giovedì 30 settembre 2021

Derek Warwick, l'attention seeker fuori contesto: GP Gran Bretagna - Brands Hatch 1982

Riprendiamo il nostro viaggio nel cuore dei gran premi vintage e stavolta ne ho scelto rigorosamente uno in cui a un certo punto c'è stato un attention seeker che ha cercato di scrivere la storia di questa gara. L'ho trovato con telecronaca brasiliana di Galvao Bueno e Reginaldo Leme e tutto sommato sono contenta di averlo trovato in questa versione, dal momento che c'è stata anche una comparsa epica che poteva fare una perfetta coppia con l'outsider attention seeker che ho già citato poco fa. Prima, però, credo sia meglio dare un po' di contesto: siamo nel corso della stagione 1982, è da poco iniziata la seconda parte del mondiale e in genere succede che le Renault partono davanti ma poi rompono il motore in gara e vince gente a caso. Stavolta, però, la pole position se la aggiudica Keke Rosberg su Williams bianco-verde... che nel giro di formazione rimane fermo e sarà costretto a partire dal fondo della griglia. Se ho ben capito, Galvao Bueno afferma che secondo un pronostico altresì noto come "gufata" di Jody Scheckter, Rosberg era il favorito per la vittoria, mentre al secondo posto tra i favoriti ha messo Nelson Piquet.

Il pilota della Brabham si è qualificato terzo dietro al compagno di squadra Riccardo Patrese, la cui vettura si spegne al momento della partenza e viene colpita dalla Renault di René Arnoux, incidente che coinvolge a livello minore anche la Toleman di Teo Fabi, provocando tre ritiri già al via. Piquet si prende quindi la prima posizione e inizia ad allungare: la Brabham sta tentando una strategia con rifornimento a metà gara, quindi deve staccare di parecchio gli inseguitori se vuole avere qualche chance di tornare in testa all'uscita dei box. La sua gara, tuttavia, durerà solo dieci giri, quando poi sarà costretto al ritiro per un guasto, cosa che sembra ripetersi nel tempo e che non sia solo una prerogativa di questo evento. I telecronisti brasiliani sono tuttavia convinti che possa lottare per il mondiale dove staziona al sesto posto il che sembra assurdo, ma alla fine, considerato l'andamento totalmente random del campionato, forse il discorso è meno insensato di quanto potrebbe sembrare, anche perché in questo momento in testa alla classifica c'è John Watson.

La gara del pilota della McLaren non dura molto a lungo. Si ritira dopo avere completato due giri, finendo in testacoda mentre cerca di evitare un incidente di altri. Gli altri sono nello specifico Jean-Pierre Jarier (Osella) e Chico Serra (Copersucar). Aggiungo che, contrariamente a quanto credevo, il nome "Chico" non si pronuncia alla spagnola, quando piuttosto una cosa tipo "Scico"/"Shico". Aggiungo anche che il suo incidente ha dei risvolti molto in stile Taki Inoue. La dinamica dovrebbe essere più o meno questa: Jarier ha perso una ruota ed è andato a sbattere, Serra sbatte quindi contro Jarier, spicca il volo e poi va a sbattere. Sceso dalla vettura, o si accascia a terra oppure inciampa e cade, le inquadrature non sono ben chiare, e a quel punto rischia di essere investito dall'ambulanza sopraggiunta a soccorrerlo. Insomma, si può dire che siano stati primi giri alquanto turbolenti e per i ritirati delle prime fasi di gara non è ancora finita, anche se il ritiro successicvo accade con maggiore livello di anonimato: esce di scena anche Roberto Guerrero (Ensign), ma per un banale guasto al motore.

Tornando a noi, il nostro flashforward è arrivato poco fa al ritiro di Piquet, che lascia quindi strada libera a Niki Lauda (McLaren) e probabilmente si rifugia ai box ad attendere che arrivi qualcuno di interessante con cui giocare a briscola. Una ventina di giri più tardi rientrerà ai box una Lotus destinata al ritiro, quella di Nigel Mansell. Mi viene da pensare che Piquet possa finalmente trovare qualcuno con cui giocare a carte. Spero che durante la partita non faccia osservazioni del tipo "tua moglie è una racchia", altrimenti rischia che l'altro gli tiri l'intero mazzo di carte sul naso. Questo però è irrilevante in confronto a quello che succede in pista, dove Lauda sta staccando tutto e tutti mettendo secondi su secondi tra sé e le vetture più vicine, dove "vicine" è un eufemismo. Chissà dove sono finiti i suoi detrattori che prima dell'inizio della stagione sostenevano che non avrebbe combinato niente di buono e che un V3KkYaCçY0 come lui (età: 33 anni, la stessa che io ho attualmente, quindi anch'io in teoria dovrei essere una vecchiahhhh pensionatahhhh) faceva meglio a rimanere ritirato.

Adesso però viene il bello, il momento clou della gara, quello per cui ho scelto di inserirla nei miei "must watch" e a cui dedicare un apposito post. C'è un pilota, infatti, che sta risalendo la zona punti senza grosse difficoltà, superando tutti stando in bilico su due ruote. Si tratta di un pilota che a inizio stagione non si qualificava neanche e che guida una carriola che ha perso il suo main sponsor. È Derek Warwick, quella vettura era sponsorizzata Candy (quel famoso Candy che sbuca fuori come una cavalletta su varie monoposto e sui tabelloni pubblicitari di vari circuiti), ma non ha più quello sponsor. Si tratta di una Toleman, la scuderia degli attention seeker per eccellenza, che tanto per precisare ha sede a Enstone ed è diventata nel corso del tempo Benetton, Renault, Lotus, di nuovo Renault e poi Alpine. Poi c'è il colpo di scena epico: arriva un ospite - che si trova sul posto perché gareggia in una serie minore locale - ad affiancare Galvao Bueno e Reginaldo Leme al commento. Durante la gloriosa risalita di Derek Warwick, nientemeno che Ayrton Senna fa il proprio ingresso trionfale in telecronaca!

Non lo fanno parlare di Warwick, ma dell'incidente avvenuto nel primo tratto di gara, quello con l'emulo di Inoue, di cui Senna descrive la dinamica. Lo chiameranno ad affiancarli brevemente anche più tardi e ai tempi gli faranno domande sulla tenuta di strada delle monoposto verso fine gara e di quanto avere meno benzina a bordo possa compensare almeno in parte il declino delle performance, se ho ben capito. Ma tutto ciò non ha importanza, parliamo di Warwick e della sua scalata verso il successo. Ho detto che supera tutti stando in bilico su due ruote e difatti è più o meno così. Raggiunge e supera tutti a parte Lauda, staccando anche di parecchio le vetture che ha superato. Poi, a metà gara oltrepassata da pochi giri, rientra ai box e si ritira, ufficialmente per un guasto. Ufficiosamente sembra che la Toleman abbia escogitato la furbata di partire con il carico di benzina sufficiente a fare una quarantina di giri e gomme di mescola morbida per permettergli di essere, limitatamente nel tempo, più veloce di tutti quasi tutti gli altri, non per portare a casa un risultato, ma per guadagnare inquadrature televisive che possano attirare gli sponsor.

L'amara realtà dei fatti è quindi che Warwick, quando era secondo, non stava effettivamente lottando per il podio. Ad affiancare Niki Lauda sul suddetto podio saranno entrambi i piloti Ferrari, Didier Pironi e Patrick Tambay, mentre completeranno la zona punti Elio De Angelis (Lotus), Derek Daly (Williams) e Alain Prost (Renault). Come a smentire la teoria secondo cui tutte le gare del passato erano emozionanti e piene di movimento, con tanti duellihhhh e sorpassihhhh, una volta uscito di scena Warwick non succede esattamente nulla di degno di nota fino a qualcosa come due giri dalla fine e quasi tutte le vetture viaggiano a distanze abissali l'una dall'altra, almeno quelle inquadrate. Poi se la regia si è persa tutto inquadrando i piloti sbagliati non saprei. L'unico accenno di duello visibile è in ogni caso quello per la seconda posizione tra Pironi e De Angelis, ma Rosberg ha la "brillante" idea di rendere tutto ciò impossibile quando, dopo avere effettuato in corso della gara due pitstop, arriva dietro di loro e tenta di sdoppiarsi. Riesce però a superare solo De Angelis e rimane infilato per venti minuti buoni tra le due vetture.

Poi Rosberg si ritirerà, così come vari altri piloti in corso d'opera, tra cui le Ligier di Jacques Laffite ed Eddie Cheever, la Tyrrell di Michele Alboreto e la Arrows di Marc Surer. Anche Andrea De Cesaris (Alfa Romeo) si ritirerà a una decina di giri dalla fine, dopo avere stazionato in bassa zona punti. Va meglio anche se senza punti al suo compagno di squadra Bruno Giacomelli, che arriva settimo, precedendo Brian Henton (Tyrrell), Mauro Baldi (Arrows) la cui vettura va a fuoco durante l'ultimo giro e Jochen Mass (March). A sorpresa il giro più veloce lo porta a casa Henton, il che accanto alla risalita di Warwick poi "vanificata" dal suo ritiro, è il secondo dettaglio pittoresco di questo evento iniziato con un certo movimento, proseguito con piattezza, e in poi finalmente terminato con un po' di brio: De Angelis, infatti, verso fine gara inizia a perdere terreno - era ancora terzo a quel punto - e vede venirsi a formare dietro di lui un trenino formato da Tambay, Daly e Prost. Fortunatamente per lui la gara è quasi finita: soltanto Tambay riesce a superarlo e De Angelis termina la gara con Daly negli scarichi. Nel frattempo ormai tutti sembrano essersi sfortunatamente dimenticati del breve ma intenso exploit di Warwick.

mercoledì 29 settembre 2021

Indycar 2021: Gran Premio di Long Beach // Alex Palou vince il titolo

Nell'ultima domenica di settembre si chiude il campionato di Indycar e si chiude con la bellezza di ventotto vetture al via, con la stessa line-up già vista nei due eventi precedenti alla quale si aggiunge un solo pilota già visto in precedenza. Ci sono quattro Penske guidate da Josef Newgarden, Will Power, Simon Pagenaud e Scott McLaughlin, due Arrow McLaren guidate da Patricio O'Ward e Felix Rosenqvist, quattro Ganassi guidate da Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Ericsson e Jimmie Johnson e quattro Andretti guidate da Alexander Rossi, Colton Herta, James Hinchcliffe e Ryan Hunter-Reay.

Per quest'ultimo si tratta dell'ultima gara con il team, nel 2022 al suo posto ci sarà Romain Grosjean che per ora fa coppia con Ed Jones in Coyne. Takuma Sato e Graham Rahal sono ancora affiancati al team Rahal da Oliver Askew, mentre Max Chilton guida l'unica Carlin. Sebastien Bourdais, Dalton Kellett e Charlie Kimball fanno coppia per Foyt, Jack Harvey e Helio Castroneves per Shank, Conor Daly e Rinus Veekay corrono per Carpenter, mentre Callum Ilott guida l'unica vettura del team Juncos, comparso in corso d'opera e con il quale prenderà parte all'intera stagione 2022. Tra tutti i piloti citati è Kimball quello che non era presente agli ultimi due eventi finora disputati.

Lo scontro per il titolo è aperto tra lo spagnolo Alex Palou, il messicano Pato O'Ward e lo statunitense, già campione di Indycar in passato, Josef Newgarden. A Palou basterebbe un undicesimo posto per vincere il titolo qualunque cosa facciano gli altri e il campionato sarebbe quasi assicurato se dovesse confrontarsi con il solo Newgarden. Il pilota del team Penske è autore della pole position e ciò non guasta, ma sembra che tutto ciò che possa fare arrivato a questo punto sia concludere la stagione in bellezza, perché come appena specificato il titolo è qualcosa di molto lontano per lui ed è già abbastanza lontano anche per O'Ward.

Quando la gara - che ho visto su Youtube grazie a un canale "non ufficiale" - inizia, le cose per Palou si mettono ancora peggio e di fatto viene eliminato dallo scontro per il titolo fin dal via, quando rimane coinvolto in un incidente tra varie vetture, pare venendo speronato da Jones(?). Precipitato indietro, la sua gara sarà fatta di varie peripezie. Resterà fermo, uscirà dai box dopo una trentina di giri per percorrere ancora qualche giro, poi si ritirerà definitivamente. Tornando invece al via, Newgarden è in testa nella prima parte di gara, seguito da Dixon e da Castroneves. Palou è in bassa top-ten, ma se dovesse arrivare in quella posizione gli basterebbe e avanzerebbe per diventare il primo spagnolo campione di Indycar.

Castroneves tenta una strategia diversa dagli altri piloti. Nel primo terzo di gara ci sono due ulteriori ingressi della safety car, ulteriori rispetto a quello per l'incidente iniziale, uno quando si ferma O'Ward, l'altro per Ericsson a muro. Tutti o quasi si fermano durante l'una o l'altra neutralizzazione. Helio no, prosegue in testa alla gara e poi rientra più tardi. La strategia non pagherà affatto e terminerà la gara in ventesima posizione, il che non è esattamente l'ideale per chi nella prima fase di gara stava tra i primi tre. Herta, nel frattempo, ha preso la testa della gara davanti a Newgarden e a Dixon. Palou risale al quarto posto ed è lì che terminerà la gara.

La top-ten viene completata da Pagenaud, Rossi, Harvey, Bourdais, Sato e Power. Seguono McLaughlin, Jones, Rosenqvist, Hinchcliffe, Rahal, Chilton, Johnson, Kimball, Kellett, Castroneves, Daly, Askew e Hunter-Reay che non chiude esattamente nel modo migliore la sua ultima stagione con il team Andretti. Chiude comunque peggio il campionato il suo successore: Grosjean, che aveva viaggiato in top-5 a inizio gara e in top-ten in un secondo momento, danneggia una sospensione strisciando contro un muretto(?) ed è costretto al ritiro ai box. Oltre a lui anche Veekay e Ilott non hanno completato la gara, come i già citati O'Ward ed Ericsson.

martedì 28 settembre 2021

Commento al Gran Premio di Russia 2021

Passata è la tempesta, odo papaye far festa e il poleman tornato al parc fermé che si beve il suo latte. Ecco il Carlito, gli parte a ponente, outsider vari, McLaren e Ferrari, e chiara al terzo posto la Williams appare.
Prosciuttello Gangster: "Fermi tutti, cos'è questo inizio leopardiano? Non si potrebbe semplicemente spiegare che il meteo si comporta in modo random e che un poppante, un fanboy e un pilota con varie -L si sono accaparrati a caso i primi tre posti, mentre io ho verniciato un muretto e poi anche fatto un tour in una via di fuga?"
Seguivano Dani-Smile, il Divino Ferni, il Vampiro Famelico, Strollino e i Perocon come autori della top-ten. Il Vampiro Famelico non era destinato a partire in top-ten per la sostituzione di alcuni componenti del motore, ma di questo ci occuperemo in un altro momento.
Voce fuori campo: "Infanto fuori top-ten c'è finito un certo ranocchio che nonostante abbia appena rinnovato pensa ogni tre per due al ritiro per fare contento il Vanz."
Crazy Frog: "Cra, cra, cra."
Dietro di lui c'erano il Pokemon e il Samurai, poi la marmotta del Quebec e il Predestinato che, dovendo partire ultimi per la sostituzione del motore, non hanno proprio girato nella seconda sessione. Iceman, di ritorno dopo il coronavirus, è stato il primo invece a uscire nella prima sessione, seguito dal Piccolo Principe, da Pantene che poi avrebbe sostituito il cambio, da ventisei tartarughe, quarantotto bradipi, cinquantacinque lumache, dallo spirito guida di Ricardo Rosset con i suoi parenti fino alla settima generazione, infine Manzotin, che in condizioni di asciutto sarebbe stato considerato fuori dal 107%. Verstappino in pista non c'è proprio andato, perché doveva partire ultimo per la sostituzione del motore. Con cinque piloti retrocessi, Manzotin ha ottenuto un curioso record: è la prima volta che un pilota fuori dal 107% è partito ben 15°.
Intanto si è fatta domenica e i dipendenti di Meteofrance che seguivano la gara da casa erano piuttosto dispiaciuti di non essere sul posto a fare previsioni meteo a caso.
Trollando è partito bene, però poco dopo Carlito gli ha strappato di mano il biberon portandosi in prima posizione. Multi-L, dalla terza piazza, assisteva alla scena chiedendosi se sarebbe salito sul podio insieme a loro, mentre come buona parte dei piloti partiti dal lato sporco dalla pista il Prosciuttello Gangster aveva perso posizioni.
Voce fuori campo: "Ma il Predestinato ce l'ha enormehhhh!!!1!!11!!!!!111!!"
Così come il Vampiro Famelico e Verstappino ha recuperato infatti varie posizioni, facendo in modo che i ferraristi avessero finalmente un motivo di soddisfazione.
Carlito: "Veramente ci sarei anch'io, che sono in testa alla gara."
Voce fuori campo: "Scusa, ma tu chi sei? Chi ti conosce?"
Carlito ha passato in testa indicativamente un quarto di gara, con Trollando che gli si avvicinava sempre più. Siccome Carlito è il nulla, la regia si è guardata bene dall'inquadrare in diretta il momento in cui ha perso la prima piazza (non che abbia inquadrato gli altri eventi salienti). Nel frattempo Multi-L era ancora terzo precedendo Strollino, il Divino Ferni, Dani-Smile e il Prosciuttello, con i leclettel che duellavano tra di loro, Verstappino che ne approfittava per recuperare posizioni, diversamente dal Vampiro Famelico da lui superato da tempo, e stava a due o tre piloti di distanza dal Prosciuttello al massimo. Il Prosciuttello, da parte sua, non aveva alcun interesse a cercare di superare stando in bilico su due ruote gente che cercava in quel momento di realizzare il miglior risultato possibile ma non avendo mondiali a cui puntare poteva prendersi più rischi di lui.
Sarò breve su quello che è successo nella parte centrale di gara: i vari piloti sono rientrati in momenti totalmente random ai box per l'unica sosta prevista, con Carlito che è stato il primo di quelli di testa e altri che sono andati avanti molto più a lungo. Ci sono stati alcuni undercut e overcut, chi ci ha rimesso di più è stato Multi-L finito nelle zone basse della top-ten, mentre il Prosciuttello ha recuperato qualche posizione mettendo delle ulteriori monoposto tra sé e il proprio avversario. Poi ha superato il nulla.
Carlito: "Ma io non sono il nulla."
Prosciuttello Gangster: "Chi ha parlato?"
Carlito: "Tutto ciò è inaccettabile. Non ricordi i nostri giorni fatti di snapchat e le orecchie da coniglio che hai appioppato a entrambi?"
Prosciuttello Gangster: "Ah, già, bellissimo momento. Ci stavo ancora pensando la domenica al momento della partenza. Quell'ingrato di Britney Bitch ne ha approfittato per trollarmi."
Carlito: "Quindi esisto, ti ricordi di me..."
Prosciuttello Gangster: "Certo, e per vendicare il sorpasso che hai subito da quel poppante di Trollando, andrò a rubargli il biberon che avevi cercato di rubargli tu stesso."
Carlito: "Aaaawwww, poi me lo porterai?"
Prosciuttello Gangster: "Col ca**o, lo riempio di latte di soia poi me lo bevo io!"
Carlito l'ha guardato con aria perplessa, poi ha dato un'occhiata negli specchietti. Ha visto Dani-Smile abbastanza vicino, poi Checo che superava Dani-Smile e gli si avvicinava e ha capito che, salvo una svolta dell'ultimo momento, quel giorno non sarebbe andato a podio.
"Oggi non pioverà" hanno detto in coro tutti i dipendenti di Meteofrance sparsi in giro per il mondo e un'aura da Interlagos si è affacciata a Sochi.
Voce fuori campo: "Is that Glock? O è Trollando?"
Credo sia difficile narrare per filo e per segno quello che è successo indicativamente negli ultimi dieci minuti di gara, perché era un enorme caos. Fino a un attimo prima c'era il Prosciuttello Gangster che cercava di raggiungere la zona DRS alle spalle di Trollando, con il pilota papaya che si difendeva abbastanza bene. Quando ha iniziato a cadere la prima pioggia hanno rallentato, il che ha fatto sì che il distacco in termini di secondi incrementasse. Poi, come sempre in condizioni di pista scivolosa, è stato vietato l'uso del DRS. Frattanto dietro c'erano due scuole di pensiero totalmente contrapposte. C'era chi rientrava ai box per passare alle intermedie, nonostante mancassero pochi giri al termine della gara e Carlito, ormai alle spalle di Checo, era uno di questi. C'era invece chi stava facendo degli ottimi tempi, considerate le condizioni della pista del momento, quindi rimaneva in pista così. Strollino era uno di questi e stava guidando in maniera impeccabile.
Crazy Frog: "Non saprei, mi ha appena spinto contro un muretto e ha anche perso la posizione nel frattempo. Siamo sicuri che stia guidando in maniera così impeccabile?"
Pokemon: "Non lamentarti, io sono stato proprio speronato."
Poi anche Strollino è rientrato ai box, mentre sembrava che i Vettonso e il Predestinato fossero destinati a grandi cose, specie il Predestinato che ormai aveva raggiunto la zona podio o poco ci mancava. Insomma, era una di quelle situazioni in cui in cui andare avanti sulle slick poteva significare essere destinati a grandi cose. Oppure essere fottuti. Trollando ha proseguito ancora, contro la volontà del team, mentre il Prosciuttello è rientrato ai box. A quel punto Trollando doveva amministrare un vantaggio piuttosto ampio... che tuttavia si sgretolava istante dopo istante. Poi è anche finito fuori pista e quando è rientrato aveva già perso la leadership. A quel punto non restava altro da fare che rientrare ai box quantomeno per riuscire a rimanere in strada. È finito in testacoda mentre imboccava la via della pitlane, ma è riuscito a rientrare comunque. Nel frattempo i Vettonso e non so chi altro erano già rientrati, con il Predestinato che provava a fare la stessa cosa. C'è riuscito quando è riuscito a ripartire dalla via di fuga dove era finito. Sembra anche che sia rientrato ai box due volte, stando alla grafica, ma ormai aveva raggiunto l'irrilevanza. Nel frattempo eravamo nella solita situazione in cui una gara trash produceva un risultato totalmente fuori dagli schemi e inattes-... ah, no, il Prosciuttello Gangster era in prima posizione, destinato alla 100^ vittoria in carriera, e secondo c'era nientemeno che Verstappino, il tutto mentre il rientro di Carlito quando non sembrava saggio rientrare si è rivelata la scelta giusta, avendogli consentito di andare a raccattare quella terza piazza nella quale si trovava prima che iniziasse a piovere.
Voce fuori campo: "Ma Carlito è il nulla, specie considerato che sta in classifica davanti al Predestinato. Ricordare ciò è oltraggioso e offende la Ferrari."
Carlito: "Ferrari che, secondo l'accezione popolare, dovrebbe ovviamente schierare una sola macchina guidata da chi ce l'ha enormehhhh."
Il resto dell'ordine d'arrivo si è andato a comporre in modo random con il Vampiro Famelico quinto dopo essere stato in ombra per tutta la gara, ma Multi-L ha fatto punti. Il suo compagno di squadra, la marmotta del Quebec, invece risulta essersi ritirato nell'anonimato prima che accadesse tutto ciò, quindi immagino si sia guardato il finale dai box. Oppure che stesse già dormendo, in quel momento.
Si sono ritirati in due, l'altro era stato il Piccolo Principe, che ha chiuso in questo modo la sua striscia consecutiva di quattordici gran premi completati prima del suo primo DNF, il che lo porta, se non ho sbagliato calcoli, al quinto posto nella classifica di tutti i tempi ex-equo proprio con Multi-L. Ai primi quattro posti dovrebbero esserci Ocon, Chilton, Monteiro e il Prosciuttello Gangster. Le sprint race vanno però a "falsare" questa statistica, in quanto in linea teorica il Piccolo Principe ha completato quattordici gare, ma aggiungendo le sprint race sarebbero di fatto sedici, lo stesso numero di gare di Monteiro. La ragione del suo ritiro è stato un problema tecnico avvenuto poco dopo che si era preso la posizione su Manzotin, dopo essere precipitato ultimo al via. Non si segnalano contatti o incidenti nel momento in cui si sono incontrati in piasta, il che è una grossa novità, era da un po' che non c'erano gran premi senza contatti tra le Haas.

RISULTATO: 1. Lewis Hamilton (Mercedes), 2. Max Verstappen (Redbull), 3. Carlos Sainz (Ferrari), 4. Daniel Ricciardo (McLaren), 5. Valtteri Bottas (Mercedes), 6. Fernando Alonso (Alpine), 7. Lando Norris (McLaren), 8. Kimi Raikkonen (Alfa Romeo), 9. Sergio Perez (Redbull), 10. George Russell (Williams), 11. Lance Stroll (Aston Martin), 12. Sebastian Vettel (Aston Martin), 13. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 14. Esteban Ocon (Alpine), 15. Charles Leclerc (Ferrari), 16. Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo), 17. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 18. Nikita Mazepin (Haas), Rit. Nicholas Latifi (Williams), Rit. Mick Schumacher (Haas).

lunedì 27 settembre 2021

Una doppietta da titolo: GP d'Italia - Monza 1979

Cosa fa un'adepta della differita mentre si svolge il Gran Premio di Russia per stare lontana dagli spoiler? Semplice, va su Youtube a cercarsi un gran premio d'epoca narrato dalla voce di Mario Poltronieri. La scelta cade su un ritorno alle origini. Non so se avete presente, quei tempi in cui l'ultimo mondiale piloti per la Ferrari era ancora più lontano nel tempo di quanto non lo sia ora. Io sono cresciuta ai tempi dell'attesa, ho sentito parlare del mondiale vinto da Jody Scheckter quando era ancora l'ultimo ferrarista campione del mondo. La scelta di questa domenica cade quindi proprio sulla gara nella quale il pilota sudafricano di origini lituane diviene campione del mondo. Siamo a Monza nel 1979 e non è esattamente uno dei momenti nella storia in cui Monza ha una reputazione migliore. Solo un anno prima, infatti, sul circuito della Brianza avveniva il tragico incidente costato la vita a Ronnie Peterson.

Adesso però è il 1979 e ci sono le Renault motorizzate turbo in prima fila, con Jean-Pierre Jabouille in pole position, ma sulla vettura di riserva. Quella ufficiale l'ha sfasciata al sabato subito dopo avere fatto la pole. Mi ricorda qualcuno, voi cosa ne dite? JEAN-PIERRE JABOUILLE IL PREDESTINATOHHHH IN SUPER FUCSIAHHHH!!!111!!!11!!! Poi parte il semaforo e parte Jody Scheckter, gli si accodano René Arnoux, Gilles Villeneuve e Jacques Laffite. Insomma, a conti fatti Jabouille pare più condannato alla sofferenza che alla predestinazione. Va meglio al suo compagno di squadra Arnoux: dopo un giro strappa la leadership a Scheckter e resterà davanti a tutti per una decina di giri. Poi il suo turbo fa un bel saluto e lo lascia a piedi. I due piloti in tuta rossa (anzi, beige, perché siamo negli anni '70 e si può) sono in testa e secondo gli inviati sparsi per il circuito la gente sulle tribune fa confusione "come al palio di Siena".

La meravigliosa e tamarra Ligier di Laffite segue da vicino, secondo Poltronieri è attaccato "alla coda di Villeneuve". E giustamente direi, è appurato da anni di miei commenti che tutti i canadesi di lingua francese sono segretamente marmotte del Quebec... e le marmotte appunto hanno la coda. Villeneuve quindi ruggisce all'indirizzo di Laffite, principale contendente al titolo di Scheckter, che timidamente si accoda. Dietro di lui c'è finalmente Jabouille e poi la Williams di Clay Regazzoni il cui compagno di squadra Alan Jones ha vinto le ultime tre gare ma stavolta ha problemi che lo costringono subito a una sosta ai box e a subire il doppiaggio. Va peggio a Nelson Piquet (Brabham) e John Watson (McLaren), ritirati per incidente, così come a Jochen Mass (Arrows) e Patrick Tambay (McLaren), ritirati per guasti di varia natura. Va meglio invece a tutta la top-5 anche se Jabouille perde progressivamente contatto con il trio di testa e Regazzoni gli si avvicina sempre più.

Il trio di testa diventa un duo, con Laffite leggermente più lontano e poi ritirato quando mancano ormai una decina di giri alla fine, stesso destino appena toccato al suo compagno di squadra Jacky Ickx, le cui performance altalentanti vengono comunque raccontate con rispetto da Poltronieri, che invece di dargli dello scarso come farebbero certi commentatori di oggi ricorda che Ickx ai suoi tempi guidava vetture ben diverse da quella che gli è stata affidata a stagione in corso quando Patrick Depailler si è fratturato le gambe cadendo con un deltaplano. Laffite al momento del ritiro è appena stato superato da Regazzoni, già da tempo davanti a Jabouille. Lo sventurato pilota Renault si ritirerà per guasto al motore a pochi giri dalla fine. È curioso come in tutto il 1979 abbia ottenuto un solo risultato a punti e questo sia la vittoria in Francia da lui conclusa nell'anonimato davanti al famoso duello tra Villeneuve e Arnoux.

Chiude quarto Niki Lauda su Brabham, inseguito per parte di gara dall'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli, che però sbatte nel bel mezzo di quella che poteva essere un'ottima occasione. Il suo ritiro avviene a oltre metà gara, seguito per guasti meccanici dalle Ligier già citate oltre che dalla Shadow di Elio De Angelis, dalla Wolf di Keke Rosberg e forse negli ultimi giri anche da Riccardo Patrese(?) su Arrows perché risulta classificato dietro a piloti che nelle fasi finali di gara erano dietro di lui. Stando alle posizioni che contano, sono la Lotus di Mario Andretti e la Tyrrell di Jean-Pierre Jarier a completare la zona punti. Dietro di loro si piazzano piloti random che o hanno avuto problemi tecnici o guidano delle carriole, nella fattispecie Carlos Reutemann (Lotus), Emerson Fittipaldi (Copersucar), Alan Jones (Williams), Didier Pironi (Tyrrell), Hans Joachim Stuck (ATS) e Vittorio Brambilla (Alfa Romeo). Emmo è uno di quelli che guida una carriola, per chi avesse dei dubbi.

Brambilla viene acclamato dal pubblico a ogni suo passaggio, stando a quanto riferiscono gli inviati sparsi per il circuito. Anche le persone degli anni '70 hanno un animo sensibile. Per il pilota milanese si tratta del rientro in Formula 1 dopo il grave infortunio subito nell'incidente al via dell'edizione 1978, e questo lo rende un idolo al pari di Giacomelli (anche lui acclamato, finché è in pista) e dei ferraristi. Ferraristi che, da parte loro, tagliano il traguardo e fanno il giro d'onore appaiati. Aaaawwww, ma Scheckter non esagerare, sai benissimo che Villeneuve va shippato solo con Arnoux! I due poi, mentre assistiamo all'audio di interviste di ministri, assessori e dirigenti dell'Automobile Club, giungono sul podio insieme a Regazzoni e raggiunti da un intervistatore. Mentre questo intervista Scheckter, gli altri due conversano per i cavoli loro, almeno finché non tocca a Regazzoni andare al microfono. Villeneuve invece non viene neanche filato, dopotutto è solo destinato a diventare l'idolo dei ferraristi...

PS. A questo punto della stagione Scheckter è campione del mondo in anticipo, mancano infatti ancora gli eventi di Watkins Glen e Montreal. Non mi dilungo sulla caotica modalità di calcolo dei punteggi, dico solo che gli stessi inviati faticavano a capire le proiezioni di classifica, mentre cercavano di calcolarla.

domenica 26 settembre 2021

Risse post-qualifiche, incidenti tra championship contenders e doppiette Ferrari a caso: GP Olanda 1983

Non so se capita anche a voi: farvi liste mentali di gran premi del passato da vedere, poi trovare all'improvviso un "must watch" a cui scegliete di dare la precedenza, per le ragioni più improbabili. Si tratta esattamente di quello che mi è successo ieri mattina, mentre facevo ricerche random su eventi degli anni '80. Se ho deciso di vedere e narrare questo gran premio qui sul blog è essenzialmente perché il sito statsf1.com, un sito francese molto ben fatto e dettagliato anche sui gran premi del passato che, se conoscete almeno un po' di francese vi consiglio di visitare assolutamente, racconta un retroscena alquanto clamoroso legato alle qualifiche di quell'evento stesso. Mie carissime minigonne ormai bandite dalle vetture, statsf1 racconta che nelle qualifiche del sabato del GP d'Olanda 1983 ci sarebbe stata nientemeno che una rissa tra Andrea De Cesaris e Riccardo Patrese! Di fatto, la ricostruzione degli eventi offerta dal sito francese è questa: tra i due si sfiora la collisione in pista dopo una manovra azzardata di Patrese, De Cesaris reagisce ostacolandolo nei giri seguenti e, alla fine, va ad aspettarlo nel box della Brabham. Quando Patrese si ferma, De Cesaris gli tira un pugno sul casco. Il che deve avere avuto l'effetto di una ruotata azera dietro la safety car, visto che la pagina wiki di Patrese sostiene che lui e De Cesaris erano amici.

A partire dalla pole è il compagno di squadra di Patrese, Nelson Piquet, che parte bene - con probabile gioia dei telecronisti di Rede Globo che ci sono al commento nella versione reperita su Youtube - diversamente dal pilota che gli sta accanto, Patrick Tambay, che sembra sotto gli effetti del Canberra Milk (se siete dei niubbi che non ne hanno mai sentito parlare, vi rivelo che si tratta di un riferimento a Mark Webber, ma vi invito a *non* guardare quello spot). Si accordano quindi le Renault di Eddie Cheever (Ed Shiver secondo il telecronista) e Alain Prost, la Brabham di Patrese e proprio l'Alfa Romeo di De Cesaris, che però non dura più di tanto. Quando si ritira è anche troppo tardi per andare come quarto giocatore al torneo di briscola: i non qualificati Piercarlo Ghinzani (Osella), Johnny Cecotto (Theodore) e Kenny Acherson (RAM) sono sicuramente già stati raggiunti dal primo ritirato, Jean-Pierre Jarier, pilota della Ligier. Nel primo terzo di gara usciranno di scena per problemi tecnici anche Elio De Angelis (Lotus), Danny Sullivan (Tyrrell) e Niki Lauda (McLaren): quest'ultimo in precedenza è inquadrato con qualcosa di svolazzante che gli esce dall'abitacolo mentre lotta con la Spirit di Stefan Johansson, il Brendon Hartley degli anni '80. Poco dopo il ritiro di Lauda è la volta di Nigel Mansell, il pilota Lotus finisce in testacoda da solo durante un duello con Derek Warwick.

Giusto, veniamo al capitolo attention seaker. Nella prima fase di gara Piquet è leader stabile mentre il resto della top-5 è protagonista di duelli e sorpassi che portano Prost secondo davanti alla Ferrari di René Arnoux. Dietro di loro ci sono Patrese e Cheever in lotta. L'americano di Roma in un primo momento supera Patrese, poi però più tardi sarà costretto al ritiro per noie meccaniche e scendendo dalla vettura farà sfoggio di una tuta rossa che non c'entra un fico secco con la Renault gialla, perché sono gli anni '80 quindi va bene così. Prima del ritiro di Cheever, sesto c'è Warwick, appunto, che occupa la zona punti a caso a bordo di una... guess what? Esatto, di una Toleman. I telecronisti brasiliani sono anche tutti contenti, perché "quella è la macchina che Ayrton Senna guiderà nel 1984". Warwick who, Senna vero attention seaker anche prima di arrivare in Formula 1. È stato nominato per ben tre volte, e non è che la gara non sia stata ricca di eventi. Un po' oltre la sua metà abbiamo anche avuto un duello tra i Proquet per la posizione non con dei sorpassihhhh che rendono la gara interessante, ma anzi finito abbastanza male. Prost - che come il compagno di squadra Cheever porta una tuta di un colore a caso, ma la sua è blu - affianca Piquet, poi perde la macchina e lo centra, buttandolo fuori.

Stando agli appassionati di gossip vintage, sembra che questo sia un momento difficile della carriera di Prost e che proprio nel fine settimana del gran premio d'Olanda - così dicono i gossippari - si sarebbe trovato in atteggiamenti molto intimi con la moglie del suo team principal e sarebbe stato colto sul fatto dal team principal stesso. Parlando di questioni agonistiche, la sua gara prosegue per mezzo giro, poi rompe una sospensione e va a sbattere rovinosamente contro un muro. Piquet non sembra avere preso male l'incidente: il naso di Prost è salvo, sempre ammesso che ci sia qualcosa da salvare! Curiosità: qualche sera fa stavo cercando un video di un incidente di Arnoux avvenuto in Olanda in una precedente edizione e in quella precedente edizione ho scoperto tramite il video un sorpasso di Piquet su Prost fatto mentre avevano appena doppiato una vettura gialla. Era la ATS di Salazar, quindi esiste un doppiaggio di Piquet su Salazar andato a buon fine. Adesso però siamo nel 1983, molte vetture si fermano ai box per un cambio gomme, e a buon fine sta andando non si sa come la gara di Tambay che, come tutti i very fighy, guida la Ferrari numero 27. È terzo, dietro a Patrese, quindi se Patrese dovesse avere un problema sicuramente la gente che a Imola guarda la gara in TV si metterebbe a esultare.

Arnoux conduce la gara in testa fino alla fine con un margine molto elevato, mentre a pochi giri dal termine tutta la cittadinanza imolese ha molto di cui essere lieta: Patrese rallenta, Tambay lo supera e la Ferrari si invola additittura verso una doppietta totalmente random. Abbiamo nel frattempo perso per strada numerosi piloti: le Williams di Jacques Laffite e Keke Rosberg, la Arrows di Thierry Boutsen e l'Osella di Corrado Fabi per problemi tecnici e la Toleman di Bruno Giacomelli per un testacoda. L'aspirante attention seaker Warwick giunge quarto dietro a John Watson che sfoggia una tuta blu che non c'entra nulla con la Mclaren, mentre completano la zona punti Mauro Baldi (Alfa Romeo) e Michele Alboreto (Tyrrell). Il già citato Johansson chiude settimo precedendo la Arrows di Marc Surer, la Brabham di Patrese che giunge attardato al traguardo, la Ligier di Raul Boesel e, doppiato di vari giri, Roberto Guerrero su Toleman viene classificato alle spalle di Fabi ultimo dei ritirati. La giornata finisce così, con le due rosse davanti a tutti e sul podio Balestre che si gira a guardare malissimo gli Arnbay in quanto questi stanno facendo casino, ridendo sguaiatamente e trafficando con i cappelli che hanno in mano durante gli inni nazionali. Mancano tre gare alla fine del mondiale, Monza, Brands Hatch e grazie al cielo Kyalami invece di Caesars Palace e Prost precede in classifica Arnoux, Piquet e Tambay. Il mondiale lo vincerà Piquet, ma questa è un'altra storia.


sabato 25 settembre 2021

Il Delirio dell'Arcobaleno: blog novel - Puntata n.10

Preludio della fine - andiamo avanti con una nuova puntata della blog novel, con il campionato giunto all'ultimo evento della stagione e varie situazioni di non facile gestione. Le storie di vari personaggi sembrano incrociarsi, con ancora qualche pensiero a Sepang, mentre a Suzuka le qualifiche rischiano di saltare per maltempo...

venerdì 24 settembre 2021

Il Delirio dell'Arcobaleno: blog novel - Puntata n.9

Baku/ Singapore/ Sepang - ormai è passato tanto tempo e non so se ve ne ricordate ancora, ma è arrivato il momento di postare di nuovo. In questa puntata ci avviamo verso la fine della stagione, il cui ultimo evento occuperà ben tre puntate. Però non è il caso di andare oltre, per il momento fermiamoci a quello che succede adesso.

Buona lettura. <3

mercoledì 22 settembre 2021

Indycar 2021: Gran Premio di Laguna Seca

Nel weekend passato c'è stato il penultimo evento stagionale del campionato di Indycar, che ho recuperato grazie al "follow forward", il classico appuntamento con cui il giorno dopo viene caricata su Youtube la sintesi ufficiale di mezz'ora. La fine della stagione è sempre più vicina, il campionato terminerà la domenica che viene, quindi non perdiamo tempo e andiamo a ripercorrere la storia dei protagonisti (e dei meno protagonisti) dello scorso fine settimana, in cui era presente la stessa line-up del gran premio precedente (ovvero ci sono ancora Askew con il team Rahal e Ilott con il team Juncos).

P1: COLTON HERTA - vincitore dell'ultima edizione finora disputata, ha ottenuto la pole position e la sua leadership non è mai stata messa in discussione nemmeno per un momento (a parte forse quando al secondo giro Alexander Rossi cozza contro di lui, ma alla fine è Rossi l'unico a rimetterci), il che è curioso dato che si tratta dell'unico circuito su cui a suo tempo suo padre Bryan ha ottenuto più di una vittoria. Il giovane Herta con questo successo supera anche il numero di vittorie del padre, in più, avendo finalmente raggiunto l'età di ventun anni, immagino che stavolta sul podio possa finalmente sbevazzare like a boss senza commettere un reato.

P2: ALEX PALOU - il pilota spagnolo è leader della classifica e con questo secondo posto allunga sul diretto inseguitore O'Ward. Mai veramente vicino a Herta al punto da essere un candidato alla vittoria, il secondo posto è comunque un risultato di tutto rispetto in una situazione come questa. Nel corso dei primi giri è inseguito da Will Power, ma quest'ultimo uscirà di scena lasciandogli "campo libero". Soltanto nella fase finale della gara qualcuno si lancerà all'inseguimento di Palou, ma non si avvicinerà abbastanza.

P3: ROMAIN GROSJEAN - il suo weekend inizia con una demo a bordo della safety car, nel corso della quale sbatte con la suddetta safety car contro un muretto. Tutto ciò di per sé è iconico e meraviglioso, ma RoGro fa una gara al di sopra di ogni aspettativa. Partito dalla settima fila dopo una qualifica sfortunata, di fatto trascorre tutta la gara a superare vetture, con anche qualche doppiato che non è che gli stenda esattamente il tappeto rosso (con Jimmie Johnson si toccano anche, perché evidentemente Johnson decide di svegliarsi proprio stavolta!), giungendo fino al gradino più basso del podio e venendo nel corso del tempo elogiato e idolatrato in tutte le salse dai commentatori. Perché la Haas non ingaggia piloti di Indycar? Questo non lo so, il dubbio è piuttosto: perché gli attuali piloti della Haas non cercano di farsi ingaggiare da un team di Indycar?

P4: GRAHAM RAHAL - il suo destino sembra essere quello di avvicinarsi sempre alla vetta, ma di non avvicinarsi mai abbastanza per arrivarci. Come al solito c'è qualcuno disposto a dire che è il migliore e che un giorno ce la farà, ma quel giorno sembra ancora piuttosto lontano. Anche quest'anno Rahal il titolo lo vince l'anno prossimo.

P5: PATO O'WARD - il secondo posto di Palou non giova alle sue possibilità di procacciarsi il campionato, dal quale in termini di punteggio è abbastanza lontano, ma ci sono ancora delle speranze. Vedremo come si evolverà la situazione alla fine della settimana.

P6: MARCUS ERICSSON - nel primo tratto di gara si trova in top-5 in compagnia del compagno di squadra Scott Dixon, che tuttavia va incontro a varie peripezie (tipo essere speronato da Takuma Sato che cerca di girarsi dopo un testacoda). Lo vediamo essere superato dall'amico RoGro durante la rimonta di quest'ultimo, ma fortunatamente non ci sono safety car nelle vicinanze, quindi tutto procede nel migliore dei modi.

P7, P8, P9, P10: JOSEF NEWGARDEN, SIMON PAGENAUD, OLIVER ASKEW e ED JONES: a competare i primi dieci sono loro, nessuno mai veramente protagonista, ma quello che conta è il risultato. Tra di loro si segnala che Newgarden è al momento terzo in classifica finale, ancora ufficialmente in lotta per il titolo. Calcolare le proiezioni di classifica è una cosa un po' ostica, quindi questo post finisce qui, ci limiteremo a parlare, a suo tempo, dello scenario che si verificherà nella realtà.

martedì 21 settembre 2021

Formula 4 ADAC 2021: completata la prima metà della stagione

La Formula 4 ADAC è quel campionato in cui a competere per la vittoria sono Oliver Bearman e Tim Tramnitz, ma sono entrambi full time invece di esserlo solo Bearman. Finora sono stati disputati tre eventi, i primi due con 20+ vetture inclusi i guest driver, l'ultimo con 13 vetture, date le defezioni di vari piloti part-time, quelli di Prema inclusi. Ciò sta a significare che ai primi due eventi avevano partecipato anche soggetti che ormai conosciamo di fama come Sebastian Montoya, Hamda Al Qubaisi, Kiril Smal e Conrad Laursen. Aggiungo che nei primi due eventi tra i guest driver c'era anche Maya Weug, ma in qualità di guest il nono posto da lei ottenuto in una delle gare non le ha assegnato alcun punto. Purtroppo non è arrivata in top-ten Hamda Al Qubaisi, quindi anche questa è una serie che almeno per ora non ci ha riservato gioie al femminile.

Come ogni campionato di Formula 4 che si rispetti, i suoi weekend sono composti da tre gare ciascuno. Siccome in ogni campionato c'è qualche piccola variante, a giudicare dalle informazioni che sono riuscita a raccattare qua e là sembrerebbe che Gara 1 e Gara 2 abbiano una griglia di partenza delineata da sessioni di qualifica. Funziona diversamente per Gara 3, dove mi pare di capire che ci sia una griglia di partenza stilata sulla base di una reverse grid di una delle gare, ma la cosa non mi è del tutto chiara. Quindi direi che possiamo passare oltre senza farci troppe domande, perché è davvero difficile stare dietro a ogni singola sfaccettatura di ogni singolo campionato minore, e concentrarci sui dettagli di spicco. Come nota stylish segnalo la presenza nei primi due eventi di un pilota che risponde al nome di Valentino Catalano, che mi fa pensare ai complottihhhh spagnolihhhh che però si ritorcono contro lui stesso.

ROUND 1 - Redbullring
Podio Gara 1: Oliver Bearman, Sebastian Montoya, Kirill Smal
Podio Gara 2: Oliver Bearman, Tim Tramnizt, Leonardo Fornaroli (guest)
Podio Gara 3: Luke Brawning, Cenyu Han, Nikita Bedrin

ROUND 2 - Zandvoort
Podio Gara 1: Oliver Bearman, Sebastian Montoya, Tim Tramnitz
Podio Gara 2: Oliver Bearman, Joshua Dufek, Nikita Bedrin
Podio Gara 3: Kirill Smal, Sebastian Montoya, Tim Tramnitz

ROUND 3 - Hockenheim
Podio Gara 1: Oliver Bearman, Alex Dunne (one-off), Luke Browning
Podio Gara 2: Tim Tramnitz, Alex Dunne (one-off), Luke Browking
Podio Gara 3: Nikita Bedrin, Oliver Bearman, Vladislav Lomko

Va bene, lo ammetto, sono stata un po' ottimista nei confronti dei risultati di Tramnitz quando ho detto che sono lui e Bearman a lottare per la vittoria, ma la realtà dei fatti è che occupano rispettivamente la prima (Bearman) e la seconda (Tramnitz) posizione della classifica piloti, esattamente come mi pare di ricordare sia attualmente nella Formula 4 italiana, dove però Tramnitz non prende parte a tutte le gare della stagione. In realtà c'è più distanza tra i primi due che tra il secondo e il terzo in classifica, Browning, mentre gli altri sono tutti più distanti. Quarto c'è Montoya, che ha disputato appunto solo i primi due eventi, e mi risulta che a un certo punto abbia anche tagliato il traguardo in prima posizione, per poi perdere la vittoria a causa di una penalità. Il piccolo Montoyno è quindi ancora in attesa della sua prima vittoria su monoposto, che nonostante i vari piazzamenti a podio tarda ad arrivare.

lunedì 20 settembre 2021

Il futuro di Alex Albon: dal DTM alla Williams

Ci sono persone disposte ad affermare che Alex Albon sia stato per la Formula 1 uno di quei geni incompresi che non hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra, che valga tanto quanto Pierre Gasly e Checo Perez e che sia un fenomeno che merita una seconda possibilità in Redbull. Io non sono una di quelle persone. Tuttavia ci sono persone che hanno stabilito che, siccome Albon non è stato esattamente geniale ai tempi della Redbull, sia stato sempre e insindacabilmente un incapace. Su questo non sono d'accordo. Quando era in Toro Rosso, credo che Albon non abbia fatto niente né di particolarmente eccezionale da meritarsi una promozione in Redbull, ma al contempo nemmeno che abbia mai fatto nulla che lo qualificasse insindacabilmente come troppo scadente per la Formula 1. Diciamo che, a mio parere, Albon era esattamente un pilota da Toro Rosso, che non meritava niente di meglio della Toro Rosso. Questo non significa che non potesse essere presentabile in Toro Rosso oppure in una scuderia ancora meno qualificata.

Alex Albon ha recentemente fatto parlare di sé perché è stato ingaggiato per guidare la Williams nel 2022. Farà coppia con Nicholas Latifi, al posto di George Russell. Da un lato dubito fortemente che la Williams possa rivedere con lui i fasti dei tempi di Russell, ma dall'altro non vedo perché non possa essere considerato almeno al livello di Latifi, che a mio parere rimane un pilota peggiore di alcuni di quelli senza volante, ma quantomeno uno che riesce a cavarsela in modo da non apparire troppo inappropriato. E poi Latifi mi sta simpatico, quindi lunga vita a Latifi in Williams, ma questa è una considerazione mia. Naturalmente quei piloti senza volante migliori di Latifi potrebbero essere anche migliori di Albon, ma rimango del parere che il problema non sia di per sé Albon, quanto piuttosto che non ci siano abbastanza volanti disponibili per tutti. Ci vorrebbero due o tre scuderie in più, allora penso si inizierebbe a ragionare e a non dovere puntare il dito contro quel vecchiacciohhhh o quello scarsohhhh che rubano il posto alle giovanihhhh promessehhhh.

Se le cose dovessero rimanere come le abbiamo viste in passato, non penso che, come sostengono alcuni, Albon dovrebbe essere preso in considerazione dalla Redbull per prendere un giorno il posto di Perez, anche se rimane sempre l'incognita line-up future. Per come si stanno mettendo le cose adesso, forse la presenza di Verstappen in Redbull durerà più a lungo di quanto potessimo ipotizzare fino all'anno scorso o un paio di anni fa, però rimane sempre la possibilità che un giorno decida di cambiare team e allora la Redbull non dovrà più decidere chi deve fare coppia con lui, quanto piuttosto una line-up intera. Uno scenario di questo tipo è talmente lontano da quello attuale che mi sembra prematuro fare valutazioni di qualsisi tipo. L'unica cosa che penso, piuttosto, è che Albon dovrebbe cercare di slegare il proprio futuro da quello della Redbull, perché dubito fortemente che, a meno che le cose non cambino radicalmente, possa avere un futuro di successo insieme a loro e, considerato che la Toro Rosso è incentrata sulle giovani promesse, dubito anche che una volta che non ci sarà più Gasly ci sia spazio per Albon.

Venendo invece adesso al 2021, purtroppo il nostro bovino eroe non ha ottenuto molto successo dopo la sua vittoria in SoVrApPoSiZiOn3 con la 24 Ore di Le Mans: negli ultimi due appuntamenti del DTM non ha mai visto la luce del podio. Al Redbullring due settimane fa, per giunta, il suo compagno di squadra Liam Lawson ha ottenuto due vittorie, una davanti a Maximilian Gotz e Philip Ellis, l'altra davanti a Marco Wittmann e Maximilian Gotz. Wittmann ha poi vinto questo sabato ad Assen e Lawson, giunto terzo alle spalle del guest driver Mirko Bortolotti, si è portato a casa i punti del secondo posto visto lo status di quest'ultimo. L'indomani ha vinto Lucas Auer, celebre per essere il nipote di Gerhard Berger, e Lawson è giunto secondo davanti a Wittmann. È ora leader della classifica, precedendo proprio Wittmann, con i due attualmente davanti a Kelvin Van Der Linde. Albon in questi due fine settimana ha racimolato solo un quarto e un quinto posto.

PS. Siccome ho parlato del DTM, credo sia giusto aggiornare con lo status del duello Florsch vs Hawkey: sia Sophia sia Esmee hanno ottenuto i loro primi punti nella gara di questo sabato, rispettivamente 9^ e 11^. Anche la Hawkey ha ottenuto punti perché davanti a lei avevano chiuso due guest driver (uno dei quali era Christian Klien, al quinto posto).

domenica 19 settembre 2021

Vincere come Lauda is for kids, gareggiare clandestinamente come Heyer is for legends: GP di Germania - Hockenheim 1977

Benvenuti negli anni '70, quando venticinque vetture su trenta sono motorizzate Ford Cosworth. Le cinque con altri motori sono le due Ferrari, le due Brabham motorizzate Alfa Romeo e la Ligier motorizzata Matra (che essendo un motore francese, si pronuncia Matrà). Ci sono squadre con due vetture, squadre con una, squadre con entry aggiuntive... insomma, un caos, ma in questo caos si delineano due storyline. Una è quella dei top-driver che lottano per il podio di Hockenheim, una è quella di un pilota random che riesce a non essere uno dei tanti e a diventare a modo suo iconico. Quel pilota è Hans Heyer, nato nel 1943 a Monchengladbach, la città che in futuro darà i natali a Heinz-Harald Frentzen, nato negli anni '40 ma con il potenziale da meme lord.

Facciamo un passo indietro: in pole c'è la Wolf di Jody Scheckter, che corre in un team mono-vettura e quando scatta la gara dietro di lui la top-5 si compone della Brabham di John Watson, della McLaren di James Hunt, della Ferrari di Niki Lauda e della Brabham di Hans Joachim Stuck. Intanto si scatena il caos un po' più indietro, con un incidente che mette fuori gioco le vetture di Clay Regazzoni e Alan Jones, rispettivamente una Ensign e una Shadow. Le vetture da ventiquattro dovrebbero scendere a ventidue ma, plot-twist, ne sbuca fuori un'altra, uscendo dalla corsia dei box: è l'ATS (o Penske? non mi è ben chiaro chi fosse titolare della squadra a quei tempi, è accreditata come Penske, ma ha già i colori ATS) del nostro eroe, che si accoda al gruppo.

La gara di Heyer dura solo nove giri, quattro di più di quella del compagno di squadra Jean-Pierre Jarier. Entrambi si ritirano ai box per noie meccaniche, ma la particolarità di Heyer è che lui a questo gran premio non dovrebbe partecipare. Insieme a Emerson Fittipaldi (Copersucar), Patrick Nève (March), Emilio De Villota (McLaren), Arturo Merzario (March) e Teddy Pilette (BRM) è uno dei piloti non qualificati, che servono come riserve qualora qualcuno non possa andare in griglia. Mi pare che di capire che il telecronista tedesco abbia qualche dubbio sulla sua presenza e che si chieda cosa ci faccia lì, perché non è che ci sia stata una bandiera rossa e una seconda partenza per l'incidente di Jones e Regazzoni. Infatti, appunto, Heyer non dovrebbe essere lì.

Heyer, però, è un pilota del posto, di successo in altre categorie di motorsport, e conosce tutta la gente che gira per il paddock. Mentre gli altri piloti fanno il giro di formazione, lui sta in pitlane nascosto dietro gente varia, incluso un gruppo di ombrelline. Poi, quando è il momento, si lancia in pista e la direzione gara si guarda bene dal blackflaggarlo. Anche perché, obiettivamente, uno che parte illegalmente per un gran premio a cui non si è qualificato, non mi sembra il tipo da farsi spaventare dalle potenziali conseguenze del mancato rispetto della bandiera nera. La squalifica arriverà dopo il ritiro. Wikipedia dice che è stato anche radiato dalla Formula 1, ma non ne sono certa. Lo dice solo Wikipedia e quelli che hanno scopiazzato da Wikipedia.

Nel frattempo Lauda, che ha passato Hunt a inizio gara ed è secondo dopo il ritiro di Watson, supera Scheckter a un quarto di gara. È il nuovo leader, inseguito in certi momenti molto da vicino dal pilota della Wolf, ma capace di staccarlo verso fine gara. Hunt rimane terzo con Stuck alle spalle, poi si ritira per un guasto a due terzi di gara. Il podio sarà Lauda, Scheckter e Stuck, con quest'ultimo che festeggerà come se non ci fosse un domani. Rimane stabile, dietro di lui, la posizione della Ferrari di Carlos Reutemann, che giungerà quarto al traguardo. Non tutti saranno così fortunati da arrivarci: non è ancora l'epoca dei turbo che si rompono ogni tre per due, ma in quanto ad affidabilità ci sono ancora molte incognite. La regia tedesca non è un'incognita, non si perde quasi nulla. Top, in confronto agli standard d'epoca.

Ne abbiamo persi tanti per strada, tra cui Ian Scheckter, fratello di Jody (March), Brett Lunger (McLaren), Hector Rebaque (Hesketh), Jacques Laffite (Ligier), chi ai box e chi in giro per i prati. Qualche giro prima di Hunt è uscito di scena per un guasto anche il suo compagno di squadra ufficiale Jochen Mass. Il top, tuttavia, è vedere Gunnar Nilsson che, ritirato per guasto al motore, va a parcheggiare in una via di fuga allineando perfettamente la propria monoposto a lisca di pesce con la Tyrrell a sei ruote di Patrick Depailler, uscito di scena in precedenza sempre per guasto al motore. Nilsson sarà imitato in termini di parcheggio dal compagno di squadra: lasciata la bassa zona punti Marione Andretti gli parcheggia accanto dopo che anche il suo motore ha dato forfait.

Torniamo ai primi quattro già citati: quinto è ormai stabile Vittorio Brambilla (Surtees) mentre l'ultimo posto disponibile se lo porta a casa, approfittando del ritiro verso fine gara di Ronnie Peterson (Tyrrell), Patrick Tambay (Ensign). Oltre a loro finiscono la gara anche Vern Schuppan (Surtees) e Alex Ribeiro (March) uscito indenne da un contatto con Rupert Keegan (Hesketh). Peterson viene classificato nono per avere completato il 90% della gara e risulta decimo Riccardo Patrese (Shadow) nonostante a sua volta non abbia finito la gara, seppure non inquadrato al momento del ritiro, uno dei pochi ritiri che sono sfuggiti alla regia (mi sono sfuggiti Lunger e Rebaque, non so se per distrazione mia o perché proprio non si siano visti, ma gli altri sono stati inquadrati tutti).

La gara finisce con Lauda che vince il GP di Germania, il che è una grande rivincita anche se il circuito non è più il Nurburgring, e vince su Ferrari, quindi la gara a cui abbiamo assistito non è per niente falsata. Una prestazione direi da leggenda, quale effettivamente può essere considerato. Però ecco, non ci sono solo le "leggende leggende", ci sono anche le "leggende da meme" ed è così che, al giorno d'oggi, quando pensiamo a questo gran premio, più che alla vittoria di Lauda pensiamo all'azione comicamente eroica di questo pilota che, in modo del tutto inedito e ineguagliabile, si è conquistato di forza un posto nella storia della Formula 1. Le leggende mainstream entrano nella storia con i numeri delle loro vittorie, le leggende epiche ci entrano con numeri da circo!



venerdì 17 settembre 2021

Senna is for girls, Bellof is for real women: GP degli Stati Uniti - Detroit 1985

Avevo già pensato che questo fosse uno dei gran premi da vedere e commentare, ma la decisione definitiva l'ho presa martedì mattina. Verso metà mattinata, in attesa che arrivasse l'ora di andare a lavorare, sono andata a fare un giro al mercato nel mio paese e, per puro caso, ho visto un rappresentante della categoria "tifosi di piloti vintage riconoscibili grazie all'indossare un cappellino dedicato al suddetto pilota vintage". Quel pilota vintage era Stefan Bellof, che nel periodo 1984/1985 guidava la Tyrrell indossando una tuta bianco-blu sponsorizzata Rothmans che a mio parere gli donava anche abbastanza. Insomma, quei colori li portava meglio lui rispetto a qualcun altro, se capite cosa intendo. ;-) Questo però non è rilevante, torniamo al punto: Bellof è la ragione per cui ho scelto di vedere questo gran premio e se mi seguire scoprirete perché, così come io ho scoperto, vedendola, tante altre cose di un certo livello che sono capitate.

Siamo a Detroit, è il 23 giugno e Mario Poltronieri, stavolta non accompagnato da Clay Regazzoni che commenta solo le gare europee, ci narra (con quel tipo di dedizione che Mazzoni riserverà all'isola di Notre-Dame, alle case popolari del Progetto Singapura o alla Città del Leone) di come il circuito cittadino della città americana, collegata a una città canadese lì vicina da una galleria sotterranea(?), sia una sorta di replica del circuito di Montecarlo, con tanto di tunnel sotto il quale passano le vetture. Detroit però è la città americana dell'industria automobilistica per eccellenza, quindi secondo Poltronieri più che a Montecarlo "somiglia" a Torino. A fare da contorno ci sono però barche ormeggiate nell'attiguo fiume omonimo, Detroit. In griglia, invece, c'è Ezio Zermiani che va a intervistare Alboreto, Cheever, De Angelis, Prost e De Cesaris già negli abitacoli delle rispettive monoposto, circa un minuto prima che si accendano i motori, come da perfetta tradizione del periodo.

Dalla prima fila scattano Ayrton Senna e Nigel Mansell rispettivamente su Lotus e su Williams, con il baffuto pilota che illude e si illude di potersi conquistare la leadership dell'evento. Dura due secondi contati davanti, ma le cose gli andranno anche peggio: è l'altro baffuto pilota della Williams, Keke Rosberg, quello destinato a inseguire Senna... che poi, inseguire, è solo quello che succede nella primissima parte di gara, perché poi insieme ai suoi biondi baffi spioventi prende la testa della gara e il pilota brasiliano è costretto a una sosta ai box. Nel frattempo le Williams sono 1/2 seguite inizialmente dalla McLaren di Alain Prost, che presenta dolori a un polso, e che viene superato nel corso della prima fase da Michele Alboreto (Ferrari), Elio De Angelis (Lotus) e Stefan Johansson (Ferrari). Alboreto sarà poi costretto a rallentare venendo passato De Angelis e da Johansson, ma di questo ne parleremo in un altro momento.

Siamo negli anni '80 quindi l'affidabilità è quello che è e nella prima parte di gara perdiamo numerosi protagonisti o per meglio dire non protagonisti. Fuori l'Osella di Piercarlo Ghinzani (forse per un contatto al via, in realtà), fuori la RAM di Manfred Winkelhock, fuori la Toleman di Teo Fabi, fuori la Minardi di Pierluigi Martini e fuori anche un personaggio illustre, il campione del mondo in carica Niki Lauda costretto al ritiro da un problema ai freni. Poi è la volta delle Renault: a distanza di pochi giri l'uno dall'altro Patrick Tambay ha un incidente e va a parcheggiare in una via di fuga, mentre Derek Warwick è costretto a fermarsi per un problema tecnico. Segue poco dopo il ritiro ai box di Riccardo Patrese, al volante di un'Alfa Romeo verde sponsorizzata Benetton che dai colori sembra tutto tranne che un'Alfa Romeo. Ma questo è solo l'antipasto e siamo solo a un terzo di gara scarso, gli eventi scoppiettanti stanno per iniziare ora e ne vedremo di tutti i colori.

Mentre Prost esce di pista andando a sbattere contro una barriera di pneumatici nella stessa curva in cui era andato a ritirarsi in modo meno violento Tambay, ecco che Mansell fa un testacoda e perde la posizione nei confronti di De Angelis. Poi ne fa un altro nello stesso punto, a distanza di pochi giri, e viene superato anche da Johansson. A quel punto va ai box e poi torna in pista. Esattamente come Prost, si va a schiantare contro la stessa barriera di pneumatici e la sua gara finisce lì. Non si può dire lo stesso della barriera di pneumatici, che in seguito sarà sede di un ulteriore incidente, avente per protagonista un altro SkArSoN3 del loro calibro, ma non mettiamo il carro davanti ai buoi, mettiamo solo Martin Brundle, su Tyrrell, davanti alla Ferrari di Michele Alboreto. Poi Alboreto si riprenderà la posizione e, con il pitstop di De Angelis, si ritroverà terzo, lontano parecchio da Johansson a sua volta lontano parecchio da Rosberg, che viene inquadrato nonostante sia in testa da solo e secondo Poltronieri la regia sbaglia a non farci vedere i duellihhhh e i sorpassihhhh che avvengono altrove. Poltronieri telecronista illuminato: sa che la noiahhhh è frutto di una regia non eccelsa.

Intanto siamo a metà gara e mentre cerco di reprimere i miei istinti di fungirl per colui che occupa al momento la quinta piazza, credo sia meglio di concentrarci a questo punto su chi sia al terzo e al quarto posto, ovvero Alboreto e Brundle, con il pilota della Tyrrell che sorprende in positivo, dato che è insieme al compagno di squadra che si trova al quinto posto, appunto, uno dei due piloti che guidano una vettura con un motore aspirato invece che turbo, quindi tecnicamente più lenta della concorrenza. Brundle segue da vicino Alboreto quando si avvicinano a una vettura bianca e verde da doppiare, immediatamente riconoscibile come una RAM. Il pilota si sposta diligentemente da parte per farsi doppiare da Alboreto. Poi si spalma contro Brundle, la cui quarta piazza va in vacca nel fare l'azione più temeraria che sia possibile durante un gran premio, ovvero tentare di doppiare Philippe Alliot, un nome, una garanzia. I due, dopo il botto, si ritirano seduta stante con le vetture che vengono rimosse come si può, perché sono un po' tra le scatole.

Rosberg, Johansson e Alboreto sono la top-3 ben distanziati l'uno dall'altro, mentre al quarto posto segue Bellof *_____* sull'unica Tyrrell superstite. Adesso l'attenzione è tutta concentrata su di lui, perché è lui l'outsider che corre il serio rischio di portare a casa un risultato di un certo rilievo. Trovo meraviglioso che questo suo exploit avvenga proprio su un tortuoso circuito cittadino nel quale le vetture passano al di sotto di un tunnel. Sembra quasi una rivincita per la perdita del terzo posto di Montecarlo dell'anno precedente. Quinta e sesta ci sono le due Lotus di Senna e De Angelis. Okay, sto andando letteralmente in brodo di giuggiole: non solo Bellof sta facendo una performance magistrale, ma è anche davanti a Senna e non di poco. Magari, mi dico, questa volta riesce a farsi notare proprio lui, invece di esserci tutti gli occhi focalizzati sull'attention seaker di turno, sarebbe un'ottima rivincita dopo che nessuno se l'è filato neanche per sbaglio nel 1984 a Montecarlo.

Guess what, la mia sensazione è sbagliata, in quanto Senna sta facendo dei giri like a boss, roba da essere tre secondi al giro più veloce di chi gli sta davanti. Bellof nel frattempo continua a girare imperterrito al quarto posto, con mezzo musetto anteriore mancante. Nel senso, manca la parte sopra, quella sotto è intatta, quindi non sembra nemmeno si sia rotto durante la verniciatura di un muretto. Questo però non conta più, Senna si sta avvicinando sempre di più e mi rassegno: va bene Senna, hai vinto tu e quella quarta piazza te la porti a casa. O almeno così sembra per alcuni giri immediatamente successivi al sorpasso. Senna a quel punto sembra destinato a superare Alboreto, che procede lentamente. Lo affianca, proprio vicino alla barriera di pneumatici dove sono andati a sbattere quei due Br0kKy di Prost e Mansell. La sua gara finisce lì, contro la barriera di pneumatici, esattamente come quella di Prost e come quella di Mansell. Il Wall of Champions di Montreal al confronto con questa barriera è un bambino che beve ancora il latte dal biberon.

Il finale si fa abbastanza incandescente, con Rosberg che rientra ai box per cambiare gomme e Poltronieri convinto che Johansson passerà in testa. Suvvia, è solo Johansson, il surfista della Ferrari numero 28, numero che dalla notte dei tempi è destinato ai ferraristi che non sono very fighy. Rosberg resta davanti per poco più di un secondo, allunga un po', ma Johansson si avvicina per dimostrare che gli svedesi sono più stylish dei finlandesi. Secondo Rosberg non è così, infatti poi riesce a staccarlo quando nei giri finali Johansson rallenta vistosamente. Per un attimo ho il terribile sospetto che stia rallentando per cedere il secondo posto ad Alboreto, ma non è così, Alboreto infatti deve vedersela con Bellof che gli è attaccato al retrotreno, in questo momento. Se nel 1985 fossero esistiti i social i fanboy di Bellof avrebbero scritto che tempo due giri e Bellof avrebbe preso Alboreto. Però due giri non ci sono e Bellof arriva quarto. Sul podio (rigorosamente tagliato dalla Rai) salgono Rosberg, che di lì a quattro giorni diventerà papà di un certo principe, Johansson e Alboreto.

Stefan Bellof chiude quindi in quarta piazza, seguito a debita distanza da Elio De Angelis e dalla Brabham di Nelson Piquet, con a seguire, fuori dalla zona punti, Thierry Boutsen (Arrows), Marc Surer (Brabham), nonché due presunti amici d'infanzia secondo Poltronieri, ovvero l'americano di Roma Eddie Cheever (Alfa Romeo) e Andrea De Cesaris (Ligier) inquadrato in occasione di due testacoda senza conseguenze nel corso della gara. Segue fuoro dalla top-ten Gerhard Berger (Arrows), nonché Jacques Laffite (Ligier) che sembra essersi fermato per incidente(?) proprio nelle fasi finali del gran premio. La sua vettura, inquadrata da dietro, ha sull'ala posteriore ben visibile lo sponsor "Candy", che a quanto pare nel corso degli anni si è passato verosimilmente la metà delle scuderie perché guardando le gare vecchie l'ho visto praticamente ovunque, e nonostante non ci sia Derek Daly a spiccare il volo anche stavolta si ritrova con il logo inquadrato in primo piano. Queste sì che sono soddisfazioni...

Bellof sarebbe morto di lì a poco più di due mesi in un incidente in endurance, con il quarto posto di Detroit, destinato a rimanere il miglior risultato della sua carriera come pilota di Formula 1. Ho scoperto soltanto di recente che, se le cose fossero andate diversamente probabilmente sarebbe passato in Ferrari nel 1986. Quindi, caro Bellof, io nel 1984/85 non ero ancora nata, ma quando per la prima volta, nel 2011, ho visto una tua gara del passato, senza neanche sapere chi fossi perché fino ad allora non avevo mai sentito parlare di te, ho pensato "OMG questo è il mio pilota". Ai tempi certi elementi di mia conoscenza e non, come ad esempio il fare una performance stupefacente a Montecarlo al volante di una carriola e morire prima di arrivare potenzialmente in Ferrari, non significavano niente per me. Oggi, che un significato ce l'hanno, lo ribadisco: caro Bellof, tu sei il mio pilota e mi auguro vivamente che, se fossi nata vent'anni prima, sarei stata una tua tifosa.

giovedì 16 settembre 2021

Formula 4 spagnola 2021: recap della prima parte di stagione alla vigilia della ripresa del campionato

Nel weekend che sta per iniziare torna in pista la Formula 4 spagnola, serie della quale non ho mai parlato, finora, da quando è iniziato il campionato, ma è giunto il momento di rimediare. Finora si sono svolti i primi quattro eventi, costituiti tutti e quattro da tre gare ciascuno, e si svolgeranno tre ulteriori eventi con lo stesso format, uno questo weekend e due nei mesi di ottobre e novembre. Quindi ci aspettano altre nove gare in totale.
Il campionato è piuttosto "affollato" in termini di piloti e di vetture. Siamo arrivati a toccare quota 28 entranti nel momento di massimo splendore e, da una verifica dei risultati degli ultimi eventi, sembra che non ce ne siano mai stati meno di 23, il che fa un po' da contrasto ai tempi, qualche anno fa, in cui il campionato spagnolo di Formula 4 aveva pochissime vetture al via al punto che, se non ricordo male, in una delle primissime edizioni vennero addirittura cancellati degli eventi perché non c'erano abbastanza vetture al via.

A questo campionato prendono parte anche due ragazze, ma non siamo di fronte a nessun caso Abbi Pulling 2.0 (Abbi Pulling che nel frattempo ha lasciato il campionato britannico di Formula 4 per mancanza di sponsor), anzi, per ora siamo veramente in alto mare. Le due sono Lola Lovinfosse e Emely De Heus che finora non hanno visto la zona punti nemmeno con il binocolo e non sembrano fare grandi progressi. Insomma, i tempi di Belen Garcia sembrano ormai lontani, con tutto che Belen Garcia, a parte nella gara che ha vinto, non è mai stata proprio una front runner.
Parlando di front runner, in testa alla classifica c'è una nostra vecchia conoscenza, ovvero Dilano Van't Hoff, colui che in Formula 4 Emirati ha perso il titolo all'ultima gara contro Enzo Trulli. Diversamente da Enzo Trulli, passato direttamente in Euroformula Open, Van't Hoff sembra avere intrapreso una strada più convenzionale e la cosa sta dando i suoi frutti. Il suo gap nei confronti degli inseguitori è abissale e gli inseguitori sono nello specifico Sebastian Ogard, Daniel Macià e Josef Martì, per elencare quelli più vicini.

ROUND 1 - Belgio
Podio Gara 1: Dilano Van't Hoff, Daniel Macià, Alex Dunne
Podio Gara 2: Georg Kelstrup, Dilano Van't Hoff, Sebastian Ogaard
Podio Gara 3: Dilano Van't Hoff, Josef Martì, Santiago Ramos

ROUND 2 - Navarra
Podio Gara 1: Enric Bordas, Dilano Van't Hoff, Georg Krlstrup
Podio Gara 2: Enric Bordas, Daniel Macià, Noah Degnbol
Podio Gara 3: Dilano Van't Hoff, Noah Degnbol, Sebastian Ogaard

ROUND 3 - Portogallo
Podio Gara 1: Sebastian Ogaard, Daniel Macià, Dilano Van't Hoff
Podio Gara 2: Sebastian Ogaard, Dilano Van't Hoff, Josef Martì
Podio Gara 3: Dilano Van't Hoff, Daniel Macià, Rik Koen

ROUND 4 - Aragon
Podio Gara 1: Dilano Van't Hoff, Vladislav Ryabov, Josef Martì
Podio Gara 2: Josef Martì, Dilano Van't Hoff, Sebastian Ogaard
Podio Gara 3: Josef Martì, Daniel Macià, Guilherme Olivera

Essenzialmente il leader della classifica è riuscito finora a vincere gare in tutti e quattro gli eventi disputati, arrivando a podio in numerose altre situazioni. Tutto fa pensare che, se le cose continuano così (o anche se vanno appena un po' peggio, visto il vantaggio accumulato) possa tranquillamente ottenere nel campionato spagnolo quel titolo che gli è sfuggito negli Emirati Arabi soltanto qualche mese fa. Peccato che Enzo Trulli non abbia partecipato a questo campionato a sua volta, come era stato annunciato in origine, verosimilmente sarebbe andato bene tanto quanto il suo ex avversario.

mercoledì 15 settembre 2021

Indycar 2021: Gran Premio di Portland

Nel weekend appena passato, mentre a Monza si svolgeva il gran premio di Formula 1, in Indycar avveniva il debutto del pilota più desiderato dalle fungirl... o per meglio dire, dal secondo pilota più desiderato dalle fungirl, in quanto il più desiderato in assoluto rimane Lando Norris. Parlo di Callum Ilott, pilota di riserva dell'Alfa Romeo che invece di fare la riserva in Alfa Romeo si apprestava a fare il proprio debutto negli States al volante di una vettura del team Juncos, che ogni tanto esce dal nulla per partecipazioni occasionali al campionato di Indycar. Queste partecipazioni occasionali si estenderanno anche ai prossimi due eventi conclusivi, sempre con Ilott al volante. Negli stessi eventi Oliver Askew gareggerà con il team Rahal, nel posto che è stato di Santino Ferrucci e di Christian Lundgaard, ma who kers di Askew, è Ilott quello che conta. Nonostante l'entusiasmo generale degli appassionati di Formula 1 nei suoi confronti, che lo vorrebbero o a fare coppia con Mick Schumacher o al posto di Mick Schumacher, ma soprattutto vorrebbero entrambi ex equo al posto di un certo pilota con i capelli fluenti, non mi sembra di avere visto dei grandi picchi di euforia né gente che alla fine del weekend si sentisse tormentata dal suo risultato poco soddisfacente, pare per noie alla vettura.

Alex Palou partiva dalla pole position in una vettura dagli stessi colori di quella del compagno di squadra Scott Dixon, insieme al quale ha pensato bene di tagliare una curva al via... o per meglio dire, insieme a numerosi piloti presenti. Si sono viste anche delle vetture ferme, una di queste era quella di Romain Grosjean e l'altra immagino quella di Helio Castroneves, dato che in seguito figuravano a diversi giri di distacco dai piloti a pieni giri. La cosa non mi sembra affatto soddisfacente, ma vedrò di soprassedere e di sperare che entrambi possano chiudere la stagione in maniera decisamente migliore di com'è andata per entrambi a Portland. Nel frattempo è entrata la safety car rimanendo in pista abbastanza a lungo perché... non preoccupiamoci del perché. Qualcuno sui social si è lamentato che la safety car è rimasta così a lungo perché nel frattempo bisognava accertare con esattezza in quale ordine dovessero essere in quel momento le vetture in gara. Nel frattempo eravamo destinati ad assistere a una gara con vari piloti che seguivano strategie diverse, il che ha portato in un primo momento Patricio O'Ward a svettare in testa, per poi essere rimpiazzato a seguire dal duo Dixon/ Palou. Una sosta più tardi sarebbe toccato a Palou stare davanti a Dixon, con altre due vetture in mezzo, quelle di Josef Newgarden e Alexander Rossi.

O'Ward non era destinato ad essere protagonista nella fase successiva della gara. Pare abbia perso del tempo rientrando ai box in regime di bandiera verde subito dopo un testacoda di Dalton Kellett, con la safety car che è arrivata, ma un po' dopo. A quel punto i primi tre erano Graham Rahal, Ed Jones e Jack Harvey, che tuttavia si trovavano su una finestra di pitstop diversa rispetto a quella dei precedenti piloti di testa, il che li ha portati a doversi fermare più o meno quando rientrava ai box anche Newgarden. Alex Palou, Alexander Rossi e Scott Dixon si sono confermati a quel punto i primi tre anche nell'ultimo stint di gara - preceduto da un incidente tra Will Power e il compagno di squadra Simon Pagenaud con relativo ingresso della safety car - e sono saliti sul podio, sempre ammesso che il podio esistesse come entità fisica. Palou si è anche portato in testa alla classifica piloti. Tornando alla gara, Jack Harvey e Josef Newgarden hanno completato la top-5, con a seguire nei primi dieci anche Felix Rosenqvist, Marcus Ericsson, Colton Herta, Scott McLaughlin e Graham Rahal. Si chiude così la sintesi dell'evento di Portland, ma ci sarà da aspettare davvero poco per il prossimo, infatti nel fine settimana che viene ci sarà la gara di Laguna Seca e in quella seguente è previsto il finale di stagione.

martedì 14 settembre 2021

Buchi nel regolamento, ordini di scuderia, presunti sabotaggi e perfino un pilota presunto narcotrafficante: GP Brasile 1981

Mi ero ripromessa, nei giorni scorsi, che il prossimo salto nei gran premi vintage avrebbe riguardato la metà degli anni '80, però non era destino che fosse così. Tuttavia ho già deciso quale sarà il prossimo gran premio vintage che vedrò e commenterò e quello sì, è proprio metà anni '80 (nello specifico del 1985). Prima di arrivare a quei giorni, però, dobbiamo passare per il 1981 e grazie al cielo non da Caesars Palace, anche perché non siamo a fine mondiale ma all'inizio (dei gran premi finali di quel mondiale ne avevo parlato il mese scorso). La location è Jacaperaguà, in Brasile, nei pressi di Rio de Janeiro, ed è la seconda prova del mondiale del 1981. Siamo nel mese di marzo, quindi Felipe Massa non è ancora nato, e al momento l'idolo dei brasiliani è Nelson Piquet, che guida una delle due Brabham, che se schierassero una sola vettura non cambierebbe più di tanto in termini di risultati. L'altro pilota è infatti Hector Rebaque, che comunque è un progresso rispetto a Ricardo Zunino.

Ho scelto di vedere questo gran premio e di parlarne perché ho visto degli appassionati di motorsport vintage che facevano polemica a tale proposito nei commenti a un'intervista di Alan Jones su Youtube. Il video era stato pubblicato nel 2019. L'evento risaliva al 1981. A volte ho un po' paura, non è che a cinquant'anni mi metterò a fare polemica anch'io su eventi capitati quando avevo dieci anni? Spero ardentemente di no, di non fare una fine così triste. Adesso, però, non preoccupiamoci di loro, ai quali mi dedicherò più avanti, ma parliamo di vari spunti di riflessione legati a questa gara. Gli hot topic del giorno erano i regolamenti troppo complessi ma facili da eludere, la noiahhhh data da un team dominante con gerarchie ben definite... e per non farci mancare niente, perfino voci di una teoria del kompl8 a proposito di un sabotaggio random, voce giunta in cabina di commento a Poltronieri. Insomma, il 1981 è un 2021 che non ci ha creduto abbastanza.

Partiamo dalla faccenda dei regolamenti: era l'epoca legata all'abolizione delle "minigonne", cosa che in casa Brabham, team di proprietà i un certo elfo che risponde al nome di Bernie Ecclestone, avevano deciso di eludere tramite un dispositivo che mentre le vetture erano in movimento faceva sì che la loro altezza da terra si abbassasse più di quanto previsto dal regolamento. Le vetture stazionarie, però, quando avvenivano le misurazioni, risultavano regolamentari in quanto erano più alte di sei centimetri da terra. Questo lasciava pensare che il mondiale potesse essere falsatohhhh dalle prestazione delle Brabham... o per meglio dire, DELLA Brabham, perché le prestazioni di Rebacque non è che fossero così altisonanti. Piquet invece in questo gran premio partiva dalla pole e si prospettava un suo ipotetico dominio. Peccato che in pista ci fossero tre o quattro piloti in totale che avevano gomme da asciutto nonostante la pioggia e che lui fosse uno di questi.

In una gara disputata per tutta la durata sotto la pioggia, l pilota di casa, che per qualche motivo poi ha trascorso tutta la percorrenza su gomme da asciutto nonostante fosse nelle retrovie e scivolasse sempre più indietro, ha iniziato a perdere posizioni - molte posizioni, intendo - fin dalle prime battute, quando si sono portate in testa le due Williams intervallate dalla Arrows di Riccardo Patrese (Ricardo secondo la regia brasiliana), mentre a centro gruppo/ retrovie si scatenava un incidente che metteva fuori gioco diversi piloti, senza che la regia fornisse un replay per capire cosa fosse accaduto esattamente. Nel frattempo le Williams erano destinate ad assumere la prima e la seconda posizione, con Patrese relegato al terzo posto e destinato a non essere mai inquadrato dalle telecamere con grande disappunto di Poltronieri, che peraltro probabilmente aveva la cabina di commento situata in uno sgabuzzino e stava assistendo alla gara da lui commentata su un piccolo schermo in bianco e nero, conoscendo l'andazzo.

Veniamo quindi alla noiahhhh: la Williams aveva fatto doppietta anche nella gara precedente e secondo Poltronieri non era particolarmente allettante l'idea che non ci sarebbe stato nemmeno un duello interno tra Carlos Reutemann e Alan Jones per questioni contrattuali. A suo dire una lotta per la leadership avrebbe reso le cose più emozionanti... e non è che avesse tutti i torti. Reutemann era infatti obbligato per contratto a cedere le proprie posizioni a Jones qualora tra di loro ci fosse un gap inferiore a una certa quantità stimata a seconda delle fonti come un secondo, cinque secondi, sette secondi o venti secondi. Quindi in quel momento Reutemann stava in testa, ma in un momento random della gara avrebbe dovuto cedere la propria posizione al campione del mondo in carica. Cosa che non ha fatto e che ha generato polemiche tra i due piloti della Williams e tra Reutemann e il team stesso, tanto che c'è chi sostiene che la squadra stessa abbia remato contro Reutemann quando questo era in lotta per il titolo a fine stagione.

I tifosi vintage che facevano polemica li ho trovati tra i commenti di un video di Youtube nel quale c'era un'intervista ad Alan Jones, avvenuta pochi anni fa, a proposito dei fatti del 1981 e della sua polemica con Reutemann. Sintesi di quanto affermato da Jones nell'intervista: il suo contratto non parlava di posizioni che dovevano essergli cedute su un piatto d'argento ma quello di Reutemann sì, quindi è rimasto alquanto indispettito dal fatto che il suo compagno di squadra non gli abbia ceduto la vittoria. Però dopo la gara non ne ha discusso con lui perché secondo i suoi standard non vedeva i piloti come persone, ma come "oggetti da superare". Ciò non è piaciuto a un'orda di tifosi argentini di Reutemann che nei commenti hanno iniziato a insultarlo e a dire che è stato il campione del mondo meno meritevole della storia. Qualcuno ha osservato che Reutemann avrebbe dovuto vincere il mondiale 1982, pur essendosi ritirato dopo due gran premi, perché evidentemente il mondiale 1982 dovevano vincerlo tutti i piloti ex-equo, con la sola eccezione di Rosberg.

Per quasi tutta la gara abbiamo avuto due italiani in terza e quarta posizione, si trattava del già citato Riccardo Patrese e l'altro era Elio De Angelis sulla Lotus, che tuttavia è scivolato in quinta posizione dopo avere subito un sorpasso da parte di Marc Surer, già uscito vincente da un duello con John Watson a seguito di un testacoda di quest'ultimo. Surer, in teoria, a quella gara con l'Ensign non avrebbe dovuto nemmeno prendervi parte: il team aveva ingaggiato il pilota pagante colombiano Ricardo Londoño, che aveva anche preso parte o a un test o a una sessione di prove libere, prima che si decidesse, utilizzando come scusa un incidente in cui era rimasto coinvolto, di non concedergli la Superlicenza. La ragione non ufficiale pare essere che era sponsorizzato dal narcotraffico e si voleva evitare uno scandalo. Dopo una breve carriera in altre categorie, sembra che Londoño stesso abbia avuto una carriera come narcotrafficante, il che è verosimilmente la carriera più improbabile intrapresa da un ex pilota di Formula 1 dopo avere lasciato le competizioni.

Marc Surer ha conquistato il quarto posto, come dicevamo, e ha anche ottenuto il giro più veloce della gara. Alle sue spalle è giunto De Angelis mentre l'ultima posizione della zona punti è andata alla Ligier dopo un duello tra i piloti Jacques Laffite e Jean-Pierre Jarier, che disputava quel gran premio al posto di Jean-Pierre Jabouille assente per infortunio. Secondo notizie di mercato piloti fornite da Poltronieri, si prevedeva che Jarier in seguito tornasse in Tyrrell prendendo il posto occupato al momento da Zunino, cosa che nella realtà invece non è accaduta in quanto a partire da due gare dopo al posto di Zunino è arrivato Alboreto. Comunque sia, tornando a noi, il duello tra i piloti Ligier è stato vinto da Laffite a cui è andato l'unico punto disponibile in una gara in cui una quindicina di vetture hanno visto il traguardo, le Brabham nelle ultime due posizioni. Una delle vetture arrivate al traguardo, ma senza avere percorso il 90% della percorrenza, era l'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli, che nelle prime fasi di gara era stata addirittura in quinta posizione.

Spero che non siate tifosi Alfa Romeo, prima di narrarvi le disavventure del nostro caro Giacomelli. Anzi, spero che siate tifosi Alfa Romeo, perché era l'unica squadra italiana che a gara inoltrata aveva ancora una vettura in pista, seppure doppiata di millemila giri per problemi tecnici non ben specificati che costringevano il pilota a rientrare ai box ogni tre per due. Secondo Poltronieri c'erano voci che giravano secondo cui sulla sua monoposto sarebbe stato sabotato il sistema di alimentazione del carburante. Purtroppo la questione non è stata approfondita, segno che evidentemente nelle telecronache d'epoca i rumour senza eccessivo fondamento non venivano utilizzati come notizia trainante della giornata... giornata che è terminata al limite delle due ore, con il tizio che sventolava la bandiera a scacchi che ha deciso di farlo nel bel mezzo della pista, sulla quale il pubblico si stava riversando mentre alcune vetture dovevano ancora tagliare il traguardo, perché ai tempi gli spettatori erano very uominy ma pensavano di essere lepri che tagliano la strada a Latifi.

lunedì 13 settembre 2021

Commento al Gran Premio d'Italia 2021

Non deve essere facile essere il Vampiro Famelico quando una sostituzione di motore dopo le prove libere del venerdì ti condanna a partire dall'ultima fila qualunque sia la tua posizione. E non deve esserlo soprattutto quando il compito che ti viene assegnato è semplice, ma impossibile da portare a termine: "lascia passare il Prosciuttello Gangster in sprint race e blocca Verstappino". Sì, però per far passare il Prosciuttello bisogna anche che sia lì e non che sia scivolato dietro a Verstappino e ai Papaya Bros. Nel dubbio il Vampiro Famelico ha tirato dritto e ha conquistato la non-vittoria nella sprint rac-... insomma in quella cosa lì, il che nel suo caso corrispondeva alla "pole position" ma a quella che otteneva Kubica ai tempi della Williams.
Verstappino: "Quindi in pole quella vera parto io perché sono il più figohhhh di tuttihhhh."
Dani-Smile: "E io parto accanto a te. Sei davvero sicuro di essere così tanto figo?"
Verstappino: "Certo, tu il massimo che puoi fare è badare a Trollando."
Trollando in griglia la domenica faceva coppia con il Prosciuttello e stavano davanti ai Leclainz, con il più predestinato dei due che si era sprintqualificato subendo ancora gli effetti di disturbi intestinali avuti nelle prove libere del sabato. Seguiva un ottimo Pantene davanti a un meno ottimo Checo, dopodiché Strollino e il Divino Ferni a completare il gruppo dei primi dieci.
Crazy Frog: "Poi ci sono io che sono uscito vincente da uno scontro con Oki!!11!!11!!!"
Oki: "E non siamo stati inquadrati dalle telecamere nonostante siamo stati l'unica azione avvenuta oltre il primo giro della sprint qualifying. Credo che per rimediare mi toccherà tirarti una ruotata domani."
Marmotta del Quebec: "Approvo."
Oki: "E tu cosa vuoi?"
Marmotta del Quebec: "Niente, ma siccome sono qui dopo avere battuto Multi-L mi sembrava doveroso far sentire la mia voce."
Multi-L: "Io sto per diventare un pilota Mercedes."
Samurai: "E io sto per diventare Crazy Frog. F*ck, f*ck, f*ck. Un individuo calvo con un naso enorme è venuto a contatto con me alla partenza e trovo tutto ciò intollerabile. Si merita come minimo di partire dietro a Manzotin."
Manzotin: "Cosa significa partire dietro di me?"
Eh bella domanda, comunque grazie alla sprint qualy per la prima volta ha battuto in una "qualifica" delle vetture presenti, nello specifico quella del polacco di Brescia e quella del Piccolo Principe. L'ultima piazza è andata al Pokemon, qualificato quinto al venerdì ma uscito alla prima curva, perché non dovevano esserci gioie faentine quest'anno. E non ce ne sono state, proprio neanche da lontano: il Samurai non è neanche arrivato al giro di formazione, mentre il Pokemon è partito dalla pitlane giusto per tornare a fermarsi di lì a poco. Nel frattempo Monza era irradiata di luce che si specchiava sui denti di Dani-Smile, che siccome è un pilota finito tanto quanto l'Oki aveva deciso per l'occasione di portarsi in testa alla gara così come se niente fosse e di rimanerci, qualunque cosa ne pensasse Verstappino. Questo alla partenza si è messo a litigare con il Prosciuttello, che è scivolato dietro a Trollando esattamente dove era partito.
Verstappino: "Prosciuttello, cosa ne pensi di questa gara?"
Prosciuttello Gangster: "Stanno accadendo e accadranno tante cose."
Verstappino: "Già, Pantene ha cozzato contro Carlito Fanboyz e si ritrova ultimo."
Prosciuttello Gangster: "Poi ci sarà quel già citato regolamento di conti tra gli Okettel..."
Verstappino: "E perfino un incidente tra gli Schuzepin."
Prosciuttello Gangster: "è ingiusto che noi siamo imbottigliati dietro a queste due papaye e senza speranze di essere gli attention seaker dell'evento."Verstappino: "Fidati di me, possiamo ancora stravolgere le sorti di questo gran premio e rientrare al centro della scena così, di botto."
La giornata era diventata una di quelle in cui era difficile stare dietro agli eventi "minori", che di fatto minori non dovrebbero essere. Per esempio venerdì, nelle qualifiche in formato Q1-Q2-Q3, è capitato un evento di un certo spicco, un'invasione animale, con una lepre che ha tagliato la strada alla marmotta del Quebec rischiando di essere stirata e di finire in spezzatino.
Prosciuttello Gangster: "Orrorehhhh!"
Di fronte a un pensiero così agghiacciante ha superato Trollando stando in bilico su due ruote, quando però era ormai passata quasi mezza gara e i Riccistappen si erano già fermati ai box, Verstappino rimanendo fermo per una sosta lunga 10+ secondi un po' come se fosse stato uno a caso dei Leclettel l'anno scorso. Trollando è rientrato subito dopo avere subito il sorpasso e a quel punto il Prosciuttello è rientrato il giro seguente. Trollando era uscito davanti a Verstappino e anche il Prosciuttello Gangster puntava a fare la stessa cosa. Era anche davanti, ma poi Verstappino l'ha affiancato e, siccome ogni volta che c'è una sprint qualifying il giorno dopo quei due fanno un botto micidiale, ecco che gli è letteralmente saltato per di sopra (facendo indispettire un commissario che si era appena acceso una sigaretta in un angolo dietro le barriere, inqiadrato mentre imprecava). Grazie alla presenza dell'halo, il Prosciuttello Gangster ha ancora il collo attaccato alla testa. Visto che ci ha messo un po' a uscire dalla vettura perché prima aveva cercato di ripartire, e nel frattempo Verstappino si era già allontanato, anche Verstappino ha ancora la testa attaccata al collo. Sul momento in tanti avevamo sperato che la faccenda proseguisse in stile Piquet vs Salazar.
Verstappino: "Ma quali Piquet e Salazar, il Vanz ci ha appena paragonati a Senna e Prost."
Voce fuori campo: "Sì, come se nella loro carriera avessero preso parte a dei campionati composti interamente da gran premi del Giappone."
Verstappino: "E tu che ca**o vuoi? Siamo io e il Prosciuttello gli attention seaker, non è possibile che una voce fuori campo cerchi di rubarci la scena. Se non sai cosa fare, perché non vai a rompere le pa**e a Crazy Frog?"
Crazy Frog: "Scusa, perché proprio io? Mi deludi, dovresti essere solidale con me viste le sberle che mi ha rifilato Oki all'inizio della gara."
Verstappino: "Invece no, perché sono un bambino kattivohhhh che non va mai a letto alle dieci di sera e che non beve più il latte dal biberon. E adesso sono sicuro che il mio amichetto Piccolo Principe ti darà una tamponata."
Crazy Frog: "Casomai il Piccolo Principe sarà il *mio* amichetto..."
Comunque sia al restart, quando la safety car si è levata di mezzo, tra gli Schuttel c'è stato un lieve contatto, che è culminato con un successivo contatto tra gli Schuzepin. Manzotin, che era precipitato ultimo dopo pochi metri di gara, a quel punto avrebbe potuto arrivare penultimo, ma non c'era verso: il Piccolo Principe, dopo essere stato mandato in testacoda, l'ha ripreso in due minuti contati. Alla fine della giornata in ogni caso Manzotin non è arrivato né ultimo né penultimo, dato che la power unit l'ha abbandonato al proprio destino dopo che aveva anche fatto cose interessanti tipo andare in una via di fuga ad abbattere dei paletti.
Frattanto per la terza piazza c'era un duello tra Checo e il Vampiro Famelico, che si erano fatti largo in precedenza tra predestinati vari. Checo si era anche fatto largo tra le vie di fuga, quindi pur essendo uscito vincitore da quel vampiresco duello, è stato preso per le orecchie dai commissari e spinto indietro. La terza piazza è andata al Vampiro Famelico partito diciannovesimo che si è diretto verso il podio per nulla spaventato della puzza da piedi che iniziava a sentire.
L'uomo più trollone del paddock è andato a trollare sul gradino più alto del podio, sul quale si è tolto le scarpe utilizzandole per sbevazzare like a boss e per far sbevazzare like a boss il suo giovane compagno di squadra arrivato in seconda posizione.
Trollando: "Naaaaahhhhh, aiutohhhh, qualcuno chiami il telefono azzurro!!11!!11!!!"
Dani-Smile: "Guarda che se bevi dalle mie scarpe ti crescono i peli inguinali."
Trollando: "OMG davvero???222???222??"
Dani-Smile: "E i miei piedi sanno di latte."
Trollando: "Aaaawwww."
Dani-Smile: "Certo, latte un po' avariato, ma non si può avere tutto dalla vita."
Trollando: "Sei un kriminalehhhh. Come ti permetti di attentare alla vita di un bambino innocente come me?"
Dani-Smile: "Come sei esagerato. Pensa solo che adesso ho intenzione di venire in conferenza stampa senza scarpe e con i piedi al vento. Poi, se vuoi, quando questa giornata sarà finita, ti potrò anche regalare i miei calzini.
Vampiro Famelico: "Dani-Smile, smettila. Ricordati che il kriminalehhhh insensibilehhhh sono io. E lavati i piedi ogni tanto, che hai sparso nell'aria odore di topo morto."
Dani-Smile: "Certo, dopo la conferenza stampa me li laverò con il collutorio! Yaaaayyyyy!!11!!!11!"

RISULTATO: 1. Daniel Ricciardo (McLaren), 2. Lando Norris (McLaren), 3. Valtteri Bottas (Mercedes), 4. Charles Leclerc (Ferrari), 5. Sergio Perez (Redbull), 6. Carlos Sainz (Ferrari), 7. Lance Stroll (Aston Martin), 8. Fernando Alonso (Alpine), 9. George Russell (Williams), 10. Esteban Ocon (Alpine), 11. Nicholas Latifi (Williams), 12. Sebastian Vettel (Aston Martin), 13. Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo), 14. Robert Kubica (Alfa Romeo), 15. Mick Schumacher (Haas), Rit. Nikita Mazepin (Haas), Rit. Lewis Hamilton (Mercedes), Rit. Max Verstappen (Redbull), Rit. Pierre Gasly (Alpha Tauri), Dns. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri).

domenica 12 settembre 2021

Formula 2 2021: si riparte da Monza

Si riparte con la Formula 2 e si riparte da Monza con Oscar Piastri in testa alla classifica e Guanyu Zhou come suo più diretto inseguitore. Ci sono stati alcuni cambi di line-up nel frattempo: Enzo Fittilaldi debutta in Charouz al posto di Beckmann che adesso sta in Campos nel posto occupato prima da Petecof e poi da Nannini. Aitken, che sostituiva Nannini in HWA, è invece assente per infortunio e al suo posto c'è Hughes. Avete le idee confuse? Tranquilli, non siete i soli, quindi credo sia meglio mettere un piccolo recap di chi effettivamente corre:

PREMA - Robert Shwartzman, Oscar Piastri
UNI VIRTUOSI - Guanyu Zhou, Felipe Drugovich
CARLIN - Dan Ticktum, Jehan Daruvala
HITECH - Liam Lawson, Juri Vips
ART - Christian Lundgaard, Theo Pourchaire
MP MOTORSPORT - Lirim Zendeli, Richard Verschoor
CHAROUZ - Enzo Fittipaldi, Guilherme Samaia
DAMS - Roy Nissany, Marcus Armstrong
CAMPOS - David Beckmann, Ralph Boschung
HWA RACELAB - Jack Hughes, Alessio Deledda
TRIDENT - Bent Viscaal, Marino Sato

QUALIFICHE - si parte con Piastri che ottiene la pole position, ma è la pole position della gara di domenica, i cui primi dieci vengono invertiti nella prima delle gare. Per intenderci, così è come dovrebbero partire domenica, letta al contrario è come dovrebbero partire sabato, con la pole "dei poveri" assegnata a Beckmann:

Piastri - Daruvala
Zhou - Lawson
Drugovich - Boschung
Pourchaire - Ticktum
Vips - Beckmann

SPRINT RACE I - è un po' un caos, un susseguirsi di incidenti e uscite di pista, gente che viaggia tra i paletti e quant'altro. Escono di scena anche alcuni personaggi abbastanza illustri, tra cui Ticktum e Drugovich, mentre Vips trascorre la prima parte della gara in testa avendo strappato al via la posizione a Beckmann. Però non è "destino", per nessuno dei due. Vince Pourchaire con Zhou e Lundgaard sul podio. Seguono a completare i primi dieci Piastri, Lawson, Shwartzman, Viscaal, Vips, Daruvala e Beckmann, quest'ultimo ha quindi un'altra chance di partire in pole nella seconda sprint race.

SPRINT RACE II - leadership nuovamente persa al via, stavolta passa in testa Daruvala che resterà in prima posizione fino alla bandiera a scacchi. Viscaal e Shwartzman salgono su un podio sul quale il poleman sembrava destinato a salire fino a poco prima, ma lo precede anche Lawson e così Beckmann deve accontentarsi del quinto posto. È nuovamente una gara con un po' di caos ma meno di quella della mattina e stavolta la top-ten viene chiusa da Vips, Piastri, Zhou, Boschung e Pourchaire. Ricordo comunque che in queste due gare solo i primi otto fanno punti.

FEATURE RACE - nella gara della domenica Piastri parte effettivamente dalla pole e trenta giri più tardi va a vincere dopo avere lottato con Zhou, suo diretto inseguitore in classifica e anche nella gara stessa, al termine di una gara caotica che vede vari piloti uscire di scena - inclusi Vips e Lawson - alcuni anche per problemi di affidabilità. Speronato da Beckmann a un certo punto della gara, Ticktum rimonta dopo essere andato in giro per prati fino al terzo posto, chiudendo la gara davanti a Pourchaire, Daruvala e Shwartzman. Settimo al traguardo, Verschoor risulta squalificato e la settima piazza va a Zendeli. Nissany, Armstrong e Lundgaard chiudono la zona punti.



sabato 11 settembre 2021

Formula Regional by Alpine 2021: si torna in pista al Redbullring

Oggi pomeriggio, tra la differita delle qualifiche cronometrate di ieri e la diretta della sprint qualifying di Monza, mi sono messa a guardare la prima gara della Formula Regional by Alpine, disputata al Redbullring, circuito in cui questo fine settimana si stanno svolgendo anche EF Open e F4 italiana, di cui ho già parlato nel mio post precedente.
La serie prevede di solito un dominio da parte di Gregoire Saucy e gare nelle quali entra spesso la safety car, perché con 33 vetture al via è difficile riuscire ad avere eventi molto tranquilli. Tra i 33 piloti di stavolta ce n'erano due nuovi, l'ignorato Garfias e l'idolatrato Boy From Brasil Petecof, ex grande rivale di Arthur Leclerc.
Questa l'entry list conpleta:

ARDEN MOTORSPORT - William Atalalo, Nicola Marinangeli, Alex Quinn
ART - Gabriele Minì, Gregor Saucy, Patrik Pasma
DR FORMULA RP - Emidio Pesce
FA RACING - Andrea Rosso, Alexandre Bardinon, Gabriel Bortoleto
G4 RACING - Axel Gnos, Mikhael Belov
JD MOTORSPORT - Eduardo Barrichello, Tommy Smith, Ido Cohen
KIC MOTORSPORT - Nico Gohler, Elias Seppanen, Gianluca Petecof
MONOLITE RACING - Pietro Delli Guanti, José Garfias
MP MOTORSPORT - Franco Colapinto, Oliver Goethe, Kas Haverkort
PREMA POWERTEAM - Paul Aron, Dino Beganovic, David Vidales
R-ACE GP - Hadrien David, Isack Hadjar, Zane Maloney, Lena Buhler
VAN AMERSFOORT RACING - Lorenzo Fluxà, Mari Boya, Francesco Pizzi

La gara è stata poco movimentata, ma con qualche incidente e due ingressi della vettura di sicurezza, uno dei quali negli ultimi giri di gara. Partito davanti a tutti, ha vinto Franco Colapinto, ottenendo finalmente un risultato positivo dopo una stagione un po' meh. Hadrien David e Paul Aron hanno completato il podio, con il leader della classifica giunto alle spalle di Quinn in quinta posizione. Hanno preso punti anche Belov, Bortoleto, Alatalo, Maloney e Hadjar. Per ora non sembra molto positivo l'esordio stagionale del Boy From Brasil, ritirato quando si trovava in 20+ posizione. Vedremo domani se cambierà qualcosa.

EDIT 12/09 - la gara della domenica, che mi sono persa in quanto ero a pranzo con i miei genitori e mia nonna, ha visto Colapinto vincere di nuovo dalla pole position, con Saucy in seconda posizione e 60 punti ancora di vantaggio in classifica (il suo più diretto inseguitore, David, si è ritirato). Il podio è stato completato da Bortoleto, con la zona punti composta da Maloney, Hadjar, Beganovic, Delli Guanti, Alatalo, Quinn e Vidales. A Petecof è andata un po' meglio, è giunto solo in 16^ piazza, ma oggi almeno ha visto il traguardo.

EDIT 19/09 - a distanza di alcuni giorni sono state applicate varie penalità alla seconda gara. La vittoria è stata attribuita a Saucy davanti a Bortoleto, Maloney, Colapinto, Delli Guanti, Hadjar, Vidales, Quinn, Pizzi e Pasma a completare la top-10. Purtroppo è andata male anche a Petecof che da 16° si ritrova 28°.