venerdì 24 gennaio 2020

Gabbiani di Montreal: una fan fiction Vettelton

Gabbiani e gabbianelle, oggi vi presento una mia fanfic Vettelton che non tratta di ragni australiani ma di gabbiani canadesi! Guest star, anzi, protagonista assoluto, Lewis Junior, figlio immaginario di Hamilton già comparso in alcune mie fan fiction.

******

Era stata una gara bruttissima, nonostante papà avesse vinto. Vederlo sul gradino più alto del podio non era servito a consolare il piccolo L.J., che riteneva intollerabili i fatti di quel giorno.
Un Orribile Pilota Cattivo aveva attentato alla sicurezza del suo papà, tagliandogli la strada, e tutto ciò era inaccettabile. Nonostante papà avesse detto a L.J. di non allontanarsi, sentiva di avere una cosa molto importante da fare. Approfittando del fatto che il papà fosse impegnato a rispondere a un'intervista, si allontanò di soppiatto, mettendosi alla ricerca del Grande Nemico dell'Umanità.
Rischiò più volte di perdersi e qualcuno gli lanciò qualche strana occhiata, chiedendosi probabilmente che cosa ci facesse un bambino di cinque anni in giro per il paddock tutto solo.
L.J. ne approfittò per fermarsi a salutare Daniel, facendogli credere di avere ricevuto dal papà il permesso di allontanarsi proprio per andare da lui.
Vedendolo in compagnia di un adulto, le occhiate strane cessarono immediatamente. A quel punto L.J. ne approfittò per fingere di tornare da suo padre e proseguì la sua ricerca.
Individuò finalmente il Pilota Cattivo. Gli sarebbe piaciuto tantissimo strappargli dalla testa il cappellino rosso e tagliarlo a pezzi con un paio di forbici. Purtroppo non aveva con sé le forbici e, in ogni caso, sarebbero state inutili, dal momento che non sarebbe mai riuscito a raggiungere l'altezza dell'avversario di suo padre.
La sua sete di vendetta fu fermata per un attimo da una scena meravigliosa: un gabbiano appena sceso dal cielo posò le zampe sull'asfalto, a pochi metri di distanza da L.J., che si entusiasmò.
Gli piacevano tantissimo i gabbiani, quindi gli si avvicinò.
"Aaaaawwwww!" esclamò, tutto contento, "come sei carino!"
"Grock, grock, grock" gli rispose il gabbiano.
Tutto ciò era meraviglioso.
L.J. decise di fargli una carezza e si avvicinò ancora.
A quel punto il gabbiano spiegò le ali e spiccò il volo.
"NOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHH!" si disperò L.J., scoppiando a piangere.

***

Sebastian non si accorse della presenza del bambino finché non lo sentì urlare.
Piangeva e indicava un pennuto che si allontanava.
Gli si avvicinò.
"Va tutto bene, piccolo?"
"No" sbottò il bambino, indispettito. "Lasciami stare, io non parlo con i piloti cattivi!"
Sebastian alzò gli occhi al cielo. A volte pensava che le sue bambine fossero impossibili, ma avere a che fare con il figlio di Lewis non sembrava molto più facile.
Sorrise.
"Non sono un pilota cattivo."
"Sì che lo sei!"
"Nessun pilota è cattivo. A parte Magnussen. Lui è uno str..." Sebastian si interruppe appena in tempo. "Va beh, lasciamo stare."
"Sì che sei cattivo!" replicò L.J., tra i singhiozzi.
"Come vuoi. Però smetti di piangere. I bambini grandi non dovrebbero piangere."
"Il gabbiano è scappato."
"I gabbiani sono creature del cielo. È normale che quel gabbiano sia scappato. Dai, non piangere, sono sicuro che ne vedrai un altro, prima o poi. Chissà, magari vedrai addirittura anche una marmotta!"
L.J. si calmò all'istante.
Tuttavia era ancora fermo sulle proprie convinzioni.
"Sei un pilota cattivo!" lo accusò, per poi fargli una pernacchia. "Inoltre non sarai mai bravo come il mio papà!"
Sebastian non aveva dubbi, le sue bambine sarebbero andare d'accordo con L.J. Hamilton... nei momenti in cui non avrebbero organizzato demolition derby a bordo dei loro tricicli, quantomeno.
"Però guido una macchina molto più bella di quella del tuo papà" mise in chiaro. "Anche questo conta."
Lo lasciò spiazzato: L.J. non sapeva più cosa rispondergli.

***

L.J. non ci aveva mai pensato, prima. Aveva sempre tifato per il papà, ma in effetti Sebastian aveva ragione: la sua vettura rossa era molto più bella di quella grigio argento che guidavano il padre di L.J. e il suo compagno di squadra dallo sguardo da pazzo.
Quella considerazione cambiava le cose, forse non gli appariva più così tanto un Grande Nemico dell'Umanità come prima.
Gli chiese: "e dopo la tua, qual è la macchina più bella?"
Sebastian parve pensarci.
"Mhm... la Renault di Ricciardo."
"Aaaaawwwww!"
"Piace anche a te?"
"Mi piace Ricciardo. È simpaticissimo. Se fossi un pilota, vorrei averlo come compagno di squadra."
"Daniel è stato il mio compagno di squadra, qualche anno fa, quando tu eri appena nato."
Quella era una notizia meravigliosa.
"Credi che a Daniel piacciano i gabbiani?"
"Non lo so, ma mi ha detto che gli piacciono le marmotte. Hanno i denti da roditore, un po' come lui. Chissà, magari è segretamente una marmotta."
"Davvero?!"
"L'ho sempre sospettato."
"E tu? Sei anche tu una marmotta?"
"No, io non ho dei denti come quelli di Daniel."
"Allora sei un gabbiano?"
"Certo!"
"Sai volare?"
"Tutti i gabbiani volano."
"Quando voli?"
"Mi trasformo in un gabbiano ogni notte, quando tu dormi."
"Posso vederti, una notte?"
"No, la notte devi dormire."
"Allora mi puoi fare vedere una tua foto da gabbiano?"
"Non posso farmi scattare delle foto, quando sono gabbiano. Nessuno lo deve sapere, è un segreto. Tu sei l'unico con cui ne ho mai parlato e, quando sarai più grande e potrai andare a letto più tardi, ti farò vedere che lo sono davvero."
Era una storia bellissima.
L.J. aveva già deciso di declassare Sebastian da Grande Nemico dell'Umanità a Male Necessario, ma non era abbastanza.

***

Sebastian era soddisfatto di se stesso: era riuscito in pochi minuti a far calmare L.J. che, nel frattempo, sembrava non pensare più all'assurdo "incidente" capitato durante la gara. Sarebbe stato opportuno spiegargli che non c'era nulla di irregolare in quello che Sebastian aveva appena fatto, ma non era fondamentale: parlare di gabbiani sembrava un'alternativa di gran lunga migliore.
Un pennuto intervenne inaspettatamente ad incrementare il suo punteggio: un vero gabbiano infatti volò verso di loro e si posò al suolo a meno di due metri di distanza.
Sebastian gli si avvicinò lentamente.
Il gabbiano alzò lo sguardo verso di lui.
Sebastian cercò di imitarne il verso.
"Grock, grock, grock."
L'uccello si avvicinò e si mise a gracchiare.
In quel momento, Sebastian si rese conto di avere definitivamente conquistato il cuore di L.J. che, quando il gabbiano si allontanò, si mise a guardarlo con ammirazione.
"Wow!"
"Te l'avevo detto che sono un gabbiano, quindi posso parlare con gli altri gabbiani."
"Sei un mito!"
"Grazie."
"Ce l'hai un pennarello?"
La domanda era anomala, quindi domandò al bambino: "Cosa ci devi fare?"
L.J. si era già tolto il cappellino della Mercedes che portava sulla testa.
"Hai un pennarello?" ripeté.
Sebastian ne aveva uno in tasca, l'aveva usato per firmare un autografo.
Glielo diede. Il figlio di Lewis scrisse "L.J." a caratteri cubitali sul cappellino, poi glielo porse.
"Questo è un regalo per te."
Uno scambio era doveroso.
Sebastian si tolse il proprio cappello e si mise in testa quello di L.J., anche se avrebbe dovuto nascondersi, per evitare di essere ripreso con un cappellino della Mercedes in testa.
Firmò il proprio e lo mise in testa a L.J.: "Questo, invece, è tuo."
Proprio in quel momento Lewis fece la propria comparsa, rimproverando il figlio.
"L.J., perché te ne sei andato in giro tutto solo senza chiedermi il permesso? E perché vai a disturbare le persone senza motivo? Non..."
Sebastian lo interruppe: "Non mi stava affatto disturbando. Anzi, è un bambino fantastico. Vero, L.J.?"
"Grock, grock, grock."
La risposta del piccolo Hamilton lo fece andare in brodo di giuggiole.
"Bravo, L.J., chissà, magari da grande anche tu diventerai un gabbiano!"
"Di sicuro non diventerai un ferrarista, però" puntualizzò Lewis, rivolgendosi al bambino. "Forza, togliti quel cappello e restituiscilo a Sebastian."
"No" replicò L.J., con fermezza. "Me l'ha regalato."
"Confermo" disse Sebastian. "Lui, invece, mi ha regalato il suo. Siamo diventati amici, io e tuo figlio. Vero, L.J.?"
"Sì. Ora ho un amico gabbiano."
Sebastian gli scoccò un'occhiataccia.
"Sbaglio o era un nostro segreto?"
L.J. si nascose dietro al padre.
Sebastian lo andò a stanare e gli scompigliò i capelli con una mano.
"Non importa. A tuo padre lo possiamo dire. Chissà, magari è un gabbiano anche lui..."


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Milly Sunshine