giovedì 31 ottobre 2019

Le due facce del 31/10

Sabato 30 Ottobre 1999 - è un sabato come tanti, la prima media è iniziata da poco più di un mese, mi preparo per andare a scuola mettendomi gli indumenti che mia madre mi ha tirato fuori dall'armadio.
Indosso una felpa rossa, la mia felpa preferita, che però oggi mi fa pensare al mondiale che sta finendo.
È sabato e, diversamente dagli altri giorni, in cui mio padre mi accompagna a scuola che è di strada mentre va al lavoro, è mia madre che mi porta a scuola. Arrivo un po' in anticipo, mi fermo un po' a parlare con le mie due amiche delle elementari, rispettivamente la mia migliore amica a vent'anni di distanza e una che non vedo più da una vita e che non mi ricambierà nemmeno il follow su instagram (con il mio profilo in incognito, insomma, quello che uso per seguire amici, colleghi e conoscenti).
E. mi chiede: "Ti sei vestita di rosso perché speri che Schumacher vinca?"
G. interviene: "No, perché spera che vinca Irvine, che è più bravo e più bello".

Domenica 31 Ottobre 1999 - è domenica e la gara è stata a orari proibitivi. Mia mamma mi fa preparare per andare a catechismo e purtroppo sono lontana dalla fonte di informazioni, un ex compagno di scuola delle elementari fanatico al cubo che ha visto la gara alla mattina.
Per tutta la mattina ripeto a E. che non vedo l'ora di scoprire com'è andato a finire il campionato. E. mi risponde che ha sentito il TG e che il mondiale non l'ha vinto Schumacher. Grazie al cavolo, non era lui il pilota che lottava per il mondiale.
Al pomeriggio faccio il mio dovere di hater della McLaren e ne deduco che è un giorno terribile per il motorsport, che il Malehhhh Assolutohhhh ha vinto un'altra volta, il tutto con la mentalità di una persona felice per il fatto che Barrichello avrebbe preso il posto di Irvine (informazione di cui non ero al corrente al momento, ma che mi avrebbe resa molto contenta nel prossimo futuro).

È il 31 Ottobre e, quando arriva la sera, ho davanti due giorni di vacanza. Tornerò a scuola soltanto mercoledì.
Di motori non se ne parlerà fino a marzo, anche se ogni tanto ci proverò.
Però abbiamo il paraocchi, vediamo solo ciò che conosciamo. Nella mattina europea del 31 Ottobre, Mika Hakkinen vince il suo secondo mondiale a Suzuka. Nella sera europea del 31 Ottobre, Greg Moore muore a Fontana. E questa è, di fatto, la ragione per cui mi è difficile pensare a quel giorno sotto una luce positiva.


martedì 29 ottobre 2019

Basta con le ship war... e intanto vi spiego perché shippo i Vettelton

Remake di Baku 2017, senza safety car e senza vetture
Carissimi lettori, oggi parliamo di una tematica piuttosto scottante e, a scanso di equivoci, vi spiego che cosa intendo io quando parlo di ship, dato che non vorrei dare visioni distorte a causa dell'eccessiva "follia".
Se guardando una foto di A + B penso che siano carini insieme/ adorabili insieme (nel senso di l'uno accanto all'altro), li shippo.
Se penso che le interazioni tra A + B siano divertenti/ siano interessanti/ intrattengano, li shippo. Se posto scarico delle foto di A + B e ne faccio un collage che posto su Instagram, li shippo. Se penso che sarebbe bello vedere A + B che vanno a ubriacarsi insieme al bar, li shippo. Se mi faccio dei film mentali su A + B che salvano il mondo insieme, li shippo.
Per intenderci, il mio concetto di ship non sta nel farmi viaggi mentali erotici tra personaggi realmente esistenti, incurante del fatto che una relazione sentimentale/erotica tra i due sia altamente improbabile. Scrivo altre cose. Ho shippato piloti come "coppia" in parodie e lavori trash, ma il senso del lavoro era far ridere facendo ironia su un certo tipo di fan fiction, in cui le tematiche sentimentali e/o sessuali sono tendenzialmente decontestualizzate.

Quindi, miei cari esperti di ship war, non mi immagino i Vettelton che hanno rapporti sessuali insieme e, se mai mi venisse una simile fantasia, farei in modo che rimanesse soltanto una mia fantasia e non narrerei la scena nel dettaglio facendola leggere a chiunque. Ma sta di fatto che al momento non ho l'abitudine di immaginarmi i Vettelton che hanno rapporti sessuali insieme.
Quando vedo alcune foto di Vettel e Hamilton insieme che passano sulla bacheca dei miei profili social, tuttavia, me li immagino in un angolo a fare qualche discorso da conflitto generazionale, del tipo "i pilotini di oggi non saranno mai come noi, non ci sono più i giovani di una volta" e cose di questo genere.
Si prestano bene: hanno la stessa età, sono arrivati in Formula 1 nello stesso anno, hanno speso gran parte della loro carriera a gareggiare l'uno contro l'altro, in modo più o meno marcato, e da un giorno all'altro si ritroveranno soppiantati dai giovani arrembanti che assumeranno il controllo delle posizioni che contano. Le dinamiche saranno molto diverse tra i due, immagino, ma se anche solo tra un paio d'anni Hamilton fosse su una Mercedes decadente e Vettel fosse al volante di un'Alfa Romeo, potrebbero guardare i Leclestappen salire sul podio pensando a quanto le nuove generazioni abbiano rovinato il motorsport o cose del genere.

Fun fact: il fatto che uno abbia una tuta rossa e l'altro abbia una tuta grigia, è irrilevante in questo mio essere una loro shipper. Non mi focalizzo sul conflitto tra team o sul conflitto tra piloti, quanto piuttosto sul conflitto tra generazioni. E i Vettelton sono i più longevi rappresentanti della mia generazione in Formula 1. Sono gli unici piloti, più o meno della mia età, che gareggiavano in Formula 1 ai tempi del mio diploma e che gareggiano in Formula 1 ora che ho trent'anni suonati.
Quindi sì, per me rappresentano i miei coetanei che gareggiano contro i giovani. Perfino mia nonna definisce i piloti Ferrari come "quello giovane" e "quello vecchio". Mia nonna, a 87 anni, definisce vecchio un pilota che ha poco più della mia età. La trovo una cosa un po' comica, ma che riflette comunque quel conflitto generazionale che viene spesso ingigantito in tutte le sue salse: Verstappen è un fenomeno, Leclerc è un fenomeno, Norris è un fenomeno, il futuro della Formula 1 è in buone mani e chiunque altro se non i pochi eletti appartengono al passato.
Con questo sono consapevole del fatto che Vettel non vincerà mai un altro mondiale e che anche per Hamilton quello che verrà a breve potrebbe essere l'ultimo. Ma finché rimarranno loro o qualcuno della loro età in Formula 1, fosse anche al posto di Kubica, la generazione della seconda metà degli anni '80 non sarà finita.

Altra ragione per cui mi piace questa ship è che mi piace per quello che è. Non sono una tifosa Ferrari, non sono una tifosa Mercedes, non sono una tifosa di Vettel, non sono una tifosa di Hamilton. Mi piace quella sorta di alchimia che c'è tra di loro. E lo so che se lottassero per il mondiale le cose andrebbero a finire in modo diverso, ma è esattamente quello che succedeva a suo tempo con Schumacher e Coulthard.
Ecco, la relazione che c'è tra i Vettelton ha, a mio parere, qualche affinità con quella che c'era tra Schumacher e Coulthard. Si passava dalle polemiche al trolleggiare insieme, così come se niente fosse, magari anche da un momento all'altro in modo un po' borderline.
A me non pare una brutta cosa, per niente. Anzi, credo che sia questa la cosa più bella di questa "ship". I Vettelton nel corso degli anni sono passati dal darsi la lingua in bocca (in senso metaforico) al prendersi a sportellate, al tornare a darsi la lingua in bocca, al polemizzare, al darsi di nuovo la lingua in bocca.
Esattamente il contrario di quello che succede spesso e volentieri tra gli utenti dei social, dove ieri ci si dava la lingua in bocca (in senso metaforico) e alla prima cosa su cui non si è d'accordo, ci si cancella per sempre e ogni tipo di interazione civile è impossibile. Quindi shippo i Vettelton perché danno il buon esempio ai bambini e anche agli adulti.

Questo mi rende una persona che non prende il motorsport sul serio? Che fa calare il livello degli appassionati? Che non partecipa abbastanza alle ship war, perché tecnicamente dovrei demolire altre "ship"?
A me non pare. La Formula 1 è una cosa seria, ma non è necessario essere seri 24/7. Se vedo un video in cui i Vettelton ridono e scherzano in conferenza stampa e la condivido è perché so apprezzare le cose divertenti tanto quanto quelle serie.
Aprite gli occhi. Quindici anni fa durante le gare di Indycar veniva mostrato un siparietto in cui l'armadio di casa di Dan Wheldon veniva messo in disordine da Tony Kanaan, o qualcosa del genere. Qua sembra che ci si indigni anche di fronte a Vettel che dice a Hamilton, più o meno testualmente: "se tratti le donne come tratti le gomme, beate le tue donne".
Mi sembra anzi un comportamento più normale riderci su, piuttosto che inventarsi di sana pianta delle polemiche che non ci sono state, come invece ha fatto qualche articolo con titolo clickbait.
E con questo vi saluto. Magari potete non essere d'accordo con me e desiderare prendermi a sportellate lungo le strade di Baku, però puà darsi che il prossimo post vi faccia sentire più in sintonia con me, un po' come succede tra le persone normali.
Ecco, è questo, in fondo, che mi piace della "ship" incriminata: i Vettelton interagiscono all'apparenza come persone normali, l'esatto contrario di quello che tendiamo a fare noi sui social. Quindi viva la normalità e non mi toglierete dalla testa che i Vettelton sono tanto aaaawwww e che tra quarant'anni entrambi sorrideranno nel ripensare alle loro conversazioni folli in conferenza stampa.

EDIT. Perdonami nonna, dimenticavo che hai già compiuto gli 88...



sabato 26 ottobre 2019

GP Giappone: post-scriptum

{Questo post è da intendersi come un seguito al commento al GP del Giappone - ho provveduto anche a editare il post originale, inserendo questo EDIT alla data odierna}

Miei carissimi mass dumper (sì, perché di Renault si tratta, quindi dobbiamo calarci nell'atmosfera), oggi parliamo di un argomento piuttosto scabroso di cui si discute da un po'. Si ringrazia E. di Twitter/Tumblr per il suggerimento... andiamo a parlare infatti della squalifica alla Renault dopo il GP del Giappone, che ha fatto molto parlare di sé, nonostante si tratti di una semplice Renault.
I fatti sono questi: in Racing Point qualcuno (si dice un ex dipendente Renault) guardando un video di un camera car della Renault si è accorto (o già sapeva e ha utilizzato il video per provarlo/ per trarre ispirazione) di un'irregolarità tecnica da parte delle Api Maya.
Essenzialmente vengono utilizzati dei "drivers aids" precisati di più o di meno a seconda delle fonti.
C'è chi parla, forse un po' a caso, di traction control dato che viene menzionato soltanto da gente che commenta le news sui social. Attendo con ansia osservazioni del tipo: "negli scantinati di Enstone esistono vecchi progetti del launch control della Benetton".
Comunque di osservazioni random ce ne sono sempre e comunque e, lo ripeto, la cosa mi lascia perplessa, dato che stiamo parlando delle Api Maya e delle Pink Panther, a cui di solito nessuno dedica un briciolo di attenzione se non per criticare Stroll.
In più il tutto si arricchisce di particolari imbarazzanti, tipo RoGro che osserva: "quel sistema lo usavamo anche nel 2015, quando c'ero io".
Quale sistema? Quello che ha visto nel video, che non è chiaro se sia stato utilizzato come prova oppure no. Io, fossi quelli della Racing Point, avrei fatto di più: avrei chiesto a Chandhok di commentare il video, prima di portarlo come prova.
La gente si è scatenata. Ho letto cose tipo: "la Renault dovrebbe essere rimossa da tutti i campionati dal 2015 ad oggi perché se oggi è illegale doveva esserlo anche nel 2015, non è possibile che le cose siano diverse".
WTF?! Ora, non so quali fossero i regolamenti 2015, ma ciò che sembra chiaro è che stiamo parlando di un buco grande come una casa in un regolamento attuale. Al di là di questo, affermare che nel 2015 il regolamento era tale e quale a quello odierno e che non può essere altrimenti, senza esserne certi, è campato in aria. Può essere che lo fosse. Ma non perché la cosa sia scontata. No, perché mi pare che i regolamenti cambino con una certa frequenza.
Poi ci sono i sostenitori della teoria "se la Renault è stata squalificata dal GP del Giappone, devono essere cancellati anche i risultati di tutte le gare precedenti".
Qui il WTF non è diretto. Tecnicamente può essere un argomentazione sensata. Il punto è che, se tale sistema era illegale già al GP d'Australia, la Renault doveva essere squalificata da quel gran premio e avere la possibilità di gareggiare senza utilizzare sistemi irregolari a partire dal secondo GP stagionale. Squalificare un team per fatti avvenuti in marzo, perché da marzo a ottobre si era troppo impegnati a giocare a Monopoli, sarebbe stato mille volte più da WTF.
In più c'è un'altra corrente di pensiero, che è quella dei sostenitori accaniti della Renault. Secondo loro, il team è totalmente innocente ed è inconcepibile che abbiano utilizzato un sistema irregolare.
Cose del genere non mi pare di averle sentite dai tifosi dell'Alfa Romeo a seguito della penalità a quel gran premio in cui grazie alla loro penalizzazione Kubica ottenne un punto. Certo, il fatto che Kubica avesse ottenuto un punto giustificava ogni tipo di osservazioni trash, ma nevermind.
Con questo chiudo, precisando che l'ordine d'arrivo ufficiale è: BOTTAS, VETTEL, HAMILTON, ALBON, SAINZ, LECLERC, GASLY, PEREZ, STROLL, KVYAT e che di fatto la posizione d'arrivo di Perez è addirittura migliorata rispetto al momento in cui è finito a muro.

venerdì 25 ottobre 2019

Hammi, se vuoi l'aereo, devi mangiare prosciutto

Credo che sia doveroso iniziare con una premessa, anzi, con due. La prima è che intendo postare qualcosa a proposito della diatriba Renault vs Racing Point vs chiunque abbia ritenuto doveroso esprimere il proprio parere a proposito di quella faccenda del GP del Giappone. Lo farò presto, ma mi è venuto spontaneo parlare anche di un certo fatto.
Relativamente al certo fatto, viene la seconda premessa: detesto parlare di politica, non mi ritengo sostenitrice/ affezionata di nessun partito politico (sono mai andata a votare? certo che sì... per chi ho votato? per chi ritenevo meno peggio a livello nazionale, per chi aveva già reso il mio comune di residenza vivibile a livello locale) e soprattutto non sento la necessità di politicizzare QUALSIASI cosa. Per me scegliere di non mangiare agnello perché si è contrari alla macellazione degli agnelli è una scelta etica, non politica. Rompere i coglioni 24/7 ai mangiatori d'agnello è da rompicoglioni. Rompere i coglioni 24/7 a chi non mangia l'agnello per motivi diversi dal detestarne la carne con affermazioni del tipo "ma non ci pensi ai polli e alle mucche?" è ugualmente da rompicoglioni. Fare una conversazione civile sul tema è fare una conversazione civile. Non vedo niente di politico in tutto ciò.
Idem, avere una bottiglia di plastica vuota e scegliere se riempirla sotto al rubinetto, metterla nel bidone della plastica, metterla nel cestino dei rifiuti indifferenziato o buttarla in strada dal finestrino non è a mio parere una scelta politica. Ritenere che i comportamenti sopracitati si spostino gradualmente dalla cultura all'essere un caprone ignorante non lo interpreto come questione politica. Se getti i tuoi rifiuti dal finestrino invece di smaltirli in maniera più o meno corretta, in teoria non ci dovrebbe essere nessuna idea politica o apolitica che ti dica: bravo, è così che funziona la vita. Se sei un ragazzino lo fai perché pensi che tutto ciò che ti insegnano i tuoi familiari sia sbagliato, oppure perché i tuoi familiari fanno la stessa cosa. Se fai la stessa cosa da adulto, la fai perché sei ancora lo stesso bimbominchia che eri da ragazzino.

Mi rendo conto che nella vita ci voglia un certo livello di coerenza, ma credo che sia necessario non esagerare.
Più il tempo passa e più ho l'impressione che tutto ciò che ha a che vedere con le tematiche ambientali non solo venga politicizzato molto più del dovuto (fino a una decina d'anni fa le diverse correnti politiche avrebbero casomai discusso di quanto fosse necessario ridurre le emissioni di gasolio, partendo dal presupposto che le emissioni di gasolio siano inquinanti, al giorno d'oggi invece mi sembra che si discuta proprio sul fatto che le emissioni di gasolio o facciano male o facciano bene), ma che vengano messe all'interno di un calderone immenso in cui, o in ogni singolo momento della tua esistenza ti comporti da ambientalista estremista, oppure qualunque azione vagamente ambientalista da te commessa è incoerente con il tuo stile di vita.
Puoi fare la raccolta differenziata senza spostarti solo ed esclusivamente a piedi? Puoi stare in casa in canottiera invece di mettere l'aria condizionata a dodici gradi, se non lavi la biancheria solo ed esclusivamente a mano e con la cenere al posto del detersivo? Puoi evitare di buttare la plastica in mare se non sei vegano? Puoi essere contrario alla caccia e non all'allevamento di bovini a scopo alimentare? Secondo la mia concezione di idee, la risposta è sì, a ciascuna di queste domande, per tre diverse grandi ragioni.
La prima è che se nel tuo piccolo senti di volere o potere fare qualcosa di positivo, non dovresti essere frenato dal fatto che magari non sempre l'hai fatto.
La seconda è che non si costruisce una città in una notte, quindi può essere un'apertura a un impegno futuro che vada oltre quello attuale.
La terza è che non tutto ciò che è ambientalista ha solo ed esclusivamente utilità dal punto di vista ambientale. Comprare un pacco d'acqua e poi riempire le bottiglie più volte sotto al rubinetto invece che comprare dieci pacchi d'acqua fa anche sì di dovere trasportare molto meno peso, di evitare di bere acqua che è stata magari per mesi sotto al sole nel capannone del supermercato, di dovere smaltire sessanta bottiglie vuote invece che dieci anche a livello di rottura di coglioni personale.
Evitare di lanciare la spazzatura sul balcone dei vicini permette una maggiore probabilità di convivenza civile e una minore probabilità che il vicino ti butti i rifiuti sul tuo balcone. E così via, potrei andare avanti all'infinito.

Dal punto di vista dell'impegno per l'ambientalismo da parte dei piloti, credo che ci siano livelli e livelli di coerenza o incoerenza. Una volta mi pare di avere espresso qualche dubbio sulla coerenza di Leilani Munter. Non perché fa propaganda pro-hamburger vegani 24/7. No, non credo che abbia nulla di incoerente con l'essere pilota. Il fatto che scrivesse post CONTRO LE AUTO IN QUANTO INQUINANTI, svolgendo la professione di pilota, quello mi sembrava decisamente meno coerente.
Quindi se Hamilton sostiene di essere vegano o di schifare la plastica nei mari, è lecito che venga da chiedersi come mai non sia contrario anche all'andarsene in giro su un jet privato. Però, di per sé, il fatto di essere vegano perché pensa che le mucche e le galline dovrebbero starsene libere nelle praterie e non essere allevate e mangiate, o il pensare che mari e fiumi non debbano essere utilizzati come discarica, di per sé non è incoerente con il possedere un jet privato e utilizzarlo per andare in giro e portarci in giro i propri cani.
Venendo al punto, considerando che questo è un blog sul motorsport e non sull'ambientalismo, il nesso del mio discorso è: ci sono cose più coerenti nella vita e cose meno coerenti, però mi sembra che il principale problema di molti fan è che, ogni volta in cui un personaggio che non apprezzano fa qualcosa, dipingano tutto quello che fa in chiave negativa. Sono un ferrarista convinto, quindi se Hamilton dice che la plastica in mare fa cagare, allora non è vero, il mare deve essere utilizzato come discarica.
Cambiando pilota, l'effetto non cambia. Le stesse critiche che Hamilton ha ricevuto per avere scritto uno di quei suoi post random di due pagine su tematiche ambientali non meglio precisate, erano state rivolte a Vettel, dai suoi detrattori, nel weekend del GP della Russia: era colpevole di avere tenuto un comportamento politicizzato in quanto, nella zona delle interviste, aveva raccolto bottiglie di plastica collocate a terra fuori dal cestino dei rifiuti e le aveva messe dentro al cestino dei rifiuti. Sappiatelo, quindi, se siete detrattori di Vettel: buttare i rifiuti nel cestino invece che a terra è sbagliato. Quindi andate a svuotare le vostre pattumiere nei fossi, un po' come dovrei fare io che, lavorando nel settore del trasporto su gomma (non come camionista), che produce inquinamento, mi rendo incoerente se smaltisco i rifiuti in maniera appropriata.


giovedì 24 ottobre 2019

Il giorno dopo

Lunedì 24/10/2011 - è una normale mattina di autunno, i giorni si passano e si avvicina l'esame di strategia di corporate (o qualcosa del genere), quello a cui quando il professore leggerà il mio nome sul compito d'esame si ricorderà che ho lasciato il programma per frequentanti per passare a quello per non frequentati e non mi perdonerà nemmeno una virgola fuori posto.

È l'esame per cui stavo studiando ieri, prima della festa di compleanno di mio cugino. Era una domenica come tante, ieri, una di quelle domeniche d'autunno in cui bisogna approfittare delle poche ore libere per studiare, perché l'esame è da passare subito, per poi concentrarsi sul futuro, quel futuro che dice che tra un semestre e mezzo gli esami saranno finiti e che tra un anno o poco più avrò una laurea magistrale e potrò fare quello per cui ho studiato o, se sarò fortunata, fare tutt'altro e iniziare una nuova vita.

Poi ho messo da parte i libri, ieri. Sono andata in bagno a prepararmi, vagamente consapevole che nell'universo in cui vivo non ci sono solo io, ma anche altre cose che un tempo mi interessavano almeno in parte.
C'era il motomondiale a Sepang, quello di cui forse si sarebbe parlato a pranzo dalla nonna fino a un paio d'anni fa, quando c'era ancora mio nonno e quando era ancora lucido abbastanza da guardare il motomondiale. Anzi, da "guardare Valentino", come diceva lui, anche se in realtà guardava la 125, la 250 e il pre-gara, in attesa della "partenza di Valentino".

Vivo in un condominio a cui nessuno importa un fico secco dell'antenna tv e da quando siamo passati al digitale terrestre vivo senza Italia 1, che a volte, in rare occasioni, si vede. In tutte le altre vivo senza Italia 1 e senza motomondiale, ma ho scoperto che non me ne importa più di tanto. Non ho mai amato le due ruote così profondamente, anche se ho provato ad appassionarmi, qualche anno fa. Alla fine i miei ricordi sono quelli di chi a volte ha preferito guardare la gara della 250 ai pranzi della domenica che quello che veniva dopo, alle 14.00, quando si parlava solo di Rossi.

Poi sono uscita dal bagno. Così, a bruciapelo, dal soggiorno è arrivata la voce di mio padre, diretta e chiara.
"È morto Simoncelli."
È una frase talmente lontana dal mio immaginario che gli chiedo cos'abbia detto: scuoto la testa e penso che devo avere capito male.
Non ho capito male. È quello che c'è scritto nelle news, è quello che ci verrà sbattuto in faccia di continuo, nei giorni che verranno.

Ora che è lunedì e una parte di me si illude che la vita scorra come prima. I miei stivali texani, che tra otto anni quando scriverò questo post troverò ridicoli, rimbombano sotto i portici, mentre dalla stazione mi dirigo verso la zona universitaria.
Mi rendo conto che a volte il giorno dopo le cose fanno ancora più male, perché la notte non le ha cancellate e l'illusione di svegliarsi alla situazione di prima è irreparabilmente perduta.

Una sera random di dicembre 2011 - sono a casa di mia zia e mio cugino sta giocando sul pavimento del soggiorno con una distesa di modellini di moto.
Ha tra le mani il modellino della moto di Marco Simoncelli. Mio padre sta per dire qualcosa, ma mia zia lo ferma. Mio cugino ha solo cinque anni, probabilmente ha visto la diretta dell'incidente insieme a suo padre, ma è stata imbastita una versione soft dell'evento: gli hanno detto che, dopo la caduta, Simoncelli ha avuto una sorta di crisi mistica (non in questi termini) e ha lasciato le competizioni.

Quando avevo circa la sua età, probabilmente la verità mi sarebbe stata sbattuta in faccia comunque... e forse l'avrei preferito. Questa, però, è un'altra storia, che poco ha a che vedere con il nostro punto di partenza.
Il punto di partenza è che si può vivere senza Italia 1 e senza MotoGP, ma che la morte di quel ragazzo che in passato correva nella 250, che mille volte ho scherzosamente preso per i fondelli per la foltissima chioma, la cui immagine sorridente svettava sui furgoncini delle patatine San Carlo, può essere sempre e comunque uno shock (e può esserlo stato anche per i non appassionati di motori in generale, dato che comunque, per noi italiani, era un personaggio pubblico e uno dei pochi piloti che spesso si vedevano in TV anche per occasioni che non avevano nulla a che vedere con il motorsport).

mercoledì 23 ottobre 2019

F4 italiana: Dennis Hauger vince il titolo

MUGELLO - nel weekend del 6 Ottobre è andato in scena il penultimo evento del campionato di Formula 4 italiana, nel quale Dennis Hauger, pilota norvegese già secondo classificato nel campionato di F4 ADAC, ha vinto il titolo con un certo anticipo.
In Gara 1 ha vinto Paul Aron, precedendo il pilota part-time Lorenzo Ferrari e Jonny Edgard. A Hauger, che era partito dalla pole position, le cose sono andate discretamente male.
Tuttavia partiva dalla pole anche in Gara 2 e Gara 3, dove a conquistato due vittorie. Sul podio sono saliti piloti che nel corso del fine settimana non avevano ancora visto quella gloria, Roman Stanek e Ido Cohen, poi Paul Aron e Joshua Durksen. Nessuna top-3 per Gianluca Petecof, il pilota brasiliano principale avversario di Hauger per il titolo.

MONZA - nel weekend del 20 Ottobre, Hauger ha deciso di superarsi, ottenendo tre vittorie consecutive, giusto per non lasciare niente a nessun altro.
Michael Belov e Oliver Rasmussen a podio in Gara 1, di nuovo Belov davanti ad Aron in Gara 2, Roman Stanek secondo in Gara 3 con Rasmussen ancora una volta a completare il gradino più basso del podio.
369 i punti totali del campione Hauger, 233 e 226 quelli di Petecof e Aron, secondo e terzo in classifica, con Aron miglior rookie della stagione.
Mikhael Belov, Roman Stanek, Ido Cohen, Oliver Rasmussen, Joshua Durksen, William Atalalo e Jonny Edgard hanno completato la top-ten, con distacchi variabili. Belov ha totalizzato 170+ punti, Edgar un centinaio scarsi.

SORELLE AL QUBAISI - come da tradizione al Mugello la sola Amna ha preso parte all'evento, ottenendo in Gara 1 il miglior risultato della stagione, un misero 13° posto che non eguaglia nemmeno il suo miglior risultato in carriera. La stagione della ragazza degli Emirati è stata tutt'altro che esaltante.
Poi, a Monza, è arrivata la sorella Hamda. Ora, non voglio dire che i risultati di Hamda siano stati esaltanti, però nel corso del weekend, alla sua seconda apparizione in un evento open wheel, è arrivata 25^, 26^ e 21^. La sorella maggiore, nel frattempo, portava a casa due 28^ piazze e un ritiro. Per la legge del "chi arriva dietro stira" credo che per Amna verranno tempi moooolto difficili...


lunedì 21 ottobre 2019

Formula Regional: Frederik Vesti vince il titolo

MUGELLO - weekend del 5/6 Ottobre, penultimo appuntamento del campionato, con Dan Ticktum ancora al volante, con Jake Hughes e Lirim Zendeli presenti per una comparsa one-off, con Frederik Vesti, pilota Prema, vicinissimo a conquistare il titolo con un certo anticipo.

Gara 1: Vesti partiva dalla pole, al fianco di David Schumacher, con Enzo Fittipaldi e Igor Fraga a completare la seconda fila e i due debuttanti in terza.
Vesti è partito bene, Schumacher si è fatto superare da Fittipaldi, contro il quale avrebbe lottato per il secondo posto nel corso della gara, ottenendolo. Hughes, tuttavia, non è stato a guardare, strappando la terza piazza al brasiliano prima della fine della gara.
Fittipaldi è arrivato quarto, Fraga quinto, con Florsch, Zendeli, Ticktum, Caldwell e Guzman a completare la top-ten, quest'ultimo immortalato durante un bel duello con Matteo Nannini.

Gara 2: la pole position è andata a David Schumacher, con il wannabe campione della Formula Regional in seconda posizione, davanti a Zendeli e Fittipaldi.
La gara è partita e, dopo un po', è partito anche Schumacher. Vesti nel frattempo era avanti a tutti e faceva il vuoto davanti a Fraga e Zendeli, mentre Schumacher doveva vedersela con Fittipaldi.
Fraga si è ritrovato inseguito da Zendeli e poi da Schumacher dopo uno svarione del suo precedente sfidante, almeno finché Schumacher non è stato penalizzato con un drive through per un'irregolarità nel giro di formazione.
Con Vesti stabilmente primo Zendeli è in seguito riuscito a risalire in seconda piazza, mentre Hughes e Fittipaldi hanno superato Fraga relegandolo al quinto posto. Ticktum sesto, Nannini, Florsch, Lappalainen e Beckhauser a completare la top-ten.

Gara 3: a Vesti mancava un punto per vincere il titolo, nel confronto con Fittipaldi. Partiva secondo, accanto a Schumacher, mentre Fittipaldi partiva quinto, dietro a Zendeli e a Fraga.
Stavolta Schumacher è partito bene, seguito da Zendeli, mentre Vesti se la prendeva comoda, scivolando dietro a Hughes. Schumacher, Zendeli e Hughes sono stati la top-3 fino alla bandiera a scacchi, con Vesti che ha ottenuto un quarto posto che valeva ampiamente il titolo.
Fraga ha chiuso quinto, dopodiché Fittipaldi, Ticktum, Guzman, Florsch e Caldwell a completare i primi dieci.

MONZA - weekend del 19/20 Ottobre, con Dan Ticktum ben lontano da Monza, ma per fortuna impegnato in un test di Formula 3 Internazionale, con Lirim Zendeli allo stesso test, ma con due nuovi entranti, Niko Kari e Andreas Estner, entrambi provenienti dalla F3 internazionale, con Estner proprio sulla vettura che fino alla volta scorsa era guidata da Ticktum.

Gara 1: partenza dietro alla safety car, perché pioveva e fino a quel momento i piloti non avevano guidato sotto la pioggia. Fraga, Vesti e Guzman i primi tre, rimasti i primi tre anche durante il corso della gara.
Estner ha portato a casa un risultato positivo, un quarto posto, davanti a Caldwell che si era appropriato della quinta piazza dopo un duello con la Florsch. Schumacher, Kari, Lappalainen e Bardinon completavano i primi dieci, mentre Fittipaldi si ritirava ai box, prima della fine della gara, per problemi tecnici.

Gara 2: ancora una volta Fraga partiva davanti a Vesti, con Fittipaldi e Guzman alle loro spalle. Pioveva anche stavolta, ma non al punto di dare problemi allo start. Guzman ha scavalcato i piloti che aveva davanti, ma non Fraga, arrivando secondo alle spalle del pilota brasiliano. Vesti ha chiuso terzo, stesso podio che nella gara precedente, ma con i due gradini più bassi rimescolati. Fittipaldi è arrivato quarto, precedendo Kari, Estner, Schumacher, Caldwell, Lappalainen e Florsch, con quest'ultima penalizzata per un taglio di chicane.

Gara 3: per la terza volta consecutiva, Fraga partiva dalla pole position, ma stavolta non era destino che vincesse. Frederik Vesti ha preso infatti la prima posizione già nelle prime fasi, nell'ennesima gara bagnata. Fittipaldi si è inserito al secondo posto, relegando Fraga terzo... e basta, in quelle tre posizioni sono arrivati.
Kari ha avuto una gioia: è arrivato quarto, davanti a Guzman, Schumacher e Caldwell. Un duello per l'ottavo posto tra Estner e Florsch è stato vinto da Estner, che ha relegato la compagna di squadra in nona posizione. La top-ten è stata chiusa da Lappalainen, ancora una volta dietro agli altri piloti full-time con l'eccezione di Bardinon e Scolari.

CLASSIFICA PILOTI & OPINIONI PERSONALI:
1. Frederik Vesti - 467 // ottima stagione, un abisso tra sé e gli altri, competitivo dall'inizio alla fine della stagione;
2. Enzo Fittipaldi - 336 // all'inizio arrivava dietro al compagno di squadra, alla fine spesso c'erano altri piloti in mezzo, un finale forse non all'altezza dell'inizio;
3. Igor Fraga - 300 // un inizio di medio livello, con un progressivo miglioramento nelle fasi finali della stagione;
4. David Schumacher - 285 // di fatto, stessa valutazione che per Fraga, miglioramento negli ultimi eventi del campionato;
5. Olli Caldwell - 213 // come pilota Prema, non è stato all'altezza del duo Ves/Fit, perdendosi molto a fine stagione;
6. Raul Guzman - 180 // tra i piloti full-time non è stato quello che si è fatto vedere di più, ma i piazzamenti a podio in quest'ultimo weekend gli hanno fatto finire il campionato in bellezza;
7. Sophia Florsch - 149 // mai un podio, sempre a lottare a centro gruppo, o a volte anche più indietro, ma dopotutto è difficile stare al contempo al volante e su un piedistallo;
8. Marcos Siebert (4 eventi su 8) - 70 // le volte in cui si è visto, qualcosa di buono l'ha combinato, anche se non è stato uno dei piloti più di spicco;
9. Dan Ticktum (2 eventi su 8) - 64 // peccato che la sua presenza sia durata poco, sarebbe stato interessante vederlo più a lungo nella stagione, a mio parere;
10. Isac Blomqvist (5 eventi su 8) - 62 // non era tra i piloti di maggiore spessore, ma sarebbe stato interessante vedergli continuare la stagione, a mio parere;
11. Konsta Lappalainen - 56 // tra i full time con esperienza open-wheel a livello professionistico è stato il peggiore, nonostante un podio conquistato in corso d'opera, forse ha subito in negativo il passaggio dalla F4 SMP (uno dei campionati meno altolocati delle varie F4 europee) alla F.Regional;
12. Jake Hughes (1 evento su 8) - 45 // tre gare, tre terzi posti, sarebbe stato bello vederlo più a lungo;
13. Matteo Nannini (5 eventi su 8) - 43 // occasionalmente in vista, per avere disputato oltre metà stagione non ha messo da parte un numero particolarmente elevato di punti;
14. Lirim Zendeli (1 evento su 8) - 42 // dopo una stagione difficile nella F3 internazionale, sembrava avere trovato la propria collocazione nel mondo, per il breve periodo in cui è stato presente;
15. Niko Kari (1 evento su 8) - 26 // né eccezionale né peggio dei full time, forse meglio di alcuni di loro;
16. Joey Mawson (1 evento su 8) - 24 // vedi definizione utilizzata per Kari, anche se Mawson ha fatto la sua apparizione molto tempo prima;
17. Andreas Estner (1 evento su 8) - 24 // vedi definizione utilizzata per Kari e Mawson;
18. Sharon Scolari - 17 // disputare un campionato di F3 senza esperienza open-wheel e con un team privato non mi è sembrata un'idea così eccezionale;
19. Tom Beckhauser (5 eventi su 8) - 12 // mai in vista, difficile distinguere le volte in cui c'era e quelle in cui non c'era;
20. Alexandre Bardinon (7 eventi su 8) - 5 // curriculum antecedente a livello Scolari, ha gareggiato con VAR (stesso team di Florsch) per gran parte della stagione, con risultati un po' più accettabili della collega... ma per la legge dei grandi numeri, anche Raghunathan sta davanti alla Calderon in classifica.

domenica 20 ottobre 2019

F4 britannica: Zane Maloney vince il titolo

Undici piloti full time, quattordici piloti nei momenti di massimo splendore, Zane Maloney, Sebastian Alvarez, Louis Foster e Josh Skelton arrivati in lotta per il titolo all'ultimo dei dieci eventi stagionali, svoltosi lo scorso fine settimana.
Maloney e Alvarez sono rimasti gli unici in lotta per il titolo dopo la prima gara dell'ultimo evento, con Alvarez in vantaggio in classifica dopo il secondo, ma il suo ritiro nel terzo ha permesso a Maloney, vincitore di dieci gare in totale, di vincere il titolo.

BRANDS HATCH:
Podio I - Browning, Alvarez, Maloney
Podio II - L.Foster, Alvarez, Browning
Podio III - Alvarez, Maloney, Williams

DONINGTON:
Podio I - L.Foster, Skelton, Horsten
Podio II - Horsten, Turney, L.Foster
Podio III - L.Foster, Alvarez, Browning

THRUXTON:
Podio I - Browning, Maloney, Skelton
Podio II - Maloney, Alvarez, Horsten
Podio III - Maloney, L.Foster, Alvarez

CROFT:
Podio I - Maloney, Horsten, L.Foster
Podio II - Skelton, Alvarez, Horsten
Podio III - Maloney, L.Foster, Horsten

OULTON:
Podio I - Maloney, Skelton, Horsten
Podio II - Maloney, Turney, Williams
Podio III - Maloney, Skelton, Alvarez

SNETTERTON:
Podio I - Alvarez, Williams, Maloney
Podio II - T.Foster, Skelton, Browning
Podio III - Alvarez, Horsten, Skelton

THRUXTON:
Podio I - Williams, Alvarez, Skelton
Podio II - Skelton, T.Foster, Alvarez
Podio III - Williams, Skelton, L.Foster

KNOCKHILL:
Podio I - Maloney, Skelton, Alvarez
Podio II - Williams, Alvarez, Skelton
Podio III - L.Foster, Alvarez, Skelton

SILVERSTONE:
Podio I - L.Foster, Alvarez, Skelton
Podio II - Alvarez, Maloney, L.Foster
Podio III - L.Foster, Horsten, Browning

BRANDS HATCH:
Podio I - Maloney, Browning, Alvarez
Podio II - Alvarez, Horsten, Browning
Podio III - Maloney, Browning, Connor

CLASSIFICA:
1. Zane Maloney (Barbados) - 427
2. Sebastian Alvarez (Messico) - 407
3. Louis Foster (Regno Unito) - 353
4. Josh Skelton (Regno Unito) - 326,5
5. Bart Horsten (Australia) - 275,5
6. Luke Browning (Regno Unito) - 268,5
7. Carter Williams (Stati Uniti) - 230
8. Tommy Foster (Regno Unito) - 207
9. Alex Connor (Regno Unito) - 163 / assente dal primo evento
10. Joe Turney (Regno Unito) - 111 / presente ai primi cinque eventi
11. Roberto Faria (Brasile) - 99
12. Mariano Martinez (Messico) - 49
13. Reema Juffali (Arabia Saudita) - 20
14. Alex Walker (Regno Unito) - 17 / presente a quattro eventi
15. Chris Lulham (Regno Unito) - 16 / presente al solo penultimo evento
16. Abbie Munro (Regno Unito) - 6 / presente agli ultimi tre eventi

NB. Reema Juffali è passata alla storia per essere la prima donna pilota originaria dell'Arabia Saudita.


sabato 19 ottobre 2019

Da Sepang a Interlagos, dalla prima media alla drinking age, da Schumacher a Barrichello

Nei giorni appena passati abbiamo vissuto degli anniversari meritevoli di ricevere una menzione qui sul mio blog.
Vi ho già parlato millemila volte della versione 11enne di me in crisi d'astinenza da MSC durante i gran premi all'epoca del suo infortunio... e come potrete immaginare, provai una soddisfazione immensa quando tornò in scena in occasione del GP della Malesia 1999.
Era il primo GP della Malesia, si svolgeva ad orari proibitivi per i canoni dell'epoca, quindi per me era tutto un sentito dire. La gara era prevista per il 17 Ottobre, giorno dell'11esimo compleanno della mia amica dell'epoca che di lì a poco avrebbe smesso anche di salutarmi perché non ero figa abbastanza per essere amica sua, dato che sembravo ben lontana da quella conquista post-infantile chiamata "crescita del seno", mentre lei si sentiva già quasi adulta. Ricordo che partecipai alla sua festa di compleanno, che con tuttavia non ricordo se si svolse di sabato o di domenica, in quel weekend o in quello successivo.

Quando scoprii il risultato, scoppiai di felicità. In un contesto in cui avevo eletto MSC a mio idolo (con gli standard attuali il mio idolo probabilmente sarebbe stato qualcun altro), Hakkinen era ovviamente il Grande Nemico dell'Umanità mentre Irvine era un male necessario alla sopravvivenza, insomma, il meno peggio, anche se gradivo mille volte di più Barrichello che si apprestava a prenderne il posto. Ma non parliamo di Barrichello in anticipo.
MSC secondo classificato alle spalle di Irvine era, secondo me, tutto ciò che poteva condurre al Benehhhh Assolutohhhh, perché a me bastava che la crisi d'astinenza fosse terminata, tutto qui.
Di fatto MSC si fece da parte, quel giorno. Diversamente da molti suoi sostenitori, non lo santifico per questo. Era semplicemente una parte del tutto. E mi chiedo se, quel giorno, quando appresi con naturalezza che cosa fosse successo, non stessi intravedendo un dato di fatto che al giorno d'oggi mi è chiaro.

Non sono fatta per stare dalla parte dei vincenti, mi sento lontanissima da quella scuola di pensiero. Da molto tempo prediligo maggiormente la competizione che avviene a centro-griglia oppure addirittura in fondo alla griglia, quando succede qualcosa di epico. Per quanto il risultato dei top driver sia importante, intravedo che c'è anche qualcos'altro. I piloti non esistono solo quando sono top-driver, esistono anche quando sono da un'altra parte dello schieramento.
Per quanto riguarda MSC, Malesia 1999 forse fu un primo messaggio che significava: ehi, Milly, non te ne rendi ancora conto, ma tu MSC lo preferisci quando arriva dietro al compagno di squadra, lo ritieni più spontaneo e più compatibile con i tuoi standard.

Dopo ci furono delle polemiche. Il team fu squalificato e la presi malissimo, poi scoprii qualche giorno dopo che la squalifica era stata annullata e ne fui felice.
Non sto a lanciarmi in spiegazioni tecniche che in realtà non ricordo più nemmeno tanto bene, perché sono sempre stata più una persona da sensazioni...
...
...
...
...e le sensazioni mi portano a dieci anni più tardi, nel weekend del 18 Ottobre.
C'era il GP del Brasile, quello le cui qualifiche furono redflaggate a lungo, mentre mi preparavo per andare a cena a una sagra con i miei genitori.

Avevo acceso la TV con qualcosa come quaranta minuti d'anticipo, perché quello dopotutto era un giorno di grandi ritorni e, anche se non l'avrei visto al volante, speravo alla massima potenza che avrebbero inquadrato o addirittura intervistato Massa in giro per il paddock.
Il mio intuito non si sbagliava e, con i capelli bagnati, lo vidi comparire al microfono di Stella Bruno.
Ovviamente andai in brodo di giuggiole, perché a dieci anni di distanza evidentemente i ritorni mi mandavano ancora più in brodo di giuggiole che quando avevo 11 anni.
Poi, siccome mi stavo preparando per uscire, iniziai ad andare un po' avanti e indietro dal soggiorno al bagno oppure dal soggiorno alla mia stanza.

Quando tornai in soggiorno, penso durante la Q1, mi ritrovai davanti a uno scenario apocalittico. Vidi le Williams in prima e seconda posizione e, abbastanza incredula, domandai a mio padre: "scusa, ma ci sono Rosberg e Nakajima davanti a tutti?" Non dimenticherò mai la risposta di mio padre, che, con una naturalezza totale, rispose: "ma certo!", un po' come a dire "ovvio che sì".
VickySilve, qualora tu mi stia leggendo, ti confermo ufficialmente che quello era il famoso giorno in cui mio padre si ostinava a chiamare Nakajima Satoru, o per meglio dire Satoro, e quando gli dissi che quello era il figlio di "Satoro", venne fuori il soprannome "Savitello".

Il giorno dopo andai a pranzo da mia zia per festeggiare il compleanno di mio cugino, in realtà con un paio di giorni d'anticipo, dato che il suo compleanno è il 20.
Quel pomeriggio accadde una cosa tremenda. A fine del pranzo i miei genitori mi avevano chiesto se intendessi tornare a casa a studiare o se potessimo rimanere là a fare un po' di chiacchiere. Io commisi un errore madornale: dissi che per quel giorno non avrei studiato. Mai avrei potuto immaginare quello che stava per succedere.
Seguirono ore di chiacchiere. Poi, siccome mia zia abita in una cittadina in cui ci sono più negozi che nel mio paese, i miei genitori decisero che, prima di andare a casa, saremmo andati alla Brico. E dalla Brico, che saremmo andati in un grande magazzino. In quel momento realizzai, con orrore, che mi sarei persa gran parte del GP del Brasile.

C'era Barrichello che partiva dalla pole, che poteva recuperare su Button che partiva in cu*o al mondo e quantomeno consolidare la seconda posizione in classifica dato che anche Vettel partiva in cu*o al mondo.
Per quel giorno avevo tre grandi speranze, in ordine di verosimiglianza:
1) speravo che accadesse qualcosa che potesse portare Barrichello a vincere il titolo all'ultimo evento stagionale ad Abu Dhabi;
2) speravo che accadesse qualcosa che potesse impedire a Button di vincere il titolo a casa di Barrichello, vincendolo due settimane dopo ad Abu Dhabi;
3) speravo che, indipendentemente dalla classifica piloti, Barrichello potesse almeno avere la soddisfazione di vincere una volta nella vita il suo GP di casa.
Non si realizzò nulla di tutto ciò, ovviamente. Poi, a completare l'opera, Barrichello avrebbe anche perso la seconda posizione in classifica a favore di Vettel, ma si sa che il secondo classificato è il primo dei perdenti e che uno come Barrichello è destinato a finire secondo anche nella classifica dei perdenti!

Il GP del Brasile 2009 passò alla storia (neanche tanto, in realtà) per alcuni eventi piuttosto stylish che accaddero in corso d'opera.
Ci fu una partenza burrascosa, con un contatto tra Sutil, Trulli e Alonso. Trulli non la prese molto bene, mettendosi a inveire contro il collega.
Ai box ci fu anche un pitstop burrascoso in casa McLaren, quando Kovalainen ripartì con il bocchettone ancora inserito, in una scena che ricordava in parte Singapore 2008.
Poi, mentre Ivan Capelli(?) parlava del rispetto per l'avversario dei giapponesi, che permetteva a Nakajima e a Kobayashi (che sostituiva l'infortunato Glock) di duellare senza crashare, i due ebbero l'accortezza di smentirlo due minuti contati più tardi.

Infine Massa sventolò la bandiera a scacchi al passaggio di... suvvia, chi se ne frega, quando viene assegnato il mondiale a nessuno importa un fico secco di chi vince (per chi fosse interessato alla cosa, si trattava in quell'occasione di Webber).
Per fortuna almeno la seconda parte della gara la guardai in diretta, ma mi dispiacque molto di non avere potuto vederne l'inizio (ho rimediato molti anni dopo grazie a internet), soprattutto alla luce del fatto che erano ancora tempi di TV analogica e a casa avevamo ancora un videoregistratore, che avrei potuto programmare per registrare la gara che mi stavo perdendo, se avessi saputo di essere destinata al tour della Brico.

venerdì 18 ottobre 2019

Euroformula Open: Marino Sato vince il titolo in anticipo

EUROFORMULA OPEN @ SILVERSTONE - in questo periodo si moltiplicano come cavallette le serie minori delle quali finisce la stagione, quindi è bene non perdersi troppo in chiacchiere e parlare di questo campionato che avevamo "abbandonato" a sé stesso lo scorso luglio. Tra settembre e ottobre si sono svolti gli ultimi tre eventi della stagione.
Facciamo quindi un passo indietro di qualche settimana e parliamo degli eventi avvenuti in Gran Bretagna. In questo weekend ha debuttato Toshiki Oyu, uno one-off Made in Japan, che si è subito fatto notare. Di due gare, le ha vinte entrambe, curiosamente con lo stesso identico podio in entrambe le occasioni: Enaam Ahmed, a sua volta one-off, è arrivato secondo e Nicolai Kijergarden è arrivato terzo.
Curiosamente anche il quarto posto, ottenuto da Billy Monger, è stato uguale in tutte le gare.
In questo evento era assente Marino Sato, che stava gareggiando in F2 a Monza, così come mancavano Liam Lawson e Yuki Tsunoda impegnati in F3. Lukas Dunner, che al momento li inseguiva in classifica, si è tenuto ben lontano dalle posizioni che contavano, non recuperando di fatto quasi nulla.

EUROFORMULA OPEN @ MONTMELO' - la qualifica della prima gara è stata cancellata per avversità meteo e la griglia di partenza è stata stilata con i tempi combinati delle prove libere, il che ha portato Billy Monger a partire alla pole position. Avrebbe tuttavia perso posizioni alla partenza, chiudendo alla fine della giornata la gara al quinto posto.
Il duello per la vittoria Lawson vs Kijaergarden è stato vinto da Lawson dopo che era stato l'altro a rimanere in testa per quasi tutta la durata della gara, con Linus Lundqvist in terza posizione.
Dunner è arrivato soltanto sesto, con Sato che, in caso di sua vittoria, aveva bisogno di un misero nono posto per conquistare il titolo con tre gare d'anticipo, titolo che ha ottenuto nonostante la decima piazza.
Il neo-titolato ha ottenuto una quinta piazza nella gara del giorno seguente, che è stata vinta da Teppei Natori davanti a Kijaergarden e a Monger, che si è ripreso dal risultato del giorno precedente ottenendo almeno un podio.

EUROFORMULA OPEN @ MONZA - la stagione è terminata in quest'ultimo weekend e curiosamente nella gara del sabato abbiamo avuto una tripletta di piloti giapponesi a podio, vincitore Marino Sato, secondo Teppei Natori, terzo Yuki Tsunoda. Nella gara domenicale, invece, è stato Liam Lawson a ottenere la vittoria, con comunque due giapponesi ancora a podio, Tsunoda infatti è arrivato secondo precedendo Natori. È arrivato soltanto quinto Marino Sato, ma ha comunque avuto molte soddisfazioni in questa stagione.
Vincitore del titolo, ha ottenuto in totale 309 punti, mettendo un abisso tra sé e Liam Lawson e Lukas Dunner, rispettivamente secondo e terzo quasi appaiati a 179 e 178.
Yuki Tsunoda si è classificato quarto a 151 punti, di poco davanti a Linus Lundqvist a 145. A seguire Teppei Natori 115, Nicolai Kijaergarden 111, Julian Hanses 98 (ha preso parte ai primi sei eventi ma non agli ultimi tre), Billy Monger89 e Christian Hahn 84 a completare la top-10.
Jack Doohan si è classificato undicesimo a solo cinque punti di distacco da quest'ultimo, mentre erano più lontani Cameron Das e Calan Williams, con quest'ultimo addirittura quindicesimo alle spalle di Oyu, il doppio vincitore di Silverstone, assente da tutti gli altri eventi del campionato.

giovedì 17 ottobre 2019

In memoria di Dan Wheldon

Era il 2011, erano i tempi prima della Indycar, prima che iniziassi a guardare qualche gara e a provare un interesse sempre crescente per il campionato.
Moderavo già il forum, anche se era una versione antecedente del forum che è diventato nel 2012 e all'epoca sul forum c'era qualche utente appassionato di altre serie.
Scoprii così della morte di Dan Wheldon, avvenuta il 16 ottobre a Las Vegas, strascico della poco sensata decisione di fare correre 33 vetture su un mini-speedway.
All'epoca avevo un'idea poco chiara di chi fossero i piloti di Indycar, conoscevo per fama alcuni di quelli più celebri, oltre che i brasiliani che partecipavano alla Desafio Das Estrelas ogni anno oppure occasionalmente e i piloti che erano stati in F1.
In un modo o nell'altro, dell'esistenza di Dan Wheldon ne ero stata al corrente, anche se non ne conoscevo il nome: nel lontano 2005, quando era uscito un trafiletto sul giornale che parlava del quarto posto di Danica Patrick alla Indy 500, da qualche parte probabilmente era stato scritto che quella gara qualcuno l'aveva vinta.

Wheldon di edizioni della Indy 500 ne aveva vinte due. Quella del 2005, appunto, dopo la quale aveva dichiarato che di lì a dieci anni tutti si sarebbero ricordati della sua vittoria e non del fatto che Danica Patrick avesse percorso qualche giro in testa...
...
...
...
...ma forse si sbagliava. Quell'edizione vinta da Wheldon non viene ricordata, al giorno d'oggi, quasi da nessuno, anche se non per causa di Danica Patrick. Semplicemente l'edizione del 2011 ha preso il sopravvento e viene messa in primo piano.
Curiosamente entrambe le edizioni le vinse il 29 maggio, l'una il giorno del mio diciassettesimo compleanno, l'altra il giorno del ventitreesimo. In quella del 2011 non percorse nemmeno un giro in testa. Però era in testa quando venne esposta la bandiera a scacchi, dopo quel folle ultimo giro in cui J.R. Hildebrand centrò il muro a pochi metri dal traguardo.
Qualcuno disse che Wheldon aveva vinto la Indy 500 per culo e non per merito rendendola falsata, ma chiaramente cambiarono tutti idea in branco qualche mese più tardi.

In quel 2011, non aveva un volante. La Indy 500 era stata un'apparizione one-off e così doveva essere anche a fine stagione.
Nel 2012 avrebbe dovuto prendere il posto lasciato vacante dal passaggio alla NASCAR dalla sua rivale di un tempo Danica Patrick sulla Andretti sponsorizzata GoDaddy, tornando a gareggiare full season come sarebbe stato più opportuno per un pilota del suo calibro.
Ha lasciato due figli al giorno d'oggi kartisti, che stanno seguendo le sue orme, Sebastian, che con lui venne immortalato nelle foto in cui baciavano l'asfalto a Indianapolis, e Oliver che doveva avere un anno o giù di lì all'epoca della sua morte.
I due hanno entrambi capelli biondi, vaporosi e lunghi come il padre, le cui foto un tempo apparivano occasionalmente sul profilo Instagram della loro madre Susie, e che al giorno d'oggi hanno profili propri in cui pubblicano foto delle loro gare.

mercoledì 16 ottobre 2019

F4 francese: Hadrien David vince il titolo

Oggi parliamo di Formula 4 francese, campionato iniziato la scorsa primavera e composto da sette eventi da tre gare ciascuno.
Il weekend è composto da tre gare, di cui la prima e la terza hanno la loro regolare qualifica, mentre nella seconda c'è qualche genere di reverse grid.
A lottare per il titolo sono stati i francesi Hadrien David e Reshad De Gerus, vincitore di sette gare il primo, vincitore di quattro gare il secondo.

Oltre ai due front runner, Isack Hadjar, Nicky Hayes e Victor Bernier hanno vinto una gara ciascuno, di quelle con la qualifica. Ugo Gazil, Enzo Valente, Paul-Adrien Pallot, Mikkel Grundtvig (già incontrato nella F4 danese), Gillan Henrion, Evan Spenle e Jules Mettetal, invece, hanno vinto ciascuno una gara con reverse grid. Si segnala, in una di queste ultime, una seconda posizione da parte del pilota one-off Kakunoshin Ohto.

NOGARO
Podio Gara 1: David, Valente, De Gerus
Podio Gara 2: Gazil, De Gerus, Henrion
Podio Gara 3: David, De Gerus, Hays

PAU
Podio Gara 1: De Gerus, David, White
Podio Gara 2: Valente, Spenle, Henrion
Podio Gara 3: David, De Gerus, White

SPA
Podio Gara 1: Hadjar, White, Bernier
Podio Gara 2: Pallot, Gazil, Henrion
Podio Gara 3: De Gerus, David, Hays

LEDENON
Podio Gara 1: David, De Gerus, Hays
Podio Gara 2: Grundtvig, Van Der Henst, White
Podio Gara 3: Hays, Hadjar, Valente

HUNGARORING
Podio Gara 1: David, Hays, De Gerus
Podio Gara 2: Henrion, Van Der Henst, Bernier
Podio Gara 3: David, De Gerus, Bernier

MAGNY-COURS
Podio Gara 1: De Gerus, David, Hays
Podio Gara 2: Spenle, Otha (guest driver), David
Podio Gara 3: De Gerus, David, Van Der Henst

PAUL RICARD
Podio Gara 1: David, Bernier, Hays
Podio Gara 2: Mettetal, Valente, David
Podio Gara 3: Bernier, David, Henrion

CLASSIFICA PILOTI:
1. Hadrien David [FRA] - 248
2. Reshad De Gerus [FRA] - 233,5
3. Nicky Hays [USA] - 148
4. Gillian Henrion [FRA] - 122
5. Isack Hadjar [FRA] - 110
6. Victor Bernier [FRA] - 104
7. Enzo Valente [FRA] - 101
8. Stuard White [SAF] - 97
9. Sten Van Der Henst [BEL] - 87,5
10. Evan Spenle [FRA] - 84...

martedì 15 ottobre 2019

F4 danese: Malthe Jakobsen vince il titolo

Carissimi lettori, oggi ho deciso di parlarvi di qualcosa a proposito di cui si possono reperire informazioni inerpicandosi lungo sentieri insidiosi all'inseguimento di un invisibile filo d'Arianna, ovvero uno di quei campionati minori che hanno un sito ufficiale spesso online, scritto solo in danese e in cui non è facile capire che cosa succeda nel suddetto campionato. Dalle informazioni di cui dispongo, si tratta di una serie in cui ci sono sia delle Formula 4 sia delle Formula 5, con queste ultime che dovrebbero essere delle Formula Ford.

Secondo il sito ufficiale i piloti F4 sono: Jonas Lindhart Nielsen, Mikkel Grundtvig, Valdemar Eriksen, Largim Ali, Mads Hoe e Malthe Jakobsen. Nielsen, Hoe e Ali sono gli unici che hanno preso parte a tutti gli eventi della stagione e Ali ha anche due DNS. Jakobsen ha preso parte a tutti gli eventi tranne quello inaugurale ed Eriksen ne ha saltati due. Secondo Wikipedia hanno preso parte al campionato come one-off anche altri due piloti, tali Caspar Pilgaard e Sebastian Ogaard.
Gli altri vengono citati come "F4 lights" e rispondono ai nomi di Ransk Ingerman Lambertsen, Lucas Daugaard, Lina Sonderskov, Niels Ejnar Rytter (che diversamente dagli altri, a cui deve ancora spuntare la barba, è anziano), Christofer Christensen, Mille Hoe (che dovrebbe essere la sorella di Mads Hoe).
Daugaard è l'unico che ha disputato l'intera stagione, con la Hoe che ha fatto tutta la stagione tranne il primo evento.

PADBORG
Podio Gara 1: Hoe, Eriksen, Nielsen
Podio Gara 2: Grundtvig, Hoe, Eriksen
Podio Gara 3: Grundtvig, Nielsen, Eriksen

JYLLANDSRINGEN
Podio Gara 1: Eriksen, Jakobsen, Grundtvig
Podio Gara 2: Nielsen, Hoe, Jakobsen
Podio Gara 3: Jakobsen, Grundtvig, Nielsen

RING DJURSLAND
Podio Gara 1: Jakobsen, Nielsen, Hoe
Podio Gara 2: Ali, Hoe, Nielsen
Podio Gara 3: Jakobsen, Nielsen, Ali

KINNEKULLE (Svezia)
Podio Gara 1: Jakobsen, Eriksen, Nielsen
Podio Gara 2: Nielsen, Eriksen, Jakobsen
Podio Gara 3: Jakobsen, Eriksen, Nielsen

PADBORG
Podio Gara 1: Jakobsen, Eriksen, Grundtvig
Podio Gara 2: Jakobsen, Nielsen, Ali
Podio Gara 3: Jakobsen, Eriksen, Nielsen

JYLLANDSRINGEN
Podio Gara 1: Jakobsen, Nielsen, Hoe
Podio Gara 2: Ali, Nielsen, Hoe
Podio Gara 3: Jakobsen, Ali, Daugaard (F5)

RING DJURSLAND
Podio Gara 1: Eriksen, Jakobsen, Ali
Podio Gara 2: Hoe, Jakobsen, Ali
Podio Gara 3: Jakobsen, Eriksen, Ali

JYLLANDSRINGEN
Podio Gara 1: Eriksen, Grundtvig, Jakobsen
Podio Gara 2: Nielsen, Grundtvig, Hoe
Podio Gara 3: Grundtvig, Jakobsen, Hoe

Il campionato è terminato circa una settimana fa ed è stato vinto da Jakobsen, con un ampio margine nei confronti di Nielsen che a sua volta aveva un ampio margine nei confronti di Hoe.
Sfortunatamente, diversamente dalla scorsa stagione, quest'anno sul sito ufficiale c'erano le foto di tutti i piloti (con la sola eccezione dei due senza profilo) e a nessuno di essi era associata l'immagine di gente incappucciata. Comunque se anche tutti i piloti fossero incappucciati, non sono certa che cambierebbe qualcosa: la F4 danese è più o meno ai livelli della F4 russa per "anonimato".

domenica 13 ottobre 2019

Commento al Gran Premio del Giappone 2019

Eclypse // 13 Ottobre

Ci sono weekend in cui potrebbero esserci tante cose da raccontare, per esempio il debutto di Naoki Yamamoto in una sessione di prove libere. Il soggetto in questione, classe 1988 come Buemi e come l'Autrice(C), non è parente di Sakon ed è il campione 2018 della Superformula. Ha preso il posto del Pokemon nella prima sessione di venerdì e ha girato su tempi rispettabili: un decimo scarso di gap dal Russo di Roma, cosa che per un debuttante è piuttosto rispettabile.
Questi weekend, però, non sono destinati a passare alla storia per Yamamoto Secondo che ha riportato il Giappone, seppure per una breve parentesi, in Formula 1. Quello di cui si parlava era piuttosto il tifone Hagibis, partito dalla Fossa delle Marianne e in viaggio verso il Giappone, dove era previsto il suo arrivo per la serata di venerdì e la giornata di sabato rischiava di essere seriamente condizionata.
Al venerdì, infatti, è stato comunicato che le attività del sabato erano cancellate: qualifiche se possibile rimandate alle dieci di domenica mattina (le tre di notte ora italiana), gara la domenica pomeriggio alle due (le sette di mattina in Italia). In assenza delle condizioni di sicurezza per disputare le qualifiche domenica mattina, ma con le condizioni di sicurezza per gareggiare al pomeriggio, vista l'impossibilità di svolgere le qualifiche, sarebbe stata stilata la griglia di partenza sulla base del risultato della seconda sessione di libere, nella quale Bottas aveva fatto registrare il miglior tempo precedendo Hamilton, Verstappen, Leclerc, Vettel e Albon, di fatto una top-6 neanche tanto anomala.
Alcuni piloti ci hanno informato di quello che hanno fatto tra venerdì sera e sabato.
Hamilton ha dichiarato che sarebbe andato a Tokyo a cazzeggiare, ma tutto ciò che sappiamo è che ha postato una insta-story in mutande bianche attillate che lasciavano pochissimo spazio all'immaginazione.
Kvyat e Kubica hanno giocato a ping-pong.
Norris e Sainz hanno giocato a bowling e hanno condiviso un video in cui Sainz faceva finta di strozzare Norris.
Norris, Sainz, Verstappen e Perez hanno fatto videogiochi insieme a Sacha Fenestraz e altra gente random.
Grosjean, che è un uomo di cultura, ha costruito il modellino di una Tyrrell a sei ruote.
Non abbiamo informazioni su che cos'abbiano fatto gli altri.
Probabilmente Vettel si è collegato a instagram utilizzando il suo profilo segreto denominato qualcosa come "Piccola fata rosa shocking glitterata" e ha guardato che cosa succedeva di bello nel mondo, anche se avrebbe affermato in un'intervista di avere letto un libro (probabilmente intitolato "Leggende sui vampiri finlandesi che trollano i ferraristi alla partenza").
Sebby: "Però Instagram è più importante, quindi guardo qualche insta-story... e OH MY FELIIII CRY! Prosciuttello, per caso ti sei messo un'imbottitura nelle mutande?"
Hammi: "No, è tutto naturale."
Sebby: "Se così stanno le cose, allora probabilmente ce l'hai grosso almeno come Bo77as."
Hammi: "Vuoi venire a controllare?"
Sebby: "Sì, subito. Dimmi dove sei."
Hammi: "Sono fuori dalla tua stanza."
Sebby: "In mutande?"
Hammi: "Sì."
Sebby: "AAAAAAAAAWWWWWWWWWWWW. Ora vengo a raggiungerti."
Hammi: "Eccoti, finalmente. Dove sono le rose rosse che mi avevi promesso?"
Sebby: "Azz, me ne sono dimenticato."
Hammi: "Non fa niente. Ti informo che stasera voglio comportarmi da bravo ragazzo e stendermi sotto le coperte alle nove, dormendo fino domenica mattina alle cinque quando saremo convocati al circuito."
Sebby: "Allora perché sei venuto qui?"
Hammi: "Perché le coperte in questione sono quelle del tuo letto. Posso?"
Sebby: "Sì, certo. Mi sembra un'idea meravigliosa."

NOTTE TRA SABATO E DOMENICA H.3.00: per la prima volta dopo tanto tempo non le ho guardate, però stando sul letto ho seguito gli highlight e visto qualche filmato e qualche foto della vettura di Kubica uscire di scena con un botto - bandiera rossa numero 1.
Poi è arrivato Kmag e ha deciso di imitarlo, anche se poi è riuscito a ripartire e a dirigersi verso i box - bandiera rossa numero 2.
Ricciardo, Perez, Russell, Magnussen e Kubica sono usciti di scena al termine della Q1, senza nessuno che li rimpiangesse...
...
...
...a parte ovviamente Hulk che ha iniziato a sentire la mancanza del suo best friend forever. La sua monoposto l'ha ascoltato iniziando ad accusare dei problemi, quindi Hulk è andato a parcheggiare ai box senza fare registrare un tempo in Q2.
Stavolta sono usciti di scena Giovinazzi, Stroll, Raikkonen, Kvyat e, appunto, Hulkenberg.
Poi è arrivato il momento della Q3 in cui è capitato qualcosa di estremamente fascinoso, ovvero le prime quattro file composte da coppie di compagni di squadra.
Il Prepensionato e il Predestinato si sono appropriati della prima fila, Bo77as ha sfoderato la sua aria da vampiro famelico battendo Hamilton, Verstappino stranamente era davanti ad Albon, mentre quel pilota della McLaren che nessuno prende minimamente in considerazione ha ottenuto il settimo tempo davanti a Norris.
Gasly e il costruttore ufficiale di modellini della Tyrrell hanno chiuso la top-ten.

SIGLA: ora, siccome sono particolarmente in vena, vi consiglio di andare a cercarvi "Margarita" di Elodie e Marrakash, sulla quale ho ideato la sigla di apertura di una gara ad alto contenuto di vampiri nordici.
Bo77as: "Pole day al mattino, sveglia alle tre, Sebby, che giorno è? Poi ti chiedo partiamo, il semaforo è acceso, metà strada per un jump start, io che non ho mai amato James e le citofonate, non gli sembra così strano ai Leclestappen non crashare?"
Sebby: "Perché tu, con quell'aria addormentata e il bicchiere tra le dita bevi un altro Margarita e la gara è già finita, che da quando sei tornato bevi sangue e granita e in un fine settimana guarda come mi hai trollato."
Bo77as: "Oh, oh, e tu sei un prepensionato, e tu sei un prepensionato."
Checo: "Mi sveglio sul muro imitando Piquet, Pierre, dimmi perché?"
Pokemon: "Se ti dicessi che lo so sarei finto, chi ci crede più all'ingenua follia, però solo un crash è un po' come una Williams, una cosa che funziona in teoria..."
Sebby: "Kimi mandami la foto del retrotreno, che non trovo più sei gare dietro a Leclerc, cambio strategia perché ho l'aria da genio, ora che c'è Hammi che è venuto qui da me, mi inseguirà, mordendo come un dobermann, Albon si augura di vincere ma correva in GP2 fino a una notte fa, la nostra storia trolla come i Norrisainz, brucia ma non molla come la McLaren."
Bo77as: "Con quest'aria addormentata e il bicchiere tra le dita bevo un altro Margarita e la gara è già finita, da quando sono tornato bevo sangue e granita e in un fine settimana guarda come ti ho, ho..."
Verstappino: "E se non sei te critico Leclerc e lo guardo mentre va via da me."
Hammi: "Bevo un altro tè e Bottas dov'è, mentre alle cinque sta andando via da me, abbraccio la tua scia, eh eh, e poi abbraccio te, eh eh, e mi hai mandato in tilt da quando sono qui dietro a te, eh eh, ti abbraccio Sebby, eh eh, abbraccio ancora te e mi hai mandato in tilt da quando sono qui dietro a te."
Bo77as: "Con quest'aria addormentata e il bicchiere tra le dita bevo un altro Margarita e la gara è già finita, da quando sono tornato bevo sangue e granita e in un fine settimana guarda come ti ho trollato."

DOMENICA H.7.00: credo di dovere dare qualche spiegazione su quanto sia accaduto nel corso della gara e ho deciso di suddividerla in alcuni punti.
Punto primo - Bottas / Vettel / Hamilton (guest star Leclerc e Verstappen): Vettel ha pensato bene di muoversi a caso con le luci rosse ancora accese, poi si è fermato, per non calpestare i sensori del jump start e quando è partito Bottas gli stava facendo una pernacchia.
Gli si è accodato, mentre Leclerc, che in teoria davanti a sé avrebbe avuto pista libera, si è ritrovato a inseguire Bottas, Vettel e anche Verstappen che lo stava superando. Gli è sembrato di avere ancora pista libera, risultato: 1) crash che ha mandato Verstappino in mezzo al nulla e che l'avrebbe costretto al ritiro dopo 15 giri, 2) ala anteriore rotta per il Predestinato, che non si è fermato subito a cambiarla, 3) pitstop e retrovie, dove ha raggiunto e superato Verstappino prima del suo ritiro, 4) rimonta fino alla sesta piazza poi divenuta settima per penalità dovuta all'incidente e l'avere percorso tre giri con l'ala anteriore penzolante (probabilmente perché, ai fini dello spettacolo, non ha utilizzato l'ala rotta per tirarla in testa a qualcuno just for fun), con la penalità che è stata discussa dai commissari qualcosa come due ore dopo, in quanto impegnati in una probabile partita di Monopoli.
Hamilton, risalito in terza piazza dopo che i Leclestappen si sono smaterializzati, sembrava essere uscito indenne da un incontro ravvicinato con Sainz.
Il trio che prendiamo in analisi era tutto su una strategia a due soste, con Vettel che ha fatto due stint con le soft e uno con le medium e i Mercedes Bros uno con le soft e due con le medium. I Vettelton a fine gara erano vicinissimi, con Hammi che ha fatto circa cinque giri a mezzo secondo da Vettel.
Sebby: "Piantala di guardarmi il cu*o così da vicino, lo sai che sono timido!"
Hammi: "Ti avevo detto che intendevo arrivarti a portata di peperoncino, perché non ti sei infilato il cu*o dentro a un sacchetto di carta?"
Sebby: "Tipo pannolone? Per chi mi hai preso, per un vecchio rimbambito?"
Hammi: "è esattamente quello che sei."
Sebby: "Taci, se no ti taglio la coda tipo quella di Ronaldinho che ti sei lasciato crescere di recente."
Hammi: "Non osare criticare le mie treccine, sono bellissime e mi rendono stylish."
Punto secondo - le McLaren (guest star Albon): sopravvissuto all'incontro con Hamilton, a Sainz è andata meglio che all'enfant prodige suo compagno di squadra. Il fanboyz ha lottato finché ha potuto per la quarta piazza, quando ciò non è stato possibile, ha ottenuto il risultato migliore possibile, il quinto posto, rivelandosi best of the rest per la milionesima volta in diciassette gare. Il suo compagno di squadra, che al via aveva fatto a sportellate con Albon, risaliva lentamente dalle retrovie senza mai raggiungere la zona punti e, a fine gara, trolleggiava nell'intervista insieme ad Albon tirandogli una spallata come vendetta per la sportellata. La sola esistenza di Trol-Lando è bastata affinché a nessuno importasse un fico secco di Sainz.
Carlito: "Lando, ce l'hai un idolo?"
Lando: "Ne ho molti, ovvero tutti i mungitori di mucche, che mi consentono di bere il latte quando esco con voi sconclusionati che bevete alcool."
Carlito: "Te l'hanno mai spiegato che gli astemi, di solito, quando passano la serata al bar bevono Coca Cola o aranciata o cose del genere, invece che latte?"
Lando: "Il tuo idolo invece non berrà mai il latte in victory lane a Indianapolis."
Carlito: "Comehhhh osihhhh??222???222??? Volevo appunto precisare che io un idolohhhh ce l'ho e l'ho emulato arrivando in quinta posizione, come accadeva a lui nei suoi giorni di gloria."
Lando: "Tranne che ai tempi di Petrov."
Carlito: "Non nominare quel traditorehhhh della patriahhhh!!!111!!!1!!! Ricordati che un giorno compirai 21 anni, raggiungerai la drinking age e potrò picchiarti."
Punto terzo - altri soggetti random: il momento più eclatante è arrivato con il Pokemon e Checo, al penultimo giro. Non è chiaro che cosa sia successo, se non che i due si sono toccati e che Checo è finito a muro. Lo si è visto precipitare fino alla terzultima posizione davanti alle Williams che erano distaccate in maniera poco edificante dalle vetture che avevano davanti (e uno dei due era distaccato in maniera poco edificante anche dal suo stesso compagno di squadra), per poi essere classificato nono così come se niente fosse. La classifica era quella di fine 52° invece che di fine 53° giro.
Checo: "Quindi sei anni fa ero un pirla, adesso sono diventato nonno."
Voce fuori campo: "Evidentemente la bandiera a scacchi è stata affidata a un pirla che l'ha sventolata in anticipo senza che nessuno ci facesse caso."
Hammi: "Quindi se avessi superato Sebby all'ultimo giro sarebbe arrivato secondo lui lo stesso. ORROREHHHHH!"
Nel frattempo il team Pink Panther protestava contro la presunta irregolarità della Renault, ma dell'argomento non si è discusso, al momento.

RISULTATO: 1. Valtteri Bottas (Mercedes), 2. Sebastian Vettel (Ferrari), 3. Lewis Hamilton (Mercedes), 4. Alex Albon (Redbull), 5. Carlos Sainz (McLaren), 6. Daniel Ricciardo (Renault), 7. Charles Leclerc (Ferrari), 8. Pierre Gasly (Toro Rosso), 9. Sergio Perez (Racing Point), 10. Nico Hulkenberg (Renault), 11. Lance Stroll (Racing Point), 12. Daniil Kvyat (Toro Rosso), 13. Lando Norris (McLaren), 14. Kimi Raikkonen (Alfa Romeo), 15. Romain Grosjean (Haas), 16. Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo), 17. Kevin Magnussen (Haas), 18. George Russell (Williams), 19. Robert Kubica (Williams), Rit. Max Verstappen (Redbull).

***

POST-SCRIPTUM, 26.10.19
Miei carissimi mass dumper (sì, perché di Renault si tratta, quindi dobbiamo calarci nell'atmosfera), oggi parliamo di un argomento piuttosto scabroso di cui si discute da un po'. Si ringrazia E. di Twitter/Tumblr per il suggerimento... andiamo a parlare infatti della squalifica alla Renault dopo il GP del Giappone, che ha fatto molto parlare di sé, nonostante si tratti di una semplice Renault.
I fatti sono questi: in Racing Point qualcuno (si dice un ex dipendente Renault) guardando un video di un camera car della Renault si è accorto (o già sapeva e ha utilizzato il video per provarlo/ per trarre ispirazione) di un'irregolarità tecnica da parte delle Api Maya.
Essenzialmente vengono utilizzati dei "drivers aids" precisati di più o di meno a seconda delle fonti.
C'è chi parla, forse un po' a caso, di traction control dato che viene menzionato soltanto da gente che commenta le news sui social. Attendo con ansia osservazioni del tipo: "negli scantinati di Enstone esistono vecchi progetti del launch control della Benetton".
Comunque di osservazioni random ce ne sono sempre e comunque e, lo ripeto, la cosa mi lascia perplessa, dato che stiamo parlando delle Api Maya e delle Pink Panther, a cui di solito nessuno dedica un briciolo di attenzione se non per criticare Stroll.
In più il tutto si arricchisce di particolari imbarazzanti, tipo RoGro che osserva: "quel sistema lo usavamo anche nel 2015, quando c'ero io".
Quale sistema? Quello che ha visto nel video, che non è chiaro se sia stato utilizzato come prova oppure no. Io, fossi quelli della Racing Point, avrei fatto di più: avrei chiesto a Chandhok di commentare il video, prima di portarlo come prova.
La gente si è scatenata. Ho letto cose tipo: "la Renault dovrebbe essere rimossa da tutti i campionati dal 2015 ad oggi perché se oggi è illegale doveva esserlo anche nel 2015, non è possibile che le cose siano diverse".
WTF?! Ora, non so quali fossero i regolamenti 2015, ma ciò che sembra chiaro è che stiamo parlando di un buco grande come una casa in un regolamento attuale. Al di là di questo, affermare che nel 2015 il regolamento era tale e quale a quello odierno e che non può essere altrimenti, senza esserne certi, è campato in aria. Può essere che lo fosse. Ma non perché la cosa sia scontata. No, perché mi pare che i regolamenti cambino con una certa frequenza.
Poi ci sono i sostenitori della teoria "se la Renault è stata squalificata dal GP del Giappone, devono essere cancellati anche i risultati di tutte le gare precedenti".
Qui il WTF non è diretto. Tecnicamente può essere un argomentazione sensata. Il punto è che, se tale sistema era illegale già al GP d'Australia, la Renault doveva essere squalificata da quel gran premio e avere la possibilità di gareggiare senza utilizzare sistemi irregolari a partire dal secondo GP stagionale. Squalificare un team per fatti avvenuti in marzo, perché da marzo a ottobre si era troppo impegnati a giocare a Monopoli, sarebbe stato mille volte più da WTF.
In più c'è un'altra corrente di pensiero, che è quella dei sostenitori accaniti della Renault. Secondo loro, il team è totalmente innocente ed è inconcepibile che abbiano utilizzato un sistema irregolare.
Cose del genere non mi pare di averle sentite dai tifosi dell'Alfa Romeo a seguito della penalità a quel gran premio in cui grazie alla loro penalizzazione Kubica ottenne un punto. Certo, il fatto che Kubica avesse ottenuto un punto giustificava ogni tipo di osservazioni trash, ma nevermind.
Con questo chiudo, precisando che l'ordine d'arrivo ufficiale è: BOTTAS, VETTEL, HAMILTON, ALBON, SAINZ, LECLERC, GASLY, PEREZ, STROLL, KVYAT e che di fatto la posizione d'arrivo di Perez è addirittura migliorata rispetto al momento in cui è finito a muro.

venerdì 11 ottobre 2019

Il mio ricordo di Maria De Villota

L'11 Ottobre di sei anni fa era venerdì, proprio come oggi. Era un giorno come tanti della mia vita di disoccupata che stava attendendo con ansia l'esito di un colloquio di lavoro fatto di recente (per quello che poi fu il mio primo posto di lavoro) e il venerdì era il giorno delle pulizie condominiali a cui seguivano le pulizie in casa.
Fu esattamente l'attività a cui mi dedicai quella mattina e, se non ricordo male, finii nel primo pomeriggio. Poi, dopo essermene liberata, abbastanza sicura di avere "già dato" (il che significava che probabilmente mia madre non mi avrebbe rotto le scatole nelle ore a venire) decisi che avrei cazzeggiato un po' al computer.
Entrai sul forum, che moderavo e che modero tuttora, e nella chat in homepage qualcuno aveva riportato la notizia che girava da quella mattina: Maria De Villota era stata trovata morta in una stanza d'albergo nelle prime ore del mattino, del giorno in cui avrebbe dovuto presentare la sua autobiografia.

Da quando avevo scoperto della sua esistenza mi ero appassionata alla sua storia. Sapevo che il suo curriculum nelle open wheel non era proprio di altissimo livello e che già da tempo era divenuta una coach per piloti emergenti (tra i suoi "allievi" anche nientemeno che Carlos Sainz Jr durante il suo primo test su una monoposto), ma al momento rappresentava per me l'unica possibile opzione di avere una donna in Formula 1, almeno con un ruolo "di contorno". Non sono mai stata in fissa con il desiderare una donna al volante di una F1 a tutti i costi, ma da ragazza appassionata di motori mi ha sempre fatto piacere cercare di approfondire sulle ragazze che gareggiano nel motorsport e che, in parte, mi fanno sentire "rappresentata".
Di Maria De Villota sapevo che aveva preso parte a una demo sulla Lotus Renault nel 2011 e che da mesi svolgeva il ruolo di terzo pilota per la Marussia, ruolo che, nello specifico, in genere consisteva nell'indossare indumenti del team e nel frattempo fare l'inviata per la TV spagnola.

In quel giorno di luglio in cui doveva effettuare il suo primo test per la Marussia ricordo vagamente che ero su twitter quando iniziò a circolare la notizia dell'incidente di cui era stata protagonista.
Ricordo che cercai informazioni sull'accaduto. Ricordo che aprii anche una domanda su Answers Yahoo e un tipo rispose qualcosa che suonava come "chi se ne frega".
Erano altri tempi, quelli, erano tempi in cui non seguivo altre serie di automobilismo e l'idea che qualcuno potesse rischiare la vita al volante di una Formula 1 era sempre concreta nella mia mente, ma sapere che era successo, per me, era come un fulmine a cielo sereno.
Il fatto che fosse una donna, poi, la esponeva a molti commenti cretini sulle donne al volante e cose del genere, il tutto mentre giravano notizie tutt'altro che confortanti sulle sue condizioni dopo il botto contro il portellone del camion.

Rimasi agghiacciata dalla dinamica dell'incidente. Non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile che un mezzo del team fosse presente nel luogo in cui si stava svolgendo un test aerodinamico, come fosse possibile che la De Villota avesse riportato conseguenze così gravi per quella che, di fatto, era stata un'uscita di pista a bassa velocità.
All'epoca non ci pensai, ma oggi me lo chiedo seriamente: siamo sicuri che quella sia stata un'eccezione o i test si svolgevano così anche in altri casi, in cui nessuno finiva fuori pista e, di conseguenza, non ci si preoccupava della sicurezza?
Ricordo che, qualche giorno più tardi, mentre ero al mare insieme a mia madre andai a sedermi al bar e scrissi su un foglio la bozza di un post che volevo postare sul blog una volta fossi tornata a casa a proposito degli standard di sicurezza a quel test. Ero talmente incazzata che, quando uscii dal bar, stavo ancora pensando a come era andato a finire quel test. Inciampai sul passaggio che portava fino alla riva del mare, sbattendo un ginocchio proprio sul bordo.

Maria sopravvisse all'incidente, seppure riportando la perdita di un occhio e danni cerebrali permanenti. C'era chi accusava lei e la Marussia di avere simulato tutto per questioni pubblicitarie, tra i tanti fenomeni che giravano per la rete.
La sua prima apparizione pubblica fu in ottobre del 2012, esattamente un anno prima della sua morte, avvenuta per probabili complicazioni relative ai danni cerebrali riportati un anno e tre mesi prima nell'incidente.
Non era la più veloce tra i piloti e per la Formula 1 c'è passata soltanto alla lontana, ma credo che meriti di essere ricordata come tutti gli altri.

giovedì 10 ottobre 2019

DTM @ Nurburgring e Hockenheim

Mentre attendiamo con pazienza che arrivi il weekend del gran premio del Giappone, al quale manca ancora un po', direi che possiamo guardarci intorno... anche perché mi piacerebbe approfondire la mia ultima disavventura da fandom (rappresentata da un tipo con un avatar raffigurante Perez che mi ha detto che somiglio a un dinosauro e a Vettel, che i dinosauri come me rovinano la Formula 1 e che sul forum che modero faccio un copia e incolla di un blog da lui menzionato... che peraltro ho scoperto essere il nome di un blog americano di F1 che non viene aggiornato dai primi mesi del 2009), ma credo che sia più saggio concentrarci sul DTM, che nei mesi di settembre e ottobre è andato in scena due volte, nello specifico per gli ultimi due appuntamenti stagionali.

Nel weekend del 15 settembre la location era il Nurburgring e René Rast e Nico Muller si stavano ancora giocando il titolo.
Rast ha iniziato il weekend con una vittoria dalla pole position, salendo sul podio insieme a Bruno Spengler e Marco Wittmann. Per il suo sfidante le cose andavano tutt'altro che bene, con una quindicesima piazza tutt'altro che promettente.
Questo succedeva al sabato, mentre la domenica Rast vedeva di nuovo la gloria. Seppure la vittoria sia andata a Jamie Green, seppure il secondo posto sia andato a Robin Frijns (altresì noto come "Frains", la pronuncia di questo cognome mi affascina ogni giorno sempre di più), il leader della classifica si è portato a casa un terzo posto e ha lasciato il Nurburgring con già il titolo in tasca. Nello specifico era una tasca chiusa ermeticamente dal sigillo dell'aritmetica (non so come mi sia uscita, ma non mi pento di averla pensata e di averla scritta).

Sono seguite tre settimane d'attesa e nel weekend del 5 ottobre è avvenuto a Hockenheim un evento misto per vetture DTM e SuperGT. Dal SuperGT sono arrivati Jenson Button, Nick Cassidy, Ronnie Quintarelli, Ryo Hirawaka e Tsugio Matsuda. Naturalmente nessuno si è minimamente filato Cassidy, Quintarelli e i due giapponesi, con gli occhi concentrati su Button che, nella prima delle due gare, ha portato a casa al debutto una nona piazza e che pare avere affermato che l'anno prossimo non gareggerà più nel SuperGT. C'è chi ha fatto due più due, ipotizzando un suo passaggio al DTM.
Non è chiaro che cosa farà Jensinho nel 2020, quello che è chiaro è che sul podio della gara del sabato c'erano René Rast, Marco Wittmann e Mike Rockenfeller. Nico Muller ha finalmente visto di nuovo un po' di quella gloria che mancava da tempo vincendo la gara della domenica, con Rockenfeller secondo e Rast terzo.

Rast 322
Muller 250
Wittmann 202
Rockenfeller 182
Frijns 157
Eng 144
Duval 134
Green 115
Spengler 106
Aberdein 67
Eriksson 61
Glock 58
Van Der Linde 42
Juncadella 23
Fittipaldi 22
Di Resta 21
Dennis 17
Von Habsburg 3

mercoledì 9 ottobre 2019

Lavagne imbrattate, ipoteche e tifoni

Certe emozioni non si dimenticano, anche se non ci rappresentano più come un tempo, come quell'8 Ottobre di diciannove anni fa. Non dimentico la professoressa tifosa di Hakkinen, non dimentico che qualche giorno dopo l'abbiamo accolta con la lavagna piena di frasi inneggianti alla Ferrari e a Schumacher. Qualcuno, in un'altra sua classe, portò addirittura a scuola una bandiera della Ferrari.
Non dimentico il giornale sportivo con tantissime pagine dedicate alla Formula 1, non dimentico l'emozione per il mondiale vinto dopo 21 anni (emozione che potremmo riprovare nel 2028), non dimentico gli anni precedenti, in cui il titolo non era neanche tanto lontano, ma non se ne faceva niente, non dimentico che fu la prima volta della mia vita che vedevo un pilota Ferrari vincere il mondiale, anche se "vedere" è un eufemismo.
Quella mattina cercavo spoiler da parte del compagno di catechismo (ed ex compagno di banco per un breve periodo alle elementari) fanatico di Formula 1, che aveva visto la gara nelle prime ore del mattino, ma era seduto lontano da me e le informazioni erano frammentate. Ricordo una mezza conferma, poi una conferma definitiva a casa dei miei nonni. Poi mia zia osservò: "ora Schumacher ha vinto tre titoli, come Senna".

Sei anni e molti titoli mondiali dopo era di nuovo l'8 Ottobre quando al penultimo gran premio della stagione la rincorsa dello stesso pilota a quello che poteva essere il suo ottavo titolo mondiale venne bruscamente interrotta da un motore rotto.
Si disse che non era possibile, che era addirittura da metà stagione 2000 (GP di Francia, quello di Coulthard con il dito al vento) che non gli capitavano guasti al motore... ma penso che, dopo sei anni, prima o poi dovesse accadere e accadde proprio quel giorno.
Mentre nel 2000 avevo cercato spoiler, nel 2006 intendevo dormire per tornare in vita e occuparmi della gara, senza spoiler, nel pomeriggio. Poi mi svegliai di soprassalto. Mio padre aveva la TV accesa nella stanza attigua. La gara stava finendo e Mazzoni stava dicendo testualmente che Alonso, con la vittoria e il ritiro di MSC, stava mettendo una "seria ipoteca sul titolo".

Da Suzuka a Suzuka, da diciannove anni fa a tredici anni fa, due storie diverse, quasi opposte, ma con tanti punti in comune: un tempo in Giappone veniva assegnato il titolo, oppure ci si andava vicini, adesso è solo quello che viene prima delle gare nord- e sudamericane e di Abu Dhabi.
Suzuka si avvicina, con il tifone Hagibis che lascerà la Fossa delle Marianne per dirigersi proprio verso quella zona del Giappone, dove pare che si sfogherà sabato.
Forse ci troveremo con una qualifica notturna (per noi, domenica mattina in Giappone), come avvenne nel 2010, forse il maltempo non romperà troppo le pa**e e si allontanerà, ma questo, al momento, è il nostro futuro.
Per adesso abbiamo solo il passato, che può esplodere in uno di quei dubbi irrisolti: davvero Schumacher meritava di più il mondiale 2000 di quello del 2006? Io credo di no, ma la dura legge della Formula 1 è che il titolo viene assegnato dalla classifica e non dalle sensazioni.

lunedì 7 ottobre 2019

F4 cinese: Conrad Clark vince il titolo

Siamo già in ottobre, ma non ho ancora finito di parlare dei fatti avvenuti in settembre, quindi cerchiamo di metterci in pari, nei limiti del possibile, occupandoci della Formula 4 cinese, disputata tra aprile e settembre con un totale di sei eventi, tre dei quali avvenuti su un circuito di nostra conoscenza.

SHANGHAI
Gara 1: Conrad Clark, Min Heng (part-time), He Zijian
Gara 2: Conrad Clark, Min Heng, Eric Sun (one-off)

ZHUHAI
Gara 1: Conrad Clark, He Zijian, Shang Zongyi (all'esordio stagionale)
Gara 2: Conrad Clark, Fan Gaoxiang (one-off), Shang Zongyi
Gara 3: Shang Zongyi, He Zijan, Conrad Clark

NINGBO
Gara 1: Conrad Clark, He Zijian, Shang Zongyi
Gara 2: Conrad Clark, He Zijian, Shang Zongyi
Gara 3: Conrad Clark, He Zijian, Ji Zefeng (part-time)

QINHUANGDAO
Gara 1: Conrad Clark, He Zijian, Lui Jingxi (part-time)
Gara 2: Conrad Clark, He Zijian, Shang Zongyi
Gara 3: Conrad Clark, He Zijian, Shang Zongyi

SHANGHAI
Gara 1: Conrad Clark, He Zijian, Liu Zezhen (one off)
Gara 2: Conrad Clark, Liu Zezhen, He Zijian
Gara 3: He Zijian, Shang Zongyi, Liu Zezhen

SHANGHAI
Gara 1: He Zijian, Conrad Clark, Maxx Ebenal
Gara 2: He Zijian, Conrad Clark, Maxx Ebenal
Gara 3: He Zijian, Conrad Clark, Shang Zongyi

Come facilmente intuibile, il pilota neozelandese Conrad Clark ha essenzialmente "dominato" il campionato, totalizzando 379 punti.
Il suo sfidante più vicino è stato il cinese He Zijian, che di punti ne ottenuti 308, mentre terzo classificato è stato, a 214, il suo connazionale Shang Zongyi.

La maggior parte dei piloti presenti al via erano cinesi, con Conrad come eccezione e come Ebenal che è canadese.
In totale c'erano, in media, una dozzina di vetture presenti al via, con molti ploti part-time o one-off che hanno talvolta ottenuto piazzamenti a podio.

domenica 6 ottobre 2019

F4 ADAC: Theo Pourchaire vince il titolo

I Leclettel jr
Esistono momenti, nella vita, in cui non dovremmo perdere troppo tempo a pensare agli accordi pre-gara tra i piloti Ferrari, ma solo al fatto che il fratello di uno di costoro gareggia nella Formula 4 ADAC. Il fratello dell'altro gareggia in un campionato che fa da contorno alla F4 ADAC, oppure a cui la F4 ADAC fa da contorno, quindi mentre i loro fratelli litigano a proposito di chi deve vincere la gara e di chi deve pagare l'alcool alle feste post-gara, questi si limitano a guardare le gare gufando Verstappino (fatemi lavorare un po' di fantasia, altrimenti chi si leggerà mai un post sulla F4)?

Il campionato di F4, iniziato alla fine di aprile, è terminato proprio nell'ultimo weekend di settembre e mi pare che sia arrivato il momento opportuno per parlarne.
Il format degli eventi sembra essere questo: c'è una Gara 1 con qualifica, c'è una Gara 2 con qualifica, c'è una Gara 3 con reverse grid, qualunque sia il modo in cui viene stilata questa reverse grid.
Il campionato si è svolto prevalentemente in Germania, con un appuntamento al Redbullring in Austria e uno a Zandvoort in Olanda.

OSCHERSLEBEN
Podio 1: Gianluca Petecof, Roman Stanek, Dennis Hauger
Podio 2: Niklas Krutten, Theo Pourchaire, Arthur Leclerc
Podio 3: Roman Stanek, Joshua Durksen, Alessandro Ghiretti

REDBULLRING
Podio 1: Dennis Hauger, Alessandro Ghiretti, William Atalo (one-off)
Podio 2: Theo Pourchaire, William Atalo, Arthur Leclerc
Podio 3: Paul Aron, Niklas Krutten (rimasto senza volante a metà stagione per mancanza di sponsor), Theo Pourchaire

HOCKENHEIM
Podio 1: Dennis Hauger, Theo Pourchaire, Gianluca Petecof
Podio 2: Arthur Leclerc, Dennis Hauger, Theo Pourchaire

ZANDVOORT
Podio 1: Alessandro Famularo (presente nella prima metà della stagione), Arthur Leclerc, Theo Pourchaire
Podio 2: Paul Aron, Oliver Rasmussen, Theo Pourchaire
Podio 3: Sebastian Estner, Alessandro Ghiretti, Gregoire Saucy

NURBURGRING
Podio 1: Theo Pourchaire, Roman Stanek, Gianluca Petecof
Podio 2: Theo Pourchaire, Mikhael Belov, Arthur Leclerc
Podio 3: Roman Stanek, Dennis Hauger, Oliver Rasmussen

HOCKENHEIM
Podio 1: Dennis Hauger, Arthur Leclerc, Joshua Durksen
Podio 2: Dennis Hauger, Gianluca Petecof, Arthur Leclerc
Podio 3: Dennis Hauger, Roman Stanek, Ido Cohen

SACHSENRING
Podio 1: Mikhael Belov, Theo Pourchaire, Gregoire Saucy
Podio 2: Theo Pourchaire, Dennis Hauger, Gianluca Petecof
Podio 3: Dennis Hauger, Theo Pourchaire, Arthur Leclerc

Il campionato è stato vinto dal francese Pourchaire, con 258 punti, soltanto sette in più del suo diretto inseguitore, il norvegese Hauger. Il fratello del Predestinatohhhh si è classificato al terzo posto con 202 punti, rimanendo in lotta per il titolo, seppure non esattamente in primo piano, fino al via dell'ultimo evento stagionale.
E ora, qualora siate degli insensibili che non se ne sono accorti, vi faccio notare che i fratelli Leclerc portano gli stessi first name dei fratelli Pic. Credo che questo valga di più di qualsiasi titolo!

sabato 5 ottobre 2019

Quando i sogni di una fangirl si scontrano con un destino incompiuto

"E poi ti ho perduto nell'alba gelata di ottobre
Non c'era giorno migliore" 
- Laura Pausini, "Frasi a metà" 

Il venerdì, a quei tempi, era per me un giorno bellissimo. Non solo era l'ultimo giorno di lavoro della settimana, ma spesso il mio capo, che di fatto aveva un contratto da collaboratore esterno, al venerdì non veniva al lavoro. Per quanto ai tempi nutrisse una certa stima nei miei confronti, almeno come segretaria, ero felice di non averlo intorno. Era nella scrivania accanto alla mia, alle 8.30 quando arrivavo al lavoro lo trovavo già intento a imprecare al telefono, e il pomeriggio consisteva nell'attendere con pazienza il momento in cui sarebbe andato via. Per fortuna si fidava di me abbastanza da andarsene abbastanza presto, ma era sempre bello quando mancava per l'intera giornata: di fatto facevo le stesse cose, ma generalmente non avevo mal di testa.
Alle 17.00 uscii dal lavoro e andai a casa. Lavoravo a tre passi da casa, ai tempi. Alle 17.15/17.20 ero già arrivata. Mi misi a fare un po' di pulizie, pensando che mia madre ne sarebbe stata soddisfatta. Quando arrivò a casa mi chiese come mai mi fossi messa a fare le pulizie quel tardo pomeriggio quando c'era tutto il giorno seguente. Dentro di me pensai che il giorno seguente il mio principale pensiero sarebbero state le qualifiche della Formula 1. Ero su di giri come non mai, mentre si avvicinava quel weekend, per vari motivi. Quello personale era che l'azienda per la quale lavoravo ai tempi stava andando a rotoli ed esserne lontana almeno per due giorni era comunque positivo. Quello non personale era appunto il gran premio imminente, con ogni suo strascico. Si parlava di Alonso che stava per lasciare la Ferrari e c'era qualcosa che, inconsapevolmente, mi stava facendo vedere la luce.

Poi arrivò il sabato. Arrivarono quelle qualifiche viste in differita, che a pensarci bene mi avrebbero consentito tranquillamente di fare le pulizie alla mattina, oppure nel pomeriggio dopo la replica sulla Rai. Arrivò Mazzoni che dichiarò che Kvyat avrebbe preso il posto di Vettel in Redbull nella stagione seguente.
Rimasi folgorata dal significato che quell'affermazione aveva. Fare due più due era facile anche per me, che non avevo pensato, fino a quel momento, nemmeno per un attimo, che Vettel potesse prendere il posto di Alonso in Ferrari se questo se ne fosse andato. Era capitato tutto molto in fretta: fino a poco tempo prima si parlava di Alonso in Ferrari vita natural durante, non del fatto che volesse andare via, e comunque non avevo fatto quel pensiero. Non mi ero chiesta se Vettel avrebbe lasciato la Redbull alla fine di quella stagione e per andare dove e, anche se l'avesse fatto, erano più altre le destinazioni a cui avrei pensato: in McLaren, per esempio, dove c'era Button del cui ipotetico ritiro si parlava da anni, dove c'era Magnussen che non convinceva al punto tale da spingere il team a confermarlo per la stagione a venire, oppure in Williams, che all'epoca stazionava intorno alla terza piazza nella classifica costruttori e in cui c'era Massa di cui, ugualmente, si parlava da anni di un ipotetico ritiro, in cui c'era Bottas che avrebbe potuto passare a un altro team... Ci rimasi malissimo, per Kvyat in Redbull, perché aveva un significato solo e non era il significato che avrei gradito sentire quel giorno.

Credo che sia opportuno, a questo punto, un piccolo disclaimer. Probabilmente in questi anni sarò sembrata al limite del borderline, nell'esprimere attaccamento altalenante nei confronti di squadre o piloti, nel prendermi a cuore le sorti di molti diseredati, nello smentire affermazioni poco sensate...
Il fatto è che non sono borderline. Semplicemente non sono nata ferrarista e non ho mai vissuto la Ferrari come qualcosa che dovevo tifare per forza. Ho sempre provato più attaccamento per l'individuo che per la squadra e soprattutto più attaccamento per lo sport in sé che per la squadra. L'avere iniziato a seguire altri campionati, qualche anno prima di quei giorni, ha contribuito ad aprirmi la mente. Mi capita anche adesso di guardare qualcosa di nuovo, di tanto in tanto, di guardare campionati che seguo soltanto occasionalmente oppure campionati minori in cui ci sono anche tanti esordienti di cui non ho mai sentito parlare prima di iniziare a seguire un certo campionato. Il primo campionato di Indycar che seguii, in un modo o nell'altro, anche se non con l'attenzione attuale, era quello del 2012. Vinse Ryan Hunter-Reay, dopo che Will Power era stato in testa alla classifica durante la stagione. Prima di iniziare a seguire il campionato di Indycar, perdonatemi per l'ignoranza, non avevo la più pallida idea di chi fossero RHR e Power, conoscevo solo Barrichello, Sato, Bourdais e Wilson che erano stati in Formula 1, oltre che Kanaan, Castroneves e Ana Beatriz perché partecipavano alla Desafio das Estrelas. Ovviamente non tifavo nessuno, soprattutto tra i piloti che potevano vincere il titolo. Se parlavo con qualcuno di Indycar, a questi non importava un fico secco del fatto che non tifassi nessuno. Era un bel progresso, considerando che relativamente alla Formula 1 chattando con dei ragazzi che avevo conosciuto su un forum che visitavo ogni tanto mi dissero che il forum che moderavo era ridicolo perché avevo scelto come immagine profilo una foto di Massa in tuta verde e di conseguenza "non era un forum su cui si parlava di piloti seri".

Cresciuta in un'epoca in cui la gente faceva l'associazione Ferrari = santihhhh subitohhhh, McLaren = kriminalihhhh (tranne Suzuka 1990, là evidentemente il mondo funzionava al contrario) era sorta in me la consapevolezza che la scelta fosse tra loro, oppure tra i loro piloti. Non sono mai stata vicinissima alla Ferrari, ai tempi. Tifavo Felipe Massa perché aveva qualcosa che mi attirava e credo che sia stato lui a farmi capire che i piloti e il team non sempre si completano a vicenda. Massa e la Ferrari avrebbero dovuto lasciarsi molto prima, sarebbe stato meglio per tutti, era questo che pensavo, anche se non sarebbe stato un avversario della Ferrari, anche se non avrebbe mai più potuto pensare di lottare per un mondiale. Ma dopotutto era meglio ottenere risultati da Williams in Williams piuttosto che ottenere risultati da Williams (non quella del 2014) in Ferrari. Fu un piacere vederlo ricostruirsi un'immagine positiva, ma sapevo che la Formula 1 è un mondo che va avanti in fretta.
Quando fu chiaro che Alonso se ne sarebbe andato, mi misi a lavorare in fretta, prendendo per accurati dei rumour che non lo erano. Si vociferava che Jules Bianchi potesse essere il suo successore e ne sarei stata molto felice. Era il leader dei team dei poveri, era quello che aveva portato la Marussia sul tetto del mondo, era quello che si era infilato tra Kobayashi e le barriere della Rascasse invece di limitarsi a sbraitare alla radio che Kobayashi avrebbe dovuto smettere di ostacolarlo, come invece succedeva davanti o ai piloti che lottavano per il podio.
Mi sarebbe dispiaciuto molto vedere un pilota come lui lasciare il team che avevo "adottato", ma sapevo che, se era per la Ferrari, ne valeva la pena. Ero affezionata sia a lui sia al team per il quale gareggiava, ma a maggior ragione nel suo caso avevo sempre saputo che ci sarebbe stato dell'altro, prima o poi.

La notte tra sabato e domenica andai a ballare, pronta a dormire pochissimo. Non avevo visto le qualifiche in diretta, ma la gara sì e non mi importava dormire poche ore, c'era sempre tempo per tornare a dormire.
Pensavo ancora a Kvyat. Pensavo alla Redbull che promuoveva i piloti del proprio junior team, mentre la Ferrari non faceva altrettanto, magari talvolta abbandonandoli a se stessi. Pensavo che comunque c'era ancora speranza, che forse un giorno Bianchi avrebbe preso il posto di Raikkonen e che potevo ancora essere la persona più felice del mondo. Chissà, magari poteva addirittura vincere con una Ferrari a Montecarlo, un giorno, o qualsiasi altro gran premio. Non mi importava che potesse essere una seconda guida, un'unica vittoria, un giorno, mi sarebbe bastata, ne ero certa.
Poi venne la domenica, che con le sue condizioni meteo proibitive sembrava dopotutto una domenica normale. Il mio pensiero era che, se Massa avesse vinto quella gara, avrebbe battuto il record di vittorie intercorse tra una vittoria e l'altra (record che invece ha battuto Raikkonen l'anno scorso), ma che quello scenario era impossibile. Le Marussia e la sola Caterham ancora in pista erano nelle retrovie, ignorate da tutto e da tutti, tranne il momento in cui durante il giro dei pitstop, nella prima parte di gara, Bianchi era stato tra gli ultimi a rientrare risalendo per un attimo fino al terzo posto. Avevo addirittura fatto uno screenshot e l'avevo postato su Twitter.
Poi Sutil finì fuori e tutto continuò come se niente fosse. Poco dopo le inquadrature della zona dell'incidente riportavano come didascalia il nome di Bianchi invece del suo. Nei distacchi lo si era visto precipitare giù.

Quello che accadde dopo appariva quasi come irreale. Si iniziava a parlare della dinamica dell'incidente, quella dinamica alla quale Martin Brundle era sopravvissuto vent'anni prima, in condizioni analoghe, nello stesso tratto del circuito, per avere avuto la freddezza di premere sull'acceleratore nel tentativo di deviare la traiettoria della propria monoposto.
Ciò che mi spaventò davvero non fu il sentire parlare della dinamica. Dire che una vettura aveva colpito un trattore poteva significare tutto o niente. Poteva essere un contatto di striscio, oppure poteva avere impattato contro una ruota del trattore stesso... Anche la bandiera rossa di per sé non significava molto, se non che era impossibile proseguire oltre e che essendo stato completato il 75% della gara era stato deciso di chiuderla lì, specie in condizioni di visibilità sempre più basse.
Però l'ho detto, mi ha sempre colpito di più l'aspetto umano. Quando vidi i primi tre classificati nella sala dietro al podio, compresi fino in fondo che non c'era niente di positivo nell'aria. Rosberg era l'unico girato verso la telecamera e aveva uno sguardo sconvolto. Hamilton e Vettel erano girati dall'altra parte, entrambi a contemplare il nulla per un periodo di tempo che sembrava infinito. Allora, in quel momento, compresi fino in fondo che dopotutto avere un volante in un top-team non era così importante e che diamo sempre per scontate troppe cose, quando guardiamo un gran premio: che nessuno si farà male, che nessuno morirà, che a nessun pilota di età inferiore ai quarant'anni venga mai da pensare che non glielo fa fare nessuno di continuare a gareggiare quando non sa nemmeno se tornerà sempre a casa vivo.

Purtroppo non solo il destino di Bianchi era quello di non guidare nemmeno la Sauber che a quanto pareva l'aveva ingaggiato per il 2015, ma era anche quello di essere lui quello che non sarebbe tornato a casa vivo. Fregatura nella fregatura, non gli toccò nemmeno una morte rapida, e passarono nove mesi tra il momento in cui chiuse gli occhi e quello in cui il suo cuore smise di battere. Era il 17 luglio, 17 come il suo numero di gara, 7 come il numero che per sua dichiarazione avrebbe scelto se fosse stato disponibile. Era un particolare piuttosto creepy (ma, al giorno d'oggi, è ancora più creepy pensare al fatto che quel 17.07 si è ripetuto, essendo l'orario - cfr. comunicato ufficiale FIA - in cui lo scorso 31 agosto è avvenuto l'incidente che è costato la vita ad Anthoine Hubert in Formula 2).
Il non avere mai saputo quello che sarebbe successo altrimenti mi ha impedito, nel corso degli anni, di avere una posizione ben precisa nei confronti della Ferrari. È il team che forse l'avrebbe ingaggiato, o forse il team che per questioni commerciali ha detto, dopo la sua morte, che l'avrebbe fatto.
Non è stato facile, in questi anni, pensare al suo destino incompiuto. Tante cose non sono state facili, nemmeno vedere Alex Rossi, colui che doveva prendere il suo posto alla Marussia, vincere la Indy 500 nel 2016. Me lo chiesi: ma se questo era semplicemente la sua riserva, quale futuro avrebbe potuto avere lui?

Non ho mai creduto che un giorno potesse diventare uno dei nomi di primo livello della Forula 1, ma ho sempre pensato che un giorno potesse darmi qualche gioia. Ho finito per affezionarmi al suo pupillo Leclerc, oppure ho VOLUTO farlo, perché avevo l'illusione che quel destino incompiuto fosse stato, seppure indirettamente, completato. Poi quattro settimane fa, seduta da sola nel soggiorno di casa di mia nonna, ho visto Leclerc vincere il gran premio d'Italia e ho finalmente capito che si trattava soltanto di una stupida illusione: un destino incompiuto rimane sempre un destino incompiuto, senza che ci siano "rimpiazzi".
Ci sono piloti ai quali sono stata affezionata che gareggiano ancora da qualche parte e sono ancora affezionata a loro, ma spero che non ce ne saranno mai altri, tra quelli nuovi.
Ho visto un pilota al quale tenevo tanto sopravvivere a un incidente solo per poi vedere, qualche anno più tardi, un altro pilota al quale tenevo fare una fine così triste. E alla fine la cosa più triste è che magari la prossima volta sarà qualcuno a cui non tenevo così tanto, che magari ignoravo... ma che in fondo, una prossima volta, ci sarà sempre, per quanto lontana nel tempo.