venerdì 31 ottobre 2014

Aprendo il cassetto dei ricordi... dei dolci ricordi...

31 Ottobre 1999, circuito di Suzuka: Mika Hakkinen vince il suo secondo titolo mondiale, l’ultimo, ma non possiamo ancora saperlo. Vince con quattro punti di vantaggio su Eddie Irvine, uno che, al giorno d’oggi, ci sembra difficile immaginare possa essere arrivato così poco lontano da un titolo.
La Ferrari vinse il mondiale costruttori e, qualcuno disse, si sarebbe meritata anche il titolo piloti. Onestamente ho qualche dubbio in proposito: senza offesa per Irvine, che non penso si offenderebbe se sapesse che ritengo che sia sempre stato più interessato a godersi la vita che ai risultati, non credo che abbia mai dimostrato davvero di poter ottenere quel titolo, che al posto suo probabilmente il suo compagno di squadra avrebbe vinto... e magari non solo il suo compagno di squadra, ma anche il suo successore.
Ripensando alla gomma smarrita al Nürburgring, un tempo ci vedevo del marcio. Al giorno d’oggi, alla luce di quello che ho visto negli ultimi anni mi sono accorta che tutto sommato quel giorno forse la Ferrari ha semplicemente commesso lo stesso errore che in seguito hanno commesso tanti altri. Se in epoche recenti in Renault, Mercedes e Redbull hanno fatto errori madornali dello stesso tipo (soprattutto in casi in cui è stato più quello che ci hanno rimesso piuttosto che quello che ci hanno guadagnato) o addirittura peggiori (perché perdere un bullone o una ruota ha degli effetti, mentre mandare in pista un pilota con una ruota non imbullonata è tutt’altro discorso), perché non avrebbe dovuto commetterne uno del genere anche la Ferrari? A “discolpa” del team va detto che, tra l’altro, in quello stesso gran premio anche Salo fu “vittima” di un pit-stop troppo lungo.


Tornando a noi, Hakkinen vinse e, a mio parere, se lo meritò eccome. Solo due anni più tardi, ad appena 33 anni, si ritirò dalla Formula 1. Sarebbe stato bello vederlo restare ancora per parecchi anni. Qualche duello over-40 tra lui e Michael Schumacher sarebbe stato epico.

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Milly Sunshine