mercoledì 9 ottobre 2019

Lavagne imbrattate, ipoteche e tifoni

Certe emozioni non si dimenticano, anche se non ci rappresentano più come un tempo, come quell'8 Ottobre di diciannove anni fa. Non dimentico la professoressa tifosa di Hakkinen, non dimentico che qualche giorno dopo l'abbiamo accolta con la lavagna piena di frasi inneggianti alla Ferrari e a Schumacher. Qualcuno, in un'altra sua classe, portò addirittura a scuola una bandiera della Ferrari.
Non dimentico il giornale sportivo con tantissime pagine dedicate alla Formula 1, non dimentico l'emozione per il mondiale vinto dopo 21 anni (emozione che potremmo riprovare nel 2028), non dimentico gli anni precedenti, in cui il titolo non era neanche tanto lontano, ma non se ne faceva niente, non dimentico che fu la prima volta della mia vita che vedevo un pilota Ferrari vincere il mondiale, anche se "vedere" è un eufemismo.
Quella mattina cercavo spoiler da parte del compagno di catechismo (ed ex compagno di banco per un breve periodo alle elementari) fanatico di Formula 1, che aveva visto la gara nelle prime ore del mattino, ma era seduto lontano da me e le informazioni erano frammentate. Ricordo una mezza conferma, poi una conferma definitiva a casa dei miei nonni. Poi mia zia osservò: "ora Schumacher ha vinto tre titoli, come Senna".

Sei anni e molti titoli mondiali dopo era di nuovo l'8 Ottobre quando al penultimo gran premio della stagione la rincorsa dello stesso pilota a quello che poteva essere il suo ottavo titolo mondiale venne bruscamente interrotta da un motore rotto.
Si disse che non era possibile, che era addirittura da metà stagione 2000 (GP di Francia, quello di Coulthard con il dito al vento) che non gli capitavano guasti al motore... ma penso che, dopo sei anni, prima o poi dovesse accadere e accadde proprio quel giorno.
Mentre nel 2000 avevo cercato spoiler, nel 2006 intendevo dormire per tornare in vita e occuparmi della gara, senza spoiler, nel pomeriggio. Poi mi svegliai di soprassalto. Mio padre aveva la TV accesa nella stanza attigua. La gara stava finendo e Mazzoni stava dicendo testualmente che Alonso, con la vittoria e il ritiro di MSC, stava mettendo una "seria ipoteca sul titolo".

Da Suzuka a Suzuka, da diciannove anni fa a tredici anni fa, due storie diverse, quasi opposte, ma con tanti punti in comune: un tempo in Giappone veniva assegnato il titolo, oppure ci si andava vicini, adesso è solo quello che viene prima delle gare nord- e sudamericane e di Abu Dhabi.
Suzuka si avvicina, con il tifone Hagibis che lascerà la Fossa delle Marianne per dirigersi proprio verso quella zona del Giappone, dove pare che si sfogherà sabato.
Forse ci troveremo con una qualifica notturna (per noi, domenica mattina in Giappone), come avvenne nel 2010, forse il maltempo non romperà troppo le pa**e e si allontanerà, ma questo, al momento, è il nostro futuro.
Per adesso abbiamo solo il passato, che può esplodere in uno di quei dubbi irrisolti: davvero Schumacher meritava di più il mondiale 2000 di quello del 2006? Io credo di no, ma la dura legge della Formula 1 è che il titolo viene assegnato dalla classifica e non dalle sensazioni.

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