Oggi vi porto in viaggio nel 1999 e nello specifico vi porto a Zeltweg, subito dopo la metà della stagione. Con l'infortunio di Michael Schumacher nel precedente GP di Gran Bretagna, Eddie Irvine è improvvisamente diventato l'uomo di punta della Ferrari. Al suo fianco, scartate le ipotesi Luca Badoer e Pedro Diniz, c'è Mika Salo, già visto in precedenza come one-off alla B.A.R. nella prima parte della stagione. I due si qualificano rispettivamente in terza e settima posizione sul circuito austriaco, mentre le McLaren di Mika Hakkinen e David Coulthard dominano la prima fila e, dopo un sabato da dominatori, si apprestano a vivere una domenica da dominatori. O forse è quello che accadrebbe se, alla prima curva, Coulthard non tentasse in maniera abbastanza sguaiata l'attacco su Hakkinen, facendolo partire in testacoda.
Irvine, frattanto, si ritrova davanti la McLaren del finlandese. Ne approfitta una sagoma bianca che like a boss si porta in seconda posizione. Si tratta della Stewart di Rubens Barrichello che si frappone tra Coulthard e Irvine, in seconda posizione. Al quarto posto si accoda la Jordan di Heinz-Harald Frentzen, mentre il neoferrarista Salo incappa subito in una disavventura: tampona infatti la Stewart di Johnny Herbert, faccenda per la quale entrambi sono costretti a rientrare ai box. Per Hakkinen, precipitato ultimo, si prospetta una lunga e intensa rimonta, mentre in contrapposizione le prime posizioni rimangono pressoché invariate almeno per tutta la durata del primo stint, quindi fino verso metà gara o giù di lì, dato che i front runner si fermano ai box una volta soltanto. Irvine ritarda la sosta, in tal modo si appropria di overcut della prima posizione davanti a Coulthard.
La rimonta di Hakkinen prosegue, riesce a risalire non solo fino alla zona punti, ma anche verso le zone che contano. Si ritrova anche davanti a Barrichello dopo la sosta di quest'ultimo, quindi terzo. Il povero Rubinho, invece, si trova stabilmente in quarta posizione quando nelle fasi finali della gara è costretto al ritiro per un guasto al motore. Irvine nel frattempo deve vedersela con Coulthard che gli sta negli scarichi, ma riesce a mantenere la prima posizione fino al traguardo: sul podio lo attende "God save the Queen", cosa che non penso renda molto felice Eddie, che ha sempre affermato di identificarsi come irlandese e non come britannico. Hakkinen invece non è per nulla felice di essere sullo stesso podio insieme a Coulthard e tra i due compagni di squadra regna il gelo. Le acque sembrano calmarsi in seguito quando Coulthard ammette che l'incidente è avvenuto per un proprio errore.
Frentzen chiude quarto, mentre il compagno di squadra Damon Hill giunge in ottava posizione. Al quinto e al sesto posto si piazzano la Benetton di Alex Wurz e la Sauber di Pedro Diniz: i rispettivi compagni di squadra, Giancarlo Fisichella e Jean Alesi, sono entrambi ritirati. Il romano è l'ultimo pilota a ritirarsi, a causa della rottura del motore, pochi giri prima della fine della gara mentre si trovava in settima(?) piazza. Alesi invece risulta essersi ritirato per avere finito la benzina molto prima, disavventura simile a quanto gli era già accaduto al GP Australia 1997. Jarno Trulli e Olivier Panis sulle Prost giungono rispettivamente settimo e decimo, con Salo in nona posizione. Le Minardi di Marc Gené e Luca Badoer vengono classificate undicesima e tredicesima: l'italiano è classificato dietro a Fisichella che si è ritirato a due giri dal termine. L'ultimo dei piloti presenti in pista è quindi Herbert.
Ben tre scuderie terminano la gara con un doppio ritiro: Williams, Arrows e B.A.R, con Ralf Schumacher che in casa Williams è il primo dei ritirati per un testacoda dopo pochi giri di gara. Il suo compagno di squadra Alessandro Zanardi risulta, come Alesi, avere finito la benzina prima di entrare in pitlane. Tora Takagi con la Arrows si ritira per un guasto al motore, mentre il suo compagno di squadra Pedro De La Rosa è messo out da un testacoda. I due piloti della B.A.R., invece, Jacques Villeneuve e Ricardo Zonta, sono costretti al ritiro dalle solite noie meccaniche che colpiscono i piloti della B.A.R. mediamente un giorno sì e il giorno dopo pure. A proposito di Zonta, specifico che è lui il pilota che, a inizio della stagione, è stato sostituito per un breve periodo proprio da Salo, reduce stavolta da un primo gran premio in Ferrari poco allettante (per fortuna non siamo in epoca social).
Irvine, con i punti della vittoria, si porta a solo due lunghezze di distacco da Hakkinen in classifica e improvvisamente entra prepotentemente nella lotta per il titolo, cosa che fino a poche settimane prima difficilmente sarebbe stata presa in considerazione come ipotesi. Il successivo evento si svolgerà a Hockenheim: immagino che sappiate com'è andata a finire e quindi, di conseguenza, anche di come Salo sia riuscito a riprendersi dopo un primo gran premio poco convincente. O quantomeno, riprendersi in base a quanto sia il vostro concetto personale di riprendersi. È meglio non essere mai minimamente in considerazione per le posizioni che contano, oppure trovarsi in testa alla gara e dovere cedere la leadership al proprio compagno di squadra? Forse Salo è uno dei pochi piloti che potrebbero dare una risposta, la maggior parte in genere si trovano solo nella situazione di non essere presi in considerazione e mai leader di un gran premio!
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
venerdì 28 ottobre 2022
GP Austria 1999: la vittoria di Irvine e lo scontro Coulthard vs Hakkinen
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