venerdì 27 maggio 2022

Una gara pittoresca su un circuito poco pittoresco // GP Ungheria 1989

Oggi andiamo a scoprire un gran premio vintage abbastanza conosciuto e apprezzato - già anni fa mi era stato segnalato come "must watch" degli anni '80/'90 - il quale inserito nel proprio contesto mi sembra anche un po' strano da trovare tra i gran premi molto apprezzati. Infatti quello immediatamente successivo mi sembra molto più in linea con quello che tendenzialmente viene apprezzato e glorificato. Caliamoci comunque nella parte, siamo già nella seconda metà del campionato e il campionato è nuovamente una questione interna alla McLaren. Alain Prost è leader della classifica piloti, ma si trova a scattare dalla terza fila. Riccardo Patrese, su Williams, parte dalla pole position, mentre Ayrton Senna è al suo fianco in seconda posizione... ma who kers di tutto ciò, acclamate la vettura rossa che in questa domenica pomeriggio, sotto qualche lieve goccia di pioggia, sta per scattare dalla terza casella della griglia all'Hungaroring... e acclamatela soprattutto perché è la Dallara di Alex Caffi.

Il pilota italiano riesce anche a conservare la terza posizione alle spalle di Patrese e Senna in un primo momento, seppure venendo staccato e non di poco. Tuttavia arriva Gerhard Berger che, al volante di una vettura rossa, gli fa notare che la sua vettura è più rossa e si prende la terza piazza. Non solo, Prost si appropria del quarto posto di lì a pochi giri... e niente, per il povero Caffi non c'è molto da fare, adesso è solo quinto e il peggio deve ancora venire. Nel frattempo la lieve pioggia non è mai stata di disturbo e anzi, sembra essere del tutto terminata, mentre non si ferma neanche da lontano la gloriosa rimonta di Nigel Mansell. Il pilota della Ferrari, infatti, è partito dodicesimo, ma si sta facendo largo tra chiunque gli capiti a tiro. Uno di questi è Caffi, che scivola in sesta posizione, per poi fermarsi in seguito a cambiare gomme e cadendo definitivamente nel dimenticatoio. Mansell, nel frattempo, è a caccia di piloti più altolocati di Caffi.

Caffi non è il solo pilota a rientrare ai box, tra quelli della zona punti virtuale, anche Berger rientra e ciò fa sì che Mansell si ritrovi quarto. Non vi rimane molto a lungo, dato che supera Prost e inizia a staccarlo senza problemi. Adesso non gli resta che lanciarsi all'inseguimento dei piloti di testa e in poco tempo lo ritroviamo negli scarichi di Senna che a sua volta è negli scarichi di Patrese. Il pilota della Williams è stato leader fin dal via, ma non è destinato a rimanerci fino alla fine della gara. Quando siamo all'incirca a due terzi, infatti, inizia ad avere dei problemi e fatica a tenersi dietro gli inseguitori, ma le cose sono destinate a peggiorare, infatti è costretto al ritiro da un guasto al motore. Adesso Senna è in testa, con Mansell negli scarichi. Più indietro Prost e Berger lottano per la terza posizione, che non porterà a casa nessuno dei due: Berger infatti è costretto al ritiro da un guasto, mentre Prost successivamente si fermerà a cambiare gomme.

Nel frattempo i Sensell si apprestano a doppiare la Onyx di Stefan Johansson, quando che Mansell supera Senna like a boss e si porta in testa. Vi resterà fino alla fine, andando a vincere la gara, mentre Senna sarà costretto ad accontentarsi del secondo posto. La terza posizione se la porta a casa Thierry Boutsen sulla Williams, mentre Prost riesce ad arrivare quarto superando la Arrows di Eddie Cheever. Nelson Piquet su Benetton si classifica al sesto posto, mentre settimo resta fuori dai punti Alex Caffi. Purtroppo sembra essere nato nell'epoca sbagliata, oggi un pilota di una squadra stile Dallara potrebbe essere ben lieto di classificarsi in settima posizione. Finisce comunque così la parentesi ungherese, mentre ci si appresta a vivere, nel successivo appuntamento, il gran premio che tipicamente piace al tifoso medio e verosimilmente non piace per nulla ai piloti: si va in Belgio con un clima simile a quello del 2021, con la sola differenza che nel 1989 viene disputato il gran premio.

La gara inizia con le McLaren 1/2, le Ferrari 3/4, le Williams 5/6: Senna, Prost, Berger, Mansell, Boutsen e Patrese. Ne rimarranno solo cinque, di questi: Berger si ritira a causa di un testacoda. Anzi, a metà gara ne resteranno solo quattro: Patrese viene a contatto con la Lola Larrousse di Michele Alboreto, mentre questo viene doppiato sembra da due vetture contemporaneamente e non se ne rende conto. Murray Walker ne approfitta per anticipare i tempi calandosi nello stile Drive to Survive e raccontando di un'intensa rivalità tra i due che non avrebbero alcuna simpatia l'uno per l'altro. Considerato che nella pagina wikipedia di Patrese è citata la sua amicizia con Alboreto, è abbastanza legittimo pensare che Walker abbia deciso di ingigantire l'incidente e le sue conseguenze, specie quando sembra insinuare - senza vedere le immagini - che Alboreto abbia deliberatamente ostacolato Patrese... come se non fosse una gara con elevato attrition rate e visibilità nulla in cui esce qualcuno ogni tre per due.

Piccola precisazione: in realtà l'attrition rate non è tanto più elevato della media, ma va segnalato come i ritiri per guasti siano pochi e, di fatto, quasi chiunque si ritiri abbia terminato la gara anzitempo per via di testacoda o contatti con altre vetture. Davanti nel frattempo i primi tre sono molto vicini e, quando giunge il momento di tagliare il traguardo, Senna ha poco più di un secondo di vantaggio su Prost, che a sua volta ha Mansell letteralmente negli scarichi: l'eroe dell'Ungheria stavolta deve accontentarsi del gradino più basso del podio. Boutsen, da parte sua, conclude la gara quarto lontanissimo da chi lo precede ma anche da chi lo segue. Quinto e sesto si classificano Alessandro Nannini su Benetton e Derek Warwick su Arrows. Nel frattempo mancano solo cinque gran premi alla fine della stagione: Italia, Portogallo e Spagna, che non vi ho ancora raccontato, dopodiché Giappone (narrato con 1988 e 1990 qui sul blog) e Australia (gara a cui avevo dedicato un post anni fa).



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Milly Sunshine