mercoledì 19 ottobre 2022

L'angusto e tortuoso inseguimento di Coulthard a Bernoldi // GP Montecarlo 2001

È il 27 maggio 2001 e David Coulthard è sulla prima casella della griglia di partenza, lo scopriremo in un secondo momento, per l'ultima volta della sua carriera, dato che questa è l'ultima volta che partirà dalla pole position. O per meglio dire, partirà è una parola grossa. Quando scatta il giro di formazione rimane fermo sulla griglia, dall'altro lato tutti partono regolarmente, mentre dietro di lui il compagno di squadra Mika Hakkinen che è terzo esita per non travolgerlo. Riuscirà comunque a prendere regolarmente la propria posizione, mentre Coulthard si vedrà costretto a partire dal fondo della griglia. Quando la gara scatta, Hakkinen si ritrova secondo, tra le Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello, mentre seguono le Williams di Ralf Schumacher e Juan Pablo Montoya, quest'ultimo risalito quinto dopo un breve duello con la Jaguar di Eddie Irvine.

Il primo ritiro avviene quasi subito, a causa di un incidente. Viene inquadrata una Sauber e prima che pensiate male vi ricordo che siamo nel 2001 e che un certo pilota brasiliano con una certa affinità per le barriere monegasche debutterà in Formula 1 solo un anno più tardi. Si tratta di Nick Heidfeld, prima vittima dei ritiri della giornata. Il secondo è un pilota decisamente più illustre, sempre ammesso che lo si possa già considerare illustre dopo due mesi. Secondo il mio personale parametro di rilevanza, ovvero la capacità di rompere le scatole ai top-driver, JPM è sicuramente un personaggio illustre! Se ne va per incidente, mentre davanti si prosegue con Schumacher/ Hakkinen/ Barrichello, almeno finché il pilota della McLaren non inizia ad avere problemi alla vettura come un Olivier Panis qualsiasi al volante di una B.A.R., il che è un modo carino per dire che escono di scena per problemi tecnici più o meno nello stesso momento.

Non sono i soli a rientrare ai box, stesso destino per Kimi Raikkonen al volante dell'unica Sauber superstite che ha problemi. Non sono i soli a parcheggiare in generale, perché troviamo ferma anche la Jaguar di Pedro De La Rosa, ma lungo la pista e vengono brevemente esposte le bandiere gialle per la sua rimozione. Qualche giro più tardi toccherà anche a Jarno Trulli sulla Jordan, con la gara che termina per il pilota italiano. Non è il solo italiano in pista e tutte le speranze sono riposte su Giancarlo Fisichella, ma il pilota della Benetton prima danneggia la vettura in un contatto contro le barriere, poi pochi giri dopo è costretto a sua volta a parcheggiare. Siamo già a quota sette ritiri, anzi otto perché effettivamente è uscito di scena Luciano Burti sulla Prost, in una gara in cui molti piloti effettivamente non sono più in pista. Uno però c'è eccome, al volante di una vettura arancione...

Il colore arancione ad oggi è considerato simbolico degli Orange, i fanboy accaniti di Max Verstappen. Ai tempi non ha nulla a che vedere con Verstappen, ma è il colore della livrea della Arrows, che a dire la verità qualcosa a che vedere con la famiglia Verstappen ce l'ha in quanto uno dei suoi piloti è Jos. Non siamo qui per discutere di JVes, tuttavia, quanto piuttosto del suo compagno di squadra Enrique Bernoldi, che in questo gran premio decide di passare alla storia. Difende la propria posizione allo stesso modo in cui la difenderebbe un Vitaly Petrov qualsiasi per le strade di Abu Dhabi e la difende da Coulthard, che gli rimane negli scarichi per un tempo pressoché infinito, tentando alcuni attacchi che però vanno sempre a vuoto. David perde un sacco di tempo, viene addirittura doppiato dalle Ferrari e solo quando Bernoldi rientra ai box per il rifornimento riesce a prendere un passo più normale, andando finalmente a prendersi anche la McLaren di Fernando Alonso.

Quest'ultimo si ritirerà proprio come il compagno di squadra Tarso Marques per problemi alla vettura, mentre l'attrition rate continua: Heinz-Harald Frentzen sulla Jordan finisce violentemente a muro e, a quanto pare, riporta un infortunio di lieve entità. Coulthard frattanto continua a risalire, per quello che può, mentre anche Ralf Schumacher, che in precedenza ha occupato la terza posizione, viene appiedato dalla propria monoposto. Ultimato il giro dei pitstop, mentre davanti i primi tre sono ormai Schumacher/ Barrichello/ Irvine, Coulthard riesce a risalire finalmente al sesto posto. A un paio di giri dalla fine, tuttavia, Jean Alesi, pilota della Prost, rientra ai box dalla quinta piazza per cambiare gomme. Coulthard risale quinto, alle spalle della B.A.R. di Jacques Villeneuve, che ovviamente come dicono i suoi detrattori non sta cavando un ragno dal buco dal momento che non sta vincendo dieci titoli di fila a bordo di tale vettura!

Dopo la sosta ai box, Alesi riesce comunque a uscire in zona punti, si trova sesto, davanti alla Benetton guidata da un giovanissimo pilota che di lì a qualche anno diventerà campione del mondo. Jenson Button si classifica settimo precedendo le Arrows di Verstappen e Bernoldi -mentre decimo, distaccato di numerosi giri, giunge un altrettanto giovane futuro campione del mondo, ovvero Raikkonen, proprio colui per il quale qualche mese prima Peter Sauber ha deciso di non mettere sotto contratto Bernoldi, nonostante la volontà del main sponsor Redbull. Button e Raikkonen, tuttavia, sono appunto due giovanissimi piloti dei quali alla gente poco importa in questo 2001, gli occhi sono tutti puntati su Schumacher che con tanti anni di carriera davanti si è imposto per la quinta volta sulle strade del Principato. Non possiamo sapere, in questo giorno di maggio del 2001, che non si ripeterà mai più in questa location, né possiamo sapere che il prossimo ferrarista vincitore a Montecarlo adesso ha tredici anni.

PS. Enrique Bernoldi è nato il 19 ottobre 1978 quindi oggi compie quarantaquattro anni!


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Milly Sunshine