domenica 5 aprile 2020

F1 The Golden Days: GP Malesia 2009

In questi giorni in cui avrebbe dovuto esserci la prima edizione del Gran Premio del Vietnam, in assenza di gran premi del Vietnam di cui parlare, andiamo a rievocare che cosa è successo in un'altra location asiatica, laddove a suo tempo si gareggiava in questo periodo dell'anno (almeno nell'occasione di cui andiamo a parlare oggi).
Parliamo del 2009, quella stagione in cui, dal nulla, era uscita la Brawn GP e in cui, quasi dal nulla, sarebbe uscita anche la Redbull, prima e seconda forza di un mondiale che, fino a poche settimane prima, avremmo immaginato con ben altre dinamiche.

GP della Malesia, seconda gara della stagione: in quei giorni faceva tanto discutere la cosiddetta "banda del buco", Brawn GP (piloti Jenson Button e Rubens Barrichello), Toyota (piloti Jarno Trulli e Timo Glock) e Williams (piloti Nico Rosberg e un altro che non ha mai fatto punti nonostante fosse tacciato di avere una vattura con vantaggio irregolare, che mi astengo dal citare per non intaccare la sua immagine, dato che al giorno d'oggi è diventato uno dei giapponesi più importanti del panorama motoristico internazionale). Curiosità: pare che il famoso buco sul fondo fosse stato progettato dalla Super Aguri. Quindi, se non fosse fallita un anno prima, forse i suoi piloti avrebbero potuto anche fare qualche punto, a differenza di Nak-... ehm, facciamo che non ho menzionato nessuno.

La gara è partita quando erano le undici di mattina nel fuso orario dell'Europa centrale, decisione di portare il gran premio a svolgersi in un orario che potesse piacere al pubblico europeo e che non comportasse di dovere gareggiare in notturna, con conseguenti traumi all'arrivo della bolletta della luce.
Purtroppo è stato scelto l'orario più sfavorevole dal punto di vista delle piogge monsoniche, che arrivano puntuali alle 17.00 come l'ora del tè a casa di Damon Hill (non perché io sia certa del fatto che ogni giorno Damon Hill beva il tè a quell'ora, ma perché la sua aria da gentleman inglese lo rilancia come candidato per questa citazione).

La pioggia è arrivata un po' più tardi dell'orario della partenza del gran premio, ha permesso a Button di fare una partenza epocale: anticipando l'imminente ascesa della Redbull ha fatto il Webber della situazione perdendo posizioni a vantaggio dei loschi individui che aveva nei dintorni.
È stato così che, dalla quarta casella della griglia di partenza, Rosberg si è portato in testa... e peraltro davanti a nientemeno che Trulli.
C'era anche la Renault di San Fernando da Enstone nemico giurato di Ron Dennis nei paraggi, ma Alonso è stato il primo a soccombere alla rimonta di Button.

Nel frattempo succedevano cose che andavano oltre l'umana immaginazione: Kimi Raikkonen veniva chiamato ai box per montare gomme da bagnato estremo, mentre la pista era asciutta. Michael Schumacher, che gironzolava per il box affacciato alla finestra con una mano fuori per sentire se piovesse, è stato in seguito velatamente accusato di essere l'autore di quella sciagurata decisione. Non so cosa pensare di quel fatto, anche se ammetto che l'alternativa era fidarsi di Meteofrance, il che poteva avere risultati addirittura peggiori. In ogni caso la scelta di quelle gomme da bagnato estremo, a un certo punto, ha iniziato a pagare: quando si erano logorate al punto tale da essere lisce come delle slick, Raikkonen ha preso a girare like a boss. Peccato che poi sia venuto a piovere davvero.

Avevamo lasciato Rosberg in testa e c'era ancora, è rimasto lì per quindici giri per poi rientrare ai box per il rifornimento, lasciando strada a Trulli. Quest'ultimo c'è rimasto un paio di giri, rientrando a sua volta. I due sono stati superati quindi da Button che ha prolungato il proprio stint (era il 2009, quindi non si usava il termine "overcut") e finalmente si è ripreso la testa della gara... o per meglio dire, si è preso la testa della gara, dato che di giri da leader fino a quel momento non ne aveva fatti.
Nel frattempo la pioggia scombinava le carte in tavola e in BMW Sauber cercavano un modo per recuperare posizioni con le loro vetture... o meglio, con la loro unica vettura ancora in pista, quella di Nick Heidfeld, che persisteva a non cambiare gomme mentre gli altri facevano numerosi pitstop.

Altro pilota che recuperava posizioni era #IsThatGlock, che con gomme intermedie quando gli altri erano sulle heavy rain si trovava nelle giuste condizioni meteo per ritrovarsi coinvolto all'improvviso in un festino brasiliano.
Button, Heidfeld, Glock, questi sarebbero stati i piloti sul podio, al termine di una gara durata solo trentuno giri invece dei previsti cinquantasei.
Al giorno d'oggi viene definita una gara dominata da Button, ma di fatto è stato in testa per la metà dei giri percorsi, segno che, senza nulla togliere al campione del mondo 2009, che nel corso della propria carriera si è dimostrato parecchie volte signore e padrone delle condizioni meteo che cambiano in modo random, abbiamo una nostra personale visione del mondo.

Come siamo arrivati alla bandiera rossa? Essenzialmente ci siamo arrivati perché in breve tempo una lunga serie di piloti iniziavano a finire in aquaplaning. Tra di loro è provato che ci siano finiti Fisichella, Buemi e Vettel, perché risultano ufficialmente ritirati. Siccome la regola impone che un caso di bandiera rossa il risultato venga stilato sulla base del penultimo giro completato, i piloti che hanno avuto lo stesso destino nel corso del trentaduesimo e di quella parte di trentatreesimo che si è svolta, si sono ritrovati decurtati del loro ritiro.

Come da buona tradizione, a quel punto, non è stato optato per andare a casa subito, ma è seguita un'oretta con le vetture ferme sulle griglia (quelle superstiti, almeno) e molti dubbi amletici sul da farsi.
L'unica Ferrari presente sulla griglia era quella di Massa, al momento nono, che attendeva che la gara riprendesse perché davanti a lui in zona punti c'erano almeno due piloti che figuravano, di fatto, ritirati per ragioni random (Rosberg e Barrichello). Aveva un grosso problema, però, infatti si è lanciato in un'accorata protesta a proposito della visiera scura del suo casco, ottimale in condizioni di sole, non tanto in condizioni di bagnato estremo. Via radio, Rob Smedley gli ha risposto con quel celebre "Felipe Baby, stay cool" che ha fatto la storia.
Il suo compagno di squadra, nel frattempo, ritirato ai box per un problema al kers, gustava un Cremino Algida davanti alle telecamere...


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Milly Sunshine