstop illegale, tuttavia, aveva come effetto uno stop and go, che una volta scontato avrebbe riportato i piloti in questione nella legalità. Rosberg aveva dietro piloti che non si erano fermati essendo su una sosta sola, Kubica no. Rosberg ha fatto in tempo ad accumulare vantaggio, Kubica no, ragione per cui Rosberg si è ritrovato secondo a gara inoltrata. In ogni caso, avendo fatto qualcosa di necessario ma proibito e in seguito scontato la penalità, il suo risultato era assolutamente legittimo e non può essere comparato a una vittoria ottenuta innescando un incidente a tavolino.

Venendo a Massa, torniamo alla pitlane che veniva aperta. Tutti i piloti che erano su due soste e dovevano ancora fermarsi si sono precipitati ai box. Ai box è capitato quello che capita tuttora in varie occasioni: in Ferrari, al momento di effettuare un doppio pitstop, hanno pasticciato in modo irreparabile.
Prima del fattaccio i due piloti erano primo e terzo. Felipe si è ritrovato ultimo e doppiato per effetto del pitstop andato in vacca, ma non è tutto: Kimi Raikkonen, in quel momento in attesa, si è ritrovato penultimo. La Ferrari si è data la zappa sui piedi con entrambi i piloti.
È chiaro che senza crashgate non ci sarebbe stato da effettuare un pitstop doppio, ma è altrettanto vero che un team dovrebbe essere preparato a gestire ogni evenienza. Se tutto fosse andato bene, probabilmente Raikkonen, essendo quello dietro, avrebbe potuto perdere qualche posizione.
In quel caso avrebbe anche avuto senso recriminare, ma non così: un team che sbaglia rimane un team che sbaglia e un errore clamoroso rimane un errore clamoroso.

Felipe, stammi a sentire: hai ragione a dire che ci hai rimesso, ma non a dire che sei il legittimo campione di quella stagione. In quella gara il tuo team ha sbagliato e tu stesso non hai fatto la gara migliore della tua carriera. Non chiedere un titolo. Fai causa alla FIA e chiedi soldi, molti soldi. Il titolo l'hai perso sul campo, ma la tua stessa sconfitta potrebbe portarti in casa milioni di euro. Approfittane.

giovedì 1 dicembre 2022

Ora che non c'è più Binotto si vince di sicur-... ah, già, probabilmente no

Carissimi team principal che a inizio stagione promettono il mondiale vinto a luglio e a luglio promettono che si arriva secondi anche l'anno prossimo, credo sia doveroso parlare della vicenda legata alle dimissioni di Mattia Binotto. Non parlerò, tuttavia, prevalentemente delle mie impressioni a proposito dell'allontanamento di Binotto, questione alla quale ovviamente dedicherò un po' di spazio altrimenti non sarebbe servito scriverci un post.
Inizierò dunque da questo: credo che i quattro anni di Binotto come team principal si possano definire quantomeno deludenti e il fatto che gli si attribuisca come principale merito quello di avere messo a piedi Vettel la dice lunga. Al di là del fatto che approvo in pieno lo split Vettel/ Ferrari e che a mio parere avrebbe dovuto avvenire anche prima, ma questo c'entra ben poco, si è passati dal non vincere il mondiale con Vettel a non vincere il mondiale senza Vettel. A conti fatti, non ci vedo tutta questa differenza.
In sintesi: ci sta assolutamente che Binotto venga sostituito da qualcun altro, visto l'andazzo generale non mi pare uno scandalo. Certo, se fossi un ferrarista doc non stapperei lo spumante così, a caso, senza sapere cosa verrà dopo, ma quantomeno considererei l'uscita di scena del team principal con cui non si è vinto il mondiale una sorta di progressione naturale.

Mi soffermerei invece di più su come sia stata gestita la faccenda. Pare che l'indiscrezione della rimozione di Binotto dalla figura di team principal sia stata uscita prima del GP di Abu Dhabi e, senza nessuna conferma, varie testate giornalistiche abbiano iniziato a fare dei proclami dandola per certa, così come la sua sostituzione con Vasseur.
La Ferrari ha smentito, sostenendo che Binotto non sarebbe stato sostituito da Vasseur, e apparentemente su Sky Italia, Alesi avrebbe fatto un'invettiva contro le presunte "fake news" della Gazzetta dello Sport, venendo inizialmente messo su un piedistallo dall'intero fanbase.
Poi, alla fine della scorsa settimana, per l'esattezza venerdì pomeriggio, è uscita di nuovo la notizia delle dimissioni di Binotto, date per certe nonostante non ci fosse ancora un comunicato ufficiale, e si parlava di questione di poche ore prima della conferma ufficiale.
Le poche ore in questione sono state circa settantadue con tanto di fanbase che adesso dava addosso ad Alesi, tacciandolo di screditare la stampa. Lunedì sulla Gazzetta dello Sport è apparso anche un trafiletto in cui Alesi veniva messo a tacere sostenendo che non aveva vinto abbastanza per parlare, trafiletto al quale Alesi ha risposto sui social. Era un po' come stare al bar, ma a peggiorare la situazione c'era chi si scagliava contro la Gazzetta e chi contro Alesi.

Si stavano varcando abbondantemente i confini dello sport e si stava invadendo la terra del trash, ma il tutto in un contesto in cui da dieci giorni a questa parte ormai l'intero fanbase di Twitter non fa altro che parlare 24/7 di Binotto. Una cosa la vorrei dire: ho visto vari altri team principal venire messi da parte dalla Ferrari, ma non ricordo una simile caciara. Non so se ricordate Mattiacci, a suo tempo è venuto e poi andato senza che neanche la gente se ne accorgesse, non mi dispiacerebbe tornare a quei vecchi tempi.
Ho l'impressione che, in questa epoca più di ogni altra, ci sia una grossa fetta di fanbase che sembra dare più peso ai singoli che né ai team, ma che la cosa stia degenerando di gran lunga. Voglio dire, ci sta che l'appassionato possa tifare per un pilota invece che per un team, ma qui mi sembra che si sia sfociati nel tifare per un team principal o tifargli contro, sulla base di teorie spesso e volentieri strampalate.
Non si fa altro che dire che i piloti vanno e vengono ma la Ferrari resta, ma allo stesso tempo i team principal divengono all'improvviso il fulcro della Ferrari stessa? Non capisco e, per quanto mi sforzo, continuo a non capire, allo stesso modo in cui non capisco la convinzione di quelli che pensano che l'uscita di scena significhi in primo luogo la vittoria sicura del mondiale nel 2023.

Ne sto leggendo di tutti i colori, da un lato binotters che stanno incensando il loro idolo del momento rendendolo unico artefice dei successi del quinquennio 2000/2004, incuranti del fatto che all'epoca in team principal fosse Todt e che le vetture dei tempi fossero opera dell'ex staff della Benetton che si era portato dietro Schumacher.
Dall'altro sto leggendo di antibinotters che dopo anni e anni passati a screditare Domenicali, Mattiacci e Arrivabene stanno arrivando ad affermare che prima di Binotto tutto andasse bene e che di fatto gli effetti della gestione Todt si siano sentiti in positivo fino al momento dell'arrivo di Binotto, svanendo nel nulla all'improvviso con la sua promozione a team principal.
Ciò che si attribuisce - nel male - a Binotto, ovvero arrivare secondi nel mondiale e una gestione bizzarra dei piloti, sembra essere nato all'improvviso nel 2019, un po' come se tutto ciò non fosse già un problema anche prima di lui.
E no, antibinotters, non sto "difendendo Binotto" come sicuramente direte, sto semplicemente facendo notare che Binotto ha sicuramente le sue responsabilità, ma sostituendo Binotto è difficile che magicamente la situazione cambi come dal giorno alla notte, quando di fatto nell'epoca della gestione Binotto si sono trascinate nel tempo (e magari peggiorate, perché no) le stesse problematiche già viste in precedenza.

Il problema, a mio parere, non è di per sé il secondo posto nel mondiale, quanto piuttosto che, da un certo momento in poi, il secondo posto nel mondiale sia stato decantato come l'obiettivo ultimo della squadra e addirittura festeggiato: festeggiare un secondo posto non è cosa che dovrebbe fare chi inizialmente puntava alla vittoria o addirittura ne sembrava sicuro. Festeggiare un secondo posto senza essere il "primo dei perdenti" significa poterlo fare come "primo degli outsider".
Una squadra come Alpine o McLaren avrebbe molto da festeggiare, in caso di secondo posto nel mondiale, Ferrari no, e a mio parere anche il messaggio che arrivare secondi nel mondiale piloti dovesse essere un obiettivo di pregio è stato un addentrarsi in un terrotorio che avrebbe dovuto rimanere inesplorato. Si è totalmente sdoganato il concetto che, se non si vince, allora l'obiettivo deve essere abbassato a non farsi portare via la seconda posizione.
Non so voi, ma sto iniziando a pensare che i tempi in cui, a parole, si perdeva il mondiale attribuendo il tutto alla sfortuna o alla fortuna eccessiva degli avversari o si sosteneva che il mondiale si sarebbe vinto a luglio, se a luglio Vettel non fosse andato a verniciare muri a Hockenheim, non fossero poi così male. Quantomeno nessuno esaltava i propri insuccessi, al massimo faceva il passare un concetto tipo "abbiamo perso, ma abbiamo la storia e il nome, che gli altri non hanno, quindi tutti si ricorderanno di noi".

Vogliamo poi parlare della gestione dei piloti, tacciato di essere il Problema Unico di Binotto, perché non attribuisce ruoli ben definiti come c'erano prima di lui? Non so voi, ma a me pare che, per quanto ci fossero ruoli anche ben definiti, venissero spesso e volentieri attribuiti un tantino a caso.
Vogliamo parlare di Raikkonen, che aveva vinto il campionato nel 2007 e per quanto deludente nel tardo 2008, aveva pur sempre vinto il titolo con la Ferrari, per poi essere messo alla porta di punto in bianco per ingaggiare al suo posto Alonso? E vogliamo parlare di Massa che nel 2008 era andato vicino a vincere il mondiale e poi è stato trasformato di punto in bianco nello zerbino di Alonso?
Oppure vogliamo parlare di quando Massa se n'è andato, che in qualità di zerbino di Alonso è stato ingaggiato di nuovo Raikkonen, ex campione del mondo con i colori della Ferrari solo pochi anni prima? E che, quando Alonso se n'è andato, Raikkonen invece di assumere un ruolo di maggiore spessore, è stato relegato a seconda guida di Vettel?
O magari vogliamo parlare di quando è arrivato Leclerc e, di punto in bianco, si è deciso che un pluricampione del mondo come Vettel doveva fare da numero due a un ragazzino a cui doveva ancora spuntare la barba? E magari lo si è anche criticato quando si è rifiutato di farlo, al punto da considerarlo l'unica rovina della Ferrari?

So che c'era già Binotto quando è accaduta l'ultima cosa che ho citato, ma era giusto per dire che mi sembra un po' assurdo pretendere che magicamente al giorno d'oggi tutto funzioni a meraviglia nella gestione piloti, quando almeno dal 2009 a questa parte succedono cose abbastanza strane o improbabili da questo punto di vista, senza mai fare una scelta radicale, come ad esempio sarebbe ingaggiare un line-up interamente nuova, in cui uno dei due piloti possa essere considerato una prima guida naturale in nome dei successi passati ottenuti presso altre squadre (e magari portarsi gente vincente da altre squadre), piuttosto che dovere fare passare il concetto che lo status di prima guida si attribuisce per predestinazione divina o per dimensioni dell'ala mobile.
Vedo molta gente festeggiare perché "l'arrivo di un nuovo team principal metterà Leclerc al centro del progetto", ma mi sembra che ci si stia focalizzando troppo su Leclerc e troppo poco sul progetto al centro del quale dovrebbe essere messo. Se la direzione che si prenderà sarà orientata al concetto che Leclerc sia il miglior pilota quindi con lui si vince per forza, non penso che sia tanto diverso da quando si pensava che per vincere il titolo bastasse Vettel o Alonso, e che quelli che costruivano la migliore macchina erano degli usurpatori che non meritavano i loro titoli. Eliminare una figura che viene incensata e iniziare a incensarne un'altra, non mi sembra un salto di qualità così tanto geniale e mai visto prima come lo si dipinge.

SINTESI DEL POST: vedo molta gente che dice che non si vince senza Binotto e molta gente che dice che si vince di sicuro senza Binotto, ma la realtà dei fatti è che per ora l'unica cosa appurata è che non si vince. Per invertire la tendenza bisogna fare tanto, e né portare su un piedistallo le persone né il demonizzarle, di per sé, può fare molto. C'è da lavorare diversamente da come si è lavorato finora, non solo nell'epoca della gestione Binotto, senza dovere necessariamente cercare di replicare l'epoca di Todt, Brawn e Schumacher. Non ci sono né Todt, né Brawn, né Schumacher. Ci sono altre persone a cui bisogna attribuire dei ruoli e i ruoli dovrebbero essere coerenti con quello che sono loro, non con quello che erano altri prima di loro. La Ferrari può farlo? Per quello che si è visto ora, ho un po' di dubbi.

martedì 28 giugno 2022

Motori rotti, paperi, cyborg e vecchi pensionati // GP Europa 2012 - Valencia

Qualche giorno fa è stato il decimo anniversario del GP d'Europa 2012 e ho anche scritto un post in proposito. Tuttavia quella sera stessa ho rivisto il gran premio con telecronaca Rai (trovato su Youtube) e mi sembra doveroso scrivere un altro post in proposito, per raccontarvi la gara per come l'ho percepita al giorno d'oggi e per fare alcune valutazioni su quanto accaduto quel giorno a Valencia, circuito presente in Formula 1 proprio dal 2008 e caratteristico per delle gare non propriamente movimentate, che quel giorno, nella sua ultima presenza nel mondiale, ci ha offerto invece una gara alquanto movimentata. Certo, almeno una parte dei duelli e dei sorpassi a cui abbiamo assistito sono stati resi possibili dal fatto che ci fosse una grande differenza di prestazioni tra gomma fresca e gomma usurata, ma ogni epoca ha le sue pecche e tutto sommato mi sembra un male decisamente minore, dato che stiamo parlando di un'epoca storica non c'era un'effettiva superiorità molto marcata di certe vetture rispetto alle altre.


Sebastian Vettel e Lewis Hamilton partono uno accanto all'altro in prima fila, mentre dietro di loro ci sono due giovani promettenti e scalmanati: Pastor Maldonado su Williams e Romain Grosjean su Lotus che precede il compagno di squadra Kimi Raikkonen, affiancato alla Mercedes di Nico Rosberg. La top-ten è completata dalla Sauber di Kamui Kobayashi e dalle Force India in ottava e decima posizione con la McLaren di Jenson Button che si trova nona in mezzo a Nico Hulkenberg e Paul Di Resta. Nessuna delle due Ferrari ha avuto accesso in top-ten, Fernando Alonso e Felipe Massa sono rispettivamente 11° e 13°, con in mezzo a loro la Mercedes di Michael Schumacher. Il grosso colpo di scena, comunque, è arrivato quando in Q1 Mark Webber è stato messo fuori gioco dalla Caterham di Heikki Kovalainen ritrovandosi a partire quindi solo 19°. Sono in totale 23, invece delle solite 24, le vetture che scendono in pista: la Marussia schiera una sola vettura in quanto Timo Glock ha problemi intestinali.

La gara prevede 57 giri e inizia in modo abbastanza calmo: Vettel mantiene la posizione davanti a Hamilton, mentre Grosjean precede Kobayashi, Maldonado e Raikkonen con le Force India di Hulkenberg e Di Resta che tengono dietro rispettivamente le Ferrari di Alonso e Massa. Più indietro ci sono le Mercedes, mentre Button ha perso diverse posizioni. Vettel inizia a scappare, mentre Hamilton mantiene la seconda posizione per otto giri. Dietro di lui Grosjean è piuttosto scatenato e sembra avere le gomme in condizioni migliori, si appropria quindi della seconda piazza ed è lui a lanciarsi all'inseguimento di Vettel, che tuttavia al momento ha un vantaggio tale che offre una certa tranquillità. Nel frattempo per i piloti partiti sulle gomme di mescola più morbida - sono due le mescole scelte dalla Pirelli per ogni gran premio, nel 2012, e bisogna alternarle nel corso della gara - iniziano a rientrare. Nella top-ten Massa dovrebbe essere il primo di questi. Non che sia importante per la gara, ma ne riparleremo tra un po'.

C'è un certo grado di confusione, nei giri che seguono, in quanto si trovano piloti che devono ancora fermarsi e piloti già fermati ai box tutti rimescolati, con quelli che si devono ancora fermare che intoppano e quelli già fermati che cercano di recuperare posizioni. Dopo la prima sosta i primi otto dovrebbero essere  Vettel, Grosjean, Hamilton, Alonso, Raikkonen, Maldonado, Massa e Hulkenberg. Kobayashi, in una buona posizione nel primo stint di gara, al 19° giro si ritrova coinvolto in un incidente con la Williams di Bruno Senna. I due, dopo essersi girati, riescono a rimettersi nel verso giusto e a non intoppare neanche tanto. Kobayashi precipita indietro di diverse posizioni e Senna rientra ai box per una foratura. Ci tornerà in seguito per scontare un drive through in quanto riconosciuto colpevole dell'incidente - precipitando "penultimo" davanti a un immaginario pilota indicato dalla grafica come "Driver Name". Nel frattempo per alcuni piloti sta iniziando il secondo giro di pitstop: è il caso di Massa, che aveva anticipato la prima sosta.


Il giro successivo a quello del pitstop di Massa, Jean-Eric Vergne su Toro Rosso si appresta a superare la Caterham di Heikki Kovalainen. Succede tuttavia qualcosa di strano, Jev sembra spostarsi verso l'Angry Bird - ricordate il suo glorioso casco, vero? - e i due si toccano. Stavolta va un tantino peggio dal punto di vista di pezzi di vettura e detriti presenti. Viene quindi mandata in pista la safety car. La maggior parte dei piloti rientrano in regime di safety car. Non lo fa Daniel Ricciardo sull'altra Toro Rosso, né lo fanno le Mercedes e Webber. La safety car rimane in pista per cinque giri: si sta apprestando a rientrare quando accade un grosso colpo di scena, la vettura di Vettel rallenta per un evidente problema tecnico. È il 33° giro. Al restart è lotta tra Grosjean e Alonso, che si trovava terzo già al momento dell'ingresso della safety car, avendo effettuato qualche sorpasso su piloti già in difficoltà con le gomme. È il pilota Ferrari a spuntarla e Grosjean gli si incolla dietro come un'ombra. Nel frattempo succede un nuovo incidente.

Il colpevole stavolta è Kobayashi - così la pensa la direzione gara, che gli dà una penalità da scontare in griglia la volta successiva visto che si ritira per effetto dell'incidente stesso - che sperona Massa. La gara di quest'ultimo prosegue con una foratura, una sosta ai box e un ritorno in pista nelle retrovie. Nel frattempo Ricciardo deve fermarsi ai box per la seconda sosta. Esce dietro ad alcune vetture dei nuovi team, una delle quali è la Caterham di Vitaly Petrov, con il quale avrà in seguito un contatto. Per la seconda volta nel corso della gara ci sarà quindi un incidente tra una Toro Rosso e una Caterham. La gara proseguirà per entrambi e non ci saranno grossi intoppi. Torniamo quindi a noi, Alonso, Grosjean, Hamilton e Raikkonen sono i primi quattro nei giri immediatamente successivi all'uscita di scena della safety car, con Schumacher e Webber momentaneamente alle loro spalle. Come già specificato, tuttavia, non si sono fermati ai box in regime di safety car e Maldonado attende la loro sosta per risalire quinto.

C'è un ulteriore plot twist al 40° giro: ci sono problemi anche per Grosjean che, mentre si trova in seconda posizione, è costretto ad abbandonare. Risale secondo Hamilton, terzo Raikkonen e quarto Maldonado. Schumacher e Webber, intanto, dopo la loro sosta ai box girano piuttosto veloci, così come succederà a Rosberg quando qualche giro più tardi si fermerà a sua volta ai box. Dopo il ritiro di Grosjean, Alonso sembra non avere concorrenza diretta. Il suo ingegnere Andrea Stella, tuttavia, gli dà una comunicazione che può apparire quasi inquietante: visti i tempi che fanno, Schumacher e Webber potrebbero raggiungerlo prima della fine della gara. Tuttavia avrebbero una decina di sorpassi da effettuare, quindi si rimane molto nel teorico. Mentre la gara si avvicina al finale, Schumacher con Webber negli scarichi si apprestano a raggiungere le Force India, nella parte pià bassa della top-ten, per il momento. Nel frattempo continuano le peripezie di Massa.

Al 52° giro, dopo avere subito un sorpasso da Petrov, rientra ai box per una nuova sosta, perdendo alcune posizioni e ritrovandosi dietro alla Marussia di Charles Pic e alla HRT di Pedro De La Rosa, precedendo il solo Narain Karthikeyan. A fine gara riuscirà ad arrivare 16°, precedendo entrambe le HRT e la sua posizione al traguardo è stata spesso utilizzata per affermare che Alonso abbia vinto questa gara con una monoposto da retrovie. Oppure per affermare che il gap tra i due fosse così abissale che Massa arrivava ultimo con una monoposto da vittoria. O entrambe le cose contemporaneamente, per non farsi mancare nulla. Anch'io per anni ho pensato che questa fosse la peggiore gara della carriera di Massa. A rivedermela, però, non direi: Massa è precipitato nelle retrovie per una serie di eventi sfortunati, di nessuno dei quali è stato direttamente responsabile. Ha prima perso molte posizioni perché è stato uno dei pochi a fermarsi prima della safety car, poi è stato speronato da Kobayashi.

Su quali fossero le condizioni della sua vettura dopo l'incidente con Kobayashi, nessuno ci ha illuminato in proposito, ma mi viene seriamente da pensare che, se Massa è stato superato da Petrov sulla Caterham - lo ripeto, da Petrov, ma soprattutto, lo ripeto, su una Caterham... una Caterham, che per giunta aveva superato a sua volta un incidente - è molto difficile pensare che la sua vettura non avesse riportato alcun danno. Prima che questa serie di eventi sfortunati iniziasse, si trovava lì lì con Hulkenberg, che ha concluso la gara in quinta posizione. Non sapremo mai cosa sarebbe successo se tutto fosse andato bene, ma un quinto/ sesto posto potrebbe essere stato alla sua portata, il che è ovviamente ben inferiore alla performance piuttosto straordinaria di Alonso, ma lo renderebbe un potenziale risultato abbastanza normale in un contesto in cui tanti team erano vicini gli uni agli altri. Mi viene spontaneo pensare, a questo punto, che in nome dell'alonsismo sfrenato si sia spesso ridicolizzata anche più del dovuto la figura del suo compagno di squadra.

Torniamo a noi e al finale scoppiettante che ancora ci aspetta: Hamilton infatti accusa problemi e sembra non essere in grado di mantenere la seconda posizione. Raikkonen gli è ormai giunto negli scarichi e poi lo supera. Siamo al 55° giro e la gara di Hamilton sembra destinata a concludersi neanche con un terzo posto, ma proprio giù dal podio, verosimilmente in quarta posizione. Maldonado ha altri programmi per lui e per sé stesso e, invece di superarlo come si deve, finisce per speronarlo. La gara di Hamilton finisce nelle barriere, quella di Maldonado vagando con la vettura danneggiata e perdendo posizioni random. Abbiamo un terzo posto praticamente vacante e Hulkenberg potrebbe aggiudicarselo. Schumacher e Webber, tuttavia, hanno altri piani e lo superano uno dopo l'altro - praticamente stanno facendo gara a coppia fin dalle prime battute. Mancano due giri a questo punto e Alonso e Raikkonen sono ciascuno per i fatti suoi, relativamente sicuri del risultato. Tra Schumacher e Webber il gap è piccolo, ma è il pilota Mercedes a spuntarla.


Hulkenberg arriva quinto, pensando che un giorno anche per lui arriverà il momento del podio, mentre la rimonta di Rosberg, paragonabile a quella del duo Schumacher/ Webber si conclude con una sesta posizione davanti a Di Resta. Seguono la McLaren di Jenson Button e la Sauber di Sergio Perez. Maldonado riesce a chiudere la gara in decima piazza ma viene penalizzato per avere innescato l'incidente con Hamilton. Il decimo posto va quindi a Bruno Senna e Maldonado giunge 12° alle spalle anche di Ricciardo. Dietro di lui si classificano Petrov, Kovalainen, Pic, Massa, De La Rosa e Karthikeyan. Alonso è il primo pilota a ottenere una seconda vittoria nella stagione 2012: le prime sette gare hanno avute tutte sette vincitori diversi. Siamo in un momento della stagione in cui fare previsioni per il mondiale è ancora avventato e infatti non ne facciamo. Ci limitiamo a pensare a quanto sia stata piena di colpi di scena questa gara e a quanto il risultato finale fosse difficile da ipotizzare all'inizio.

Alonso fa un giro d'onore in grande stile con tanto di gesto delle papere, flag lap e poi addirittura rimane fermo lungo il tracciato venendo poi scarrozzato dalla medical(?) car. Nel frattempo Raikkonen e Schumacher sono già nel retro del podio e conversano amabilmente con Andrea Stella, rappresentante della Ferrari sul podio. Il video finisce con il podio e con una conferenza stampa in cui vengono dette anche cose illuminanti. Se qualcuno ci avesse detto in anticipo che Michael Schumacher avrebbe affermato che il modo migliore di finire sul podio era finirci a sorpresa, forse non gli avremmo creduto. Però, in effetti, a pensarci ha senso e si collega molto a quello che ho scritto nel mio post del giorno dell'anniversario. A volte la vera trasformazione non è quella in cui un outsider diviene finalmente un pluricampione del mondo. È piuttosto quella in cui un pluricampione del mondo diviene finalmente un outsider e, in quanto tale, forse la prima volta nella sua carriera è in grado di apprezzare i risultati da outsider.


domenica 13 febbraio 2022

Felipe Massa e Timo Glock: la strana coppia della Corrida das Duplas

Alle cose serie ci possiamo pensare la prossima settimana, quando inizierà il campionato di Stock Car Brasil con la Corrida das Duplas, scrivevo qualche giorno fa, ed è arrivato questo momento, e penso che dovrò iniziare dall'inizio. specifico credo che dovrò iniziare dal 2008, quando il fanbase era molto diverso e c'era meno la possibilità che il tifoso medio potesse diventare un ultras con un grande seguito. Ai tempi in cui il tifoso medio era semplicemente un tifoso medio, ci fu un campionato di Formula 1 che rimase aperto fino all'ultima curva. I piloti che lottavano per il mondiale, quel giorno a Interlagos, erano Felipe Massa che si trovava in testa e Lewis Hamilton che si trovava sesto ma aveva necessariamente bisogno di un quinto posto per diventare campione del mondo. Sapete tutti come andò a finire e penso possiate immaginare che ci sono persone per cui non è finita, forse anche persone che nel 2008 a malapena erano nate e sicuramente da tante persone che non seguivano la Formula 1.

Molti ferraristi hanno infatti dimenticato quegli eventi da molti anni, forse convinti che i veri mondiali da vincere fossero altri. Felipe Massa non è visto come un mancato campione del mondo, quanto piuttosto una fase di passaggio, uno che stava lì per caso, in attesa della venuta di altri, uno che era stato piazzato lì in attesa di compiere il proprio destino, diventare un pilota da zona punti medio/bassa al volante di una Williams sponsorizzata Martini. La sua storia, i fatti che accaddero quel giorno in Brasile, ormai sono diventati decontestualizzati, citati a caso, talora da gente desiderosa di affermare che i titoli del pilota random valgono più di quelli di Lewis Hamilton. La storia di quei giorni è diventata ufficialmente la storia di altri, ma rimane al contempo la storia di colui che non si libererà mai delle ombre che gli hanno cucito addosso: costui è Timo Glock, che alla Juncão all'ultimo giro fu costretto a cedere la sua quinta piazza (così hanno detto, in realtà era quarto).

Guidava sotto al diluvio su gomne slick e l'unica ragione per cui stava davanti a Hamilton era l'azzardo di arrivare in fondo senza cambiare gomme. Aveva sperato che la pioggia calasse, invece la pioggia era aumentata, all'ultimo giro. Gli onboard mostrano una realtà che una certa retorica ha negato per anni e tuttora nega: Glock era un pilota che all'improvviso si venne a trovare nel posto sbagliato al momento sbagliato, uno che con una strategia azzardata aveva creduto di recuperare posizioni e invece stava annaspando nell'acqua su gomme da asciutto, quasi impossibilitato a tenere la vettura in pista. Non solo, era anche destinato, suo malgrado, a scrivere indirettamente la storia del mondiale 2008, nonostante ci fosse già qualcuno che, proprio come lui, si era ritrovato in quel ruolo pochi minuti prima. Glock era destinato a diventare l'unico ad essere ricordato per quei fatti... e lo è tuttora, anche adesso che ha fatto il guest driver di Massa.

Maslock? Glassa? Non saprei dire quale ship name mi convinca di più, forse Glassa. Avevano rilasciato un'intervista insieme in un servizio TV mesi fa in occasione del GP del Brasile, e pare che proprio in quell'occasione Massa abbia fatto la proposta: fare la Corrida das Duplas insieme. Si tratta storicamente di una gara in cui due piloti, il titolare e un pilota "ospite" si alternano sulla stessa vettura. Con il format attuale, a due gare che avvengono una dopo l'altra con reverse grid dei primi dieci, lo switch avviene tra una gara e l'altra, la prima riservata ai titolari, la seconda riservata ai guest driver. Secondo gli articoli che ho letto Massa, nella prima gara, viaggiava in decima posizione, quando il cambio l'ha abbandonato al penultimo giro. Se avesse concluso la gara decimo, Glock sarebbe partito dalla pole in quella successiva, invece tutto ciò che ha fatto è stato guardare Massa con aria desolata, mentre questo rientrava ai box a piedi.

Glock ha chiuso la giornata con un DNS, perché la seconda gara era imminente e non c'era tempo per sistemare la vettura: un finale da sensazioni contrastanti, ma che racchiude comunque una bella storia, ricordandoci che spesso le polemiche del fanbase non sono quelle dei piloti e che diamo peso a eventi a cui i piloti danno meno peso rispetto a quanto gliene possiamo dare noi. Un finale da sensazioni contrastanti per varie ragioni, una delle quali la dinamica degli eventi, il luogo in cui è successo: il cambio della vettura di Massa avrebbe potuto lasciarlo a piedi ovunque, ma l'ha lasciato a piedi proprio alla Juncão, la curva in cui tredici anni fa Glock si arrese alla pioggia lasciandosi superare dai piloti che aveva dietro (sì, tra Glock e Hamilton ce n'era un altro, che ugualmente superò Glock, ma credo sia meglio soprassedere). Sarebbe stato bello avere un happy ending per questa partnership, ma dopotutto anche vedere i Glassa nello stesso team per un weekend, al di là del risultato, può essere considerato un happy ending.