TRAMA: in un alternate universe stile romanzo
poliziesco degli anni '40 Lord Bernie Ecclestone è un ricchissimo
aristocratico che ha vari team manager e piloti come parenti da
mantenere. Nessuno lo sopporta e tutti non vedono l'ora di liberarsi di
lui per ereditare. Lord Bernie decide di premunirsi, ingaggiando i
detective Valtteri e Felipe affinché possano scoprire chi sta tramando
contro di lui. Quando un delitto viene commesso e le indagini da parte
dell'ispettore Coolthard di Scotland Yard sembrano non condurre da
nessuna parte, spetta a Valtteri intervenire in prima persona per
risolvere un mistero fatto di parenti che compaiono dal nulla a caso,
proposte di matrimonio fatte a caso, testamenti scritti a caso... e
anche un po' di trash!
***
«Ispettore Coolthard!!!11!!!11!! Come mai è arrivato così presto?»
«Presto? Sono già le quattro e tre quarti, ormai è mattina inoltrata. Se ne vada a casa, agente Franchitti. Ritornerà qui in piena notte, alle otto di stasera.»
«A casa? Ci vado molto volentieri.»
«Un attimo solo. Per caso è accaduto qualcosa di strano questa notte?»
«No, ho solo incontrato una mia vecchia conoscenza, Danica Stenpatrick, una tizia che conoscevo di vista quando ero emigrato a Indianapolis, che lavora qui insieme a suo fratello Ricky. In realtà non sono davvero fratelli. Sono fidanzati, amanti o qualcosa del genere, ma si spacciano per fratelli per non dare nell'occhio e per complottare alle spalle di chiunque hanno intorno.»
«Suvvia, non mi faccia perdere tempo con queste ca**ate. Vada a casa.»
«Okay. Arrivederci, ispettore.»
***
«Nico?»
«Dimmi, Daniel.»
«Cosa ci fai nel mio letto?»
«Non saprei.»
«Inoltre, perché siamo nudi?»
«Per questioni di comodità, credo. Andare a letto con lo smoking e il farfallino è un po' d'intoppo.»
La spiegazione di Lord Nico convinse Lord Daniel, che subito dopo iniziò a domandarsi perché accanto al letto ci fosse Lord Lewis che trafficava con un foglio e una matita.
«Cosa fai, Lewis?»
«Sto abbozzando un vostro ritratto che successivamente ho intenzione di dipingere su una tela di almeno cinque metri quadrati.»
«Perché, se non sono indiscreto?»
«Perché la posa è meravigliosa. Guardandovi nella penombra siete talmente graziosi che mi viene voglia di saltarvi addosso.»
«Non osare, Lewis!» gli intimò Lord Nico. «Lo sai che non voglio relazioni incestuose.»
«Non è detto che in un threesome tu debba stare per forza a contatto con me» gli ricordò Lord Lewis. «Possiamo tenere in mezzo Daniel. Non sarai certo così egoista da volerlo tutto per te. Non merito di essere escluso, dato che sei qui è solo perché ho convinto Lady Marlene ad adottare anche te.»
Lord Daniel fece un profondo respiro.
Mantenne la calma per circa un secondo.
Infine esplose.
«AAAAAAAAAAAAWWWWWWWWWWWWWW! TUNZ TUNZ TUNZ! ONE-ONE-ONE!»
Erano le 4.55 quindi avevano all'incirca un quarto d'ora a disposizione prima che qualcuno iniziasse a chiedersi come mai non si fossero ancora alzati, ma purtroppo almeno dieci minuti andarono sprecati nel tentativo di convincere Lord Nico che un threesome era la soluzione migliore per iniziare bene quella giornata.
Lord Nico aveva appena dato il proprio consenso e Lord Lewis aveva iniziato a spogliarsi quando Lord Sebastian entrò nella stanza, iniziando a protestare per non essere stato invitato.
«Guarda che non ho problemi» chiarì Lord Daniel, sicuro che nemmeno i fratelli Rosbilton avrebbero avuto problemi. «Spogliati e unisciti a noi.»
Lord Sebastian perse troppo tempo a insultarli: ormai si stava facendo tardi e la cameriera stava già suonando una trombetta per annunciare che la colazione era pronta.
Il cuoco era ancora indisposto, pertanto il cibo scarseggiava: in quella casa nessuno era capace nemmeno di andare a fare la spesa, in assenza di Juan Pablo Gutiperez-Maldontoya, che purtroppo, quando aveva cercato di andare a comprare qualcosa nonostante i forti dolori intestinali, era inciampato su un tombino e si era slogato una caviglia.
La cameriera Danica Stenpatrick aveva preparato venti litri di tè al limone e, in assenza di altre pietanze, aveva servito anche dei limoni, in quanto nessuno aveva consumato la cena la sera precedente e tutti iniziavano ad avere dei cali di zuccheri.
Tutti si complimentarono con la sua scelta: i limoni erano dolcissimi.
Terminati gli applausi di rito, la cameriera svelò loro un importante segreto.
«Pensavo che facessero ca*are, quindi li ho riempiti di zucchero.»
Lord Niki, che essendo il più anziano tra i superstiti si comportava come se fosse stato il padrone di casa, la rimproverò per il suo linguaggio volgare. La cameriera venne prontamente difesa da Lord Sebastian, secondo il quale la ragazza si era semplicemente adeguata al linguaggio più consono da utilizzare in una casa piena di Lord.
A quel punto furono messi tutti quanti a tacere dal campanello che suonava e iniziarono a guardarsi intorno. Dov’era il maggiordomo Malearrivato? Perché non andava ad aprire la porta?
***
«È sicuro che posso andare, ispettore? Aveva detto che nessuno doveva lasciare la casa fino al termine delle indagini.»
«Sì, ma ormai i sigari, le sigarette e il tabacco iniziano a scarseggiare. Bisogna che qualcuno vada con urgenza a fare rifornimento da un tabaccaio, se non vogliamo correre il rischio che le riserve finiscano prima ancora della tarda mattinata. Vada, signor Malearrivato, e cerchi di non metterci troppo tempo. Presto arriverà il notaio e sono sicuro che vorrà mettersi dietro la porta a origliare, in modo da potere essere il primo, tra i membri del personale di servizio, a spettegolare in proposito.»
«Esatto, è proprio quella la mia intenzione.»
***
Finito di consumare il proprio limone, Lord Kimi si alzò da tavola e si mise a fumare un sigaro nel bel mezzo della sala da pranzo, seppure si rendesse conto che era necessario razionare quelli che gli erano rimasti. Fu subito imitato dalla maggior parte degli altri presenti, che iniziarono a lamentarsi del fatto che i loro portasigari erano ormai vuoti. Per fortuna Eddie Flowerjordan, l’immancabile autista dell’ispettore Coolthard, li informò che il maggiordomo sarebbe presto stato di ritorno con ciò che desideravano più di ogni altra cosa.
Siccome in assenza di Malearrivato nessuno aveva aperto la porta, il campanello continuava a suonare a intervalli regolari.
Lord Lewis si avvicinò a Lord Kimi e appariva sorpreso dall’arrivo di un ospite a quell’ora del mattino.
«In questo giorno gaio
stiamo aspettando il notaio,
qualcuno è arrivato,
così presto e inaspettato,
sono le cinque e trenta,
notaio, rallenta,
sarà una giornata infinita
e una mente impazzita
potrebbe averci diseredati
lasciandoci tutti spiazzati.
Siamo tutti in attesa,
nessuno va a fare la spesa
quindi mangiamo limoni zuccherati
e ci sentiamo tutti sconsolati,
presto le cose cambieranno,
speriamo senza danno,
il campanello suona,
la giornata è buona,
chissà chi sarà,
lo chiedo a Kimi e lui dice...?»
«Bwoah!»
Quell'esclamazione rese Lord Lewis evidentemente entusiasta.
«One-one-one, tutto ciò è spettacolare,
Kimi mi aiuta se mi metto a rappare,
vorrei trattenermi ma non posso,
adesso gli salterò addosso!
Ah, no, non possiamo, che sfortuna,
Il notaio è arrivato, fino all'una
rimarrà sulla porta ad aspettare,
nessuno se lo vuole filare,
i camerieri sono tutti impegnati
e noi ci siamo tutti scordati
come si fa ad aprire una porta,
la speranza del notaio è morta!
Ma attenzione, colpo di scena,
Va ad aprire Stenpatrick, è un problema,
non abbiamo limoni da offrire
a chi presto ci farà morire
informandoci che siamo stati
tutti quanti diseredati!»
Lord Kimi accolse con indifferenza sia il rap di Lord Lewis sia l'iniziativa di Ricky Stenpatrick di andare ad aprire la porta.
Qualche istante più tardi il cameriere rientrò.
Al suo seguito non c'erano nessuno dei due fratelli Alonsainz, i notai di fiducia di Lord Berie, ma una ragazza bionda dall'abbigliamento elegante che Lord Kimi faticava a riconoscere.
Mentre tutti fissavano la bionda con la bava alla bocca, Lord Kimi si accorse della presenza, alle sue spalle, di una donna bruna infinitamente più gnocca.
Il cameriere, a quel punto, le introdusse in tono solenne:
«Gentili signori, sono lieto di annunciarvi la qui presente Lady Vivian, pronipote di secondo grado di Lord Bernie, che ormai aveva lasciato da anni le campagne inglesi per dedicarsi alla professione di restauratrice dato che, diversamente da tutti voi, non voleva vivere a scrocco del prozio. Fu lo stesso Lord Bernie, quando era ancora in vita, a lasciare disposizioni affinché, in caso di una sua dipartita improvvisa, venisse spedito a Lady Vivian un telegramma per convocarla con urgenza. La sua accompagnatrice è la sua coinquilina, la dottoressa Minttu.»
Lord Kimi si avvicinò alla dottoressa e fece un inchino.
«Piacere di conoscerla, io sono Lord Kimi.»
«Il piacere è tutto mio.»
«AAAAAAAAAAWWWWWWWWW!»
Lord Kimi si pentì immediatamente di quell'esternazione.
Dov'era finita la sua aura glaciale?
Dov'era finita la sua capacità di trattenere le emozioni?
Anche il pentimento fu comunque questione di un istante: si rese conto che con quell' "aaaawwwww" aveva fatto colpo sulla graziosa dottoressa.
***
Carlito Alonsainz suonò il campanello.
Erano già le sette di mattina e non si spiegava perché mai suo padre Carlos e suo zio Fernando, notai di fiducia di Lord Bernie, con i quali lavorava come segretario, fossero stati convocati così tardi.
Non si pose comunque troppe domande. Non vedeva l’ora di vedere la faccia dei familiari del defunto aristocratico nell’udire le disposizioni testamentarie.
Venne ad aprire la porta un maggiordomo brizzolato, che chiese loro se desiderassero dei sigari o delle sigarette. Carlos accettò un sigaro, mentre Fernando preferì una sigaretta. Dal momento che Carlito considerava Fernando un role-model, fu sulla stessa linea di pensiero.
Si avviarono tutti quanti in soggiorno, dove l’aria era piuttosto pesante. Carlito si chiese quale fosse la ragione. Non era affatto convinto che ci fosse correlazione tra l’aria irrespirabile e il fatto che una dozzina di persone avessero fumato per almeno un’ora e mezza all’interno della stanza.
Un cameriere versò loro tre bicchieri di vodka.
Tutti la bevvero con gusto, anche se Carlito fu piuttosto disturbato quando udì un ragazzino a cui non era ancora spuntata la barba che si lamentava: «Non è giusto! Voglio anch’io una vodka! Sono sicuro che il figlio del notaio la beveva già, quando aveva diciassette anni.»
«Precisamente» confermò Carlito. «Soltanto ai poppanti non è consentito bere la vodka.»
Il ragazzino a cui non era ancora spuntata la barba, che rispondeva al nome di Max Verstappino, lanciò a Carlito un’occhiata torva.
«Come si permette, signor Alonsainz? Io non sono un poppante! Tunz tunz tunz!!!11!!!11!! Se osa ripeterlo un’altra volta le sbatterò in testa il mio biberon!»
Quella era la minaccia più terribile che Carlito avesse mai ricevuto. Si gettò addosso a Max e tra i due sarebbe scoppiata senz’altro una rissa in stile Far West se Lord Horner-Halliwell non avesse afferrato provvidenzialmente il figliastro per un orecchio. Carlito subì lo stesso destino da parte dello zio Fernando e ciò lo ferì profondamente. Fare figuracce davanti allo zio Fernando era ciò che più detestava.
Seguì un’interminabile situazione di stallo nel corso della quale in molti si accesero la pipa, infine un vecchio svampito a cui mancavano i lobi delle orecchie si mise a sbraitare.
«Vogliamo fare notte o vogliamo leggere questo testamento?»
Carlito e i due notai si misero a sedere.
«Mi raccomando» sussurrò lo zio Fernando, «Non metterti a ridere senza motivo.»
«Ma ci sarà senz’altro un motivo. C’ero anch’io quando Lord Bernie scrisse il nuovo testamento!»
«Non c’è nulla di comico, in quel testamento. E ora taci, che devo leggerlo ai presunti eredi.»
***
Contea di Silverstone, 1947
Alla presenza di due testimoni, tali Juan Pablo Gutiperez-Maldontoya e Paul Tracy, io sottoscritto Lord Bernie Ecclestone mi accingo a dichiarare le mie disposizioni testamentarie, che consegnerò ai miei notai di fiducia, Carlos Alonsainz e Fernando Alonsainz.
Il primo giorno dell’anno corrente mi sono sposato all’insaputa dei miei parenti con la signora Danica Stenpatrick di Indianapolis, che ho portato a casa spacciandola per cameriera. Le mie residenze all’estero e un quarto del mio denaro versato in banca andranno a lei, a condizione che non sussistano ragioni per cui il nostro matrimonio debba essere annullato. Qualora si scoprisse che Danica era già sposata e si è macchiata del reato di bigamia contraendo matrimonio con il sottoscritto, tutta la parte a lei destinata andrà alla persona che per il momento definirò Potenziale Erede Universale.
Ho aperto inoltre un libretto bancario intestato al mio fedele cuoco Juan Pablo Gutiperez-Maldontoya, sul quale ho versato una somma di denaro sufficiente a permettergli di comprarsi un hamburger al giorno per ogni giorno della sua vita. Tale libretto bancario diverrà di sua proprietà subito dopo la mia dipartita. Il contenuto del salvadanaio nel quale conservo alcuni spiccioli sarà inoltre ripartito in parti uguali tra tutti i membri del mio personale di servizio. Si stima che in tale maniera ciascuno verrà a ereditare circa settanta centesimi.
La mia dimora nella Contea di Silverstone, i miei terreni, la mia rendita e i restanti tre quarti del denaro conservato nel mio conto in banca andranno alla Potenziale Erede Universale, colei che, qualora Danica dovesse essere bigama, erediterebbe anche tutto il resto: la mia pronipote Lady Vivian. Condizione necessaria per entrare in possesso del patrimonio è che Lady Vivian non abbia rapporti sessuali prima del matrimonio e che si sottoponga a una visita ginecologica che attesti la sua verginità. Qualora Lady Vivian non fosse vergine, tutto il mio patrimonio (con l’eccezione di quanto destinato al personale di servizio e a mia moglie, se mia moglie non dovesse essere bigama) sarebbe da ripartirsi in parti uguali tra tutti gli uomini che attestino di avere consumato rapporti sessuali con Lady Vivian.
Qualora Lady Vivian si fosse già sposata a mia insaputa al momento della mia dipartita, entrerà ugualmente in possesso del patrimonio, a condizione che il suo sposo sia un aristocratico in possesso del titolo di Lord. Qualora Lady Vivian sia invece sposata con un uomo che non dispone di questo requisito, proclamo mio erede universale uno a caso tra Lord Niki Launt e Max Verstappino: i due saranno invitati ad andare insieme da uno psichiatra e lo psichiatra valuterà chi dei due sia il più sano di mente. Il meno sano di mente sarà proclamato mio erede.
Approfitto della presente comunicazione per porgere a tutti Voi i miei più cordiali saluti, mandandovi tutti quanti a fare in cu*o.
In fede,
Lord Bernie.
***
Carlito scoppiò in una risata fragorosa.
Oltre a lui nessuno rideva e nel soggiorno si alzò un coro di “what the f*ck”.
Max Verstappino si alzò in piedi e si diresse con aria minacciosa verso Carlito. Lo afferrò per la cravatta e lo trascinò giù dalla sedia.
«Come ti permetti di ridere?! Ti rendi conto che, se Lady Vivian è sposata con uno straccione e se lo psichiatra decide che sono abbastanza matto, diventerò il proprietario di quasi tutti i beni che Lord Bernie possedeva?»
«Ma io» intervenne Lady Vivian, «Non sono sposata e sono vergine, quindi sarà tutto mio e tu ti attaccherai al tram.»
«E chi mi dice che sei davvero vergine?»
«Sono certa che la mia ginecologa di fiducia nonché carissima amica, la dottoressa Minttu, sarà felice di testimoniare a mio favore.»
«TUNZ TUNZ TUNZ!» esclamò Lord Niki. «Questo significa che Lady Vivian è un’ereditiera e che mi basta sposarla per diventare ricchissimo! Oppure, viste le condizioni testamentarie di Lord Bernie, mi basta semplicemente portarmela a letto e tutto sarà mio! Quando finalmente sarò ricco sfondato vi caccerò fuori tutti a calci nel cu*o.»
«Non se ne parla!» gli urlò contro suo figlio Lord Nico. «Lady Vivian era la mia fidanzatina quando avevamo sei anni e sono sicuro che sarà felicissima di riprendere la nostra relazione.» Il giovane Lord si inginocchiò davanti alla cugina di non si sapeva bene quale grado. «Lady Vivian, vuoi sposarmi?»
Lady Vivian stava per aprire la bocca e pronunciare la propria risposta, quando Lord Daniel spinse via Lord Nico e, dopo essersi inginocchiato a propria volta, le domandò: «Sei sicura che non preferiresti sposare me?»
«No, me!» si fece avanti Lord Sebastian. «Ti prego, ho sempre sognato diventare ricchissimo. È vero, ti ho sempre detto che amavo follemente la mia amica Hanna, quella che se ne va in giro con un sacchetto di carta in testa perché è molto timida, ma lei non è un’aristocratica e capirà, se la lascio per una come te.»
«Che falliti» borbottò Lord Daniil, tra i denti. «Perché invece di volere a tutti i costi sposare una vostra parente alla lontana per farvi mantenere non vi guadagnate da vivere arruolandovi nella legione straniera, se proprio non sapete che cosa fare?» Si rivolse a Lord Kimi. «Tu cosa ne pensi?»
«Bwoah» rispose Lord Kimi, senza smettere di fare gli occhi dolci alla dottoressa Minttu.
Nel frattempo Lady Vivian annunciava di essere pronta per dare la propria risposta ai suoi numerosi spasimanti.
«Mi piace l’arte» declamò. «Sono diventata una restauratrice stimata e rispettata, anche grazie al fatto di non avere mai permesso a nessun uomo di entrare in casa mia, che di fatto è la ragione principale per cui ho ottenuto questo lavoro. La mia risposta è che non sposerò nessuno di voi tre, perché non siete artisti. Sono io, piuttosto, che ho intenzione di fare una proposta di matrimonio. Lord Lewis, mi vuoi concedere l’onore di diventare mio marito?»
«One-one-one!!11!!!!11!!!» esclamò Lord Lewis, facendo il gesto dell’ombrello a tutti gli altri spasimanti di Lady Vivian. «Certo che ti voglio sposare! Tunz tunz tunz!»
Carlito vide, con grande sconcerto, la situazione evolversi in maniera del tutto inaspettata, con una lunga serie di plot-twist. Tutti gli spasimanti di Lady Vivian si gettarono addosso a Lord Lewis e lo pestarono senza pietà, mentre Felipe Massagufi, che si dichiarava sposato e pertanto non poteva prendere parte alla rissa il cui vincitore si sarebbe autoproclamato ufficialmente fidanzato con l’ereditiera, si mise a insultare lo zio Fernando. Tutto ciò era inaccettabile, ma lo stesso Fernando intimò a Carlito di rimanerne fuori mentre lui e il brasiliano si mandavano reciprocamente a imparare a imparare.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3
Milly Sunshine