giovedì 1 dicembre 2022

Ora che non c'è più Binotto si vince di sicur-... ah, già, probabilmente no

Carissimi team principal che a inizio stagione promettono il mondiale vinto a luglio e a luglio promettono che si arriva secondi anche l'anno prossimo, credo sia doveroso parlare della vicenda legata alle dimissioni di Mattia Binotto. Non parlerò, tuttavia, prevalentemente delle mie impressioni a proposito dell'allontanamento di Binotto, questione alla quale ovviamente dedicherò un po' di spazio altrimenti non sarebbe servito scriverci un post.
Inizierò dunque da questo: credo che i quattro anni di Binotto come team principal si possano definire quantomeno deludenti e il fatto che gli si attribuisca come principale merito quello di avere messo a piedi Vettel la dice lunga. Al di là del fatto che approvo in pieno lo split Vettel/ Ferrari e che a mio parere avrebbe dovuto avvenire anche prima, ma questo c'entra ben poco, si è passati dal non vincere il mondiale con Vettel a non vincere il mondiale senza Vettel. A conti fatti, non ci vedo tutta questa differenza.
In sintesi: ci sta assolutamente che Binotto venga sostituito da qualcun altro, visto l'andazzo generale non mi pare uno scandalo. Certo, se fossi un ferrarista doc non stapperei lo spumante così, a caso, senza sapere cosa verrà dopo, ma quantomeno considererei l'uscita di scena del team principal con cui non si è vinto il mondiale una sorta di progressione naturale.

Mi soffermerei invece di più su come sia stata gestita la faccenda. Pare che l'indiscrezione della rimozione di Binotto dalla figura di team principal sia stata uscita prima del GP di Abu Dhabi e, senza nessuna conferma, varie testate giornalistiche abbiano iniziato a fare dei proclami dandola per certa, così come la sua sostituzione con Vasseur.
La Ferrari ha smentito, sostenendo che Binotto non sarebbe stato sostituito da Vasseur, e apparentemente su Sky Italia, Alesi avrebbe fatto un'invettiva contro le presunte "fake news" della Gazzetta dello Sport, venendo inizialmente messo su un piedistallo dall'intero fanbase.
Poi, alla fine della scorsa settimana, per l'esattezza venerdì pomeriggio, è uscita di nuovo la notizia delle dimissioni di Binotto, date per certe nonostante non ci fosse ancora un comunicato ufficiale, e si parlava di questione di poche ore prima della conferma ufficiale.
Le poche ore in questione sono state circa settantadue con tanto di fanbase che adesso dava addosso ad Alesi, tacciandolo di screditare la stampa. Lunedì sulla Gazzetta dello Sport è apparso anche un trafiletto in cui Alesi veniva messo a tacere sostenendo che non aveva vinto abbastanza per parlare, trafiletto al quale Alesi ha risposto sui social. Era un po' come stare al bar, ma a peggiorare la situazione c'era chi si scagliava contro la Gazzetta e chi contro Alesi.

Si stavano varcando abbondantemente i confini dello sport e si stava invadendo la terra del trash, ma il tutto in un contesto in cui da dieci giorni a questa parte ormai l'intero fanbase di Twitter non fa altro che parlare 24/7 di Binotto. Una cosa la vorrei dire: ho visto vari altri team principal venire messi da parte dalla Ferrari, ma non ricordo una simile caciara. Non so se ricordate Mattiacci, a suo tempo è venuto e poi andato senza che neanche la gente se ne accorgesse, non mi dispiacerebbe tornare a quei vecchi tempi.
Ho l'impressione che, in questa epoca più di ogni altra, ci sia una grossa fetta di fanbase che sembra dare più peso ai singoli che né ai team, ma che la cosa stia degenerando di gran lunga. Voglio dire, ci sta che l'appassionato possa tifare per un pilota invece che per un team, ma qui mi sembra che si sia sfociati nel tifare per un team principal o tifargli contro, sulla base di teorie spesso e volentieri strampalate.
Non si fa altro che dire che i piloti vanno e vengono ma la Ferrari resta, ma allo stesso tempo i team principal divengono all'improvviso il fulcro della Ferrari stessa? Non capisco e, per quanto mi sforzo, continuo a non capire, allo stesso modo in cui non capisco la convinzione di quelli che pensano che l'uscita di scena significhi in primo luogo la vittoria sicura del mondiale nel 2023.

Ne sto leggendo di tutti i colori, da un lato binotters che stanno incensando il loro idolo del momento rendendolo unico artefice dei successi del quinquennio 2000/2004, incuranti del fatto che all'epoca in team principal fosse Todt e che le vetture dei tempi fossero opera dell'ex staff della Benetton che si era portato dietro Schumacher.
Dall'altro sto leggendo di antibinotters che dopo anni e anni passati a screditare Domenicali, Mattiacci e Arrivabene stanno arrivando ad affermare che prima di Binotto tutto andasse bene e che di fatto gli effetti della gestione Todt si siano sentiti in positivo fino al momento dell'arrivo di Binotto, svanendo nel nulla all'improvviso con la sua promozione a team principal.
Ciò che si attribuisce - nel male - a Binotto, ovvero arrivare secondi nel mondiale e una gestione bizzarra dei piloti, sembra essere nato all'improvviso nel 2019, un po' come se tutto ciò non fosse già un problema anche prima di lui.
E no, antibinotters, non sto "difendendo Binotto" come sicuramente direte, sto semplicemente facendo notare che Binotto ha sicuramente le sue responsabilità, ma sostituendo Binotto è difficile che magicamente la situazione cambi come dal giorno alla notte, quando di fatto nell'epoca della gestione Binotto si sono trascinate nel tempo (e magari peggiorate, perché no) le stesse problematiche già viste in precedenza.

Il problema, a mio parere, non è di per sé il secondo posto nel mondiale, quanto piuttosto che, da un certo momento in poi, il secondo posto nel mondiale sia stato decantato come l'obiettivo ultimo della squadra e addirittura festeggiato: festeggiare un secondo posto non è cosa che dovrebbe fare chi inizialmente puntava alla vittoria o addirittura ne sembrava sicuro. Festeggiare un secondo posto senza essere il "primo dei perdenti" significa poterlo fare come "primo degli outsider".
Una squadra come Alpine o McLaren avrebbe molto da festeggiare, in caso di secondo posto nel mondiale, Ferrari no, e a mio parere anche il messaggio che arrivare secondi nel mondiale piloti dovesse essere un obiettivo di pregio è stato un addentrarsi in un terrotorio che avrebbe dovuto rimanere inesplorato. Si è totalmente sdoganato il concetto che, se non si vince, allora l'obiettivo deve essere abbassato a non farsi portare via la seconda posizione.
Non so voi, ma sto iniziando a pensare che i tempi in cui, a parole, si perdeva il mondiale attribuendo il tutto alla sfortuna o alla fortuna eccessiva degli avversari o si sosteneva che il mondiale si sarebbe vinto a luglio, se a luglio Vettel non fosse andato a verniciare muri a Hockenheim, non fossero poi così male. Quantomeno nessuno esaltava i propri insuccessi, al massimo faceva il passare un concetto tipo "abbiamo perso, ma abbiamo la storia e il nome, che gli altri non hanno, quindi tutti si ricorderanno di noi".

Vogliamo poi parlare della gestione dei piloti, tacciato di essere il Problema Unico di Binotto, perché non attribuisce ruoli ben definiti come c'erano prima di lui? Non so voi, ma a me pare che, per quanto ci fossero ruoli anche ben definiti, venissero spesso e volentieri attribuiti un tantino a caso.
Vogliamo parlare di Raikkonen, che aveva vinto il campionato nel 2007 e per quanto deludente nel tardo 2008, aveva pur sempre vinto il titolo con la Ferrari, per poi essere messo alla porta di punto in bianco per ingaggiare al suo posto Alonso? E vogliamo parlare di Massa che nel 2008 era andato vicino a vincere il mondiale e poi è stato trasformato di punto in bianco nello zerbino di Alonso?
Oppure vogliamo parlare di quando Massa se n'è andato, che in qualità di zerbino di Alonso è stato ingaggiato di nuovo Raikkonen, ex campione del mondo con i colori della Ferrari solo pochi anni prima? E che, quando Alonso se n'è andato, Raikkonen invece di assumere un ruolo di maggiore spessore, è stato relegato a seconda guida di Vettel?
O magari vogliamo parlare di quando è arrivato Leclerc e, di punto in bianco, si è deciso che un pluricampione del mondo come Vettel doveva fare da numero due a un ragazzino a cui doveva ancora spuntare la barba? E magari lo si è anche criticato quando si è rifiutato di farlo, al punto da considerarlo l'unica rovina della Ferrari?

So che c'era già Binotto quando è accaduta l'ultima cosa che ho citato, ma era giusto per dire che mi sembra un po' assurdo pretendere che magicamente al giorno d'oggi tutto funzioni a meraviglia nella gestione piloti, quando almeno dal 2009 a questa parte succedono cose abbastanza strane o improbabili da questo punto di vista, senza mai fare una scelta radicale, come ad esempio sarebbe ingaggiare un line-up interamente nuova, in cui uno dei due piloti possa essere considerato una prima guida naturale in nome dei successi passati ottenuti presso altre squadre (e magari portarsi gente vincente da altre squadre), piuttosto che dovere fare passare il concetto che lo status di prima guida si attribuisce per predestinazione divina o per dimensioni dell'ala mobile.
Vedo molta gente festeggiare perché "l'arrivo di un nuovo team principal metterà Leclerc al centro del progetto", ma mi sembra che ci si stia focalizzando troppo su Leclerc e troppo poco sul progetto al centro del quale dovrebbe essere messo. Se la direzione che si prenderà sarà orientata al concetto che Leclerc sia il miglior pilota quindi con lui si vince per forza, non penso che sia tanto diverso da quando si pensava che per vincere il titolo bastasse Vettel o Alonso, e che quelli che costruivano la migliore macchina erano degli usurpatori che non meritavano i loro titoli. Eliminare una figura che viene incensata e iniziare a incensarne un'altra, non mi sembra un salto di qualità così tanto geniale e mai visto prima come lo si dipinge.

SINTESI DEL POST: vedo molta gente che dice che non si vince senza Binotto e molta gente che dice che si vince di sicuro senza Binotto, ma la realtà dei fatti è che per ora l'unica cosa appurata è che non si vince. Per invertire la tendenza bisogna fare tanto, e né portare su un piedistallo le persone né il demonizzarle, di per sé, può fare molto. C'è da lavorare diversamente da come si è lavorato finora, non solo nell'epoca della gestione Binotto, senza dovere necessariamente cercare di replicare l'epoca di Todt, Brawn e Schumacher. Non ci sono né Todt, né Brawn, né Schumacher. Ci sono altre persone a cui bisogna attribuire dei ruoli e i ruoli dovrebbero essere coerenti con quello che sono loro, non con quello che erano altri prima di loro. La Ferrari può farlo? Per quello che si è visto ora, ho un po' di dubbi.

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