giovedì 25 aprile 2024

GP San Marino 2004: la prima pole position di Button

Carissimi lettori, oggi vi porto a fare un viaggio nel tempo, perché è il 25 aprile 2024 e il 25 aprile di vent'anni fa - sedetevi e fare un respiro profondo perché potreste rimanere traumatizzati allo scoprire che sono già passati vent'anni da allora - Jenson Button, a bordo di una B.A.R., a Imola si apprestava a scattare dalla prima pole position in Formula 1. All'epoca "Jensinho" aveva ventiquattro anni e si era messo dietro le Ferrari e le Williams alternate: Michael Schumacher, Juan Pablo Montoya, Rubens Barrichello e Ralf Schumacher. Tutta questa schiera di gente nulla ha potuto alla partenza: Button si è mantenuto in prima posizione mentre Michael Schumacher faceva a ruotate con Montoya. Erano altri tempi, non c'erano "incident noted" per simili amenità.
Juan Pablo ha messo le ruote sull'erba, Michael scappava a gambe levate, perché dopo avere tirato una ruotata a Montoya era la cosa più saggia da fare. Montoya ne ha approfittato per tirare una ruotata a Ralf facendogli mettere le ruote sull'erba e Takuma Sato su B.A.R. ne ha approfittato per portarsi quarto.
Vi chiederete forse dov'era Rubinho in tutto ciò, la risposta è che aveva perso posizioni alla partenza ed è rimasto imbottigliato dietro a Ralf. Davanti Button frattanto era ancora in testa seguito da Michael Schumacher, che ha approfittato della prima sosta - di un totale di tre - per passare davanti tramite overcut. Nei successivi tre stint ha fatto gara a sé, staccando Jenson, che tuttavia è rimasto stabilmente secondo.
Dopo le prime due soste, Barrichello era ancora dietro a Ralf, mentre in un secondo momento le Renault sono riuscire ad avanzare. Anzi, a dire il vero Trulli era già davanti ai due, Alonso è comparso in corso d'opera. Mentre Jarno si teneva dietro Barrichello, Fernando duellava con Ralf, tirandogli una speronata e facendolo precipitare finalmente dietro a Barrichello che l'aveva così lungamente inseguito.
Sato era sprofondato più indietro già dopo la prima sosta, ma era ottavo, e aveva tra le mani l'ultimo punto disponibile, se non fosse che il motore Honda della B.A.R. è esploso in una nuvola di fumo quando mancavano pochi giri alla fine.


Michael Schumacher ha vinto davanti a Button e Montoya, poi a seguire Alonso, Trulli, Barrichello, Ralf Schumacher e... il ritiro di Sato ha aperto le porte all'arrivo in ottava posizione di Kimi Raikkonen, partito in ultima fila dopo avere rotto il motore nelle qualifiche e al momento il meglio posizionato portacolori della McLaren: David Coulthard annaspava nelle retrovie dopo un incidente nelle fasi iniziali della gara.
Fuori dai punti, ma comunque in top-ten, hanno concluso le due Sauber, con al nono posto Giancarlo Fisichella e al decimo Felipe Massa che quel giorno compiva ventitré anni.

mercoledì 24 aprile 2024

Stock Car 2024: la sventurata iella di Barrichello a Interlagos

Lo scorso weekend la Stock Car gareggiava a Interlagos, quindi come potrete immaginare è stato un fine settimana in cui si potevano immaginare notevoli gioie, ma anche enormi sofferenze difficili da quantificare a priori. Per chi non fosse avvezzo alla categoria e avesse ormai abbandonato Rubens Barrichello a se stesso, faccio presente che la iella che lo accompagnava sul circuito di casa quando era in Formula 1 non l'ha affatto abbandonato, ma anzi, ormai è divenuta una costante che in ogni appuntamento di Interlagos continua a ripresentarsi. E infatti ce lo siamo ritrovati in penultima fila. La Stock Car prevede una sprint con reverse grid dei primi dodici qualificati e, come spiraglio di luce, Felipe Massa invece è rientrato pienamente in questa zona della griglia: aveva il sesto tempo, il che significava che la sua posizione in griglia sarebbe stata piuttosto simile in sprint e in feature: settimo e sesto. Per intenderci, Massa non ha mai avuto una casa al di là dell'Arquibancadas, ma a Interlagos andava forte anche quando altrove era sempre nelle retrovie, figurarsi ora che colleziona podi come se non ci fosse un domani.

Nella sprint la pole da reverse grid era andata a Gabriel Casagrande, che ha preceduto Cesar Ramos, il quale è passato in testa dopo pochi giri. Casagrande, tuttavia, se la sarebbe vista molto più brutta in un secondo momento, quando la vettura l'ha lasciato a piedi nel bel mezzo della pista ed è entrata la safety car.
Tutto ciò accadeva prima delle soste ai box, con Massa che l'ha ritardata rispetto ad altri piloti, riuscendo a recuperare abbastanza da portarsi in seconda posizione. Ebbene, ancora una volta, Felipe mi ha regalato una gioia salendo a podio alle spalle di Ramos, con Thiago Camilo che completava il gradino più basso.
Purtroppo di gioie non ce n'erano altre: mentre accadeva tutto ciò, Rubinho si era invece già ritirato da tempo immemore per incidente, invece di rimontare dalla 20+esima piazza come sarebbe forse accaduto se fosse stato in un altro posto. Se non altro si è limitato a sbattere il posteriore contro una rete, invece di arrampicarsi su un muretto con tanto di macchina.

La feature race ha visto Marco Gomes partire davanti a tutti per effetto di una pole position "autentica" davanti a Gaetano Di Mauro, il quale l'avrebbe superato in corso d'opera, andando a conquistare la vittoria. Gomes non avrebbe nemmeno visto la gloria del podio, classificandosi quarto, alle spalle di Rafael Suzuki e Felipe Baptista.
Massa in questa gara stava andando bene, è risalito fino alla quarta piazza, ma poi nelle fasi inoltrate della gara la vettura ha iniziato a dare segni di avaria. Se in un primo momento è scivolato sesto, a pochi giri dalla fine è stato superato da tre vetture praticamente in un colpo solo, per poi perdere ulteriori posizioni e concludere solo quindicesimo.
Un risultato triste e desolante rispetto a quello del giorno prima, ma c'è un lato ancora più triste e desolante in tutto questo: Massa avrà anche chiuso solo quindicesimo, ma nonostante è riuscito comunque a portare a casa un risultato migliore di quello di Barrichello. :-////

PS. Avrei voluto aspettare domani a pubblicare questo post, perché domani 25 aprile è il compleanno di Massa, ma lo sto pubblicando adesso perché per domani ho in mente un altro post, che vi farà senz'altro sentire vecchi. E quell'altro post lo devo pubblicare proprio domani, perché sarà il ventesimo anniversario di quando un certo pilota è partito per la prima volta dalla pole position in Formula 1. L'ho già scritto, devo solo rivederlo, perché sono sempre sulla cresta dell'onda. XD O dell'Honda. O della B.A.R., anche se direi che ho spoilerato abbastanza.

martedì 23 aprile 2024

Indycar 2024: #2 Gran Premio di Long Beach

Nello scorso fine settimana si è svolto il Gran Premio di Long Beach, secondo appuntamento del campionato di Indycar, oppure terzo se teniamo in considerazione quello che non assegnava punti per il campionato. Non che sia così positivo tenerlo in considerazione e ricordarlo, quindi procediamo. La line-up che ha gareggiato a Lungaspiaggia era la seguente:

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Marcus Ericsson
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Theo Pourchaire (in sostituzione dell'infortunato David Malukas), Alexander Rossi
CARPENTER: Christian Rasmussen, Rinus Veekay
COYNE: Jack Harvey, Nolan Siegel
FOYT: Santino Ferrucci, Sting Ray Robb
GANASSI: Kyffin Simpson, Linus Lundqvist, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Romain Grosjean, Agustin Canapino
MEYER SHANK: Felix Rosenqvist, Tom Blomqvist
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlan, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Pietro Fittipaldi, Christian Lundgaard



Rosenqvist partiva dalla pole position, per una gara della durata di 85 giri, ma Power è andato in testa nel corso del primo giro. È rimasto in testa incontrastato per tutti i primi quindici giri, quando Rasmussen è andato a sbattere e ha anche cozzato addosso a Harvey. Alcuni piloti sono rientrati per la prima sosta ai box e tra questi c'era Power, così che Newgarden che non si è fermato è passato in testa, restandoci fino al 30+ giro quando è andato ai box.
Dixon è passato in testa seguito da Power, la loro seconda sosta è stata al 51°. I piloti sull'altra strategia sono rientrati sette o otto giri più tardi, con Newgarden e Herta che si sono frapposti tra Dixon e Power. Quest'ultimo sarebbe scivolato ulteriormente dietro a Palou.
Nelle fasi avanzate della gara Dixon e Newgarden erano vicinissimi e quest'ultimo aveva sicuramente il passo per essere il favorito, considerato che Dixon doveva gestire carburante. Il duello tra i due è proseguito per diversi giri, con nel frattempo il ritiro di McLaughlin rientrato al rallenty ai box, fintanto che a otto giri dalla fine, con il gruppetto dei primi quattro molto compatto, Newgarden è stato tamponato da Herta e ha perso la seconda piazza così come la terza.
Dixon ha proseguito in testa vincendo davanti a Herta e Palou, con Newgarden quarto. Ericsson, Power, Kirkwood, Grosjean, Rosenqvist e Rossi hanno completato i primi dieci.


domenica 21 aprile 2024

Commento al Gran Premio della Cina 2024

21.04.2024 - Shanghai // IN ZHOU WE TRUST

Carissimi peli inguinali spuntati finalmente a Norris, la Formula 1 è tornata a Shanghai e soprattutto è tornata parzialmente in diretta TV8. Nello specifico sono andate in diretta le qualifiche della sprint nonché la sprint stessa.
Le qualifiche della sprint si svolgevano al venerdì alle nove/ nove e mezza di mattina, cioè nel pieno del mio orario di lavoro. Ho letto i risultati su Twitter nel corso della mattinata, ho letto che Norris e i suoi peli inguinali erano in pole position e che a seguire la top-ten era composta da Hamilton, Alonso, Verstappen, Sainz, Perez, Leclerc, Piastri, Bottas e Zhou. Mi sono chiesta quali combinazioni astrali avessero portato a tutto ciò. Gli highlight visti durante la pausa pranzo parlavano di pioggia e del fatto che nelle sessioni precedenti fossero usciti Russell, Magnussen, Hulkenberg, Ricciardo e Stroll nella SQ2, mentre prima ancora Gasly, Ocon, Albon, Tsunoda e Sargeant nella SQ1.
La gara sprint era in diretta su TV8 alle nove cinesi cioè le cinque di mattina in Italia. Ho deciso di fare come si faceva ai tempi dei very uominy. Mi sono lamentata con me stessa che fossero le cinque e non le tre o le quattro per provare l'ebbrezza di guardare la gara di ritorno dalla discoteca, poi ho realizzato che erano le 22.30 ed ero già in camicia da notte e non è un abbigliamento credibile per chi vuole vaneggiare sul fare le ore piccole, quindi il fatto che fosse alle cinque mi concedeva una o due ore di sonno in più.
Alle 4.30 mi sono svegliata di soprassalto sognando di guardare la gara a letto sullo smartphone sul sito di TV8 - cosa che poi avrei fatto nella realtà - e che per qualche motivo c'era Martin Brundle anziché il Vanz a fare la telecronaca. Solo la sua voce accompagnava la partenza dato che per problemi di satellite le immagini sparivano al momento del via, un po' come occasionalmente capitava negli anni '80 specie durante i gran premi americani.

A differenza che nel mio sogno, nella realtà le immagini c'erano, ma non la voce di Brundle. C'era il Vanz pronto a osservare "ci sarà sicuramente da discutere" in relazione al primo evento che fosse capitato. Norris gli ha facilitato il compito: affiancato da Hamilton in partenza, si è allargato andando sulla sabbia e perdendo diverse posizioni. Alonso si è portato in testa e Verstappino è stato pazientemente in attesa finché non è giunto il momento di andarsi a prendere prima l'uno e poi l'altro. Nonostante ci fosse stato fatto notare come non avesse tempi altisonanti per i suoi standard, ha iniziato a farli e si è allontanato da tutto e da tutti, lasciando Hamilton secondo in una terra di nessuno e Alonso terzo a capitanare un trenino con Sainz, Perez e Leclerc. Il fanboy guardava timidamente il suo idolo, un po' come indeciso.
CS: "Aaaawwww."
FA: "Cosa vuoi, piattola?"
CS: "Voglio un tuo autografo."
FA: "Certo, così mentre sono distratto a firmartelo tu cerchi di appropriarti del mio terzo posto! L'autografo al massimo te lo faccio sulla macchina!"
Mentre gli Alonsainz si sportellavano, Perez ha superato entrambi in un colpo solo giusto per non dimenticarsi di fare il minimo sindacale.
CS: "Ferni mi ha fatto l'autografo usando una gomma e adesso ce l'ha a terra."
CL: "E mentre tu pensi al tuo idolohhhh, io passo davanti come se non ci fosse un domani."
CS: "E io ti sportello ricordandoti che potrebbe davvero non esserci un domani."
CL: "Ovvero?"
CS: "Ovvero potrebbe esserci l'apocalisse causata dai tuoi tifosi che litigano con i miei."
CL: "Io per sicurezza ti asfalto perché why not. Nel frattempo molti miei tifosi avranno la loro prima erezione."
Norris si è affacciato timidamente, ma ciò non ha portato alcun frutto, mentre la gara viaggiava verso la sua conclusione. Verstappen, Hamilton, Perez, Leclerc, Sainz, Norris, Piastri e Russell hanno portato a casa punti. Non ne hanno portati a casa invece Zhou, Magnussen, Ricciardo, Bottas, Ocon, Stroll, Gasly, Tsunoda, Albon, Sargeant e Hulkenberg, mentre Alonso non ha neanche visto il traguardo. È stato comunque penalizzato, il danno innescato sulla sua stessa macchina, con dieci secondi di penalità. Non ho capito molto la logica di tutto ciò, poi ho ricordato che si trattava di una penalità e, in quanto tale, non deve seguire una logica.

Le qualifiche si svolgevano alle nove italiane, stesso orario della gara, ma sono state trasmesse su TV8 a mezzogiorno, mentre la gara sarebbe andata in differita alle 14.00... e quest'ultimo dettaglio era consolatorio perché comunque la sensazione di vedere una gara alle 14.00 rimane comunque stupenda. A onore del vero anche l'orario a cui sono state trasmesse le qualifiche al sabato non era male, tutto ciò di cui posso lamentarmi è che a quell'ora ero già un po' stanca dato che, dopo la sprint race, avevo tentato invano per tre ore di riprendere a dormire, quindi di fatto ero sveglia dalle 4.30.
Non ha piovuto, non ci sono stati eventi strani e la scena più altisonante è stata in Q2 vedere Sainz perdere il posteriore, fare una sbinnata enorme e andare a sbattere l'anteriore su un cartello, sfracellandolo prima di andare a baciare le barriere. La sessione è stata redflaggata, ma Sainz è ripartito e tornato ai box.
FA: "Tutto ciò è illegalehhhh."
CS: "Cosa, levarmi dai coglioni per conto mio invece di parcheggiare qui provocando un'interruzione interminabile per far rimuovere la macchina?"
MV: "Certo, se i commissari di percorso sono very uominy devono essere pronti a tutto questo."
CS: "Scusa, ma chi ti ha interpellato? Perché non vai a fare la pole come tuo solito, invece di impicciarti di questioni che non ti riguardano? Tanto farai il miglior tempo di sicuro, quindi mettiti avanti con i lavori invece di stare a guardare come un pensionato con il giornale in mano nei pressi di un cantiere."
Verstappen ha fatto la pole, con a seguire Perez, Alonso, Norris, Piastri, Leclerc, Sainz, Russell, Hulkenberg, Bottas, Stroll, Ricciardo, Ocon, Albon, Gasly, Zhou, Magnussen, Hamilton, Tsunoda e Sargeant. Mi sono dimenticata di dire che il Prosciuttello era uscito in Q1, ma ho delle priorità. I dialoghi immaginari, per esempio, sono una di queste.

Alle 14.00 ho visto la gara senza spoiler, per una volta! Anche Perez non aveva avuto spoiler e non sapeva che Alonso avrebbe tentato di superarlo, quindi gli ha lasciato la porta aperta dandogli la possibilità di fare qualche giro in seconda posizione. Nel frattempo Russell aveva superato le Ferrari alla partenza e se ho ben capito il Vanz non si spiegava come avesse recuperato ben cinque posizioni. Ma in realtà Russell e le sue -L avevano l'undicesimo tempo ieri e l'ottavo oggi, quindi non ha superato nessuno tranne i Leclainz, i quali hanno provato anche l'ebbrezza di essere superati da Hulkenberg, che ha avuto uno sprazzo di competitività durato due minuti contati prima di essere superato da entrambi. Successivamente Leclerc ha superato Russell per andare a prendersi anche Piastri. Sainz era alle prese con Russell quando questo ha anticipato la sosta.
In sintesi, le Ferrari e Norris sono quelli che hanno rimandato la sosta più a lungo con il risultato che Sainz si è fermato poco prima che la vettura di Bottas si fosse fermata per un problema al motore in un punto abbastanza brigoso. Leclerc e Norris si sono fermati in regime di virtual safety car mentre un branco di commissari di percorso, per dieci minuti, cercava di spostare la macchina a mano. Fallito questo tentativo, è stata messa safety car e la vettura è stata spostata con un apposito mezzo, mentre tutti i piloti che si erano fermati già da qualche giro hanno effettuato una sosta ulteriore. Molti erano sulle hard, mentre Alonso ha messo le soft. I primi cinque erano Verstappen, Norris, Leclerc, Perez e Sainz, con questo superato da Alonso senza che lo vedessimo live, perché in quel momento Stroll aveva tamponato duramente Ricciardo con un "mai visto questo" di Gené e Tsunoda aveva una ruota a terra dopo un contatto con Magnussen. Si è fermato da qualche parte in giro per la pista ed è stata mandata di nuovo in pista la safety car, dopo la quale avremmo assistito a un intenso duello ruota contro ruota tra Magnussen e Stroll.
CL: "Sono davanti a Checo mentre Sainz è dietro al suo idolohhhh!!!111!!!11!!"
CS: "Non sono sicuro che sarai davanti a Checo ancora per molto. Solo il mio best friend forever Trollando può stargli davanti e non farsi neanche avvicinare. E comunque il mio idolohhhh si leverà di torno per andare ai box, non come noi che resteremo sulle hard e staremo a novanta."
Il pubblico: "Ma voi chi siete? Tacete e lasciateci urlare e inneggiare al vero eroe, il grande, immenso e unico Zhou."
CL: "Carlito, secondo te questi stanno bene? Io inizio ad avere un po' di paura. Ti va di diventare aMiKeTtY per un giorno e di tenerci per mano?"
CS: "No, non possiamo essere aMiKeTtY. Siamo troppo diversi: tu credi ancora negli unicorni e nelle vittorie della Ferrari, io no. Credo però che il mio idolohhhh dopo la sosta andrà a superare il tuo futuro compare Hamilton e anche il piccolo Piastri, che si lamenta di un danno alla macchina. Però rimarrà attardato dietro alle -L di Russell quindi non ho niente di cui preoccuparmi. E non dovresti preoccuparti nemmeno tu, anzi, dovresti sperare di rinascere come tifoso cinese di Zhou, così saresti felice di default."

RISULTATO:
1. Max Verstappen/ Redbull
2. Lando Norris/ McLaren
3. Sergio Perez/ Redbull
4. Charles Leclerc/ Ferrari
5. Carlos Sainz/ Ferrari
6. George Russell/ Mercedes
7. Fernando Alonso/ Aston Martin
8. Oscar Piastri/ McLaren
9. Lewis Hamilton/ Mercedes
10. Nico Hulkenberg/ Haas
11. Esteban Ocon/ Alpine
12. Alex Albon/ Williams
13. Pierre Gasly/ Alpine
14. Zhou Guanyu/ Kick Sauber
15. Lance Stroll/ Aston Martin
16. Kevin Magnussen/ Haas
17. Logan Sargeant/ Williams
Rit. Daniel Ricciardo/ Visa Cash App RB
Rit. Yuki Tsunoda/ Visa Cash App RB
Rit. Valtteri Bottas/ Kick Sauber


sabato 20 aprile 2024

Formula E 2024: #6 e #7 eprix di Misano

Carissimi lettori, sono in ritardissimo, ma non per questo eviterò di raccontarvi in breve gli eventi dello scorso eprix di Misano, che si è svolto nel passato fine settimana, nelle giornate di sabato e di domenica, andando a costituire rispettivamente il sesto e il settimo evento del campionato 2024, che tornerà in pista tra una settimana a Montecarlo e prevede in totale sedici eventi.
Questa è la line-up, giusto come reminder:

ANDRETTI: Jake Dennis - Norman Nato
DS PENSKE: Stoffel Vandoorne - Jean-Eric Vergne
ERT: Sergio Sette-Camara - Dan Ticktum
ENVISION: Robin Frijns - Sebastien Buemi
MCLAREN: Jake Hughes - Sam Bird
MASERATI: Maximilian Gunther - Jehan Daruvala
JAGUAR: Mitch Evans - Nick Cassidy
ABT CUPRA: Lucas Di Grassi - Nico Muller
PORSCHE: Antonio Felix Da Costa - Pascal Wehrlein
MAHINDRA: Nyck De Vries - Edoardo Mortara
NISSAN: Oliver Rowland - Sacha Fenestraz

Sabato scorso la Formula E è scesa in pista a Misano per la prima volta nella storia e, in una gara iniziata con Evans in pole position, è stato un susseguirsi di scambi di posizioni, con grossi colpi di scena. Uno di questi è il fatto che Da Costa, che partiva ben tredicesimo, si sia ritrovato nelle zone alte della classifica. Non solo, si è anche portato in testa e nelle fasi finali ha resistito agli attacchi di Rowland, che lo seguiva molto da vicino, andando a conquistare la vittor-... ah no.
Proprio come spesso accadeva nella Formula E delle origini, a distanza di ore e ore è arrivato un grosso stravolgimento: la squalifica per irregolarità di Da Costa, che ha promosso Rowland vincitore, dopo che già con i punti del secondo posto era anche divenuto leader della classifica piloti, approfittando anche del ritiro di Cassidy e dell'arrivo nelle retrovie di Wehrlein.
In sintesi, la top-ten è stata la seguente: Rowland, Dennis, Gunther, Ticktum, Evans, Vergne, Nato, Vandoorne, Fenestraz, Di Grassi. Quest'ultimo, grazie alla squalifica di Da Costa, è risalito da undicesimo a decimo conquistando il primo punto stagionale.

La domenica Rowland avrebbe potuto seriamente fare il bis. In una gara iniziata con la pole position di Hughes, poi sprofondato in bassa zona punti in corso d'opera, avrebbe potuto vincere la seconda gara in due giorni, ma a causa di un consumo eccessivo di energia, la monoposto l'ha lasciato a piedi quando mancava ormai soltanto un giro alla conclusione della gara. A risalire in testa, quindi, è stato Wehrlein che è stato il primo pilota a ottenere una seconda vittoria stagionale nel 2024: aveva infatti già vinto la gara inaugurale in Messico.
Non solo: Wehrlein si è anche ritrovato in testa alla classifica, a pari punti con Dennis che ha chiuso la gara in seconda posizione: l'ex pilota di Manor e Sauber è considerato leader in quanto ha due vittorie contro una sola conquistata dal campione in carica nel secondo evento della stagione in Arabia Saudita. Rowland è sprofondato quindi al terzo posto, a causa del ritiro, conservando tuttavia una manciata di punti in più di Cassidy, nonostante questo abbia chiuso sul gradino più basso del podio superando sul finale Muller.
I primi dieci sono stati Wehrlein, Dennis, Cassidy, Muller, Fenestraz, Sette-Camara, Vergne, Hughes, Daruvala e Bird. Per Daruvala si è trattato il primo arrivo in zona punti da quando è approdato in questa categoria a inizio stagione.

mercoledì 17 aprile 2024

Ho rivisto il documentario "Senna" del 2011: le mie impressioni

Ho visto per la prima volta il documentario "Senna" diretto da Asif Kapadia, nell'ormai lontano 2011, poco tempo dopo la sua uscita. Ricordo di averlo guardato successivamente insieme a un'amica che ai tempi seguiva la Formula 1 in maniera diciamo occasionale e senza una grossa conoscenza del passato del motorsport. Non ricordo se poi l'avevo visto altre volte, oltre a quelle due, ma ho deciso di riguardarlo perché, non avendone mai parlato sul blog (e del resto ai tempi non esisteva ancora il blog), ho pensato che fosse il caso di scrivervi una breve recensione.

In sintesi, il documentario è un collage di filmati di motorsport d'epoca, con qualche filmato privato occasionale, nel quale vengono mostrati, in sintesi, i seguenti eventi:
- il GP di Montecarlo 1984, avvenuto poco dopo l'esordio di Ayrton Senna in Formula 1, e nel quale ha conquistato il podio;
- la sua prima vittoria con la Lotus al GP del Portogallo 1985;
- gli anni in McLaren e in particolare gli incidenti con Alain Prost in Giappone 1989 e 1990 e le polemiche con Jean-Marie Balestre;
- il passaggio in Williams e gli eventi del GP di San Marino 1994.

Devo dire che ho trovato il film molto evocativo e ho trovato specie l'ultima parte molto ben fatta e coinvolgente. Prodotta in un'epoca in cui era la prassi mostrare scene di incidenti mortali con rispetto, da un lato senza sensazionalismi dall'altro senza indignazione da parte di orde di teenager ignari del concetto di dovere filtrare in prima persona cosa si vuole guardare o no, è esattamente quello che succede nel documentario.
Purtroppo non mi sento di dire lo stesso della parte precedente, in cui ho notato la tendenza contemporanea a dividere il mondo in benehhhh assolutohhhh e malehhhh assolutohhhh e in cui tutto quello che succede - dove per "tutto" intendo in senso letterale - si rivela essere un complotto contro il benehhhh assolutohhhh.

In più, contrariamente a quanto successo in altri documentari (per esempio il documentario su Michael Schumacher uscito su Netflix un anno e mezzo fa, in cui avevo elogiato il non scadere mai in una certa retorica), devo ammettere di non apprezzare per niente né quel clima da "trionfo della giustizia divina" con cui vengono presentati i successi di Senna, né come questo presunto trionfo della giustizia divina venga fatto coincidere con la sua religiosità.
Anche perché, se il successo in pista dovesse dipendere dalla spiritualità di un pilota, pare che Rikki Von Opel sia divenuto un monaco buddista, dopo la fine della sua carriera di pilota; quindi credo che questa teoria possa essere facilmente smentita!

Altra cosa che mi lascia un po' perplessa è come eccetto Prost nessun altro pilota presente venga pressoché menzionato o preso minimamente in considerazione. È un po' come se Senna non avesse mai avuto avversari eccetto nel 1989/1990 e, a onore del vero, anche i suoi stessi risultati non vengono particolarmente approfonditi, quando non ci sono polemiche a fare da contorno. Anzi, quando non ci sono a fare da contorno polemiche nelle quali è coinvolto Prost, oppure Balestre, oppure entrambi. Per dire, non c'è neanche la predica fatta a Schumacher* indossando il famoso maglioncino color salmone - anche se il colore caratteristico delle polemiche compare sulla maglia che Senna indossa alla riunione dei piloti con Balestre per discutere dei coni che delimitano la pista in Germania 1991.

Andando oltre i contenuti, ricordo che la mia amica a cui ho fatto vedere il documentario l'ha trovato a suo tempo molto interessante e per nulla noioso, nonostante avesse una conoscenza soltanto sommaria degli eventi. In generale, inoltre, ricordo che a quei tempi ha avuto molto apprezzamento soprattutto da persone che non avevano una conoscenza totale o lineare del periodo raccontato. A mio parere un enorme punto di forza del film di Kapadia è l'essere apprezzabile non solo ai fanboy incalliti di Senna, alle persone che seguivano la Formula 1 tra fine anni '80 e inizio anni '90 o che hanno maturato una passione postuma per quell'epoca storica.

Quest'ultimo aspetto, a mio parere, va a compensare di gran lunga i lati negativi: è importante riuscire a trasmettere qualcosa e questo documentario, senza ombra di dubbio, trasmette molto. Pur non avendone apprezzato certe scelte e ritenendo discutibile l'inserirvi quasi solo eventi altisonanti al fine di generare indignazione (cosa che purtroppo a distanza di tredici anni attualmente va per la maggiore) ed elevando il protagonista a personaggio che ha il diritto innato di non ricevere mai nemmeno la critica più velata (anche questo va molto di moda attualmente), ritengo che invece da questo aspetto si sia lavorato molto bene.


*: piccola curiosità, una delle critiche che ricordo ai tempi della sua uscita era la quasi totale assenza nel documentario di accenni al duello Senna vs Schumacher. Di fatto si vede appena il GP del Brasile 1994, mentre viene citato il sospetto di Senna sul traction control della Benetton osservandola e ascoltandola durante il GP del Pacifico dove si era ritirato per un incidente al via. Ho fatto questo accenno estemporaneo più che altro per menzionare che a T.I. Aida si gareggiava il 17 aprile 1994 e che, di conseguenza, oggi sono passati esattamente trent'anni.

martedì 16 aprile 2024

Sessant'anni di 1964: le Ferrari bianco-blu e il titolo di Surtees (che con la mentalità odierna sarebbe leggermente controverso)

Leggermente = avverbio inserito per abbellire il titolo

Vi ho raccontato nei giorni scorsi i precedenti appuntamenti del mondiale 1964 ed è giunto il momento di concludere questo viaggio nel tempo: il 4 e il 25 ottobre rispettivamente si svolti i gran premi degli Stati Uniti e del Messico, dove il titolo si sarebbe deciso tra ben tre aspiranti campioni del mondo: Graham Hill su BRM, Jim Clark su Lotus e John Surtees su Ferrari, non una sfida da poco! Tuttavia trattandosi di eventi nordamericani vintage, i tifosi della Ferrari italiani non potevano certo seguire gli eventi passo-passo, nella speranza di assistere al trionfo di una vettura rossa. E anche se avessero avuto i mezzi moderni, Ferrari di colore rosso non ce n'erano: a causa di una polemica tra Enzo Ferrari e la Federazione, le vetture schierate per i fue gran premi finali correvano con licenza americana del North American Racing Team e avevano livrea bianco-blu. Erano infatti i tempi in cui le monoposto portavano i loro colori nazionali e il rosso era il colore che rappresentava le vetture italiane, mentre quella sfoggiata a Watkins Glen e Città del Messico era la livrea americana.

Surtees, il poleman Clark e per tutta la fase restante della gara Hill si sono alternati in testa al gran premio, con Clark che ha perso due giri a metà gara per un guasto. Il team Lotus, allora, ha preso la decisione di fare uno scambio di vetture: è stato richiamato ai box Mike Spence e la sua monoposto è stata affidata a Clark, con Spence che sulla macchina di quest'ultimo è stato poi costretto al ritiro.
Mettete a letto i driverstosurvivers, perché vi spiego le ragioni alla base di questa scelta. Non erano gli anni '50, quindi gli shared drive non erano più la prassi. Però Clark avrebbe potuto classificarsi davanti agli avversari diretti e, se non poteva fare punti lui, poteva sottrarne agli altri - almeno sulla carta, dato che nella realtà Hill e Surtees erano 1/2 (con John che si è pure concesso una sbinnata in corso d'opera, perché tanto erano gli anni '60 e il tifoso medio non aveva ancora raggiunto quel livello di degrado tale per cui il pilota Ferrari debba essere schifato al primo testacoda).
In sintesi in casa Lotus hanno detto a Spence: "tu non sarai mai in grado di finire davanti a loro, quindi levati e fai guidare Clark che è il GOAT". Obiettivamente non sarebbe neanche così offensivo sentirsi dire di essere peggio dell'ineguagliabile, comunque sia Clark si è ritirato mentre era terzo.
Jo Siffert su Brabham ha chiuso terzo, seguito da due americani, Richie Ginther su BRM e Walt Hansgen su Lotus, con la BRP di Trevor Taylor sesto e ultimo.

Anche il Messico è una gara per cui è bene mettere a letto i driverstosurvivers, perché andiamo a cacciarci in un ginepraio tale da spingermi per la prima volta nella mia vita a usare il termine "ginepraio". Clark era ormai a nove punti dalla vetta, ma poteva vincere il titolo se Surtees non concludeva secondo e se - per via degli scarti - Hill non arrivava a podio.
Clark, partito dalla pole, leaderava davanti alla Brabham di Dan Gurney, con Hill che, in terza posizione, aveva il titolo in tasca, almeno finché verso metà gara non si è preso un sportellata da Lorenzo Bandini che, vorrei ricordarlo, era il compagno di squadra di Surtees, sembra un po' un plot (nel senso di trama) uscito dalla di Sylvester Stallone. Hill ha perso diverse posizioni, prima di ritirarsi in seguito.
I primi tre erano a questo punto Clark, Gurney e Bandini, con Surtees che, anche in caso di ritiro di di Clark, avrebbe potuto battere Hill soltanto se fosse giunto secondo. Ma Clark non si sarebbe ritirat-...ah, no. La sua vettura ha deciso di lasciarlo a piedi in di gara e, dopo avere tentato di portare comunque la macchina al traguardo questa gli ha detto "no, basta, sono stanca" a un giro dalla fine.
A quel punto in casa Ferrari avevano l'occasione di vincere il titolo, ma vi era un'unica possibilità: hanno esposto a Bandini un cartello per indicargli che doveva cedere la posizione a Surtees. L'ha fatto e Surtees è entrato nella storia.


Surtees ha vinto un titolo non semplice, è stato necessario in sintesi che 1) il suo compagno di squadra buttasse fuori il suo avversario diretto, 2) l'altro avversario si ritirasse per un guasto a un giro dalla fine, 3) un ordine di scuderia. Come minimo con la mentalità odierna verrebbe chiesta la sua testa su un piatto d'argento, ma per sua fortuna guidava una vettura ross-... ah, no. Però era un campione di motociclismo, e sappiamo che il motomondiale è più bello i duellihhhh e i sorpassihhhh.
In tutto ciò oserei affermare che nemmeno alla nonna di Gurney potesse importare qualcosa della vittoria del nipote in un simile momento. Detto ciò veniamo a Clark, che è stato classificato quinto, alle spalle di Spence che immagino sia stato soddisfatto che il suo ritiro sia avvenuto solo a un giro dalla fine, per non dovergli cedere di nuovo la macchina! Infine segnalo come la zona punti sia stata conclusa, su una terza Ferrari bianco-blu, dal pilota di casa Pedro Rodriguez.

domenica 14 aprile 2024

Sessant'anni di 1964: scontro Clark vs Hill, prima che la situazione cambi in corso d'opera

Dopo le prime quattro gare della stagione, soltanto un punto separava in vetta alla classifica Jim Clark e Graham Hill, in apparenza i principali contendenti al titolo. Il quinto evento in calendario era il gran premio di casa di entrambi, in Gran Bretagna a Brands Hatch, dove il pilota della Lotus ha preceduto quello della BRM in qualifica, conquistando la pole position. A seguire, le Brabham di Dan Gurney e di Sir Jack, nonché la meglio classificata delle Ferrari, quella di John Surtees, al quinto posto.
Era l'11 luglio il giorno della gara e Clark ha mantenuto la testa della gara fin dal via. Non è del tutto chiaro che cosa sia successo a Gurney, per un paio di giri in seconda posizione e poi precipitato nelle retrovie, in quanto tutto ciò che ho trovato è stato un highlight di un quarto d'ora, ma con inquadrature molto a random, ma fatto sta che gli è succeduto in seconda piazza Graham Hill.
Proprio il duo Clark/ Hill ha chiuso la gara in prima e seconda posizione, con un gap di circa due secondi. Staccato di circa un minuto e venti dal leader, Surtees ha portato a casa il terzo gradino del podio. Brabham ha preceduto l'altra Ferrari di Lorenzo Bandini, mentre la zona punti è stata conclusa da Phil Hill su Cooper.
Clark aveva a questo punto quattro punti di vantaggio su G.Hill, con gli avversari più vicini piuttosto distanziati da entrambi, ma la situazione era destinata a cambiare bruscamente.

Del successivo GP, disputato in Germania il 2 agosto, ho trovato un extended highlight con telecronaca tedesca della durata di mezz'ora, il che è assolutamente top quality. *-* Tra l'altro nei commenti ho letto di come quel periodo e quelle monoposto fosse considerato da un utente "il periodo più sicuro della Formula 1 vintage, fino alla metà degli anni '80". Non so, non mi sembra un commento tanto centrato, dato che in quel fine settimana ha perso la vita Carel Godin de Beaufort dopo un incidente in una sessione di prove libere.
Dal punto di vista del risultato, Surtees ha portato a casa la pole position, precedendo Clark e Gurney, nonché Bandini e G.Hill. Clark ha preso la posizione al via, ma già al termine del primo giro, dopo averlo superato, Surtees si è portato in testa e salvo una brevissima parentesi in cui Gurney avrebbe preso la leadership, sarebbe stato leader per quasi tutta la gara, oltre che nel momento decisivo.
Clark ha iniziato a perdere posizioni quasi subito, mentre Gurney in un momento avanzato della gara è andato incontro a un simile destino, con la sola differenza che Jim è stato costretto al ritiro, mentre Dan è riuscito a concludere la gara all'ultimo posto.
Hill ha concluso la gara in seconda posizione, precedendo Bandini. Hanno completato la zona punti Jo Siffert su Brabham, nonché Maurice Trintignant e Tony Maggs su BRM di team privati. Il filmato, in ottima qualità e che aveva permesso di assistere a diverse fasi della gara, in particolare la partenza - immortalata negli screenshot sottostanti - e il primo giro, si è concluso con un'inquadratura del podio.


Purtroppo non si può dire lo stesso dei due gran premi successivi, di cui ho trovato video riassuntivi di al massimo un minuto e pochi secondi. Tuttavia per quanto riguarda il GP d'Austria - disputato il 23 agosto - posso segnalare di come ci siano reperibili su Youtube filmati che riprendono il notevole incidente di cui è stato protagonista Phil Hill, a seguito del quale la macchina ha preso fuoco - il pilota avrebbe saltato il successivo GP d'Italia venendo sostituito da John Love, per poi tornare al volante negli ultimi due eventi stagionali.
Graham Hill scattava dalla pole, ma è partito al rallenty e si è ritirato quasi subito. Gli è succeduto in testa Surtees, che tuttavia nella prima parte di gara si sarebbe ritirato per un guasto a una sospensione. Stesso destino, prima ancora di arrivare a metà gara, per il pilota che gli era succeduto in testa, ovvero Gurney. A quel punto è passato in testa Bandini, che era risalito secondo dopo il ritiro di Clark per un problema tecnico e che è stato più fortunato dei suoi due predecessori e ha mantenuto la prima posizione fino al termine della gara, conquistando la vittoria con diversi secondi di vantaggio nei confronti della BRM di Richie Ginther, che ha concluso la gara in seconda posizione. Quella del pilota italiano è stata la prima vittoria della Ferrari a Zeltweg, nonché la seconda vittoria consecutiva per la Scuderia di Maranello in quella stagione.
Bob Anderson, su Brabham del team DW Racing, ha conquistato il suo unico podio in Formula 1, precedendo Maggs, Innes Ireland su BRP, infine Siffert a completare la zona punti.

Purtroppo anche di Monza - dove il gran premio si è svolto il 6 settembre - non si trovano video che mostrino qualcosa, ma dal lap-by-lap sembra che per i primi due terzi di gara Surtees, partito dalla pole position, e Gurney, che scattava dalla seconda posizione, si siano alternati in testa alla gara. Le posizioni si sono stabilizzate con Gurney secondo almeno fino alla parte ormai conclusiva della gara, quando ha perso diverse posizioni precipitando nuovamente nelle retrovie. In seconda posizione gli è succeduto Bruce McLaren su Cooper, mentre nel giro finale Bandini risulta avere superato Ginther per il terzo posto, con Ireland e Mike Spence su Lotus a completare la zona punti.
La Ferrari ha quindi conquistato la terza vittoria consecutiva e Surtees ha vinto - peraltro con un minuto di vantaggio sul secondo classificato - mentre i due principali contendenti al titolo non portavano a casa nemmeno l'ombra di un punto: scattato dalla terza casella della griglia, G.Hill non ha completato nemmeno un giro per un problema tecnico avvenuto alla partenza, mentre Clark si è ritirato dopo circa un terzo di gara mentre si trovava in terza posizione. La classifica era del tutto stravolta rispetto a qualche gran premio prima: Hill in testa con 32 punti, Clark secondo con 30, Surtees terzo con 28, un mondiale che si preannunciava ancora apertissimo, quando mancavano soltanto i due appuntamenti d'oltreoceano.

Per oggi il nostro viaggio nel 1964 termina qui. Vi lascio con il fiato sospeso, come se davvero non sapeste come sia andato a finire, almeno a livello di posizioni in classifica. Nel prossimo post dedicato a questa stagione ricostruiremo gli ultimi due eventi del campionato. Non ho ancora cercato niente, ma sono abbastanza sicura che non ci saranno video di extended highlights.


sabato 13 aprile 2024

Quando i piloti hanno utilizzato date di nascita non effettive

Tra le varie cose che mi ero ripromessa di fare, ma che non avevo ancora fatto, c'era quella di scrivere un post a proposito dei piloti che hanno utilizzato età fittizie. Ne avevo discusso con l'autore del canale youtube @MotorStories - che vi consiglio vivamente di seguire - in occasione dell'anniversario di nascita di Gilles Villeneuve, che nel mondo della Formula 1 è stato probabilmente il caso accertato più noto di età fittizia: nato nel 1950, infatti, per rendersi più appetibile si era calato gli anni sostenendo di essere nato nel 1952.
È stato lo stesso autore del canale, inoltre, a farmi notare come Roger Williamson, al quale ha dedicato un ottimo documentario che potete trovare sul suo canale, fosse in realtà nato nel 1949, e non nel 1948 come la maggior parte delle fonti riportano.
Ci sono stati casi anche in epoca più recente. Per esempio, Giovanna Amati è stata a lungo indicata come nata nel 1962 (ricordo che quando ho iniziato a muovere i miei primi passi nella storia della Formula 1 vintage), ma attualmente, da ormai diversi anni, nelle sue biografie compare come anno di nascita il 1959. In gioventù, nei primi mesi del 1978, fu vittima di un caso di cronaca e i giornali dell'epoca riportano la sua età come diciotto/ diciannove anni, e non quindici/ sedici, pertanto pare accertato che l'effettivo anni di nascita sia il 1959 e non il 1962.
A proposito di 1962, era anche l'anno di nascita ufficiale di Roland Ratzenberger e, solo dopo la sua morte, si è scoperto che era in realtà nato nel 1960 e che per tutta la durata della sua carriera aveva utilizzato un'età diversa da quella reale.

Sembra improbabile che ai giorni nostri si possano ripetere circostanze simili, legate o a misunderstanding mai smentiti dai diretti interessati, oppure a effettivi tentativi di apparire più giovani (o più vecchi - di questo ne parlerò nei prossimi paragrafi) tuttavia senza andare troppo indietro nel tempo e senza passare per la Formula 1 "vera e propria", arriviamo addirittura ai primi anni 2010.
La tester Maria De Villota, infatti, durante la sua carriera veniva data come nata nel 1980 da tutte le fonti che parlavano di lei. La stessa data di nascita è circolata per diversi anni dopo la sua morte, avvenuta nel 2013, e peraltro ai tempi la maggior parte degli articoli davano 33 anni come l'età al momento del decesso. Tuttavia il sito Legado Maria De Villota - che dovrebbe essere attendibile, in quanto fonte ufficiale - la dà come nata nel 1979.
Mi sento di citare - specificando chiaramente che si tratta di un rumour di cui si discuteva nella seconda fine degli anni 2000 su Forum Autorsport e altri siti analoghi, e non di una notizia mai accertata - che Mark Webber potrebbe essere in realtà nato nel 1973 invece che nel 1976.
Come ipotesi a sostegno di questa teoria venivano date presunte voci di corridoio a quanto pare effettivamente esistenti, nonché il fatto che nel 1994, al momento del suo arrivo in Europa, si sarebbe fidanzato con la sua attuale consorte, molto più vecchia di lui, e il fatto che questa relazione potesse essere iniziata quando aveva venti/ ventun anni sarebbe più plausibile che quando ne aveva diciassette/ diciotto.
Veniva citato inoltre il fatto che a detta di molti apparisse - ai tempi - più vecchio della sua età. Mi permetto quindi di fare i complimenti a Webber, perché quarantasettenne o cinquantenne che sia, al giorno d'oggi gli anni non se li porta affatto male!

Il volere apparire più giovani, in un ambiente in cui spesso si viene messi da parte come "troppo vecchi" quando si è ancora giovanissimi, è facilmente intuibile. Il volere apparire più vecchi, invece? È molto semplice: mentre in Formula 1 fino all'epoca post-debutto di Max Verstappen non vi è mai stata alcuna regola che indicasse l'età minima per un pilota, dall'altra parte dell'oceano non funzionava così. Nell'universo USAC/ CART (in sintesi, il campionato di Indycar), per molti decenni vi erano limiti di età ben più stringenti di quella attuale, talora abbastanza borderline.
Di fatto era tendenzialmente richiesta la maggiore età per disputare le gare del campionato, con tuttavia un piccolo dettaglio non irrilevante: negli Stati Uniti la maggiore età non si raggiunge (o raggiungeva? non saprei) in tutti gli stati alla stessa età, ma in alcuni a diciotto e in altri a ventuno. E fino agli anni '90, tra questi stati vi era l'Indiana. Facendo qualche ricerca, inoltre, mi è parso di capire che chi nel proprio luogo di nascita o residenza era maggiorenne fosse comunque considerato maggiorenne, ma che comunque di anni per partecipare alla Indy 500 ce ne volessero ventuno. Di conseguenza c'erano piloti che, in linea teorica, potevano disputare diverse gare del campionato, ma non quella più prestigiosa!
Penso sia pressoché impossibile stabilire quanti piloti abbiano falsificato la propria età agli albori del motorsport, ma c'è un caso altisonante che risale ai primi anni '80. Il pilota in questione è Josele Garza, che diversi anni più tardi ha anche fatto un test con la Minardi, rookie of the year all'edizione 1981 a Indianapolis. Secondo la licenza con cui gareggiava aveva ventidue anni. In realtà era nato nel 1962 e ne aveva diciannove. È stato il più giovane pilota a disputare la Indy 500 almeno finché il limite di età non è stato abbassato.
Sembra non ci siano state conseguenze per lui, per la falsificazione dell'età, e tutto ciò che sappiamo è che, a quanto pare, si è difeso sostenendo di non sapere come mai risultasse di tre anni più vecchio.

Fuori concorso, stando a un racconto di Gianfranco Mazzoni durante una telecronaca di un gran premio del Brasile di parecchi anni fa, vorrei citare infine un altro escamotage con cui un pilota avrebbe eluso il limite di età: si tratterebbe di Rubens Barrichello che, in gioventù, avrebbe preso parte a una non meglio precisata competizione motoristica per la quale non aveva l'età semplicemente spacciandosi per il padre, omonimo e con il quale ha una forte somiglianza.

LINK SUGGERITI: @MotorStories
Documentario su Roger Williamson "La Cometa Inglese"



giovedì 11 aprile 2024

È morto Ted Toleman (1938 - 2024), in suo ricordo ripercorriamo la storia della sua scuderia

Ieri 10 Aprile è morto all'età di ottantasei anni Ted Toleman, fondatore dell'omonima scuderia presente in Formula 1 dal 1981 al 1985, team che di fatto ha cambiato diverse volte proprietà, a partire dal 1985, ma che è arrivato ai giorni nostri. A questo, tuttavia, ci arriveremo in un secondo momento, in quanto in questo post l'obiettivo è ripercorrere in primo luogo la storia della Toleman come scuderia.


Dopo un'esperienza nelle Formule minori, verso la fine del 1980 Toleman ha annunciato l'ingresso in Formula 1 per la stagione 1981, con motori turbo Hart.
La prima stagione, iniziata saltando i primi tre gran premi extraeuropei, è stata piuttosto complicata con i piloti Brian Henton e Derek Warwick che hanno collezionato una serie di DNQ e, a Montecarlo, addirittura DNPQ in quanto è stata disputata una sessione di prequalifiche per via della griglia di partenza ridotta dalle solite ventiquattro/ ventisei vetture alle venti che erano ammesse in griglia nel Principato.
Soltanto in due occasioni almeno una vettura è andata in griglia: a Monza, Henton si è qualificato penultimo ed è riuscito a portare la vettura al traguardo, classificandosi decimo e ultimo, mentre a Las Vegas, nel finale di stagione è stato Warwick a qualificarsi, partendo dalla penultima fila e ritirandosi in gara per un problema al cambio.

Il 1982 ha visto la presenza di Warwick come pilota, affiancato dal debuttante Teo Fabi, divenuto celebre per la sua presunta fuga dall'albergo nel quale si erano chiusi i piloti durante il famoso sciopero avvenuto in Sudafrica.
Durante il corso della stagione il team ha avuto svariate mancate qualificazioni, ha saltato anche due gran premi di "trasferta" nordamericana nel corso della primavera, ma le vetture sono andate in griglia più spesso, in diverse occasioni ci sono andate entrambe e soprattutto sono accaduti due fatti piuttosto attention seeker. Nel GP d'Olanda, Warwick ha ottenuto il giro più veloce nonostante i pochissimi giri disputati. In quello successivo in Gran Bretagna, è risalito velocemente dalle retrovie alla seconda piazza, per poi ritirarsi a poco più di metà gara. Le malelingue sostengono che sia stato simulato un problema tecnico, quando in realtà la monoposto era scesa in pista a serbatoio scarico, per risalire fino alle prime posizioni e in tal modo guadagnare inquadrature televisive per procacciarsi degli sponsor.
Warwick ha terminato i successivi gran premi in Francia e Germania, rispettivamente al quindicesimo e al decimo posto: sono state le uniche due gare terminate dalla Toleman nel corso del 1982.

Warwick è rimasto anche per il 1983, affiancato stavolta da Bruno Giacomelli. I risultati sono nettamente migliorati rispetto alla stagione precedente, con la qualificazione sempre, a parte a Montecarlo con una delle due auto quando Giacomelli è stato il primo degli esclusi, nonché con un numero rispettabile di gare terminate e diversi piazzamenti a punti.
Negli ultimi quattro gran premi Warwick è andato a punti in quattro occasioni di fila: sesto in Olanda, quinto a Monza, quinto a Brands Hatch dove peraltro anche Giacomelli ha fatto un punto giungendo sesto, nonché sesto nella gara conclusiva della stagione in Sudafrica.
In precedenza erano state ottenute altre top-ten, dalla settima piazza in poi, che per gli standard dei tempi tuttavia non valevano punti. E non avevamo visto ancora niente, perché era alle porte il 1984, la stagione più attention seeker in assoluto della storia del team.

Di fatto il 1984 è la stagione per cui la Toleman è passata alla storia, e nello specifico per avere fatto debuttare in Formula 1 Ayrton Senna (che nulla c'entra con la Toleman, ma oggi 11 aprile ricorre l'anniversario del GP di Donington 1993).
Al suo fianco, vi era il campione di motociclismo Johnny Cecotto, ma a onore del vero i suoi risultati non sono stati particolarmente degni di nota. Il migliore è stato un nono posto al GP del Canada, mentre un paio di gare più tardi si è infortunato pesantemente fratturandosi entrambe le gambe e la sua stagione è terminata; sarebbe stato rimpiazzato verso la fine della stagione da Stefan Johansson, che tra una cosa e l'altra ha ottenuto un quarto posto a Monza.
Il quarto posto di Johansson, tuttavia, è ordinaria amministrazione, quindi veniamo a Senna, che dopo essersi ritirato al gran premio di casa in Brasile, ha conquistato il suo primo punto al successivo evento con un sesto posto in Sudafrica, risultato replicato anche in Belgio, anche se tuttavia in Belgio è stato promosso dalla settima alla sesta piazza a causa della squalifica di...
...
...
...cosa ve lo dico a fare, l'avrete sicuramente capito da anche soli! XD Incredibilmente è rimasto fuori dalla griglia al successivo GP di Imola, a causa di un problema tecnico, ma, dopo un ritiro al GP di Francia, è stata la volta di Montecarlo. Non credo di dovervi raccontare come se lo sentiste per la prima volta di come sia risalito dal tredicesimo al secondo posto e di come, se la gara non fosse stata interrotta a causa delle condizioni di bagnato estremo, avrebbe potuto, a seconda di chi lo racconta, vincere, ritirarsi a causa di un presunto problema tecnico, oppure essere superato da Stefan Bellof ed ereditarne la vittoria quando la Tyrrell sarebbe stata squalificata in corso d'opera (penso che abbiate capito, se non c'eravate arrivati prima, chi sia stato il pilota squalificato il paragrafo qui sopra).
Tra un settimo posto in Canada e diversi ritiri, Senna è riuscito a conquistare due ulteriori podi, in Gran Bretagna e all'evento finale in Portogallo, nei quali ha conquistato la terza piazza. In corso d'opera era stato appiedato one-off in occasione del GP di Monza, in quanto il team era rimasto indispettito dal suo passaggio in Lotus per la stagione futura, venendo rimpiazzato da Pierluigi Martini, che tuttavia non è riuscito a qualificarsi.

Per il 1985 il team non ha disputato i primi tre gran premi in quanto non aveva un contratto con un fornitore di gomme. Quando lo sponsor Benetton, che già aveva rilevato la Spirit che aveva un contratto con Pirelli, ha acquistato la Toleman, è stato finalmente possibile schierare una vettura, sempre con il nome "Toleman", poi affiancata da una seconda nel proseguimento della stagione.
L'intento originale del team era schierare Johansson, che tuttavia è passato in Ferrari, e John Watson, con il quale la trattativa non è andata a buon fine per questioni economiche. È quindi tornato Teo Fabi, affiancato da Piercarlo Ghinzani. Con un'ultima performance attention seeker, Fabi ha conquistato la pole position al GP di Gran Bretagna. La squadra, che s era classificata rispettivamente nona e settima nei mondiali costruttori 1983 e 1984, in questa stagione non ha ottenuto punti.

Come avrete probabilmente capito quando ho parlato dell'acquisto da parte di Benetton, a partire dal 1986 vi è stato un rebranding. Come Benetton, la squadra avrebbe conquistato i titoli piloti del 1994 e 1995 con Michael Schumacher e il titolo costruttori nel 1995, prima di passare di nuovo di proprietà ed essere acquisita dalla Renault nel 2001.
La storia si è riscritta e nel 2005 e 2006 Fernando Alonso ha conquistato due titoli piloti, così come la squadra ha ottenuto in questo caso per due volte il titolo costruttori. In seguito, dopo una breve parentesi di proprietà del marchio Lotus nella prima metà degli anni 2010, il team sarebbe tornato a chiamarsi Renault per poi essere rebrandizzato in Alpine. E cosa dire, l'Alpine di quest'anno come performance sta strizzando l'occhio ai risultati della Toleman!

Concludo specificando altri dettagli a mio vedere degni di nota, perché la Toleman non è stata solo Montecarlo 1984. Innanzi tutto è stata protagonista con la Tyrrell di un dualismo per procacciarsi lo sponsor Candy - quello sponsor che spesso finiva immortalato in inquadrature televisive originate da incidenti altisonanti - nel periodo 1982/1983, finendo per uscirne vincente.
Dopodiché vi hanno mosso i primi passi in Formula 1, importanti personalità come Rory Byrne, progettista prima della Benetton e poi della Ferrari - dove aveva seguito Schumacher nella seconda metà degli anni '90 - e di Pat Symonds, che ha successivamente lavorato per diverse scuderie, finendo invischiato anche nello scandalo crashgate.



mercoledì 10 aprile 2024

Sessant'anni di 1964: Clark vince in Olanda e Belgio, ma il primo ritiro stagionale è alle porte

Sono passate due settimane da quando il campionato di Formula 1 1964 è iniziato con il Gran Premio di Montecarlo e il 24 maggio è la volta dell'Olanda, di cui come per quello precedente sembrano essere arrivate ai giorni nostri ben poche tracce video dell'evento.
Anche di tracce scritte, in realtà, non è che ce ne sia l'abbondanza, quindi ricostruire i fatti non è qualcosa che si possa fare proprio nel dettaglio. Sappiamo tuttavia della pole position di Dan Gurney al volante di una Brabham e di come Jim Clark su Lotus e Graham Hill su BRM l'abbiano superato già al via.
Per Clark, la gara è proseguita staccando tutto e tutti, mentre Gurney e Hill dovevano vedersela con la Ferrari di John Surtees, il quale li ha superati entrambi in corso d'opera. Dan si è anche ritirato per problemi tecnici, mentre Graham ha dovuto effettuare un pitstop a causa del quale ha perso diverse posizioni.
Peter Arundell su Lotus è salito al terzo posto, mentre Hill ha poi recuperato fino alla quarta posizione, precedendo a completare la zona punti Chris Amon su Lotus/Reg Parnell e Bob Anderson su Brabham/DW Racing.

Ovviamente il fatto che ci fosse una Ferrari in seconda posizione a 50+ secondi da Clark al traguardo potrebbe portare a pensare che fosse una gara falsata! Ma vi assicuro che c'era di peggio alle porte e che il 14 giugno al GP del Belgio sia Surtees sia il compagno di squadra Lorenzo Bandini si sono ritirati per guasti a motore. A peggiorare la situazione, il ritiro di Surtees è avvenuto dopo appena tre giri quando aveva appena preso la testa della gara davanti al poleman Gurney.
Riprendersi la leadership dopo il ritiro di una Rossa è un affronto inaccettabile, quindi oserei dire che, se esistesse il karma, Dan avrebbe dovuto pagare per la sua falsata azione! Non voglio dibattere sull'esistenza del karma, tuttavia mi limito a osservare che se i ferraristi facevano macumbe contro di lui, esse hanno avuto il loro effetto: è infatti stato costretto a rientrare ai box per un rifornimento di benzina quando mancavano due giri alla fine della gara, ma il team non aveva benzina! Quindi è tornato fuori senza avere fatto rifornimento e in corso d'opera è stato costretto al ritiro perché la benzina era finita.
Non è comunque andata meglio a Graham Hill, che ne aveva ereditato la leadership: un guasto l'ha messo fuori gioco quando ormai mancava solo un giro alla conclusione della gara! È passato in testa quindi Bruce McLaren sulla Cooper, ma ha avuto un problema tecnico a pochi metri dal traguardo e ha cercato comunque di arrivare a oltrepassarlo. Ce l'ha fatta, ma tre secondi dopo Clark che, dopo avere passato la gara a oscillare tra il terzo e il quarto posto, ha conquistato la vittoria a random.

Il finale, a leggerlo, sembra una prova generale del GP di Montecarlo 1982, anche se mancano vari elementi come il pilota che vince dopo avere mandato in vacca la vittoria pochi minuti prima, oppure piloti di fatto ritirati sul podio. I primi tre sono stati Clark/ McLaren/ Jack Brabham, con Richie Ginther su BRM classificato quarto. Hill e Gurney sono riusciti entrambi a prendere punti, giungendo rispettivamente al quinto e al sesto posto.
Purtroppo non ci sono video reperibili del finale della gara di Spa, mentre del successivo gran premio di Francia, avvenuto il 28 giugno, è ancora più difficile andare a scoprire gli eventi. Comunque sia, a Rouen Gurney non ha conquistato la pole, diversamente dai due eventi precedenti, tuttavia ha conquistato la vittoria succedendo in testa a Clark dopo che questo ha rotto il motore.
A proposito di rotture di motore, quel destino l'ha subito anche Surtees quando si trovava in terza piazza, e dopo pochissimi giri di gara, quindi potete comprendere facilmente come anche questo gran premio fosse falsato!
Dopo il ritiro di Surtees, Brabham gli era succeduto al terzo posto, ritrovandosi secondo. Graham Hill, invece, è risalito in zona podio dopo avere preso la posizione ad Arundell. In sintesi, Gurney/ G.Hill/ Brabham è stato il podio, con Arundell che ha concluso la gara al quarto posto precedendo Ginther. McLaren ha concluso la zona punti, classificandosi sesto davanti al compagno di squadra Phil Hill.

A questo punto della stagione Clark e Hill erano primo e secondo in classifica staccati di un punto l'uno dall'altro, mentre altri cinque piloti precedevano Surtees, al punto che verrebbe strano pensare che in un campionato di dieci gran premi totali, Surtees poi possa avere vinto il campionato. Com'è stato possibile? Lo scopriremo nei prossimi post dedicati al mondiale 1964.


martedì 9 aprile 2024

Sessant'anni di 1964: l'esordio stagionale a Montecarlo

Sono passati ormai sessant'anni dal lontano 1964 e, in occasione di questo anniversario, ho deciso di ripercorrere, con una serie di appositi post, tutta quella stagione, iniziata il 10 maggio con il Gran Premio di Montecarlo. Sulle anguste e tortuose stradine del Principato, come le avrebbe definite Mazzoni se fosse un viaggiatore nel tempo e fosse andato nel 1964 a raccontare questo evento, Jim Clark ha conquistato la pole position.
Questo è facilmente ricostruibile, mentre è un po' più difficile andare a ripescare gli eventi della gara, dato che esistono video di durata di un minuto, due quando va bene, mentre mi ero entusiasmata nel trovare su Youtube un video della durata di ben cinque minuti per poi scoprire, mentre lo guardavo, che non era un video sul gran premio, ma semplicemente un breve servizio del 1964, in stile guida turistica, su Montecarlo. Però, ecco, mi ha fatto pensare a Mazzoni quindi mi sento ugualmente soddisfatta!

Torniamo al pilota della Lotus che scattava dalla pole position davanti a Jack Brabham su una vettura del suo omonimo team, a Graham Hill su BRM, a John Surtees su Ferrari e a Dan Gurney su Brabham a completare i primi cinque. In totale c'erano sedici vetture sulla griglia di partenza, perché ai tempi in griglia a Montecarlo andavano solo in sedici, con gli altri che potevano tornarsene tranquillamente a casa. Uno dei non qualificati era Chris Amon, a bordo di una Lotus del team Reg Parnall.
La gara durava cento giri e Clark l'ha iniziata mantenendo la testa, seguito brevemente da Brabham che poi è stato costretto al ritiro. Gli è succeduto in seconda posizione Gurney, seguito da Graham Hill. Sono stati proprio Gurney e Hill, quando Clark ha iniziato ad accusare dei problemi di motore a circa un terzo di gara, a prendere la prima e la seconda posizione, con Hill successivamente passato in testa appena superata la metà gara, dove è rimasto fino alla bandiera a scacchi, andando nuovamente a vincere sul tracciato monegasco.
Con il ritiro di Gurney per un problema al cambio, Clark si è riappropriato almeno della seconda piazza, ma non era destinato a fare 1/2 con il suo best friend forever Hill, in quanto la vettura l'ha lasciato a piedi a quattro giri dalla fine. Visto che comunque non c'era nessuno a pieni giri, ha chiuso comunque in quarta piazza, con secondo Richie Ginther su BRM e terzo Peter Arundell su Lotus.

Hanno concluso la zona punti Joakim Bonnier su Cooper e Mike Hailwood su Lotus. Sfortunatamente si è trattato di una gara falsata, in quanto nessun pilota Ferrari ha visto la bandiera a scacchi: Surtees si è ritirato ancora nelle prime fasi per un guasto mentre si trovava in bassa zona punti, mentre destino analogo è toccato, a gran premio invece inoltrato, al suo compagno di squadra Lorenzo Bandini, quando si trovava al quarto posto.
Come potete facilmente dedurre, la Scuderia di Maranello non sembrava avere al momento il mondiale in tasca. Aveva comunque il fascino rappresentato dalla presenza di un campione di motociclismo al volante e sappiamo tutti che le moto sono più interessanti delle auto, secondo la legge del motorsport da bar! In più, così come non è tutto oro quello che luccica, anche quello che non luccica non necessariamente è falsato: stay tooned, che i mondiali finiscono all'ultimo gran premio della stagione e che, anche se non li vincono vetture rosse, non sempre le vetture bianco-blu sono meno ricche di fascino!

lunedì 8 aprile 2024

Formula 4 Arabia Saudita: Federico Al Rifai si aggiudica la prima stagione

Nei primi mesi del 2024 si è svolta la prima edizione di una nuova serie di Formula 4, a quanto ho capito ideata dalla mente degli ideatori della Formula 4 South East Asia. In sintesi doveva essere un'alternativa a minore costo per i piloti in prevalenza mediorientali, per i quali potrebbe essere troppo oneroso disputare formule minori europee. Nella realtà dei fatti si sono visti al volante anche diversi piloti di altre provenienze, oltre che le onnipresenti sorelle Al Qubaisi, che bazzicano in Formula 4 ormai dalla notte dei tempi, con l'aggiunta del loro fratello minore, che ha esordito sulle open wheels.

Dopo un evento non championship in Bahrein, nel corso del quale ha ottenuto due vittorie Oscar Wurz, figlio di Alex, mentre ne hanno ottenuta una ciascuno il marocchino Suleiman Zanfari e l'emiratino Federico Al Rifai, il campionato ha visto sei round "ufficiali": due in Kuwait e uno in Qatar, composti da quattro gare ciascuno, mentre tre in Arabia Saudita, in cui le gare per ciascun round sono state solamente tre.
Per essere una serie nuova, la presenza non è neanche stata deprecabile, circa una quindicina i piloti che hanno gareggiato full season, con qualche comparsa occasionale, con soli due piloti visti nell'evento off season - Monteego Maassen e Abdulaziz Altayar - che non hanno disputato nessuno degli eventi "champhioship".
Al Rifai ha vinto otto delle ventuno gare che assegnavano punti, conquistando il titolo davanti al serbo Andrej Petrovic, che non aveva preso parte al round non championship del Bahrein e di vittorie ne ha ottenuto sole quattro, ma ha inanellato una serie di piazzamenti a podio. Al terzo posto si è piazzato invece Kirill Kustkov, pilota del Kyrgyzstan, che è salito sul gradino più alto del podio soltanto una volta.
Zanfari, che come avevo annunciato aveva già vinto nel non championship event, ha concluso la stagione al quarto posto, con tre vittorie nelle gare che assegnavano punti, e precedendo il pilota del Kuwait Saqer Almaosherji, autore di una vittoria.

Il piccolo Wurz non è stato particolarmente altisonante, nonostante quanto accaduto nell'evento che non assegnava punti, in quanto nelle gare "ufficiali" non è mai riuscito a ripetersi e a conquistare la vittoria, ottenendo soltanto piazzamenti a podio e la sesta posizione nella classifica piloti, precedendo ben tre piloti che hanno ottenuto rispettivamente una, una e due vittorie: il saudita Omar Aldereyaane, la nostra vecchia conoscenza Hamda Al Qubaisi e il saudita Faisal Alkabbani, mentre la top-ten in classifica è stata completata da Amna Al Qubaisi.
Oltre la vittoria, Hamda ha conquistato qualche piazzamento occasionale sul podio, mentre è andata peggio ad Amna, che vi è salita solo due volte, di cui una soltanto nelle gare che assegnavano punti. Curiosamente, undicesima in classifica piloti c'è una loro collega della F1 Academy, Aurelia Nobels, che con una presenza one-off si è procacciata un podio, probabilmente il primo della sua carriera open wheel.
Il qatariota Jabor Al-Thani si è piazzato dodicesimo, precedendo Abdullah Al Qubaisi, fratello minore di Amna e Hamda, che ha preso parte a quattro eventi ottenendo come miglior risultato stagionale un sesto posto. Dietro di lui si è classificata la Laura Villars, che pare finora avesse gareggiato a livello amatoriale, e che ha ottenuto una quinta piazza come miglior risultato in gara. Ha preceduto solo uno dei full time, il saudita Abdulaziz Abuzenadah, nonché il filippino che ha preso parte a metà stagione. Hanno chiuso la classifica due one-off, l'irlandese Lucca Allen, a suo tempo vincitore del campionato di F4 South East Asia (epoca prima del coronavirus), infine il saudita Saud Al Saud, il cui nome mi ricorda un fanalino di coda visto in Formula 4 Emirati diversi anni fa.



domenica 7 aprile 2024

Commento al Gran Premio del Giappone 2024

07.04.2024 - Suzuka // VERSTAPPEN RETURNZ

In Giappone è stato assegnato il mondiale nel 1976, anche se era il Fuji. Poi nel 1987, nel 1988, nel 1989, nel 1990, nel 1991, nel 1996, nel 1998, nel 2000, nel 2003 e perfino nel 2011 nonostante il mondiale fosse ancora ben lontano dal terminare, in queste occasioni a Suzuka. Poi a onore del vero è finito in Giappone anche nel 1995, solo che non era il gran premio del Giappone, ma quello del Pacifico, e la pista era Okayama, ai tempi nota come Tanaka International Aida. È proprio T.I. Aida che, nell'edizione precedente, il 1994, rappresentava finora l'unica apparizione di un tracciato giapponese nel mese di aprile. La collocazione temporale pianificata per il 1995 doveva essere più o meno la stessa, anche se poi la time slot è stata spostata a causa del terremoto di Kobe, che ha avuto tra le conseguenze motoristiche anche il ritiro in corso d'opera degli sponsor che Hideki Noda avrebbe dovuto portare alla Simtek come pilota part-time e, indirettamente, il fallimento dell'originale Piccola Cenerentola di Banbury.
Eccoci invece qui nel 2024, con il GP del Giappone in aprile, perché i calendari a cui siamo stati abituati ormai non esistono più... e devo dire, la mia mente oppone un po' di resistenza a Suzuka in aprile, sarà perché associata così tanto ai finali di stagione, cosa che non mi impensieriva invece ai tempi degli spostamenti di Shanghai e Sepang. Poi Sepang è stata spostata nuovamente in autunno prima di sparire dal calendario, ma stiamo di nuovo divagando specie al pensiero che la Redbull ci ha fatto doppietta nel 2016 approfittando delle sventure dei Rosbilton e Verstappino ha sbevazzato like a boss dal secondo gradino del podio senza dare scandalo nonostante avesse ai tempi diciannove anni e la Malesia avesse già ufficializzato un innalzamento della drinking age per il 2017 dai diciotto ai ventun anni, cosa che comunque non gli ha impedito di sbevazzare like a boss anche un anno dopo all'età di vent'anni sullo stesso podio.
Erano i vecchi tempi, in cui Verstappino era un bambino innocente(?) che faceva la scheggia impazzita approfittando delle disgrazie dei vari Rosvettelton di turno invece di fare pole position a ripetizione. Era anche agli albori della sua carriera, mentre adesso proprio a Suzuka ricorre (pur essendo aprile e non ottobre) il decennale del suo pseudo-esordio in Formula 1, quando è stato gettato nella mischia facendo il proprio esordio come Friday driver nelle prove libere.
A distanza di una decade ne è uscito con la pole position, in una sessione di qualifiche la cui differita TV8 è stata alle 14.00, proprio come le differite Rai giapponesi dei vecchi tempi. E quella qualifica là, vista a suo tempo in differita, era iniziata con l'annuncio di Kvyat in Redbull al posto di Vettel, quindi si può dire che sia un mondo totalmente diverso.
Questa è la griglia di partenza che è uscita da queste primaverili qualifiche nipponiche:

Verstappen - Perez
Norris - Sainz
Alonso - Piastri
Hamilton - Leclerc
Russell - Tsunoda
Ricciardo - Hulkenberg
Bottas - Albon
Ocon - Stroll
Gasly - Magnussen
Sargeant - Zhou

Anche la gara era alle 14.00 in differita e sono stata lontana dagli spoiler fino a circa quaranta minuti prima. A pranzo mio padre ha infatti acceso la TV con l'intenzione di guardare qualche programma di cucina, ma per qualche motivo la TV è finita sintonizzata invece su Canale 5 dove c'era il telegiornale e dove di lì a due minuti contati c'è stato un servizio inerente il gran premio. Quindi sapevo già com'era andata quando alle 14.00 su TV8 stava andando in onda non il via della gara, bensì una clip che mescolava sigle di anime, urla di Vanzini e immagini in formato cartoon di piloti. Alla vista di Leclerc con scritto "the Chosen" e Vanzini che urlava "il predestinato" ho rimpianto di non essere nata quarant'anni prima e di non avere vissuto in diretta la Formula 1 dei very uominy. Poi ho visto che c'è anche di peggio: dopo quel megamix anime è stata mandata la pubblicità e al ritorno ci siamo persi la griglia di partenza eccetto le prime quattro file. Poi via con il giro di formazione e Gené che menzionava un "grande degrado" parlando di gomme. Quella locuzione calzava a pennello anche per altro. Comunque sia la gara è finalmente partita, ma non è durata a lungo, dato che Ricciardo e Albon si sono toccati, il primo dei due ha fatto una mega-sbinnata poi sono andati simultaneamente a schiantarsi, specie il secondo dei due, su una barriera di pneumatici, con la gara che è stata redflaggata per poi ripartire dopo una pausa per ripulire la pista.
Quando è ripartita, fin dalle prime battute è stato chiaro che, almeno per la vittoria, non c'era alcuna possibilità diversa da Verstappino, verosimilmente in 1/2 con il compagno di squadra. Per il resto, la gara dei piloti che potevano ragionevolmente chiudere a punti ha strizzato molto l'occhio al mondiale 2012. Quindi ecco le McLaren che rientravano presto, le Mercedes che facevano l'opposto, Sainz che ritardava le due soste e Leclerc che ne faceva solo una, con tanto di undercut vari e di gomme molto più performanti nel finale da parte dei piloti che si erano appena fermati, con Alonso che come sul finire del mondiale 2012 era in una sorta di terra di nessuno in zona punti mentre il suo compagno di squadra non si sapeva bene dove fosse.
Le strategie diverse adottate dalla Ferrari hanno funzionato entrambe, perché Leclerc partiva ottavo e fare meglio era molto plausibile e perché Sainz ha superato le due o tre vetture che si è ritrovato davanti dopo essere tornato in pista a seguito della seconda sosta, compreso il compagno di squadra, dal quale ha allungato nei giri finali. Ho intravisto su "Xwitter" e Facebook che leclerchini e sainzini avrebbero polemizzato su tutto ciò, ma preferisco soprassedere.
La zona retrostante è stata costellata di timidi duelli, a volte neanche troppo timidi, nella maggior parte dei quali era coinvolto Tsunoda, e da Sargeant che sembrava essersi schiodato dall'ultima posizione, non perché partisse davanti a Zhou dato che questo si è ritirato ai box ancora nelle prime fasi, quanto perché effettivamente aveva delle vetture dietro. Il tutto è stato vanificato quando nelle fasi finali è andato a insabbiarsi, ma ha regalato una scena rustica meravigliosa quando è rientrato in pista con la macchina interamente grigia di polvere, scena che avevo già visto in anteprima durante il già citato servizio del TG5, nonché da me lungamente attesa perché non avevo idea di quando fosse capitata!
In sintesi non è stata una brutta gara, movimentata al punto giusto, ma a mio vedere le è mancato quel qualcosa che nel 2012 ci faceva saltare sulla sedia. D'altronde nel 2012 abbiamo avuto addirittura eventi quali la vittoria di Maldonado, ad oggi non credo ci sia qualcosa di diverso alle porte da una lunga sinfonia bibitara, seguita dalle Ferrari, dalle McLaren e dalle Mercedes in ordine rigoroso, al massimo un po' rimescolato nelle zone basse se gente random tipo Piastri e Hamilton oggi non sembrano tenere il passo dei rispettivi compagni di squadra. Russell permane un grande mistero, ma si segnala come sul finire di gara sia uscito vincente da un duello con Piastri.
Per il resto la telecronaca della gara è stata costellata da riferimenti pressoché nulli alla seppure vasta storia di Suzuka, ci è stato solo un velato accenno agli scontri Senna vs Prost, ma l'argomento è stato subito dismesso.
Neanche la storia più recente è stata rievocata, da inizio a fine gara, podio compreso, non ho sentito nemmeno una volta menzionare il nome di Jules Bianchi, nonostante proprio a Suzuka dieci anni fa (se non consideriamo i mesi di gap) avveniva il suo incidente mortale, il tutto nonostante le inquadrature del casco ad hoc di Leclerc. Non che sia necessariamente un male, considerando che detesto con tutte le mie forze la retorica secondo cui si parla di Bianchi solo ed esclusivamente come di colui che è vissuto per annunciare la venutahhhh del predestinatohhhh, però ammetto di esserci rimasta male.
Detto questo, possiamo chiudere con il grande finale, con i piloti nel retro del podio, che guardavano sullo schermo davanti le azioni salienti della gara. Secondo i Vanzené, Verstappino tacciava Sainz di non avere rispettato i track limits durante un suo duello post-cambio gomme con Hamilton che ancora non si era fermato:
"Hai superato il Prosciuttello mettendo le ruote sull'erba!!!111!!!11!!!"
"Se ci fossi stato tu, forse gliele avresti messe in testa..."

RISULTATO:
1. Max Verstappen/ Redbull
2. Sergio Perez/ Redbull
3. Carlos Sainz/ Ferrari
4. Charles Leclerc/ Ferrari
5. Lando Norris/ McLaren
6. Fernando Alonso/ Aston Martin
7. George Russell/ Mercedes
8. Oscar Piastri/ McLaren
9. Lewis Hamilton/ Mercedes
10. Yuki Tsunoda/ Visa Cash App RB
11. Nico Hulkenberg/ Haas
12. Lance Stroll/ Aston Martin
13. Kevin Magnussen/ Haas
14. Valtteri Bottas/ Kick Sauber
15. Esteban Ocon/ Alpine
16. Pierre Gasly/ Alpine
17. Logan Sargeant/ Williams
Rit. Zhou Guanyu/ Kick Sauber
Rit. Daniel Ricciardo/ Visa Cash App RB
Rit. Alex Albon/ Williams

domenica 31 marzo 2024

Anno 2002: la Formula 1 arriva in Europa // GP San Marino e Spagna

Carissimi lettori, qualora apparteniate a quella piccola fetta di mondo che legge ancora gli orari sugli orologi invece che su dispositivi elettronici, vi ricordo stanotte alle due di spostare l'ora alle tre. E soprattutto non preoccupatevi, perché domani Studio Aperto dedicherà molto spazio al fatto che, se avete l'abitudine di andare a letto ogni sera alla stessa ora e di alzarvi ogni mattina alla stessa ora, allora avete dormito un'ora in meno. Personalmente appartengo alla categoria di chi possiede orologi e sveglie, ma l'orario in cui vado a letto è molto random e soprattutto essendo domani domenica e non essendovi alcun gran premio in diretta Rai non ho intenzione di mettere la sveglia alle sette come se fosse un giorno di lavoro. Immagino comunque che nessuna delle due cose vi interessi, quindi veniamo a noi: siamo in pieno periodo di inizio primavera, sta arrivando aprile e un tempo ad aprile iniziava la "stagione europea"... quindi andiamo con l'arrivo della Formula 1 in Europa nel 2002, grazie alla visione di highlights.

La stagione di Rubens Barrichello era iniziata nel peggiore dei modi, dando adito a teorie del kompl8 e a sketch in cui veniva dipinto come se fosse stato un Felipe Massa qualsiasi: coinvolto in una carambola con Ralf Schumacher e un'altra mezza dozzina di piloti in Australia, si era ritirato per problemi di motore in Malesia. Poi era arrivato il Brasile, quindi meglio non entrare nel dettaglio, fatto sta che all'epoca aveva visto la bandiera a scacchi al massimo mentre si arrampicava sui muretti.
A Imola le cose promettevano discretamente: secondo dietro a Michael Schumacher su una griglia di ventuno vetture, perché eravamo in un mondo in cui esistevano al contempo un contratto che legava Alex Yoong alla Minardi e la regola del 107%. Solo la domenica, tuttavia, ci avrebbe detto se per Rubinho fosse meglio gareggiare oppure sperare di rinascere nel corpo di Yoong e tornarsene a casa già al sabato.
La griglia era così composta: due Ferrari, due Williams, due McLaren, con un sacco di gente che ci teneva a dire "QuY a KaSa LoRo!!!111!!!11!!" Ralf ha superato subito Rubinho, ma non è riuscito ad andare a prendersi Michael e soprattutto al momento della prima sosta ha subito undercut da Barrichello. La Ferrari non solo è riuscita a vincere a casa propria, ma ha perfino fatto doppietta, con Ralf relegato terzo e Juan Pablo Montoya quarto a debita distanza.
Se le Williams hanno chiuso 3/4, è stata invece più dura per la McLaren: Kimi Raikkonen si è ritirato per un guasto, mentre a David Coulthard è andata meglio e si è portato a casa il punto finale chiudendo sesto dietro alla Renault di Jenson Button.

Incredibile ma vero, Yoong si è qualificato per il successivo GP di Spagna, ma a Montmelò la Minardi si è ritirata per ragioni di sicurezza dopo il warm-up quando sull'auto di Mark Webber ha ceduto di botto l'ala posteriore. Solo venti vetture sono andare sulla griglia e, quando è iniziato il formation lap, una vettura era ancora sulla griglia.
Il povero Barrichello, qualificato secondo, ha avuto un problema al cambio ed è stato portato in pitlane... dove è rimasto: DNS. I fratelli Schumacher erano 1/2 con Ralf che non solo non è riuscito ad avvicinarsi a Michael ma ha anche messo le ruote sull'erba, ha rotto l'ala anteriore, è precipitato nelle retrovie e, per non farsi mancare niente, il motore avrebbe anche ceduto all'ultimo giro. Ralf avrebbe rifiutato un passaggio di Michael che voleva scarrozzarlo nel giro d'onore, per salire sulla medical car entrando dal bagagliaio.
Montoya è andato a podio davanti a Coulthard, mentre Raikkonen ha percorso solo tre giri prima del cedimento dell'ala posteriore, rientrando ai box per ritirarsi in condizioni comunque migliori rispetto a quelle in cui versava monoposto con cui Derek Daly era in lizza per la vittoria nel rocambolesco finale del GP di Montecarlo 1982.
Le Renault viaggiavano in zona punti quando sono state costrette al ritiro, prima "Jensinho" e poi anche Jarno Trulli. Ne ha approfittato la Sauber, con Nick Heidfeld e Felipe Massa splendidi quarto e quinto, nonché la Arrows con Heinz-Harald Frentzen che ha chiuso sesto.

Come in ogni throwback ai primi anni 2000 che si rispetti, credo sia doveroso parlare della B.A.R.: incredibile ma vero, sia a San Marino che in Spagna, una volta tanto Jacques Villeneuve non solo non è stato messo a piedi dalla propria vettura, ma è anche arrivato settimo in entrambe le occasioni.
Non temete, tuttavia, perché la B.A.R. ha continuato a fare acqua da tutte le parti e in entrambe le occasioni delle misere fumate hanno messo fine alla mesta gara di Olivier Panis.



sabato 30 marzo 2024

Formula E 2024: #5 eprix di Tokyo

Oggi si è svolto l'eprix di Tokyo... e me lo sono perso perché mi ero totalmente dimenticata che sarebbe stato oggi e non domani! A onore del vero, non so neanche se ci fosse la diretta su Canale 20, fatto sta che mi sono svegliata e sono entrata subito su Twitter, scoprendo che mancavano due giri regolamentari e due extra dovuti a recuperare il tempo perduto, tanto per cambiare, dietro la safety car. Giusto per rinfrescarvi le idee, questa è l'entry-list del campionato:

ANDRETTI: Jake Dennis - Norman Nato
DS PENSKE: Stoffel Vandoorne - Jean-Eric Vergne
ERT: Sergio Sette-Camara - Dan Ticktum
ENVISION: Robin Frijns - Sebastien Buemi
MCLAREN: Jake Hughes - Sam Bird
MASERATI: Maximilian Gunther - Jehan Daruvala
JAGUAR: Mitch Evans - Nick Cassidy
ABT CUPRA: Lucas Di Grassi - Nico Muller
PORSCHE: Antonio Felix Da Costa - Pascal Wehrlein
MAHINDRA: Nyck De Vries - Edoardo Mortara
NISSAN: Oliver Rowland - Sacha Fenestraz

Rowland ha conquistato la pole position, ma da highlight e commenti sembra che la sua strategia vincente sia stata quella di lasciare andare avanti altri per risparmiare energia e potersela giocare a fine gara.
Se l'è giocata a fine gara, infatti, lottando con Gunther per la vittoria nel giro finale, ma senza riuscire a prendersi la posizione: è stato il pilota Maserati il primo a tagliare il traguardo.
Il campione in carica Dennis è riuscito a chiudere la gars sul gradino più basso del podio, mentre Mortara che aveva chiuso la gara nella top-5(?) è stato squalificato per uso eccessivo di energia e si trova ancora senza punti in classifica.

RISULTATO: Gunther, Rowland, Dennis, Da Costa, Wehrlein, Nato, Muller, Cassidy, Frijns, Sette-Camara.

Con la quinta posizione, Wehrlein ha conquistato i punti necessari per strappare la leadership del campionato a Cassidy, che adesso lo segue di due punti, con anche Rowland e Dennis nello spazio di dieci punti.


venerdì 29 marzo 2024

Stock Car Pro: la seconda giovinezza di "Felipe Baby"

Nel mese di marzo, nello specifico nel weekend del 3 e nel weekend del 24, si sono svolti i primi due eventi del campionato di Stock Car Pro, altresì noto in passato come Stock Car Brasil... e niente, sembra che sia in atto una congiura contro di me! Come forse saprete ho un passato da fangirl di un certo pilota brasiliano che correva per la Ferrari. Oserei dire che nel corso del tempo sono divenuta fangirl di DUE piloti brasiliani che un tempo correvano per la Ferrari, ma queste sono sottigliezze.
Il pilota per cui fangirlavo quando ero ragazzina in Stock Car non stava combinando nulla, ma improvvisamente ha avuto un turning point alla fine della scorsa stagione un po' come a dirmi: "ehi Milly, dato che non mi prendi minimamente in considerazione, ho deciso di iniziare a vincere a random per farmi notare".

Il campionato è iniziato a Goiania, con un nuovo format: sprint al sabato, feature race alla domenica. Nella sprint le prime dodici posizioni in qualifica hanno la reverse grid.
Sabato 2 marzo mi sono beccata in diretta live un momento traumatico: più o meno nello stesso momento Rubens Barrichello si è ritirato box, mentre Felipe Massa finiva fuori con una sbinnata, pare mettendo le ruote sull'erba umida. Certe cose non cambiano mai. :-//// La gara è stata vinta da Rafael Suzuki, con Gabriel Casagrande e Julio Campos a completare il podio.
Domenica 3 marzo è stata la vinta della feature race, dove Massa partiva secondo alle spalle di Felipe Baptista e ha chiuso la gara in seconda posizione, con Casagrande ancora una volta sul podio. Partito dalle retrovie, Rubinho deve essersi ricordato di quando era compagno di squadra di Nico Hulkenberg e l'ha omaggiato: dopo avere recuperato una ventina di posizioni ha chiuso a un passo dal podio!

Sabato 23 marzo era il giorno della sprint a Velocitta ed era anche il compleanno di Ricardo Zonta. In un primo momento sembrava che Allam Khodair e Felipe Fraga fossero i favoriti, ma le cose sono cambiate, Fraga ha avuto problemi al pitstop perdendo posizioni, mentre Khodair prima di avere problemi ha subito il sorpasso di Massa.
Partito quarto, già dalle prime fasi di gara era risalito al terzo posto, distanziato dai primi due, ma in netto vantaggio nei confronti di un trenino capitanato, prima del suo ritiro, da Dudu Barrichello, il figlio di Rubens che a sua volta corre in questo campionato.
Massa è andato a vincere precedendo Ricardo Zonta che quel giorno ha compiuto 48 anni (non pensavo fosse così giovane, credevo ne avesse già almeno una cinquantina), mentre Fraga ha chiuso la gara terzo.

La moglie e il figlio di Massa

Il fine settimana non avrebbe dovuto finire con Rafaela e un cresciutissimo Felipinho sotto al podio, ma domenica 24 a causa della pioggia e delle condizioni dell'asfalto la feature race non si è svolta, con tanto di gente che commentando sul profilo instagram della categoria si lamentava perché ai tempi dei very uominy si correva anche con la pioggia torrenziale!
Sembrava di stare in mezzo alla tifoseria della Formula 1, ennesimo segnale che vediamo più contrapposizioni tra categorie motoristiche di quante ne esistano nella realtà.
La gara non è stata cancellata, ma sarà rinviata a data da destinarsi, con la stessa griglia. Per il momento Massa è in testa alla classifica piloti... ed è meglio che non aggiungo altro!

mercoledì 27 marzo 2024

Il primo gran premio visto non si scorda mai... o almeno ci si prova!

Come si sceglie il primo gran premio visto nella propria esistenza? Voglio dire, è chiaro che non si sceglie a posteriori, ma come comportarsi se si è vista, almeno occasionalmente, la Formula 1 fin da quando si ha memoria? Quando si aveva un'età tale in cui non si riconoscevano circuiti e Paesi del mondo, in cui non si associava un gran premio a uno specifico giorno e in cui si memorizzava solo qualche immagine, senza poi ricordarsela, anni e anni dopo, inserita in un contesto?
È esattamente quello che è successo a me. I miei genitori e i miei parenti non è che siano/ fossero appassionati accaniti di Formula 1, da non vivere se si perdono/ perdevano una gara, però essenzialmente fin da quando ho memoria ricordo che, almeno quando non c'era niente da fare, specie quando si era a qualche pranzo domenicale la Formula 1 si guardava. Poi se si doveva fare altro a un certo orario, può anche essere che alle due e mezza non si stesse più vedendo la gara, però a quei tempi andavamo a pranzo dai miei nonni ogni domenica, quindi ricordo l'abitudine di vedere la Formula 1, così come in qualche occasione ricordo qualifiche guardate da mio padre al sabato se non era a lavorare, oppure scene di gare viste a casa.

Il mio primo ricordo in assoluto è una Benetton con livrea Camel e la sua ala anteriore. Doveva essere un servizio di un telegiornale, forse sportivo. Può essere che si commentassero dei test, ma non ne sono sicura. Non saprei dire se in quel servizio si menzionasse la forma non arrotondata dell'ala, oppure se stessero inquadrando una Benetton con l'ala rotta.
Quando ero agli albori di questo blog, inoltre, ho scritto vari post a proposito di una scena con una McLaren con livrea Marlboro, una Benetton con livrea Camel e una Ferrari a distanza ravvicinata, che ricordavo essere 1/2/3 dalla domanda che avevo fatto a mia madre mentre trasmettevano quelle immagini, guardando la TV in soggiorno dai nonni. Però non erano 1/2/3 e agli albori di questo blog ho ipotizzato che ci fosse un leader, probabilmente su Williams, ormai lontano anni luce dai piloti che lo inseguivano.
Dalla visione del GP d'Ungheria 1993 mi era sembrato di riconoscere qualcosa, ma un anno o due fa ho visto un extended highlight maturando la convinzione che non fosse quella gara. Inoltre ricordo un podio in cui chiesi ai miei genitori come mai i piloti lanciassero i cappelli giù dal podio. Ricordo qualcuno in tuta blu e Michael Schumacher in tuta gialla che sbevazzava champagne. Vari podi del 1993 potrebbero essere compatibili con simili immagini e addirittura vedendo il podio del GP di Spagna ho avuto un senso di déja-vu.
Tuttavia chi vuole vedere un ufo a tutti i costi, può arrivare a scambiare la luna piena per un ufo. Quindi va bene, ho ricordi vividi di Ayrton Senna in McLaren, così come della Benetton con la livrea che aveva fino al 1993, ma avevo cinque anni, forse neanche compiuti, non sapevo nemmeno dell'esistenza dell'Ungheria e chissà, magari neanche che esistesse la Spagna, quindi se dovessi metterci la mano sul fuoco e dire che quei gran premi li ho guardati non lo farei. In sintesi, ho deciso che nessuno di questi può avere per me lo status di "primo gran premio".

Per arrivare a un ricordo chiaro, dobbiamo spostarci al mio ultimo anno di scuola materna. Quando le bambine con cui giocavo andavano a casa, poi tendenzialmente stavo da sola magari a inventarmi storie mentali (c'erano già le basi per quella che sarei diventata in futuro) oppure andavo a chiacchierare con le insegnanti. Per qualche astruso motivo, mi misi a raccontare del gran premio visto il giorno precedente a casa dai nonni - dove spesso andavo anche a cena la domenica sera - e quando arrivò mia nonna a prendermi, dovetti lasciare la narrazione in sospeso.
La maestra, che per questioni professionali non poteva dirmi che non le fregava minimamente di quello che le avevo narrato e che neanche sapeva chi fosse la gente di cui stavo parlando, mi chiese: "ma allora chi ha vinto, Senna?" Io le risposi che aveva vinto Schumacher, e lei esclamò: "Ah". Questo monosillabo probabilmente significava "non ho la più pallida idea di chi sia", ma ai tempi non me ne rendevo conto. Chissà, forse pensavo che tutti, nessuno escluso, guardassero i gran premi. Immaginavo proprio un mondo meraviglioso, quando ero bambina.
Perché Senna presunto vincitore? Perché era stato impegnato appunto per un duello per la vittoria. E perché Schumacher? Semplice, perché il duello era stato tra loro due ed era finito con Senna che finiva in testacoda e si ritirava.

Ho iniziato a scandagliare la storia della Formula 1 degli anni '90, nel corso dei mid-2000s, alla ricerca di una simile gara, che non sapevo collocare e che tendevo a pensare di avere visto dopo un pranzo e non prima o dopo una cena (non saprei se prima o dopo, obiettivamente, perché a casa dai nonni d'inverno penso si cenasse non più tardi delle 18.30). Volevo identificare questa gara, anche se ricordavo solo il vincitore e il testacoda di Senna.
Tuttavia, a logica, doveva essere molto semplice: c'era Schumacher che vinceva una gara e Senna era ancora vivo. In sintesi, c'erano soltanto quattro gran premi in cui ciò poteva essere accaduto e infine sono riuscita a identificare il GP del Brasile 1994. Perché ne parlo oggi? Perché era il 27 marzo... e sono passati esattamente trent'anni.
Questa è per me la mia "prima gara", anche se sono sicura di averne viste altre prima. Però certi ricordi sono davvero troppo lontani nel tempo e di difficile identificazione, se non impossibile. Già di Interlagos 1994 ricordo dai tempi solo del duello tra Schumacher e Senna e il ritiro di questo, senza avere ricordi dell'epoca di quel famoso incidente in cui Eddie Irvine di fatto lanciò Jos Verstappen in testa a Martin Brundle mentre si apprestavano a doppiare Eric Bernard(?).