martedì 25 luglio 2017

Ancora un gran premio, poi quattro settimane di vuoto cosmico

Miei cari lettori, è giunto il momento di introdurre il Gran Premio d'Ungheria, che si svolgerà nel weekend imminente, che sarà fortunatamente trasmesso in diretta Rai, visto che domenica sarò verosimilmente senza Internet nell'attesa del rinnovo della promozione annuale, e i cui orari saranno i seguenti:

PROVE LIBERE 1: venerdì h.10.00
PROVE LIBERE 2: venerdì h.14.00
PROVE LIBERE 3: sabato h.11.00
QUALIFICHE: sabato h.14.00
GARA: domenica h.14.00

Come al solito ho dovuto scegliere un momento a partire dal quale iniziare il mio resoconto e ho optato per il 2003.
Ricordo che quel giorno stavamo guardando il pre-gara a casa dei miei nonni e stavamo discutendo delle probabilità di vittoria.
Mio padre, con il suo ottimismo (perché altro non poteva essere che ottimismo) osservò: "secondo me oggi potrebbe vincere Coulthard", che infatti partiva dalla nona posizione e sicuramente era proprio il vincitore più probabile! Osservai che sì, tutto sommato poteva accadere, e mia nonna se ne uscì fuori con un "ma cosa dici? vince Schumi". Ah, se lo dici tu. Per onore di cronaca "Schumi" (ma era proprio necessario chiamarlo con un soprannome da scolaretto delle medie?) partiva dall'ottava casella della griglia di partenza, una sola posizione davanti a Coulthard.
Vorrei esprimere tutta la mia solidarietà a Fernando Alonso e al team Renault al gran completo. Il fatto che stessero partendo dalla pole e che nessuno se li sia filati minimamente nei pronostici sul potenziale vincitore del gran premio suggerendo nomi di gente che partiva tre o quattro file più indietro non è esattamente edificante.
Vorrei segnalare il terzo posto ottenuto in qualifica dalla Jaguar del best friend forever di Alonso, Mark Webber. Purtroppo la Jaguar non riuscì a vedere la luce del podio, che invece videro la McLaren con Kimi Raikkonen e la Williams con Juan Pablo Montoya. Ralf Schumacher, che era partito secondo ma aveva avuto una partenza travagliata, si classificò quarto, precedendo la McLaren del Mascellone, che non solo non vinse, ma arrivò a quasi un minuto da Alonso.

L'edizione del 2004 fu abbastanza noiosa. L'ho vista di recente per accertarmene, perché ricordavo di un'edizione del GP d'Ungheria noiosa e credevo fosse quella del 2005, ma avendo visto quella del 2005 qualche mese fa, mi ero accorta che evidentemente non era quella la gara che avevo trovato noiosa.
Nel 2004 fu doppietta Ferrari con Michael Schumacher e Rubens Barrichello abbastanza distanti l'uno dall'altro e terzo Fernando Alonso su Renault a debita distanza dai due, seguito da altre vetture tutte a debita distanza l'una dall'altra. Non ci furono eventi particolarmente degni di nota neanche nelle retrovie ed effettivamente non fu il più movimentato dei gran premi.
Nel 2005 la vittoria andò alla McLaren di Kimi Raikkonen, davanti ai fratelli Schumacher in lotta per la seconda posizione. Michael, che era partito dalla pole position ma aveva perso la posizione in corso d'opera, la spuntò nei confronti della Toyota di Ralf.

Il 2006 fu un delirio. Kimi Raikkonen partì dalla pole, su McLaren. Felipe Massa che gli stava accanto partì da Webber. Dietro di loro si erano qualificate le Honda di Barrichello e Button, ma quest'ultimo era stato mandato dieci posizioni più indietro per avere sostituito il motore, della serie Honda the power of Nightmares.
Raikkonen si perse per strada mentre doppiava Liuzzi. Purtroppo doppiare una vettura passandole per di sopra non dava gli effetti desiderati. A quel punto ne accaddero di tutti i colori.
In Renault pasticciarono e mandarono in pista Alonso con una gomme male imbullonata, che venne persa per strada.
In Ferrari Michael Schumacher rimase in pista girando sui cerchioni, nelle fasi conclusive della gara, e finì per rompere una sospensione.
Gli occhi di tutti, comunque, erano concentrati sull'eroe di quella giornata: partito dalla 14esima posizione, Jenson Button stava finalmente andando a prendersi la sua prima vittoria in carriera, quando ormai nessuno ci credeva più. Dietro di lui c'erano Pedro De La Rosa, su McLaren, che andava a prendersi il primo (e unico) podio in carriera e Nick Heidfeld, che portava sul podio per la prima volta la BMW, se si considera la BMW un team diverso dalla Sauber.
L'inno giapponese che suonò in occasione della vittoria della Honda non si sentiva dal 1967 sul podio di una gara di Formula 1 e non lo si è più sentito da allora. Dato che non ci sono piloti giapponesi o squadre giapponesi, attualmente, in Formula 1, passerà ancora un bel po' di tempo prima che accada di nuovo.
In quel gran premio debuttò Robert Kubica, che originariamente concluse la gara in zona punti, ma fu squalificato perché la sua vettura era sottopeso. Nel GP successivo avrebbe ottenuto il suo primo podio.

Il GP d'Ungheria del 2007 fu un susseguirsi di polemiche che gradirei evitare di riportare alla luce. Vinse Lewis Hamilton su McLaren, davanti alla Ferrari di Raikkonen. Terzo arrivò Heidfeld ancora una volta.
Vittoria McLaren anche nel 2008, quando a imporsi fu Heikki Kovalainen, che poi imporsi è una parola grossa, dato che era stato stabilmente terzo almeno finché Hamilton non aveva forato a metà gara dalla seconda posizione ed era stato stabilmente secondo finché il motore di Massa non era finito in fumo a pochi giri dalla conclusione.
Fu l'unica vittoria di Kovalainen in Formula 1 e, curiosità, divenne il centesimo pilota a vincere una gara valida per il campionato di Formula 1!
Completavano il podio Timo Glock su Toyota e Kimi Raikkonen su Ferrari. Nonostante ciò, l'anno scorso nel "Grill The Grid", alla domanda di elencare i finlandesi che avevano vinto dei gran premi di Formula 1, Raikkonen non si ricordava assolutamente di Kovalainen.

Il Gran Premio d'Ungheria del 2009, celebre per il famoso incidente di Felipe Massa con la molla durante le qualifiche, di cui oggi ricorre l'ottavo anniversario, vide Fernando Alonso ottenere la pole position su Renault, al termine di una qualifica nella quale la grafica non funzionava e i piloti della top-ten, giunti al traguardo, si chiedevano l'uno con l'altro i tempi fatti registrare, in modo da capire quale fosse l'ordine di qualifica.
La gara di Alonso fu un ripetersi dell'edizione 2006: fu mandato in pista con una ruota non imbullonata, che si staccò. Complice il fatto che ciò fosse avvenuto una settimana dopo la morte di Henry Surtees in Formula 2 per essere stato colpito da una ruota sul casco e che fosse avvenuto il giorno successivo a un incidente serio in cui Massa era stato colpito a sua volta da un detrito, la Renault venne squalificata per un gran premio, squalifica che fu poi annullata in appello.
Quell'edizione fu una pietra miliare nella storia della F1, in quanto la vittoria di Hamilton su McLaren fu la prima vittoria di una monoposto con il kers in Formula 1. Completarono il podio la Ferrari di Kimi Raikkonen e la Redbull di Mark Webber, che con la vittoria nel 2010 si portò in testa alla classifica. Sul podio con lui c'erano Fernando Alonso su Ferrari e l'altro pilota Redbull Sebastian Vettel. Il finale della gara fu reso scoppiettante da un duello epico tra Schumacher e Barrichello per la decima posizione che si concluse con quest'ultimo che conservò il decimo posto nonostante una ruotata ricevuta dall'ex compagno di squadra.

Il Gran Premio d'Ungheria 2011 fu quello in cui ad un tratto Mazzoni descrisse un'azione di gara esattamente con questi termini: "Alonso, no è Massa, ha superato Schumacher, no è Rosberg". Fu l'ultimo gran premio in carriera per Nick Heidfeld e fu il 200esimo della lunga carriera di Jenson Button, che lo celebrò ottenendo una vittoria. Vettel, partito dalla pole position, arrivò secondo davanti a Vettel e Alonso. Nessuno dei tre era sul podio l'anno seguente, in cui ci fu un'ulteriore vittoria McLaren: vinse Lewis Hamilton, davanti alle Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean. Quest'ultimo era partito dalla prima fila e soltanto avanti nel corso della gara era stato superato dal compagno di squadra. Era il suo terzo podio stagionale e il GP d'Ungheria 2012 per lui fu la quiete che precedeva la tempesta, che avrebbe scatenato lui stesso al via del successivo gran premio in Belgio.

Il Gran Premio d'Ungheria 2013 segnò la prima vittoria per Hamilton Mercedes e, curiosamente, fu l'ultima gara della stagione a non essere vinta da Vettel. Quest'ultimo arrivò in terza posizione, mentre secondo ancora una volta si era classificato Raikkonen su Lotus.
Un anno più tardi Daniel Ricciardo riportò la Redbull alla vittoria all'Hungaroring, vittoria che mancava dai tempi di Webber, al termine di una gara abbastanza caotica in cui - preparate la scatola dei fazzoletti, prego, sto per scrivere una cosa molto commovente - Fernando Alonso, secondo al traguardo, ottenne quello che ad oggi è tuttora il suo ultimo podio e, visto che la sua vettura vede raramente il traguardo e quando lo vede è a debita distanza dalle prime posizioni, potrebbe rimanerlo ancora per molto tempo. Terzo arrivò Lewis Hamilton, che era partito dalla pitlane.
Curiosità: senza nulla togliere a Ricciardo, quella fu, ad oggi, l'unica occasione in cui vinse una gara conquistando la prima posizione sul campo e non "ereditandola" dopo ritiri o incidenti altrui. Per fortuna ha dalla sua parte il fatto di essere un tipo che sta simpatico più o meno a tutti, altrimenti non oso immaginare che reputazione avrebbe.

Nel 2015 ci fu una prima fila tutta Mercedes, ma le Ferrari salirono in prima e seconda posizione al momento dello start, con Sebastian Vettel davanti a Kimi Raikkonen. Avrebbe potuto essere una doppietta, in quanto quest'ultimo era secondo al momento del ritiro, ma appunto solo la vettura di Vettel riuscì a vedere il traguardo, permettendogli di ottenere la vittoria su un circuito dove fino a quel momento non aveva mai vinto. Le Redbull di Daniil Kvyat e Daniel Ricciardo ottennero i gradini più bassi del podio. Quest'ultimo sarebbe salito sul podio, classificandosi terzo, anche nella gara dell'anno seguente, al termine della quale sarebbe stato inquadrato, nel post-gara, con una bottiglia d'acqua appoggiata sulle parti intime in attesa di salire sul podio. Vinse Lewis Hamilton su Mercedes, davanti al compagno di squadra Nico Rosberg. In conferenza stampa Hamilton rivelò accidentalmente al mondo che Ricciardo (che tutti credevano ancora fidanzato con la sua ex storica Jemma) era single, in una domanda sulle grid girl locali, e terminò la conferenza stampa dichiarando che doveva andare in bagno con una certa urgenza, quando gli fu posta una domanda *utilissima* a proposito di una canzone che secondo lui sarebbe stata adatta per descrivere quel momento.
Curiosità: in quella gara Gutierrez fu penalizzato per non avere rispettato le bandiere blu ostacolando un doppiaggio da parte di Hamilton. Cercò in seguito di mettersi a litigare con Hamilton su Twitter, ma Hamilton non se lo filò.

Che cosa ci riserverà questa stagione lo scopriremo soltanto al termine di questa settimana. Per il momento non mi resta che augurare a tutti quanti, con un po' d'anticipo, un buon weekend.

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Milly Sunshine