lunedì 20 aprile 2020

Sebastian Vettel a casa Hamilton vs Lewis Hamilton a casa Vettel

Carissimi Sewis shipper, oggi ho intenzione di illustrarvi, con una certa quantità di trash che non può mai mancare, quello che potrebbe succedere se Hamilton invitasse Vettel a casa sua o viceversa. Quindi ritenetevi liberi di immaginare Vettel che viene trascinato in una discoteca di Montecarlo, o Hamilton che viene coinvolto in una gara sui tosaerba nella tenuta di Vettel. Aggiungete un PR che somiglia a Palmer, una mucca in strada e un'anatra che veste i panni del direttore di gara. Se non immaginate nulla del genere, no problem, ci ho pensato io!

Buona lettura. <3
Naturalmente i fatti narrati non sono veramente accaduti. Però si spera che possano accadere!

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SEBASTIAN A CASA HAMILTON

"Prego, benvenuto nella mia modesta dimora."
Sebastian sentì il cuore rimbalzargli nel petto. Era già pentito di avere accettato l'invito di Lewis.
Che cosa gli era venuto in mente? Quel posto non faceva per lui.
Il suo collega, del tutto ignaro dei suoi viaggi mentali, lo fissava con un sorrisetto piuttosto inquietante.
"Cosa ci fai lì incantato, Sebastian? Entra in casa."
A quanto pareva non c'era proprio la possibilità di scappare a gambe levate, nonostante tutto fosse andato male fin dal primo momento.
Alle spalle di Lewis apparvero due graziosi bulldog. Roscoe si mise ad abbaiare in modo piuttosto festoso.
Sebastian si sentì sollevato, almeno per un attimo: Roscoe era un cane piuttosto simpatico, era felice di rivederlo. Ultimamente Lewis non l'aveva portato con sé ai gran premi, quindi non lo vedeva da parecchio tempo.
Si fece coraggio.
Varcò la soglia, trascinando il proprio trolley, pensando all'imminente incontro che lo aspettava: una questione di sponsor, che l'aveva costretto a recarsi a Montecarlo. Purtroppo aveva fatto l'errore di informare Lewis dell'incontro che lo aspettava e il pilota della Mercedes aveva insistito per ospitarlo nella propria abitazione.
Non che fosse un brutto posto... anzi, era stupendo sapere che lì nei pressi abitavano tanti loro colleghi ed ex colleghi. Lewis aveva negato, ma Sebastian era certo che organizzasse eventi vari, come gare di nuoto nella piscina condominiale, chiamando Eddie Jordan a fare la telecronaca.
Sebastian, in ogni caso, non amava una vita così tanto sotto i riflettori. Preferiva di gran lunga vivere nelle campagne, circondato da mucche e galline che, all'occorrenza, sapevano rivelarsi una compagnia migliore di molte persone presenti nel paddock. Per esempio, nessuna mucca l'aveva mai intralciato come faceva Gutierrez a suo tempo, nonostante la presenza di bandiere blu, né tantomeno le galline volevano giocare con lui a pingpong come Ricciardo.
Gli venne a quel punto un dubbio.
"Dimmi, Lewis, per caso Daniel non abita in questo palazzo?"
"Sì, ma purtroppo non posso invitarlo a cena, perché questa sera deve uscire insieme a Hulkenberg."
"Danico vibes."
"Concordo in pieno. Peccato, se avessi potuto programmare le cose in anticipo, magari avrei invitato entrambi..."
Sebastian scosse la testa.
"No, per carità, niente invitati. E poi stasera devo andare a cena con i manager della Philip Morris."
"E cosa vogliono da te?"
"I miei occhi azzurro shocking per una loro campagna pubblicitaria che prevede un numero ristretto di pannelli pubblicitari da esporre nei pochi luoghi al mondo in cui è ancora consentito pubblicizzare il tabacco."
"Tutto ciò è terribile! Come osi prestare i tuoi occhi per una campagna pubblicitaria a base di nicotina?"
"Sai benissimo che non ho mai fumato in vita mia, nemmeno per imitare il mio idolo Michael che, quando si spegnevano le telecamere, fumava come una ciminiera. Però la Philip Morris ha minacciato il team di ritirare la sponsorizzazione di Mission Winnow e la squadra ha minacciato di appiedarmi in corso d'opera e di sostituirmi con Giovinazzi, che ha a sua volta gli occhi azzurri, se non avessi accettato la malsana pubblicità alla quale dovrò prestare i miei occhi."
"Cosa ne diranno le Tumblr baby?"
"Non lo so e non mi interessa. Penso che qualcuna mi difenderà dalle accuse più recenti, riferendo che ho fatto di peggio nel lontano 1995, una volta in cui ho fatto lo sgambetto a un mio compagno di classe che mi aveva fatto una linguaccia. Siccome quel mio ex compagno è diventato un coltivatore di cetrioli, verrò accusato per effetto della proprietà transitiva di discriminazione razziale nei confronti degli indiani e questo fa cadere nel dimenticatoio la Philip Morris."
"Quel tuo compagno di scuola è indiano?"
"No, ma lo è Karthikeyan, che è strettamente imparentato con i cetrioli."
"Questo, in effetti, non è un problema da poco. Ora, comunque, non preoccuparti più, almeno per un po'. Sono solo le quattro del pomeriggio. Hai tutto il tempo per andare a farti una doccia e a rilassarti in attesa di un importante evento che si terrà tra un'ora."
"Ovvero?"
"Ovvero l'ora del tè."
Sebastian fece come gli aveva suggerito Lewis e per un po' non pensò più a nulla. Soltanto mentre beveva la seconda tazza di tè, su insistenza di Lewis, ricevette un messaggio sul cellulare: era Binotto in persona, che lo informava che l'incontro con i manager della Philip Morris non esisteva e che si era inventato tutto su richiesta di quel trollone di Daniel, il nuovo compagno di squadra di Sebastian dopo che quel traditore di Charles aveva preso il posto di Bottas alla Mercedes. Secondo Ricciardo, Sebastian aveva una vita sociale piuttosto piatta e invitarlo a trascorrere un fine settimana a Montecarlo era la cosa migliore.
Sebastian non sapeva se sentirsi sollevato oppure preso in giro. Peccato che Ricciardo fosse fuori con Hulkenberg, altrimenti non gli sarebbe dispiaciuto andare a casa sua e urlargli dietro dei "f*ck".
Raccontò tutto a Lewis e ne venne fuori una cosa terribile: anche lui sapeva la verità.
Sebastian spalancò gli occhi.
"Perché l'hai fatto?! Che cosa ti hanno promesso in cambio di questa tua complicità? Vuoi per caso rubarmi il volante?"
"No, tanto a fine stagione tu e Daniel sarete a piedi e verrete rimpiazzati da Marcus Armstrong e Robert Shwartzman, in cu*o a quel brocco di Mick Schumacher."
"Perché il cu*o a Schumacher?"
"Perché è uno sbarbatello senza talento."
"Anche Armstrong e Shwartzman... non meritano il volante mio e di Daniel."
"Concordo in pieno, ma sono giovani ed è giusto che siano loro a portare avanti la nobile arte di impedire a Giovinazzi di appoggiare il fondoschiena su una Rossa. Parlando di cose serie, la Ferrari ha intenzione di concedere a entrambi una possibilità e di darvi un volante per la 24 Ore di Le Mans. Siccome Alonso si è rifiutato di prendere parte all'evento perché nel prossimo giugno intende prendere parte alla prima edizione del Triathlon motoristico, serve un terzo pilota da abbinare a te e a Daniel e spero di essere io."
"Bella cosa... a proposito, cos'è il Triathlon motoristico?"
"Una nuova competizione che prevede che i piloti svolgano diverse gare, a bordo di Formula 1, MotoGP e V8 australiane. Fernando si è messo in fissa con l'idea di battere a tutti i costi Valentino Rossi e Casey Stoner..."
"Ce la farà senz'altro, a meno che non provvediamo a gufarlo."
Lewis gli strizzò un occhio.
"Ma noi lo guferemo senz'altro... Adesso, però, basta perderci in chiacchiere. Vieni subito nella mia stanza."
Sebastian fu scosso da un brivido gelido.
"Nella tua... stanza?"
"Tranquillo, non voglio venire a letto con te. Non mi sono espresso bene, non è una stanza da letto quella in cui intendo portarti. Si tratta di una mega cabina-armadio."
"Vuoi fare sesso nell'armadio? No, perché al massimo avrei preferito un letto..."
Lewis ridacchiò.
"No. Stasera ti porto in una discoteca in cui suonerà dal vivo una boy-girl band appena fondata in cui cantano un sacco di miei amici... Ci saranno Rita Ora, Ariana Grande, Justin Bieber e tanti altri."
"Oh... e con ciò?
"Con ciò non penserai di venirci con lo smoking della Ferrari che ti eri portato per la riunione della Philip Morris."
"No..."
"E nemmeno con una camicia a quadri. Ti devo assolutamente prestare qualche indumento che non ti faccia sfigurare... Quindi togliti immediatamente quella camicia e quei pantaloni da tuta, che ho un sacco di roba da farti provare."
"Ho portato una camicia a quadri elegantissima..." cercò di protestare Sebastian. "Non avrai intenzione di farmi vestire in modo strano."
"No, figurati." Lewis gli fece gli occhi dolci. "Avanti, Sebby, vieni a indossare qualcosa di elegante."
Sebastian seguì Lewis controvoglia.
"La conosco, io, la tua eleganza..."
"No, mi hai visto solo con magliette rosa e catene da rapper, non conosci le sfaccettature del mio guardaroba."
Sebastian stava bene anche senza conoscerle, ma preferì non dire niente. In fondo, fino a quel momento, Lewis si era rivelato molto ospitale. Non era opportuno informarlo di non essere interessato né alla serata che gli aveva proposto né a Rita Ora. Non sapeva nemmeno chi fosse Rita Ora... e in realtà nemmeno gli altri personaggi citati da Lewis. Di sicuro era gente senza hobby interessanti, che non si dedicava né alla coltivazione di orti né all'allevamento di anatre come animali da compagnia.
Quello che accadde nelle ore successive lo fece rintronare completamente. Provò una lunga serie di felpe, t-shirt, camicie, giacche, tutte dai colori strani e imbarazzanti. Lewis gli scattò anche diverse foto, informandolo che intendeva mostrarle a tutto il vicinato.
"Perfino a quel principe Disney del tuo ex compagno di squadra?"
"Certo! Gli dovrò pur fare presente che, mentre lui si è sempre rifiutato di indossare i miei indumenti quando usciamo insieme, tu lo fai senza problemi."
"Tu e Rosberg uscite insieme?"
"Solo per eventi da family man, perché ha la malsana abitudine di andare a letto alle dieci di sera."
"È la stessa ora a cui vado a letto io."
"Non finché sarai mio ospite. Comunque un paio di settimane fa io e Nico siamo andati ad assistere a un torneo di lancio del cappellino. È stata un'esperienza meravigliosa. Alla fine il lanciatore per cui tifavo ha vinto, battendo in finale il preferito di Nico. Il principe c'è rimasto piuttosto male... mi ha accusato di avere gufato l'esito della gara, ma erano tutte assurdità senza fondamento."
"Capisco."
"Ora, però, andiamo a cucinare un piatto di spaghetti alla carbonara per cena."
"Tu mangi gli spaghetti alla carbonara?"
"Vegani, con uova di soia, formaggio di soia, guanciale di soia e soprattutto panna di soia."
"Che orrorehhhh!"
Lewis lo guardò malissimo.
"Non pensi ai poveri animali? Non pensi ai poveri maiali che soffrono perché tu possa mangiare guanciale? Alle galline a cui vengono sottratte le uova? A..."
Sebastian lo interruppe: "Non ho niente contro al veganesimo. Ho solo qualcosa contro la panna nella carbonara."
"Ma è di soia."
"Soia o non soia, non osare metterla."
"Va bene, ma solo per venire incontro alle tue esigenze."
Sebastian scoprì, nella mezz'ora che seguì, che Lewis era un ottimo cuoco. Se un giorno ci fosse stata un'edizione di Masterchef dedicata ai piloti, avrebbe potuto tranquillamente arrivare a giocarsi la finale con Grosjean.
Dopo cena guardarono alcuni video musicali su MTV. Lewis rimase parecchio impressionato da un video di Rihanna, definendola la donna più sexy del mondo. Se ne pentì immediatamente, dato che subito dopo fu trasmesso un video di Nicole Scherzinger.
I suoi occhi si riempirono di lacrime al pensiero della sua ex compagna perduta e Sebastian non sapeva se essere dispiaciuto per lui, oppure contento, perché se Lewis si sentiva così sottoterra, magari avrebbe annullato la loro serata...
Lewis, però, non annullò niente.
"Forza, andiamo a prepararci! Non vedo l'ora di vedere Rita Ora! Poi ci sarà anche Neymar Jr nello stesso locale. Gli ho promesso che un giorno o l'altro ce lo saremmo misurato per vedere chi ce l'ha più lungo. Potresti fare da giudice di gara..."
"Non ci tengo a vedere il membro di Neymar..."
"Il mio sì, quindi... buono a sapersi."
Sebastian avvampò.
"Non ho detto niente di tutto ciò."
"Non fa niente, quello che conta è il pensiero. Ora, però, preparati, che ho già deciso cosa devi metterti."
Non andò neanche troppo male. La giacca che Lewis scelse per Sebastian aveva qualche paillette, ma non sembrava particolarmente brutta.
Sotto quella giacca, avrebbe voluto fargli mettere un indumento strano che sembrava una vestaglia, ma Sebastian lo convinse a scegliere per lui una camicia bianca, promettendogli che, se fossero stati compagni di squadra a Le Mans, avrebbe passato tutto il tempo a dichiararsi soddisfatto di essere nello stesso team del pilota più forte di tutti i tempi.
L'estasi di Lewis nell'udire quelle parole era evidente, tanto che Sebastian temeva che potesse avere un'erezione.
Non accaddero incidenti particolari e, quando il bed time di Sebastian era già passato da un pezzo, uscirono di casa, non prima che Lewis l'avesse convinto a mettersi al collo una spessa catena da rapper. Sebastian non ne era molto soddisfatto, ma l'alternativa proposta da Lewis era una "sobria" cravatta fucsia, quindi accettò, con approvazione da parte del collega.
"Perfetto, Sebby, prima sembravi un becchino. A vederti, si sarebbe detto che eri il figlio di Frentzen."
"No, per carità, non voglio che Hanna mi lasci per mettersi insieme a Mick Schumacher. Abbiamo un sacco di bambini."
"Non succederà, non preoccuparti. Hanna ne ha abbastanza di bambini, non si fidanzerebbe mai con un poppante."
Salirono sull'elegantissima auto di Lewis e si diressero verso il locale.
Il PR all'ingresso, un tipo con gli occhi azzurri dall'aria vagamente familiare, fece un sacco di storie. Sosteneva di non avere mai visto Sebastian prima di quel momento e di non volerlo lasciare entrare, dato che non era né nella lista di Rita Ora, né in quella di Justin Bieber. Dopo un ulteriore controllo, osservò: "Nemmeno nella lista di Ariana Grande. Spiacente, se ne deve andare."
"Ma holy f*ck!" esclamò Sebastian, "lei non sa chi sono io."
"Esatto" convenne il PR. "Non l'ho mai vista prima. Si fosse trattato di un'importante personalità come Esteban Gutierrez avrei chiuso un occhio e accettato una mazzetta per farlo entrare... in fondo Gutierrez è stato tester della Ferrari."
"Io la Ferrari la guido da anni come titolare."
"Addirittura un visionario che si crede Sebastian Guido La Rossa Dal 2015 E Non Ho Ancora Vinto Un Mondiale."
Sebastian si sentì raggelare.
"Come ha detto?!"
"Ha sentito benissimo."
"Beh, sappia che si sbaglia di grosso. Prima di tutto sono esattamente Sebastian Guido La Rossa Dal 2015 E Bia Figueiredo Invidia La Lunghezza Del Mio Presunto Nome. In secondo luogo, cosa ancora più importante, sono il campione del mondo 2020 e sul musetto della mia vettura spicca un numero 1."
"Facile vincere quando Toto Wolff è in fissa con l'Aston Martin e con l'alleanza con Stroll e la Redbull non ha abbastanza cu*o..."
Tutto ciò era terribile. Sebastian non si aspettava che un campione del mondo con la Ferrari potesse essere oltraggiato a quella maniera. Stava per insultare il PR, ma per fortuna intervenne Lewis.
"Scusami, Sebby, stavo salutando Selena Gomez." Poi si rivolse al PR. "Il signore qui presente è il mio fidanzato, quindi caro Jolyon, fammi il piacere di farlo entrare."
Il PR, adesso, pareva imbarazzato.
"Sì, scusami Lewis, l'avevo scambiato per uno straccione qualsiasi che provava a imbucarsi. D'altronde è vestito proprio come un senzatetto..."
In un altro momento Sebastian si sarebbe compiaciuto del buon gusto del PR in fatto di abbigliamento, dopotutto gli indumenti che gli aveva prestato Lewis erano inguardabili, ma non poté fare a meno di soffermarsi sul nome pronunciato da Lewis: Jolyon. Ecco dove aveva già visto quel tizio. Mentre entrava nel locale, gli diede una spallata.
L'altro fece per protestare.
Sebastian ridacchiò.
"Karma."
"Ecco che si crede anche Alonso..." borbottò Jolyon.
"Giammai. Alonso non ha mai vinto un titolo con la Rossa."
"Smettila" lo supplicò Lewis. "Non compiacerti troppo di quel mondiale. Toto era ormai in fissa con l'Aston Martin, mentre la Redbull..."
"...non ha avuto abbastanza fondoschiena. Sei tu che hai messo in testa questa idea a Jolyon?"
"Adesso non lamentarti. Ti ricordo che, stando a quanto ho detto a Jolyon, io e te ci siamo fidanzati. Quindi comportati da bravo cavaliere, invece di fare polemica. Non siamo a una conferenza stampa del giovedì nel gran premio successivo a un incidente innescato da Verstappen. In più, non ho mai detto a Jolyon il mio vero pensiero."
"Ovvero?"
"Ovvero che, con il passaggio imminente di Leclerc in Mercedes, la Ferrari l'abbia deliberatamente sabotato per fargliela pagare. Essere battuto da te è stato un duro colpo per lui."
"Sarà un duro colpo per te quello che riceverai nelle pa**e se non la smetti."
Lewis fece un mezzo sorriso.
"Non scaldarti, Sebby. Altrimenti, se la situazione diventa troppo hot, sarò costretto a portarti in un bagno e a fare cose folli."
"Siamo venuti qui per stare imbambolati su un divanetto, non per fare cose folli."
"Te lo scordi. Siamo venuti qui per ballare... oh, guarda, c'è Neymar proprio qui vicino."
Sebastian abbassò lo sguardo.
"No, Neymar nooooohhhhh."
"Stai tranquillo, lo saluto e basta" lo rassicurò Lewis. "Questa serata la passo solo con te."
Sebastian si sentì improvvisamente sollevato. Era un bene che Lewis non lo abbandonasse a se stesso. Si sarebbe sentito molto spaesato... per fortuna, però, grazie alla vicinanza del suo collega, andò tutto bene. Alla fine della serata andarono perfino a scattarsi un selfie insieme ad Ariana Grande. Sebastian si abbassò, per sembrare alto un metro e un tappo ed essere scambiato per Sam Bird.
Quando uscirono dalla discoteca, diverse ore dopo, Lewis volle sapere: "Allora, ti sei divertito?"
Sebastian era tentato di dire di no, che era stata la serata peggiore della sua vita, ma non ebbe il coraggio di mentire.
"Sì, è stato bello. Comunque non c'era alcun complotto. Charles si era fissato con le gare virtuali e non si concentrava abbastanza su quelle vere. Per giunta non è nemmeno riuscito a contrastare la popolarità di Lando Norris. Uno spreco..."
Lewis alzò gli occhi al cielo.
"Ragazzini. Non avranno mai la nostra saggezza. Né saranno mai scelti per guidare la Ferrari a Le Mans al suo debutto in LMP1."
Sebastian se ne era quasi dimenticato. Quando gli tornò in mente, dichiarò: "Quando avremo vinto la 24 Ore portando in alto la Rossa, torneremo qui per festeggiare e porteremo con noi anche Daniel."
"Ottima cosa. Stai proponendo un perfetto menage-a-troix."

***

LEWIS A CASA VETTEL

La pazienza non era la principale dote di Lewis: era un pilota velocissimo e un uomo elegantissimo, ma di certo non si poteva dire che fosse paziente. Era passato ormai parecchio tempo da quando era salito sull'automobile che lo stava conducendo a destinazione. Sebastian gli aveva comunicato che avrebbe mandato un autista a prenderlo all'aeroporto a bordo di una Cinquecento vintage rossa e, in effetti, Lewis non aveva impiegato molto tempo a trovare il suo accompagnatore. Solo, contrariamente a quanto gli aveva comunicato il suo collega, non c'era un autista stipendiato da Sebastian, ma Sebastian stesso.
A quanto pareva, quella era la sua auto di servizio, che utilizzava per scorazzare per i campi e per andare a fare visita alle mucche della zona.
Di mucche, al momento, non se ne vedevano affatto, si vedevano solo strade interminabili, che conducevano verosimilmente verso l'abitazione del ferrarista.
"Ne abbiamo ancora per molto?" domandò Lewis, un po' intimorito per la risposta.
Per fortuna non gli andò male.
"No."
"Meno male."
"Solo una trentina di chilometri ancora, poi siamo a casa."
"Una... trentina di chilometri?! Ci metteremo un secolo."
"E allora?" obiettò Sebastian. "Ti ricordo che sei qui perché volevi trascorrere un fine settimana di calma, dopo la vita frenetica a cui sei stato costretto negli ultimi tempi."
"Sì, certo, non ho fretta... però su questa macchina non c'è nemmeno una radio. Non sono abituato a fare viaggi lunghi senza un po' di musica."
"Potresti ascoltarla sul cellulare."
"Con gli auricolari? No, grazie. La musica è condivisione. Non terrei mai Rita Ora soltanto per me. La sua musica deve essere un bene pubblico."
"Rita chi?"
"Niente, lascia stare, è una delle mie pseudo-ragazze."
"Se vuoi" azzardò Sebastian, "Posso mettermi a cantare io."
"Le canzoni di Rita Ora? Non so, magari non faresti lo stesso effetto..."
"Ma quale Rita Ora!"
Sebastian si mise a cantare una canzone incomprensibile.
Lewis gli chiese spiegazioni: "Cos'è? Non mi sembra né Rihanna né Camila Cabello."
"Infatti stavo cantando 'L'italiano' di Toto Cutugno. È la mia canzone italiana preferita. Casomai un giorno tu passassi in Ferrari, ti converrebbe impararla. Il pubblico impazzisce per queste cose. I ferraristi mi adorano quando canto quella canzone."
"Solo quando canti quella canzone" borbottò Lewis. "Non voglio andare in Ferrari. Mi fa paura il giudizio dei suoi tifosi."
"Paura del giudizio dei suoi tifosi? Tu?! Rifletti, Lewis, hai vinto sei mondiali, non hai niente di cui preoccuparti. Dovrebbe bastarti schioccare le dita per entrare nel loro cuore."
"E ottenere un misero secondo posto per essere messo sulla lista nera."
"Come sei esagerato!"
"No, non sto esagerando. È una cosa atroce. Non sono sicuro che lo sopporterei. Quando arrivo secondo, mi sento sempre distrutto. Figurati se dovessi ricevere minacce di morte e critiche pesanti. Non sono sicuro che ne uscirei vivo, finirei per morire di crepacuore. Sono un ragazzo sensibile, dopotutto."
"Non dire idiozie, Lewis, hai affrontato sicuramente situazioni peggiori nella vita" replicò Sebastian. "Credo che saresti l'uomo perfetto per la Ferrari. Senza te che vinci mondiali in Mercedes, la Ferrari dovrebbe vincere per forza."
Lewis azzardò: "E se la Mercedes decidesse di mettere in pista un dream team con i Leclestappen? Saremmo tutti quanti spacciati, non ce ne sarebbe per nessuno."
Sebastian si girò a guardarlo.
"Fai sul serio?"
"Sebby, guarda avanti!" gli intimò Lewis. "C'è una mucca in mezzo alla strada!"
Sebastian fermò di scatto.
"In effetti c'è proprio una mucca."
Era il primo bovino che vedevano.
Sebastian si mise giù di strada, il più vicino possibile al fosso, nel tentativo di passare evitandola.
"Aspetta, fermati un attimo" lo pregò Lewis.
"Perché, cosa devi fare?"
"Tu fermati!"
Sebastian accostò e mise le quattro frecce.
"Allora?"
Lewis aprì la portiera.
"Arrivo subito!"
Scese dalla macchina, le girò intorno e si avvicinò alla mucca.
Il bovino lo fissò senza fare nulla.
Lewis fece una linguaccia.
Anche la mucca tirò fuori la lingua.
Lewis allungò una mano e la accarezzò sulla testa.
Sebastian suonò il clacson.
"Ti dai una mossa? Eri tu che avevi fretta, se non sbaglio!"
Lewis tornò all'auto.
"Stavo facendo amicizia con un grazioso animale dagli stessi colori del dalmata dell'ex moglie di Valtteri" puntualizzò. "Mi sembra una mucca piuttosto simpatica. Sei d'accordo?"
"Non saprei. Sei tu quello che è andato a conoscerla."
"Tu comunichi con le mucche del luogo?"
"No, non ho ancora imparato a parlare con gli animali."
"Ma... cosa fai nel tempo libero?"
"Tante cose."
"Tipo?"
"Gioco con i miei bambini."
"I tuoi bambini, però, non ci sono, se non ricordo male" obiettò Lewis. "Non hai detto che tua moglie è andata con loro a trovare i tuoi suoceri?"
"Esatto" confermò Sebastian. "Adesso ho un sacco di tempo per me. Spesso lo passo con gli animali che ho in cortile."
"Che animali hai?"
"Galline, anatre, pecore, capre..."
"Fantastico!"
"Oppure cucino frittate con le uova delle mie galline e delle mie anatre..."
Lewis sentì una morsa allo stomaco.
"Ti prego, non parlarmi di queste cose traumatiche. E soprattutto, promettimi che non mi farai maigiare delle uova a tradimento spacciandole per altro."
"Non sai riconoscere un uovo?"
"Non voglio pensare alle uova cotte, altrimenti finirò per vomitare."
"Va bene, va bene, smettiamo di parlare di uova."
"Raccontami degli animali. Non hai mai avuto l'impressione che le galline, le anatre, le pecore e le capre starebbero meglio se vivessero libere?"
"No."
"Non ne sono del tutto convinto."
"Dai, Lewis, non preoccuparti, i miei animali stanno benissimo!"
"Se lo dici tu... A proposito, quanto manca? Mi piacerebbe conoscerli."
Per fortuna arrivarono a destinazione abbastanza in fretta.
Quando arrivarono, Lewis si guardò intorno.
C'era una certa differenza tra la tenuta di Sebastian e il suo appartamento di Monaco, Lewis non sarebbe mai riuscito a vivere in un luogo del genere, ma tutto sommato non era brutto. Sembrava un agriturismo di lusso, non una landa desolata come si era immaginato.
"Sai, Sebby" confessò, "Mi era venuto addirittura il timore che in casa tua non ci fosse la luce elettrica."
"Infatti non c'è."
"Davvero?"
"No, e nemmeno l'acqua corrente!"
Lewis raggelò.
"Perché non me l'hai detto? C'è qualche posto in cui posso farmi un bagno o una doccia?"
Sebastian si mise a ridere a crepapelle.
"Sebby, trovi così tanto divertente il fatto che io voglia lavarmi?"
"No, trovo divertente il fatto che tu ci abbia creduto. Secondo te vivo in una casa senza acqua e senza luce?"
"Sembravi così serio..."
"E l'idea non ti è sembrata nemmeno un po' strana, eh?"
"Sì, era strana... ma mi fido di te. Credo ciecamente a tutto quello che mi dici."
"Fai male. Tipo, ti ho detto un sacco di cose false, nel corso degli anni."
"Tipo?"
"Tipo che mi sono pentito di averti tirato quella ruotata a Baku. Non ne ero pentito affatto. Anzi, se potessi tornare indietro te la tirerei più forte."
"Va beh, questo non è grave" lo rassicurò Lewis. "A proposito di Baku, ti ricordi quando ti ho detto di essermi pentito di averti tirato due sberle, quando ci siamo incontrati dopo la gara?"
"Certo che me lo ricordo."
"Nemmeno io ne ero pentito. Anzi, se potessi tornare indietro, ti sberle te ne beccheresti almeno quattro."
Sebastian non parve affatto impressionato.
"Non ho paura di te, prosciuttello."
"Nemmeno io ho paura di te e delle tue ruotate."
"Perfetto, era proprio quello che volevo sentirti dire. In ogni caso, ti propongo un regolamento di conti."
"Ovvero?"
"Ovvero prendiamo due tosaerba e facciamo una gara."
Quell'idea era bellissima, ma Lewis decise di non mostrare troppo entusiasmo. Sarebbe stato terribile scoprire che Sebastian stava scherzando.
Sondò il terreno.
"Dici sul serio?"
"Certo che dico sul serio! Puoi scegliere tu stesso quale tosaerba guidare. Prima, però, se vuoi portare le valigie in casa... magari ti faccio anche vedere la casa."
"Ottima idea."
Si lasciò condurre all'interno e notò che Sebastian aveva un gusto piuttosto notevole, nonostante la sua casa non fosse elegante tanto quella di Lewis.
"Bel posto" osservò. "È proprio quello in cui avrei voluto vivere se non mi fosse venuta la fissa di essere una rockstar del mondo dei motori."
"Più che rockstar, una star del rap..."
"Hai ragione. Yo yo, I'm so gangsta!"
"Ora che hai visto tutta la casa, vuoi che ti offro qualcosa? Non saprei, un tè?"
"Non mi pare che siano le cinque. E poi ho una voglia matta di sfidarti al volante di un tosaerba. Sono certo che vincerò, anche se ho lo svantaggio di non conoscere il circuito."
"Io, invece, ho qualche dubbio."
"Naaaahhhhh, sei un pilota troppo sopravvalutato. Non vincerai mai contro di me, nemmeno correndo da solo."
"Se corressi da solo, non potresti vincere neanche tu."
"Azz, è vero."
"Va beh, vieni in garage. Ti mostro i nostri bolidi."
I due tosaerba erano piuttosto belli e, ironicamente, uno era rosso e l'altro era grigio.
"Io guiderò quello rosso" affermò Lewis. "Sarà divertente batterti al volante di un mezzo dello stesso colore della Rossa."
"Come vuoi. Però sarò io a scegliere quale cappello indossare."
"Cappello?"
"Sì, certo. Cosa vuoi indossare, un casco integrale? Non se ne parla. Per gareggiare sui tosaerba si indossano rigorosamente dei cappelli di paglia da contadino."
Il cappello non si addiceva per niente allo stile di Lewis, ma in compenso stava benissimo sulla testa di Sebastian.
"Wow, sei proprio figo. Se fossi una contadina, ti salterei addosso subito!"
"Mi fa piacere, ma vedi di non saltarmi addosso sui tosaerba."
"Non lo farò."
Andarono a fare un giro di ricognizione, stabilendo il percorso. Poi, quando ebbero terminato, Sebastian fece un fischio e un'anatra enorme si presentò al suo cospetto.
"Che bella!" esclamò Lewis. "È adorabile. Promettimi che non la metterai mai in pentola!"
"Non metterò mai in pentola nessuna delle mie anatre" protestò Sebastian, offeso. "Sono tutte delle care amiche, per me. Non mi nutro dei miei amici, siano essi anatre, oppure prosciutti di soia."
Lewis ebbe una breve visione di Sebastian che lo azzannava. Era certo di essere l'unico "prosciutto" amico suo.
"Quando l'anatra ci darà il via, partiremo. La gara consiste in cinque giri."
"Sono pronto."
"Anch'io" ribatté Sebastian, partendo con una sgommata non appena l'anatra si mise a fischiare.
Lewis lo seguì.
Sebastian aveva un'enorme padronanza del mezzo: quel tosaerba poteva anche essere grigio invece che viola-blu, ma era senz'altro la versione campagnola della Redbull del 2013. Lewis si pentì della scelta che aveva fatto, ma non si diede per vinto. Era certo che Sebastian gli avrebbe contemplato il fondoschiena ancora una volta: far ammirare il proprio posteriore al suo collega era il suo principale obiettivo di vita e non si sarebbe arreso fino alla fine.
"Non sono mica un paracarro come Jolyon Palmer" borbottò, tra sé e sé, continuando a inseguire e rendendosi conto che l'impresa non era tanto facile.
Sebastian continuava a staccarlo e ciò era profondamente ingiusto. Per fortuna un piccione intervenne in aiuto di Lewis, intralciando il ferrarista che fu costretto a una manovra strana per evitarlo. Lewis guadagnò un po' di terreno e fu più vicino al tosaerba grigio.
"Preparati a prenderlo in cu*o, Sebby!" gridò, all'indirizzo del suo avversario.
Il suo rivale alzò una mano.
Nello specifico, su quella mano alzò un dito, e non quello che utilizzava per celebrare le rare vittorie.
"Sei un brocco che vince solo per cu*o e non per merito" lo provocò Lewis.
Si accorse che l'altro lo stava aspettando, da come aveva rallentato.
Lo affiancò.
Peccato che il tosaerba di Sebastian non avesse i colori della Renault di fine anni '78: erano in Svizzera, dopotutto, il posto migliore per mettere in atto la versione contadina del famoso duello tra Gilles Villeneuve e René Arnoux. Essere il Villeneuve degli agricoltori era un'idea bellissima, anche se aveva i suoi lati negativi: avere un figlio tinto di biondo platino che passava tutto il tempo a criticare gli altri contadini durante le trasmissioni in stile Linea Verde sarebbe stato piuttosto brutto, quindi non valeva la pena di essere come Villeneuve.
Mentre procedevano affiancati, Sebastian urlava dei "f*ck" e, per distrarlo, anche qualche "come on, blue flags". Aveva delle chiare manie di protagonismo, se pensava di potere doppiare chiunque ovunque andasse. Sarebbe stato bellissimo andare talmente più veloce di lui al punto da doppiarlo, con il compito di sventolare la bandiera blu affidato all'anatra che Sebastian aveva eletto direttore di gara, ma nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile.
Però accadde qualcosa di piuttosto epico: Lewis riuscì a sopravanzare il suo nemico giurato e la prospettiva di essere in testa al gran premio per tosaerba di casa Vettel era ancora più bella dell'ipotetica vittoria di un settimo titolo, un giorno o l'altro.
In testa alla gara, si sentì tuttavia come sui carboni ardenti: Sebastian gli stava attaccato come un falco e - orrorehhhh! - i falchi non erano certo né vegetariani né vegani. Lewis temeva che l'avrebbe azzannato al collo, prima che potesse fare qualcosa per tutelarsi.
Per sua fortuna, invece, riuscì a mantenere la testa della gara fino a un metro prima del traguardo, alla fine dell'ultimo giro.
A quel punto, però, Sebastian lo affiancò.
Gli allungò una ruotata e si lanciò verso l'immaginaria bandiera a scacchi.
Infine alzò il dito per celebrare l'evento: era lo stesso che aveva alzato durante la gara...
Tutto ciò era intollerabile.
Non appena si fermarono, Lewis si fiondò verso di lui e cercò di trascinarlo giù dal tosaerba afferrandolo per il cappello di paglia. Gli rimase in mano solo il cappello.
Glielo lanciò addosso urlando "it's Britney Bitch!" e si sentì di nuovo a posto con se stesso, tuttavia c'era un solo modo per lavare quell'orribile offesa ed era una rissa nel fango.
Si lanciò addosso a Sebastian e lo trascinò a terra.
Sebastian lo afferrò per la coda e tirò. Per sfuggirgli, Lewis finì per rotolare a terra. I suoi indumenti da rapper erano ormai completamente inzaccherati. Anche ciò che indossava Sebastian era infangato, ma non portava capi di primo livello, la sua solita camicia a quadri e i suoi jeans potevano sopportare un simile destino. Fece ciò che non aveva mai preso in considerazione prima di quel momento, ovvero accettò una misera sconfitta a tavolino.
Non era tuttavia soddisfatto, perciò informò Sebastian che si sarebbe vendicato, in un modo o nell'altro.
"Ci sto" ribatté l'altro. "Andiamo a vedere chi è più bravo a zappare l'orto."
"Io non ho mai zappato un orto..."
"Sono sicuro che sarai un talento anche lì. E poi sono certo che vorrai almeno vedere i miei ortaggi."
"Sì, questo sì. Devo accertarmi che tu non mi lasci morire di fame, questo fine settimana. Da che parte è l'orto?"
Sebastian gli indicò una direzione.
Lewis iniziò a incamminarsi da quella parte, ma Sebastian lo trattenne.
"Perché vuoi andarci a piedi? Andiamoci con i tosaerba."
Era un'idea stupenda. Lewis non vedeva l'ora di salire di nuovo a bordo di quel mezzo. Chissà, magari avrebbe chiesto a Sebastian se sul tosaerba si poteva driftare...



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