venerdì 4 dicembre 2015

Le 10 regole auree per ridare lustro alla Formula 1

Disclaimer: questo post contiene prese per i fondelli, ironia, sarcasmo, humour nero e chi più ne ha più ne metta. È volutamente ispirato a tutto ciò che si legge in giro per la rete e vuole arrivare a una conclusione unica e ineluttabile: se guardi la Formula 1 solo ed esclusivamente per lamentarti e a criticare quelli a cui piace, forse faresti meglio a non guardarla affatto e a impiegare al meglio il tuo tempo.
Disclaimer II: questo scritto è stato redatto “just for fun” e non vuole in alcun modo sindacare sulla libertà di opinione altrui. Semmai vuole sindacare sul fatto che molti critici dicano le stesse cose e che quelle cose siano sempre alquanto vaghe.

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Le 10 Regole Auree per ridare lustro alla Formula 1

1. Le Formula 1 devono fare rumore
Sì sì, questa è la cosa fondamentale. Bisogna che, quando guardate la Formula 1 sdraiati sul divano di casa vostra, mettendo al massimo il volume del televisore lo sentano anche dall’altra parte dell’isolato. In tal caso di sicuro non vi addormenterete... o quantomeno potrete negare: se per caso vi siete messi a russare, nessuno vi ha sentito, grazie al frastuono dei motori.
Corollario: qualunque serie automobilistica in cui le vetture non facciano altrettanto rumore è da considerare indegna di essere seguita, ma è necessario sparlarne in lungo e in largo per il web, come se foste veri intenditori. Perché dopotutto voi siete intenditori, no? Poi sì, va beh, le altre serie non c’entrano con la Formula 1, ma è irrilevante.

2. La Formula 1 non deve imitare le altre serie
Ovviamente la Formula 1 non può mischiarsi a robetta di poco conto, in cui le vetture hanno generalmente colorazioni ridicole, senza prendere neanche lontanamente in considerazione l’unico colore accettabile, qualcosa tipo il Rosso Ferrari.
Il confronto con le altre serie, però, esiste: la robetta di poco conto in cui le vetture hanno colorazioni poco legittime le rubano spazio. È un problema non da poco, questo...
Corollario: la Formula 1 può battere la concorrenza con le altre serie soltanto rendendosi simile all’unica vera attrazione assoluta, la MotoGP, dove ci sono un sacco di sorpassi (motivo per cui il 90% degli appassionati di MotoGP sostiene di guardare la MotoGP) e dove c’è Valentino Rossi (motivo per cui in realtà quel 90% degli appassionati guarda la MotoGP).
Corollario II: se qualcuno obietta che in Formula 1 ci sono auto e in MotoGP ci sono moto e quindi non si tratta esattamente della stessa cosa non statelo a sentire, perché non è un intenditore.

3. La questione della tecnologia
Che cosa c’è di più bello che vedere le gare in cui le macchine erano a pedali e in cui venivano spinte fino al traguardo?
E poi la Formula 1 di oggi non raggiunge più la massima esasperazione della tecnologia, come si può perdere tempo a trovarla interessante?
Corollario: il fatto che “troppa tecnologia” e “troppo poca tecnologia” siano concetti in contraddizione l’uno con l’altro non è rilevante; è consentito e anzi è opportuno alternarli all’interno della stessa frase.

4. In Formula 1 non ci sono più i piloti di talento di una volta
Detta così, potrebbe venirvi anche da pensare che sia normale che in Formula 1 non ci siano più i piloti di una volta: parte sono decrepiti, parte sono morti.
Il problema in realtà non è questo... anzi, sì, è anche questo. Se in Formula 1 corressero piloti di una volta, ci sarebbe spettacolo perché avevano talento. Adesso, invece, ci sono tutti questi bambini che hanno iniziato a guidare a quattro anni e che a diciotto avevano già vinto una mezza dozzina di campionati internazionali... insomma, tutta gente che se a quattro anni non fosse stata messa su un go-kart ma su una canoa sarebbe diventata un talento del canottaggio anziché dell’automobilismo. La Formula 1 attuale è da considerarsi l’esibizione dell’assenza di talento. Tutti i piloti sono arrivati in Formula 1 solo ed esclusivamente perché erano ricchi e sponsorizzati, mica perché erano bravi. Perfino voi guidereste meglio di loro, dopotutto non siete diventati campioni del mondo con la Playstation?
Corollario: il fatto di essere ricchi e sponsorizzati è da ritenersi SEMPRE inversamente proporzionale al talento, anche nel caso di chi ha dominato serie minori.

5. I piloti di oggi non guidano più sotto la pioggia
Al giorno d’oggi i piloti sono diventati degli incapaci, cadono due gocce di pioggia e la gara viene interrotta, mica una volta in cui quando pioveva tutti procedevano imperterriti e non ce n’era nemmeno uno che finisse in testacoda o che andasse a sbattere da qualche parte... e sul bagnato giravano sugli stessi tempi che sull’asciutto!
Corollario: non fate caso se qualcuno vi dice che certi circuiti si allagano o che non tutti gli assetti sono fatti per girare sul bagnato, ma soprattutto mettete a tacere a priori chi osa insinuare che la pioggia che cade ogni giorno nelle campagne inglesi e un temporale monsonico siano due cose leggermente diverse.
Corollario II: non fate caso se qualcuno sostiene che il gran premio più corto della storia è stato disputato nel 1991. Nel 1991 non succedevano cose del genere, avrebbero corso fino alla fine anche con le vetture che galleggiavano sull’acqua. E poi comunque era il 1991, quando la Formula 1 stava già precipitando verso il suo stato catatonico attuale, mica gli anni ’60!
Corollario III: qualcuno potrebbe insinuare che in epoca moderna ci sono stati gran premi sotto la pioggia, ma non ascoltateli. Sono impostori che vogliono insinuare che in quelle occasioni steste dormendo.

6. Le regole di oggi impediscono ai piloti di essere se stessi
Vogliamo parlarne??!! Fino all’anno scorso c’era la regola più insensata di tutti i tempi, che permetteva ai piloti di scegliere liberamente da un gran premio all’altro la colorazione del proprio casco o di adornarli con luci di Natale o lampadine da minatore. Questo è chiaramente un insulto, non sono più come i piloti di una volta che tenevano gli stessi colori per tutta la carriera, rendendo le gare molto più spettacolari!
Corollario: ricordate, dovete necessariamente citare il casco di Senna come simbolo dei caschi rimasti invariati per tutta la carriera, in quanto il suo proprietario naturalmente dettava i canoni dell’estetica dei caschi per tutti i decenni a venire.
Corollario II: ora che la regola è stata cambiata, però, i piloti potrebbero risentire della mancata possibilità di esprimere il proprio gusto estetico in fatto di caschi ed essere meno spettacolari.

7. I risultati sono falsati
Altro grosso problema dello spettacolo è che, mettendo qualsiasi pilota al volante di una qualsiasi macchina, il risultato è identico e prevedibile perché non importa quanto un pilota possa essere uno sfasciacarrozze, sulla macchina vincente vincerà sempre e comunque, rendendo il campionato falsato.
Corollario: esistono rigorosamente delle eccezioni a tale proposito, in particolare il valore del pilota può essere tirato in ballo allo scopo di elogiare un particolare pilota o di screditarne altri.
Corollario II: qualunque campionato è stato falsato, quindi è naturale dovere insinuare che lo sia anche quello corrente.
Corollario III: per “qualsiasi pilota al volante di una qualsiasi macchina” è ovviamente sottinteso che se tra il 2000 e il 2004 in Ferrari ci fossero stati Inoue e Ide al posto di Schumacher e Barrichello la quantità di vittorie e campionati vinti sarebbe stata immutata.

8. Ci sono troppi “figli di”
I “figli di” (non c’è nulla di offensivo in questa locuzione, a meno che tali figli non ritengano offensivo essere figli dei vari Magnussen, Verstappen, ecc...) sono il male assoluto della Formula 1 e come tali devono essere estirpati, perché ledono lo spettacolo e infangano il nome dei rispettivi padri.
Corollario: non ascoltate quelli che sostengono che talvolta erano i loro padri a infangare le proprie vetture nelle vie di fuga, perché i padri hanno SEMPRE ottenuto successo e i figli sono SEMPRE stati un insulto al vero automobilismo.

9. L’età dei piloti è un danno all’immagine della Formula 1
Una tematica senza dubbio molto scottante è che l’età dei piloti dell’attuale Formula 1 sia palesemente inadeguata e indicatore del loro scarso talento.
Per intenderci, i piloti più giovani sono lì perché sono ricchi e sponsorizzati quindi scarsi, mentre i piloti più vecchi sono lì perché ritengono di non avere ancora ottenuto abbastanza risultati il che è un chiaro indicatore che, se non fossero scarsi, li avrebbero ottenuti. La presenza di piloti scarsi, si sa, non genera spettacolo.
Corollario: non esistono piloti di età intermedia, tutti sono troppo giovani o troppo vecchi e generalmente al compimento dei 30 anni si passa da una categoria all’altra.
Corollario II: se gli under 30 sono scarsi e gli over 30 sono altrettanto scarsi, si giunge automaticamente alla conclusione che tutti i piloti sono scarsi, il che è in linea con quanto già notato in precedenza.

10. La Formula 1 di oggi non è abbastanza pericolosa
Cosa c’è di più bello ed emozionante che pensare che, chiunque prenda male una curva, possa andare a schiantarsi da qualche parte e morire sul colpo? Beh, sì, qualcosa di più emozionante c’è: in corso d’opera potrebbe anche investire tutti i commissari di percorso presenti sul posto e poi spiccare il volo e cappottare in mezzo alle tribune, trucidando una ventina di spettatori. Invece purtroppo in Formula 1 siano convinti che, andando avanti, sia opportuno cercare di migliorare la sicurezza, invece di peggiorarla.
Corollario: ovviamente, qualora qualcuno superi il limite di velocità consentita nella pitlane, è più che opportuno definirlo una mina vagante che causa pericolo.

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Come rendere la Formula 1 attuale spettacolare senza seguire le 10 Regole Auree

1. Avere un campionato dominato da un solo team, in caso le vetture di tale team siano rosse.


Milly Sunshine©
Post scritto per il mio blog e per F1GC.

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