domenica 19 settembre 2021

Vincere come Lauda is for kids, gareggiare clandestinamente come Heyer is for legends: GP di Germania - Hockenheim 1977

Benvenuti negli anni '70, quando venticinque vetture su trenta sono motorizzate Ford Cosworth. Le cinque con altri motori sono le due Ferrari, le due Brabham motorizzate Alfa Romeo e la Ligier motorizzata Matra (che essendo un motore francese, si pronuncia Matrà). Ci sono squadre con due vetture, squadre con una, squadre con entry aggiuntive... insomma, un caos, ma in questo caos si delineano due storyline. Una è quella dei top-driver che lottano per il podio di Hockenheim, una è quella di un pilota random che riesce a non essere uno dei tanti e a diventare a modo suo iconico. Quel pilota è Hans Heyer, nato nel 1943 a Monchengladbach, la città che in futuro darà i natali a Heinz-Harald Frentzen, nato negli anni '40 ma con il potenziale da meme lord.

Facciamo un passo indietro: in pole c'è la Wolf di Jody Scheckter, che corre in un team mono-vettura e quando scatta la gara dietro di lui la top-5 si compone della Brabham di John Watson, della McLaren di James Hunt, della Ferrari di Niki Lauda e della Brabham di Hans Joachim Stuck. Intanto si scatena il caos un po' più indietro, con un incidente che mette fuori gioco le vetture di Clay Regazzoni e Alan Jones, rispettivamente una Ensign e una Shadow. Le vetture da ventiquattro dovrebbero scendere a ventidue ma, plot-twist, ne sbuca fuori un'altra, uscendo dalla corsia dei box: è l'ATS (o Penske? non mi è ben chiaro chi fosse titolare della squadra a quei tempi, è accreditata come Penske, ma ha già i colori ATS) del nostro eroe, che si accoda al gruppo.

La gara di Heyer dura solo nove giri, quattro di più di quella del compagno di squadra Jean-Pierre Jarier. Entrambi si ritirano ai box per noie meccaniche, ma la particolarità di Heyer è che lui a questo gran premio non dovrebbe partecipare. Insieme a Emerson Fittipaldi (Copersucar), Patrick Nève (March), Emilio De Villota (McLaren), Arturo Merzario (March) e Teddy Pilette (BRM) è uno dei piloti non qualificati, che servono come riserve qualora qualcuno non possa andare in griglia. Mi pare che di capire che il telecronista tedesco abbia qualche dubbio sulla sua presenza e che si chieda cosa ci faccia lì, perché non è che ci sia stata una bandiera rossa e una seconda partenza per l'incidente di Jones e Regazzoni. Infatti, appunto, Heyer non dovrebbe essere lì.

Heyer, però, è un pilota del posto, di successo in altre categorie di motorsport, e conosce tutta la gente che gira per il paddock. Mentre gli altri piloti fanno il giro di formazione, lui sta in pitlane nascosto dietro gente varia, incluso un gruppo di ombrelline. Poi, quando è il momento, si lancia in pista e la direzione gara si guarda bene dal blackflaggarlo. Anche perché, obiettivamente, uno che parte illegalmente per un gran premio a cui non si è qualificato, non mi sembra il tipo da farsi spaventare dalle potenziali conseguenze del mancato rispetto della bandiera nera. La squalifica arriverà dopo il ritiro. Wikipedia dice che è stato anche radiato dalla Formula 1, ma non ne sono certa. Lo dice solo Wikipedia e quelli che hanno scopiazzato da Wikipedia.

Nel frattempo Lauda, che ha passato Hunt a inizio gara ed è secondo dopo il ritiro di Watson, supera Scheckter a un quarto di gara. È il nuovo leader, inseguito in certi momenti molto da vicino dal pilota della Wolf, ma capace di staccarlo verso fine gara. Hunt rimane terzo con Stuck alle spalle, poi si ritira per un guasto a due terzi di gara. Il podio sarà Lauda, Scheckter e Stuck, con quest'ultimo che festeggerà come se non ci fosse un domani. Rimane stabile, dietro di lui, la posizione della Ferrari di Carlos Reutemann, che giungerà quarto al traguardo. Non tutti saranno così fortunati da arrivarci: non è ancora l'epoca dei turbo che si rompono ogni tre per due, ma in quanto ad affidabilità ci sono ancora molte incognite. La regia tedesca non è un'incognita, non si perde quasi nulla. Top, in confronto agli standard d'epoca.

Ne abbiamo persi tanti per strada, tra cui Ian Scheckter, fratello di Jody (March), Brett Lunger (McLaren), Hector Rebaque (Hesketh), Jacques Laffite (Ligier), chi ai box e chi in giro per i prati. Qualche giro prima di Hunt è uscito di scena per un guasto anche il suo compagno di squadra ufficiale Jochen Mass. Il top, tuttavia, è vedere Gunnar Nilsson che, ritirato per guasto al motore, va a parcheggiare in una via di fuga allineando perfettamente la propria monoposto a lisca di pesce con la Tyrrell a sei ruote di Patrick Depailler, uscito di scena in precedenza sempre per guasto al motore. Nilsson sarà imitato in termini di parcheggio dal compagno di squadra: lasciata la bassa zona punti Marione Andretti gli parcheggia accanto dopo che anche il suo motore ha dato forfait.

Torniamo ai primi quattro già citati: quinto è ormai stabile Vittorio Brambilla (Surtees) mentre l'ultimo posto disponibile se lo porta a casa, approfittando del ritiro verso fine gara di Ronnie Peterson (Tyrrell), Patrick Tambay (Ensign). Oltre a loro finiscono la gara anche Vern Schuppan (Surtees) e Alex Ribeiro (March) uscito indenne da un contatto con Rupert Keegan (Hesketh). Peterson viene classificato nono per avere completato il 90% della gara e risulta decimo Riccardo Patrese (Shadow) nonostante a sua volta non abbia finito la gara, seppure non inquadrato al momento del ritiro, uno dei pochi ritiri che sono sfuggiti alla regia (mi sono sfuggiti Lunger e Rebaque, non so se per distrazione mia o perché proprio non si siano visti, ma gli altri sono stati inquadrati tutti).

La gara finisce con Lauda che vince il GP di Germania, il che è una grande rivincita anche se il circuito non è più il Nurburgring, e vince su Ferrari, quindi la gara a cui abbiamo assistito non è per niente falsata. Una prestazione direi da leggenda, quale effettivamente può essere considerato. Però ecco, non ci sono solo le "leggende leggende", ci sono anche le "leggende da meme" ed è così che, al giorno d'oggi, quando pensiamo a questo gran premio, più che alla vittoria di Lauda pensiamo all'azione comicamente eroica di questo pilota che, in modo del tutto inedito e ineguagliabile, si è conquistato di forza un posto nella storia della Formula 1. Le leggende mainstream entrano nella storia con i numeri delle loro vittorie, le leggende epiche ci entrano con numeri da circo!



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Milly Sunshine