giovedì 25 maggio 2017

Questione di stelle allineate

Ci sono momenti in cui le stelle sono allineate nel verso giusto. Magari stanno lì, tutte in fila, ad assistere allo spettacolo, perché certi spettacoli meritano che qualcuno vi assista.
Uno di questi spettacoli che meritano che tutti vi assistano si concretizzò tre anni fa, il 25 Maggio 2014.
Era una di quelle occasioni in cui tutto sembrava girare per il verso giusto, insomma, per intenderci una di quelle occasioni che non capitano tanto spesso. Il 12° posto di Glock a Singapore 2012 sulla Marussia, l'11° posto di Petrov a Interlagos 2012 sulla Caterham difendendo la posizione nei confronti della Marussia di Pic... tutti episodi che suggerivano che prima o poi, forse, sarebbe arrivato il momento giusto, ma che allo stesso tempo lasciavano intendere che non c'erano poi così tante speranze.

Sarò sincera, avevo sempre pensato che, se un giorno una carretta avesse raggiunto la luce della zona punti, sarebbe accaduto in un altro continente e, in particolare, su un altro circuito cittadino.
Nell'aprile del 2014 scrissi una parodia sulla Marussia in cui si accennava al fatto di attendere con ansia una gara con un alto attrition rate a Singapore.

Non fu Singapore, fu Monaco.
Ci speravo, come ci speravo ogni volta, e per quanto non abbia mai fatto mistero di avere preferito la Marussia alla Caterham almeno fino dall'epoca del duello epico tra Pic e Glock e dall'uscita di scena della HRT, ammetto che sarei stata molto felice, quel giorno, anche se i punti li avesse conquistati la Caterham. Il top dei top sarebbe stato se fossero finite a punti sia la Marussia sia la Caterham, ma non potevo essere così tanto ottimista.
Fino al momento in cui Sutil non andò a muro facendo entrare la safety car, ricompattando le vetture e dando il via a un lungo susseguirsi di colpi di scena, sembrava una gara normale.
Non era una gara normale.
Era la gara dell'Elevazione, ma ancora non lo sapevamo.
Era una gara di un certo livello, in generale. Quello che accadeva davanti magari non era così intrigante, ma quello che accadeva dietro dimostrava che valeva la pena di guardare quella gara.
Quando Bianchi superò Kobayashi pensai che, se al posto loro, ci fossero stati Alonso e Vettel, quello sarebbe stato probabilmente messo di diritto nella classifica dei più bei sorpassi di tutti i tempi, classifica in cui svetta da anni, per plebiscito popolare, quel famoso sorpasso con Zonta in mezzo.
Il secondo pensiero fu che, con Alonso e Vettel, probabilmente non ci sarebbe stato comunque nessun cambiamento nella classifica dei migliori sorpassi di sempre, perché al posto del sorpasso ci sarebbero state semplicemente delle lamentele del tipo "you have to leave the space, you have always to leave the space".
Sia chiaro, questa non vuole essere una critica nei confronti di Alonso o di Vettel. Sono profondamente convinta che ciascun pilota possa decidere come gestire la propria gara. Se vuole tentare un sorpasso, che tenti il sorpasso. Se vuole lamentarsi, che si lamenti e basta. Magari apprezzo di più, sul momento, l'atteggiamento di chi invece di lamentarsi si rigira i pollici (che peraltro il 2009 e il 2016 hanno dimostrato che sono più produttivi) in quanto molto meno irritante, ma mi rendo conto che c'è chi certi azzardi non sempre se li può permettere e che talvolta è decisamente più saggio tentare un undercut piuttosto che infilarsi tra un avversario e una barriera rischiando di mandare punti preziosi alle ortiche.

Davanti ci sono questo genere di problemi, dietro no.
Quel 25 maggio 2014 nessuno poteva saperlo, ma quel sorpasso fu determinante non solo per il risultato e per la classifica, ma anche per determinare quale team che metteva in pista carrette sarebbe stato presente sulla griglia di partenza nei due anni a venire.
Nessuno sapeva quanto fosse significativo quel momento, ma fu comunque emozionante, almeno per me.
Ad un certo punto si arrivò che in pista c'erano solo dieci vetture non dei nuovi team. Ricordo di avere pensato che, se uno di loro si fosse ritirato, una Marussia o una Caterham sarebbe arrivata a punti quel giorno.
Nessuno si ritirò, ma alla fine non fu nemmeno necessario.
Fu una soddisfazione.
Fu un'enorme soddisfazione.
Tutto sembrava essere contro la realizzazione del grande obiettivo, ma evidentemente era proprio come dicevo io: le stelle erano tutte allineate al punto giusto.

#MarussiaForTheWin <3

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