La stagione di Rubens Barrichello era iniziata nel peggiore dei modi, dando adito a teorie del kompl8 e a sketch in cui veniva dipinto come se fosse stato un Felipe Massa qualsiasi: coinvolto in una carambola con Ralf Schumacher e un'altra mezza dozzina di piloti in Australia, si era ritirato per problemi di motore in Malesia. Poi era arrivato il Brasile, quindi meglio non entrare nel dettaglio, fatto sta che all'epoca aveva visto la bandiera a scacchi al massimo mentre si arrampicava sui muretti.
A Imola le cose promettevano discretamente: secondo dietro a Michael Schumacher su una griglia di ventuno vetture, perché eravamo in un mondo in cui esistevano al contempo un contratto che legava Alex Yoong alla Minardi e la regola del 107%. Solo la domenica, tuttavia, ci avrebbe detto se per Rubinho fosse meglio gareggiare oppure sperare di rinascere nel corpo di Yoong e tornarsene a casa già al sabato.
La griglia era così composta: due Ferrari, due Williams, due McLaren, con un sacco di gente che ci teneva a dire "QuY a KaSa LoRo!!!111!!!11!!" Ralf ha superato subito Rubinho, ma non è riuscito ad andare a prendersi Michael e soprattutto al momento della prima sosta ha subito undercut da Barrichello. La Ferrari non solo è riuscita a vincere a casa propria, ma ha perfino fatto doppietta, con Ralf relegato terzo e Juan Pablo Montoya quarto a debita distanza.
Se le Williams hanno chiuso 3/4, è stata invece più dura per la McLaren: Kimi Raikkonen si è ritirato per un guasto, mentre a David Coulthard è andata meglio e si è portato a casa il punto finale chiudendo sesto dietro alla Renault di Jenson Button.
Incredibile ma vero, Yoong si è qualificato per il successivo GP di Spagna, ma a Montmelò la Minardi si è ritirata per ragioni di sicurezza dopo il warm-up quando sull'auto di Mark Webber ha ceduto di botto l'ala posteriore. Solo venti vetture sono andare sulla griglia e, quando è iniziato il formation lap, una vettura era ancora sulla griglia.
Il povero Barrichello, qualificato secondo, ha avuto un problema al cambio ed è stato portato in pitlane... dove è rimasto: DNS. I fratelli Schumacher erano 1/2 con Ralf che non solo non è riuscito ad avvicinarsi a Michael ma ha anche messo le ruote sull'erba, ha rotto l'ala anteriore, è precipitato nelle retrovie e, per non farsi mancare niente, il motore avrebbe anche ceduto all'ultimo giro. Ralf avrebbe rifiutato un passaggio di Michael che voleva scarrozzarlo nel giro d'onore, per salire sulla medical car entrando dal bagagliaio.
Montoya è andato a podio davanti a Coulthard, mentre Raikkonen ha percorso solo tre giri prima del cedimento dell'ala posteriore, rientrando ai box per ritirarsi in condizioni comunque migliori rispetto a quelle in cui versava monoposto con cui Derek Daly era in lizza per la vittoria nel rocambolesco finale del GP di Montecarlo 1982.
Le Renault viaggiavano in zona punti quando sono state costrette al ritiro, prima "Jensinho" e poi anche Jarno Trulli. Ne ha approfittato la Sauber, con Nick Heidfeld e Felipe Massa splendidi quarto e quinto, nonché la Arrows con Heinz-Harald Frentzen che ha chiuso sesto.
Come in ogni throwback ai primi anni 2000 che si rispetti, credo sia doveroso parlare della B.A.R.: incredibile ma vero, sia a San Marino che in Spagna, una volta tanto Jacques Villeneuve non solo non è stato messo a piedi dalla propria vettura, ma è anche arrivato settimo in entrambe le occasioni.
Non temete, tuttavia, perché la B.A.R. ha continuato a fare acqua da tutte le parti e in entrambe le occasioni delle misere fumate hanno messo fine alla mesta gara di Olivier Panis.
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