domenica 19 gennaio 2020

Sophia non al volante, auto-gloroficazione costante

"She moves like she don't care
Smooth as silk, cool as air
Oh, it makes you wanna cry
She doesn't know your name
And your heart beat like a subway train
Oh, she makes you wanna die"
- Blondie, "Maria"

Modelle sorridono ai box dopo essersi vendute al marketing
(didascalia comprensibile soltanto a fine post)
Carissimi motori al berilio (se non sapete di cosa sto parlando, non preoccupatevi), l'argomento donne nel motorsport, come avrete capito, mi tocca molto nel profondo, e oggi andiamo a parlare di un argomento che avrei voluto evitare, ma che non evito perché c'è un'altra questione che mi tocca nel profondo. Ci occupiamo di un articolo uscito sul sito in lingua inglese todayheadline.com, che cita altre testate.
L'argomento è relativo alle dichiarazioni di Binotto secondo cui la Ferrari ha intenzione di aprire il proprio junior team, nel futuro, anche alle ragazze, in quanto al giorno d'oggi è giusto non avere pregiudizi nei confronti delle ragazze che intraprendono una carriera motoristica. Per intenderci, sono le stesse dichiarazioni per cui qualche giorno fa non si sono sprecati commenti agghiaccianti contro probabili kartiste che frequentano al momento le scuole medie.

Indovinate quale ragazza del mondo del motorsport è stata l'unica voce fuori dal coro che trova disdicevole queste dichiarazioni? Secondo cui l'intento di "aprire alle ragazze" il proprio futuro è nientemeno che sessista? Esatto, la stessa che afferma che i ragazzi son piloti migliori delle ragazze.
Ho visto la prima parte di questa cosa accadere in diretta su Twitter e sono rimasta abbastanza basita, volevo commentare la cosa, poi mi sono detta "no, meglio non farlo, perché sicuramente non ho capito".
Credo che sia giusto precisare che non sono una grande amante del concetto di "quote rosa", perché generalmente mi sembra un contentino. Sono convinta che uomini e donne debbano avere le stesse opportunità e che se, in quanto donna, ho un'opportunità, debba essere perché sono in grado e non perché una legge o una consuetudine lo impone. Però non ho visto nulla di sgradevole nelle dichiarazioni che sono passate.

L'ho interpretato come: finora non abbiamo mai considerato molto le ragazze, ma adesso terremo gli occhi aperti sulle giovani kartiste, nel tentativo di ingaggiarne una che possa avere il suo valore di mercato. Stesso discorso che viene applicato a qualunque ragazzo, solo, decidendo di insistere anche a cercare talenti futuri tra le ragazze. La motivazione dichiarata è non avere più vecchi pregiudizi, o qualcosa del genere. Per quanto io possa sforzarmi, non riesco a vederci niente di negativo e, ve lo assicuro, sono una che, se vuole trovare qualcosa di negativo a tutti i costi, può riuscire a trovarlo.
Devo dire che Sophia Florsch c'è riuscita con successo, proprio quando c'era gente che sosteneva che potesse essere lei una potenziale junior Ferrari (la versione italiana di motorsport.com dice anche che si sia offerta personalmente alcune settimane fa quando la dichiarazione girò la prima volta e che sia stata rifiutata, facendo quindi commenti contrari, ma facciamo finta in questo post di non averlo mai letto, perché sono altri gli argomenti su cui voglio focalizzarmi).

All'indomani dei suoi tweet contro l'apertura della Ferrari alle donne, avrebbe rilasciato dichiarazioni che sono state riportate dall'articolo che stavo leggendo, appunto. Si iniziava con "l'utilizzo delle ragazze per questioni di big money è sessista". Sì, può essere, se stessimo parlando di una onlus o una cosa del genere. Il punto è che il mondo del motorsport non è una onlus. Gli sponsor investono su di te, pilota, perché hai un valore o come pilota o dal punto di vista commerciale. Questo succede sia che tu sia uomo sia che tu sia donna.
Svegliati, Sophia, non è che fino all'altro ieri hai vissuto in un monastero tibetano in cui ci si nutre dei frutti della propria terra coltivata in prima persona.

Sei pilota da quando eri bambina, hai pubblicato un'autobiografia a quindici anni e tu stessa ti sei sempre posta come un elemento di marketing. Vuoi essere trattata come pilota normale quando fa comodo, ma come donna quando è più conveniente, sostieni che non ci sono differenze tra uomini e donne, poi sei tutta un "girl power", "race girl", "racing against the boys", snobbi qualsiasi altra ragazza per hobby e dai per scontato che una futura ipotetica Ferrari junior (al giorno d'oggi probabilmente una kartista di 11 anni) si stia per guadagnare il posto vendendo la propria immagine.
Ma niente, lo sappiamo tutti che la gente non ti giudica come pilota, ma solo per le foto da fitness girl in top e shorts che posti sui tuoi canali social. E non vedo niente di male in tutto questo, né vedo per niente in chiave positiva il fatto che nessuno dica niente sul fatto che Alex Yoong una ventina d'anni fa sbattesse le proprie natiche in copertina, mentre la tua scollatura sia un grandehhhh scandalohhhh. Deciditi: se scegli di vendere la tua immagine, peraltro in maniera a mio vedere piuttosto rispettabile, sarebbe altrettanto rispettabile non scagliarsi a spada tratta contro chi la compra.

Altre fonti che ho consultato per schiarirmi le idee riportano come la Florsch sia indignata perché nessuna donna viene presa in considerazione. Indovinate chi ha usato come esempio?
Questa era facile: Jamie Chadwick. Secondo la Florsch sta sprecando due anni della propria carriera a correre contro elementi di poco talento nella W Series, invece di gareggiare ina altri campionati.
No, fermi tutti. La Chadwick gareggia *ANCHE* nella W Series. Attualmente sta prendendo parte alla Formula 3 Asiatica, che è essenzialmente la variante asiatica della F3 Regional dove la Florsch gareggia in Europa. Ci sono sedici piloti, di cui quattordici ragazzi. In base al numero di peni e di testicoli, unità di misura del talento secondo la Florsch a quanto pare, c'è più talento nella F3 Asia che nella sua versione europea.
Veramente, cos'è questa storia del "o questo è quello"? Se corri nella W Series non corri davvero nella F3 Asia mi sembra la versione motorsport del se ti piace studiare allora non può piacerti andare in discoteca della tarda adolescenza. Sophia, ti prego, contieniti.

Invece no, non si contiene, perché accanto alla Chadwick che non gareggia contro uomini, sostiene che il Ferrari Junior Team non le darebbe le stesse chance che dà a Mick Schumacher e che questo è sessista.
Devo commentare?
Sì, devo.
Devo per forza, perché il mondo è pieno di gente che ha elogiato la Florsch per avere puntualizzato che, diversamente da altri che hanno un cognome famoso, lei non abbia la strada spianata.
Ora, il concetto di "cognome famoso" e "strada spianata" possono tranquillamente andare a braccetto l'uno con l'altro. Il fatto che Mick Schumacher non meriterebbe tutta questa attenzione ha il suo senso, così come a onore di cronaca non penso che se la meriti ugualmente Callum Ilott, con risultati analoghi ai suoi in F2 e ugualmente membro del Ferrari junior team, solo che conoscere Schumacher è mainstream, conoscere Ilott è da colti. Non so cosa dire, evidentemente criticare i piloti del Junior Team Ferrari e tacciarli tra le righe di rubare il volante a piloti di talento in Formula 1, nonostante gareggino in serie minori, è la nuova moda del momento. Oserei dire che non è la prima volta che un simile argomento viene di moda, ma andrei off topic e ci sono già abbastanza cose da dire senza inerpicarsi lungo una simile via.

Palmares a confronto
Torniamo al confronto totalmente a caso tra Schumacher e Florsch e... no, dai, non prendiamoci in giro. Questi qui sono i risultati di Schumacher e quelli della Florsch dal loro debutto a oggi. So che è uno stamp di Wikipedia, ma ho seguito una parte di quei campionati e vi posso assicurare che Wikipedia non se li è inventati, ho scelto uno screenshot di quel sito solo perché è schematico abbastanza da capire che aria tira. Aggiungo che, nel caso della Florsch, i risultati open wheel iniziano dalla Formula 4.
Ora, dimenticatevi per un attimo che uno ha un cognome famoso e l'altra è una ragazza. Questa sta dicendo tra le righe di *meritarsi la stessa attenzione* di uno che è arrivato secondo in un campionato in cui lei è arrivata diciannovesima (mi sono sbagliata sul sedicesima) e che ha vinto un campionato in cui è arrivata ventiduesima conquistando un solo punto, di uno che al giorno d'oggi conta ventiquattro vittorie su vetture a ruote scoperte, mentre lei controbilancia con due piazzamenti a podio. E hanno corso nelle stesse categorie, quindi il fatto che lei corresse in serie più difficili sarebbe inventato. Perfino fingendo che la Formula Regional 2019 fosse allo stesso livello della F3 Europea (e non lo era dato che c'erano tra le dieci e le tredici vetture di cui un paio guidate da piloti pseudo-amatori), dal confronto dei loro palmares ne, viene fuori un risultato univoco: al giorno d'oggi, se questa ragazza ha del potenziale, è ben lontana dall'averlo messo in mostra.

Sophia, sei sicura di quello che dici? Sostieni di volere essere scelta PER MERITO E NON PERCHE' DONNA. Pensi davvero che, se qualcuno ti offrisse le stesse possibilità che offre a un pilota che era un front runner nelle serie minori in cui tu stavi a centro gruppo nel migliore dei casi e in cui arrivavi tra gli ultimi nei peggiori, senza particolari miglioramenti durante il tuo percorso di crescita, lo farebbe *per merito e non perché sei donna*? Dai, ci vuole coerenza nella vita. Vuoi davvero fare carriera facendo la versione motorsport della femminista delle medie formato Tumblr (per intenderci, ragazzine che non sono mai uscite di casa e che conoscono la vita solo grazie ai reality show e ai social network bimbominchia-friendly, e che seppure spesso ispirate da idee positive finiscono per fare la figura delle cretine perché si limitano a parlare spesso a caso di cose che conoscono solo in teoria)?
Ti ricordo che perfino Pippa Mann è in grado di mettere in luce positiva i propri risultati e, considerando che ha un curriculum peggiore del tuo in Europa e che l'ha salvato dimostrandosi presentabile sugli ovali, non è che non riuscire a fare la stessa cosa ti renda onore.
Ti ricordo inoltre che, se vuoi fare qualcosa per le donne nel motorsport, ne hai la possibilità. Però evidentemente spargere m*rda su di loro, perché non sono te, è un'alternativa più facile.

Adesso parliamo del punto dolente, perché tutto quello che ho detto finora fa parte delle cose che posso tollerare senza difficoltà. Certo, tollerare qualcosa non significa dovere dire "sìsì, hai ragionehhhh!!11!!!1! idolahhhh!!!11!" e ignorare la palese incoerenza di certi ragionamenti, ed è per questo che ho parlato degli argomenti che sembrano interessare a Sophia più di qualsiasi altra cosa. La Chadwick è vista come donna immagine della W Series e non è la prima volta che la Florsch fa commenti su di lei. Schumacher invece è cugino del fidanzato di Vivien Keszthelyi, a suo tempo screditata dalla Florsch stessa: il fatto che abbia parlato di lui e non di altri piloti del Junior Team Ferrari (tra cui un avversario contemporaneo di Sophia che ha ugualmente un cognome famoso) mi fa sentire una certa puzza di bruciato. Ma freghiamocene, perché qualunque cosa abbia contro la stirpe dei Keszthmacher non ci tocca.

Adesso cito le testuali parole riportate da Today Headline. Preciso che, ovviamente, non ho la *prova* che la Florsch le abbia dette, però così sono state riportate... e niente, ho la pelle d'oca solo a pensarci.
"There have been a few women in the past that were supported by F1 teams, but only stood to grim and smile at the camera". Essenzialmente, ci sono stati team di F1 che hanno ingaggiato delle donne, ma queste donne si facevano solo inquadrare dalle telecamere facendo smorfie o sorridendo.
Ammetto che questa definizione mi ricorda molto quello che faceva Carmen Jordà nel box della Lotus/Renault... ma la Florsch sta cadendo pienamente nello stesso tranello del presunto tifoso ignorante, quello tacciato di conoscere solo la Jordà e di pensare che tutte le donne siano la Jordà.

Per quanto costei e il team per il quale posava abbiano a suo tempo avviato una collaborazione alquanto discutibile per i proclami che facevano, che sarebbe stata evitata ingaggiando ufficialmente la Jordà come spokewoman e facendola passare per pilota semi-amatoriale che non aveva avuto successo in GP3 e che si era reinventata come modella, quello che la Florsch avrebbe affermato dovrebbe riguardare *SOLTANTO LA JORDA'*, non essere esteso in modo assolutamente random ad altre.
Questo non significa che le donne che sono arrivate in F1 come tester non abbiano avuto la strada aperta dal fatto di essere donne, perché per una parte è stato così. Però ci vuole un po' di rispetto nella vita e, cara Sophia, fammi il piacere di tacciare di avere solo sorriso o fatto smorfie invece di guidare solo chi non ha guidato.

Correva l'anno 2014/2015. Susie Wolff, peraltro capo della Florsch nel progetto Dare to be Different di cui Sophia stessa è ambasciatrice, dopo avere completato brillantemente un rookie test, girando su tempi ritenuti sorprendenti per una che aveva pochi e lontani anni di open wheel alle spalle e anni di scarso successo nel DTM, partecipava ad occasionali sessioni di prove libere e a test prestagionali. Non so se mi spiego: scendeva in pista e guidava come tutti gli altri, non stava nel box a grattarsi la fi*a, cosa di cui le tue parole la tacciano.
Correva l'anno 2019: Tatiana Calderon non ha speranze di arrivare nemmeno a quei livelli, però ha guidato la Sauber/Alfa Romeo in test esterni. Capisco che magari era lenta abbastanza da pensare che si stesse grattando la fi*a nel momento in cui guidava.

Correva ancora una volta l'anno 2014: Simona De Silvestro, pilota di discreto successo negli Stati Uniti, con un podio all'attivo in Indycar, dove non era una Dixon 2.0 però aveva risultati di tutto rispetto, venendo considerata particolarmente ferrata sui circuiti cittadini, a mia memoria mai vista nel box della Sauber, è diventata pilota affiliata del team. Probabilmente la donna di maggiore successo che sia salita su una Formula 1 di recente, partecipava a due sessioni di test con lo scopo di arrivare al chilometraggio che serviva, ai tempi, per ottenere la superlicenza e diventare friday driver, con un potenziale qualcosa di più in futuro. Poi perdeva la propria sponsorizzazione (qualcosa che aveva a che vedere con le centrali nucleari, credo) e il progetto si arenava una volta per tutte. Però, ne sono certa, nemmeno lei si stava grattando la fi*a.

Ma niente, ancora una volta, con un po' di sforzo, posso arrivare a considerare tutto questo come una debolezza umana comprensibile. Quello che non capisco arriva adesso e lo capisco ancora di meno da parte di una che ha spiccato il volo, si è ribaltata al di là di una rete ed è sopravvissuta senza danni permanenti. A questo punto dovrebbe essere almeno in grado di portare un minimo di rispetto alla vita altrui...
Invece no, a quanto pare. Correva l'anno 2012: Maria De Villota, terza pilota Marussia, sprovvista di superlicenza, prendeva parte a un test aerodinamico. Uscita di pista dopo un testacoda, si schiantava contro un camion del team parcheggiato in una via di fuga. L'impatto era violento al punto tale da spezzarle in due il casco, provocarle la perdita di un occhio e un gravissimo trauma cranico. Sopravvissuta all'incidente, moriva un anno più tardi, per le conseguenze dei danni cerebrali riportati nell'incidente.
Avanti, Sophia, proprio tu che hai visto la morte in faccia, fai uno sforzo e datti una risposta: credi che la De Villota sia morta perché aveva fatto troppe smorfie o troppi sorrisi davanti alle telecamere?
Per soli tre giorni, la Florsch ha evitato di fare la sua dichiarazione sulle donne che in F1 in occasione di quello che sarebbe stato il quarantesimo compleanno della De Villota.

NOTE:
- la foto della De Silvestro viene da motorsport.com, chiedo scusa al sito per avere tagliato a metà il loro logo, ma non sono riuscita a fare altrimenti facendo il collage con una app;
- le foto delle altre le ho trovate su Google e non sono riuscita a risalire alla fonte originale.


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