martedì 1 giugno 2021

Indycar 2021: Indianapolis 500

Non so se avete presente quella sensazione che qualcosa di nefasto stia per accadere e che sia del tutto inevitabile. Insomma, quella sensazione che si prova quando leggendo la line-up dei piloti e dei team che tenteranno di qualificarsi per la Indy 500 vedete che ci sono più di 33 vetture e che, in un modo o nell'altro, per qualcuno finirà male. L'ultima volta in cui è andata a finire così è stata quella volta in cui le Carlin se ne sono tornate a casa in anticipo e ci sono tornate in compagnia del pilota sul quale si basava tutta la campagna pubblicitaria del campionato di Indycar. Correva l'anno 2019 e quell'ultimo istante in cui Kaiser e Alonso si contendevano l'accesso alla griglia è stato da brividi. Il 2019, comunque, appartiene ormai al passato, quindi preoccupiamoci piuttosto della line-up del 2021:

- Team Penske: Josef Newgarden, Scott McLaughlin, Will Power, Simon Pagenaud;
- Team Andretti: Colton Herta, Alexander Rossi, Ryan Hunter-Reay, James Hinchcliffe, Marco Andretti, Stefan Wilson;
- Team Ganassi: Marcus Ericsson, Scott Dixon, Alex Palou, Tony Kanaan;
- Team Carpenter: Ed Carpenter, Conor Daly, Rinus Veekay;
- Team Rahal: Graham Rahal, Takuma Sato, Santino Ferrucci;
- Team Arrow McLaren: Patricio O'Ward, Felix Rosenqvist, Juan Pablo Montoya;
- Team Coyne: Pietro Fittipaldi, Ed Jones;
- Team Carlin: Max Chilton;
- Team Foyt: Dalton Kellett, Sebastien Bourdais, J.R. Hildebrand, Charlie Kimball;
- Team Shank: Jack Harvey, Helio Castroneves;
- squadre one-off: Sage Karam con Dreyer & Reinbold, Simona De Silvestro con Paretta, R.C. Enerson con Top Gun.

QUALIFICHE - mentre si avvicinava il weekend del 22/23 maggio sembrava esserci un'unica certezza, ovvero che due teste dovevano cadere e che una di queste dovesse per forza di cose essere quella di Enerson, l'ultimo arrivato, a bordo di una vettura di un team nuovo arrivato. Anche nel suo rookie test ci sono stati degli intoppi, ha iniziato a girare dopo chiunque altro e ha girato più lento di chiunque altro nei giorni che ci avvicinavano al grande evento.
Tutto il resto era da definire e sabato sera il processo di definizione stava facendo anche qualche sorpresa di troppo. Mentre Dixon, Herta, Kanaan, Carpenter, Veekay, Castroneves, Palou, Hunter-Reay ed Ericsson si qualificavano per la top-9, dietro c'erano piloti che lottavano per stare tra i primi trenta, dato che sabato venivano assegnate con certezza le posizioni dalla decima alla trentesima della griglia.
Tra i piloti che non stavano dentro i primi trenta - e nessuno sembrava migliorarsi - c'era nientemeno che Power. Ho pensato che questo complicasse le cose, che sarebbe andato sicuramente in griglia e, di conseguenza, il giorno dopo ci sarebbero stati solo altri due posti disponibili. Ho quasi sperato che entrasse in griglia sbattendo giù Kellett, perché gli altri avessero più speranze. Invece no, Kellett si è appropriato della trentesima piazza e il giorno dopo insieme a Power si sarebbero giocati l'accesso alla griglia Kimball, De Silvestro, Karam ed Enerson.

BUMP DAY - domenica sera, verso l'ora di cena, stavo seguendo il live timing. La sessione durava un'ora e un quarto o un'ora e mezza, non ricordo. Il primo a scendere in pista è stato Karam. Poi è arrivato Power. Avrebbe potuto essere il più veloce, se non fosse andato a sbattere alla fine. Per avere a disposizione un secondo tentativo dopo la riparazione della vettura, quel tempo avrebbe dovuto essere cancellato, ma per il momento era in griglia, dopo non ci sarebbero state certezze. Gli altri si sono "accodati" quando sono scesi in pista: De Silvestro, Kimball, Enerson, con Simona ultima della griglia. Dopo tre quarti d'ora di nulla cosmico, Enerson e Kimball ci hanno riprovato, non riuscendoci.
Dopo avrebbe dovuto esserci la Fast 9, una sosta di Q3 della Indy 500, in cui i primi nove del giorno prima andavano a lottare per la pole, ma dopo quello che avevamo appena vissuto non è riuscita a prendermi. Ho guardato il risultato solo una volta che è terminata, senza seguire il livetiming con costanza, perché dopotutto partire primo o nono non cambia molto, partire in ultima fila o non partire affatto - triste destino di Kimball ed Enerson - cambia tutto. Il giorno dopo Kimball ha scritto su Twitter che avrebbe seguito la gara con sua figlia (il giorno della gara ha postato un video in cui era al circuito con la figlia) tifando per la De Silvestro e per il team Paretta. È in momenti come questi che ti chiedi perché il motorsport sappia essere così crudele.

GRIGLIA DI PARTENZA:
1^ fila: Dixon - Herta - Veekay
2^ fila: Carpenter - Kanaan - Palou
3^ fila: Hunter-Reay - Castroneves - Ericsson
4^ fila: Rossi - Jones - O'Ward
5^ fila: Fittipaldi - Rosenqvist - Sato
6^ fila: Hinchcliffe - McLaughlin - Rahal
7^ fila: Daly - Harvey - Newgarden
8^ fila: Hildebrand - Ferrucci - Montoya
9^ fila: Andretti - Pagenaud - Bourdais
10^ fila: Wilson - Chilton - Kellett
11^ fila: Karam - Power - De Silvestro

MEMORIAL SUNDAY - la gara si è svolta domenica 30 maggio, con la partenza alle 18.45 ora italiana dietro alla safety car guidata da Danica Patrick e account random che su Youtube la trasmettevano in streaming. L'ho seguita a tratti, avendo cenato con la nonna (quindi ben prima dell'orario a cui sono abituata), vedendomi vari pezzi. Poi quello che mi ero persa l'ho recuperato con il Follow Forward. Tutto ciò, comunque, immagino non vi interessi e che quello che vi importa sia sapere com'è andata la gara.
La gara è iniziata con i tre della prima fila che si succedevano, uno dopo l'altro, in prima posizione. Quello che l'ha tenuta più a lungo è stato Veekay, per tutta la durata del primo stint, a seguito del quale è rientrato ai box, così come altri. Alcuni non l'hanno fatto subito, con conseguenze diverse a seconda delle occasioni: di lì a poco, infatti, è entrata la safety car quando Wilson ha frenato rientrando ai box e gli è partito il posteriore della macchina.
Dixon, Kanaan e Rossi, che stavano tutti un top-ten o zone limitrove, hanno finito il carburante nel momento sbagliato, sono rientrati ai box quando la pitlane era chiusa e questo ha messo fine alle loro ambizioni di stare nelle zone alte della classifica. Frattanto al restart, arrivato dopo un po' di tempo, i primi quattro erano Herta, Veekay, Daly e Castroneves, con Daly che ha superato gli altri prendendo la testa della gara, dove sarebbe rimasto per due stint, quindi fino oltre metà gara.

LA RUOTA DI RAHAL - una differenziazione di strategia ha portato quest'ultimo a risalire nelle zone alte della classifica, a detta dei telecronisti uno dei favoriti per la vittoria. Il momento del suo pitstop è arrivato dopo gli altri ed è capitato un intoppo piuttosto importante, la posteriore sinistra non è stata ben fissata. Rahal era da poco tornato in pista quando l'ha persa ed è andato a schiantarsi a muro. È stato il secondo dei tre ritirati della giornata: la terza, verso fine gara, sarebbe stata la De Silvestro, dopo un incidente simile a quello di Wilson ma con meno devasto. Però non divaghiamo, stiamo parlando di Rahal. La sua ruota ha proseguito la propria corsa impazzita, lasciando i segni del proprio passaggio sulla vettura di Daly, protetto dal cupolino.
Il giro di pitstop ha sancito che Palou, Castroneves e O'Ward dovevano essere i piloti della top-3, mentre Veekay era quarto, seppure destinato a perdere un po' di terreno e di posizioni in un successivo giro di pitstop. Nel frattempo i primi tre si superavano a vicenda, con Palou e Castroneves che sembravano a questo punto i candidati principali alla vittoria, se non ci fossero stati ulteriori stravolgimenti. Gli stravolgimenti li aspettavano Rosenqvist e Sato, che sono andati a lungo nella speranza di cavarsela con una sosta in meno qualora ci fosse stata una safety car, che tuttavia non c'è stata.

HELIO x4 - mentre la gara si apprestava a finire, sono rimasti solo due piloti papabili per il passaggio sotto la bandiera a scacchi, Palou e Castroneves, che hanno continuato a superarsi, scambiandosi di posizione varie volte. Poi, a due giri dalla fine, il sorpasso decisivo, quello che ha portato Castroneves in testa alla gara, ancora inseguito da Palou, che per l'età che ha potrebbe essere suo figlio. Poi è iniziato l'ultimo giro, mentre si avvicinavano a vetture sul punto di essere doppiate, che forse avrebbero potuto essere schegge impazzite.
Non ci sono state schegge impazzite se non una vettura nero-fucsia guidata da un quarantaseienne a cui alcuni anni fa Penske ha detto "sei troppo vecchio per un volante full time, vai nell'IMSA". Nell'IMSA, dove l'anno scorso ha vinto quello che ironicamente è stato l'unico campionato della sua carriera, Castroneves ha visto la fine del suo rapporto pluriventennale con Penske ed è rientrato come part-time in Indycar. Indy è stata la sua prima comparsa stagionale, dove non è stato solo una comparsa e ha ottenuto la prima vittoria della storia del team Shank. Con quattro successi alla Indy 500 eguaglia il record di Foyt, Mears e Unser... non è roba da poco.
L'ultimo giro l'ho visto con il cuore in gola e il fiato sospeso, sperando in un happy ending. Non ci sono happy ending migliori di questo, qualunque cosa ne pensino Palou e gli altri piloti della top-ten, ovvero Pagenaud, O'Ward, Carpenter, Ferrucci, Karam, Veekay e quei due vecchiaccihhhh di Montoya e Kanaan. Hanno completato la gara nelle venti posizioni successive Ericsson, Newgarden, Daly, Sato, Hildebrand, Herta, Dixon, Harvey, Andretti, McLaughlin, Hinchcliffe, Hunter-Reay, Kellett, Chilton, Fittipaldi, Bourdais, Rosenqvist, Jones, Rossi e Power, mentre come già detto De Silvestro, Rahal e Wilson non hanno visto il traguardo.



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