sabato 15 dicembre 2018

Anno Zero // Capitolo 6: il rapimento


 «Ricapitoliamo. Tutto ha iniziato ad andare storto in Azerbaijan, nonostante non ci fosse stata nessuna oltraggiosa sovrapposizione con la 24 Ore di Le Mans.»
«Io direi che tutto ha iniziato ad andare storto una settimana prima a Le Mans. Contro tutte le aspettative, Hulkenberg non ha vinto...»
«Suvvia, chi se ne frega di Hulkenberg. Parliamo di Baku, piuttosto: Verstappen partiva dalla pole, accanto al giovane Massa, e sono stati in prima e in seconda posizione per quasi tutto il tempo. Poi, quando mancava appena un quarto di gara, Massa ha tentato un attacco nei confronti di Verstappen, finendo per speronarlo.»
«Sì, lo so perfettamente. Massa ha perso alcune posizioni e ha chiuso quarto al traguardo, ma è stato penalizzato con venticinque secondi per il contatto. Si è ritrovato quindi in quinta posizione. L’opinione pubblica si è indignata, perché Verstappen non è stato penalizzato per avere fatto ben di peggio in Canada.»
«L’opinione pubblica non ci riguarda, né tantomeno quello sfigatello che, facendo una sosta in meno, è riuscito per qualche strana serie di coincidenze ad appropriarsi della prima piazza e l’ha mantenuta fino al traguardo.»
«Finale gloriosissimo. Top-ten più spettacolare di sempre: Perez, Vettel, Hamilton, Ricciardo, Massa Jr., Ocon, Hulkenberg, Sainz, Bottas, Magnussen. È stato molto soddisfacente vedere una Force India tagliare il traguardo in prima posizione, lo ammetto.»
«Ti accontenti con poco, a quanto pare.»
«Mi ha soddisfatto molto di più il gran premio d’Austria con tutte le sue polemiche, se devo essere sincero.»
«What the f*ck?! Io ti ho ingaggiato per aiutarmi a combattere il mio peggiore nemico e tu ti entusiasmi proprio per quel gran premio? Ti ricordo che la top-ten recita, testualmente: Massa Jr., Hamilton, Ricciardo, Verstappen, Vettel, Raikkonen, Bottas, Sainz, Kvyat, Alonso. Il piccolo Felix è un grandissimo usurpatore. La vittoria non spettava a lui.»
«Effettivamente Max meritava parecchio. Però non possiamo dire che Felix sia un usurpatore. Max è andato per prati da solo.»
«Quando Massa gli si è avvicinato...»
«Ultimamente, in effetti, sono stati talmente vicini che non si capiva più dove iniziasse uno e dove finisse l’altro. Deve essere per questo che al Redbullring si è discusso così tanto e si sono sfiorate varie risse nel corso del weekend. Attrazione gravitazionale, direi.»
«Infatti in Gran Bretagna si è ripetuta la stessa storia e... ORROREHHHHHH! C’è stato un altro contatto tra i due, mentre erano in lotta per la prima posizione. Felix ha perso posizioni e Max è stato addirittura penalizzato. Mancavano pochi giri e non ha avuto nessuna chance di rimonta. Ha vinto Ricciardo.»
«Ricciardo, Raikkonen, Massa, Hamilton, Alonso, Vettel, Grosjean, Vandoorne, Verstappen, Hulkenberg. Me lo ricordo perfettamente.»
«Dì un po’, da quando hai iniziato a imparare a memoria i risultati dei gran premi?»
«Ultimamente non ho molto da fare.»
«Capisco.»
«Ricordo anche il risultato del gran premio d’Ungheria: Ricciardo, Massa, Verstappen, Hamilton, Raikkonen, Perez, Hulkenberg, Stroll, Bottas, Ocon. È ancora vivido nella mia mente, come se fosse stato ieri.»
«Ma... è stato ieri.»
«Ah, già. A proposito, le polemiche tra i Vettelonso dopo l’incidente che li ha coinvolti sono state piuttosto pittoresche. Mai come i vari “you have to leave the space” e “f*ck” che hanno urlato via radio a Silverstone durante la loro battaglia per la top-five, però.»
«Chi se ne frega dei Vettelonso. Qui la situazione è grave, spero che tu te ne renda conto. Anche ieri ci sono stati momenti molto intensi tra Felix e Max. Quel maledetto Felix ha osato opporre resistenza agli attacchi del mio piccolo enfant prodige.»
«Lo so, Jos, ho visto.»
«Per colpa di quel bambino intralciante, adesso quell’ebete che sorride sempre è in testa alla classifica e Max è quarto, dietro perfino a Hamilton. Non so se mi spiego... Hamilton?! L’unica cosa che ha fatto di recente è stata smanettare sullo smartphone. Non tollero che mio figlio ci rimetta a causa di Felix Massa. Per questo motivo ho deciso di chiedere il tuo aiuto.»
«Sì, mi hai raccontato qualcosa a proposito di leggende metropolitane che fanno aumentare l’età per alcune ore ogni giorno. Capisco che in Olanda abbiate della buona erba, ma non ho so questo che cosa c’entri...»
«C’entra eccome, dato che ho origliato una conversazione tra i Rosbilton...»
«Non si origliano le conversazioni altrui!»
«Quello era un caso eccezionale. Stavano parlando della depilazione integrale delle parti intime di Susie e l’argomento era piuttosto interessante. Poi, così dal nulla, Lewis ha iniziato a vaneggiare qualcosa a proposito di Felipinho che è diventato magicamente adolescente e che gareggia in Formula 1 spacciandosi per un suo inesistente fratello maggiore.»
«Sapevo che Lewis fosse rimbecillito, ma non pensavo così tanto...»
«Io, invece, sono convinto che quella storia abbia un fondamento di verità. Dobbiamo costringere Lewis a rendere quei fatti di dominio pubblico.»
«Non ce la faremo mai. Potrei prenderlo a bottigliate, è vero, ma negherebbe. E poi non mi va di prenderlo a bottigliate. Non è una cosa romantica.»
«Naaaaahhhhh, non riusciremo mai a strappargli di bocca la verità, se ci limitiamo a picchiarlo. Se ci fosse stata qualche probabilità di successo, l’avrei già fatto. Dobbiamo invece sottrargli qualcosa di veramente prezioso e promettergli di renderglielo soltanto qualora decida di raccontare la verità e di mettere in piedi uno scandalo. La carriera di Felix Massa finirà, un’ombra di sospetto cadrà sulla Mercedes... a quel punto mio figlio batterà agevolmente il suo compagno di squadra e vincerà il titolo.»
«Poi si ritirerà e si alzerà alle cinque di mattina per andare a comprare il giornale e passerà tutto il giorno a lamentarsi dei suoi acciacchi, come un pensionato qualsiasi?»
«No. Adesso, però, dobbiamo occuparci di un pensionato. Non ti ho dato appuntamento all’alba senza un valido motivo.»

***

CLASSIFICA PILOTI:
Ricciardo 155
Massa 147
Hamilton 124
Verstappen 112
Vettel 111
Raikkonen 104
Perez 69
Bottas 56
Hulkenberg 54
Kvyat 35
Sainz 29
Vandoorne 24
Alonso 22
Ocon 21
Grosjean 15
Palmer 14
Stroll 10
Magnussen 3
Ericsson 2

CLASSIFICA COSTRUTTORI:
Redbull 286
Mercedes 281
Ferrari 215
Force India 90
Renault 68
Williams 66
McLaren 46
Toro Rosso 37
Haas 18
Sauber 2

Dopo avere terminato la lettura dell’articolo che sintetizzava il Gran Premio d’Ungheria e avere osservato con attenzione le classifiche, Nico ripiegò il giornale, si alzò dalla panchina e si diresse verso la via in cui risiedeva Jenson.
Il suo collega pensionato l’aveva informato che, con sua grande soddisfazione, in quei giorni era stato allestito un nuovo cantiere di lavori in corso nelle vicinanze della sua abitazione. Lui, Jenson e Felipe avevano quindi deciso di incontrarsi alle sette e venti del mattino, in modo da potere commentare, prima dell’osservazione dei lavori, gli ultimi fatti accaduti di recente.
Con il giornale sotto a un braccio, Nico si diresse a passo lento e fischiettando verso la destinazione in cui senz’altro i suoi colleghi lo stavano aspettando indossando le loro tenute estive, costituite da t-shirt, pantaloncini e ciabatte infradito. Ovviamente un principe non poteva vestirsi a quella maniera senza sembrare un comune popolano, perciò Nico aveva scelto di indossare indumenti molto più decorosi. Purtroppo per lui c’era un sole che spaccava le pietre e faceva un caldo infernale.
Complice l’età avanzata iniziava a sentire un certo fastidio alla testa. Forse aveva preso un’insolazione. Strano, non avrebbe mai immaginato che i sintomi di un’insolazione fossero così simili a quelli di una vigorosa bottigliata.
Gli parve di udire una voce che gli intimava: «Non cercare di scappare, o farai una brutta fine.»
Quella voce, ironia della sorte, era identica a quella di Adrian Sutil. Naturalmente doveva essere frutto di un’allucinazione. Nico non vedeva nessuna ragione per cui Adrian avrebbe dovuto prenderlo a bottigliate alle sette e un quarto di un mattino d’estate.

***

Toto sembrava nel bel mezzo di un trip allucinogeno.
«Stamattina sei così aaaaaaawwwwww! Ti ringrazio per avermi invitato a casa tua e per avere convinto i cani a rimanere in silenzio e a non disturbarci.»
«Non c’è niente di cui tu mi debba ringraziare» puntualizzò Lewis. «Anzi, sono io che dovrò ringraziare te. Come ben saprai, quella volta in cui hai manomesso il motore a Felix non ne ho tratto alcun vantaggio dato che siamo finiti fuori entrambi. Ci ho pensato molto, negli ultimi tempi. Sarebbe molto dolce e romantico, da parte tua, ripetere tutto quanto. Se Felix dovesse rimanere a secco di punti nel Gran Premio del Belgio e io dovessi vincere, recupererei su di lui in classifica e...»
«Non ci pensare nemmeno» replicò Toto. «Felix è il nostro enfant prodige e tutti gli vogliono bene.»
Lewis sentì una stretta al cuore. Anche lui voleva bene a Felix, fin da quando aveva scoperto che lui e Felipinho erano la stessa persona. Felipinho gli aveva anche regalato alcune macchinine, con le quali di tanto in tanto Lewis giocava. Una volta in cui Nico era venuto a trovarlo aveva superato se stesso e, oltre a fargliele vedere, gliele aveva anche lasciate toccare. Non aveva accettato però la proposta di Nico di utilizzarle per giocare insieme.
A proposito di Nico, sarebbe stato molto intrigante invitarlo per trascorrere il resto della mattinata insieme a lui e Toto. Chissà se c’era la possibilità che li deliziasse della sua presenza o se intendeva trascorrere molte ore ad ammirare cantieri in compagnia di Felipe e Jenson...
Proprio mentre Lewis era immerso in quelle riflessioni, il campanello suonò.
«AAAAAWWWWWW!» esclamò a gran voce, facendo imbizzarrire Toto.
«Lulù, cosa succede?»
«Niente. È solo che potrebbe essere Nico. Magari ha deciso di farci una sorpresa.»
«AAAAAAAAWWWWWW, bellissimo continua!!!111!!!11!!!»
Lewis andò ad aprire la porta.
Non trovò nessuno, ma c’era una busta sullo zerbino.
Lewis la raccolse e la aprì. Dentro c’erano una ciocca di capelli biondi e un foglio su cui qualcuno aveva scritto, ritagliando le lettere da un giornale: “Abbiamo rapito il tuo principe. Questi capelli sono suoi. Hai dodici ore di tempo per raccontare al mondo la verità sull’identità di Felix Massa. Se non lo farai, raseremo Nico e lo daremo in pasto ai varani.”
Il cuore di Lewis perse un battito.
Rilesse il biglietto diverse volte, nella speranza di essersi sbagliato, ma il contenuto non cambiò.
Stringendo la ciocca di capelli, Lewis scoppiò a piangere e corse ad abbracciare Toto.

***

BUT22:
Ehi, ex collega, sei vivo?
HAM44:
Perché non dovrei esserlo?
BUT22:
Non si sa mai.
HAM44:
Aspetta che, per precauzione, mi gratto le pa**e.
BUT22:
Hai visto Nico? Doveva venire a vedere un cantiere insieme a me e a Felipe, ma non si è presentato. Siamo stati in edicola per cercare di capire cosa gli fosse successo e abbiamo scoperto che ha regolarmente comprato il giornale alle cinque e mezza. Da allora sembra scomparso nel nulla e non risponde più al telefono. Per caso è con te?

***

«Perché mi hai fatto scrivere a Jenson che Nico è con me?»
«Perché così né lui né Felipe si immischieranno. Ci pensiamo noi a Nico.»
«E, sentiamo, che cosa avresti intenzione di fare?»
«Prima di tutto voglio che mi racconti tutto quello che sai a proposito di Felix Massa.»
Lewis scosse la testa.
«No, non posso.»
Toto aggrottò la fronte.
«E, sentiamo, perché non puoi? Che cosa c’è di così scabroso dietro?»
«Non posso dirtelo» insisté Lewis. «È una storia troppo folle. Io ci ho creduto solo perché ho visto con i miei occhi che Felix è una specie di piccolo Mister Hyde, con l’unica differenza che, invece di essere la parte criminale e malata di Felipinho, è la sua parte adolescenziale, ma una parte adolescenziale decisamente pucciosa e kawaii.»
«Non ci ho capito un ca**o, come direbbe Sebastian.»
«Se ti può consolare nemmeno io. Bisogna essere fumati, e anche parecchio, per credere a questa storia. Ieri, nel paddock, ne stavo parlando con Nico e Jos ci ha sentiti. Sembrava piuttosto impressionato. penso che lui ci abbia creduto.»
«One-one-one!!!11!!!11!» esclamò Toto. «È semplice, adesso, fare due più due. Deve essere stato Jos a organizzare il rapimento di Nico, in modo da costringerti a raccontare la verità su Felix. Se è un segreto così scabroso, potrebbe rovinare la sua reputazione.»
«Ovvio, come ho fatto a non pensarci?!» Lewis era piuttosto deluso dalla propria inettitudine. «Jos, però, non può avere fatto tutto da solo.»
«Chi potrebbe averlo aiutato?»
«Non ne ho idea. Qualcuno che ce l’ha con Felix... o magari con Nico, dato che è lui che è stato rapito.»
«Nico è adorabile» replicò Toto. «Nessuno può volergli fare del male.»
«Già, nessuno...» All’improvviso Lewis ebbe un’idea. «Anzi, no. Mi è venuto in mente che qualcuno che ce l’ha con lui c’è.»
«Di chi si tratta?»
«Di Adrian. Ci scommetto che ha agito per gelosia. Se ci sbrighiamo, potremmo trovare Nico rinchiuso nella sua cantina.»
«Non vedo perché Adrian dovrebbe fare una cosa del genere» obiettò Toto. «Non ce lo vedo a...»
Lewis lo interruppe: «Adrian mi ha sempre amato platonicamente e non ha mai mandato giù l’amore platonico ben più grande esistente tra me e Nico. Scegli: o vieni con me o rimani qui e vai a comprare i croccantini per Roscoe e Coco.»
«Sono combattuto. Non mi perdonerei mai di avere lasciato digiunare i tuoi cani.»
«Allora andrò da solo. Te li affido. Mi raccomando, assicurati che si comportino bene e che non si mettano ad abbaiare troppo forte.»
«Sarà fatto. Tu, da parte tua, cerca di riportarmi il mio Leo 2.0!»
Lewis diede un fugace bacio su una guancia a Toto.
«Lo riporterò a casa, te lo prometto.»

***

Qualcuno stava bussando freneticamente.
«Apri la porta, Adrian» intimò una voce, dall’esterno. «Apri la porta o non rispondo più delle mie azioni.»
Adrian non si scompose.
Nico era nella stanza attigua, legato, imbavagliato e soprattutto depresso per la perdita di una parte consistente dei suoi capelli.
Oltre la soglia c’era Lewis e Adrian lo fece entrare, dopo essersi premunito di bottiglia di vetro, come faceva ogni volta in cui aveva ospiti.
«Da quanto tempo! Aaaaaawwwww! Sei diventato proprio un figone, te l’ha mai detto qualcuno?»
«Il cinquanta per cento della popolazione mondiale, più o meno. L’altro cinquanta per cento, invece, dice che sono un tamarro inguardabile.»
«Non hanno buon gusto, lasciali perdere.»
«Non sono venuto qui per parlare del mio look e del mio aspetto esteriore. Sono un figo e so di esserlo, questo mi basta. Dove hai messo Nico?»
Adrian avvampò.
«Mi hai scoperto.»
«Era questo che volevi, no?» ribatté Lewis. «Non hai preso parte a questo folle rapimento per i pochi spiccioli che Jos è disposto a sborsare, ma per me. Volevi rivedermi e hai colto un’occasione che non si sarebbe mai ripetuta.»
«One-one-one!» Adrian agitò festosamente la bottiglia. «Adesso siamo qui, ci stiamo guardando negli occhi e siamo pazzi d’amore.»
«Forse tu sarai pazzo d’amore, ma io non lo sono affatto.» Lewis fece uno scatto e gli strappò di mano la bottiglia. «Dimmi subito dov’è Nico.»
«Smettila di pensare a quel bambolotto. È sempre stato un ostacolo al nostro amore indissolubile. Jos mi ha promesso che lo daremo in pasto a un gruppo di varani molto affamati, che dovrebbero arrivare direttamente da Singapore.»
«L’unico amore indissolubile è quello che lega me e il “bambolotto” e che lega entrambi a Toto Wolff.» Lewis agitò minacciosamente la bottiglia. «Portami subito da lui!»
«Mai.»
«Va bene. Allora vorrà dire che dovrò proprio prenderti a bottigliate.»

***

La porta si spalancò.
«TUNZ TUNZ TUNZ!!111!!!!111!» esclamò Toto, correndo incontro a Lewis, seguito da Roscoe e Coco. «L’hai riportato a casa!» Contemplò Nico per qualche istante, prima di rendersi conto di un dettaglio molto inquietante. «Perché il lato destro della tua testa è interamente rasato?»
Nico si nascose dietro a Lewis.
Quest’ultimo lo rassicurò: «Sei bellissimo anche così. Anzi, è proprio il taglio di capelli che mi sarei fatto io al posto tuo.»
Nico uscì timidamente allo scoperto.
«Davvero?»
«Proprio così.»
«Ecco, questa è l’ennesima conferma che è un taglio di me**a! Maledetto Adrian! Avrei preferito che mi desse davvero in pasto ai varani.»
Toto rabbrividì.
«Non dirlo nemmeno per scherzo.» Abbracciò calorosamente il suo adorato principe. «Lewis ha ragione, i capelli non ti stanno male.»
«Non ti credo. Non oserò più uscire di casa finché non mi saranno ricresciuti.»
«Se vuoi» lo invitò Toto, «Puoi nasconderti a casa mia.»
«No» intervenne Lewis, «A casa mia.»
«A meno che mia moglie non abbia deciso di cacciarmi, ho ancora un appartamento in cui vivere» puntualizzò Nico. «Ora, però, non voglio pensare a queste cose. È stata una mattinata straziante, per me. Ho voglia di rilassarmi e di farmi coccolare. Posso contare su di voi?»
Toto e Lewis gli furono addosso. Roscoe e Coco, intanto, si misero a scodinzolare festosamente. Tutti tirarono finalmente un sospiro di sollievo: il segreto di Felix/Felipinho era salvo, almeno per il momento, e Jos e Adrian ci avrebbero pensato due volte prima di commettere altre azioni sovversive.
La giornata fu, nel complesso, molto romantica. Lewis fu molto più permissivo del solito e invitò sia Toto sia Nico a giocare insieme a lui con le macchinine che aveva ricevuto in regalo da Felipinho.
Tutto filò liscio almeno finché non ci fu una lieve collisione tra due macchinine e Lewis e Nico presero a insultarsi e a invitarsi a vicenda a “imparare a imparare”. Toto cercò di calarsi nei panni del Ron Dennis della situazione, invitandoli a calmarsi. Venne romanticamente mandato a quel paese.

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