lunedì 3 dicembre 2018

On The Trash: fanfic trash scritta just for fun // Capitolo 2

La stagione 2016 di Formula 1 in chiave trash con il passaggio di Max Verstappen dalla Toro Rosso alla Redbull... il tutto in un alternate universe trash in cui Max è una ragazza.
Questa è una trollata fan fiction motoristica ad alto contenuto trash. Non intende dare una visione realistica del mondo del motorsport né dei personaggi a cui è ispirata. In realtà più che a tali personaggi è ispirata a quello che potrebbero essere quei personaggi se fossero degli squilibrati, ma nevermind. Contiene soprannomi improbabili, POV alternati, scene ai limiti del trash, ma soprattutto un genderswap. Anzi, per essere più precisi, ha avuto origine da questo genderswap... 

***

Capitolo 2: Vittorie e delusioni.

[LEWIS’S POV]
Dopo essere uscito dalla doccia indossai un paio di mutande rosa shocking e mi ammirai ripetute volte allo specchio, realizzando per l’ennesima volta che ero un fashion model di primo livello e che dovevo sentirmi molto fortunato, visti tutti i risultati che avevo ottenuto grazie al mio aspetto fisico. Alcuni anni prima, infatti, la Mercedes era stata intenzionata a ingaggiare i fratelli Malderez come piloti, ma aveva optato per me e Nico su imposizione della Hugo Boss, che riteneva che Checo e Pastor non fossero abbastanza attraenti per diventarne testimonial. Mentre Checo aveva ancora la fortuna di gareggiare per un team di straccioni, il povero Pastor guardava i gran premi alla televisione.
Con quel pensiero triste in testa mi preparai a uscire dal bagno. Erano le 21.45 ed era ormai ora di andare a letto, visto che il giorno seguente sarebbe stato molto impegnativo. Dopo le prove libere disputate in giornata mi aspettava un’altra ora di prove libere, una sessione di qualifiche e una videochat insieme a Neymar per scambiarci qualche consiglio in fatto di stile.
La stanza da letto di cui disponevo nel motorhome della Mercedes era molto piccola, c’erano solo un letto a castello nel quale dormivamo io e il mio compagno di squadra, una cuccia per Roscoe e Coco e un tavolino sul quale consumavamo i nostri pasti a base di croccantini. Di solito il tavolo lo usavamo io e Nico, ma a volte, quando erano particolarmente su di giri, i Roscoco pretendevano di sedersi a tavola e, in quelle occasioni, io e il mio collega mangiavamo a terra, da una ciotola sul pavimento.
Questa piccola digressione si è resa necessaria per spiegare come quel venerdì sera fossi determinato a dirigermi verso il letto che stava al piano di sotto, senza ulteriori distrazioni. Potrei fare un’altra digressione a proposito di come io e Nico ci fossimo contesi per anni il piano di sotto nel letto a castello e di come, dopo anni di battaglie, si fosse deciso a sloggiare al piano di sopra per non ritrovarsi i miei cani addosso tutte le notti, ma non sarebbe pertinente con la trama. Non appena uscii dal bagno, con le mie bellissime mutande rosa shocking come unico indumento, notai che la stanza da letto era stipata di gente e che tutti urlavano, cantavano a squarciagola o saltavano. Sembravano il pubblico del gran premio del Brasile, ma in realtà erano soltanto i miei colleghi al gran completo. Il tavolino era pieno di croccantini e bottiglie di superalcolici, mentre Roscoe e Coco erano stati relegati all’interno della cuccia.
Mi misi alla ricerca di Nico, per chiedergli spiegazioni su tutto quel caos, e lo trovai in un angolo, con indosso uno dei suoi pigiami in stile nonno.
Sembrava piuttosto frastornato e, per prima cosa, mi domandò: «Perché hai invitato tutte queste persone? E soprattutto, perché stanno mangiando croccantini? Infine, se non sono indiscreto, per quale motivo contorto hai deciso di accogliere i tuoi ospiti in mutande? Tra parentesi, hai dei gusti veramente penosi in fatto di biancheria intima.»
Spalancai gli occhi, sia per lo stupore sia perché avevo visto Maxine in tenuta da cheerleader ed era una gnoccona senza paragoni. Le avevo messo gli occhi addosso fin dalla prima volta in cui l’avevo vista, ma non mi ero fatto avanti, all’epoca dei fatti, perché era ancora minorenne. In compenso, però, mi ero messo avanti coi lavori lasciando la Scherzy.
Dopo essermi asciugato la bava, chiesi a Nico: «Perché dovrei averli invitati io? E soprattutto, perché sei in pigiama? Sei tu che non accogli i tuoi ospiti con le dovute maniere.»
«I miei ospiti?! Non li ho invitati io! Penso che si siano autoinvitati. Io dovevo andare a dormire perché domani sarà una giornata lunga e stressante e devo prepararmi psicologicamente, perché chiederò il divorzio a mia moglie.»
«Perché vuoi divorziare da tua moglie? Sembrate una coppia affiatata. Siete entrambi noiosi uguali, non fate mai niente di esagerato o di particolarmente tamarro. Non...»
«Voglio divorziare perché sono innamorato pazzo di Maxine» mi interruppe Nico. «A proposito, con la sua uniforme da cheerleader è una gran bella fi*a.»
«È un piacere sentirtelo ammettere, ma te lo puoi scordare. Sarò io a spiegare a Maxine che quando si fa sesso non si gioca con il camion dei pompieri.»
«Perché, non lo sa?»
«Certo che no. È una bambina che va ancora a letto con il ciuccio in bocca.»
«Dipende che tipo di ciuccio...»
«Come sei malizioso! Non ti rendi conto che siamo circondati da bambini? A proposito, i bambini sono quelli che stanno tracannando più vodka di tutti. È una cosa normale?»
Nico rispose con un “bwoah” a denti stretti. Dopo avergli fatto i complimenti per la sua padronanza della lingua finlandese mi infilai un paio di pantaloni da tuta fucsia con le paillette e un paio di ciabatte infradito turchesi e mi gettai nella mischia, strappando dalle mani di Valtteri un bel bicchierone di vodka.
Valtteri mi sbatté contro al muro e scoppiò una rissa. Roscoe uscì dalla cuccia per scommettere su di me, dato che Daniel Smile era sicuro che avrei perso. Daniel vinse la scommessa e Roscoe fu costretto a cedergli un’altra scatola di croccantini.
Io, naturalmente, non ne ero consapevole, dato che in quel momento giacevo a terra privo di sensi. Mi raccontò tutto Nico molto più tardi, quando più o meno alle cinque di mattina tutti si decisero a sloggiare lasciandoci finalmente dormire.

[MAXINE’S POV]
Lewis era un figone. Aveva sempre un abbigliamento impeccabile e, là sul pavimento, con il sangue che gli colava giù dal naso, era veramente un figo da paura. Il sangue che gli era sgocciolato fino sul petto tatuato, poi, lo rendeva ancora più sexy. Avevo una gran voglia di far girare il camion dei pompieri sulla sua pelle tatuata, ma un plot-twist improvviso me lo impedì.
Danielle Kiwi-at, dopo essersi scolata numerosi cocktail di vodka e succo di kiwi, afferrò Carlito per un braccio e lo sbatté sul letto che stava al “piano terra”. Con gli occhi fuori dalle orbite ebbi per la prima volta l’occasione di assistere a una lezione di educazione sessuale con dimostrazione pratica e ne rimasi strabiliata.
Anche Carlito era rimasto piuttosto sconvolto e quello che mi disse dopo mi lasciò senza parole.
«È stato molto più bello che giocare con il camion dei pompieri.»
«Ma che ca**o stai dicendo?»
«Non dire quelle parole, Maxine. Le bambine della tua età sono troppo piccole per dire le parolacce.»
«E i bambini come te non dovrebbero fare sesso, ma giocare con il camion dei pompieri. Inoltre è tardi, che cosa ci facciamo ancora svegli?»
«Non lo so. In effetti farei meglio ad andare a dormire.»
Carlito se ne andò, diretto verso il motorhome della Toro Rosso. Danielle lo seguì e l’indomani mattina venne a riferirmi che non avevano chiuso gli occhi neanche per un minuto, quella notte. Ne rimasi ulteriormente traumatizzata e decisi che, se non fossi riuscita a fare nulla di eccezionale, nel corso di quel weekend, mi sarei ritirata dalle competizioni per andare a chiudermi in un monastero tibetano.
A quel punto soltanto una vittoria nel gran premio oppure la perdita della verginità avrebbero potuto salvarmi. Dato che era difficile scalzare i piloti Mercedes dai gradini più alti del podio ero ormai convinta di dovere ricorrere alla seconda opzione, ma le stelle erano allineate a mio favore.
Nel corso delle settimane che seguirono varie storie vennero raccontate per spiegare che cosa fosse accaduto e che cosa avesse condotto Rapperton e Rosbritney a cozzare l’uno contro l’altro più o meno cinque secondi dopo il via, nonostante entrambi affermassero che si sarebbero portati il segreto nella tomba, ma nessuno ebbe mai modo di scoprire la verità; nemmeno io, quando qualche mese più tardi il mio team mi spinse a sedurre entrambi per carpire loro qualche informazione.
Al mio tentativo di seduzione, però, ci arriveremo in un altro momento. Ritorniamo a quella sera: era già tardissimo e, per via della mia giovane età, avevo bevuto soltanto vodka senza succo di kiwi, pertanto ero ancora abbastanza sobria per rendermi conto che era ora di andare a letto.
Come una brava bambina tornai nel mio motorhome e, dopo essermi fatta una doccia e avere indossato il mio pigiama dei Pokemon, mi infilai il ciuccio in bocca e andai a letto, dove dormii finché la sveglia non si mise a suonare alle sette in punto.

[LEWIS’S POV]
Il resto del weekend fu molto meno traumatico del momento in cui realizzai che era stata organizzata una festa a mia insaputa nella mia stanza.
Superai senza problemi il digiuno del sabato, vista l’assenza totale di croccantini, superai le prove libere e superai le qualifiche ottenendo anche una pole che ero pronto a mandare alle ortiche il giorno seguente vista la mia abitudine di lasciarmi prendere dalla nostalgia per l’assenza del mio smartphone nel momento in cui si accendevano le luci rosse. Una successiva videochat con Neymar mi concesse di rimanere aggiornato sugli ultimi canoni della moda e, incredibile ma vero, alla sera nessuno organizzò feste nella mia stanza, quindi dopo una cena leggera a base di croccantini scaduti che avevo ordinato su e-bay quella mattina e un breve ma intenso torneo di briscola disputato insieme a Nico contro Roscoe e Coco andai a letto alle dieci di sera, come una Maxine Kumpenstappen qualsiasi, seppure fossi molto abbattuto per il risultato del torneo: Roscoe e Coco avevano vinto ogni singola partita.
Quando arrivò la domenica scommisi con Nico che, chi avesse vinto la gara, avrebbe fatto sesso con la sexy e graziosa Maxine.
Nico ne fu entusiasta.
«TUNZ TUNZ TUNZ!!111!!!11!!!!11! ONE-ONE-ONE!!!11!!!!1!!»
Iniziò a vomitare arcobaleni e mi scansai in gran fretta. Non che avessi qualcosa contro gli arcobaleni, ma il fatto che mi venissero vomitati addosso non era simpatico.
La gara andò veramente di me**a: ebbi una crisi di nostalgia da smartphone nel momento sbagliato e il mio compagno di squadra mi superò. Me lo immaginai completamente nudo disteso sopra a Maxine, mentre mi faceva una pernacchia.
A quel punto iniziai a girare come una trottola e ho ricordi molto confusi di tutto quello che seguì. Se non vado errato dopo l’incidente io e Nico venimmo convocati d’urgenza da Toto Goal... poi un immenso buco nero.
Uscii da quel buco nero con il naso rotto e con una ciocca di Nico nel taschino della tuta. Glieli avevo strappati io o glieli aveva strappati Toto? Era stato Nico a rompermi il naso o era stato Toto? Quando quella sera, mentre mangiavamo croccantini scaduti, chiesi spiegazioni a al mio compagno di squadra scoprii che anche lui aveva la stessa sensazione di buco nero.
Il buco nero che entrambi desideravamo esplorare, però, era destinato a rimanere inesplorato: in nostra assenza a vincere la gara fu proprio Maxine, quindi nessuno poté soddisfare la sua voglia di sesso, quella sera.
Andai a letto alle nove e, dopo avere fatto diversi sogni triggeranti a proposito di incidenti che coinvolgevano me e Nico, mi rassegnai all’idea che non avrei potuto dormire sereno. Anche Nico era nelle stesse condizioni, quindi decidemmo che avremmo approfittato del fatto che non ci fosse nessun gran premio nel weekend seguente per rivolgerci a un terapista di coppia.
Il terapista di coppia fu molto scortese nei nostri confronti. Quando lo informammo che avevamo perso la nostra sintonia perché entrambi eravamo innamorati di Maxine Kumpenstappen e non pensavamo altro che al momento in cui l’avrebbe data a uno di noi, ci mandò a ca*are, rivelandoci di essere un tifoso di Danielle Kiwi-at.
Fu uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita, anche se secondo mia madre i momenti più imbarazzanti della mia vita sono quelli che ci tengo a immortalare con dei selfie.

[MAXINE’S POV]
Dopo la mia vittoria al gran premio di Spagna venni accolta come una precious cinnamon roll too good to be true da tutta la famiglia.
Mia madre organizzò una cena di gala a casa sua, la domenica successiva, e invitò anche mio padre e la sua nuova moglie. La cena, iniziata con grandi festeggiamenti, terminò con una gara di lancio di piatti. Mio padre decise di gareggiare da solo contro mia madre e sua moglie. Furono loro due a trionfare e mio padre ne uscì sconfitto e con la coda tra le gambe. A suo dire la colpa di quella clamorosa debacle stava tutto nel traction control illegale presente sui piatti maneggiati dalle sue avversarie.
Per fortuna tutto finì alle 21.55, così ebbi il tempo di prepararmi al volo per andare a dormire al mio orario canonico.
Sognai di fare sesso con Daniel Smile.
Poi, una volta che avevo finito di fare sesso con Daniel Smile, era la volta di Sebastian Fuckettel.
Dopo avere criticato le prestazioni di Fuckettel, definendole inferiori a quelle di Smile, abbandonai il mio letto e, completamente nuda, andai a rintanarmi dentro al motorhome della Ferrari, dove Kimi Iceman mi accolse con un “bwoah”.
Feci sesso anche con lui e fu talmente bello che avevo i brividi.
Quando narrai i fatti a Fuckettel, disse che tutte le donne di Kimi sostenevano di avere provato un freddo polare mentre si intrattenevano con lui.
A quel punto mi svegliai. Pensando a Kimi mi era venuto un gran freddo quindi, dopo essere andata a indossare una vestaglia, con il ciuccio in bocca mi misi a smanettare sul cellulare alla ricerca di qualcosa di interessante su Tumblr. Non c’era nulla di importante, a parte l’utente gangstarapper che si lamentava del pessimo gusto in fatti di piloti dei terapisti di coppia.
Chi aveva pessimo gusto in fatto di layout di Tumblr era invece proprio l’utente gangstarapper: era tutto grigio argento, senza decorazioni particolari. Come puntatore del mouse c’era uno stemma della Mercedes. Per curiosità andai a guardare le prime pagine del suo blog: pubblicava solo foto di Neymar e di Justin Bieber, evidentemente era ossessionato da loro.
Anzi, no, c’erano anche numerosi suoi selfie, che guardai con la bava alla bocca. Era un figo da paura. Oltre ai suoi selfie, erano bellissimi anche i suoi rant, in cui si sfogava urlando al mondo che adorava le baby cheerleader e le principesse nordiche. Non ero una principessa nordica, ma una baby cheerleader, quindi non avevo dubbi che sarei riuscita a sedurlo.

[NICO’S POV]
Aspetta e spera, Lewis è solo mio. Tunz tunz tunz.

[MAXINE’S POV]
Abbassa la cresta, principe, non lo avrai mai.

[NICO’S POV]
Tornatene a letto, le dieci di sera sono passate da un pezzo.

[MAXINE’S POV]
Se Lewis viene con me, torno a letto più che volentieri.

[LEWIS’S POV]
Mi spiegate che cosa sta succedendo? Nella scorsa pagina io e Nico stavamo litigando per Maxine, mentre adesso Maxine e Nico stanno litigando per me. Chi mi spiega che cos’è successo nel frattempo? Ho serie difficoltà a connettere.

[ROSCOE’S POV]
La vuoi smettere di preoccuparti per queste sottigliezze e concentrarti sulle cose serie? Quando ti deciderai a comprare dei croccantini decenti? Quelli che mi stai rifilando da una settimana sono scaduti il 19 maggio 1996. Pretendo come minimo che, se devo mangiare questa roba, venga suonato ogni volta l’inno francese, in onore di colui che il 19 maggio 1996 vinse il Gran Premio di Montecarlo.

[MAXINE’S POV]
Mi ricordai del fatto che c’era un gran premio da disputare il successivo weekend e soprattutto del fatto che Murray Walker avesse trascorso tutti gli anni ’90 a pronunciare il nome di tale individuo come “Oliver Penis” invece che “Olivier Panis”.
Pronta com’ero a trionfare sulle anguste stradine del principato [CIT. Mazzoni] in uno scenario suggestivo [CIT. Mazzoni] su un circuito tortuoso [CIT. Mazzoni] dove c’erano la curva più veloce e la curva più lenta del mondiale [CIT. Mazzoni], mi ritrovai piuttosto delusa dopo un parcheggio tutt’altro che riuscito contro le barriere.
Scossi la testa e mi misi avanti coi lavori borbottando un “bienvenue au Quebec” in attesa di quanto sarebbe successo di lì a due settimane.
Ormai fuori dai giochi sperai che potesse vincere qualche pilota molto attraente e le cose andarono benissimo: vinse Rapperton davanti a Smile. A sorpresa giunse terzo Checo Malderez che, guardato in controluce e di profilo, aveva il suo fascino.
Avrei voluto saltare addosso a tutti e tre, ma non riuscivo a decidermi su chi fosse il migliore. Inoltre dopo il podio erano impegnati in conferenza stampa, quindi non mi fu possibile dedicarmi a una così edificante attività.
Decisi di andare allora a consolarmi con Nico, che senza ombra di dubbio doveva essere rimasto molto deluso nel vedersi superare sulla linea del traguardo dal principe dei poveri, che da anni cercava di spodestarlo.
Il principe dei poveri gli aveva fatto una pernacchia nel frattempo e Nico non ne era stato molto soddisfatto: lo trovai mentre picchiava il principe dei poveri, che però riuscì a strappargli una ciocca di capelli. Nico prese a lamentarsi perché, se continuavano di quel passo, si sarebbe ritrovato calvo nel giro di pochi gran premi.
Compresi immediatamente che né lui né il principe dei poveri stavano pensando alla fi*a in quel momento, quindi andai nella mia stanza a giocare con il camion dei pompieri.

[CARLITO’S POV]
Le ultime settimane trascorse insieme a Danielle si erano rivelate molto interessanti. Conosceva tanti giochi molto più belli di quelli che facevo quando stavo insieme a Maxine che, da parte sua, sembrava troppo intenzionata a sbavare dietro a chiunque per prendermi in considerazione. Quando lo faceva, era per farmi qualche linguaccia quando ci incontravamo in giro per il paddock. Avrei potuto capire la sua ostilità nei miei confronti se avessi giocato sotto al suo naso con il camion dei pompieri insieme a Danielle, ma dal momento che ci eravamo dedicati solo ad attività molto più innocenti.
Quando ci pensavo scuotevo la testa e mi dicevo che le donne erano strane e che non le avrei mai capite, allo stesso modo in cui mio padre non capiva che cosa ci trovassi di così entusiasmante a guidare sull’asfalto invece che sull’erba.
Dato che mio padre esprimeva tutta la sua indignazione rimproverandomi dalla mattina alla sera perché non facevo abbastanza uscite di pista durante le gare, ero convinto che quando non si comprendeva il senso di qualcosa fosse opportuno stressare le altre persone, quindi, dopo avere composto il numero di Maxine, rimasi in attesa che mi rispondesse per pretendere qualche spiegazione sul suo inspiegabile comportamento.
Maxine riattaccò facendomi una pernacchia. Evidentemente ero io che non avevo capito un ca**o dalla vita.

[MAXINE’S POV]
Feci una fragorosa risata e mi sentii al top. Come si permetteva Carlito di disturbarmi così come se niente fosse?
Daniel, che mi veniva incontro tenendo in mano un enorme mazzo di rose rosse ci rimase molto male e, credendo che stessi ridendo di lui, anziché offrirmelo lo diede in mano a una grid girl.

[DANIEL’S POV]
Mi sentivo davvero disperato: la grid girl mi aveva appena ringraziato per le rose, ma mi aveva confidato di essere innamorata di Danielle Kiwi-at. Io, informandola che a Danielle non interessavano le donne, avevo contribuito a deprimerla ancora di più.
Mi sentivo una persona orribile e il fatto che avessi addirittura cercato di appropriarmi culturalmente di una vittoria che fortunatamente era andata a Lewis mi faceva sentire ancora più male.
Il mondo era un posto terribile. Soltanto se fossi riuscito a fare sesso con Maxine mi sarei ripreso a tutti gli effetti.

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Milly Sunshine