martedì 4 dicembre 2018

On The Trash: fanfic trash scritta just for fun // Capitolo 3

La stagione 2016 di Formula 1 in chiave trash con il passaggio di Max Verstappen dalla Toro Rosso alla Redbull... il tutto in un alternate universe trash in cui Max è una ragazza.
Questa è una trollata fan fiction motoristica ad alto contenuto trash. Non intende dare una visione realistica del mondo del motorsport né dei personaggi a cui è ispirata. In realtà più che a tali personaggi è ispirata a quello che potrebbero essere quei personaggi se fossero degli squilibrati, ma nevermind. Contiene soprannomi improbabili, POV alternati, scene ai limiti del trash, ma soprattutto un genderswap. Anzi, per essere più precisi, ha avuto origine da questo genderswap... 

***

Capitolo 3: Gufi e gabbiani.

[MAXINE'S POV]
Da quando ero stata promossa in Redbull la mia vita era radicalmente cambiata. Provavo gradualmente sempre meno interesse per il camion dei pompieri e avevo fatto un upgrade: iniziavo a provare un’attrazione crescente per la Playstation. Ogni tanto qualcuno mi offriva mazzi di rose rosse proponendomi di giocare alla Playstation insieme, ma io ero decisa ad aspettare il #GrandeAmmmmore della mia vita per condividere una tale esperienza.
Dopo Monaco, inoltre, era stato convocato un consiglio di famiglia straordinario, durante il quale mio padre mi aveva lanciato addosso alcuni piatti, intimandomi di non crashare più a quella maniera, altrimenti mi avrebbe disconosciuta e mi avrebbe affidata a Jonathan Palma.
Io ci ero rimasta molto male.
«Lo sai che Jonathan Palma non passa tutto il tempo a imprecare, nonostante suo figlio si spalmi come Shpalmen?»
«Lo so.»
«E allora perché vorresti affidarmi a lui?»
«Perché ti sentiresti molto più a tuo agio dopo un incidente.»
Quelle parole mi avevano profondamente segnata. Mio padre non aveva capito proprio nulla di me. Non aveva capito che erano stati proprio i suoi lanci di piatti, nel corso degli anni, a convincermi che dovevo dare il meglio di me: non volevo ritrovarmi, alla sua età, a scagliare piatti addosso ai miei familiari, frustrata per non avere mai ottenuto risultati di grande livello.
Dovevo impegnarmi.
Dovevo evitare gli incidenti.
Dovevo fare tante pernacchie ai miei avversari quando cercavano di superarmi.
Dovevo svettare in tutto, anche nelle cacce al tesoro organizzate nel paddock.
Sarei stata sempre e solo la figlia di Jos Kumpenstappen, non mi sarei mai fatta adottare da Jonathan Palma!
Quasi come per celebrare la mia intenzione di spadroneggiare anche nelle cacce al tesoro, in Canada fu organizzata la prima caccia al tesoro della storia della Formula. Non so a chi venne in mente l'idea in origine, probabilmente a Roscoe o a Coco. Sta di fatto che Rapperton se ne appropriò e trovammo tutti ciò molto scorretto. Come si permetteva di appropriarsi di una proposta proveniente da un ceto sociale non privilegiato?
Stranamente, alla riunione dei piloti, Sebastian si rivelò un problematic scum, dato che non si lamentò minimamente di tutto ciò, lui che si lamentava sempre dello stile di guida altrui.
Decisi quindi di battermi per la parità di diritti, un po' come una specie di Sailor Moon dei bulldog, e intervenni in tono critico.
«Lewis ha rubato un'idea dei suoi cani!»
Lewis mi guardò con aria stralunata.
«I cani sono miei e posso sfruttare le loro idee!»
«I cani non sono di tua proprietà» puntualizzai. «Sei tu che appartieni ai cani. Anche i tuoi soldi appartengono ai cani, infatti mi è giunta voce che ti costringano solo ad acquistare croccantini delle marche più costose.»
«Questi sono affari di famiglia» replicò Lewis. «Non ti riguarda.»
Come si permetteva quello Snoop Dogg del motorsport di contraddirmi?
«Chiedo solo rispetto per i Roscoco» mi impuntai. «Non meritano di essere relegati a un ruolo secondario, ti pare?»

[ROSCOE'S POV]
Mentre quei falliti litigavano per stabilire chi avesse avuto l'idea della caccia al tesoro io e Coco eravamo riusciti ad aprire il frigo e dentro c'erano tante bottiglie di birra...
Coco si mise ad abbaiare, mentre io ne sfilavo una dal frigo e la aprivo.
Iniziai a sorseggiarla con gusto, felice della svolta che quella giornata aveva finalmente preso.

[MAXINE'S POV]
Io e Lewis ci chiarimmo improvvisamente quando mi allungò una rosa rossa.
«Questa è per te.»
«Aaaawwww.»
«Ti va di giocare insieme alla Playstation?»
«Lo farei volentieri, ma mi piacerebbe di più giocare alla Playstation insieme al tuo meraviglioso compagno di squadra.»
Nico scattò verso di me per offrirmi una rosa rossa.
Feci un confronto: quella che mi aveva regalato Nico era più appassita di quella che mi aveva regalato Lewis, quindi decisi di andare a giocare alla Playstation insieme a Lewis, dopo avere gettato a terra con noncuranza il fiore che mi aveva regalato Nico. Quest’ultimo lo raccolse e andò a offrirlo a Daniel Smile. I due si abbracciarono con passione, così come Sebastian stava abbracciando Lewis per consolarlo dopo il mio rifiuto. Dissi a Lewis che avevo cambiato idea, ma non mi ascoltò nemmeno. Mi diressi verso Kimi, sperando di essere più fortunata, ma era impegnato a mangiare un gelato e non si accorse nemmeno che gli stavo parlando.
Ormai disperata per la piega che quella situazione stava prendendo, mi feci coraggio e mi diressi al cospetto di Jensinho Button, brasiliano onorario da quando aveva vinto il gran premio del Brasile del 2012.
Ci guardammo negli occhi per un po', poi fu lui a rompere il ghiaccio.
«Hai bisogno di me, ragazzina?»
«Sì.»
«Per caso ti sei persa e hai bisogno che ti accompagni alla cassa, in modo che possa essere annunciato ai tuoi genitori che devono venire a prenderti?»
«Mhm... no, posso farne anche a meno.»
«Allora cosa vuoi?»
«Voglio dirti che il copricapo di piume che porti in testa è bellissimo. Sembri davvero un vero brasiliano.»
«Io sono brasiliano nel cuore.»
«E io amo i brasiliani. Ti va di giocare con me alla Playstation?»
Prima che Jensinho potesse darmi una risposta ebbi una visione raccapricciante: Gufelipe Massa stava venendo verso di noi, tenendo il suo inquietante gufo domestico appoggiato su una spalla.
«Orrorehhhhhh!» esclamai, nascondendomi dietro a Jensinho.
Fu proprio Jensinho a prendermi in giro per la mia gufo-fobia.
«Non preoccuparti, il piccolo Rubens è innocuo. Allo stesso modo è innocuo anche Gufelipe.»
«Il gufo si chiama Rubens?»
«Sì. Bel nome per un gufo, vero?»
Gufelipe, venuto lì per chiacchierare con Jensinho e per criticare il suo copricapo di piume fucsia (quelle di Gufelipe erano verdi), si mise a fissarmi, quindi decisi di scappare a gambe levate.
Nonostante tutto Gufelipe mi seguiva, senza curarsi delle mie proteste.
«Fermati un attimo!»
«No! Io sono una bambina innocente!»
«Maxine, Maxine, aspetta! Ti è caduto il portafoglio!»
Gufelipe mi spaventava tantissimo, quindi decisi di non curarmi dei preziosissimi venti euro che tenevo dentro al portafoglio, che consistevano nella paghetta settimanale che mi aveva consegnato mio padre quel giorno stesso.
Vista l'età ormai avanza, Gufelipe non era veloce e scattante quanto me nemmeno a piedi, perciò riuscii a distanziarlo in gran fretta e decisi di andare a nascondermi in un posto in cui non potesse trovarmi. Dopo avere scassinato la porta di un motorhome a caso, entrai e presi possesso del luogo.

[ROSCOE'S POV]
«Coco?»
«Dimmi.»
«Posso farti una domanda culturalmente elevata?»
«Certo.»
«Cosa ne pensi di Jolyon Palma?»
«Non so chi sia. Conosco solo Jolyon Spalmen che si spalma contro i muri e...»
Coco si interruppe nel momento in cui la porta si spalancò.
Avremmo dovuto abbaiare contro l'intrusa, ovvero Maxine Kumpenstappen, ma dopo una lunga serie di birre nessuno dei due era più pronto e reattivo come prima.
Maxine esclamò, tutta contenta: «Tunz tunz tunz!!!11!!!!1!»
Poi prese una bottiglia di birra dal frigo e se la scolò.
«Maxine, tu non hai ancora raggiunto la drinking age» le ricordai.
«Perché, tu sì?» obiettò lei.
«Per noi cani funziona diversamente.»
«No, tu non puoi bere» insisté.
Mi resi conto che parlava a bocca chiusa. Forse ero io che ero ubriaco e che me lo stavo immaginando, anche perché non avevo ancora sviluppato l’arte di parlare con gli umani.

[MAXINE'S POV]
Roscoe stava cercando di dirmi qualcosa, ma era evidentemente troppo ubriaco per farsi capire. Inoltre non avrei capito ugualmente: non ero in grado di interpretare i cani quando abbaiavano.
Controvoglia, ancora terrorizzata dall'idea di potere incontrare Gufelipe, uscii dal motorhome per andare ad avvertire Lewis che i suoi cani si stavano scolando tutte le sue birre. Cercai lo Snoop Dogg della Formula 1 per tutto il pomeriggio, mentre i miei colleghi erano impegnati nella caccia al tesoro organizzata nel paddock. In mia assenza Danielle trionfò incontrastata e vinse una piccola statuetta a forma di marmotta. Invece di conservare quel cimelio in cassaforte ebbe addirittura l'oltraggiosa idea di donarlo a Daniel Smile in segno d'amore.
Scuotendo la testa con aria perplessa mi allontanai da lei e ripresi la mia ricerca. Trovai Lewis che, con l'aiuto di Sebastian, catturava gabbiani servendosi di un retino per farfalle. Dopo avere messo gli uccelli all'interno di un'enorme voliera montata per l'occasione, i due si misero a gracchiare come quei simpatici pennuti.
Finalmente, dopo numerosi tentativi, riuscii ad attirare la sua attenzione.
«Dimmi, bambina. Vuoi finalmente giocare alla playstation?»
«No, sono i tuoi cani che stanno giocando con le tue bottiglie di birra.»
«Le hanno rotte?»
«No, le hanno bevute.»
«No problem, allora.»
«Mi sembrano entrambi piuttosto alticci.»
«Te l’ho detto, non è un problema.»
Spalancai gli occhi per lo stupore. Davvero non gli importava nulla che i suoi cani fossero due ubriaconi?
Ero immersa in quelle profonde riflessioni quando mio padre mi sorprese a gironzolare senza fare nulla di costruttivo. Si lamentò molto, minacciandomi di farmi adottare da Jonathan Palma. Scoppiai a piangere, pensando a quanto fosse maltrattato il povero Jolyon, a cui nessuno aveva ancora spiegato come funzionasse la vita.
Mentre rientravo nel mio box, scortata da mio padre che mi tirava per un orecchio, intravidi proprio Jolyon, peraltro in compagnia di Jonathan. Stavano progettando di organizzare un torneo di briscola insieme a Jmag e Kmag.
Mio padre allentò la presa sul mio orecchio e osservò: «Sono proprio degli sfigati.»
Ero d'accordo con lui: Jolyon Palma non sarebbe mai arrivato da nessuna parte, tranne che nel letto di Danielle Kiwi-at, ma solo perché con un po' d'impegno chiunque ce la faceva...
«Sono felice di avere una figlia come te» mi disse mio padre, quando arrivammo a destinazione. «Sono sicuro che domani conquisterai la vittoria senza problemi.»
Ne ero sicura anch'io e, quando all'inizio mi dissero via radio che c'era stata una piccola ruotata tra Lewis e Nico, che venivano da una notte insonne passata a cercare di sistemare i danni causati dall'ubriacatura dei Roscoco, fui certa di avere il risultato in tasca.
Non so dire di chi fosse la colpa, se del potere gufico di Gufelipe o di quello dei gabbiani, ma Fuckettel trascorse in testa buona parte della gara, il che mi disturbava profondamente.

[SEBASTIAN'S POV]
Non riuscivo a crederci! Ero davanti a tutti ed ero sul tetto del mondo. Presto sarei stato idolatrato come un dio, cosa che mi accadeva meno spesso rispetto a quanto fosse accaduto a Fernando ai suoi tempi, perché la vettura di Fernando era un po' meglio della mia, ma nessuno era disposto ad ammetterlo, quindi Fernando veniva comunque considerato molto di più rispetto a me. Io stesso, a volte, mi convincevo che sulla mia macchina Fernando avrebbe vinto il titolo sia nel 2015 sia nel 2016.
Poi mi resi conto che, qualunque fosse il risultato di Fernando, non ero davanti a tutti.
C'erano due gabbiani davanti a me.
C'erano due gabbiani e non avevano intenzione di spostarsi.
Ero oltraggiato, ma il bene di quei graziosi pennuti veniva prima di tutto. Mi fermai a guardarli, facendo loro una boccaccia, augurandomi che se ne andassero in fretta.
Lewis, nel frattempo, mi superò. Sul podio mi disse che ne aveva approfittato per farmi una boccaccia. Quel gesto pieno d'affetto mi sorprese in positivo. Gli regalai una scatola di cioccolatini che avevo portato con me per ogni evenienza e mi misi ad accarezzargli la cresta in mondovisione, progettando un giorno di pettinarmi come lui mentre Valtteri progettava il furto della mia bottiglia di champagne e di quella di Lewis; entrambi i furti andarono a buon fine.
Alla fine decisi di mantenere la mia acconciatura solo perché non riuscivo a tollerare un enorme difetto del mio adorabile collega: non aveva a cuore tanto quanto me la salvaguardia dei preziosissimi gabbiani di Montreal. Inoltre quando lo invitai a trascorrere con me la serata declinò, sostenendo di avere un impegno molto urgente che non poteva assolutamente rimandare.

[LEWIS'S POV]
Rientrato nel motorhome mi trovai faccia a faccia con Roscoe. Puzzava di alcool e, oltre alla birra, si era appropriato anche di tutta la mia riserva di vodka che mi ero fatto consegnare da Valtteri il giorno precedente, prima di scoprire che fosse un ladro di bottiglie di alcolici. Nella mia riserva ne era rimasta soltanto una, ma se la stava scolando Nico, deluso dall'avere fatto la figura del pollo durante un duello con Maxine.
Dopo averlo preso per i fondelli per una ventina di minuti facendogli varie linguacce e pernacchie, oltre che criticarlo per il risultato, mi ricordai lo scopo ultimo della mia esistenza e chiesi la sua collaborazione.
«Per caso hai una katana da prestarmi?»
«No.»
«Che assurdità! Nessuno se ne va in giro senza una katana, di questi tempi.»
«Allora sarò un'eccezione.»
«Sei proprio un incapace, in tutti i sensi» lo rimproverai. «Adesso come faccio a suicidarmi facendo harakiri?»
«Non ne ho idea» ammise Nico. «A proposito, come mai hai preso questa consueta e prevedibile decisione di ordinaria amministrazione?»
«Perché la sovrapposizione si avvicina e non sono sicuro di potere sopravvivere a un evento così traumatico.»
Nel sentire nominare la sovrapposizione, Nico si mise a tremare. Passammo i successivi dieci minuti abbracciandoci e consolandoci a vicenda per la disgrazia sempre più vicina di dovere gareggiare a Baku nello stesso weekend in cui si svolgeva anche la 24 Ore di Le Mans.
Poi decidemmo che non aveva senso che io mi suicidassi: Nico mi promise che avrebbe cercato di centrarmi sul casco con un tombino scoperchiato, in modo da mettere fine alla mia vita e da convincere il mondo della Formula 1 che l'halo era un male necessario per evitare altre vittime.
«Ho cambiato idea» dichiarai, a quel punto. «Il mio scopo sarà vivere per contrastare l'halo con tutte le mie forze.»
«Preferisci la morte a colpi di tombino?»
«No, preferisco il cupolino della Redbull.»
«Io, invece, preferisco i piloti della Redbull. Se ti va di finire di scolarti la mia bottiglia di vodka fai pure con comodo, io intanto mi assento per qualche minuto, così ne approfitto per andare a fare una passeggiata mano nella mano con Daniel Smile.»
«Mi sembra un'ottima idea.» Gli strappai la bottiglia di mano. «A proposito, questa vodka non è tua, ma mia.»
Roscoe si mise ad abbaiare. Coco non gli fece eco, ma solo perché era verosimilmente in coma etilico.
Guardai malissimo il mio bulldog.
«Hai qualcosa in contrario?»
Roscoe abbaiò.
Lo presi per un "sì".
«Non essere egoista» lo pregai. «Non puoi appropriarti di tutta la mia vodka così come se niente fosse. Lasciamene almeno un goccio, di tanto in tanto.»
Roscoe fece un salto e mi strappò di mano la bottiglia. Sfortunatamente i cani erano una minoranza etnica in un contesto umano, per cui non potei nemmeno accusarlo di appropriazione culturale e mi consolai bevendo acqua frizzante sottratta a Nico.

[NICO'S POV]
«Grazie per avere accettato il mio invito.»
«Grazie a te.»
«Solo una cosa, Dan. Il tuo sorriso è inquietante.»
Daniel spalancò gli occhi.
«Che cosa c'è di così inquietante nel mio sorriso? Pensavo che ti piacesse...»
«Mi piace moltissimo, infatti, ma non riesco a spiegarmi come tu possa sorridere così come se niente fosse nonostante il grave cataclisma che si sta abbattendo su questo emisfero» ammisi. «Non ci pensi a Maxine Kumpenstappen?»
«Ogni tanto, ma anche le grid girl sono molto attraenti. Anche se non ce la dà perché è troppo impegnata a pensare al camion dei pompieri, possiamo consolarci comunque.»
«Ma in pista vuole asfaltarci.»
«Ne sei preoccupato?»
«Sì, molto.»
«Anch'io, te lo confesso, ma non dirlo a nessuno. Non vorrei che Seb e Lewis mi prendessero in giro.»
Scoppiai a ridere di gusto.
«Lo sai che sono terrorizzati anche loro?»
Daniel non volle credermi.
«Come lo sai?»
«Li ho sentiti mentre si confidavano con i gabbiani che hanno addomesticato.»
«Poveri gabbiani» si commosse Daniel. «Dovrebbero essere liberi, non chiusi in una voliera.»
Erano le prime parole sensate che sentivo pronunciare da qualcuno in tutto il weekend, a parte il sensatissimo proposito di Lewis di suicidarsi per via della sovrapposizione, quindi andai, seguito da Daniel, verso la voliera. La aprii e liberai tutti i gabbiani faticosamente catturati da Lewis e Sebastian con i loro retini per farfalle.
Una bambina con il ciuccio in bocca si entusiasmò e, mentre volavano via, li salutava con la mano.

[MAXINE'S POV]
Nico e Daniel mi avevano vista.
Avevano notato il ciuccio, che di solito usavo solo di nascosto.
Nessuno, a parte Carlito, lo doveva sapere.
Ero disperata. Se mio padre l'avesse scoperto, me l'avrebbe buttato nella spazzatura.
Andai da Lewis e gli chiesi se potesse prestarmi una katana, perché intendevo mettere fine alla mia triste vita facendo harakiri, ma rimasi molto delusa.
«No, non ce l'ho.»
«Che cattivo che sei!»
«Anch'io ne cercavo una.»
«E perché non l'hai ancora trovata? Sei proprio un incompetente!»
«Io non...»
Non volevo sentire giustificazioni, quindi scoppiai a ridergli in faccia.
«Hanno proprio fatto bene i Danico a liberare i tuoi gabbiani.»
Lewis subì una trasformazione improvvisa e, con gli occhi iniettati di sangue, si mise a ruggire.
Scappai, terrorizzata. Ero ancora una bambina piccola, non meritavo di essere coinvolta negli attacchi di follia altrui.

[DANIEL'S POV]
Mentre sorridevo come un ebete al cospetto di Nico, che mi fissava con la bava alla bocca dopo avermi confidato che mi trovava molto sexy, arrivò verso di noi Lewis. Stava ruggendo a squarciagola e, di tanto in tanto, si metteva a gracchiare.
«Oh my holy Ferni» esclamai, sconcertato da quell’ultima improvvisa novità. «Ci mancava solo l'apocalisse zombie.»
Rimasi lì, in bella vista, perché ero certo che, se Lewis voleva assalire qualcuno, avrebbe assalito Nico. In fondo quei due erano amici d’infanzia, quindi sicuramente si erano presi a morsi tante volte quando erano talmente ubriachi da pensare di essere morti viventi. Fu una pessima decisione, dal momento che Lewis cercò di azzannarmi al collo. Io, però, riuscii a difendermi dai suoi attacchi. Mi misi anch’io a ruggire, tanto per fare un po’ di scena, e gli affondai i dentoni nella cresta, strappandogli un po’ di capelli.
Purtroppo tutto ebbe breve durata, perché quando decidemmo di coalizzarci per mordere Nico, lui ci portò nel motorhome Mercedes e ci affidò alle cure di Roscoe e si defilò.

[NICO’S POV]
Volevo approfittare dell’assenza di quei due psicopatici per andare da Maxine, ma quando bussai alla sua porta lei non aprì. Probabilmente stava giocando con la Playstation.
Andai allora nella stanza di Danielle. Aveva messo Carlito a letto con il ciuccio tra le labbra ed era disponibile tutta per me! AAAAAAAAAAWWWWWWWWWW!

[MAXINE’S POV]
Non ero sicura che ignorare Nico, quando era venuto da me, fosse stata la soluzione migliore, ma mi aveva vista con il ciuccio in bocca e mi considerava sicuramente una poppante.
Ricordai che avevo pianificato di suicidarmi facendo harakiri con una katana, quindi per un attimo valutai la possibilità di andare a cercarne una e di coronare quel proposito, ma ci ripensai: mancavano due settimane alla sovrapposizione e, se fossi riuscita a sopravvivere alla sovrapposizione, allora potevo sopravvivere anche dopo essere stata vista con il ciuccio in bocca.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.

Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".

Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.

Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3

Milly Sunshine