domenica 6 giugno 2021

Formula 4 italiana 2021: un weekend storico per il motorsport al femminile, ma non solo

All'inizio ci furono le gemelle Pankiewicz, che al giorno d'oggi risultano fuori dal mondo del motorsport: Wicktoria fu messa fuori gioco da un infortunio e Julia completò la stagione, senza ottenere risultati di rilievo. Era in 2015, il secondo anno della categoria, e loro erano le prime ragazze a gareggiarvi. Nel 2016 venne Fabienne Wohlwend, che verso fine stagione iniziò a viaggiare un po' più vicina alla zona punti, ma senza mai vedere la luce della top-ten. Attualmente gareggia in altre categorie motoristiche, oltre che nella W Series, restando in tema di ruote scoperte.
Per andare a cercare nuove ragazze full-time bisogna fare un salto al 2018 e 2019, con Amna Al Qubaisi, la cui carriera nel campionato italiano fu caratterizzata dal restare sempre ben distante dalla top-ten, senza mai giungere a un effettivo miglioramento. Da allora la si è vista, con risultati non particolarmente soddisfacenti, in Formula 3 Asia.

Tra tutte le presenze full-time, tuttavia, ne svettò una part-time. Era il 2017 e Sophia Florsch, ai tempi impegnata nella Formula 4 ADAC, disputò anche tre eventi del campionato italiano. Ottenne il miglior risultato femminile del campionato ad Adria, un quinto posto (quarto secondo Wikipedia, che tuttavia ha invertito il suo risultato con quello di Zendeli). Ad oggi la Florsch si appresta a fare il proprio debutto nel DTM... e a partire da ieri ha perso il primato: Hamda Al Qubaisi, alla sua seconda stagione full-time nella serie italiana, nel corso di un fine settimana è divenuta sia la ragazza meglio qualificata nella storia della categoria (quinto posto in qualifica) sia la ragazza più altolocata in termini di risultato di gara: altolocata nel senso che ha guardato il mondo dall'alto, sul più basso dei gradini del podio di Misano, terza classificata su una griglia di ventinove concorrenti (tra gli assenti Tramnitz, Browning e Lomko).

La più giovane delle sorelle Qubaisi sembra avere ciò che è sempre mancato alla sorella maggiore: la capacità di progredire, di migliorarsi nel corso del tempo. Quando ha iniziato non andava neanche a punti, poi ha fatto un paio di top-ten e adesso sembra avere finalmente trovato la retta via, non per diventare una contendente al titolo, ma quantomeno per potere lottare stabilmente per la top-ten, se non qualcosa di più, come il podio di ieri a Misano, un risultato tutt'altro che fortunoso, frutto di una gara passata dall'inizio alla fine in quella posizione poi portata sulla linea del traguardo. Purtroppo i risultati successivi non sono stati altrettanto brillanti: un arrivo nelle retrovie dopo un'uscita di pista, nonché un già molto migliore nono posto nella gara di stamattina. Credo sia giusto tenerla d'occhio, perché in caso di carriera gestita bene potrebbe anche combinare qualcosa di positivo.

I veri front runner sono stati Leonardo Fornaroli e Oliver Bearman, primo e secondo classificato nella gara in cui Hamda andata a podio. Bearman ha poi vinto le altre due, portandosi in testa alla classifica piloti. Fornaroli è giunto terzo e secondo nelle gare restanti, mentre il pilota andato a podio due volte nelle posizioni finora non indicate è stato Sebastian Montoya. Sono i primi piazzamenti a podio per Montoyno, la cui carriera nella scorsa stagione era iniziata un po' in sordina, senza mai veri e propri exploit. Credo si tratti di un pilota che può progredire nel tempo e chissà, che possa anche lottare occasionalmente per il gradino più alto. Il top sarebbe vederlo a podio insieme a Hamda, ma non oso sperare così tanto in grande. Non si può avere tutto dalla vita ed è già sufficiente per ora che siano andati a podio uno per volta.

Prosegue senza troppi bassi ma neanche troppi alti nel frattempo l'avventura di Maya Weug, la pilota FDA che, tra parentesi, è una dei compagni di squadra di Fornaroli. Nemmeno stavolta è arrivata a punti, ma in generale ci si è avvicinata un po' di più, classificandosi dodicesima nella gara conclusiva del fine settimana, numeri che ovviamente non impressionano, ma che al momento attuale preferirei non interpretare in chiave negativa. La Formula 4 è una serie anche per piloti alle primissime armi e Weug è una di questi. L'inesperienza, più che una palese inferiorità, è spesso la ragione degli iniziali insuccessi, specie quando si tratta di piloti che comunque stanno a centro-griglia. Che non abbia l'estro di altri rookie ci può stare, ma non sempre l'estro è migliore della costanza. Penso che solo più avanti nella stagione potremmo giudicare i progressi, se ci saranno, di Maya Weug.

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Milly Sunshine