«Noooooooo!» Felipe cercò di cacciare indietro le lacrime, ma resistere era difficile. «Non posso credere che sia andata a finire così male!»
Si gettò tra le braccia di Rob Smedley, che lo consolò amorevolmente per gli incresciosi eventi del Gran Premio degli Stati Uniti, ma la sua sensazione di pace interiore fu molto breve.
Qualcuno lo afferrò per la maglietta e si mise a strattonarlo, separandolo dal suo grande amore.
Piuttosto indispettito, Felipe si girò di scatto e, quando vide Fernando davanti a sé gli domandò: «Going to Marussia? Caterham?»
Fernando aveva l’aria di un serial killer appena uscito da un thriller.
«Non ho nessuna voglia di scherzare! Hai visto quello che è successo? Sono stato speronato da quel bamboccio di tuo figlio! Non gli hai insegnato la regola principale su cui il campionato di Formula 1 si basa? You have to leave the space, you have always to leave the space. Purtroppo al giorno d’oggi ci sono troppi bambini che ignorano concetti così basilari e, mentre mi trovavo stabilmente in una posizione di pregio - cos’ero, sedicesimo o diciassettesimo? non me lo ricordo - sono stato letteralmente buttato fuori pista dalle vetture che mi stavano doppiando.»
Felipe alzò gli occhi al cielo.
«Devi fare tutto questo casino per due ruotate?»
«Mi sembra il minimo, dato che sono stato preso a ruotate due volte da due bambini. Quando avrò finito con te, infatti, andrò a lamentarmi anche con il padre dell’altro bambino, perché a tre giri dalla fine non si può fare. Anzi, ci vado subito, perché parlare con te non ha senso.»
Felipe lo trattenne afferrandolo per un braccio.
«No, non farlo!»
«Perché? Hai qualcosa in contrario?»
«Niente, è solo che non ritengo molto sensato andare a protestare con Jos Verstappen per l’increscioso comportamento di Max. Hai il naso così dritto che non vale la pena di rinunciare alla sua perfezione divina per una discussione con Jos. E poi sia Felix sia Max sono stati penalizzati e, purtroppo per Felix e per fortuna per Max, hanno perso tantissime posizioni, dato che la gara è finita dietro la safety car a causa dei detriti del tuo incidente.»
«Tunz tunz tunz!» si entusiasmò Fernando. «Davvero sono stati penalizzati? TUNZ TUNZ TUNZ al quadrato! Mi ero perso questo passaggio. Quindi Bottas è stato promosso in seconda posizione e terzo... chi c’è terzo? Hamilton, giusto?»
«Sì.»
«Poverino. Perdersi l’occasione di andare in conferenza stampa a mostrare il suo braccio tatuato, perché il terzo posto gli è stato attribuito solo un’ora dopo la fine della gara...»
«Vogliamo parlare di Valtteri, allora, che è arrivato secondo ma non ha potuto bere nemmeno una goccia di champagne perché sul podio non ci è mai fisicamente salito?» replicò Felipe. «Mi sembra molto peggio. Ma soprattutto, ti rendi conto che, a causa della presenza di due bambini come Felix e Max, che non hanno ancora raggiunto la drinking age, non c’era lo champagne per nessuno?! Nemmeno per il vincitore, nonostante i suoi trentotto anni suonati?»
«ORROREHHHHH!» urlò Fernando. «Vi lascio soli ad amoreggiare, corro subito a vedere come sta. Deve essere stato un trauma terribile per lui!»
***
Kimi si era nascosto sotto al letto, ma purtroppo non aveva funzionato. Qualcuno lo stava tirando fuori con la forza e quel qualcuno, incredibile ma vero, era nientemeno che Fernando Alonso, suo vecchio rivale con cui, in tempi molto remoti, si era concesso qualche drinking game tra un gran premio e l’altro.
«Kimiiiii!» esclamò Fernando, tutto contento. «Kimi, finalmente ti ho trovato! Ho buttato all’aria tutto il paddock, ho insultato Vettel una ventina di volte mentre piangeva in un angolo convinto che tu ti fossi dimenticato di lui perché non ti eri presentato al vostro appuntamento, ti ho cercato nel bar in cui Bottas si sta ubriacando per celebrare il suo secondo posto... e invece eri semplicemente qui, rintanato nel tuo motorhome. È una cosa troppo aaaaawwww.»
Kimi uscì dal proprio nascondiglio e si alzò in piedi.
«Perché hai insultato il mio Sebby?»
«Perché sta sempre in mezzo.»
«Sei una persona crudele, quasi quanto quelli che mi hanno privato del mio champagne perché accanto a me c’erano due bambini che non potevano berlo. E allora? Mi sarei scolato anche il loro e sarei stato l’uomo più felice del mondo. Non si possono avere nemmeno piccole soddisfazioni, al giorno d’oggi. Che senso ha vincere un gran premio?»
«Mhm... effettivamente non lo so» ammise Fernando, «Perché è passato tanto tempo dall’ultima volta in cui ne ho vinto uno e non mi ricordo le sensazioni che si provano, ma penso che qualche motivo di soddisfazione tu possa trovarlo.»
«Per esempio?»
«Per esempio che sono qui e potrei sfidarti a un drinking game.»
«AAAAAWWWW, come succedeva molto tempo fa!»
«Sì, esatto. Andiamo subito al bar, possiamo fare follie insieme!»
***
Visto quanto alcool si stava scolando, Daniel era verosimilmente depresso. Sebastian ne approfittò per andare a sedersi al suo tavolo. In quel momento aveva bisogno di qualcuno con cui confidarsi.
«È stato un weekend terribile.»
«Se ti può consolare» rispose Daniel, «Lo è stato anche per me. Credevo che avrei potuto puntare al podio, invece no, perché ho avuto un problema al kers degno dei tempi di Webber e ho iniziato a perdere posizioni a ogni soffio di vento.»
«Beh, almeno tu qualche punto l’hai portato a casa, io invece non ho nemmeno visto la bandiera scacchi.»
«Però vedrai la partenza in Messico. Purtroppo la decisione del tribunale sportivo è definitiva. Era troppo tardi per impedire a me e a Felix di prendere parte al gran premio di oggi, ma dovremo scontare la nostra squalifica la prossima settimana.»
«Almeno tu hai qualche consolazione dal punto di vista sentimentale.»
«Anche tu. Tra te e Kimi va tutto a gonfie vele.»
Sebastian scosse la testa.
«No, per niente. Adesso sta bevendo insieme a Fernando come se non ci fosse un domani.»
«Non essere geloso» lo pregò Daniel. «Sono solo amici.»
«Kimi potrebbe scegliersi meglio i suoi amici. Volevo sedermi al tavolo con loro, ma Fernando mi ha mandato via senza che Kimi battesse ciglio. Kimi non ha nemmeno voluto guardare le foto di pupazzi di neve che avevo scaricato sul cellulare solo per lui. Che ingiustizia.»
Sebastian scoppiò a piangere a dirotto.
Era stato un weekend catastrofico, e non poteva nemmeno essere felice per la vittoria di Kimi. Il risultato, in generale, era stato piuttosto soddisfacente (Raikkonen, Bottas, Hamilton, Perez, Sainz, Stroll, Ricciardo, Palmer, Massa e Verstappen in top-ten - quel guastafeste di Hulkenberg era arrivato undicesimo, quindi non aveva portato a casa punti, il che era da festeggiare con una lunga serie di “one-one-one”), ma Sebastian si sentiva piuttosto devastato.
Provò un po’ di sollievo soltanto quando, all’improvviso, qualcuno da dietro gli si avvicinò e gli diede un intenso bacio sul collo.
Sebastian si asciugò le lacrime e si lasciò riscaldare dal tenero abbraccio di Lewis.
Non era da solo, aveva portato Nico con sé come al solito, ma quest’ultimo era impegnato ad accarezzare i capelli da Daniel. Anche l’australiano parve ritrovare la propria serenità interiore, quindi Sebastian non poté fare a meno di ringraziare i due adorabili cavalieri appena giunti per consolarli.
«AAAAWWWW, è così kawaii avervi qui!»
«Mi sembrava più che opportuno festeggiare insieme» ribatté Lewis. «Nico ha una notizia importantissima da darvi.»
«Tunz tunz tunz!» esclamò Daniel. «È quello che penso io? Hai accettato l’offerta della Forza Rossa?»
«Se permetti non ci penso nemmeno!» replicò Nico. «A parte che quel team da quattro soldi è più interessato a Felipe Massa di quanto non sia mai stato interessato a me, non ho intenzione di passare il prossimo anno a farmi doppiare. In tal caso avrei preferito guardare cantieri di lavori in corso dalla mattina alla sera. Dan, preparati, perché il prossimo anno saremo compagni di squadra e vinceremo un gran premio dopo l’altro.»
Sebastian e Lewis si scambiarono un’occhiata.
«Cosa sta dicendo questo idiota? Sta vaneggiando?»
«Sul fatto che lui e Dan vinceranno gran premi sì, ma non sul fatto che saranno compagni di squadra in Ferrari. Comunque stai tranquillo, vinceremo solo io e te.»
«Per cu*o e non per merito» precisò Nico.
Daniel aggiunse: «Rendendo il mondiale falsato.»
Sebastian alzò gli occhi al cielo.
«Possibile che non sappiate pensare ad altro che ai mondiali falsati e litigare per stabilire chi dovrà vincere i gran premi? Non possiamo comportarci finalmente da persone mature e responsabili e allearci contro il nostro vero nemico?»
«Ovvero?» domandò Daniel.
«Ovvero Max Verstappen, che tra parentesi tuttora sta in testa alla classifica e il prossimo anno potrebbe sfoggiare il numero 1.»
Daniel, Nico e Lewis si misero tutti a grattarsi le parti intime. Sebastian li imitò immediatamente tanto per stare sicuro: quella sera nacque un’alleanza.
***
RIC03:
Ho bisogno di parlare con te. Possiamo vederci?
FLX00:
Wtf?! O.O
RIC03:
Lo so che può sembrarti strano, dopo quello che è successo l’ultima volta in cui ci siamo ritrovati all’interno della stessa stanza, ma è una questione che non possiamo più rimandare.
FLX00:
Non posso. Sto giocando con le macchinine.
RIC03:
Lo sospettavo. Per favore, mettile via e comportati da diciottenne, almeno adesso che lo sei. E soprattutto ricordati che conosco il tuo segreto.
FLX00:
E quindi?
RIC03:
Quindi, se non accetti di incontrarmi, posso rivelarlo al mondo. Lo sai, vero, che sarebbe un grandissimo scandalo?
FLX00:
Sei un ricattatore!!111!!!1!!!
RIC03:
Grazie per il complimento. Va bene se ci vediamo da me alle 15.00?
FLX00:
Se proprio devo...
***
Quando il campanello suonò, Daniel corse ad aprire la porta. Felix era arrivato con ben due minuti di ritardo, ma poteva soprassedere.
«Vieni di là.»
Il giovane brasiliano apparve subito perplesso.
«Cosa vuoi fare? Uccidermi? Non possiamo parlare qui, sulla porta?»
«No, non voglio ucciderti» lo rassicurò Daniel. «Anzi, se ti ho invitato qui è stato perché voglio mettere fine a questa assurda situazione.»
«A me non pare così assurda.»
«Lo è. Siamo arrivati a questo punto a causa di qualche incidente a cui avremmo dovuto dare molto meno significato, visto come stavano le cose. Fino a pochi mesi fa ti invitavo a casa mia e ti mostravo le mie macchinine...»
«I tempi cambiano. Le persone cambiano. La...»
Daniel lo interruppe: «Tutto cambia, ma fino a un certo punto. Non vuoi venire in soggiorno a vedere la nuova pista per le macchinine che ho appena montato?»
«AAAAAWWWWWW!»
«Se vuoi possiamo giocarci.»
«AAAAAAAAAAAAAAAAWWWWWWWWWW!» Felix abbracciò Daniel. «Hai avuto un'idea bellissima.»
Daniel gli fece un sorrisone.
«Sono felice che tu abbia accettato.»
«Era una proposta troppo bella per essere rifiutata.»
«È bello che tu lo ammetta.»
«Adesso però smettila di parlare. Portami di là. Portami a giocare con le macchinine!»
Daniel non se lo fece ripetere due volte.
Giocarono per quattro ore, come ai vecchi tempi.
Quando ebbero terminato, Daniel decise di dedicarsi anche alle questioni leggermente meno serie, ovvero quelle per cui aveva invitato Felix a casa sua.
«Come ben sai, Max sarà molto avvantaggiato dalla nostra assenza a Città del Messico, tra pochi giorni.»
«Non eravamo d'accordo che l'incidente era chiuso e che non ne avremmo parlato più?»
«Sì, ma rimane il fatto che Max è in netto vantaggio nei nostri confronti e che il suo vantaggio si concretizzerà, se non facciamo qualcosa.»
Felix sospirò.
«C'è ben poco che possiamo fare. Se solo non avessimo avuto delle bottiglie a disposizione, non sarebbe accaduto niente di tutto ciò, ma ormai è inutile piangere sul latte versato. Non ci resta che sperare che la fortuna giri dalla nostra parte e...»
Daniel non lo lasciò finire.
«Qualunque cosa ti abbia raccontato tuo padre, non si vince per cu*o.»
«Perché dovrebbe avermelo insegnato mio padre?» si sorprese Felix. «Ormai sono passati tanti anni da quando ha lasciato la Ferrari, e si sa che soltanto quando si è vestiti di rosso si attribuisce all'eccesso di cu*o ogni vittoria altrui.»
«Voci di corridoio narrano che volesse tornarci.»
«Ma la Ferrari non ha scelto lui. Poco male. Alla Forza Rossa spaccherà il cu*o a tutti.»
«Permettimi di dubitarne.»
«Non c'è problema. L'anno prossimo ti ricrederai.»
«Lo spero per lui, ma non ne sono tanto convinto. Adesso, comunque, dobbiamo pensare a quest'anno e a fermare l'avanzata trionfale di Max.»
«Vuoi fargli una macumba? Potrei aiutarti, in tal caso.»
«Non credo nel potere delle macumbe. Credo però nella possibilità di trollarlo. Prima di tutto dobbiamo fargli credere che quello che è successo oggi pomeriggio non sia mai accaduto. È meglio che continui a credere che io e te ci odiamo. Se sapesse che ci stiamo unendo contro di lui, correrebbe ai ripari.»
«Quindi» dedusse Felix, «Dovremmo continuare a insultarci sui social network e anche di persona, quando ci vediamo nel paddock.»
«Esatto» confermò Daniel, «Ma senza esagerare. Una squalifica basta e avanza.»
«Sono d'accordo.»
«Anche questo, di per sé, non sarà sufficiente. A questo punto, però, entra in scena il mio alleato. Mi ha promesso che farà impazzire Max e che si sacrificherà per una giusta causa.»
«Ovvero?»
«Ovvero si farà prendere a bottigliate» gli spiegò Daniel, «Affinché anche Max possa conquistarsi una gara di squalifica. Mi sembra il minimo, dopo che è successo a noi e che nel corso degli anni ci sono state polemiche per la mancanza di coerenza nell'applicazione delle penalità.»
«E se dovesse esserci ancora mancanza di coerenza?»
Daniel si grattò le parti intime.
«Speriamo di no.»
«Già, speriamo di no. Adesso scusami, ma devo andare. Mi aspettano per cena.»
«Okay, ci vediamo domenica, per guardare la gara insieme.»
«No, aspetta!» suggerì Felipinho. «Perché non vieni a cena da noi?»
«Aaaaaawwwww, grazie!»
***
Erano ormai le dieci di sera e Felipinho era di nuovo Felipinho.
Più la scadenza dell'anno in cui avrebbe potuto trasformarsi in Felix si avvicinava e meno erano le ore in cui si presentava in forma di adolescente.
Quando era successo il fattaccio Daniel gli aveva messo le mani davanti agli occhi affinché non dovesse assistere al terribile scempio di Dany che veniva preso a colpi di bottiglia da Max, quest'ultimo aiutato da suo padre Jos.
Daniel era scoppiato a piangere. Non si aspettava che quei due potessero essere così brutali.
«Se lo sapevo non avrei mai mandato Dany a sacrificarsi per me. Pensavo che al massimo ne sarebbe uscito con qualche livido, invece sembra che quei due vogliano ucciderlo...»
Anche Felipinho era scoppiato a piangere, nonostante fossero capitate anche delle cose belle, quella sera.
Prima di tutto Dany era stato in testa alla gara fino all'ultimo giro. Interpellato più volte dal team, che gli chiedeva di far passare il compagno di squadra, aveva finto di avere problemi con la radio e di non sentire.
A due giri dalla fine Max si era deciso e aveva tentato un attacco. Dany gli aveva chiuso la porta e l'aveva mandato per prati. Era riuscito a proseguire, anche se con la vettura danneggiata. Era stato superato da Kimi sulla linea del traguardo ed era successivamente stato penalizzato con venti secondi per il contatto con Max. Visto il suo abissale vantaggio nei confronti delle Mercedes di Hamilton e Wehrlein aveva però potuto conservare la seconda posizione.
Kimi era stato felicissimo: aveva vinto e c'era lo champagne, quella volta. Il suo compagno di squadra lo era stato un po' meno: era arrivato solo quinto, faticando a tenere dietro la Renault di Hulkenberg, che aveva conquistato un ottimo sesto posto davanti a Palmer, Ocon, Nasr e Gutierrez. Quest'ultimo era stato felice anche più di Kimi, dato che non si sarebbe mai aspettato di fare punti proprio al gran premio del Messico.
Poi era capitato il fattaccio: i due Verstappen avevano fatto irruzione sul podio. Max aveva strappato di mano la bottiglia a Lewis, approfittando del fatto che quest'ultimo si era messo a fare linguacce guardando giù dal podio in direzione di Toto, che stava celebrando abbracciato con Nico, e aveva iniziato a colpire Dany ripetute volte. A peggiorare la situazione, Jos aveva preso la bottiglia di Kimi, traumatizzando il finlandese, che era rimasto spiazzato.
In molti si chiedevano che cosa sarebbe successo se Lewis e Kimi non fossero intervenuti in soccorso di Dany, cercando di bloccare quei due pazzi scatenati, a loro rischio e pericolo.
La telecronaca era terminata con Toto e Nico che si coprivano a vicenda gli occhi, per non vedere Jos che strattonava Lewis dopo averlo afferrato per la cresta, rovinando definitivamente la giornata al pilota della Mercedes, che grazie ai punti raccolti in Messico si era portato molto in alto in classifica.
Per fortuna almeno Kimi sembrava esserne uscito illeso. Chissà, magari era anche contento per il risultato e per la classifica: le ultime due vittorie l'avevano portato molto in alto.
CLASSIFICA PILOTI:
Verstappen 203
Hamilton 195
Raikkonen 192
Ricciardo 189
Massa 182
Vettel 163
Bottas 124
Hulkenberg 107
Perez 101
Kvyat 59
Sainz 47
Ocon 43
Alonso 36
Vandoorne 34
Wehrlein 27
Palmer 26
Stroll 26
Ericsson 21
Grosjean 19
Nasr 9
Magnussen 4
Gasly 3
Haryanto 2
Gutierrez 2
CLASSIFICA COSTRUTTORI:
Redbull 429
Mercedes 389
Ferrari 370
Williams 150
Force India 144
Renault 133
McLaren 70
Toro Rosso 64
Sauber 30
Haas 23
Manor 4
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.
Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3
Milly Sunshine