Carissimi lettori, oggi parliamo di una garahhhh noiosissimahhhh in quanto dominata da vetture dello stesso team. O almeno, così ha scritto un tizio nei commenti alla gara su Youtube e, subito dopo essersi lamentato per la noia, ha osservato che il duello tra i McLaren Bros per la leadership è stato piuttosto avvincente. Qui non ci siamo. Ho come l'impressione che lamentarsi della noiahhhh sia una sorta di messaggio in codice o qualcosa del genere, perché non si spiega che ci si lamenti per la noia anche quando si sta osservando che gli eventi della gara sono stati emozionanti. Ad ogni modo contestualizziamo, siamo a Le Castellet, è la settima prova del mondiale 1988 e avviene di ritorno dall'America dove ci sono stati i tre gran premi centro-nord americani.
Le prime quattro file sono tutte ordinate, ci sono le due McLaren, le due Ferrair, le due Benetton e le due Lotus: Prost, Senna, Berger, Alboreto, Boutsen, Nannini, Piquet e Nakajima. Ci sono molte cose che potrebbero saltare all'occhio, ma quella che mi stupisce maggiormente è la presenza di Nakajima in ottava posizione accanto al compagno di squadra, non è una cosa che succede esattamente tutti i giorni. Ad ogni modo la gara non la farà Nakajima, con tutto il rispetto, né la faranno tutti i piloti che partono dalla seconda fila in poi, abbastanza ignorati dalle inquadrature televisive. E dopotutto come dare torto alla regia? Non stiamo parlando di una passerella in cui non succede niente, dopotutto. Anzi, stiamo parlando di una gara che offre numerosi spunti di riflessione.
Per tutto il primo stint, Prost rimane in testa seguito da Senna, con i due che staccano progressivamente le Ferrari, ma who kers delle Ferrari, l'ho detto, stavolta la gara la fanno tutta i Prosenna, si può davvero fare finta che gli altri piloti non esistano, a parte Piquet quando verrà il suo momento, ma ne parleremo molto più avanti. Poi, mentre si sta avvicinando la metà della gara, c'è un plot-twist: Senna rientra ai box e cambia gomme. Torna in pista secondo, perché appunto tutti gli avversari di altri team sono nel bel mezzo del nulla cosmico... e niente, con gomme fresche sembra andare un po' più veloce di Prost. Questo, da parte sua, rientra ai box a sua volta di lì a qualche giro. La sosta è lenta, quando torna in pista è dietro al compagno di squadra. Con il linguaggio odierno, Senna ha appena portato a termine un undercut!
La gara, ovviamente, non è finita qui, siamo solo a metà e i Prosenna hanno ancora molte soddisfazioni da riservarci, perché una volta sprofondato in seconda posizione, Prost non rimane lì a rigirarsi i pollici, ma anzi, cerca di avvicinarsi progressivamente al compagno di squadra, operazione che realizza con successo: se nel primo stint era lui ad avere Senna negli scarichi, adesso è lui a stare negli scarichi di Senna, mentre si ritrovano alle prese con i doppiaggi. In realtà i doppiaggi non sono una novità, ma c'erano già vetture da doppiare tipo dopo venti minuti di gara (non sto scherzando), ma adesso si fanno sempre più frequenti. Nel frattempo Murray Walker prorompe in alcune argute osservazioni: dipinge i Prosenna come due piloti che vanno d'accordo tra di loro e che gareggiano l'uno contro l'altro in modo pulito e senza crearsi problemi a vicenda.
Uno stormo di gufi composto da circa duemila elementi applaude il telecronista che ha suggerito loro quale svolta dare alla trama, ma non dobbiamo metterci avanti con i lavori perché dopotutto siamo solo nel 1988. Nonostante ciò Walker cerca di dare un tocco di Drive to Survive al doppiaggio della Lotus di Piquet, sostenendo che lui e Senna non si sopportano e che farà tutto il possibile per ostacolarlo e favorire Prost. Quando avviene il suddetto doppiaggio, peraltro, osserva anche come Piquet abbia effettivamente ostacolato Senna in quei frangenti e come Senna abbia subito psicologicamente questo momento. In realtà, al netto del fatto che effettivamente Piquet e Senna non si potevano vedere... è un doppiaggio assolutamente normale. E la vettura di Senna sembra accusare qualche problema, e verosimilmente è questa la ragione per cui sta perdendo terreno.
I doppiaggi non sono finiti, c'è la Minardi di Martini davanti ai Prosenna. E poi ci sono i Prosenna davanti a Martini. E c'è anche Prost davanti a Senna, avendo superato nello stesso momento lui e Martini. Senna gli si piazza negli scarichi e ci resta per un paio di giri, per poi desistere, anche perché è l'unica alternativa possibile per portare al traguardo la vettura. Rallenta progressivamente, nel quarto di gara che ancora rimane, tanto il vantaggio che ha nei confronti del terzo è abissale. I Prosenna fanno doppietta, Alboreto giunge terzo, seguono poi Piquet e Nannini a completare la zona punti. Nakajima giunge settimo tenendosi dietro quasi una decina di vetture, la top-ten è completata dalle March-Leyton House di Gugelmin e Capelli e dalla Rial di De Cesaris. Tra i piloti persi per strada ci sono sia Boutsen sia entrambi quelli della Williams, Mansell e Patrese.
Conclusione, al termine della visione di questo gran premio: la noiahhhh è soggettiva, va bene, non abbiamo assistito a un duello tra piloti di team diversi con vetture multicolori che rendessero la gara simile a una festa di carnevale, ma abbiamo assistito a un bellissimo duello per la vittoria tra due compagni di squadra che hanno equa possibilità di vincere il mondiale. Di che cosa dovremmo lamentarci? Del fatto che in questo gran premio non si siano tirati i piatti? Se è per questo, allora, non ci sarà altro da fare che aspettare con fiducia: i lanci di piatti arriveranno e anche in abbondanza. Io preferisco le situazioni in cui non ci sono necessariamente delle polemiche, ma evidentemente non faccio testo. Quindi, solo in onore dei miei lettori, perché bisogna tenerseli buoni: GaRa NoYoSa E FaLsAtA DaL FaTtO Ke Le FeRrArY NoN HaNnO FaTtO DoPpYeTtA!!11!!!11!!!!
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
sabato 7 maggio 2022
La Royal Couple combatte la falsata noia dei gran premi late-80s // GP Francia 1988
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