lunedì 29 febbraio 2016

La Sauber si svela... quella vera, intendo!

Avevo già parlato in lungo e in largo della Sauber 2015 travestita da Sauber 2016, finalmente è stata svelata anche la versione 2016 (immagine di GPUpdate).


domenica 28 febbraio 2016

Riflessioni sulla Folds of Honor 500 (sottotitolo: esiste la professione di inventore di nomi strani per le gare di NASCAR?)

Benvenuti con il secondo appuntamento stagionale della Sprint Cup, il campionato in cui ogni settimana Ricky Stenhouse e Danica Patrick si sfidano in una gara nella gara: chi dei due viene battuto dall'altro, cucina e lava i piatti per tutta la settimana seguente.
Ad Atlanta si parte alle 19.16 (ora italiana)... io, del tutto inconsapevole di ciò, mi metto davanti a Vipleague in tempo per le 19.31 *epic fail*.
Tempo tre minuti contati e vedo la luce, allo scorrere delle posizioni. Non è rilevante il fatto che sia 39° (anche se, considerando che le vetture sono in totale 39, non è esattamente il massimo), quello che è rilevante è che il nome che leggo è J.Earn....... okay, è sparita la scritta, come cavolo si scrive???!!!??!!!
Scattano le ricerche, googlandolo e cercando informazioni su twitter scoprendo che la J. sta per Jeffrey. A parte che ha all'incirca venticinque anni di meno, dalla foto del profilo twitter somiglia abbastanza allo zio Dale Junior.
Mentre KuBusch partito dalla pole è ancora in testa, senza avere la più pallida idea che ci sia gente che non se lo fila neanche di striscio perché troppo impegnata a pensare al piccolo Earny, si susseguono gli stacchi pubblicitari e non accadono particolari plot-twist, tanto che si va verso un giro di "green flag pit-stops", al termine dei quali KuBush è ancora in testa. Dietro ci sono Kenseth ed Edwards... almeno finché intorno al 60esimo giro non passa in testa Kenseth. Addio, KuBusch, ci mancherai... ora, però, occupiamoci delle cose serie: Jeffrey ha recuperato una posizione, adesso è 38° e io intanto, grazie a lui, ho trovato un profilo twitter chiamato "Racing Underdogs" o qualcosa del genere, che ho immediatamente iniziato a seguire perché mi pare di capire che quel profilo commenti gare (non solo di Nascar, anche di F1 e Indycar, a quanto c'è scritto nella descrizione) con una visione backmarker-centrica. *______*
Kenseth continua a leaderare fino al secondo pitstop, sempre in regime di "green-flag", poi viene passato sia da Truex che si porta in testa sia da Johnson e sembra destinato a sprire di scena. Addio Kenseth, ci mancherai anche tu proprio come KuBusch... e a peggiorare le cose viene anche blackflaggato per avere seminato il panico tra i suoi meccanici durante il pit-stop e cade nel dimenticatoio.
Truex rimane in testa per un battito di ciglia, poi Harvick passa davanti... e parlo di Harvick, uno della cui esistenza ho scoperto per la prima volta intorno al 2007(?) quando balzò all'onore delle cronache italiane per avere ricevuto un paio di sberle da Montoya dopo un incidente.
Stavolta comunque Harvick non sembra intenzionato a finire coinvolto in risse con gente che è più o meno la metà di lui e rimane in testa anche dopo il successivo giro di pitstop e quello dopo ancora...
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...Poi, al 210° di 325, capita quello che non ti aspetti... o meglio, quello che ti aspettavi fin dal primo giro, ma non è accaduto. C'è una caution per "debris". Harvick è ancora davanti all'uscita dalla pit-road (e quando inizi a chiamarla "pit-road" anziché "pit-lane", c'è davvero qualcosa che non va) e ci rimane, con Truex che a poco a poco si installa in seconda posizione mentre Jeffrey è ancora 38°.
Le posizioni di rilievo (ovvero la leadership e la posizione del piccolo Earn-quello-là) rimangono invariate fino all'ennesimo pit-stop in regime di "green flag", per poi sfidarsi a una serie di sorpassi e controsorpassi con Truex, da cui Truex esce vistosamente perdente.
Quando i due rientrano ai box la volta successiva, si appropria della leadership Jimmy Johnson, uno che in passato veniva insultato dai fanboy americani della Nascar su Answers Yahoo USA; non che altri piloti venissero menzionati senza essere insultati, ma questo veniva insultato quasi al livello di Dale Junior e Danica Patrick, ovviamente nei momenti in cui non erano impegnati a occuparsi di questioni più serie, tipo organizzare tornei per stabilire il miglior pilota di sempre, infilandoci in mezzo anche qualche pilota di Formula 1 a caso.
Johnson si è fermati ai box diversi giri prima di Harvick, che lo insegue e si avvicina però effettivamente è abbastanza distaccato. Truex che è terzo più indietro di vari secondi, viene invece superato da KyBusch e cade nel dimenticatoio passo dopo passo.
Plot-twist a tre giri dalla fine: Newman balla la lambada nel bel mezzo della pista, venendo miracolosamente evitato da tutti, e provocando il secondo ingresso giornaliero della safety car. La cosa di cui non riesco a capacitarmi è che tutti corrano ai box.
...
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...Okay, è tutto spiegato: la gara finisce un esatto giro dopo il restart e, mentre Johnson taglia il traguardo in prima posizione, nelle retrovie... SAMBA PARTY!!!!! Non si risparmiano e nel carnevale brasiliano vengono coinvolti Almirola, Regan, Blaney e Cassell, con tanto di vetture che vanno a fuoco (fortunatamente dopo che i piloti sono scesi).
Johnson viene inquadrato fare burnout, poi c'è il duecentesimo spot pubblicitario della serata. Il primo è uno spot del Viagra.
Alla fine delle varie pubblicità, finalmente riesco a vedere l'elenco della top-10: Johnson, Dale Jr (fuck yeahhhh!!111!!!!!), KyBusch, KuBusch, Edwards, Harvick, Truex, Elliot, Keselowski, Stenhouse... mi dispiace, Danica, ma stasera i piatti li lavi tu. u.u

sabato 27 febbraio 2016

Commento ai test pre-stagionali: Circuit de Catalunya, 22-25 Febbraio 2016

Commenti ai Gran Premi: LE F.A.Q.

STA INIZIANDO UNA NUOVA STAGIONE DI COMMENTI IRONICI. PERCHÉ LI SCRIVI?
Non c'è solo un motivo, ma ce ne sono vari. Innanzi tutto mi piace ricordarmi i gran premi nel corso del tempo. Qualcuno potrebbe obiettare che, se fosse solo per quello, basterebbe scrivere degli articoli ben dettagliati, piuttosto che i commenti ironici. È dannatamente vero, però per me ricordare un gran premio non significa necessariamente ricordare nel corso di quale giro siano iniziati i pit-stop. A volte può essere più interessante ricordarsi di quello che ha urlato via radio il pilota che si trovava in ultima posizione mentre gli altri rientravano ai box. Nei miei commenti cerco di dare importanza a ciò che alle fonti "serie" (sia professioniste sia amatoriali) sfugge. Se qualcuno si diverte leggendoli, ne sono lieta. Se nessuno si diverte leggendoli pazienza, a me piace sia scriverli sia andare a rileggerli e questo mi basta.

QUANDO SCRIVI, DI SOLITO? QUANTO TEMPO CI METTI?
In realtà non c'è un "quando scrivo". Certi commenti vengono compilati alla velocità del suono, per scriverne certi invece impiego una settimana o oltre. Certi li scrivo passo passo durante il weekend, certi li scrivo alla fine. Quelli che scrivo passo passo durante il weekend a volte mi sembrano già perfetti così, altre volte devo revisionare quello che ho già scritto. Non c'è una regola ben precisa, né mi prestabilisco dei tempi. C'è solo una buona regola: ritengo più che opportuno pubblicare il commento a un gran premio prima che si svolga il gran premio successivo.
Quanto tempo ci metto? È completamente variabile anche quello. Posso scrivere un commento alla velocità del suono, in certe occasioni. Dipende più dall'ispirazione che dal tempo (quello lo trovo, a costo di dormire due ore di meno) e dall'avere chiara l'impostazione che voglio dare al commento.

COME SONO NATI I DIALOGHI IMMAGINARI?
I dialoghi immaginari non erano una cosa che pensavo di portare su un blog, un giorno. Dovevano essere una cosa strettamente privata, quando i commenti li scrivevo per una persona soltanto e poi glieli inviavo via email. Molti dialoghi riguardavano le battute che facevamo tra di noi e che molte persone, a parte noi, difficilmente avrebbero capito, come le occhiaie "da cadavere" di Petrov dello storico commento al GP di Turchia del 2010, in cui in un dialogo immaginario con Alonso le cui battute erano testualmente: "sono il campione del mondooooooo!" "Dovrai passare sul mio cadavere per sorpassarmi. Ti terrò dietro fino a farti pentire di essere nato." ...Insomma, quando ho riletto quel commento a mesi e mesi di distanza, dopo Abu Dhabi, ci sono rimasta talmente tanto che ho pensato "ma sì, facciamo i dialoghi immaginari anche nei commenti studiati appositamente per la rete, magari un giorno certe cose ci faranno spalancare gli occhi per lo stupore, quindi facciamo sì che vedano la luce anche in rete".
I dialoghi immaginari hanno visto la luce della rete e sono diventati una parte integrante dei commenti. Ho pensato di smettere dopo avere riletto una cosa che vista da un certo lato mi ha fatto spalancare gli occhi per lo stupore, in senso negativo. Ci ho pensato ma ho deciso di non smettere, quello che conta è fare maggiore attenzione a quello che scrivo.

IL COMMENTO CHE TI PIACE DI PIÙ? E QUELLO CHE TI PIACE DI MENO?
Canada 2014, sia per una cosa sia per l'altra. Quel commento era una parodia di "Chi vuol essere milionario" in cui Yuji Ide rispondeva a quindici domande a risposta multipla sull'andamento del gran premio. È stata una cosa molto diversa dalle altre volte e quindi mi è piaciuta, ma allo stesso tempo non è una cosa che rifarei, perché incentrare un commento su un personaggio "esterno" distoglie un po' l'attenzione da quello che succede durante il gran premio. Quel gran premio è stato abbastanza movimentato, ci sono stati incidenti e colpi di scena. Sarebbe stato molto meglio, a rigore di logica, concentrarmi sui soggetti coinvolti e rendere il commento colorito tramite dialoghi incentrati su tali incidenti e/o colpi di scena, piuttosto che tagliare tutta quella parte per metterci in mezzo Ide (stratagemma forse più adatto per un gran premio noioso).

PERCHÉ USI DIMINUTIVI O SOPRANNOMI PER I PILOTI? SONO RIDICOLI.
So perfettamente che sono ridicoli. So perfettamente che in un articolo serio non potrei mai scrivere che "Hammiiii e Britney si stanno giocando il mondiale" perché l'uso di un diminutivo e di un soprannome renderebbe immediatamente l'articolo una pagliacciata. Però in un articolo serio di un bel po' di anni fa avrei potuto scrivere tranquillamente che "Schumi e Iceman si stavano giocando il mondiale" e l'articolo non avrebbe perso la sua serietà.
Se nessuno si scandalizza perché anche a quarant'anni suonati Michael Schumacher veniva comunemente chiamato con un diminutivo da scolaretto delle elementari o perché Raikkonen viene comunemente identificato con un soprannome quantomeno bizzarro per l'uso che se ne fa, nei miei commenti ho deciso di farne una parodia. Nomi o cognomi dei piloti vengono abbreviati, quando suonano bene, oppure se non suonano bene ecco che spuntano soprannomi, alcuni ispirati a soprannomi veramente utilizzati in termini scherzosi (Rosberg = Britney, per esempio), altri inventati da me di sana pianta (se qualcuno volesse spiegazioni relative alla storia che si nasconde dietro a un certo soprannome, può ritenersi libero di chiedermele).

PERCHÉ USI LE ESCLAMAZIONI "OH MY DANI SMILE" E "OH MY FELI CRY"?
Queste diciture, effettivamente, potrebbero essere di difficile comprensione per chi non seguiva i miei commenti all'epoca della nascita dell'esclamazione "Oh my Dani Smile".
Tutto è iniziato all'epoca in cui Alonso era ancora in Ferrari e veniva osannato come divinità. L'esclamazione "Oh my God" è stata trasformata in "Oh my Ferniiii", in riferimento al fatto che Alonso veniva visto come un dio. Nel 2014, però, quando Ricciardo stava andando meglio di Vettel alla sua prima stagione in Redbull, mi sembrava che venisse osannato, specie dai tifosi della Ferrari, ancora di più che i piloti della Ferrari stessi. Da "oh my Ferniiii" sono passata a "Oh my Dani-Smile".
Nel corso del tempo ho perso per strada il suo significato originario e da "Oh my Dani-Smile", dove "Dany-smile" era scritto rigorosamente con il trattino ed è testualmente il soprannome che ho dato a Ricciardo, si è spesso trasformata in "Oh my Dani smile" senza trattino e quindi, assumendo che ci siano un po' di virgole in realtà non scritte, traducibile in "Oh, mio Dani, sorridi". Vista la propensione di Massa a commuoversi tanto quanto quella di Ricciardo a sorridere, ho coniato anche l'espressione "Oh my Feli cry", che in realtà uso più frequentemente perché mi sembra più comica. Curiosità: di rado uso anche "Oh my Guti fly".
Altre esclamazioni che uso a volte sono "Oh ma Sacrée Caterhàm" o "Oh ma Sacrée Marussià", da pronunciare con accento francese, in quanto pronunciate da una versione parodizzata di Charles Pic in una mia fan fiction dai contenuti abbastanza discutibili (c'erano di mezzo i gufi mannari, le baguette e Grosjean che si faceva dei selfie davanti a un panificio).

PERCHÉ PARLI DI TE STESSA IN TERZA PERSONA?
L'Autrice(C) parla di se stessa in terza persona perché le piace fare così. Seriamente parlando, non saprei dire come e quanto sia iniziata. So che nel 2003/2004, scrivendo racconti ironici con un'amica (non quella a cui poi mandavo commenti ai gran premi), che di fatto erano una sorta di fan fiction di noi stesse che viaggiavamo in una sorta di multiverso precipitando in vari alternate universe, in certi dialoghi in stile copione, talvolta facevamo intervenire "l'Autrice" e "l'Altra Autrice", quindi presumo di essermi ispirata almeno in parte a quel format, nonostante quei racconti non avessero nulla a vedere con i motori (in realtà sì: qualche alternate universe motoristico credo proprio di averlo inserito).
Di fatto è una di quelle cose da prendere come un dato di fatto: mi piace definirmi l'Autrice, naturalmente con il simbolo del copyright, che a volte è una semplice "C" tra parentesi perché magari butto giù il testo su Blocco note anziché su Word e non me lo corregge in automatico.

IL FORMAT DEI TUOI COMMENTI È CAMBIATO NEL CORSO DEGLI ANNI?
Sì.
2005-2006 (forma privata): non ho mai scritto veri e propri commenti, aggiungevo solo lunghi paragrafi sull'andamento del campionato di Formula 1 in email che parlavano d'altro.
2007-2008-2009 (forma privata): deliri interminabili di qualcosa come 14 o 15 pagine word, la maggior parte con commenti tipici che facevamo tra di noi anche parlando a voce.
2010: quello che veniva veniva, ho scritto commenti ai gran premi in versi, commenti di 15 pagine e commenti di una pagina; peraltro è stato l'anno in cui ho iniziato a pubblicare commenti sul mio blog (all'epoca su blogfree) ed è stata l'unica occasione in cui ho avuto reazioni spropositate (dove per "reazioni spropositate" intendo risposte che andavano oltre il politically correct) su siti diversi da Answers Yahoo o Tumblr.
2011: tecnicamente volevo fare la precisina, dando a ciascun commento un titolo, come se fossero capitoli di un romanzo. Poi non è andata a buon fine, perché il commento al penultimo gran premio stagionale l'ho scritto in gennaio e all'ultimo mai.
2012-2015: da quando mi sono spostata su blogspot, il mio format non è cambiato più di tanto, semplicemente più il tempo passa e più mi capita di osare di più.

ARGOMENTO "REAZIONI SPROPOSITATE". COS'È ACCADUTO?
Verso la fine del 2010 (non alla fine, qualche gran premio prima) ho fatto dell'ironia abbastanza pesante sulla Ferrari e sulla presenza dilagante dello sponsor Santander e dei soldi che evidentemente tirava fuori per la Formula 1. Un tizio venuto in visita al mio blog non l'ha presa molto bene, mi ha accusata di scrivere cose poco serie che infangavano il nome della Ferrari e ci ha tenuto a specificare che Alonso non è l'unico pilota che veniva pagato, nell'intero circus, nonostante non avessi scritto nulla di tutto ciò. Seguivano osservazioni sulle mio scarso intelletto. Sono più che certa che se l'ironia pesante l'avessi fatta su un altro team, non sarebbe accaduto niente di tutto ciò e che, anzi, magari quel tizio mi avrebbe proposto uno scambio banner, dato che faceva parte di un sito sui motori.

I TUOI COMMENTI SONO "POLITICALLY CORRECT"?
Possibili risposte:
1) Non sono politically correct, ma sono correct sì perché non scendo mai al di sotto agli standard minimi del buon gusto (una reazione spropositata basta e avanza);
2) Certo che sono politically correct, sparlo di tutti indipendentemente da quello che fanno, non è certo colpa mia se alcuni si espongono facendo più cose che vale la pena di commentare;
3) Non mi ritengo politically correct, ma sono convinta di avere meno pregiudizi (sia negativi sia positivi) rispetto a certe fonti ufficiali;
4) Il fatto di essere politically correct o no è un'interpretazione personale, e siccome nei miei commenti più che fare ironia sugli eventi in sé faccio molta ironia sulla pubblica percezione che tali eventi hanno qualcuno potrebbe sentirsi tirato in mezzo.

LA COSA PIÙ "POLITICALLY UNCORRECT" CHE HAI SCRITTO?
L'osservazione su Santander, credo.
...Però non è colpa mia se lo sponsor di quel gran premio era Santander e non Infiniti.

COS'È LA QUESTIONE DELLA "PUBBLICA PERCEZIONE DEGLI EVENTI"?
Se ironizzo su Alonso all'epoca della Ferrari chiamandolo "il Divino Ferniiii", non lo faccio per fare del sarcasmo direttamente rivolto ad Alonso. Lo faccio invece per fare del sarcasmo su chi, solo per il fatto che portava una tuta rossa, lo trattava improvvisamente come se fosse una divinità.
Allo stesso modo, quando parlo dei "precious boys", dei "cinnamon roll" e quant'altro, lo faccio per fare del sarcasmo su chi fa commenti del genere in qualunque occasione (AKA fangirl).

COS'HAI CONTRO LE FANGIRL?
Nulla.
Non ho niente contro chi passa tutto il giorno a parlare di quanto i piloti siano sexy e attraenti, a condizione che non usino la bellezza come indicatore per valutare quello che avviene in pista e fuori dalla pista.
Non ho niente contro chi passa tutto il giorno a scrivere fan fiction dai contenuti che a me appaiono quantomeno bizzarri, a condizione che non pensino che seguire la Formula 1 significhi solo ed esclusivamente scrivere fan fiction (poco connesse all'argomento motori) in proposito.
Non ho niente contro chi va a dire in giro che informarsi almeno a livello wikipedia sul passato della Formula 1 è inutile al fine di apprezzare quello che accade adesso, a condizione che non osino neanche lontanamente intervenire in un discorso a proposito di fatti accaduti prima dell'altro ieri.

E con questo, abbiamo liquidato le F.A.Q. Per chi avesse altre domande, sono ovviamente disponibile a dare risposte, nel limite del possibile.

***

Commento ai test pre-stagionali: Circuit de Catalunya, 22-25 Febbraio 2016

Festeggiate, gente. È giunto il momento in cui la commentatrice incontrastata di gran premi fa il suo ritorno, con le impressioni sull'off-season 2015/2016 e sui test invernali al Circuit de Catalunya, insomma, quello che un tempo si chiamava Montmelò, ma poi si è deciso che non poteva più rispondere al nome di Montmelò... anche perché generalmente un circuito non risponde, quando lo chiami per nome.
Per intenderci, è il circuito che anni e anni fa era protagonista di una curiosa leggenda metropolitana, secondo la quale chi otteneva la pole position a Barcellona vinceva il mondiale. Se non vado errata la leggenda nasceva dal fatto che Michael Schumacher aveva ottenuto lì una certa quantità di pole position, in gran parte dei casi in stagioni in cui poi aveva vinto il mondiale... Considerando che si tratta di uno che di pole ne otteneva almeno una mezza dozzina ogni anno nei casi peggiori e che di titoli ne ha vinti abbastanza, io ho sempre avuto l'impressione, anche a quei tempi, che si trattasse di una coincidenza. Tra l'altro le fonti che ne parlavano non erano così autorevoli: gente che faceva commenti su blog generalmente pro-Ferrari e generalmente frequentati dal tifoso da bar medio, insomma, quelli che per intenderci nel tempo libero piazzano all'interno della stessa frase le affermazioni "considero Senna il pilota più forte di tutti i tempi" e "considero la McLaren un team di ladri e tutti i piloti che hanno vinto il campionato con la McLaren sono sempre stati degli incapaci". Poi, vista l'epoca, era plausibile che chiudessero la frase con un "Alonso Culonso", ma questo è un semplice dettaglio e, forse, almeno per l'epoca, era la cosa meno incoerente.
A proposito di Alonso, questo è il suo circuito "di casa" e ci ha vinto nel 2013: si tratta al momento della sua ultima vittoria.
Sempre stando in tema di Alonso, è anche il circuito su cui nel 2007 si lasciò fregare in partenza da Massa, argomento di cui parlarono nel corso della loro epica discussione al GP d'Europa di qualche mese dopo (insomma, quella che quando l'ho postata su Tumblr con tanto di traduzione in inglese di quell'elevato scambio di opinioni, ho ricevuto non so quanti like e non so quanti reblog).

Okay, abbiamo parlato abbastanza del circuito, direi quindi che è il caso di occuparci di cose più serie e sensate, tipo l'off-season... off-season in cui due ex alfieri della Sacra Cenerentola hanno trovato un volante in Indycar nientemeno che nei team Ganassi (Max Chilton) e Andretti (Alexander Rossi). La notizia dell'ingaggio di quest'ultimo non me la aspettavo, ma è stata ben più spiazzante la notizia dell'ingaggio del primo dei due. Spero che il Piccolo Chilliiii abbia festeggiato facendosi pizzicare le guance. *-*  ...Va bene, va bene, la smetto di fare la fangirl, però non posso negarlo: sono profondamente felice dell'accaduto, non per questioni fangirlistiche, ma perché Chilliiii ha finalmente dato la dimostrazione che chi va piano va sano e va lontano. Spero davvero che vada lontano e che faccia tacere quelli che dicono che non sa guidare. Oh, certo, gran parte di costoro non sanno nemmeno cosa sia la Indycar, ma questo è un altro dettaglio.
Altri fatti di un certo livello durante l'off-season non mi pare che ne siano capitati (ho detto “fatti di un certo livello”, e le varie liti via twitter che hanno coinvolto personaggi tipo Sorensen, Jordà, Stanaway e qualche centinaio di appassionati di F1 che hanno un’idea soltanto vaga di chi siano questi soggetti dato che nessuno di loro risponde al nome di Fernando Alonso o Sebastian Vettel, che poi si sono lamentati di essere stati bloccati dai soggetti in questione a causa degli insulti da loro scritti, non sono fatti di un certo livello), a parte il fatto di cui parlerò tra poco quando parlerò della Renault. Vediamo però di passare a parlare dei team e dei piloti che scenderanno in pista con l’intenzione di spaccare il culo a tutti.

In casa Mercedes (sì, meritano la precedenza) non è cambiato nulla, nemmeno la colorazione della vettura e il fatto che con tutta probabilità anche quest'anno saranno al top. Non ci sono motivi validi per aspettarsi che non lo siano, a meno che non venga spacciato per valido il fatto che non abbiano fatto il miglior tempo nelle giornate di test. I test sono test. Una volta, in quelli durante la stagione (correva l'anno 2014) il miglior tempo lo fece registrare il Piccolo Chilliiii. I test sono test... Non fa niente, nessuno capirà che lo scopo principale dei test non è quello di girare più veloci di tutti gli altri, ma ormai mi sono messa il cuore in pace.
I piloti della Mercedes sono ancora Lewis Hamilton e Nico Rosberg... eh sì, la Mercedes continua a tenersi inspiegabilmente Rosberg, come ha osservato qualcuno, che si chiede che cosa se ne faccia quando ha già Hamilton al volante. Il fatto che la Mercedes schieri due vetture e che Rosberg offra più garanzie del primo Max Chilton trovato per la strada, ovviamente, non sfiora minimamente nessuno.
Lewis Hamilton, classe 1985, tre volte campione del mondo, con i suoi 31 anni già compiuti, ha oltrepassato da ormai un anno il momento clou in cui un pilota da "troppo giovane" diventa "troppo vecchio" (non ci sono le vie di mezzo), quindi attendo pazientemente le voci di corridoio che lo vedono "troppo vecchio per rimanere in Formula 1" e prossimo al ritiro. L'unica persona che si vede troppo vecchia, in realtà, pare essere la Scherzy, che da un anno a questa parte pare avere messo una pietra sopra alla loro relazione fatta di continui tira e molla: ormai è troppo in là con gli anni per queste cose.
Nico Rosberg, classe 1985, con i suoi 30 anni e mezzo è altrettanto vecchio e prossimo al ritiro e, anche nel suo caso, non vedo l'ora che qualcuno osservi queste cose. Tra lui e Hamilton le differenze sono molte: non ha mai vinto titoli, ha una moglie e una figlia, non si veste da tamarro e non ha l’abitudine di mettere il proprio cane nell'abitacolo della monoposto per scattargli foto da pubblicare su Twitter. Quest'anno potrebbe puntare a diventare il pilota che ha vinto il maggior numero di gare senza mai vincere un titolo (Rosberg, intendo, non il cane di Hamilton)... ovviamente a condizione che ne vinca almeno due o tre e che non vinca il titolo.

Anche in casa Ferrari (anche loro meritano una menzione, più avanti si capirà perché) non è cambiato niente, a parte la riverniciatura della vettura, con più bianco di quanto mi sarei aspettata di vederne su una Ferrari. La cosa non è capitata così, dal nulla, ma doveva essere stata accuratamente pianificata, tanto che se ne parlava già da un mese abbondante. Si vocifera che l'abbia fatto per questioni di buon gusto retrò, ma si vocifera anche che l'abbia fatto per mettere meglio in mostra gli sponsor.
Sebastian Vettel è ancora considerato ufficialmente la punta di diamante del team. Classe 1987 (quindi non ancora passato allo status di "troppo vecchio", con ancora un anno e mezzo davanti prima di varcare l'ormai risaputo momento clou), aveva vinto quattro titoli per culo e non per merito rendendo il mondiale falsato all'epoca della Redbull, ma nel corso della stagione scorsa il revisionismo del fanboy medio ha decretato che in realtà Vettel i titoli se li meritava, era la Redbull che non li meritava e ha vinto solo grazie a lui.
Accanto a lui c’è Kimi Raikkonen, unico pilota nato negli anni ’70, precisamente nel 1979, ancora presente in Formula 1. Da qualcosa come quindici anni viene eternamente preso per i fondelli perché: 1) non parla, 2) non ha un’espressione facciale, 3) gli piace l’alcool. Questi tre fattori combinati l’uno con l’altro fanno sì che a nessuno importi nulla del fatto che in italiano sappia dire a malapena “buongiorno” e “buonasera” nonostante la lunga permanenza in Ferrari e soprattutto che a nessuno importi un fico secco della sua età. Quest’ultima certezza viene scalfita, di tanto in tanto, dal fatto che qualche testata giornalistica si inventi un rumour sull’identità del suo successore. Generalmente il successore in questione è Hulkenberg, perché ha vinto la 24 Ore di Le Mans ed è giovane e promettente (lo sarà ancora per un anno e mezzo, essendo nato nell’estate del 1987) e quindi merita un posto in Ferrari. Sorprendentemente i fanboy sembrano essere al corrente dell’esistenza di Hulkenberg ancora prima che vincese a Le Mans, e soprattutto, ancora più sorprendentemente, sembrano essere al corrente dell’esistenza della 24 Ore di Le Mans.
Tornando alla Ferrari, in questi giorni si è dilettata a stare in cima alle classifiche dei tempi (alternando ciò con i problemi tecnici): lunedì e martedì ci ha pensato Vettel, giovedì Raikkonen. A chi è toccato il mercoledì? Wait and see, ma tra un po’, perché adesso parliamo della McLaren.

Non dubito che sulla McLaren, visto come stanno andando le cose, faremmo meglio a non dire niente, dato che sembra non essere una vettura esattamente folgorante (che in senso figurato non va bene, in senso materiale credo che Alonso ne sia molto felice). Infatti non si è parlato della McLaren come monoposto, dell’Honda come motore, né di null’altro... No, è girato un gossippone, per la durata di cinque minuti contati, secondo il quale Fernando Alonso, ex salvatore della patria quando vestiva di rosso, sarebbe stato nientemeno che pronto a fare le valigie e ad andarsene, destinazione non si sa... forse intendeva rimanere a casa a twittare come un Van Der Garde qualsiasi.
Niente paura, abbiamo visto Fernando al volante, arrivato giusto in tempo per girare più lento di Pascal Wehrlein, il che non sarebbe neanche preoccupante se la vettura simil-Simtek con una livrea che sintetizza anche la Spirit e la Toleman, non rispondesse al nome di Manor. Anche della Manor, però, ne parleremo tra un po’.
Oltre ad Alonso c’è sempre il solito Jenson Button che, fresco di vittoria del titolo nel 2009 (in cui vinse per culo e non per merito blah blah blah, rendendo il mondiale falsato blah blah blah, ma battendo la Redbull, quindi tutto sommato si può chiudere un occhio sul fatto che il mondiale fosse falsato blah blah blah, anche perché all’epoca non c’era tempo per parlare di mondiali falsati, dato che bisognava criticare Badoer e Fisichella), si era accasato alla McLaren con la probabile intenzione di vincere altri titoli, invece è andato ad assistere al lento e inesorabile decadimento delle performance. L’ha sempre fatto con aria professionale, tanto che di lui, diversamente dal compagno di squadra, non si parla mai, se non per dire che è troppo vecchio (1980 vs 1981, ma Alonso appare spesso polemico al punto giusto da far dimenticare la sua età perché c’è altro da dire) o che è stato un fesso a lasciarsi scappare la moglie (eh sì, la Jessica è scappata via a gambe levate).
Curiosità: in casa McLaren è comparso un nuovo sponsor chiamato “Chandon”... ci avevo letto qualcos’altro sognando a occhi aperti i vecchi tempi in cui scendeva in pista uno dei due talenti indiani.

Parlando di team storici che hanno vissuto stagioni di difficoltà, anche se non esattamente l’altro ieri, non si può non citare la Williams, che ormai ha perso definitivamente Susie Wolff ritiratasi dalle competizioni (che poi... competizioni... quali competizioni?) e che deve fare affidamento come uomini immagine del team su Felipe Massa e Valtteri Bottas.
Quest’ultimo, classe 1989 (e non 1991 o 1992 come ho pensato per troppo tempo... dovrebbe essere la fidanzata nuotatrice ad essere nata nel 1992), è uno dei pochi finlandesi al mondo a non avere un cognome che finisce per -EN. C’è chi lo paragona a un agente segreto, c’è chi osserva che ha la testa grossa, il collo grosso e le spalle grosse quindi deve avere anche qualcos’altro di grosso, c’è chi osserva che sembra che gli piaccia l’alcool e c’è chi lo vede come l’erede di Raikkonen, prevalentemente perché è biondo e finlandese. Sta ancora inseguendo la prima vittoria in carriera e, se la Williams dovesse proseguire come è andata finora in questi giorni, la prima vittoria in carriera potrebbe essere abbastanza lontana.
Felipe Massa, classe 1981, in Formula 1 rappresenta l’ago della bilancia, quello che a seconda della situazione viene dipinto in un modo o nell’altro: a seconda dei contesti è vecchio, di media età o giovane, così come sempre a seconda dei contesti è uno scarso, è un pilota di medio livello o è un top-driver, dipende da che cosa bisogna affermare. Suo figlio è il bambino immagine della Formula 1. Tra una quindicina d’anni probabilmente lo vedremo in pista come pilota. Curiosità: tra i piloti “di una certa età” attualmente in Formula 1, Massa è l’unico che ha affermato che, al termine della sua carriera in Formula 1, potrebbe prendere in considerazione l’eventualità Formula E, snobbata invece da Button.

Passiamo dai vecchi ai giovani: tra i giovani c’è un certo Alfonso Celis Junior, uno che si chiama Junior senza che nessuno si sia minimamente preoccupato di spiegarci di chi sia figlio.
Classe 1995, ha girato al volante della Force India, che anche quest’anno ha fatto il proprio esordio mettendo al volante un terzo pilota, dopo i vari Rossiter e Werhlein del passato, giusto per citarne due sulla mezza dozzina di piloti disponibili.
Celis ha preso di parte anche ai photoshot della presentazione della vettura insieme ai piloti titolari, giusto per non farsi mancare nulla, dopotutto è fin dai tempi di Fisichella, Sutil e Liuzzi che i piloti della Force India se ne vanno sempre in giro in tre.
I piloti titolari: Sergio Perez (nato nel 1990 e primo pilota nato negli anni ’90 a salire sul podio), di cui un tempo si narrava il passato come membro del Ferrari Young Driver Accademy allo stesso modo in cui al giorno d’oggi si narrano i suoi trascorsi come ex compagno di incidenti di Maldonado, che poi ha messo la testa a posto diversamente da Maldonado; Nico Hulkenberg, co-vincitore della 24 Ore di Le Mans 2015, protagonista di rumor che lo associavano alla Ferrari, co-membro di tutti i terzetti di piloti della Force India post Fisichella/Sutil/Liuzzi con l’eccezione dell’epoca in cui vestiva i colori della Sauber, insieme al piccolo Estebaby. Hulkenberg è stato l’unico pilota non Ferrari a far registrare il miglior tempo nell’unica giornata in cui la Ferrari non ha fatto registrare un miglior tempo.

Estebaby... Estebaby...! Giusto, Estebaby! Il piccolo Esteban Gutierrez, lo scoiattolino dall’aria smarrita, è il degno erede di Felipe Massa, nato a dieci anni di distanza. C’è una sola differenza tra i due: il giovanissimo Felipe Massa era visto come un pilota veloce e promettente, con un’elevata propensione all’errore; nel discorso relativo a Gutierrez, la parte mancante del discorso è quella relativa al “veloce” e al “promettente”. Dopo un anno di stop, passato a posare in tuta rossa mostrando di essere una sorta di clone di un giovane Massa, ma con sopracciglioni molto più grandi, adesso veste i colori della Haas, il team venuto dagli USA con il dichiarato intento di spaccare il culo a tutti; stesso intento che sembrava avere anche il fantomatico team Forza Rossa, che... a proposito, siamo sicuri che i presunti fondatori del team siano almeno esistiti?
Insieme a Gutierrez c’è anche Romain Grosjean, ex compagno di squadra di Maldonado, che a sua volta è l’ex compagno di autoscontri di Gutierrez, visti i loro trascorsi del 2014, in cui hanno cercato di rompersi le corna a vicenda, mentre Perez, deluso dal non essere invitato, si consolava facendo a sportellate insieme a Massa. Classe 1986, Grosjean è, oltre a Vettel, l’unico altro pilota ad avere due eredi.

Mi pare più che opportuno, arrivati a questo punto, parlare anche del quartetto di tori scatenati: Daniel Ricciardo e Daniil Kvyat, per la Redbull, sono la prima coppia di piloti Redbull entrambi più giovani dell’Autrice© (1989 e 1994) e Ricciardo è anche l’unico pilota più giovane dell’Autrice© ad avere vinto dei gran premi; Carlos Sainz Jr e Max Verstappen (1994 e 1997) sono visti invece come gli esponenti del junior team della Redbull... esatto, junior team, nel senso che sono bambini! E povero Verstappino, è stato costretto dal padre a diventare pilota!!!111!!!11!! quando lui aveva sempre desiderato con tutto se stesso di fare il panettiere!!!111!!!!1!
Tra i quattro circa un anno fa Ricciardo era visto come il più promettente dei quattro. Ormai, però, ha perso ogni speranza di continuare ad essere etichettato come tale: Verstappinohhhh Santohhhh Subitohhhh gli ha strappato lo scettro... A meno che a parlare non sia un detrattore di Verstappino... però anche in questo caso Ricciardo se la vedrebbe brutta, perché generalmente i detrattori di Verstappino hanno elevato Sainz a livello di salvatore dell’umanità, il che manda Sainz in crisi, che praticando l’adorazione del Divino Ferniiii non può permettersi di sentirsi salvatore dell’umanità a discapito del suo ìD0L0!!!111!!
Note artistiche: la Redbull ha le vetture con colori da cartone animato e le tute tamarre con raffigurati dei tori stilizzati, mentre la Toro Rosso non ha ancora rivelato la propria livrea, andandosene in giro vestita di nero.

C’è poco da dire della Sauber: quest’anno ha confermato Felipe Nasr e Marcus Ericsson, ancora una volta entrambi più giovani dell’Autrice©, del 1992 il primo e del 1990(?) l’altro. La vettura nuova non si è ancora vista, perché hanno travestito la vettura 2015 da vettura 2016 e sinceramente non si notavano le differenze.
Immagino che anche i colori delle tute siano tali e quali, in tal caso indossate da Van Der Garde farebbero un bell’effetto, anche se in realtà VDG faceva ancora più effetto in giacca e cravatta in tribunale, per quanto ne pensino quelli della Sauber.

Okay, adesso è giunto il momento di parlare del team che ha fatto probabilmente più parlare di sé nell’ultimo mese. Si tratta nientemeno che del team dei twittatori folli, per intenderci quel team collocato a Enstone che, a intervalli irregolari di più o meno anni rivernicia le vetture e cambia proprietà: se andiamo avanti così, tra una decina d’anni verrà acquistato dalla Benetton e successivamente rivenduto agli eredi di Ted Toleman.
Ora però si chiamano Renault ed era ufficiale già da molto tempo che i piloti sarebbero stati Pastor Maldonado (che, ormai vicino ai 31 anni che compirà molto a breve, è visto già come vecchio... anzi, no, è uno di quei personaggi su cui ci sono tante cose da dire che anche quando avrà sessant’anni nessuno farà caso alla sua età) e Jolyon Palmer (che tra parentesi è figlio di Jonathan Palmer e che, se non vado errata, è nato nel 1991).
Jolyon Palmer ha gli occhi azzurri e ha già fatto impazzire una quantità industriale di ragazzine e ragazzini, indipendentemente dal fatto che sappiano della sua esistenza e del loro orientamento sessuale. Insomma, le premesse affinché diventasse il Renault Team’s Best Top-Model era scontato con un compagno di squadra come Maldonado (io rimango del parere che, in costume da bagno e con un sacchetto di carta in testa, batterebbe tutti portandosi in cima alla classifica, ma questo è un altro discorso... e poi tra l’altro lui è dotato di bellezza interiore!)...
...
...
...
...invece no, dato che lo sponsor di Maldonado ha deciso di smettere di sborsare soldi, Maldonado si è ritrovato a piedi ed è ricomparso dal nulla nientemeno che Kevin Magnussen, velino biondo che va ad affiancare il già citato velino bruno Palmy.
Al di là del fatto che tra i due, se dovessi scegliere, affiderei comunque il ruolo di top-model del team a Palmer, facciamo un piccolo riassunto: Kevin Magnussen è nato nel 1992 ed è figlio di Jan Magnussen anche se ciò non viene mai menzionato dalle Tumbler, e ha un fratello e una sorella che si chiamano Luka e Milly (no, non sono io). Oltre a Maldonado, che nel 2014 ha fatto cappottare Gutierrez, è l’unico altro pilota che in epoca recente ha fatto cappottare una monoposto altrui, ma siccome Massa è l’eterno ago della bilancia, è già stato ufficialmente decretato da molto tempo che Massa è un vecchio lamentoso che sparla delle nuove generazioni, quindi di conseguenza si è inventato lui di essere cappottato, non è mai accaduto veramente.

Abbandoniamo Enstone, ricordandoci dei bei tempi in cui la Benetton acquistò il team Toleman rilevando anche il team Spirit perché diversamente dalla Toleman, la Spirit aveva un contratto con un fornitore di gomme (era il 1986, se non vado errata).
Mischiando un po’ la livrea della Toleman e della Spirit e dandole un’aria da Simtek, la Manor Marussia che ora si chiama solo Manor ha svelato la nuova vettura, che sarà guidata da Pascal Wehrlein e Rio Haryanto. Wehrlein, classe 1994, è il campione in carica del DTM, oltre che ex pilota di riserva Mercedes ed ex tester della Force India; è descritto come un giovane promettente e ha una mascella talmente quadrata che, se dovesse andare male l’avventura in Formula 1, potrebbe riciclarsi come indossatore di kilt. Haryanto, classe 1993, ha racimolato poche vittorie in GP2 ed è descritto come un giovane sfasciacarrozze che ruba il volante a piloti più promettenti di lui. È il primo indonesiano della storia della Formula 1, è l’unico asiatico attualmente impegnato in Formula 1 ed esistono sue foto in cui indossa gli occhiali da vista. Se un giorno dovesse portarli sotto al caso, sarei pronta a fare una standing ovation in suo onore.

Finiamola qua, per oggi ho già scritto abbastanza.
Riparleremo di Formula 1 dopo i prossimi test, ormai già alle porte.
...dall’Autrice© un cordiale saluto.

mercoledì 24 febbraio 2016

ROSSI C'È!!!!!! ROSSI C'È!!!!!!!! ROSSI C'È!!!!!111!!!!111!-one-one-one!!11!!!1!

Disclaimer: questo post non parla di piloti di motociclismo che portano il numero 46 e di relative polemiche con piloti spagnoli di bassa statura.

Spero che vi ricordiate dell'esistenza di un pilota che è stato velatamente preso per i fondelli piuttosto a lungo su questo blog, perché aveva l'incredibile tendenza a perdere il volante un attimo dopo esserselo faticosamente procacciato, per motivi di poco conto tipo il fallimento del team che l'aveva ingaggiato.
Parlo nientemeno che del Nostro Eroe Alexander Rossi, quello che finalmente ha debuttato quest'anno (il "questo" è un eufemismo), disputando alcuni gran premi verso il finale della stagione 2015 di Formula 1.
Ormai passata la possibilità di conservare un posto in Formula 1 per questa stagione (salvo poi eventualmente ricomparire "a caso" nel finale di stagione, dato che si narra che Haryanto sia il nuovo Merhi - così si vociferava) il californiano alto un metro e ottantotto (così disse Mazzoni) che faceva uno strano contrasto con Stevens che invece è alto (altro eufemismo) un metro e un tappo.

Mentre Will Stevens non risulta protagonista di nessun rumor (brutta storia, quando nessuno sa chi sei, nemmeno Fernando Alonso), Alex Rossi ha ottenuto molto di più: non ci sono dei rumor, si è effettivamente procacciato un volante!
Correrà in Indycar, sulla vettura numero 98 del team Andretti gestito da Bryan Herta... segno che mi sono persa un passaggio, perché non sapevo che il team di Herta fosse stato acquisito dal team Andretti.

Retrogusto amaro della vicenda: i media spagnoli (che poi, spagnoli... ne dubito, più messico-venezuelani che spagnoli) avevano cercato con poco successo di diffondere un rumor a proposito del potenziale approdo di Maldonado in Indycar proprio in quel team...

In ogni caso, ne approfitto per augurare ad Alex Rossi una buona stagione 2016.

lunedì 22 febbraio 2016

Bellezze senza veli: Sauber C35, Force India VM09, Manor MRT05

Ben lontani dal vedere la Sauber 2016, dobbiamo accontentarci per questi test di quella del 2015 travestita da Sauber 2016. Le prime immagini hanno iniziato a circolare ieri, mostrano la livrea della nuova monoposto su quella vecchia e lasciano intuire che, di fatto, non sarà molto diversa, in quanto a colori, da quella della scorsa stagione.
Breve remind: i piloti saranno i due giovincelli Felipe Nasr (classe 1992) e Marcus Ericsson (classe 1990), che di fatto sono comunque due anziani, al confronto con i Versainz Boys di cui parleremo più avanti... non in questo post, perché la Toro Rosso per il momento sta girando con una livrea provvisoria, quindi le dedicherò l'opportuno spazio quando si degneranno di farci vedere i veri colori.

Passiamo alla Force India, dove, guarda un po', non si smentiscono mai. Oltre ai due piloti titolari hanno provveduto, proprio come avveniva ai vecchi tempi fin dall'era Liuzzi, a convocare per la foto ufficiale anche un certo Alfonso Celis Jr, insomma, uno che si chiama Junior senza che nessuno si ponga dei dubbi su chi sia suo padre. Ho provato a googlarlo, ma "Alfonso Celis" rimanda al Junior, un enfant prodige (comunque più vecchio di Verstappino) ingaggiato come development driver, che abbiamo visto al volante oggi.
Facciamo anche qui un piccolo refresh: proprio come la Sauber, anche la Force India ha ancora gli stessi piloti del 2015, Checo Perez (classe 1990) e Sua Altezza Reale di Le Mans Nico Hulkenberg (classe 1987). Il dubbio esistenziale è uno solo: quest'anno Perez si sentirà solo? ...Chi ha orecchie intenda.

Sembrava che non fossimo destinati a vedere alcun genere di plot-twist... invece ci sbagliavamo di grosso, perché c'era chi era in attesa di farci un'enorme sorpresa.
Tale sorpresa si chiama Manor MRT05 e lascia poco spazio all'immaginazione. Il blu non tende al violaceo e il rosso è molto esteso, ma.......... a me ricorda maledettamente la Simtek S941, quando era rossa in cima, prima che verso la fine della stagione qualche sponsor la facesse riverniciare togliendo quel poco rosso che c'era; mi ricorda la Simtek, forse un po' mescolata alla Spirit e alla Toleman pre-bandiere nazionali (se non sapete di cosa sto parlando, pazienza, l'importante è che pratichiate l'adorazione della Manor 2016, in tal caso posso soprassedere). Non c'è che dire, la Sacra Cenerentola mi ha colpita molto in positivo, la trovo stupenda.
Ne ho già parlato, ma lo ribadisco: i piloti saranno due giovincelli, ovvero Pascal Wehrlein (classe 1994) e Rio Haryanto (classe 1993), che tra parentesi sarà il primo indonesiano della storia della Formula 1 e che era già stato tester della Marussia anni fa.

Fonte delle immagini: GPUpdate.

domenica 21 febbraio 2016

Riflessioni sulla Daytona 500

Era tardo pomeriggio e le due metà di me non riuscivano a mettersi d'accordo su come trascorrere la serata. Prima che la questione si risolvesse con una rissa in stile NASCAR sono andata a cercarmi la NASCAR in streaming, scoprendo che la gara iniziava alle 19.31, uno dei soliti orari normalissimi in stile gare americane. Firstrow continuava a vaneggiare (stavolta si caricava regolarmente, ma non sono riuscita a vedere nulla per via dei mille pop up che non si chiudevano), ma ho trovato un altro sito di streaming. *festeggia ballando la samba*

Un enfant prodige che risponde al nome di Chase Elliott partiva dalla pole e ha leaderato per qualche giro (OMG, sembra un neologismo in stile Rubinho), poi all'improvviso ho visto la luce, perché poco importa se da due anni non guardavo una gara di NASCAR, ho sempre avuto una certezza: io simpatizzo per il pilota più odiato dai fanboy murricani, quello di cui non imparerò mai a scrivere il cognome correttamente, ma tanto è comunemente noto come Dale Jr o direttamente Junior, quindi di un cognome non se ne fa nulla!
Ero lì che ballavo con l'immaginazione celebrando la leadership di D.J., chiedendomi se un eventuale incidente Stenhouse vs Patrick avrebbe portato i due in tribunale con l'accusa di violenza domestica, poi è successo tutto molto in fretta: Dale Junior perdeva posizioni, i nomi di KyBusch e KuBusch risalivano nella top-3 e soprattutto l'enfant prodige ha crashato, facendo entrare la prima temutissima safety car della durata di secoli con tanto di pit-stop annessi.
La seconda safety car, della durata di altri secoli, è arrivata più avanti, mentre Hamlin era stabilmente in testa alla gara: Vickers è andato per metaforici prati peraltro perdendo diabolici "debris" calpestati da altre vetture, quindi era tempo di ripetere la stessa trafila, prima che si riprendesse con Johnson vs Hamlin che si contendevano la prima posizione, a cui più avanti si è messo in mezzo anche KyBusch portandosi in testa.
Guess what? A quel punto un certo Di Benedetto e un certo Busher(?) hanno ballato la conga, dando altri minuti di popolarità alla safety car, con pit-stop annessi e tutto quanto. Quando sono ripartiti, Hamlin era in testa seguito da Kenseth. Poi Biffle ha iniziato a perdere pezzi, quindi stranamente la safety car ha fatto la sua ricomparsa, con stop e tutto e finalmente un po' di calma.
Dopo ore e ore, eravamo già a circa tre quarti di gara quando per la prima volta si è visto un giro di "green flag pitstops".
Ciò che mi ha impressionata più di ogni altra cosa è stato vedere chi è stato leader per qualche giro, facendo il Da Matta della situazione: nientemeno che Brian Scott, ovvero colui che qualche anno fa ricevette un calcio nelle parti intime da Nelsinho Piquet. Tra parentesi, Scott è tornato nel dimenticatoio di lì a poco tempo, con Kenseth in testa alla gara, ma ciò non ha importanza, quello che conta è avere parlato di Brian Scott!
Poi i fanboy murricani hanno avuto ciò che desideravano: Dale Junior, che aveva perso numerose posizioni nel corso del tempo, ha crashato, liberandoli dalla presenza del loro pilota più odiato. Sembrava averla presa bene, viste le risate che si faceva nell'intervista post-incidente. Nel frattempo era in atto tutta la trafila della safety car e dei pitstop con tanto di gente blackflaggata per irregolarità nei pitstop.
Quando la gara è ripartita, giusto per incrementare l'appagamento dei fanboy murricani che nella loro classifica dei piloti più odiati hanno anche un secondo posto, ha crashato anche la Danica, con ennesima safety car.
La gara è ripartita con lo speaker che segnalava che non esiste più il "green-white-checkered" di un tempo quindi la gara poteva finire anche dietro la safety car. Per spirito di contraddizione, i piloti hanno proseguito senza intoppi di varia natura, con Kenseth leader di gara, per i dieci giri o giù di lì che rimanevano.
Poi la gara si è avviata verso il finale e nell'ultimo giro Hamlin ha preso a guidare come se avesse un peperoncino su per il cu*o, trollando Kenneth like a boss. Kenneth, con un'andatura ondeggiante, è riuscito miracolosamente a non andare a schiantarsi da nessuna parte. Ha solo finito la gara (durata APPENA tre ore e un quarto) facendosi superare più o meno da tutti.
Top ten: Hamlin, Truex, KyBusch, Harvick, Edwards, Logano, Larson, Smith, Dillon, KuBusch.
Mi pare di capire che si tratti del minor gap tra primo e secondo classificato della storia della Daytona 500.
Dettaglio più pittoresco della giornata: scoprire che Austin Dillon è nato in un paese chiamato Welcome.

Bellezze senza veli: la McLaren MP4-31, la Mercedes W07 e la Haas VF16

Mentre curo la mia "motorsport deprivation" in stile USA-caput-mundi, sintonizzata un canale streaming che alterna 10 minuti di pubblicità a 2 minuti di Nascar, non posso negare che nel mondo della Formula 1 stia accadendo qualcosa di interessante: alla vigilia dei test sul Circuit de Catalunya (sì sì, Circuit de Catalunya, vietato chiamarlo Montmelò come ai vecchi tempi) altre bellezze si mostrano al mondo senza veli.

Prima di tutto non possiamo fare a meno di ammirare la McLaren MP4-31: stesso stile nel dare i nomi, per trentun anni di seguito, stesso stile dell'anno scorso nel colore della vettura; anche quest'anno non c'è la livrea arancione o la livrea bianco-rossa, ma ho la vaga impressione che i fan si aspettino piuttosto qualcosa di diverso... magari che il motore sia leggermente più affidabile e che tale monoposto non sia la reginetta incontrastata dell'ultima fila, non perché sia la più lenta di tutte, ma perché di volta in volta colleziona posizioni di retrocessione sulla griglia di partenza. Lo ricordo, l'anno scorso sono arrivati a cinquanta... o almeno, erano solo cinquanta? Non erano cinquantacinque? ... *Dubbio esistenziale.* Va beh, non ha importanza, quello che conta è che erano tante.
Per chi non se lo ricordasse, la McLaren è guidata, quando il motore è funzionante, da due ex campioni del mondo nonché "old guys" della Formula 1: Fernando Alonso, che da quasi un decennio attende il terzo titolo che dubito fortemente possa arrivare in questa stagione, e Jenson Button, che non insegue il secondo titolo ma che sta lì e basta RùB4nD0 1L p05t0 à1 GGGGG10v4n1 t4L3nTù0s1!!1111!!!!11!

Dal top dei flop, passiamo invece al top dei top, almeno nella stagione appena (quattro mesi fa, non proprio appena) passata: la Mercedes.
E' stata svelata oggi, dopo giorni che trapelavano video, fotografie e screenshot a bassa definizione, la Mercedes W07, con cui Lewis Hamilton cercherà di portarsi a casa il terzo titolo di fila nonché quarto della sua carriera, e Nico Rosberg cercherà di impedirglielo.
I due, in questi ultimi giorni, sono stati impegnati in un test privato a Silverstone(?) dal quale erano trapelati video, fotografie e screenshot menzionati un attimo fa. Anche questa, a primo impatto, non sembra particolarmente cambiata, dal punto di vista estetico, rispetto a quella dello scorso anno.

Dimentichiamoci della McLaren, dimentichiamoci della Mercedes, ricordiamoci che Guti haas got the power!
Ebbene sì, la monoposto con cui Romain Grosjean ed Esteban Gutierrez terranno alto il nome degli States è stata finalmente svelata.
Si chiama Haas VF16 e, lo ricordiamo, lo scorso anno sostenevano che puntavano a qualcosa di un certo livello, tanto che ho trovato articoli in cui si citavano presunte dichiarazioni del tipo "lotteremo ad armi pari con la Mercedes e la Ferrari", che avrei visto azzardate perfino da parte della Williams, figurarsi da questi.
Che siano un team serio non lo metto in dubbio, ma che arrivino e da un giorno all'altro puntino già a qualcosa di un certo livello mi sembra un tantino azzardato. Che poi un giorno possano avere un buon futuro, non lo metto in discussione così a priori, ma non ho dimenticato i tempi in cui la Redbull girava a mezza classifica ma si guardava bene dal fare proclami. Insomma: mi fido di più dei fatti che delle chiacchiere e, fino a prova contraria, la mia impressione è che la Haas passerà del tempo ad annaspare nelle retrovie. La livrea promette proprio questo: somiglia alla HRT di Karthikeyan.

E ora concentriamoci finalmente su qualcos'altro: la Daytona 500, se non ho capito male, partirà alle 19.31... e, no, non si tratta di un mio errore di battitura.

Fonte delle immagini: GPUpdate.

sabato 20 febbraio 2016

Il decalogo della perfetta Motorsport Tumblrer

DISCLAIMER: questo post ha contenuti alquanto sarcastici su un sito web di cui parlo abbastanza spesso e sul quale ho una lunga esperienza personale; seppure sia ampiamente ispirato da fatti realmente accaduti non cita altro che eventi generici che potrebbero essere all’ordine del giorno su tale sito web. Mi dispiace per chiunque dovesse leggere questo post e sentirsi offeso, ma il mio suggerimento è uno solo, ovvero quello di porsi delle domande.

Here we go!

Hai sempre sognato di dire la tua sul mondo del motorsport in un luogo dal quale raggiungere il grande pubblico? Hai sempre pensato che Facebook fosse troppo sgrammaticato? Hai sempre pensato che Twitter con i suoi 140 caratteri fosse troppo limitativo? Hai sempre pensato che, se avessi iniziato a tenere un blog, avresti avuto in totale due follower (tua nonna e la tua compagna di banco, ovviamente; solo uno nel caso in cui tua nonna non sappia nemmeno che cosa sia un blog) e non avresti avuto l’appagamento che speravi? Hai sempre desiderato qualcosa di alternativo, in cui andare a esprimere il tuo parere? Ecco, allora, in tal caso, potresti soffrire del Complesso della Motorsport Tumbler.
Il Complesso della Motorsport Tumbler può riguardare soggetti di ogni età. Può anche riguardare soggetti di ogni “gender”: ci sono anche del Tumbler Boys, che nel settore Motorsport di Tumblr si comportano esattamente come le Tumblrere, commentando notizie e immagini in modo sommario, arricchendo i post di frasi fatte già dette e ridette, probabilmente scopiazzate dal blog della Tumbler Friend di turno e infarcite di luoghi comuni sulla Formula 1 moderna e sulle fantasie tumblrere sulla Formula 1 moderna... e ovviamente ci sono anche Tumblrer Unicorns e Tumblrer Stars, ma direi di soprassedere sull’unicorn-gender e sullo star-gender.

Hai due possibilità:
1) fuggire a gambe levate;
2) arrenderti all’evidenza e diventare una Motorsport Tumbler.

Nel probabile caso in cui la fuga sia andata male, ecco di seguito le istruzioni per diventare una perfetta Motorsport Tumblrer.

1. Sogno nel cassetto: lavorare nel mondo del motorsport
Non puoi essere una vera appassionata di motori se, nel momento preciso in cui te ne appassioni, tu non decida di dedicare tutta la tua vita al motorsport. In che modo? Decidendo che il tuo scopo è quello di lavorare nel mondo del motorsport.
Come riuscirci? Ovviamente puoi abbandonare il corso di laurea in neuropsichiatria infantile un mese prima di presentare la tesi di laurea, per metterti a studiare giornalismo, nella speranza di lavorare per Sky Sport. Oppure puoi iniziare a studiare ingegneria meccanica, con l’intento di finire in Ferrari.
O almeno, dato che sai che tutto ciò non accadrà mai, e non solo non lavorerai nel mondo della Formula 1, ma se passi tutto il giorno su Tumblr non prenderai nemmeno la laurea in giornalismo o in ingegneria, fingi che il tuo obiettivo sia questo.
Per compensare il fatto che non andrai mai ad affiancare Martin Brundle in telecronaca, puoi sempre scrivere articoletti di una pagina per il tuo Tumbrl. Se non hai voglia di scrivere, invece, puoi registrare un video di due minuti contati e pubblicare quello.
Corollario: non c’è niente di più “offensive” della gente che sostiene di essere appassionata di motori ma di non avere avuto fin dalla nascita il sogno innato di diventare pilota, ingegnere o giornalista sportivo, a parte la gente che sostiene che, quando fino all’altro ieri il tuo chiodo fisso non era la Formula 1 ma l’equitazione, avevi obiettivi molto diversi.

2. Guarda al futuro: la Formula 1 è nata oggi
Non bisogna essere ancorati al passato. Il passato non esiste, a meno che il tuo dovere di fan non ti imponga di scrivere fan fiction slash in cui François Cevert si struscia contro i pantaloni a quadretti di Jackie Stewart (sì, esistono, d’altronde Cevert aveva gli occhi azzurri). Anche in tal modo, comunque, si esaurisce in pochi secondi. Le fan fiction sono le fan fiction, e sono lo svago di una “serious future motorsport journalist”, per i momenti in cui non si occupa di fare seria informazione.
Corollario: nessun pilota del passato è esistito veramente, a parte Jos Verstappen perché ha un figlio che corre in Formula 1.
Corollario II: diversamente da Jos Verstappen, Jan Magnussen e Jonathan Palmer non esistono e i rispettivi figli si sono auto-generati (nel senso che le loro auto, rifiutandosi di essere guidate da Maldonado, li hanno partoriti).

3. Guarda al passato: la Formula 1 è nata oggi, ma qualcuno sostiene che non sia così
Il lato negativo dello scrivere per il grande pubblico è che alcuni soggetti estremamente “offensive” sostengono che la Formula 1 abbia un passato. Ovviamente non ce l’ha e, nel caso ce l’abbia, è del tutto irrilevante, perché quello che conta è guardare al futuro, poco importa che tu voglia diventare una giornalista del motorsport e che qualche minima conoscenza tu debba averla... quelle sono tutte cavolate che i “fake fans” si inventano per giustificare il loro status di “fans” nonostante siano “fake fans”. Quindi apri bene gli occhi, metti tra i “following” qualche blog in cui vengono pubblicate fotografie retrò e non preoccuparti minimamente della differenza tra il 1950 e il 2015, perché tanto è genericamente passato e il suo solo scopo è quello di non essere impreparata.
Corollario: parlando della Formula 1 moderna, infarcisci le tue frasi di termini del tutto decontestualizzati che facciano capire che conosci alla perfezione il passato della Formula 1. Termini suggeriti: “Bridgestone”, “rifornimenti di benzina”, “Ayrton Senna”, “dominio Ferrari”.

4. Arricchisci ogni tuo commento con i “double standards”
Una “serious motorsport blogger” deve avere come scopo nella vita quello di perseguire la serietà e il modo migliore per riuscirci è quello di non usare due pesi e due misure a seconda del colore della tuta indossata da un pilota. No, figuriamoci, i “double standard” si usano soltanto immaginandosi il pilota in questione senza tuta. A seconda del gradimento associato, il pilota diviene un “precious cinnamon roll too good to be true” oppure un “pure evil”. I “cinnamon roll” sono il bene assoluto, i “pure evil” sono il male assoluto.
Corollario: un pilota diviene automaticamente un “cinnamon roll” nei seguenti casi: 1) ha gli occhi azzurri, 2) è latino-americano, 3) è francese, 4) non è “problematic” e “offensive”, 5) è un “precious baby”, 6) è attraente, 7) si scatta dei selfie a petto nudo con l’orlo delle mutande che gli esce dai pantaloni e li pubblica su Instagram, 8) è alto un metro e un tappo, 9) non è giapponese (dove per giapponese si intende genericamente qualunque asiatico con gli occhi con taglio a mandorla), 10) non è indiano (dove per indiano si intende genericamente qualunque asiatico con gli occhi con taglio non a mandorla).
Corollario II: un pilota pagante “cinnamon roll” è un pilota talentuoso il cui talento è riconosciuto dagli sponsor che pagano per farlo correre, un pilota pagante “pure evil” è il male assoluto ed è un brocco che ruba il volante a un pilota pagante “cinnamon roll”.

5. Boicotta la Formula 1 quando accadono cose veramente gravi
Purtroppo la Formula 1 è spesso infangata da eventi di grave entità, per esempio il fatto che Nicolas Hulkenberg non abbia mai vinto un gran premio o il fatto che Alexander Rossi non abbia mai disputato una stagione completa o che quando ci sono appena 40 gradi a Sepang Carmen Jordà osi indossare maglie scollate e pantaloncini corti “offensive” e “anti-feminist”.
Queste sono ovviamente ragioni più che valide per smettere di punto in bianco di seguire la Formula 1, nonostante fino a tre minuti prima tu stessi progettando di investire tutti i tuoi risparmi, di vendere il motorino, di chiedere un prestito alla nonna, di vendere l’anima al diavolo e soprattutto di organizzare una campagna di “crowdfunding” per pagarti un viaggio dall’altra parte del mondo per assistere a un gran premio insieme ai Tumblrer Friends di turno.
Corollario: chiunque non segua il tuo B0iK0tTàGG10!!111!!!11!! perché ugualmente affascinato dalla Formula 1 nonostante l’assenza di vittorie di Hulkenberg o la non-presenza costante di Rossi o il fatto che la Jordà non abbia l’abitudine di andare in giro con una salopette da operaio metalmeccanico, non è un “true motorsport fan”.
Corollario II: il passo successivo è insinuare che ogni volta in cui Hulkenberg si mette al volante di una vettura anziché stare seminudo davanti alla fotocamera del cellulare sia “offensive” e che sia frutto di un “brainwashing”.

6. Manda messaggi anonimi a chi non è un fan dei “cinnamon roll”
Ogniqualvolta qualcuno osa insinuare, anche minimamente, che il “cinnamon roll” di turno non è al primo posto nella classifica dei piloti di maggiore successo della storia della Formula 1 (in cui al primo posto svetta ovviamente Nico Hulkenberg, seguito da Jean-Eric Vergne), inizia a scrivergli/le messaggi anonimi con frasi sconnesse e decontestualizzate contro i suoi piloti preferiti. Se non sai quali sono i suoi piloti preferiti, vai a caso.
Corollario: per insinuare che il “cinnamon roll di turno” non sia il miglior pilota di tutti i tempi basta anche scrivere qualcosa che non abbia nulla a che vedere con il pilota stesso, ma che non insulti palesemente i piloti che la sostenitrice del “cinnamon roll” di turno detesta fortemente, o basta anche menzionare il nome di piloti più vincenti di lui.

7. Vedi la Formula 1 come un campo di battaglia per la social justice
La Formula 1 e il resto del motorsport in generale è un eterno campo di battaglia in cui comportarsi come social justice warrior accaniti, arrampicandosi sugli specchi pur di trovare segnali di discriminazione e “oppression” tra i piloti, nonostante in qualità di milionari generalmente non sappiano nemmeno dove l’“oppression” stia di casa.
Corollario: l’obiettivo della “social justice” motoristica è generalmente quello di snaturare qualunque problematica sociale riducendola a fatti irrilevanti: al mondo non c’è niente di più sessistahhhhh di Susie Wolff che si fa chiamare Wolff con il cognome del marito come se ne fosse una proprietà, non c’è niente di più razzistahhhhh che tifare per un pilota non appartenente a una minoranza etnica (il concetto di “minoranza etnica” significa tutto e niente su un sito è convinzione generale che i giapponesi che vivono in Giappone, i congolesi che vivono in Congo, i messicani che vivono in Messico, ecc... siano minoranze etniche perché lo sarebbero se vivessero negli States) e soprattutto non c’è peggiore espressione dello sfruttamentohhhhh minorilehhhhh del fatto che il povero Max Verstappen sia stato costretto dal padre a diventare pilota.

8. Parla di continuo di quanto siano “cute” i tuoi “cuties”
Uno degli obiettivi che ogni “true motorsport fan” dovrebbe porsi è quello di sbandierare ai quattro venti, a ogni ora del giorno e della notte, osservazioni su quanto siano belli, affascinanti, sexy e quant’altro i piloti... perché il tuo scopo non deve essere quello di guardare la Formula 1 perché i piloti sono belli, affascinanti e sexy, ma solo per verahhhhh passionehhhhhh, ma non devi fare assolutamente niente per convincere la gente del contrario, se non ignorare completamente chi cerca di fare un discorso serio relativo a questioni motoristiche.
Corollario: le persone che non tifano per piloti comunemente noti come “cuties”, “precious babies”, “precious sons” o... *rullo di tamburi e attesa* ...nientemeno che “precious cinnamon rolls too good to be true” sono da ritenersi nemici della società.

9. Attribuisci a ciascuno il proprio ruolo nel mondo del motorsport
È più che necessario che ciascun soggetto facente parte del mondo del motorsport sia ben definito, in modo da non perdere per strada l’ottenimento di obiettivi personali, come ad esempio quello di avere messo al mondo dei figli attraenti secondo i Tumblr standard del gusto estetico.
Corollario: in questa ottica Michael Schumacher è il padre di un figonehhhhh biondohhhh con gli occhi azzurrihhhhh che corre in Formula 4, mentre Alain Prost è il padre di un figonehhhhh francesehhhhh che corre in Formula E.

10. Lamentati
Come i tifosi da bar, la gente di Answers Yahoo e i nostalgici della Formula 1 retrò, anche nel tuo ruolo di Tumblrera del motorsport hai la possibilità, anzi, il dovere, di lamentarti ogni volta in cui è possibile, specie quando vengono approvate regole su questioni di vitale importanza, come la dimensione del numero di gara che il pilota deve avere sul casco o come i colori consentiti per la decorazione del casco stesso.
Corollario: il termine di paragone con il presente è generalmente un passato imprecisato che viene spesso etichettato come “l’epoca di Senna”, poco importanza che la Tumblrera di turno non sappia neanche lontanamente di che epoca si stia parlando, l’importante è citare a caso piloti del passato (nel caso il pilota in questione fosse un “figonehhhhh con le lentigginihhhh” il cui nipote “figonehhhhh con le lentigginihhhh” fa il telecronista e gareggia in Formula E, tanto meglio).


POSTFAZIONE: il mio computer non sembrava intenzionato a lasciarmi scrivere questo post, tanto che, quando l’ho iniziato e avevo scritto già tutta l’introduzione anche se ancora non l’avevo salvata, per motivi del tutto inspiegabili mi si è spento all’improvviso, di punto in bianco, costringendomi a cinque minuti di paranoie del tipo “Perché?!?! Perché un computer nuovo deve farmi uno scherzo del genere?” oltre che a riscrivere la suddetta introduzione. Alla fine, comunque, ce l’ho fatta e la guida delle Tumblrere D.O.C. ha visto la luce. #EpicWin.

venerdì 19 febbraio 2016

Bellezze senza veli: la Williams FW38 e la Ferrari F16-H

Il tempo passa e le monoposto della stagione ormai alle porte vengono svelate l'una dopo l'altra.
Stamattina è stato il caso della Williams FW38, il cui lancio ufficiale viene segnato da GPUpdate per il 22 Febbraio, ma che di fatto è già stata svelata.
L'ho vista stamattina su twitter e il mio primo pensiero è stato che è pressoché identica a quella dell'anno scorso. Ha ancora perfino quella bruttissima (a mio parere) protuberanza in formato mignon davanti...
Torniamo a noi, comunque: i piloti che guideranno questa graziosa vettura (a parte quel piccolo dettaglio la trovo davvero bella) saranno i soliti noti Fel19e Massa e Val77eri Bottas, che come al solito si auspicano (almeno è quanto dichiara Bottas) che quest'anno la macchina possa fare finalmente il salto di qualità e permettere a entrambi di potere puntare, almeno sporadicamente, al gradino più alto del podio... e se accadesse, sarebbe davvero un bel salto di qualità.
In attesa di scoprire se le performance della nuova vettura saranno all'altezza delle aspettative o se serviranno litri e litri di Martini per riprendersi da risultati deludenti passiamo oltre.

Il vero motivo per cui tutti erano in fermento nella giornata di oggi, comunque, non era la Williams FW38, ma la Ferrari F16-H, dove H sta per "hybrid".
Il nome non mi piace. Speravo in un F2016 che faceva tanto retrò, invece di retrò c'è la tanto decantata livrea bianco-rossa di cui si parlava ormai da un mesetto abbondante; quello che ai tempi antichi sarebbe passato da quando già era stata presentata la vettura (OMG, che frase contorta e ai limiti della grammatica, spero che abbiate capito che mi riferisco al fatto che un tempo le monoposto venivano svelate a metà gennaio o giù di lì).
La livrea bianco-rossa l'avevamo vista ai tempi di Niki Lauda e anche nel 1993... e sinceramente non so dire se mi piaccia o meno. Mi serve un po' di tempo per riflettere sul perché il bianco e il rosso insieme stonino così tanto su una vettura, specie se c'è così tanto rosso in più del bianco... forse stonano perché la vettura non è una McLaren sponsorizzata Marlboro.
Oh, dimenticavo la cosa più importante: questa è la vettura con cui Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen lotteranno per il mondiale contro le Mercedes, frase che ho sentito una dozzina di volte oggi, nonostante abbia ascoltato soltanto radio-giornali della durata media di due minuti.

Fonte delle immagini: GPUpdate.

giovedì 18 febbraio 2016

Stavolta lo so: sono soddisfatta, perché finalmente ho un piccolo alfiere delle retrovie per cui fare il tifo

La Manor ha ingaggiato il suo secondo pilota, ovvero quello che, nei tempi andati, avrebbe avuto più probabilità di essere appiedato a fine stagione.
Visto come vanno le cose, in realtà, le probabilità di essere appiedati a fine stagione ormai ce le hanno tutti, dato che dovremmo fare a meno di Who's That Guy, oltre che di Merhi e Rossi che nel 2015 si erano alternati al volante della seconda vettura della Sacra Cenerentola di Banbury.

Non è Merhi.
Non è Rossi.
Non è nemmeno Stevens.
...
...
...è Rio Haryanto, classe 1993, il primo indonesiano della storia della Formula 1, sempre ammesso che a marzo ci arrivi e che non faccia la fine di un Razia qualsiasi, ma quello è un altro discorso che non è necessario approfondire.
Purtroppo, diversamente da Wehrlein, il suo ingaggio non è stato annunciato alla radio che ascoltavo al lavoro oggi pomeriggio. Trovo tutto ciò profondamente ingiusto, ma direi di soprassedere sul fatto che a uno solo dei piloti della Sacra Cenerentola sia stato concesso un simile onore.

Veniamo al perché sono soddisfatta, e i motivi sono più d'uno.
Innanzi tutto Haryanto mi dà l'impressione di essere pittoresco QUASI ai livelli dei vari Chilton e Merhi.
Poi tutti lo detestano perché è un P1L0Tà PàGàNt3!!!1111!!!111!!, ovviamente convinti fin dal primo momento che la Manor non avesse bisogno di soldi quindi avrebbe ingaggiato qualcuno senza sponsor. Poi lo detestano perché pare sia sponsorizzato dal governo indonesiano, che sembra essere al terzo posto nei crimini contro l'umanità, dopo essere sponsorizzati dal governo venezuelano e dal governo russo. Poi lo detestano, in particolare le fangirl, perché è asiatico, quindi non è figo, quindi non è un "tiny precious" come Who's That Guy, quindi non è un cinnamon roll. Tutti lo detestano quindi, per spirito di contraddizione, vista la grande cultura motoristica di tale fanbase*, ho deciso di sperare che spacchi il culo a tutti. Okay, non esageriamo, a tutti no, ma che almeno esca vincitore da qualche duello epico è una mia speranza.
Tra parentesi, Haryanto è anche molto più hot di Will Stevens, a mio parere.

* Il fanbase in questione è quello di Tumblr, chiaramente, ovvero un fanbase che generalmente sa solo vagamente che cosa sia la Formula 1 e l'automobilismo in generale. Tanto a cosa serve informarsi almeno a livello Wikipedia sulla storia della Formula 1, quando basta citare a caso i nomi di Senna e Schumacher ogni volta in cui bisogna dimostrare di avere almeno una vaga idea del fatto che la F1 abbia un passato?

mercoledì 17 febbraio 2016

Bellezze senza veli: la tunz-tunz-tunz Redbull RB12!!!111!!!11!!!

La lunga attesa stava iniziando a stancarmi, ma finalmente siamo giunti a un punto di partenza: la Redbull ha svelato la vettura 2016... o quantomeno la livrea che la vettura avrà nel 2016, il che mi fa pensare che ai test non si presenterà con auto zebrate come nella scorsa stagione.

Guardando le foto è impossibile non notare la tamarraggine delle tute indossate da Daniel Ricciardo (che sfoggia anche il pizzetto abbinato a baffetti in stile Zorro) e Daniil Kvyat (chissà, magari a lui la barba non è ancora spuntata), piloti nella scorsa stagione e piloti Redbull anche nella stagione in corso. Per chi volesse un refresh: Ricciardo AKA Dani-Smile è del 1989 ed è attualmente l'unico pilota più giovane dell'Autrice(C) ad avere vinto dei gran premi, mentre Kvyat è addirittura del 1994, insomma un giovincello a pieni titoli (poi sì, va beh, c'è da dire che in Formula 1 c'è anche qualcuno nato nel 1997, ma quello è un dettaglio).
Le tute con le sagome dei tori stilizzati le avrei viste bene all'epoca in cui Liuzzi vestiva i colori della RB, moooooolto tempo fa, perché sarebbero state adatte abbinate ai suoi berretti di discutibile bellezza... ma non sono qui per parlare di stile.

Anche la vettura spicca per la sua tamarraggine, con colori più accesi, che richiamano un po' quelli delle origini, abbandonando il viola che non è mai riuscito fino in fondo a ricordarmi la Simtek. C'è più rosso, c'è più blu... ho la vaga impressione che, eliminando il giallo e sostituendolo con il bordeaux, la Redbull del 2016 sarà del tutto identica alla Toro Rosso.

Fonte dell'immagine: GPUpdate.

martedì 16 febbraio 2016

Auguri ad Alex Wurz!

E' il 15 Febbraio, di conseguenza è il compleanno di uno dei miei preferiti tra gli ex piloti della Benetton (non ai livello di Johnny Herbert, sia chiaro, perché Herbert è il "cinnamon roll" più prezioso di tutti i tempi e su questo non se ne discute), che tra parentesi ottenne due podi con la Benetton e uno anche con la McLaren, quella volta in cui sostituì Montoya in un gran premio nel 2005, quando Montoya si era infortunato giocando a tennis (o, come sostengono le malelingue, in cui si era infortunato ritrovandosi in posizione orizzontale mentre guidava una moto da cross, ma siccome era meglio non divulgare certe informazioni finse di essersi fatto male giocando a tennis).
Nel 2007, poi, dopo anni trascorsi in McLaren come riserva della riserva (la riserva era De La Rosa) dove non poté esprimere la propria personalità a pieno perché gli fu vietato di indossare scarpe spaiate, lo abbiamo ritrovato in Williams come titolare. Nel GP d'Europa (quello della gru di Hamilton, di Winkelhock in testa e di "prova a imparare / prova tu a imparare") si classificò quarto dopo un acceso duello per il gradino più basso del podio con Webber, che appunto andò sul podio, cosa che all'epoca non mi dispiacque perché "OMG una Redbull sul podio!!!1111!!! Potrebbe essere l'unico podio in carriera per Webber!!1111!!111!!", insomma, se avessi saputo come sarebbe andata a finire qualche anno dopo, mi sarebbe dispiaciuto mooooooolto di più per il podio mancato di Alexander Wurz.
Prima e dopo la Formula 1 è stato nell'endurance. Ha vinto due volte la 24 Ore di Le Mans: la prima nel 1996 (diventando il più giovane vincitore di sempre), la seconda nel 2009 (in team insieme a David Brabham e al nuesssssstro amigo telecronissssssta Marc Gené).
Inoltre, in un'occasione, nel 2008, ha guidato la medical car in Formula 1, dettaglio riportato nella sua pagina Wikipedia inglese.

Stamattina gli ho fatto gli auguri su Twitter.
Ogni tanto mi capita di fare gli auguri di buon compleanno ai piloti, soprattutto quelli di un certo livello.
Non mi aspettavo un like.


Invece è accaduto, Alex Wurz mi ha messo un like.
Aaaaaaaawwwwww! *-*

lunedì 15 febbraio 2016

THE SOUND OF ENGINES (Parodia)

E' giorno di parodie, oggi, a quanto pare. In realtà questa l'avevo scritta già da un po', ma attendevo il momento più opportuno per postarla. ^^
E' una parodia di "The Sound of Silence" di Simon & Garfunkel [X] in cui mi immagino quale sarebbe stata la reazione dei piloti del passato se avessero avuto modo di vedere la Formula 1 di oggi.
Just for fun, sia chiaro. u.u

Hello drivers my old friends
I've come to race with you again
Because a vision is still shocking
Hit my mind while I was drinking
And the vision is still planted in my brain
There's a race
Without the sound of engines

A ferris-wheel there stood alone
Narrow streets without a stone
Neath the halo of a street lamp
I turned my back and I decided to dump
When my eyes were stabbed
By a flash of a neon light
Not red and white
And all but sound of engines

And in the fake light I saw
Just eighteen drivers, no one more
People screaming without speaking
People shouting without complaining
Drivers yelling words that medias always shared
No one dared
Just care for sound of engines

Cars, said I, you do not know
Engines like a tiger roar
Wait for day and I might race you
In the night then I might crash you
But my words like silent engines fell
Ignored in the name of silence

And the drivers went and raced
Near the neon lamps they faced
Where a car crashed with no warning
In the wall while I was wondering
Did someone say the lines
Of the barcodes were printed on the circuit walls
And paddocks halls
Then got lost like sound of engines?


Traduzione:


RUSSIAN SHADOW (Parodia)


Parodia di "Moonlight shadow" di Mike Oldfiend e Maggie Reilly [X].

The last time that year he had pitted
Carried away by a Russian shadow
He stayed there worried and warned
Carried away by a Russian shadow
Lost in the midfield at Arabic twilight
With the win on the other side
Sent him to f*ck in the middle of a desperate fight
And he couldn't find how to pass through

Insults he whispered in the evening
Carried away by a Russian shadow
Sang a song of chagrin and nuisance
Carried away by a Russian shadow
All he saw was a silhouette of a car
He had to pass on the other side
He was mocked six times by a man on the run
And he cound't find how to pass through

I stay, I pray
See you world champion once again
I stay, I pray
See you world champion one day

Six p.m. with no warning
Carried away by a Russian shadow
He watched that damn race ending
Carried away by a Russian shadow
A flag was waving in the accursed night
No time to pass on the other side
He thought he'd come to win another time
But he cound't find how to pass through

I stay, I pray
See you world champion once again
I stay, I pray
See you world champion one day

He had to pass on the other side

Lost in the win of the car number five
That night was heavy and letdown was alive
As he couldn't find how to pass through

Carried away by a Russian shadow
Carried away by a Russian shadow

He couldn't pass on the other side


Traduzione:

domenica 14 febbraio 2016

La top-5 dei Dream Team

SOTTOTITOLO: LE “OTP” DELL’AUTRICE©

Avevo promesso un topic in cui avrei fangherleggiato. Ebbene, è giunto il momento di fanghereggiare, perché oggi si parla dei miei Dream Team, ed è raro che io abbia dei dream team... raro perché non tutti rasentano la perfezione come il mio team preferito in assoluto e neanche come il mio secondo team preferito in assoluto. Insomma, non tutti sono le mie OTP, e con questo non intendo affatto dire che shippo i piloti. Non shippo i piloti. L'idea dei Webbonso together forever non mi eccita né mi sembra una visione realistica della realtà. In realtà i Webbonso non sono mai stati compagni di squadra e non c'entrano nulla con questo topic, dedicato ai dream team che sono davvero stati team! Il risultato non cambia. Non ho mai shippato nessuno di loro, né lo farò mai.

WARNING: questo topic può contenere affermazioni da fangirl e può farvi dubitare della mia sanità mentale (soprattutto quando vedrete chi ci ho messo), sempre ammesso che non abbiate iniziato molto tempo fa a dubitarne.

POSIZIONE NUMERO 5: Ralf Schumacher e Juan Pablo Montoya (Williams, 2001-2004)
Cosa, cosa, cosa? L'Autrice(C) mette gli Schumontoya (che termine terribile! la tentazione di non terminare questo post è enorme) in top-5 nei dream team? Perché? Perché? PERCHÉ?????!!!!!! L'Autrice(C) non sa il perché... Sta di fatto che Ralf Schumacher e Juan Pablo Montoya sono il mio dream team nei team dei piloti caotici ma con classe, quelli pronti a duelli epici... insomma, duelli che sarebbero stati epici, se fossero stati protagonisti piloti dei bassifondi invece che piloti di un team di alto livello. Caotici ma con classe in realtà non proprio, in continua polemica sia fuori dalla pista sia dentro, tre lustri dopo la loro prima apparizione "together forever" ma fino a un certo punto sono ammaliata dalla grazia con cui hanno cercato di imporsi l'uno sull'altro. Le fangirl di livejournal, nell'epoca 2004, li shippavano. Loro, in pista, saltavano addosso l'uno all'altro favorendo ottimi spunti. Poi uno di loro ha deciso che la sua vera strada erano i tombini...

POSIZIONE NUMERO 4: Timo Glock e Charles Pic (Marussia, 2012)
Trovare uno "ship name" per Glock e Pic è più difficile di quanto potessi immaginare. Piclock, però, suona bene, secondo il mio spassionato parere. "L'Alonso e l'Hamilton dei poveri" sono stati compagni di squadra nel lontano e piuttosto vicino 2012, ultima stagione di Glock in Formula 1, e mi sono rimasti impressi fin dal giorno del loro duello epico. No, in realtà mi erano già rimasti impressi anche prima, l'unica cosa che ancora mi sfuggiva era il fatto che, nelle retrovie, certi duelli erano all'ordine del giorno e magari suscitavano anche un po' di polemica tra compagni di squadra fuori pista. Insomma, non erano al livello degli Schumontoya, per attenzione mediatica, però mi hanno aperto gli occhi su tante cose e meritano un riconoscimento entrando al quarto posto nella top-5 dei dream team.

POSIZIONE NUMERO 3: Bruno Senna e Karun Chandhok (HRT, 2010)
Le fangirl di Tumblr li chiamano Karuno, ma a me piace di più il termine Sendhok. La loro peculiarità, oltre che quella di essere gli Hispania Boys originali, quella di essersi fatti mettere a piedi in diverse occasioni per mettere un sedile sotto il fondoschiena di Sakon Yamamoto e quella di essere stati immortalati in numerosi scatti tra i delfini, è quella di essere stati compagni di squadra pressoché ovunque: lo erano in GP2 (dove portavano tute dai colori diversi: rosso Santander per Senna, blu Redbull per Chandhok), lo sono stati in Formula E in un team indiano. Diversamente dagli Schumontoya e dai Piclock (OMG, che diciture orribili, dovrei smetterla, e forse non avrei dovuto nemmeno iniziare questo topic), i Sendhok sono sempre andati d'accordissimo dentro e fuori dalla pista, e per il "dentro" non mi soddisfa molto, perché qualche duello epico indo-brasiliano avrebbe dato un po' di verve e un po' di colore alla Formula 1... ma tralasciamo. Su Twitter spesso si scambiano dei tweet che circolano su Tumblr, dove i due vengono paragonati a una coppia di anziani sposini annoiati. Hanno entrambi la fama di cinnamon roll e pare che Chandhok sia l'unico cinnamon roll di origini asiatiche del mondo dei motori (sempre ammesso che le fangirl sappiano che l'India è in Asia, cosa di cui non sono del tutto sicura).

POSIZIONE NUMERO 2: Michael Schumacher e Felipe Massa (Ferrari, 2006)
Abbandoniamo la Marussia e la HRT per concentrarci su un team che sta da tutt'altra parte: correva l'anno 2006 e Michael Schumacher e Felipe Massa (Schumassa, come ship name, ci sta bene, vero? per quanto possa stare bene uno "ship name") erano compagni di squadra in Ferrari, pronti a dominare il mondo e a piazzarsi nientemeno che al secondo posto nella mia classifica ufficiale dei dream team. La ragione per cui li metto qui sta nel Gran Premio della tuta verde-oro... ehm, volevo dire, Brasile 2006, che tra parentesi era l'ultimo gran premio di Schumacher in Ferrari e, all'epoca, pensavamo anche l'ultimo gran premio della sua carriera, anche se poi non è andata così. I due andavano d'accordissimo e in pista non è mai accaduto nulla che mi abbia impressionata, tra di loro, ma c'è anche da dire che era un'epoca in cui un duello tra compagni di squadra non mi avrebbe entusiasmato tanto quanto ora, dato che vedevo la Formula 1 in un'ottica Ferrari vs McLaren o Ferrari vs altro team vincente, quindi in quell'occasione Ferrari vs Renault. Non mi sarei immaginata neanche da lontano due compagni di squadra in accesa competizione tra di loro, specie in un top-team, ed ero un po' troppo focalizzata sui concetti di "prima guida" e "seconda guida". Per fortuna negli anni a venire ho aperto gli occhi, anche grazie all'equilibrio che c'è stato tra i piloti McLaren e Ferrari al gran completo per buona parte del 2007. Il Gran Premio del Brasile, però, è stato il momento in cui mi si è sciolto il cuore (suona malissimo in italiano; "it melt my heart" suonava molto meglio ed era così che la pensavo), quando li ho visti affiancati mentre Schumacher tornava in pista dopo il pit-stop post foratura e Massa, leader della gara, lo faceva sdoppiare. Lì ho pensato qualcosa che suonava come "sono troppo perfetti come compagni di squadra, nessuno batterà mai la loro perfezione". Poi è arrivata un'altra OTP, perfetta nel nome, nel jenga e nei fatti.

POSIZIONE NUMERO 1: Jules Bianchi e Max Chilton (Marussia, 2013-2014)
Un Dream team perfetto nel nome, dicevo... "Bianchilton" è uno degli "ship name" più perfetti di tutti i tempi (non saprei come pronunciarlo, ma non fa niente, gli ship name non sono fatti per essere pronunciati ad alta voce, sono fatti per dimenticarsene il più in fretta possibile), insomma, un nome da predestinati, anche se penso che Razia non sarebbe d’accordo con me.
Un Dream team perfetto nel jenga, dicevo... Ebbene, i Marussia Boys nel 2013 sono stati protagonisti di un meraviglioso siparietto in cui giocavano a jenga e, sebbene non siano stati gli unici a farlo, erano quelli che hanno giocato a jenga con maggiore classe.
Un Dream team perfetto nei fatti, dicevo... Che cosa c’è di più perfetto nei fatti di una sorta di crashgate involontario come quello accaduto a Monaco nel 2014? Bianchi è andato a punti a causa delle peripezie di Magnussen e Raikkonen e Raikkonen ha avuto quelle peripezie con Magnussen solo perché un precedente contatto con Chilton gli aveva regalato un biglietto di sola andata per le retrovie. Oh, e poi che cosa c’è di più perfetto dei festeggiamenti post-risultato, con il grazioso balletto tra compagni di squadra al via del gran premio successivo? La mia OTP 4e17er!!!11!!!11!!1 (L’ultima affermazione è stata volutamente imbarazzante, perché tanto ormai questo post è imbarazzante dalla prima parola fino all’ultima.)

PHOTOGALLERY: avevo voglia di fare un po' di edit, quindi vi tocca sorbirveli...

 Montoya e Schumacher II si spruzzano di champagne fingendo di avere tra le mani lanciafiamme anziché bottiglie.

Glock e Pic sfilano per il circuito, interrogandosi su potenziali disparità di trattamento: perché Glock ha un cappello mentre Pic è costretto a tenere i capelli al vento?

Senna e Chandhok si intrattengono a scambiare quattro chiacchiere con un delfino, che rivela a entrambi di essere un fan di Yamamoto.

 Massa e Schumacher I, infastiditi dal sole artificiale spuntato al box Ferrari che li costringe a indossare occhiali scuri, guardano con aria da serial killer i passanti.

 Chilton e Bianchi giocano a jenga, fantasticando sull'imminente conquista del mondo e sulla conquista della classifica dei Dream Team.