lunedì 17 dicembre 2018

Anno Zero // Capitolo 9: Tanto Ammmore


«Verstappen 202, Ricciardo 183, Massa 180, Hamilton 165, Vettel 153, Raikkonen 142, Bottas 106, Hulkenberg 99, Perez 89, Kvyat 41...» Leggere la classifica era talmente tanto deprimente che Fernando si interruppe, arrivando quasi a commuoversi nel ricordare che, prima di contrarre una malattia inesistente, Dany era stato uno di loro. «Che desolazione. Meno male che ci sei tu ad accarezzarmi i capelli, se no a quest’ora sarei già morto dalla disperazione.»
Mark non pronunciò nemmeno una parola. Continuò con insistenza ad accarezzargli i capelli e, seppure Fernando lo trovasse tanto dolce e kawaii, decise di protestare.
«Non hai nulla da dire a proposito della classifica?»
«Bellissimo continua!!!11!!!111!!»
«What the f*ck?!» esclamò Fernando. «F*ck, f*ck, f*ck, come ti permetti di trovare bella questa classifica? Fa pena.»
«Anche il tuo linguaggio fa pena. Ti sei sentito? Sembri un misto tra uno scaricatore di porto e un quattro volte campione del mondo.»
«Oui, bien sur.»
«Non quel quattro volte campione del mondo.»
Fernando si allontanò di scatto.
«You have to leave the space, non puoi lasciarmi qui a soffocare.»
«Un attimo fa non stavi soffocando» puntualizzò Mark. «Anzi, sei stato tu a farmi avvicinare. Ora, per cortesia, puoi continuare a leggere la classifica?»
Fernando sbuffò.
«Ocon 39, Sainz 37, Alonso 36...»
«Male, male, male» borbottò Mark. «Te ne rendi conto? Sei dietro al tuo fanboy numero 1.»
«Però sono davanti a Stoffy, che ha solo 34 punti. Se permetti queste sono soddisfazioni di un certo livello. Il bambino ha ancora tanto da imparare.»
«E sta imparando a imparare?»
«Purtroppo no.»
«A proposito di gente che non prova a imparare» osservò Mark, «Jenson è in consistente ritardo. Non vedo l’ora che venga qua a coccolarci. Immagino che stia ancora parlando con Felipe.»
«Sì, stavano confabulando qualcosa a proposito del campionato 2018 e di alcuni sedili liberi. Menzionavano la Ferrari.»
«Non mi dire che Felipe sta cercando di piazzare Felix in Ferrari.»
«Beh, ormai lo sanno tutti, Vettel se ne andrà.»
Mark scosse la testa.
«Naaaaahhhh, sono solo leggende metropolitane.»
«Credimi!» lo supplicò Fernando. «L’altro giorno, mentre ero in bagno che facevo un pipi-stop, sono entrati Sebastian e Toto. Toto si è messo a confidarsi con Sebastian, parlandogli di un sogno orrendo che aveva fatto, un incubo terribile in cui Nico si rasava i lati della testa e si faceva una cresta enorme di colore verde acqua, dopodiché si sono messi a parlare del 2018 e a pianificare alcune cene romantiche che avrebbero fatto insieme a Lewis. Questo significa che Sebastian ha intenzione di passare in Mercedes il prossimo anno.»
«Non è detto» replicò Mark. «Io e te non siamo mai stati nello stesso team, ma di cene romantiche ne abbiamo fatte parecchie.»
«Toto è innamorato di Nico, che è un principe» puntualizzò Fernando. «Non farebbe mai una cena romantica insieme a un tipo volgare come Sebastian.»
«Se lo dici tu...»
«Certo che te lo dico io! E, vedrai, te lo confermerà anche Jenson.»
«Veramente, per quanto ne so, a Jenson sono sempre piaciuti sia Sebastian sia Nico.»
«Jenson non è un tipo raffinato come Toto.» Fernando guardò l’orologio. «A proposito, Jensy è in un ritardo davvero mostruoso. Chissà di cosa staranno parlando lui e Felipe. Tra l’altro non vedo perché rimandare. Potrebbe portare qui anche lui. Quel piccolo brasiliano non avrà il nostro stesso fascino, ma è comunque tanto kawaii.»

***

«Quindi tu saresti davvero sicuro che Sebastian va in Mercedes?» ripeté Felipe, che non riusciva ancora a capacitarsi dell’informazione che Jenson gli aveva comunicato. «Si libera un posto in Ferrari per la prossima stagione? Davvero???22??22??»
«Certo che ne sono sicuro!» rispose Jenson, con una certa enfasi. «Non ci credi? Non credi che io abbia regalato a Sebastian una rosa rossa e che lui, in cambio, mi abbia parlato dei suoi buoni propositi per l’anno che verrà?»
«Ci credo, ci credo...»
«Sebastian in Mercedes, Kimi in Forza Rossa... questo significa solo una cosa.»
«Ovvero?»
«Ovvero che ben due posti in Ferrari si stanno per liberare.»
«AAAAAWWWWW!» esclamò Felipe. «Ci pensi, Jensy? Ci pensi a come sarebbe bello indossare una tuta rossa e disputare il prossimo campionato, invece di rimanere a casa a giocare a briscola e a rubamazzo? Invece di trascorrere le giornate a fischiare con le mani in tasca contemplando lavori in corso?»
«Fischiare con le mani in tasca contemplando lavori in corso è una bellissima attività» replicò Jenson, piuttosto piccato. «Comunque sì, hai ragione: tornare al volante sarebbe bellissimo. Ora scusami, ma devo andare. I Webbonso mi aspettano e immagino che anche tu abbia da fare.»
«Veramente no.»
«Non devi badare a Felipinho?»
«L’ho affidato a due ottimi baby-sitter. Tecnicamente posso andare in giro a vedere se trovo Bottas, così magari gli offro un gelato, come ai vecchi tempi.»
Jenson spalancò gli occhi.
«Non pensavo che Bottas fosse uno scroccone.»
«Non è che Bottas sia uno scroccone. È che io sono sempre stato un tipo molto galante.»
«Aaaaaawwwww! Buona fortuna, allora! E buona fortuna anche per Felipinho e i suoi baby-sitter.»
«Non c’è nulla di cui preoccuparsi» precisò Felipe. «I due baby-sitter sono due persone estremamente competenti. Non potrei lasciare Felipinho in mani migliori.»

***

«Bravo, Felipinho! Continua così! Fai tante linguacce a Nico.»
Istigato da Lewis, Felipinho si entusiasmò e continuò la sua opera.
«Adesso» suggerì Lewis, «Digli che è un tirchio. Con la scusa di venire a farti da baby-sitter, non abbiamo fatto nessuna cena romantica a sue spese.»
«Però» puntualizzò Felipinho, «Abbiamo giocato con le macchinine. È stato troppo aaaaawwwww. E tu sei sempre arrivato ultimo!»
«Era una gara falsata!» lo accusò Lewis. «Vi siete messi d’accordo in gran segreto per vincere a mie spese, un po’ come faceva Nico insieme a Toto quando eravamo compagni di squadra.»
«Quindi, fammi capire» intervenne Nico, «Felipinho sarebbe in realtà Toto Wolff in incognito?»
«Orrorehhhhhh!» esclamò Lewis, correndo a mettere le mani sulle orecchie a Felipinho, perché non sentisse. Felipinho sentì comunque tutto, dato che Lewis era il baby-sitter più maldestro nella classifica dei baby-sitter maldestri. «Un bambino così innocente non può essere Toto Wolff. Voglio dire, ammettendo anche che Wolff sia un mutaforma, non si permetterebbe mai di fingersi Felipinho.»
«Bambino innocente...» ripeté Nico. «Non so se ce l’hai presente, ma oggi l’alterego diciottenne di questo bambino innocente ha rotto una bottiglia in faccia a Daniel.»
Felipinho allontanò le mani di Lewis dalle sue orecchie.
«Se lo meritava.»
Nico gli lanciò un’occhiataccia.
«Che cosa ti ho detto, prima? Che i bambini educati non tirano bottigliate, mi sembra.»
«Per una volta concordo con Nico» intervenne Lewis. «Quello che avete fatto oggi tu e Daniel non è stato per niente bello.»
«Ma mi ha buttato fuori, qualche gran premio fa! E oggi mi ha accusato di avere fatto apposta a buttare fuori lui. E poi anche lui mi ha tirato addosso delle bottiglie.»
Nico scosse la testa.
«Voi piloti delle nuove generazioni siete ingestibili. Ai miei tempi le controversie si risolvevano tirandosi addosso i cappellini.»
«Tirarsi addosso i cappellini è da incivili» replicò Felipinho, felice di avere un elemento a proprio favore. «Gli incivili siete voi due, quelle cose non si fanno. Invece di lanciarvi i cappellini, avreste dovuto prendervi a bottigliate.»
Lewis fece un profondo sospiro.
«Mi rendo conto che tra te e Daniel siano capitati ormai tanti incidenti, quest’anno, ma non pensi che sia ora di smetterla?»
«No.»
«Tu e Dan eravate amici, una volta.»
«Dan è un co***one e dovrebbe andare a ca*are.»
«Cos’hai detto?!» lo rimproverò Nico. «Chi ti ha insegnato a parlare a quel modo?»
«Mio padre.»
«Bell’insegnamento...»
«E Dan dovrebbe anche imparare a imparare!»
Nico parve non essere impressionato da quelle parole.
«Riferirò a tuo padre quello che hai detto. È giusto che lo sappia.»
«Noooooohhhhh, ti prego!» Felipinho scoppiò a piangere. «Non mi farà più vedere i cartoni animati per settimane.»
«Dovevi pensarci prima.»
Nico era davvero insensibile, pensò Felipinho. Non l’aveva mai visto così arrabbiato nemmeno quando Lewis gli dava del perdente, era insensato che si scandalizzasse per così poco.
Per fortuna Lewis, che era tanto adorabile e tanto kawaii, sapeva come calmarlo.
«Non fa niente, se Felipinho ha detto delle parole così volgari, a condizione che ci prometta che non lo farà più.»
«Sììììì!» Felipinho corse ad abbracciarlo. «Non dirò più che Dan è un co***one e che deve andare a ca*are, ma solo che deve imparare a imparare.»
Nico si addolcì.
«Ottima cosa. Sei un bravo bambino.»
«Aaaaawwww, lo so.»
«I bravi bambini, però, giocano con le macchinine insieme ai loro baby-sitter, invece di prendersela con persone che non sono qui presenti.»
«Vuoi giocare ancora?»
«Certo che sì.»
«Anch’io! Tunz tunz tunz!» Felipinho si sentiva veramente soddisfatto. «Dai che battiamo Lewis anche stavolta.»
Lewis lo guardò storto.
«Questo è da vedere.»

***

«Eh dai, Dan, me lo fai un sorriso?»
«No.»
«Ti pregohhhhh.»
«Ho detto di no.»
«Per favoreeeehhhhhh! Lo so che mi ami tanto e che saresti disposto a tutto per me. È da tanto tempo che non ti vedo sorridere e, ne sono certo, se ti vedessi sorridere potrei guarire dalla mia misteriosa malattia su cui tutti mantengono il riserbo più totale.»
Daniel scoccò un’occhiataccia a Dany.
«Smettila di prendermi in giro per le mie disgrazie! Con tutta probabilità sarò costretto a una gara di stop e tu dovrai per forza guarire per prendere il mio posto. È proprio un’ingiustizia, tutta colpa di quel maledetto Felipinho Massa.»
Dany lo corresse.
«Felix Massa.»
«No, no, quello è proprio Felipinho.»
Dany scosse la testa, mettendosi le mani tra i capelli.
«Forse ti ho fatto bere troppa vodka, Dan. Felipinho è un dolcissimo bambino di sette anni.»
«Felipinho sarà anche un dolcissimo bambino di sette anni» insisté Daniel, «Ma si trasforma anche in un diciottenne intralciante dall’istinto omicida. So che faticherai a credermi, ma ho assistito io stesso alla sua prima trasformazione.»
Dany cercò di trattenere le risate.
Quella che Daniel gli stava raccontando era una storia senza il benché minimo senso.
Eppure suonava bene.
Dany fu attraversato da un brivido, mentre Daniel gli domandava: «Non ti sei mai chiesto come mai sembri essere apparso dal nulla? Non ti sei chiesto nemmeno perché non abbiamo mai visto insieme lui e Felipinho?»
Sì, suonava dannatamente bene.
«È una storia molto eclatante» osservò Dany. «Devo complimentarmi con te, se sei riuscito a tenerti dentro tutto questo per così tanto tempo.»
Daniel fece finalmente un sorriso.
«Sì, ma adesso tutto cambia.»
«Cosa vuoi dire?»
«Voglio dire che posso tollerare di essere preso a bottigliate da Felipinho, ma non potrei mai tollerare il ban dal prossimo gran premio. Se dovesse accadere, poco importa che la stessa sorte toccherà anche al mio caro “Felix”, non me ne starò lì in silenzio senza fare nulla. Divulgare al mondo quello che so non servirà per impedire a Verstappen di continuare a guadagnare punti in classifica, ma almeno potrò prendermi una rivincita sul responsabile di tutti i miei guai!»
«A proposito, Dan, dimmi una cosa. Secondo te la squalifica è probabile?»
«Non vedi proprio l’ora di prendere il mio posto, eh?»
«Tu al mio posto cosa faresti? Sono stato spodestato del mio volante in Redbull, poi del mio volante in Toro Rosso... E adesso, che avrei la possibilità di prendere il tuo posto, mi è giunta voce che la squadra ha deciso di fare ricorso, così come la Mercedes contro la squalifica di Felipinho. Serviranno numerose udienze in tribunale, servirà molto tempo per...»
Dan lo interruppe: «Possiamo parlare d’altro? Ci eravamo concessi questa cena a lume di candela per distrarci un po’, tu invece non fai altro che pensare al campionato...»
Dany avvampò.
«Scusami, hai ragione. Non ti ho nemmeno ringraziato per il bellissimo mazzo di fiori che mi hai regalato. Era così... AAAAAWWWWW!»
«Speriamo che sia aaaawwww anche il proseguo di questo campionato, almeno» si augurò Daniel. «Chissà se realizzerò mai il mio sogno di vincere il titolo nonostante tutti dicano che sono uno scarso in confronto al mio compagno di squadra. Se dovessi riuscirci, penso che poi mi ritirerei dalle competizioni e mi dedicherei alla contemplazione dei cantieri di lavori in corso...»
«No, ti prego, non farlo!» lo invocò Dany. «Il prossimo anno devi andare in Ferrari, non puoi lasciare le cose a metà! E soprattutto non puoi lasciare a metà nemmeno questo buonissimo pesce alla singaporese. Credo che sarà un po’ pesante da digerire, ma è delizioso.»

***

MAS19:
Come stai?
RIC03:
Perché me lo chiedi?
MAS19:
Felix ti ha preso a bottigliate. Volevo accertarmi che ti fossi ripreso.
RIC03:
Sì, mi sono ripreso. Adesso, però, ho un certo mal di stomaco. Non avrei dovuto fidarmi di Dany. Mi ha fatto mangiare cibo indigesto.
MAS19:
Aaaaawwww, tu e Dany siete stati a cena insieme?!
RIC03:
Sì, certo.
MAS19:
Lui come sta?
RIC03:
Bene.
MAS19:
Non è ammalato, quindi?
RIC03:
È una lunga storia. Diciamo che non è ammalato, ma che è stato costretto a fingere di esserlo. Per fortuna tutto si sistemerà e, l’anno prossimo, quando io avrò finalmente trovato la mia nuova sistemazione, lui prenderà il mio posto in Redbull.
MAS19:
Davvero lasci la Redbull a fine anno?
RIC03:
Ormai lo sanno tutti, anche se non è ufficiale. In che mondo vivi? Come fai a non sapere che andrò in Ferrari?

Felipe spalancò gli occhi.
Quelle parole avevano un significato a cui non poteva fare a meno di pensare: alla Rossa si sarebbero liberati due volanti, ma uno sarebbe stato occupato da Daniel.
Era una prospettiva terribile.
“Io e Jenson non saremo mai compagni di squadra. Non solo: sarà anche dura accaparrarsi il sedile, contro di lui.”
Ciò nonostante Felipe era deciso a non arrendersi. Puntava alla Ferrari, ma era disposto a valutare anche altre eventualità, qualora non fosse riuscito a ottenere il suo scopo.

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Milly Sunshine