martedì 28 febbraio 2023

GP Sudafrica 1971: il primo gran premio vinto da Mario Andretti

Buongiorno a tutti, in questa giornata di febbraio (il 28 febbraio 2023, 83esimo compleanno di Mario Andretti) vi porto in giro per i meandri della Formula 1 vintage e facciamo una sosta a Kyalami nel 1971, dove si apriva il mondiale. Era il mese di marzo, per il criterio random in cui i mondiali vintage potevano iniziare a gennaio così come a marzo, anche se va detto che in quello specifico periodo storico si iniziava da marzo.
Fatto questo preambolo vi informo che, come spesso accade per le vecchie edizioni sudafricane, esistono ben pochi video in proposito, nella fattispecie in prevalenza video amatoriali, perché regia internazionale what, quindi chiaramente se i gran premi non venivano probabilmente nemmeno trasmessi per intero, al giorno d'oggi dobbiamo accontentarci in prevalenza delle fonti scritte e delle immagini random. Tanto è solo il GP del Sudafrica, cosa potrà mai succedere di storico in questa giornata di marzo del 1971?

Jackie Stewart si aggiudica la pole position al volante della Tyrrell, precedendo Chris Amon su Matra. Seguono due Ferrari, quella di Clay Regazzoni e quella di Marione, mentre Jacky Ickx è soltanto ottavo. Ci sono comunque tre Ferrari, quindi è una gara importante e lo diviene ancora di più quando Regazzoni al via prende la testa della gara, approfittando di partenze poco brillanti di Stewart e Amon.
Resterà leader per poco meno di un quarto di gara, inizialmente seguito dalla Lotus di Emerson Fittipaldi, a cui succede Denny Hulme su McLaren. Fittipaldi nel frattempo inizia a perdere posizioni, così come Ickx tra i primi a inizio gara, poi risucchiato dal gruppo a causa di un motore che sembra avere problemi. Tornando a Regazzoni, comunque, si ritrova a duellare con Hulme e la spunta Hulme, che inizia ad allungare. A questo punto della gara terzo c'è John Surtees su una vettura della propria scuderia e quarto Pedro Rodriguez su BRM, che verrà in seguito superato da Andretti.

Mentre Rodriguez è costretto al ritiro, Regazzoni inizia ad avere poco margine nei confronti di Surtees e di Andretti, che lo superano in breve tempo, mentre si va verso metà gara. Clay si ritrova quindi al quarto posto con un certo vantaggio su Stewart risalito ormai in zona punti dopo una parte di gara trascorsa oltre i primi sei.
L'attrition rate è elevato, diversi piloti sono costretti al ritiro da problemi tecnici di varia natura, Howden Ganley - uno dei piloti della BRM - invece deve abbandonare la gara per problemi fisici. Si segnala anche un ritiro per incidente, protagonista François Cevert su Tyrrell. Nel frattempo Andretti è sempre più vicino a Surtees e lo supererà portandosi secondo.
Surtees è uno dei piloti che saranno costretti al ritiro e tra quelli illustri succederà lo stesso anche a Fittipaldi. Siamo a tre quarti di gara: Hulme ha un certo margine su Andretti, mentre Regazzoni e Stewart si ritrovano a lottare per la terza piazza. È Jackie a spuntarla.

Hulme frattanto inizia ad avere problemi, grossi problemi: la sua monoposto deve essersi convinta di essere la Arrows di Damon Hill in Ungheria! Costretto a rallentare, a pochi giri dalla fine viene superato da Andretti. Un giro più tardi, a tre tornate dalla conclusione, lo superano anche Stewart e Regazzoni. A due giri dalla fine sarà anche la volta della Lotus di Reine Wisell, dopodiché di Chris Amon.
Hulme chiude soltanto sesto, dopo avere trascorso in testa circa tre quarti di gara. Precede Brian Redman su Surtees, mentre Jacky Ickx chiude all'ottavo posto. Segue la Brabham di Graham Hill, poi le March di Ronnie Peterson e Henri Pescarolo, la Surtees di Rolf Stommelen e infine l'altra March di Andrea De Adamich: solo tredici pilot vedono la bandiera a scacchi.
Il primo a vederla è Marione e purtroppo rimarrà la sua unica vittoria con la Rossa e dovrà attendere ben altri cinque anni per passare per primo sotto la bandiera a scacchi in un gran premio di Formula 1.

Andretti riesce comunque nell'impresa di vincere il primo gran premio disputato con la Ferrari, fino ad allora riuscita solo al duo Juan Manuel Fangio/ Luigi Musso (1956) quando i piloti potevano ancora alternarsi al volante in un gran premio, oltre che a Giancarlo Baghetti su una Ferrari non ufficiale (1961) e successivamente anche Nigel Mansell (1989), Kimi Raikkonen (2007) e Fernando Alonso (2010).


domenica 26 febbraio 2023

GP Germania 1973: l'ultima doppietta Stewart/ Cevert

È la tarda serata del 25 febbraio 2023 (che stando alla mezzanotte, è già ufficialmente 26, ma personalmente la considero ancora la sera del 25) e oggi sarebbe stato il compleanno non solo di Tony Brooks, che ho già citato nel post di stamattina, ma anche di François Cevert. Il pilota dagli occhi azzurro shocking nasceva infatti esattamente 79 anni fa, il 25 febbraio 1944. In Formula 1 dalla stagione 1970 inoltrata fino alla sua morte avvenuta in qualifica a Watkins Glen nel 1973, ha disputato in totale 47 gran premi, tutti con la Tyrrell (quelli del 1970 tecnicamente su una March, di cui la Tyrrell era team cliente, mentre dal 1971 la Tyrrell era anche costruttore) e tutti come compagno di squadra di Jackie Stewart.
Autore di una vittoria, a Watkins Glen nel 1971, è salito sul podio in totale altre dodici volte sui gradini più bassi. Il suo ultimo podio è avvenuto al vecchio Nurburgring, secondo classificato alle spalle di Stewart, proprio il giorno in cui Jackie ha ottenuto quella che sarebbe stata la sua ultima vittoria in carriera.

Al vecchio Nurburgring viene spesso associato il concetto di gara spettacolare, tuttavia vedendo l'edizione integrale del 1973 (che già avevo visto più o meno dieci anni fa giungendo a simili conclusioni) tutto lascia pensare che i duellihhhh e sorpassihhhh spettacolari su un circuito di 27 chilometri non siano esattamente favoriti, in più qualora questa sia stata una gara spettacolare, almeno televisivamente tutto questo spettacolo non emergeva.
Questo gran premio disputato in agosto, a una sola settimana dalla tragica morte di Roger Williamson al GP d'Olanda, è disponibile in forma integrale, con tanto di sigla dell'eurovisione sia all'inizio sia alla fine. Ha visto Stewart partire in pole, con a fianco la Lotus di Ronnie Petetson, il quale ha avuto problemi al via, diventando il primo ritirato.
Cevert fin dalle prime battute è stato secondo alle spalle del compagno di squadra, con i due vicini l'uno all'altro, inquadrati dalle telecamere come nel mezzo di una parata. Sarebbero rimasti 1/2 per tutta la percorrenza del gran premio.

La gara procedeva, con il rumore dei motori che tramandava tempi passati... ecco, proprio solo con il rumore dei motori, perché non c'era la telecronaca. Non c'erano neanche indicazioni scritte che permettessero di identificare con chiarezza i piloti, in occasione di ritiri, e ce ne sono stati vari di ritiri (a questo ricordo che era un'epoca in cui molti televisori erano in bianco e nero, quindi potete immaginare come potesse essere guardare la gara per il telespettatore medio).
Si è vista una BRM, identificata in fase di mio approfondimento su fonti scritte, come quella o di Niki Lauda o di Jean-Pierre Beltoise, entrambi ritirati dopo pochi giri. È servito un po' di tempo per rimuoverla, con diverse inquadrature. Ce ne sarebbe stata un'altra, di BRM ritirata, più avanti, quella di Clay Regazzoni.
In più si sono ritirati anche George Follmer su Shadow e Carlos Reutemann su Brabham. Questo si trovava al quarto posto, dietro alla McLaren di Jacky Ickx (faccenda che approfondirò a breve) al momento del suo ritiro per un guasto al motore.

Non so se nel 1973 chi correva per la Ferrari e poi cambiava team fosse visto come un traditorehhhh della patriahhhh, ma Ickx addirittura ha superato questi livelli: ha gareggiato per la McLaren come one-off in un gran premio alla quale le Rosse non prendevano parte!
Già assente anche al precedente gran premio a Zandvoort, la Scuderia di Maranello infatti aveva scelto di saltare due gran premi (ai tempi si poteva fare) dopo alcune prestazioni deludenti per concentrarsi sulla parte conclusiva del campionato.
Ad ogni modo Ickx è arrivato terzo, andando a completare il podio con gli Stevert, mentre la zona punti è stata curiosamente completata da un terzetto di brasiliani, Carlos Pace (Surtees) ha preceduto i fratelli Fittipaldi, con Wilson (Brabham) davanti al campione in carica Emerson (Lotus), il tutto con ben poche inquadrature contestualizzate di costoro... anzi, diciamo proprio senza inquadrature o al più con inquadrature non contestualizzate. Diciamo che a livello televisivo, le gare di un tempo erano molto diverse.

In una gara in cui il massimo colpo di scena è stato uno spettatore(?) che attraversava la pista con il massimo della calma indossando indumenti che ricordavano un po' una tuta da astronauta, ben sedici vetture, su ventidue partite, sono giunte fino alla bandiera a scacchi: in epoca di grandi attrition rate, un risultato simile non si vedeva certo tutti i giorni!
Fuori dalla zona punti hanno concluso Jochen Mass (Surtees), il futuro fondatore della Arrows Jackie Oliver (Shadow), Peter Revson (McLaren), Henri Pescarolo (Iso Marlboro), Rolf Stommelen (Brabham), Denny Hulme (McLaren), Graham Hill (Shadow), Mike Hailwood (Surtees), David Purley (March) e Mike Beuttler (March). Quest'ultimo è stato inquadrato più di una volta ai box, riconoscibile dal fatto che sulla sua monoposto il nome fosse scritto a caratteri cubitali.
Finisce così il mio resoconto, con un ordine d'arrivo non specificato in alcun modo nel video, che ugualmente a quei tempi non doveva essere molto facile verificare in altra maniera (immagino che i giornali non lo elencassero completo).


sabato 25 febbraio 2023

AVUS in due manche: il GP di Germania 1959

Carissimi lettori, oggi è il 25 febbraio 2023 e sarebbe stato il 91esimo compleanno di Tony Brooks, pilota britannico vincitore di sei gran premi negli anni '50, quattro con Vanwall e due con Ferrari, che è venuto a mancare nel corso del 2022.
Oggi vi porto quindi in viaggio negli anni '50 e andiamo a scoprire la sua ultima vittoria in Formula 1, avvenuta su un circuito alquanto inconsueto e ad oggi ormai demolito da un quarto di secolo. Sede del Gran Premio di Germania 1959, l'AVUS ne era stato sede già una volta negli anni '20 in epoca pre-Formula 1. In quella stagione 1959 vi si è tenuto il gran premio in piena estate, il 2 agosto.
Prima di proseguire vi invito a mettere a letto eventuali familiari affiliati a Liberty Media, in quanto ha anche avuto un format inconsueto, che potrebbe stimolare in loro idee molto strane e molto malsane. Su questo storico circuito - si ringrazia Wikipedia per la mappa sottostante - infatti si è svolto l'unico gran premio in due manche della storia della Formula 1.


Sì, so bene cosa state per dirmi, le gare redflaggate e con il risultato dato dai tempi aggregati... ma no, questa non è stata una gara redflaggata e poi ripresa: i due heat erano proprio di default. Due semi-gare da 30 giri ciascuna, perché le vetture non potevano essere reggerne 60 di fila, su un simile circuito.
Avrebbero dovuto essere presenti diciassette vetture al via, ma in una gara di contorno del sabato Jean Behra ha perso la vita in un incidente, così che la Porsche, per la quale Behra doveva prendere parte al gran premio, ha ritirato anche la monoposto di Wolfgang Von Trips.
Erano presenti quattro Ferrari, quella del poleman Cliff Allison (uscito poi subito per un guasto), con Tony Brooks e Dan Gurney secondo e quarto - tra di loro la Cooper di Stirling Moss (ugualmente costretto al ritiro nelle prime fasi). Altre due Cooper, guidate da Jack Brabham e Masten Gregory precedevano invece sulla griglia la quarta Ferrari, quella di Phil Hill.

Stando alle posizioni lap by lap (visibili sul sito statsf1) e alle cronache scritte, il primo heat e stato caratterizzato da un duello per la leadership tra Brooks, Gregory e Gurney, con Gurney e Gregory che occasionalmente si sono succeduti a Brooks in testa. Tony, tuttavia, è sempre riuscito a riprendersi la posizione ed è stato il pilota che ha leaderato la maggior parte dei giri.
Ci sono stati vari ritirati in questa prima manche, tra cui anche lo stesso Gregory, così come Brabham e le due Lotus di Graham Hill e Innes Ireland. Le Ferrari hanno chiuso invece questa prima parte nelle prime tre posizioni: Brooks, Gurney e Phil Hill.
Bruce McLaren, pilota della Cooper, ha chiuso al quarto posto questo primo heat, completato da un totale di nove vetture che, di conseguenza, hanno preso parte anche alla seconda manche (quindi il primo heat non può essere equiparato per fattezze a una prima gara odierna nei weekend di sprint race).

McLaren è stato uno dei piloti costretti al ritiro nel secondo heat, preceduto dalla BRM di Hans Herrmann (che risulta essersi ritirato per incidente) e seguito da quella di Harry Schell svariati giri dopo, che però è stato classificato al settimo posto, nonostante ai tempi chi si ritirasse non veniva classificato (non come oggi che c'è la regola del 90% di percorrenza): ebbene, anche nella Formula 1 vintage poteva essere applicato il regolamento a caso.
Anche nella seconda manche i tre ferraristi superstiti si sono dati battaglia, con una certa alternanza in testa alla gara. Alla fine ha prevalso Brooks, precedendo Hill e Gurney. Per effetto dei tempi aggregati, tuttavia, Gurney è stato il secondo classificato dell'evento complessivo, con Hill terzo.
I tre piloti successivi erano tutti doppiati, quindi in giri diversi, di conseguenza le loro posizioni al termine della seconda manche hanno rispecchiato la loro posizione definitiva della gara: quarto Maurice Trintignant su Cooper, Jo Bonnier su BRM e infine Ian Burgess su Cooper.


venerdì 24 febbraio 2023

Formula E 2023: #4 eprix di Hyderabad

Carissimi lettori, domani è giorno di Formula E, quindi credo sia opportuno metterci in pari con i lavori, perché non vi ho ancora raccontato dell'eprix che si è svolto in India l'11 febbraio e che ha visto Mitch Evans ottenere la pole position, con Jean-Eric Vergne che è andato ad affiancarlo in seconda posizione. Seguivano Sebastien Buemi, Sacha Fenestraz, Maximilian Gunther, Sam Bird, Edoardo Mortara e René Rast, piloti della top-8 che sono passati alla seconda fase di qualifica, quella degli scontri diretti. Le posizioni dei primi soni rimanaste invariate al via, con Evans in testa alla gara, per poi perdere la leadership a causa di attack-mode-cut (in sintesi)... ma le cose non potevano fare altro che peggiorare, ed ecco che è uscito di scena per un incidente con il compagno di squadra Bird! Anche Gunther e Fenestraz sono stati coinvolti a qualche titolo, ma sono riusciti a proseguire.

Tra un attack mode e l'altro, Jake Dennis e Nick Cassidy sono riusciti a sopravanzare Buemi, il tutto mentre JEV era stabilmente in testa alla gara, con anche un mezzo contatto Buemi vs Dennis. I problemi però sono arrivati con Jake Hughes fermo dopo un incidente. Era il quinto ritirato dopo il duo Bird/Evans, oltre che Kelvin Van Der Linde e Dan Ticktum. La vettura era in mezzo alle scatole, quindi è entrata la safety car.
Vergne, Cassidy e Buemi in seguito erano nelle prime tre posizioni, mentre Dennis ha forato su un detrito di un incidente che aveva messo fine alla gara di René Rast ed è stato costretto a una sosta ai box scivolando ultimo. Si trovava al momento del fattaccio quinto alle spalle di Antonio Felix Da Costa.

Il finale ha visto Vergne e Cassidy molto vicini, mentre Buemi ha chiuso terzo ma a causa di una penalità di 15 secondi per overpower è scivolato in penultima posizione davanti al solo Dennis. La terza posizione è andata di conseguenza proprio a Da Costa.
Hanno completato la zona punti Pascal Wehrlein, Sergio Sette-Camara, Oliver Rowland, Norman Nato, Stoffel Vandoorne, André Lotterer ed Edoardo Mortara, quest'ultimo precipitato indietro nella prima parte di gara dopo un contatto con Cassidy(?) in cui aveva danneggiato l'ala anteriore.
Nico Muller, Sacha Fenestraz e Max Gunther hanno preceduto Lucas Di Grassi, classificato quattordicesimo dopo essere scattato dalla penultima fila. Solo sedici piloti hanno completato la gara, gli ultimi due classificati erano i già citati Buemi e Dennis.


giovedì 23 febbraio 2023

Formula 4 Emirati 2023: James Wharton vince il titolo

Il campionato di Formula 4 Emirati 2023 si è svolto tra Dubai (primo e quarto evento), il Kuwait (secondo e terzo) e Abu Dhabi (quinto evento), preceduto da un non championship event ad Abu Dhabi lo scorso novembre come evento di contorno del gran premio di Formula 1. L'evento di novembre, che non ha assegnato punti, ha visto lo svolgersi di due gare, con un numero di vetture ridotto rispetto agli eventi seguenti, entrambe vinte da Louis Sharp, che non ha disputato la stagione ufficiale. Tra i piloti di quell'evento, altri due non hanno preso parte al resto della stagione, si tratta di Alex Dunne (autore di una pole e di un secondo posto) e Costa Toparis.
Il format è cambiato rispetto alle stagioni passate, con sole tre gare per weekend (fino all'anno scorso ce n'era una quarta con reverse grid). Il numero di vetture era molto elevato, con addirittura eventi con 40 monoposto al via.

James Wharton ha vinto il campionato battendo Tuukka Taponen (miglior rookie) con una ventina di punti di gap. I due hanno vinto quattro gare ciascuno. Il pilota che si è classificato in terza posizione, Ugo Ugochukwu, ne ha vinte addirittura cinque. Alle sue spalle si è classificato un pilota italiano, Valerio Rinicella, che però non ha vinto gare, ma ottenuto soltanto posizioni a podio.
Le due gare restanti sono state vinte rispettivamente da Arvid Lindblad e Zachary David, quinto e ottavo classificato nel campionato. Tra i due hanno chiuso Brando Badoer e Keanu Al Azhari. Il figlio dell'ex test driver della Ferrari è riuscito a portare a casa una sesta posizione in campionato nonostante vi abbia gareggiato solo part time, disputando tre eventi sui cinque totali. Si tratta di un notevole miglioramento rispetto alla stagione d'esordio dell'anno passato.

Dietro a David si sono classificati diversi piloti full time: Noah Stromsend, Valentin Kluss, Theophile Nael e Federico Rifai, che hanno preceduto il part time (due eventi) Pedro Clerot. A seguire altri full time, Will Macintyre e James Piszcyk, hanno preceduto lo one-off Kiril Smal, dietro il quale si sono classificati Kanato Le, James Carrasquedo Jr e Noah Lisle, quest'ultimo in diciannovesima posizione.
Diverse ragazze hanno preso parte alla stagione e la meglio classificata è stata Hamda Al Qubaisi, ventesima con due top-ten (due settimi posti), stagione terminata male a causa di una frattura a un braccio riportata nell'evento conclusivo della stagione. Il ritorno in Formula 4, comunque, non mi pare esattamente indicatore di un grande progresso nella sua carriera, così come i risultati (anche se comunque rimane una performance da centro classifica).

Tra le ragazze la seconda meglio classificata è stata Bianca Bustamante, ventisettesima alle spalle di Akshay Bohra, Hiyu Yamakoshi (part time), Jack Beeton, Nicola Lacorte, Dion Gowda e Muhammad Ibrahim (part time). Ha totalizzato due top-ten - miglior risultato un nono posto - e ha preceduto gli ultimi due piloti che non hanno chiuso a secco di punti, Alexander Abkhazava e Alexander Bolduev.
Seppure non sia una performance di alto grido, quandomeno finora dovrebbe avere gareggiato sulle monoposto soltanto nel 2022 nella W Series, cosa che non si può dire di Lena Buhler (che ha più esperienza all'attivo e che a dire il vero è anche stata scartata dalla selezione della W Series): dietro anche a Sebastian Murray e ai part time Nandhavud Bhirombahkdi e Rafael Narac, ha chiuso trentatreesima con due quindicesimi posti come migliori risultati, una stagione decisamente poco entusiasmante.

Dietro di lei si è classificato il full time Matteo Quintarelli che ha preceduto il part time Reshon Rajeev e poi diversi piloti che hanno disputato la totalità della stagione: Kai Daryanane, Theodore Jensen, Flavio Olivieri e George Zhuravskiy. A seguire sono giunti alcuni piloti part time ovvero Jakob Bergmeister, Ismoilkhuja Akhmedkhodajev e Fernando Barrichello.
Siamo giunti ormai alla quarantaduesima posizione della classifica. Un totale di quarantacinque piloti hanno preso parte alla stagione ed ecco che al quarantatreesimo posto troviamo Emely De Heus, che ha disputato tre eventi su cinque senza mai ottenere una top-20.
Tra le ragazze c'è chi ha fatto peggio, ovvero Victoria Blokhina, autrice tuttavia di un sesto posto in una gara non championship con undici vetture al via, che ha preceduto il solo Luciano Morano, ultimo della classifica.

mercoledì 22 febbraio 2023

Formula Regional Middle East 2023: un altro titolo per Andrea Kimi Antonelli

Il campionato conosciuto nelle ultime stagioni come Formula Regional Asia è tornato a varcare il confine degli Emirati Arabi in questa stagione e accanto a Dubai (primo e quarto evento) e Abu Dhabi (quinto evento) ha previsto due appuntamenti in Kuwait (secondo e terzo della stagione). In passato campionato che ha accolto anche piloti di Formula 2 o Formula 3 internazionale a caccia di punti superlicenza, in questa stagione ha visto la presenza di piloti promossi dalla Formula 4 o attivi nella Formula Regional Europea. Composto da cinque eventi, ciascuno di essi prevedeva un totale di tre gare.
Gara 1 e Gara 3 avevano una griglia di partenza stilata da una regolare sessione di qualifiche, Gara 2 aveva una reverse grid parziale in stile GP2/ GP3. La griglia era piuttosto ricca di vetture (anche 25+) e non c'erano in questa occasione piloti "strani" quali il padre delle sorelle Al Qubaisi e affini.

Il campionato è andato al pilota italiano Andrea Kimi Antonelli, Mercedes junior e ormai acclamato all'unanimità come il pilota che tiene tra le mani il destino del motorsport. Con un totale di tre vittorie conquistate, ha superato di una quarantina di punti Taylor Barnard, salito sul gradino più alto del podio in due occasioni.
Hanno fatto diverse visite al podio, ma mai sul gradino più alto, Rafael Camara e Lorenzo Fluxa, che si sono classificati rispettivamente in terza e quarta posizione, precedendo Mari Boya, autore di due vittorie che ha superato di un paio di punti Joshua Dufek, a secco invece di prime posizioni.
Nikita Bedrin ha chiuso in classifica con due vittorie, stesso numero di Pepe Martì, ottavo. Quest'ultimo ha disputato solamente quattro dei cinque eventi della stagione ed è il pilota meglio classificato tra quelli che non hanno disputato tutti gli eventi stagionali.

I full time Nikhil Bohra e Sami Megetounif hanno ottenuto una vittoria ciascuno precedendo nella classifica piloti una nostra vecchia conoscenza, Dino Beganovic, che dal basso di due soli round disputati è salito due volte in cima al podio, precedendo Aiden Neate, Rafael Villagomez e Michael Shin, di cui solo Villagomez non ha disputato l'intera stagione, ma soli quattro eventi.
I part time Kiril Smal, Joshua Durksen e Mathias Zagazeta hanno preceduto il full time Tasanapol Inthrapuvasak (che non dimenticherò mai visto il suo nome, mi è rimasto impresso fin dal 2020 quando correva in Formula 4 Emirati e l'ho sentito menzionare per la prima volta), mentre il part time Tim Tramnitz ha preceduto un deludente Sebastian Montoya autore di tutta la stagione, solo ventunesimo. Il figlio di Juan Pablo ha visto sicuramente risultati migliori in altri momenti della sua carriera.

Ancora una volta vari piloti part time o one-off hanno preceduto avversari che hanno disputato tutta la stagione. È il caso di Gabriele Minì (autore tra l'altro di una pole position), Nikola Tsolov, Sebastian Ogaard, Levente Revesz, Luke Browning, Francesco Braschi e Jak Crawford.
Questi piloti hanno preceduto alcuni full season, ovvero Brad Benavides, ultimo pilota a ottenere punti (1, grazie a un decimo posto) e altri rimasti a secco, nell'ordine Brad Benavides, Giovanni Maschio, Niels Koolen e Daniel Mavlyutov, ai quali è seguito il pilota one-off Owen Tangavelou. Zhongwei Wong, presente part time, ha preceduto l'ultimo dei full season Cenyu Han, mentre la classifica è stata chiusa da due piloti one-off, Roubin Tang e Ayato Iwasaki.
Sugli stessi circuiti si è svolto anche il campionato di Formula 4 Emirati, come serie di supporto, ma ve ne parlerò nel prossimo post che uscirà tra una mezz'oretta.

martedì 21 febbraio 2023

GP Sudafrica 1970: l'ultima vittoria di Jack Brabham

Benvenuti nel 1970, quando il mondiale iniziava in Sudafrica e, incredibile ma vero, esiste un highlight di una ventina di minuti arrivato ai giorni nostri del suddetto gran premio, in cui a scattare dalla prima posizione era Jackie Stewart a bordo di una March cliente del team Tyrrell, affiancato dal compagno di squadra Chris Amon e terzo Jack Brabham su una vettura della propria scuderia.
C'era una sola Ferrari, guidata da Jacky Ickx e qualificata quinta dietro alla Lotus di Jochen Rindt e in realtà al via il ferrarista si è ritrovato secondo, approfittando di un contatto tra Amon e Rindt, a causa del quale i due hanno perso innumerevoli posizioni, con Brabham coinvolto a minore titolo. Brabham avrebbe di lì a pochi giri recuperato la seconda posizione mettendosi dietro Ickx, essendo in precedenza uscito vincente da un duello per il terzo posto con la Matra di Jean-Pierre Beltoise e la BRM di Jackie Oliver (futuro fondatore della Arrows), quest'ultimo presente nelle zone alte in maniera fugace, prima di essere messo out da un guasto.

Risalivano frattanto le McLaren ufficiali di Denny Hulme e Bruce McLaren e quella cliente di John Surtees, che si sono fatti vicini alla Ferrari di Ickx, mentre Brabham al secondo posto si avvicinava sempre più a Stewart. L'avrebbe superato a circa un quarto di gara, portandosi in testa, dove sarebbe rimasto fino al termine della gara, andando a ottenere a 44 anni quella che sarebbe stata la sua ultima vittoria in Formula 1.
Hulme nel frattempo ha superato Ickx, poi destinato a perdere posizioni a vantaggio anche di McLaren e Surtees. La gara di McLaren, in ogni caso, è durata per circa metà della percorrenza, prima di essere messo fuori gioco da un guasto al motore. Sarebbe stato accomunato in quel destino anche da Surtees, ritirato dalla quarta piazza a tre quarti di gara, e da Ickx fermo a sua volta nel corso dello stesso giro. In precedenza quinto, aveva già perso alcune posizioni prima di quel momento, durante un presunto contatto Jo Siffert mentre tentava di evitare la March finita in testacoda.
Chi se la passava bene, in casa McLaren, era Hulme, che già intorno a metà gara si era appropriato della seconda posizione ai danni di Stewart dopo un duello con il pilota scozzese.

Ricapitolando, Brabham era in testa alla gara e nessuno l'avrebbe più schiodato da lì, tanto che avrebbe vinto con diversi secondi di vantaggio nei confronti di Hulme. Secondo, Hulme ha a sua volta accumulato vari secondi di vantaggio nei confronti di Stewart, che ha terminato la gara sul gradino più basso del podio, staccando di quasi un minuto il quarto classificato, Beltoise.
John Miles su Lotus ha concluso la gara in quinta posizione, guadagnata nelle fasi finali dopo il ritiro per problemi di motore del compagno di squadra Rindt, mentre l'ultimo punto a disposizione è andato a Graham Hill su Lotus. Per il pilota britannico, che aveva chiuso il mondiale 1969 con un grave infortunio a Watkins Glen nel quale aveva riportato varie fratture alle gambe, si tratta di un ottimo ritorno, tanto più che ha recentemente subito un intervento chirurgico a un ginocchio ed è in condizioni fisiche tali da non essere in grado di uscire in autonomia dalla monoposto al termine della gara.
Iniziava dunque così il mondiale 1970, iniziano così, in generale, gli anni '70 della Formula 1, con un rientro illustre andato a buon fine, con un elevato attrition rate e con la vittoria del veterano Brabham, quando i veterani non erano visti come V3KkYaCçY che rubavano il volante alle giovani promesse.

domenica 19 febbraio 2023

Formula Regional Oceania 2023: Charlie Wurz campione, Chloe Chambers prima ragazza a vincere una gara nella categoria

Tra lo scorso weekend e quello corrente sono terminati/ stanno terminando i campionati minori open wheel invernali extra-europei. Mentre in questo fine settimana stanno finendo i campionati asiatici, in quello passato è stata la volta di quello neozelandese, la Formula Regional Oceania, che altro non è se non la vecchia Toyota Racing Series, a seguito di un rebranding. Il campionato si è svolto tra la metà di gennaio e il secondo weekend di febbraio, per un totale di cinque fine settimana consecutivi, su cinque diversi circuiti. Il format era molto semplice: tre gare per fine settimana, con la seconda da reverse grid della prima che funziona come nelle origini della GP2, ovvero griglia invertita dei primi otto classificati della gara precedente, con il pilota ottavo al traguardo che parte quindi dalla pole e poi a scalare fino al vincitore che parte ottavo.

Come spesso accade, a questo campionato hanno preso parte anche alcuni piloti generalmente impegnati nelle formule minori europee per il resto dell'anno. Sono stati tredici i piloti che hanno disputato l'intera stagione, mentre vari hanno preso parte a uno o più eventi specie nella parte finale del campionato (dal terzo round in poi, soprattutto nel quarto e nel quinto).
Il campionato è rimasto aperto fino all'ultima gara della stagione e ha visto Charlie Wurz (figlio di una certa nostra vecchia conoscenza che indossava scarpe spaiate nella Formula 1 anni '90) vincere davanti a Callum Hedge. Su quindici gare disputate, l'austriaco ne ha vinte quattro, tre feature - di cui due nello stesso weekend - se così le possiamo chiamare e una da reverse grid. Tre vittorie, invece, di cui una da reverse grid, sono state conquistate da Hedge.

Joel Abel e Liam Sceats si sono classificati terzo e quarto in classifica a pochi punti di gap tra l'uno e l'altro. Nessuno dei due ha conquistato delle vittorie, ma entrambi si sono piazzati varie volte sul podio. James Penrose e David Morales, quinto e sesto in classifica, hanno ottenuto rispettivamente due e vittoria. Nel caso di Penrose, una delle vittorie è arrivata in una gara con reverse grid.
Josh Mason, ottavo classificato alle spalle di Ryder Quinn, ha ottenuto un'altra delle vittorie da reverse grid, mentre l'ultima della stagione è andata a Chloe Chambers, nona in classifica davanti a Ryan Shehan. L'ex compagna di squadra di Jamie Chadwick in W Series era partita in pole position per avere terminato all'ottavo posto la prima gara del fine settimana, diventando la prima ragazza a vincere una gara nella storia del campionato.

Mancano all'appello tre vittorie in gare "feature" e sono state ottenute una ciascuno da Laurens Van Hoepen, Louis Forster e Kaleb Ngatoa, rispettivamente undicesimo, dodicesimo e quattordicesimo in classifica piloti, tutti presenti part-time. Davanti a Ngatoa, ma dietro agli altri due, si è classificato il full-time Tom McLennan.
In quindicesima e sedicesima posizione si sono piazzati altri due piloti che hanno disputato tutta la stagione, Lucas Fecury e Brianna Morris, precedendo dei piloti part-time o one-off come Adam Fitzgerald, Brendon Leitch e Billy Frazer. Chris Van Der Drift, invece, ha preso parte a un evento come guest driver e non ha ottenuto punti per questa ragione. Il suo migliore risultato è stato un quarto posto in una delle gare, oltre che due quinti posti, indicativamente sarebbe stato classificato dietro a Fitzgerald.

venerdì 17 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Alpine

Ci siamo, siamo arrivati in fondo: oggi 16 febbraio è stata presentata, nella prima serata, l'ultima monoposto che ancora mancava, l'Alpine, che in questa stagione sarà guidata da Esteban Ocon e Pierre Gasly, una partnership che molti mesi fa è stata definita da molti come il duo più esplosivo della stagione che verrà.
Essenzialmente i due erano best friends forever durante l'infanzia - e secondo le ultime telecronache di Mazzoni erano amici, il che mi sembra un buon motivo per continuare a credere nel fatto che la loro amicizia prosegua, nonostante i due non abbiano esattamente confermato - poi apparentemente uno avrebbe cercato di stroncare la carriera dell'altro grazie all'aiuto dei propri familiari. E uno si sarebbe messo con una ex dell'altro durante l'adolescenza.


Tralasciando questa vicenda in stile Frentzen vs Schumacher, direi che possiamo concentrarci sulla monoposto. È blu come altre, anche se di un altro tono, quindi immagino non vada bene. In più è in parte rosa, quindi immagino che ugualmente non vada bene.
In ogni caso non avevo né tempo né voglia di occuparmi di polemiche varie, quindi non mi sono informata in proposito. Per una volta direi che possiamo saltare e cercare di focalizzarci sull'aspetto positivo della situazione: abbiamo visto tutte le monoposto 2023, oppure render delle monoposto stesse, e siamo a posto!


giovedì 16 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Mercedes

Solo pochi giorni fa una voce autorevole(?) come quella di Matty di WTF1, influencer di Formula 1 specializzato nello strizzare l'occhio a Liberty Media, scriveva un tweet nel quale affermava che alle squadre dovrebbe essere vietato avere vetture nere color fibra di carbonio. Il motivo? Le livree devono essere belle e colorate.
Questa faccenda delle livree sta iniziando a raggiungere livelli molto imbarazzanti, ma per fortuna ci sono momenti in cui si riesce finalmente a raggiungere la pace dei sensi: quello in cui, ieri mattina, la Mercedes si è svelata... e non è più color argento come nel 2022, bensì nera! È stato tutto meraviglioso, nonostante ammetto di preferire la livrea argentata, ma pur di vedere la filosofia drivertosurviver venire indirettamente asfaltata, lunga vita alle livree nere!
Tra parentesi, vogliamo parlarne un attimo? Secondo quell'illustre(?) tizio le livree nere sarebbero da bandire. Quindi niente alcune livree Minardi, niente Andrea Moda e chissà, magari anche la livrea John Player Special potrebbe essere considerata un male da estirpare!


La presentazione è avvenuta in concomitanza con il venticinquesimo compleanno di George Russell (che scopro quindi essere del 1998 e non del 1996, cosa di cui ero convinta), che per la seconda stagione consecutiva farà coppia con Lewis Hamilton. Non sappiamo se faranno coppia ancora dopo il 2023, ma il mondiale deve ancora iniziare e quindi è meglio non spingersi troppo in là.
Accanto a loro e ai rappresentati del team tra cui spicca Toto Wolff, ecco apparire Mick Schumacher in veste di riserva. Così, a primo impatto, con i suoi occhi azzurro shocking e la sua aria da modello, pare essere una sorta di Carmen Jordà 2.0, naturalmente ipotizzando che si tratti di una sua controparte maschile, ma soprattutto che abbia un'idea almeno vaga di come si guidi una monoposto (per chi non conoscesse il soggetto, specifico che Jordà in GP3 arrivava puntualmente ultima a debita distanza dal penultimo, un po' come Mahaveer Raghunathan in GP2, e prima di arrivare in GP3 non è che le cose andassero tanto meglio).
Concludo osservando che si è trattato di una vera presentazione, ma le vetture non sono rosse, quindi bisogna fare finta che non lo sia. È stata la penultima, per oggi è prevista quella di Alpine.


mercoledì 15 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Ferrari

C'è stato un tempo in cui i piloti erano very uominy, le auto erano very uominy, i circuiti erano very uominy, ma soprattutto le presentazioni erano very uominy. Ebbene, dopo giorni di render fasulli (e anche di vere presentazioni, ma non erano importanti perché le vetture presentate non erano rosse) è arrivata una presentazione che si rispetti, che ha ovviamente spaccato il fanbase ferrarista.
Da un lato c'era chi sosteneva che la presentazione era bellissima, dall'altro chi sosteneva fosse una trashata. Io, da parte mia, mi limitavo a sorprendermi di quante persone stessero seguendo la diretta della presentazione. Mi viene spontaneo chiedermelo: non c'è nessuno che lavora? e me lo chiedo con tutto il rispetto possibile, dato che io stessa attualmente sono senza lavoro (e ciò nonostante avevo commissioni da svolgere e non stavo seguendo la presentazione - ho visto il servizio del TG1 delle 13,30).


La presentazione è avvenuta ieri, 14 febbraio, e tutti ci hanno tenuto a rimarcare che fosse il giorno di San Valentino, perché... non lo so, non capisco perché fosse necessario parlarne continuamente, dato che la cosa non ha la benché minima correlazione con la presentazione di una monoposto, ma dopotutto l'epoca in cui i fan erano very uominy è già passata da un pezzo.
La vettura si chiama SF-23, nome che è già stato abbondantemente contestato nei giorni scorsi perché... non lo so, non voglio sapere perché ci sia gente che contesta i nomi delle monoposto, so solo che sinceramente mi pare un po' troppo. Per fortuna nessuno si è lamentato che sia rossa e non giallo Modena e incredibile ma vero non ho neanche visto tifosi di Charles Leclerc e tifosi di Carlos Sainz insultarsi a vicenda. Ogni tanto nutro ancora qualche piccola speranza per il genere umano.
In compenso c'è chi ha male interpretato il concetto secondo cui il mondiale non si vince il primo giorno di prove libere. C'è chi da il mondiale per scontato addirittura adesso, ben prima del primo giorno di prove libere. D'altronde non sono bastati quindici anni per capire che l'anno giusto sarà il duemilamai, quindi meglio vaneggiare fin da febbraio, giusto per non perdere l'allenamento.

martedì 14 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Aston Martin

13 febbraio, giornata ricca di presentazioni, dicevo, perché dopo McLaren alle 18,00 è arrivata anche Aston Martin alle 20,00, mostrando una monoposto che sembra avere molte somiglianze con quella della stagione passata.
A guidarla ci sarà ancora Lance Stroll, come facilmente prevedibile, mentre al suo fianco è arrivato Fernando Alonso. Avendo dichiarato che Strollino è un futuro campione si è guadagnato l'indignazione di tanta gente che ne ha dedotto che le sue performance in pista nel 2023 dimostrano che è un vecchio che dovrebbe ritirarsi.
Per intenderci, in molti sono piovuti dal cielo sorprendendosi perché Alonso ha fatto una sparata. In più stanno giudicando i suoi risultati non ancora ottenuti dato che le monoposto non sono ancora scese in pista. Mi viene da pensare che ci sia gente rintronata anche a commentarla sui social, la Formula 1, ma queste sono come al solito sottigliezze.
Nel frattempo si è fatta mezzanotte e stiamo per vedere l'alba del 14 febbraio. Naturalmente domani saranno in tanti a indignarsi, quando scopriranno che la Ferrari non è giallo Modena, ma rossa!


lunedì 13 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: McLaren

13 febbraio, giornata ricca di presentazioni, tanto che oggi ce ne sono state ben due. La prima, avvenuta nel tardo pomeriggio, alle 18,00 ora italiana (e quindi alle 17,00 a Woking, disertando l'ora del tè) è stata svelata la McLaren, che sarà guidata in questa stagione dall'ormai habitué Lando Norris, con il quale farà coppia il giovane Oscar Piastri.
Non preoccupatevi, però: Norris potrà anche avere un compagno di squadra più giovane di lui, ma per i miei standard rimarrà comunque un bambino piccolo che beve ancora il latte dal biberon. Su questo non si discute e, incredibile ma vero, non si discute nemmeno della presentazione della monoposto che guideranno!


Ebbene, la McLaren ha fatto una presentazione stylish, con una vettura che differisce da quella del 2022, una livrea molto colorata, che si discosta in parte da quella del 2022... insomma, sembrano avere fatto tutto quello che serviva per non generare campagne social intrise di indignazione.
Purtroppo nemmeno loro hanno presentato una livrea a strisce lilla e fucsia Hollywood decorata con teschi color argento e stelline dorate, ma obiettivamente parlando mi sembrerebbe un design più adatto sulla gonna di Avril Lavigne che non su una monoposto.

domenica 12 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Alpha Tauri

La presentazione dell'Alpha Tauri è avvenuta ieri sera a New York, ieri sera quando per noi era notte e Amadeus stava conducendo ancora la finale del Festival di Sanremo, con la presenza di Charles Leclerc e Antonio Fuoco seduti in prima fila tra il pubblico.
L'orario e il fatto che chi fosse sveglio a quell'ora fosse tendenzialmente più focalizzato sul Festival che non sull'Alpha Tauri ha permesso di avere commenti un po' più limitati del solito.
Limitati fino a un certo punto, anche stavolta ci sono stati accenni di sommosse popolari, già dopo avere visto le prime immagini.


L'ingiustizia a cui siamo stati sottoposti stavolta? La livrea è brutta. Sia chiaro, i gusti sono leciti e di sicuro questa livrea non è tra quelle che si fanno notare per il loro fascino, però ho l'impressione che ci si stia ormai allontanando totalmente dalla realtà.
Non eravamo ancora arrivati a tifosi che, vedendo una livrea, reagivano come bimbe di Tumblr al cospetto di Pastor Maldonado. Adesso abbiamo raggiunto anche quel livello, ci manca poco che si invochi un intervento dall'alto per impedire a una squadra di gareggiare con colori non di proprio gusto.


Penso ci sia un grosso problema di fondo. In teoria vedendo le immagini della nuova Alpha Tauri la persona media dovrebbe pensare "Nyck De Vries e Yuki Tsunoda guideranno una monoposto brutta". La realtà dei fatti è che in molti sembrano invece pensare che tutto ciò che non gradiscono sia un affronto personale nei loro confronti e non dovrebbe esistere.

sabato 11 febbraio 2023

GP Italia 1967: la vittoria di Surtees su Honda nel giorno della rimonta di Clark

Il calendario ci dice che è sabato 11 febbraio 2023, un freddo giorno d'inverno ma possiamo fingere che sia una calda giornata di settembre del 1967. Quel giorno si svolgeva il gran premio a Monza e Jim Clark scattava dalla pole precedendo Jack Brabham, Bruce McLaren e Chris Amon. Al via, comunque è stato Dan Gurney sulla Eagle a portarsi in testa, dove tuttavia è rimasto per poco tempo prima di essere anche costretto al ritiro. Si sono ritrovati a lottare per la pole le Lotus di Jim Clark e Graham Hill, con le Brabham di Denny Hulme e Jack Brabham nei paraggi, ad alternarsi in testa: Monza ai tempi era quasi come uno speedway. Clark era leader davanti a Hill quando ha forato. Eravamo a un quarto di gara ed è tornato in pista sedicesimo e ultimo, dato che ormai le due Eagle - la seconda quella di Ludovico Scarfiotti - erano ormai rititate.

Clark ha iniziato a rimontare, dopo essersi addirittura sdoppiato dai leader, mentre frattanto piloti di "contorno" uscivano di scena, Chris Irwin su BRM e Guy Ligier al volante di una Brabham privata. Pochi giri dopo, tuttavia, anche un pilota non troppo di contorno è stato costretto al ritiro, Hulme sulla Brabham ufficiale. Prima era leader, in lotta con Hill.
La progressione di Clark continuava, portandosi a ridosso della zona punti, nella quale è entrato dopo il ritiro della McLaren guidata dal fondatore Bruce, che prima era in lotta con John Surtees per la terza posizione, mentre Hill era ormai in testa davanti a Brabham.
Più o meno in quei giri si sono ritirati per problemi di motore anche altri piloti, tra cui Jackie Stewart su BRM e le Cooper clienti di Jo Siffert e Jo Bonnier. Si è poi ritirato per incidente Giancarlo Baghetti su Lotus.

Clark, frattanto, è risalito fino al quarto posto, per poi ritrovarsi terzo a gara molto inoltrata quando anche Hill è stato salutato dal motore. Superati Brabham e Surtees in poche tornate si è portato in testa, una rimonta micidiale se consideriamo dove si trovava dopo la foratura.
Poteva essere una vittoria memorabile, ma la iella era dietro l'angolo, pronta a scambiarlo per un Chris Amon qualsiasi. A proposito di Amon, a bordo dell'unica Ferrari era settimo e ultimo doppiato di alcuni giri, per probabili problemi avuti durante la gara, e sarebbe finito settimo e ultimo.
A corto di benzina, Clark ha rallentato finendo per chiudere la gara al terzo posto, precedendo le Cooper ufficiali di Jochen Rindt e Jacky Ickx, quarto e sesto con in mezzo a loro la BRM di Mike Spence.

La vittoria, invece, chi se l'è aggiudicata, vi chiederete? In realtà forse non ve lo chiedete in quanto spoilerato dal titolo del post, sta di fatto che i problemi di Clark hanno lasciato Brabham e Surtees a duellare tra di loro per la vittoria, con tanto di finale praticamente al photofinish: ha vinto l'ex campione del motomondiale e anche ex campione di Formula 1, per due decimi di secondo.
È stata la sesta vittoria in Formula 1 per l'ex ferrarista, dopo quattro con Ferrari e una con Cooper, nonché l'ultima della sua carriera. Quella di Surtees è stata anche la seconda vittoria della Honda, dopo quella di Richie Ginther in Messico nel 1965. Uscita di scena dopo un anno, è rimasta l'ultima vittoria del costruttore giapponese fino al suo ritorno, vincendo one-off con Jenson Button al GP d'Ungheria 2006, che sarebbe nato soltanto dodici anni e mezzo più tardi rispetto al GP Italia 1967!

Nato l'11 febbraio 1934, Surtees aveva trentatré anni al momento della sua ultima vittoria in Formula 1.
Deceduto nel 2017 all'età di ottantatré anni, oggi sarebbe stato il suo ottantanovesimo compleanno.

venerdì 10 febbraio 2023

Peppa Pig... a Digione?!

Qualche giorno fa ci si lamentava molto di presentazioni che non sono presentazioni e del fatto che gli sponsor siano marketing e che tutto ciò che è marketing sia il malehhhh assolutohhhh. Sono già da tempo convinta che uno degli effetti collaterali di Drive to Survive sia stato il rendere almeno parzialmente drivertosurviver la mentalità dei tifosi già esistenti, anche di quelli che lo schifano.
C'è tuttavia una fetta di driverstosurvivers che addirittura sembrano del tutto incapaci di accettare ogni sfaccettatura che vada oltre il livello Rai Yo-Yo della vita, insomma, una bimbominchiaggine tale da portarsi a chiedere perché certe persone seguano la Formula 1 o DTS piuttosto che seguire Peppa Pig, il che sembra essere più alla loro portata. Questi soggetti li definisco come peppapigger e, in loro onore, ho deciso di informarmi, verificare se ci fosse qualcosa di Peppa Pig a tematica motoristica. E c'è!

C'è e non è roba qualsiasi. Questa presunta pista per macchinine di Peppa Pig strizza forse inconsapevolmente l'occhio alla Formula 1 vintage e non per le vetture in stile anni '50. No, bisogna andare oltre e vedere ciò che a primo impatto sfugge. Che poi, sfugge... è la prima cosa che ho notato. Una vettura rossa e una vettura gialla affiancate, come una Ferrari e una Renault? Vi suggerisce niente tutto ciò? Non ci vedete dentro il duello tra Gilles Villeneuve e René Arnoux il giorno della prima vittoria di Jean-Pierre Jabouille?
Guess what? C'è anche un soggetto vestito di giallo che rimane assolutamente in disparte, e non un soggetto a caso, no, uno che sta accanto alla scritta "first", un po' come a far capire che non ce ne frega niente del vincitore, che quello che conta è il duello epico di cui sopra. Incredibile ma vero, anche Peppa Pig potrebbe insegnare qualcosa sulla storia del motorsport (non a snobbare Jabouille, questo vorrei che fosse chiaro).



mercoledì 8 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Alfa Romeo

Ieri, 7 febbraio 2023, è stata una giornata importante, perché finalmente abbiamo visto una monoposto di quelle che scenderanno in pista nella stagione alla quale siamo sempre più a ridosso. Una monoposto *vera*, si intende, con tanto di presentazione vera nella quale l'auto è stata vista per la prima volta quando le è stato tolto il velo.
Ah, no. C'è stato un leak, dato che nello schermo alle spalle del presentatore sono comparse le foto prima che la vettura fosse svelata, stando a quanto mi è parso di capire. Comunque è arrivata la tanto agognata presentazione vera e, per quanto Alfa Romeo non soddisfi a pieno il fanbase mettendo in pista una monoposto color salmone adornata da righe di tonalità terra di Siena bruciata e pallini misti giallo paglierino e verde speranza, Valtteri Bottas e Zhou Guanyu guideranno una monoposto che non è bianca e rossa come quella 2022.
È rossa e nera, una livrea in pieno stile Midland, ma dubito che siano in molti a ricordarsi della Midland. Saranno molti, specie i miopi che quando guardano le gare a tavola o facendo altro indossano occhiali più leggeri di quelli full distance oppure non li indossano affatto, a confondersi con le Ferrari, visti i colori, ma non mettiamo né il carro davanti ai buoi né bovini vari davanti agli equini, magari la Ferrari sarà lilla con zebrature super fucsiahhhh per accontentare i giovani.

martedì 7 febbraio 2023

Quando il mondiale iniziava in Argentina: edizioni 1958 e 1960

Oggi è il 7 febbraio ed è il giorno giusto per fare un viaggio nella Formula 1 vintage. Andiamo infatti nel 1960, quando il 7 febbraio si svolgeva il primo gran premio della stagione, a Buenos Aires in Argentina. Era dal 1958 che non si gareggiava su quel circuito e l'edizione di due anni prima era ricordata per essere stata vinta per la prima volta da una monoposto con il motore posteriore. Era ai tempi il 19 gennaio, mancavano mesi e mesi all'evento successivo, certi team avevano disertato il gran premio inaugurale perché non avevano ancora le vetture pronte.
Va da sé, quindi, che non avevano presentato monoposto ufficiali, ma per fortuna non esistevano nemmeno i render con le livree. Ad ogni modo in quel fine settimana in Argentina c'erano tre Ferrari, sei Maserati e una Cooper, dieci vetture in totale.

Al volante della Cooper c'era Stirling Moss, che partiva settimo. Diversamente dagli avversari, tuttavia, puntava a non fermarsi ai box per il cambio gomme, approfittando del fatto che la lunghezza della gara fosse stata accorciata rispetto agli anni precedenti, in risposta alle elevate temperature del posto.
Juan Manuel Fangio su Maserati partiva dalla pole, ma pare sia stato attardato in seguito dallo spegnimento della vettura ai box (avrebbe chiuso quarto). Moss, frattanto, era in testa alla gara non essendosi fermato. Le gomme, negli ultimi giri, iniziavano ormai a degradarsi, ma è riuscito a mantenere la posizione fino alla bandiera a scacchi.
Prima vittoria per un motore posteriore, prima vittoria per un team privato, ma soprattutto gara falsata, visto che Luigi Musso e Mike Hawthorn sulle Ferrari hanno chiuso al secondo e al terzo posto!

Veniamo adesso finalmente all'edizione 1960, di cui oggi cade l'anniversario e che in teoria doveva essere il fulcro di questo topic. Stavolta la griglia era più ricca, c'erano ventidue monoposto e quella di Moss scattava stavolta dalla pole position. Al via, però, è stato Innes Ireland su Lotus a portarso in testa.
Non vi è rimasto molto a lungo, poco dopo gli sono succedute le BRM di Jo Siffert e Graham Hill. Non ci sono molte informazioni disponibili su questa gara, sappiamo tuttavia per certo che Hill è stato costretto al ritiro, mentre Bonnier, Moss e Ireland si trovavano a metà gara nelle prime tre posizioni.
Moss è stato costretto al ritiro mentre si trovava in testa, ma non mi è chiaro come fosse risalito in testa, dato che non trovo informazioni su pitstop effettuati dai piloti nel corso della gara.

Bonnier e Ireland in un secondo momento sono indicati in posizioni decisamente più arretrate, mentre in testa alla gara è risalito quindi Bruce McLaren su Cooper, rimanendovi fino alla bandiera a scacchi e falsando a sua volta la gara, vista la seconda posizione di una Ferrari (staccata di quasi mezzo minuto), stavolta guidata da Cliff Allison.
I punti della terza piazza non sono stati assegnati, in quanto erano ancora consentite le vetture condivise, ma il cambio di pilota in corso d'opera, a partire dal 1958, faceva perdere il diritto ai punti, cosa accaduta a Maurice Trintignant quando dopo il ritiro di Moss è stato succeduto da quest'ultimo. Quindi in sintesi anche Moss in questo gran premio è arrivato terzo, nonostante si fosse ritirato con la propria monoposto originale qualcje giro prima di prendere il posto di Trintignant.

Carlos Menditeguy, pilota di casa che negli ultimi anni disputava soltanto il GP d'Argentina ha chiuso al quarto posto su una Cooper non ufficiale della Scuderia Centro Sud l'ultimo gran premio della propria carriera, mentre il ferrarista Wolfgang Von Trips ha chiuso la gara al quinto posto.
Tornando a Ireland, ha portato a casa l'ultimo punto disponibile - essendo la zona punti stata estesa fino alla sesta posizione - precedendo Bonnier. C'erano altre due Ferrari, oltre a quella di Von Trips che hanno chiuso all'ottavo e al decimo posto con in mezzo a loro la Lotus di Alberto Rodriguez Larreta: ottavo Phil Hill, decimo José Froilan Gonzalez (primo vincitore della storia della Ferrari, in Gran Bretagna 1951). Per quest'ultimo è stato l'unico gran premio disputato nella sua carriera.

lunedì 6 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Williams (solo livrea)

Carissimi lettori, credo di dovervi delle scuse. Nel mio post di ieri segnalavo che la Redbull aveva organizzato una presentazione della monoposto 2023 mostrando invece un render con la livrea del 2023 senza far vedere la lettura. Mi ero limitata a commentare che non mi sembrava un evento all'altezza di quelli a cui ero abituata in passato, ma non ho fatto nessuna delle cose che vanno di moda in questo periodo.
Non ho invocato la radiazione del team né interventi dall'alto per impedire ai team di presentare le livree e obbligarli a presentare la vera monoposto prima dei test, come succedeva ai tempi dei very uominy né nessuna di quelle cose lì, il che ha abbassato la qualità del mio post. Proprio per alzarla almeno a posteriori ci ho messo quindi in mezzo i very uominy, che non mi sembra di avere visto citati. Aggiungo che Alex Albon deve ritenersi un uomo fortunato se è stato messo alla porta e ha potuto approdare presso una squadra che stimola il suo estro creativo, come dimostrano i suoi capelli platinati. A proposito, chissà se si tratta di una vera tinta o dell'utilizzo di una bomboletta spray che rende i capelli del colore desiderato costringendo a non lavarseli per una settimana per evitare di perderne il colore.

Per fortuna non sta più in Redbull, dicevamo, e da un anno a questa parte veste i colori della Williams. In questa stagione sarà affiancato dal rookie di provenienza Formula 2 Logan Sargeant, che è il primo statunitense a gareggiare in Formula 1 full time dai tempi di Scott Speed, "un nome che è tutto un programma", cit. Gianfranco Mazzoni.
Piccolo problema: oggi la Williams ha svelato i propri colori senza svelare la monoposto del 2023, sono infatti i colori 2023 sulla vettura del 2022. Al posto della presentazione trash ci hanno messo uno sfondo vagamente cyberpunk che finora non sembra avere suscitato particolare indignazione, seppure anche il team di Grove abbia presentato una livrea molto simile a quella della passata stagione, cosa che l'altro giorno era un kriminehhhh terribile.
A questo proposito vorrei segnalare anche un tentativo di truffa ai danni dei tifosi! La livrea dei capelli del loro pilota suggerisce che stiano cercando di spacciare Alex Albon per Jacques Villeneuve e farci credere che questo sia il mondiale 1997! Non trovate tutto ciò inaccettabile? :-P

domenica 5 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Redbull (solo livrea)

Carissimi buchi sul fondo della Brawn GP, sono consapevole di essere un po' in ritardo nel parlare di una vicenda alquanto ostica a proposito di un team venuto in auge ormai nel lontano 2009, ai tempi proprio come rivale della Brawn e con Adrian Newey che disegnava i progetti a mano (ascoltare le telecronache di Mazzoni ha dato i suoi frutti).
Adesso non siamo più mel 2009, sono passati quattordici anni da allora e senza ombra di dubbio non vedremo Jenson Button vincere il mondiale. Se solo avessimo saputo, nel lontano 2009, che un giorno avremmo rimpianto i bei vecchi tempi in cui Button vinceva il mondiale...
Questo, comunque, non ha importanza, torniamo alla giornata di venerdì, quando la Redbull ha presentato la propria vettur-... quando la Redbull ha mostrato questa cosa:


In parole povere, la Redbull ha optato per la stessa strategia della Haas, ovvero non farci vedere la monoposto con cui Max Verstappen e Checo Perez disputeranno il campionato (e Daniel Ricciardo ambirà a guidare in caso di intossicazione alimentare a Singapore), quando piuttosto la livrea 2023. L'unica differenza è che hanno anche organizzato anche un evento in grande stile, come se avessero davvero presentato una vettura!
Comprendo a pieno il disappunto per tale trovata. Non comprendo quello di chi si è lamentato del fatto che la livrea sia tale e quale a quella delle scorse stagioni. Non è un carro di carnevale. È una Redbull e guess what? ha esattamente i colori della livrea Redbull, un po' come la Ferrari che è rossa o la Mercedes che è grigio argento.

venerdì 3 febbraio 2023

La Renault dell'epoca turbo: la sua storia ripercorsa in ricordo di Jean-Pierre Jabouille (01.10.1942 - 02.02.2023)

Uno dei lati peggiori dell'essermi appassionata di Formula 1 vintage, quella molto vintage, antecedente alla mia nascita anche di un decennio o più, è affezionarmi a personaggi che poi, in epoca contemporanea, finiscono per lasciarci. Ieri, 2 febbraio 2023, è venuto a mancare uno dei piloti che considero a tutti gli effetti una leggenda della Formula 1 anni '70/80, che ho menzionato spesso su questo blog, tendenzialmente per parlare di storie di iella. Jean-Pierre Jabouille aveva compiuto ottant'anni lo scorso 1° ottobre e in Formula 1 aveva associato indelebilmente il proprio nome alla Renault sponsorizzata Elf, per intenderci, quella che ha portato nella classe regina i motori turbo nel 1977. Ai tempi Jabouille aveva già disputato, parallelamente a una carriera in endurance alcuni gran premi con Iso Marlboro e Surtees nel 1974 e il GP di Francia 1975 su una terza vettura della Tyrrell, diventando frattanto campione di Formula 2 Europea nel 1976.
Il passaggio alla Renault in Formula 1 è arrivato nel 1977 e oggi, in ricordo di Jabouille, vi racconterò la storia della squadra di cui è stato il primo storico pilota.


La scuderia francese, schierando una sola vettura, ha esordito nel GP di Gran Bretagna (perché erano gli anni '70 e un team poteva ancora esordire a random nel corso di un mondiale di Formula 1), per poi prendere parte ad altri quattro eventi nella parte conclusiva della stagione. Nel 1978, invece, sempre con una sola vettura, la Renault Elf ha disputato l'intero campionato, anzi, non esattamente in realtà, l'intero campionato eccetto i primi due gran premi della stagione in Argentina e Brasile (perché erano gli anni '70 e i team potevano all'occorrenza saltare i gran premo extraeuropei).
Questo periodo è stato condizionato da grosse difficoltà in termini di affidabilità, con innumerevoli ritiri a causa di guasti, in genere al motore ma non solo, che spesso hanno vanificato risultati positivi in qualifica (il migliore il terzo posto in griglia al GP d'Italia). Gli unici punti della stagione sono arrivati al GP degli Stati Uniti Est. Dopo una gara passata per quasi metà al terzo posto, Jabouille ha perso tuttavia il podio verso la fine della gara, venendo relegato quarto, già comunque positivo visti gli standard. Nel 1978 Renault ha ottenuto quindi tre punti e il dodicesimo posto in classifica costruttori e a partire dal 1979 ha schierato due vetture.

Accanto alla numero 15 di Jean-Pierre Jabouille si è aggiunta la numero 16, guidata da René Arnoux, che già aveva esordito la stagione precedente alla scuderia Martini, per poi passare alla Surtees a fine 1978.
I risultati sono nettamente migliorati in qualifica, ottenendo ben sei pole position nel corso della stagione, la prima delle quali per opera di Jabouille in Sudafrica. Ne avrebbe ottenute altre tre, con due pole all'attivo per Arnoux. Sfortunatamente una serie di problemi tecnici e occasionali incidenti hanno spesso e volentieri stroncato la possibilità di ottenere grandi risultati nelle gare. Arnoux è riuscito a salire sul podio tre volte (un terzo e due secondi posti), più un altro arrivo in zona punti, mentre Jabouille ha interrotto una lunga serie di sventure con una vittoria, avvenuta il 1° luglio, unici punti ottenuti nella stagione.
Era il GP di Francia a Digione, Jabouille era un pilota francese, al volante di una monoposto francese con motore francese e gomme francesi, doveva essere l'apoteosi e quella prima vittoria di una Formula 1 turbo avrebbe dovuto passare alla storia. Sarebbe stata l'apoteosi, in circostanze normali, ma purtroppo per lui in quel glorioso giorno Gilles Villeneuve e René Arnoux hanno deciso di prendersi a ruotate per diversi giri mentre lottavano per la seconda posizione, catalizzando completamente l'attenzione.

Il 1980, anch'esso ricco di ritiri che hanno spesso vanificato prestazioni eccellenti nelle qualifiche (due pole per Jabouille, tre per Arnoux), ha visto Arnoux raccogliere due vittorie consecutive in Brasile e Sudafrica, oltre ch alcuni piazzamenti a punti e un altro podio. È andata peggio a Jabouille, che ancora una volta nel corso della stagione ha ottenuto una vittoria, al GP d'Austria, che è stato l'unico arrivo a punti della stagione, il terzo e ultimo della sua carriera.
Se il 1979 aveva visto il team piazzarsi sesto nel mondiale costruttori, nel 1980 ha migliorato, da questo punto di vista, concludendo addirittura al quarto posto. La stagione, tuttavia, non è stata tutta rose e fiori e quella di Jabouille è terminata anzitempo con un grave incidente nel GP del Canada innescato dal cedimento di una sospensione, nel quale ha riportato diverse fratture alle gambe. Nel 1981 ha cambiato team ed è passato in Ligier, come compagno di squadra Jacques Laffite (suo cognato, i due ai tempi erano sposati con due sorelle), ma non essendosi ripreso completamente dall'infortunio ha lasciato la Formula 1 come pilota, rimanendo in Ligier come direttore tecnico (era anche ingegnere oltre che pilota).

Frattanto al posto di Jabouille in Renault è arrivato Alain Prost (a sua volta futuro cognato di Jabouille, visto che in seguito Prost ha avuto una relazione con l'ex signora Laffite), che nel 1981 e 1982 ha fatto coppia con Arnoux - due terzi posti nel mondiale costruttori.
Non sempre, comunque, le cose sono andate propriamente bene e anche nel 1981 i ritiri sono stati piuttosto numerosi. Se Prost ha conquistato due pole position e tre vittorie di cui due consecutive (Francia, Olanda e Italia) e piazzamenti a podio, nonostante quattro pole, Arnoux ha raccolto relativamente poco con un secondo posto come apice.
Nel 1982 la Renault ha di fatto messo in pista la monoposto più veloce in griglia: su sedici gran premi, ha ottenuto dieci pole position, cinque da parte di Prost e cinque da parte di Arnoux, oltre che 1/2 in griglia per ben sei volte nel corso della stagione. L'affidabilità, tuttavia, ha reso impossibile rimanere in lotta per il titolo fino alla fine della stagione.
Prost ha vinto i due gran premi inaugurali, Sudafrica e Brasile (quest'ultimo dopo la squalifica di Nelson Piquet e Keke Rosberg per vetture sottopeso), per poi avere una lunga serie di ritiri. La Renault ha poi fatto doppietta in Francia con tanto di polemiche tra Arnoux (vincitore) e Prost, infine un'ultima vittoria è stata ottenuta da Arnoux al GP d'Italia, quando ormai era in procinto di passare in Ferrari per il 1983.

Per la prima volta nella storia del team, al suo posto, è stato ingaggiato un pilota di nazionalità non francese, si trattava di Eddie Cheever, l'americano di Roma (che l'anno precedente era anche stato il primo pilota titolare non francese in Ligier - a tal proposito gli era stata utile la conoscenza della lingua per essere preso in considerazione).
Nel 1983, con una migliore affidabilità, Prost ha lottato per il titolo contro Piquet e i piloti della Ferrari, chiudendo il mondiale in seconda posizione dopo avere ottenuto, oltre che tre pole, ben quattro vittorie, Francia, Belgio, Gran Bretagna e Austria, oltre che qualche podio. Cheever ha dovuto accontentarsi solo dei gradini più bassi, conquistando secondi e terzi posti. Il team ha concluso la stagione secondo nel mondiale costruttori, il miglior risultato della sua storia (almeno di questa Renault).
Al termine della stagione Prost ha lasciato la Renault per tornare alla McLaren. Inutile che stia a spiegarvi come sia andata, in ogni caso per chi fosse arrivato qui per caso e non sapesse nulla di Formula 1 anni '80, nel 1984 ha perso il titolo per mezzo punto nei confronti del compagno di squadra Niki Lauda, per poi vincere i due successivi. Meglio comunque non divagare, perché se dovessi elencare tutti i i suoi ulteriori successi faremmo notte.

Nel 1984 e 1985 i piloti della Renault erano Patrick Tambay, arrivato dalla Ferrari, e Derek Warwick, proveniente dalla Toleman. Tambay ha ottenuto l'unica pole della stagione al GP di Francia, in cui si è classificato secondo in gara, suo unico podio stagionale. Warwick invece si è piazzato a podio in più occasioni, ma non è arrivata alcuna vittoria, con il mondiale costruttori terminato dalla scuderia francese al quinto posto.
Nella gara finale il team ha schierato una terza vettura guidata da Philippe Streiff, mentre l'anno dopo sarebbe toccato a François Hesnault, al GP di Germania, la prima vettura a montare un camera-car durante un gran premio di Formula 1.
Nel 1985 la stagione è stata peggiore rispetto a quella precedente, già a sua volta in declino. Con due terzi posti di Tambay all'attivo come migliori risultati, la Renault ha conquistato il settimo posto in classifica costruttori. Si è trattato dell'ultimo campionato disputato come costruttore, per rimanere in Formula 1 soltanto come motorista nel 1986. A gareggiare con motori Renault erano la Lotus e la Ligier. Ha comunque lasciato anche come motorista al termine della stagione (per poi tornarci in seguito negli anni '90, il avrebbe successivamente aperto le porte a un suo ritorno come costruttore rilevando la Benetton, uno dei team che ha motorizzato, nel 2002).


Tornando a Jabouille concludo con questa foto, dove svetta tra Arnoux e Villeneuve (il podio era girato al contrario rispetto a quelli contemporanei, il famoso duello ruota contro ruota l'ha vinto Villeneuve, conquistandosi la seconda posizione). Il momento più alto della sua carriera passato in secomdo piano è un po' una perfetta sintesi sua carriera in Formula 1. Quando si parla dei piloti leggendari della sua epoca è difficile che venga citato. Eppure ha fatto la storia, cerchiamo di non dimenticarcene!


giovedì 2 febbraio 2023

In ricordo di Roger Williamson (02.02.1948 - 29.07.1973)

Oggi è il 2 febbraio 2023 e sarebbe stato il 75° compleanno di Roger Williamson, nato nel 1948 e deceduto nel 1973 nel GP d'Olanda. Era solo il suo secondo gran premio di Formula 1, aveva infatti fatto il suo esordio al precedente GP di Gran Bretagna al volante di una March. La gara si svolgeva di sabato, il 14 luglio, sulla pista di Silverstone che ospitava l'evento inglese un anno sì e un anno no. C'era una griglia di ventotto vetture in Gran Bretagna e Williamson si era qualificato 22°. Dalla pole scattava Ronnie Peterson, precedendo le McLaren di Denny Hulme e Peter Revson. Quarto e quinto sulla griglia c'erano i championship contenders, Jackie Stewart su Tyrrell ed Emerson Fittipaldi, mentre seguiva Jody Scheckter su una sesta McLaren.
Stewart ha fatto una buona partenza portandosi secondo, per poi superare anche Peterson nel corso del primo giro. Al termine della prima tornata, tuttavia, Scheckter è finito in testacoda andando a sbattere piuttosto violentemente e rimbalzando sulla pista. Si è innescato un incidente a catena, che ha coinvolto a vario titolo un totale di almeno dieci vetture.

La gara è stata redflaggata e tutti i piloti sono usciti in autonomia dalle proprie vetture, eccetto uno: Andrea De Adamich, che aveva cozzato contro Mike Hailwood. Il pilota italiano ha riportato una frattura a una caviglia ed è stata necessaria una buona mezz'ora per estrarlo dalla monoposto. È seguita poi un'ora per ripulire la pista.
Al momento del restart le vetture sulla griglia sono scese da ventotto a diciannove, per via dell'assenza della Jackie Oliver, uscito per un contatto al via con la BRM di Niki Lauda, e ben otto piloti coinvolti nell'incidente al via, sette oltre a De Adamich. James Hunt, che guidava una March del team Hesketh, è riuscito a ripartire, ma avendo distrutto l'airbox gliene è stato montato uno della vettura di Mike Beuttler.
Nove piloti fuori dai giochi, uno dei piloti costretti al ritiro prima ancora della seconda partenza era proprio Williamson. Frattanto le vetture si allineavano sulla griglia nella loro posizione originale.

Con un ottimo spunto Lauda si è portato secondo alle spalle di Peterson, ma non è durata molto a lungo. Stewart si è riportato in tempi brevi al secondo posto, mentre Lauda ha in seguito perso varie posizioni. In testacoda di Stewart ha poi fatto risalire Fittipaldi secondo dietro al compagno di squadra, mentre Revson si è installato in terza piazza.
I primi tre erano piuttosto vicini e vi sono rimasti fintanto che Fittipaldi a poco più di metà gara si è ritrovato ritirato a causa di un guasto. Pochi giri dopo Revson ha superato Peterson e si è portato in testa. Hunt frattanto è risalito al terzo posto con un sorpasso su Hulme, che tuttavia in seguito si sarebbe ripreso la posizione.
Nel frattempo la pioggia ha iniziato a cadere, con le vetture che sono rimaste in pista con gomme da asciutto. Revson è riuscito ad allungare, ma il terzetto Peterson/ Hulme/ Hunt era piuttosto vicino e hanno chiuso la gara in quelle posizioni. François Cevert su Tyrrell e Carlos Reutemann su Brabham hanno completato la zona punti, mentre la Ferrari di Jackie Ickx ha concluso all'ottavo posto dietro alla BRM di Clay Regazzoni.

Il gran premio seguente si svolgeva a Zandvoort quindici giorni dopo, il 29 luglio. Stavolta di vetture ce n'erano solo ventiquattro (anche a causa dell'assenza della Ferrari da questo gran premio) e Williamson aveva il 18° tempo, per una gara che sembrava volgere a favore di Stewart: qualificato secondo alle spalle di Peterson, aveva l'occasione di allungare nei confronti del diretto avversario Fittipaldi, solo 16° in griglia dopo un incidente in cui era rimasto infortunato.
Ha preso parte alla gara (che prevedeva settantadue giri), ma è stato costretto al ritiro dopo appena un giro per problemi fisici. Peterson ha mantenuto la testa della gara al via, mentre tra le due Tyrrell di Stewart e Cevert si è inserita per breve tempo la Brabham di Carlos Pace. Poteva sembrare una gara normale, che altrimenti sarebbe passata alla storia solo per essere l'ultima gara di Formula 1 in cui in ogni fila sulla griglia di partenza erano allineate tre vetture anziché due, ma non lo sarebbe sembrata molto a lungo. Già nel corso dell'ottavo giro, infatti, sarebbe avvenuto uno degli incidenti più drammatici della storia della Formula 1.

Prima di venire al punto, liquido velocemente la faccenda della gara: qualcosa come un'ora e mezza più tardi le Tyrrell di Stewart e Cevert avrebbero fatto doppietta, approfittando del ritiro di Peterson a causa di un guasto, dopo che era stato leader fino quasi alla fine. Hunt avrebbe conquistato il suo primo podio, precedendo Revson e Beltoise, infine Gijs Van Leppen, al ritorno in Formula 1 dopo una comparsa one-off due anni prima, al volante della Iso Marlboro avrebbe ottenuto il suo primo punto, in una gara con un notevole attrition rate.
Tutto questo, però, è passato inosservato, fin da quel momento, all'ottavo giro in cui, a causa di una probabile foratura, Roger Williamson è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente: dopo l'impatto contro le barriere ad altissima velocità ed essere rimbalzato sulle barriere stesse, la vettura si è ribaltata. Non aveva ferite gravi, era solo intrappolato nell'abitacolo e, quando la vettura ha preso fuoco, non ha avuto scampo.

Non ha avuto scampo a causa di livelli di sicurezza tali da rendere nonsense parlare di "sicurezza". L'unico che ha tentato di fare qualcosa è stato il pilota della LEC, David Purley, che prima ha attraversato la pista per andare a prendere un estintore e che, quando l'intero contenuto non è stato sufficiente per spegnere il fuoco, ha letteralmente tentato di sollevare la vettura a mano per cercare di liberare Williamson.
Quell'estintore era l'unico presente sul posto e i commissari, non indossando nemmeno tute ignifughe, non potevano avvicinarsi a causa dell'elevato calore del rogo. Gli addetti alla sicurezza hanno allontanato Purley. Un mezzo antincendio è partito dalla pitlane(?) giungendo sul posto otto minuti più tardi. Quando Williamson è stato estratto dalla vettura, era già morto asfissiato da tempo.
Nel frattempo la gara è continuata con bandiere gialle locali, senza la benché minima interruzione (nonostante il precedente gran premio sia una prova che all'occorrenza in caso di incidente in altre occasioni è stata data regolarmente bandiera rossa), perché la Formula 1 vintage che tanto amiamo e che tanto ci sembra bella e poetica, purtroppo era anche questo.

Vari aspetti di questa fin troppo ingloriosa vicenda vengono al giorno d'oggi discussi apertamente, mentre altri passano inevitabilmente in secondo piano. Uno di questi è il soffermarsi sul fatto che, a parte Purley, tutti i piloti abbiano continuato a girare come se niente fosse. Comprendo la critica, ma in primo luogo dovrebbe essere rivolta alla direzione gara, che aveva sicuramente le idee più chiare su cosa stesse accadendo rispetto ai piloti che passavano attraverso una nuvola di fumo nero (alcuni dei quali avrebbero dichiarato di avere creduto che Purley stesse tentando di spegnere l'incendio della propria monoposto).
Un'altra faccenda è appunto quella del focalizzarsi solo sul fatto che non sia stata interrotta la gara mentre un pilota stava bruciando vivo: un aspetto sicuramente da considerarsi nel fare una valutazione etica, ma che dovrebbe essere affiancato da considerazioni pratiche. C'era un'enorme nuvola di fumo nero, un viavai di commissari e addetti vari che attraversavano da un lato all'altro, nonché mezzi di sicurezza che viaggiavano per la pista.

È vero, è profondamente disdicevole continuare un gran premio così come se niente fosse mentre un pilota sta facendo una fine atroce come quella di Williamson, questo non va assolutamente negato, ma a mio parere fa ancora più inorridire il livello di pericolo a cui la direzione gara, in quei frangenti, ha scelto di esporre i piloti ancora in pista e gli addetti ai lavori, come se la prospettiva di dovere proseguire la giornata con un cadavere coperto da un telo non fosse abbastanza, come se si volessero cercare a tutti i costi altre disgrazie.
Quando i piloti erano verihhhh uominihhhh a volte andava a finire così, e ironia della sorte Zandvoort nel 1973 tornava in Formula 1 dopo un anno di assenza dovuto a migliorie in termini di sicurezza. Migliorare la sicurezza di un circuito, tuttavia, serve a poco se c'è un altro elemento stonato, in questo caso l'assenza di commissari preparati e addirittura l'assenza di indumenti ignifughi per i commissari stessi o addirittura di estintori. Ed è così che all'improvviso succede il disastro e svanisce la poesia del motorsport.

mercoledì 1 febbraio 2023

Presentazioni Formula 1 2023: Haas (solo livrea)

31 gennaio 2023, h.15.00 ora italiana: si apre l'epoca delle presentazioni, con la Haas che svela la nuova vettur-... ah no.
Ho letto polemiche social, sul fatto che non bisognerebbe considerare una presentazione qualcosa che di fatto non lo è, ma la realtà dei fatti è che già da anni funziona così e Haas non ha fatto niente di diverso da quello che altri (o Haas stessa) facevano quando ancora non facevamo polemica per qualsiasi cosa.
Il team statunitense ha presentato ufficialmente i propri colori, che vedremo sulle monoposto guidate nel 2023 da Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg. L'ha fatto photoshoppando i propri colori su delle immagini, ma è pur sempre un inizio, è un mese di febbraio arrivato con un giorno d'anticipo, la rivelazione di una piccola Cenerentola in attesa delle big, con colori che strizzano l'occhio al 2016/17.
C'è un nuovo main sponsor, Moneygram, che per assonanza mi ricorda Moneytron e mi auguro per Haas che non diventi Nomoneygram! Anche se, mi è stato fatto notare (grazie, GS), in questo modo potrebbe ottenere un podio a random come successe alla Eurobrun. D'altronde stiamo ancora aspettando quel podio di Hulkenberg che arriverà senz'altro, prima o poi, nel giorno del mai.