Questa è una
***
Capitolo 6: Convegni e varani.
[MAXINE'S POV]
Quello di Marina Bay fu un weekend molto strano: non solo non culminò con una mia vittoria e nemmeno con un mio podio, ma addirittura la gara si svolse a un orario molto strano della cui esistenza non ero informata.
Avevo sempre creduto che, una volta scattate le dieci di sera, il tempo si fermasse entrando in loop fino al mattino seguente, ma evidentemente non era così. Si scoprivano sempre delle cose nuove ogni giorno, tanto che ormai non mi sarei sorpresa nemmeno se avessi scoperto che Guido Per Il Giardino era un alieno frutto di un loop temporale nato per far credere a noi comuni mortali che si fosse passati direttamente dal 1976, anno di ambientazione di "Rush", al 2013, anno in cui tale film era uscito nelle sale cinematografiche.
Fu un weekend piuttosto strano perché, oltretutto, scoprii che tra i piloti ero l'unica a non scrivere fan fiction Launt e pertanto rimasi fuori dallo scambio di prompt che fu organizzato nei giorni antecedenti la gara. Con tutta probabilità scriveva fan fiction Launt anche il varano che mi attraversò la strada durante una sessione di prove libere, evidentemente non avendo niente di meglio da fare.
Infine, a completare l'opera, quella notte non riuscii a prendere sonno perché i Roscoco, dopo essere scappati dal loro motorhome, si erano piazzati sotto alla mia finestra e si erano messi ad abbaiare al solo scopo di disturbarmi. Inoltre, di tanto in tanto, lanciavano bottiglie vuote all'interno.
Provai di telefonare a Lewis per lamentarmi, ma per qualche assurdo motivo non mi rispose. Mi chiesi più volte che cosa avesse di così importante da fare per staccarsi dal suo smartphone, ma non riuscii a ottenere risposta.
Ciò mi demoralizzò.
Mi serviva una katana.
Non potevo più vivere con quell'enorme peso sul cuore.
[LEWIS'S POV]
Dopo avere mangiato il prosciutto di soia che avevo comprato appositamente per lui, il varano prese un sorso di birra poi andò a sdraiarsi in un angolo e si addormentò.
Nico, Sebastian e Daniel continuavano a guardarmi con aria perplessa.
«Sei sicuro che sia vegano?» mi chiese quel guastafeste di Nico.
«Certo che è vegano. Si è rifiutato di mangiare i croccantini.»
«Mhm... magari perché non è un cane?»
«Anche noi non siamo cani, però ci nutriamo di croccantini.»
Nico fu costretto a darmi ragione e quella fu la maggiore soddisfazione del weekend, dato che quell'usurpatore aveva vinto il gran premio e non ero neanche arrivato secondo.
Secondo si era classificato un altro usurpatore, che sorrideva a trentadue denti come al solito.
Anche l'usurpatore ci tenne a dire la sua.
«Non potremmo mandarlo a dormire fuori?»
«No.»
«Non riesco a credere che tu abbia mandato fuori i cani per far dormire un varano nella tua stanza.»
«Si sentiva solo.»
«Come lo sai?»
«Non vedo altre ragioni per mettersi a scorazzare per la pista così come se niente fosse.»
Lo convinsi.
Mandammo comunque fuori il varano poco più tardi, quando ci mettemmo a giocare a strip-poker.
Mi rivelai un pessimo giocatore e nel giro di poche partite mi ritrovai completamente nudo.
[SEBASTIAN'S POV]
Mi asciugai la bava, ma era già troppo tardi. Già che c'ero mi dichiarai.
[NICO'S POV]
Non riuscivo a credere che Sebastian fosse così rozzo. Per lui il concetto di dichiarazione coincideva con il saltare addosso a Lewis ruggendo come un morto vivente durante un'apocalisse zombie.
[DANIEL'S POV]
Lewis si entusiasmò talmente tanto che mi resi conto che non potevo attendere un secondo di più per fare la stessa cosa. Mi misi a ruggire anch'io e mi avventai su Nico con la stessa grazia di un toro imbizzarrito.
[NICO'S POV]
Come non detto, non c'era niente di più eccitante dei ragazzi rozzi.
Mi avvinghiai a Daniel e mi dimenticai completamente che quel giorno in pista avesse cercato di rompermi il cu*o.
Dal momento che fuori dalla pista diventavamo tutti best friend forever e occasionalmente anche amanti proposi a Dan di unirci a Fuckettel e Rapperton. Fu una nottata molto intensa, fatta di #TantoAmmmmmore e di tante fantasie.
Mentre iniziava ad albeggiare osservai, rivolto ai miei partner: «Sarebbe stato bello se Maxine fosse stata qui con noi.»
Lewis scoppiò a piangere, mentre Sebastian, disperato, si gettava tra le braccia di Daniel.
Scoppiai a piangere anch'io.
«Qualcuno ha una katana?» domandai. «Voglio morire.»
[MAXINE'S POV]
Erano già le sei del mattino e quei due guastafeste di Roscoe e Coco non si erano ancora stancati di abbiaiare. Anzi, affacciandomi alla finestra notai che addirittura, per passarsi il tempo, si erano messi a giocare a calcetto usando una bottiglia come pallone. Il varano che avevo già incontrato nel corso del weekend stava facendo il portiere.
Preparai le valigie al volo, perché più tardi in mattinata avevo l'aereo per il mio paese natale, dove avremmo organizzato un pranzo di famiglia e un torneo di lancio delle stoviglie.
Dopo essermi vestita in modo molto sobrio, indossando un baby-doll pieno di brillantini e un paio di calze a rete sorrette da un reggicalze, siccome era ancora presto andai a fare un giro nel paddock.
Incontrai Rio!!!11!!!11!! TUNZ TUNZ TUNZ!
Scambiammo qualche parola:
«Riooooo! Che piacere vederti!»
«Aaaaaawwwww!»
«Tra l'altro è un piacere ancora più grande adesso che ho fatto caso al fatto che non sei ricoperto di lividi. Tuo padre non ti ha tirato addosso i piatti, dopo che sei stato appiedato?»
«No.»
«Come sei fortunato.»
«Non tanto. Mio padre non si ricorda nemmeno che esisto... Anche lui è come tutti gli altri! Sei la prima che si ricorda il mio nome dopo settimane.»
Rio scoppiò a piangere, perciò il cuore mi disse che dovevo consolarlo. Inoltre era un bel maschione, quindi lo portai all'interno del primo motorhome che trovai incustodito.
Ci spogliammo al volo, Rio mi sbatté sul letto, mi si mise di sopra e...
...
...
...
...
...in quel momento il mio cellulare si mise a squillare e, dalla suoneria personalizzata, capii che era Helmut.
[RIO'S POV]
WTF?!?!?!?!?!
[MAXINE'S POV]
Dopo essermi alzata di scatto mi rivestii in fretta e furia.
«È stato bellissimo, Rio, devo andare!»
[RIO'S POV]
Che cosa era stato bellissimo? Averle già aperto le gambe ed essere lì lì per farle conoscere i piaceri del sesso quando lei, all'improvviso, aveva deciso di abbandonare la stanza di cui ci eravamo impossessati indebitamente?
Quando tornò la proprietaria del letto, che era Danielle, tutto iniziò ad assumere un senso.
Vedermi già pronto la fece imbizzarrire anche più del solito e tutto quello che accadde dopo fu storia.
[MAXINE'S POV]
All'improvviso una consapevolezza mi assalì: ero ancora vergine.
[RIO'S POV]
Io, invece, non lo ero più.
[MAXINE'S POV]
«Buongiorno, Helmut.»
«Sei in ritardo, Maxine.»
«Lo so. Sono venuta via in gran fretta da un convegno.»
«Ci sono convegni nel paddock a quest'ora?»
«Sì, era un convegno sulla verginità.»
«Ora mi è tutto chiaro.»
«A me no. Cos'è successo di così urgente da richiedere la mia presenza?»
«Il gran premio di ieri è stato vinto dalla Mercedes.»
«Oh... e questo sarebbe un evento inconsueto?»
«Certo. Questa è stata una stagione fatta di eventi inconsueti.»
«Me ne rendo conto.»
«Mi fa piacere. A maggior ragione, quindi, ti sarà evidente che dobbiamo fare qualcosa.»
«Qualcosa di che tipo?»
«Sabotare il team è impossibile, quindi abbiamo due possibilità: 1) fare il malocchio, 2) condurre quei due sfigatelli grigio argento all'errore.»
Iniziai a tremare.
«Per favore, Helmut, lo sai che ho paura dei gufi.»
«Ai gufi ci penso io» mise in chiaro Helmut. «Mi basta soltanto che prometti a quei due che la darai a chi otterrà i risultati migliori. Li metterai uno contro l'altro e riprenderanno a speronarsi durante le gare regalandoci risultati.»
Era un piano perfetto.
«Aaaaawwww!»
«Non entusiasmarti troppo, Maxine» mi rimproverò Helmut. «Non tollero che tu possa provare eccitazione per quei due.»
«Scusa, mi stavo calando nella parte.»
«Non fa niente. Vedi di rigare dritto, altrimenti chiederò a tuo padre di tirarti i piatti un po' più spesso.»
«Naaaaahhhhh, non ce ne sarà bisogno. Farò come mi hai detto, il successo è assicurato al cento per cento.»
[LEWIS' POV]
«Aaaaaawwwww, Nico, che piacere rivederti!»
«Grazie, il piacere è tutto mio.»
«Dove sei stato in questi ultimi giorni? Non sono riuscito a contattarti.»
«Mia moglie credeva che avessi memorizzato il numero di Maxine con il tuo nome e che a chiamarmi fosse Maxine, quindi non mi ha permesso di risponderti.»
«Che brutta cosa essere sposato...»
«Puoi dirlo forte!»
«Ci sono tante brutte cose anche qui, però. Pensa che ho scoperto che Helmut ha chiesto a Maxine di dirci che la darà solo a chi, tra noi due, otterrà i risultati migliori, con lo scopo di farci sbattere l'uno contro l'altro come accadeva mesi fa.»
Nico scoppiò a piangere.
«Nooooo, pensavo che Maxine ci amasse indipendentemente dai risultati e che l'avrebbe data a entrambi.»
«Sono sicuro che la sua intenzione è quella» lo consolai, «Ma non possiamo permettere a nessuno di trollarci. Se la Redbull dovesse vincere questo gran premio poi mi suiciderei facendo harakiri.»
«Anch'io.»
«Hai portato la katana?»
«No, però posso telefonare a Kazuki e chiedermi se me ne invia una tramite pacco postale.»
«Tunz tunz tunz!»
L'ottimismo si impadronì di me e iniziai a pensare che saremmo riusciti ad avere la meglio su quella squadretta di bibitari.
Mentre i Roscoco bevevano birra mi avvinghiai a Nico e ci consolammo a vicenda per l'oltraggioso tentativo di Helmut di sabotare i nostri risultati.
[SEBASTIAN'S POV]
Quando Nico mi confidò quello che avevano in mente ai piani alti della Redbull presi una decisione.
«Maxine pagherà per quello che ha fatto.»
«Ma non ha fatto ancora niente.»
«Ah, già...»
«Sarebbe ingiusto se...»
Interruppi le proteste di Nico sul nascere.
«Chi se ne frega se non ha ancora fatto niente di male. Il solo fatto che esista mi fa venire voglia di speronarla alla partenza.»
Fu esattamente quello che feci.
Anzi, no. Mi confusi sul più bello e mandai Nico a girare come una trottola.
La mia gara finì circa mezzo giro più tardi. Quando Jos Kumpenstappen venne a farmi i complimenti, invece di inseguirmi armato di spranga, compresi che forse l'errore madornale che pensavo di avere commesso era stato la mia salvezza.
[LEWIS'S POV]
Era tutto bellissimo!
Non solo i miei avversari mi stavano dietro, ma si divertivano anche ad eliminarsi tra di loro.
Nemmeno Timo Slick sarebbe arrivato a quei livelli.
[TIMO'S POV]
E che pa**e! Perché qualcuno deve sempre scomodarmi? Non è nemmeno il gran premio del Brasile!
[LEWIS'S POV]
Holy Petrov, la gente è proprio schizzinosa, di questi tempi... Cos'avrò mai fatto di male? Ho addirittura fatto fare una comparsa a Timo in "On The Track".
[TIMO'S POV]
Sei sicuro che il titolo effettivo della fan fiction sia quello?
[LEWIS'S POV]
Ignorai Timo Slick e mi misi ad ascoltare il mio ingegnere, che mi riferiva quello che stava succedendo dietro di me:
«I Maxiel sono vicinissimi l'uno all'altra ed è un miracolo che non siano volate sportellate.»
«Aaaawwwww, ciò è eccitante!»
«Nico, intanto, sta superando una lunga sfilza di signori nessuno, con una grazia degna di una principessa.»
«Non usare un sostantivo femminile per definirlo. Lo sai che è transfobico e offende i transgender m-to-f?»
«Scusa, a volte mi dimentico che Nico è un uomo!»
«Gliel'hai chiesto? Sei sicuro che non si identifichi come donna, come non binary o come binari della ferrovia?»
«Non ci avevo pensato.»
«Sei anche un problematic scum. Ci scommetto che sei un white cishet.»
«Cishet può darsi, ma white ne dubito. Sono asiatico.»
«Wait, wait, wait, da quando ho un ingegnere asiatico?»
«Io non sono il tuo ingegnere, sono Rio.»
«E l'ingegnere dov'è?»
«È andato in bagno. Aveva un certo bruciore di stomaco.»
«Anch'io sento un po' di bruciore, ma non solo allo stomaco.»
«Mhm... credo che la tua macchina stia andando a fuoco!»
«Naaaahhhhh, è solo una tua impressione.»
«Se lo dici tu...»
Ero deciso a negare, ma poi il cu*o iniziò a scottarmi, quindi mi arresi all'evidenza. Mandai anche qualche accidente a Timo Slick, tanto per non farmi mancare niente: ero certo che ci fosse il suo zampino dietro al mio ritiro.
[GUFELIPE'S POV]
Accarezzai il gufo Rubens con dolcezza, poi gli feci i complimenti.
«Ottimo lavoro, gufetto mio. Sembrava quasi una grigliata all'ungherese.»
[MAXINE'S POV]
Dopo il podio io e Daniel eravamo accalorati quasi quanto la vettura di Lewis.
«Ti ricordi cosa ti ho detto prima della gara?»
«No.»
«Che se avessi vinto, te l'avrei data.»
«Però ho vinto io.»
«Quindi non te la darò mai.»
«Sei proprio ingiusta...»
«Inoltre, anche se non fosse andata così, non te l'avrei data lo stesso.»
«Posso saperne la ragione?»
Nico intervenne: «Credo che sia per la tua scarsa pulizia. Dopo avere bevuto dalla tua scarpa, ho l'impressione che tu ti sia lavato i piedi per l'ultima volta l'anno scorso.»
«Esatto, come hai fatto a indovinare?»
Scossi la testa, disgustata da quella rivelazione.
Dopo la conferenza stampa decisi che, per riprendermi, l'avrei data a Lewis.
Scoprii che non era libero: stava litigando con il suo team, che lo accusava di avere infamato il nome del proprio motore.
Una settimana più tardi, al gran premio successivo, la storia non cambiò. Stavolta stavano litigando perché Lewis passava troppo tempo su Snapchat e su Tumblr.
[LEWIS'S POV]
Per quanto mi riguardava Maxine avrebbe anche potuto farsi suora di clausura, non mi sarei posto molti problemi.
Quella disgraziata, reduce da un secondo posto in Malesia avvenuto a mie spese, così come la vittoria di Daniel, il terzo posto di Nico e via di seguito i risultati di tutti gli altri, aveva deciso di stare sulla mia strada anche in Giappone.
Dopo una partenza nel corso della quale mi ero rilassato pensando ad alcuni filtri di snapchat che dovevo assolutamente provare quanto prima, avevo sperato che non decidesse di mettersi sulla mia strada.
L'aveva fatto.
Purtroppo l'aveva fatto ed era arrivata seconda a mie spese.
Aveva vinto Nico, ma almeno lui si era comportato gentilmente nei miei confronti, lasciandomi qualche croccantino.
Invece di pensare alla fi*a, passai il dopogara ad andare a zonzo per il paddock, seguendo Roscoe e Coco.
Poi, quando Roscoe e Coco si nascosero dietro a un cassonetto e si misero a fare sesso, mi consolai prendendo parte a uno dei convegni che organizzava Danielle.
C'eravamo tutti, a parte Nico.
Lo trovai più tardi nella nostra stanza, intento a giocare a briscola con i Roscoco. Era particolarmente depresso, perciò ipotizzai che avesse perso tutte le partite.
Nico me lo confermò, poi mi disse che c'era di più.
«Mia moglie mi ha dato un ultimatum.»
«Non le piace la tua vicinanza con Maxine?»
«No, per niente.»
«E allora? Volevi lasciarla.»
«Ci ho provato, infatti. Lei, però, mi ha minacciato che, se la lascerò o se starò vicino a Maxine, consegnerà il mio amatissimo pappagallo a RoGro. Temo seriamente che il mio caro amico pennuto finirà allo spiedo.»
Rabbrividii.
«Che situazione terribile.»
Nico scoppiò a piangere.
«Già. Non pensavo che anche in un universo così trash ci fosse così tanto spazio per la tristezza.»
Gli spettinai i capelli per consolarlo e mi incavolai parecchio, perché nonostante tutti i miei tentativi, non riuscivo a spettinarglieli in nessun modo.
Puntai quindi al piano B.
«Danielle ha detto che vuole vederti.»
«Tunz tunz tunz!»
Smise di piangere, mi schioccò un bacio sulla cresta e poi uscì, diretto verso la ninfomane al servizio del paddock.
[DANIELLE'S POV]
Dopo esserci dichiarati l'uno all'altra in una ventina di lingue diverse, Nico mi saltò addosso e mi mostrò i suoi modi tutt'altro che principeschi.
Mi fece urlare di piacere in trentasei lingue diverse e a quel punto, quando eravamo ormai entrambi stremati, ricominciammo tutto daccapo.
Per un attimo sperai di essermi dimenticata di avere preso la pillola, in modo da potere concepire un piccolo principe o una piccola principessa, ma mi ricordai che in tal modo sarei stata costretta ad abbandonare il mio volante, quindi fui contenta di ricordarmi di averla presa.
Inoltre non avrei voluto mettere al mondo un erede che avesse avuto un padre così depresso.
«Ti vedo disperato» osservai. «Cosa ti è successo?»
Mi raccontò una storia terribile a proposito di un pappagallo che rischiava di fare una brutta fine e me lo raccontò in francese. Io gli risposi in francese e, quando quel discorso finì, mi sentii sporca e problematica.
«Lo sai, vero, che abbiamo commesso un'azione deplorevole?»
«Quale?»
«Io sono russa e tu sei finlandese.»
«Sarei tedesco, in realtà.»
«Avremmo dovuto comunicare soltanto in Oxford English» gli ricordai, «Invece di appropriarci della lingua dei francesi. Tu, inoltre, sei ancora più problematic: ti sei appropriato anche della cittadinanza che appartiene ai veri tedeschi.»
«La nazionalità l'ho presa da mia madre.»
«Come ti sei permesso?! Stop stealing everything! Hai rubato la nazionalità a una donna e ciò ti rende maschilista. Non...»
Le mie parole si interruppero forzatamente quando Nico, per farmi tacere, mi mise la lingua in bocca.
Allontanai la mia bocca dalla sua.
«Come ti permetti, stupratore seriale? Non lo sai che ho fatto un voto di castità?»
«Quando?»
«Circa cinque secondi fa. Però mi sta già salendo il desiderio.»
«A me, invece, sta salendo qualcos'altro.»
«Lo sento, contro di me, e questo mi fa salire il desiderio ancora di più.»
Nico mi sbatté sul letto e io gli illustrai gli argomenti che avevo esposto con gli altri nostri colleghi durante il convegno post-gara.
[MAXINE'S POV]
Danielle aveva lasciato la finestra aperta, quindi vidi tutto.
Scattai numerose foto e le inviai alla moglie di Nico.
[OKI'S POV]
La stanza di Maxine era vuota. Fingere di avere mal di testa per avere una scusa per non lasciarmi sverginare da Danielle non era servito a niente. Avevo sempre desiderato che fosse Maxine a farmi conoscere i piaceri del sesso, ma così non li stavo scoprendo affatto.
Sfondai la porta della stanza di Danielle e mi gettai sul letto. Lei e Nico furono molto gentili con me e imparai tante cose, quel giorno.
[MAXINE'S POV]
Io, invece, ero ancora ignorante come una capra. Ero la protagonista e avevo come unico obiettivo quello di fare sesso, ma dopo cinque mesi di corteggiamenti da parte di almeno una ventina di uomini non ero ancora riuscita a farlo. C'era davvero qualcosa che non andava in me...
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Milly Sunshine