lunedì 24 dicembre 2018

Delitto in Sovrapposizione /// Capitolo 2

TRAMA: in un alternate universe stile romanzo poliziesco degli anni '40 Lord Bernie Ecclestone è un ricchissimo aristocratico che ha vari team manager e piloti come parenti da mantenere. Nessuno lo sopporta e tutti non vedono l'ora di liberarsi di lui per ereditare. Lord Bernie decide di premunirsi, ingaggiando i detective Valtteri e Felipe affinché possano scoprire chi sta tramando contro di lui. Quando un delitto viene commesso e le indagini da parte dell'ispettore Coolthard di Scotland Yard sembrano non condurre da nessuna parte, spetta a Valtteri intervenire in prima persona per risolvere un mistero fatto di parenti che compaiono dal nulla a caso, proposte di matrimonio fatte a caso, testamenti scritti a caso... e anche un po' di trash!

***

«Valtteri, inizi anche tu a pensare che le giornate degli aristocratici che hanno un villone nelle campagne inglesi siano estremamente snervanti?»
Per quanto Felipe Massagufi fosse un uomo dalla modesta intelligenza, quell'affermazione fu piuttosto arguta e riempì Valtteri di soddisfazione.
«Puoi dirlo forte! Prima c'è l'ora del sigaro, poi c'è l'ora della proposta di matrimonio alla segretaria, poi c'è l'ora del poker, poi c'è l'ora della pipa, poi c'è l'ora degli scacchi, poi c'è l'ora del tè, poi c'è l'ora dei pettegolezzi, poi c'è di nuovo l'ora del sigaro, l'ora del poker, l'ora della pipa... e così via dicendo per tutto il giorno, dalle cinque di mattina fino alle nove di sera. Quasi quasi, una volta che qualcuno sarà stato inequivocabilmente avvelenato e che, come al solito, avrò risolto il caso in cinque minuti contati mentre tutti pensano ancora che il colpevole sia il maggiordomo, mi auto-inviterò per un soggiorno quadrimestrale presso la tua modesta dimora in Brasile. Almeno là c'è il carnevale, si balla la samba e ogni tanto si fumano sostanze che, diversamente dai sigari dell'Azerbaijan, provocano sensazioni molto più belle che un attacco d'asma.»
«Vado che io e te ci capiamo al volo, Valtteri.»
«Attento che il piccolo Werly non ti voli addosso.»
«Il... piccolo Werly?»
«Niente, lascia stare, è il figlio di un cugino di quarto grado di Lord Toto. Pare che, per preservare la sua infanzia dagli avvelenamenti, sia stato spedito in autogestione in un prestigioso collegio a spese di Lord Bernie.»
«Capisco.»
«A proposito di cugini, nipoti, pronipoti e quant'altro, hai idea di dove sia finito Lord Christian?»
Effettivamente nessuno dei due vedeva né lui né il suo esercito di figliastri già da un po', il che non era nemmeno così grave, dal momento che il piccolo Max, per via della sua giovane età, era stato dispensato dal prendere parte a gran parte dei loro raduni.
Trovarono comunque la famiglia Horner-Halliwell al gran completo in soggiorno per l'ora dell'aperitivo, dove Max bevve succo di pompelmo invece che vodka come tutti gli altri.
Quella fu la prima ora veramente piacevole della giornata, tanto che Valtteri si ritrovò a sperare che non venisse commesso alcun delitto proprio in quei momenti.
Accadde comunque qualcosa di oltraggioso: Lord Kimi tentò di strappargli un bicchiere di mano e a Valtteri la cosa non piacque.
Riprendendosi gelosamente il proprio bicchiere andò a cercare accoglienza dagli Horner-Halliwell, anche per approfondire la conoscenza.
«Secondo me» stava osservando Lord Daniel, «I bicchieri sono del tutto inutili. Si potrebbe tranquillamente bere utilizzando una scarpa come bicchiere.»
«What the f*ck?!» esclamò Lord Daniil, il suo fratello minore. «Ti prego, Dan, non costringermi a fuggire nell'Unione Sovietica.»
«Cos'è quel linguaggio volgare?» si lamentò Lord Christian. «Smettila di comportarti come quello scaricatore di porto di Lord Sebastian.»
Lord Daniil avvampò.
«Per cortesia, lo sai benissimo che non sono rozzo come Lord Sebastian.»
«Da quel poco che ho conosciuto Lord Sebastian» intervenne Valtteri, «Non posso fare altro che confermare la sua versione dei fatti, Lord Daniil. Lord Sebastian è uno scaricatore di porto trapiantato tra gli aristocratici inglesi.»
Lord Daniil iniziò un'invettiva contro il classismo che demonizzava gli scaricatori di porto, quando in realtà c'erano molti Lord più rozzi degli scaricatori di porto stessi, ma Valtteri non si prese la briga di ascoltare, specie quando il figliastro di Lord Christian si mise a divagare parlando della Rivoluzione Russa.
Alla fine Valtteri si allontanò proprio in compagnia di Lord Christian, che lo invitò ad andare a fumare un sigaro dall’altra parte della stanza. Nonostante l’idea di scolarsi un’altra vodka fosse di gran lunga più gradevole, Valtteri fece lo sforzo di accontentare il lontano cugino di Lord Bernie.

***

Quell'aperitivo si stava rivelando noiosissimo, realizzò Lord Sebastian. Aveva bevuto una vodka, fumato quattro sigarette e due sigari e discusso con Lord Lewis a proposito di una partita a scala quaranta che sarebbe stato bello organizzare, ma per il resto era stato il vuoto più totale.
Si mise in un angolo, a scambiare quattro parole con Lord Daniel.
«Non avevi detto che volevi trasferirti in Unione Sovietica insieme a tuo fratello?»
«Mai detto niente di tutto ciò.»
«Ma Lord Daniil pianifica di trasferirsi là, in ogni caso...»
«Non credo.»
«Che ingiustizia. Un'altra delle mie convinzioni è crollata.»
Lord Daniel lo guardò storto.
«Un'altra?»
«Sì» ammise Lord Sebastian, sconsolato. «Credevo con tutte le mie forze che Lord Toto e Miss Susie non si conoscessero.»
«Infatti non si conoscono.»
«Ti sbagli di grosso. Li ho visti mentre attentavano alla vita di Lord Bernie.»
«Orrorehhhhh. Cosa facevano?»
«Si davano la lingua in bocca.»
«Ciò è grave.»
«Sono d'accordo. È la prova dell'esistenza di un complotto.»
«Sono d'accordo. Secondo me vogliono attuare un colpo di stato, un po' come quando il barone Von Hulkenberg si autoproclamò sindaco di Le Mans.»
«Non farmi pensare a Von Hulkenberg...» Lord Sebastian rabbrividì quando quel ricordo orripilante riaffiorò nella sua mente. «Penso comunque che Lord Toto e Miss Susie non abbiano in mente niente di così grave. Secondo me vogliono solo eliminare Lord Bernie.»
Lord Daniel fece un sospiro di sollievo.
«Meno male!»
«Già...»
«Non sarebbe una cosa grave, giusto?»
«Certo che no! Sono certo che qui tutti concorderebbero con loro, se fossero al corrente delle loro intenzioni.»

***

«No, aspetta!»
Miss Susie cercò di divincolarsi per esigenze di copione e di setting, ma Lord Toto non volle sentire ragioni e la condusse dentro allo sgabuzzino.
«Siamo in astinenza da una vita, Susina mia. Non possiamo resistere così a lungo.»
«Sarebbe sconveniente se qualcuno ci sorprendesse.»
«Con questa storia di ciò che è sconveniente e di ciò che non lo è non me l'hai ancora data! Non ti piaccio più?»
«Sì che mi piaci, Totino. Se vivessimo in un alternate universe in cui ai lord inglesi non importa nulla della vita sessuale delle loro segretarie non avrei fatto un voto di castità prematrimoniale.»
«A proposito, dobbiamo fissare la data.»
«Dopo che Lord Bernie sarà morto...»
Lord Toto si grattò le parti intime.
«Suvvia, Susina, un po' di ottimismo!»
«Ma quale ottimismo! Le sue speranze di sopravvivenza sono pressoché nulle. Secondo me verrà avvelenato entro la fine della serata.»
«Speriamo che Scotland Yard non ci inserisca tra i sospettati del delitto, almeno. Tutti sanno che l’ispettore Coolthard è un inetto di prima categoria. Non avrebbe mai risolto nessun caso, senza l’aiuto di nullafacenti random che sono stati testimoni oculari di efferati delitti mentre stavano spiando i vicini di casa servendosi di un binocolo.»
«Già, speriamo. Sarebbe un'umiliazione per una professionista come me.»
«Anche per un nobile nullafacente come me. Nulla sarebbe più come prima.»

***

Stava scendendo la sera.
Lord Lewis aveva una gran voglia di mettersi al lavoro su una successiva opera d'arte.
"Chissà se Pastor sarà disposto a posare di nuovo come modello..."
Nel pensare a Pastor la sua espressione si addolcì. Meno male che al mondo c'erano tanti bei modelli come l'autista, e non solo ragazzi dall'aspetto orripilante come quel damerino di suo fratello Lord Nico.
Mentre usciva di soppiatto dalla stanza per dirigersi in cucina, con l’intento di chiedere informazioni al cuoco Juan Pablo su dove potesse trovare quel bel fustacchione di suo figlio, proprio quell’impiastro di Nico gli sbarrò la strada.
«Dove stai andando?»
«Non sono fatti tuoi.»
«Lord Sebastian ha chiesto se può posare per uno dei tuoi quadri. Ha iniziato a insistere sostenendo che di recente gli ha rifiutato questo onore.»
In effetti Lord Lewis non si ricordava perché avesse rifiutato. L’idea di ritrarre Lord Sebastian era bellissima e meritava di essere accolta nella giusta maniera.
«TUNZ TUNZ TUNZ!»
«Un po' di contegno!» lo rimproverò Lord Nico. «Sei o non sei un nobile inglese che progetta di avvelenare un suo parente decrepito?»
«Nostro cugino Lord Sebastian rimane comunque una delizia.»
«Quindi gli dico che accetti?»
«Digli quello che ti pare. Adesso ho un impegno.»
«È impossibile. A nessuno è concesso prendersi degli impegni, adesso. Lord Bernie ci vuole tutti al suo cospetto per un comizio sul fatto che siamo tutti degli scrocconi che vivono a sue spese.»
«Conosco la storiella a memoria e non ho intenzione di ascoltarla un’altra volta» mise in chiaro Lord Lewis, oltrepassando il fratello e preparandosi per la sua cavalcata trionfale, che però fu carica di intoppi quasi insormontabili.
Dallo sgabuzzino vicino alla cucina, per esempio, uscì Lord Toto. Si guardava intorno con aria circospetta, come se avesse paura di essere visto.
Lord Lewis si prese la propria vendetta salutandolo in grande stile.
«Lord Toto!!!111!!!11!!!»
L'altro sussultò.
«L-Lord Lewis» balbettò. «Quale buon vento ti porta da queste parti?»
«Il vento che fa uscire di strada Fernando quando prende la scossa.»
«What?!»
«Niente, lascia stare, Lord Toto. Cosa ci facevi nello sgabuzzino? Stavi facendo sesso con il cuoco, per caso?»
«Spiacente di deluderti, ma quel divoratore seriale di hamburger non è esattamente il mio tipo.»
«Peccato. In compenso uno dei suoi figli è un figone meraviglioso.»
«Quale, l'autista?»
«Sono tutti autisti.»
«Io ho conosciuto solo quello con gli occhiali e non mi pareva così eccezionale.»
«Infatti non mi riferivo al nerd. Parlavo di Pastor. Ora scusami, ma devo assolutamente andare a rintracciarlo. Desidero proporgli di posare nudo per il prossimo ritratto.»
«Non vorrei sembrare un guastafeste, ma Lord Bernie sarebbe molto più soddisfatto se tu prendessi parte a raduni in salotto in cui si parla di conoscenti che hanno preso parte a battute di caccia alla volpe, piuttosto che ritrarre avvenenti autisti in pose compromettenti.»
«Lord Bernie può andare ad attaccarsi al tram. E poi non penso che sarebbe soddisfatto di sapere che ti sei appartato nello sgabuzzino con la sua segretaria.»
Lord Toto spalancò gli occhi.
«Come lo sai?»
«Al collo ti sei messo per sbaglio il foulard di Miss Susie al posto della tua cravatta.»
«Oh, grazie mille! A proposito, aspetta che vado a recuperare la cravatta.»
Lord Toto si precipitò all'interno dello sgabuzzino e Lord Lewis ne approfittò per scappare a gambe levate.
Si scontrò contro Sebastian dopo appena un nanosecondo.
«Aaawwww Sebby!»
«Cosa ci fai qui, Lewis?»
«Cosa ci fai tu? Credevo fossi a bere vodka insieme a tuo fratello.»
«No. Vederlo trangugiare così tanto alcool è deprimente. Io non riuscirei, senza stare male. Così, dopo avere fumato tre sigari singaporesi uno dietro l'altro, sono venuto a prendere un po' d'aria.»
«In corridoio?»
«Sì, qui c'è leggermente meno puzza da fumo.»
«Ora che me lo fai notare, è vero.»
«Tu, invece, Lewis? Dove stai andando?»
«A cercare Pastor, l’autista.»
«Non me la racconti giusta. Non starai scappando? Hai ucciso Lord Bernie, vero?»
«Purtroppo no.»
«Eppure nel tuo cassetto non c'è più l'arsenico.»
«E tu che cosa ne sai?»
«Ero andato a prenderlo perché volevo avvelenarmi.»
«Mi rendo conto che sarebbe stato un comportamento estremamente consueto e ordinario, ma posso chiederti come mai hai preso questa normalissima decisione?»
«Mi sento depresso. Il termine "f*ck" è ancora considerato impronunciabile agli aperitivi organizzati dall'alta società delle campagne inglesi.»
Lord Lewis abbracciò il cugino per rincuorarlo e gli fece promettere che non si sarebbe ucciso in sua assenza, poi si recò finalmente in cucina.

***

Lord Kimi uscì a fare quattro passi in corridoio. Barcollava più di quanto avrebbe dovuto e la cosa lo sorprese. Si era scolato all’incirca un litro e mezzo di vodka, roba da niente per uno come lui. Non doveva farsi vedere in quelle condizioni dal detective: quell’intruso che per chissà quale ragione era stato invitato a un raduno di famiglia non doveva intromettersi nel suo rapporto con l’alcool.
Purtroppo la sua decisione ebbe un effetto del tutto inatteso: ritrovò l’investigatore proprio nel bel mezzo del corridoio.
Valtteri gli scoccò un’occhiata talmente gelida che, se fosse stato in suo potere uccidere con lo sguardo, Lord Kimi si sarebbe ritrovato immediatamente morto stecchito.
Tra i due calò un muro di silenzio che venne interrotto soltanto dalla voce dell’intruso.
«Lord Kimi, che piacere rivederla. Come farà adesso, che non ho un bicchiere in mano? La sua intenzione di rubare la mia vodka era inconcepibile.»
«Bwoah.»
«Credo che lei sia un grandissimo maleducato.»
«Bwoaaahhhhh.»
«È sicuro di essere dotato di parola?»
«Sì, tunz tunz tunz.»
Valtteri spalancò gli occhi.
«Si sente bene?»
«Benissimo» confermò Lord Kimi. «Non mi sono mai sentito meglio di così. Credo solo di avere bisogno di scaricarmi. Sto per vomitare.»
Si gettò addosso a Valtteri, che fece un balzo all’indietro, andando a sbattere contro Lord Lewis che correva verso di loro invocando aiuto.
Quella scena fu notevole. Lord Kimi dimenticò per qualche istante di essere ubriaco e di avere bisogno di vomitare.
«Cosa succede?» domandò, sentendosi chiamato in causa.
«È accaduta una cosa terribile!» rispose Lord Lewis, piuttosto trafelato. «Sono appena stato in cucina e c’è il cuoco che ha assunto uno strano colorito violaceo e, nel momento in cui gli ho chiesto se stesse bene, ha perso i sensi. Temo che sia stato avvelenato.»
«What the f*ck?!» si lasciò sfuggire il detective. «Va bene, lo ammetto, sono il più grande iettatore di questa galassia e la mia presenza provoca effetti devastanti, ma perché mai qualcuno dovrebbe avvelenare un cuoco?»
Felipe Massagufi si presentò al loro cospetto senza fare rumore.
Lord Kimi sussultò, nel vederselo comparire accanto, e si grattò i testicoli.
«Non sarà meglio chiamare un medico?» domandò, rivolgendosi a Valtteri. «Magari quel poveretto è ancora vivo. Se così non fosse, il medico potrà comunque procedere con l’autopsia.»
«Certo che sì!» L’investigatore si mise a dare ordini a Lord Lewis. «Avanti, vada a chiamare il maggiordomo, affinché vada a contattare il maggiordomo del medico e si faccia dire dove reperirlo. Il delitto che tutti stavamo aspettando è avvenuto e non possiamo perdere tempo. E qualcuno, nel frattempo, vada a chiamare Scotland Yard!»

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Milly Sunshine