In cinque anni possono cambiare un sacco di cose e quello di cui vado a parlare oggi è senza ombra di dubbio rientra a far parte della categoria. Il 4 Ottobre di cinque anni fa, alle 14.00(?), accendevo la TV su Raidue, che avrebbe trasmesso le qualifiche in differita.
Tutto mi aspettavo, tranne che la rivelazione che stava per uscire dalla bocca di Gianfranco Mazzoni proprio nel momento in cui mi sintonizzavo sul canale. Faccio quasi fatica a metterlo nero su bianco, per quanto folle una simile affermazione possa sembrare in questo momento: quel giorno la Redbull aveva deciso a quale pilota affidare una vettura nel futuro e quel pilota era Daniil Kvyat.
Ci rimasi di sasso, per motivi che ho già spiegato in qualche momento del passato e che non ci tengo a ripercorrere oggi. Ci rimasi malissimo, per motivi che non riguardavano Kvyat ma tante altre situazioni, e mi chiesi se fosse stata una scelta azzardata.
A cinque anni di distanza da quel giorno, mi viene da pensare che anche in Redbull abbiano ritenuto che fosse una scelta azzardata. Per ironia della sorte proprio il giorno precedente Max Verstappen aveva fatto il proprio esordio ufficiale in una sessione di prove libere e il destino di Kvyat non era altro che quello di un torpedo che si morde la coda da solo.
Quello che successe negli anni successivi lo conosciamo tutti: Kvyat fece una stagione positiva alla Redbull, in cui come punti era in linea con Ricciardo (in realtà ne ottenne addirittura qualcuno in più) anche se per sua sventura proprio nell'unica stagione, dal 2009 in poi, in cui la Redbull non ottenne nemmeno una singola vittoria, ma dopo quella positiva stagione 2015 tutto iniziò a peggiorare. A maggio 2016 aveva già perso il volante della Redbull a favore di Max Verstappen. Nel 2017 avrebbe perso per due volte in corso d'opera quello della Toro Rosso, a favore di Pierre Gasly e di Brendon Hartley.
Il 2019 ci sta dimostrando che un torpedo è per sempre, o almeno ci prova: rientrato di prepotenza dalla finestra dalla quale era stato sbattuto fuori più volte, nella prima parte della stagione stava andando meglio di qualcuno che al momento è stato promosso in Redbull. Però niente da fare: a Kvyat solo la gloria del podio, non certo una gloria da poco per uno che un anno prima era senza volante.
Quella gloria, nei miei ricordi, durerà molto a lungo. Non ricordo di essermi mai emozionata così tanto per un risultato motoristico in tempi recenti, una di quelle emozioni incontrollabili che vengono da dentro, che non si possono condizionare, per le quali non ci si può fare niente.
Il torpedo, per gli amici intimi Daniil Kvyat, è il capostipite indiscusso della stirpe dei diseredati e sono felice che abbia potuto avere questa gioia.
Mi spingo a sperare che un giorno possa rivedere la luce della Redbull anche se su una cosa concordo con la casa madre: uno come lui per la Toro Rosso è senza ombra di dubbio positivo. Non so per quanto a lungo lo sarà, dato che quell'affermazione lasciava fraintendere che la ragione per cui non era stato richiamato in Redbull era che è e rimarrà sempre un diseredato, ma spero almeno che, qualunque sia il suo futuro, possa rimanere ancora molto a lungo in Formula 1.
Dal 2014, stagione del suo esordio, a oggi, il Russo di Roma ha attraversato molte fasi: è stato un enfant prodige, è stato un pilota Redbull, è stato uno sfasciacarrozze, è stato buttato da una parte e dall'altra, è stato cacciato via a calci e alla fine è stato implorato di tornare perché dopotutto non era così male.
Un giorno avrà molte cose da raccontare ai suoi nipoti, questo è poco ma sicuro. Spero che almeno ai nipoti racconterà se quel giorno a Sochi è davvero andato apposta contro Vettel perché l'aveva criticato per la manovra della gara precedente. Anzi, spero che racconti ai nipoti di averlo fatto apposta, in ogni caso, perché con affermazioni del tipo "ci sono finito per puro caso, ma la Redbull ha approfittato della mia innocenza giovanile per mettermelo in quel posto e mettere Verstappino nella mia macchina" non ci farebbe esattamente bella figura!
Forza Torpedo, facci sognare. <3
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
venerdì 4 ottobre 2019
Adotta un Torpedo
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