TRAMA: in un alternate universe stile romanzo
poliziesco degli anni '40 Lord Bernie Ecclestone è un ricchissimo
aristocratico che ha vari team manager e piloti come parenti da
mantenere. Nessuno lo sopporta e tutti non vedono l'ora di liberarsi di
lui per ereditare. Lord Bernie decide di premunirsi, ingaggiando i
detective Valtteri e Felipe affinché possano scoprire chi sta tramando
contro di lui. Quando un delitto viene commesso e le indagini da parte
dell'ispettore Coolthard di Scotland Yard sembrano non condurre da
nessuna parte, spetta a Valtteri intervenire in prima persona per
risolvere un mistero fatto di parenti che compaiono dal nulla a caso,
proposte di matrimonio fatte a caso, testamenti scritti a caso... e
anche un po' di trash!
***
L’investigatore Valtteri vide Danica impallidire, quando lo stalliere fu ammesso al loro cospetto.
«T-Tony?!»
«Sì, sono io» confermò lo stalliere. «Sorpresa di vedermi?»
Dal momento che tutti si scambiavano occhiate perplesse, Valtteri decise di interrogare l’uomo in presenza di tutti.
«Lei è il signor Tony Stewart, di Daytona, unico erede di una famiglia di stallieri da dieci generazioni?»
«Esattamente.»
«E, in quel di Daytona, ha per caso contratto matrimonio con la qui presente signora Danica Stenpatrick?»
«Esatto.»
«Ha mai divorziato dalla signora Stenpatrick?»
«No.»
«Come mai la signora Stenpatrick ha sposato Lord Bernie, allora?»
«Non saprei. Una volta, quando vivevo ancora a Daytona, ho deciso di trascorrere un weekend andando a pescare insieme ad alcuni miei colleghi. Danica, però, non mi dava il permesso di andare via di casa per il fine settimana, quindi ho mandato un mio collega stalliere, tale Kurt Busch, ad avvertire Danica che ero stato accoltellato a morte durante una rissa al bar. Evidentemente Danica deve avergli creduto, dato che nel corso del weekend è partita per l’Inghilterra insieme al fratello per venire a cercare lavoro come donna di servizio. Ormai rimasto senza moglie potevo darmi alla pazza gioia, ma ciò avrebbe significato dovere cucinare, lavare e stirare, quindi sono venuto in Inghilterra a cercarla. Quando ho trovato questo impiego come stalliere, quel genere di faccende le svolgeva nel tempo libero un giardiniere chiamato Paul Tracy, che più o meno una settimana fa, per non essere processato per lesioni volontarie dopo una rissa tra ubriachi, si è licenziato al volo ed è scappato in America. Danica, ovviamente, non mi serviva più. Sono rimasto nascosto nella stalla, fregandomene altamente di mia moglie, e ogni sera andavo al bar e, dopo avere alzato il gomito, mi mettevo a insultare il suo nome. A quanto pare una di quelle sere il qui presente detective Valtteri Bottas mi ha sentito mentre pronunciavo il nome di Danica Stenpatrick e ha fatto due più due scoprendo che Danica è bigama. Inoltre, già che ci sono, ne approfitto anche per rivelare a tutti che Ricky non è veramente suo fratello, ma il suo amante.»
«TUNZ TUNZ TUNZ!» festeggiò Lord Niki. «Quindi Danica non vedrà un soldo e sarà tutto mio! E Danica, per guadagnarsi da vivere, sarà costretta a continuare a fare la cameriera. I’m the best and f*ck the rest.»
«Come ha detto, Lord Niki?» intervenne l’ispettore Coolthard.
«I’m the best and f*ck Di Resta.»
«Orrorehhhhh! Come si permette?! L’agente Di Resta è uno stimato membro di Scotland Yard. Se oserà insultarlo ancora una volta, la arresterò per l’omicidio di Lord Bernie.»
«Ma io non l’ho ucciso. Ero in cucina quando è stato assassinato. Tutti possono testimoniarlo. Il delitto è stato commesso alle cinque e quaranta, quando...»
Valtteri smise di ascoltarlo.
Si diresse da Felipe Massagufi, che in quel momento stava discutendo con Lord Lewis, e dopo averlo strattonato gli intimò: «La prossima volta che commetto un errore madornale, abbi almeno la decenza di aprirmi gli occhi dicendo una ca**ata random e facendomi venire un lampo di genio improvviso.»
«Quale errore madornale?» chiese Felipe. «Non so di che cosa tu stia parlando, Valtteri. Inoltre, se permetti, stavo litigando con Lord Lewis, quindi lasciami finire di mettere in chiaro un paio di cose con questo pittore da quattro soldi.»
«Pittore da quattro soldi lo dice a qualcun altro!» replicò Lord Lewis. «È lei che mi è venuto addosso mentre abbozzavo uno schizzo del ritratto che voglio fare agli sposi!»
«Non è affatto vero! La nostra collisione è stata provocata da lei, illustre Lord. Non è nemmeno la prima volta che capita. Io non sono responsabile dei suoi disegni.»
Valtteri alzò gli occhi al cielo, allontanandosi.
Aveva bisogno di parlare con il cuoco.
Doveva farlo subito.
C’era una bella differenza tra le cinque e quaranta e le sei e un quarto e quella differenza necessitava di essere approfondita.
***
«Lei non è responsabile dei miei disegni, ma non deve nemmeno avvicinarsi a tali capolavori! La colpa è solo sua, finto detective da strapazzo!»
«Io non sono un finto detective. Sono il socio di Valtteri e sono amato e rispettato da tutti. Sarà anche Valtteri che risolve i casi, ma sono io quello che viene acclamato da tutti.»
«E io sono un Lord!»
«Questo che ca**o c’entra?»
«C’entra, perché il primo venuto non può applaudire con aria sarcastica quando faccio dei disastri. Io, tra l’altro, non faccio mai dei disastri.»
Felipe Massagufi alzò gli occhi al cielo.
«Inizio a rimpiangere il notaio Alonsainz.»
«Anch’io.»
«Bene, allora sa cosa le dico? Vada a imparare a imparare insieme a lui!»
«Io non imparo a imparare proprio un bel nulla» ribatté Lord Lewis. «Se c’è qualcuno che deve imparare a imparare questo è lei, signor Massagufi!»
«Io devo imparare a imparare?! Non ho parole! La sua sfacciataggine è più di quanto io possa sopportare. Se non fossimo nel salotto della casa appena ereditata da suo padre, non esiterei a prenderla a sberle.»
«Mi sta sfidando, Massagufi?»
«Sì.»
«Allora sa cosa le dico? Che da questo salotto possiamo anche uscire.»
Afferrato l’aiutante del detective per un braccio, Lord Lewis lo trascinò fuori casa.
***
«Buongiorno signor Juan Pablo. Come sta?»
«Male. Malissimo.»
«Ancora?»
«Sì, questo genere di intossicazioni alimentari sono micidiali. Non mangerò mai più pesce alla singaporese in vita mia.»
«Mi sembra una decisione saggia. Spero di non disturbarla troppo se le pongo alcune domande relative alla sua indisposizione.»
«Certo che no. Non capisco, però, quale sia la rilevanza della mia indisposizione. Potrebbe spiegarmelo?»
«Qui le domande le faccio io!»
***
«Bene, ora siamo fuori. Se ha il coraggio di picchiare un Lord, perché non me lo dimostra?»
«La smetta di sbandierare ai quattro venti il suo titolo di Lord. Lei non è un Lord, ma un pagliaccio.»
«Come ha detto?!»
«Che è un pagliaccio.»
«Non ho sentito bene.»
Felipe guardò negli occhi Lord Lewis.
La sua espressione da furbetto era inquietante.
«Ho detto che...»
Felipe si interruppe.
Che cos’aveva detto?
«Mhm... mi sono scordato. Probabilmente le ho appena detto che è un figone stratosferico e che non ho mai incontrato in tutta la mia vita un uomo più sexy di lei.»
«AAAAAAAAAAAWWWWWWWWW!» urlò Lord Lewis.
Si buttò addosso a Felipe e gli diede un romantico bacio alla francese.
Quando i due si allontanarono, espressero contemporaneamente la propria soddisfazione:
«One-one-one!!111!!111!!»
«Tunz tunz tunz!!!111!!!1»
A quel punto, senza perdere ulteriore tempo, Lord Lewis trascinò Felipe dietro un cespuglio e, proprio mentre era pronto a saltargli addosso, un pensiero fulminante parve affacciarsi nella mente dello pseudo-investigatore, che si tirò indietro.
«Mi dispiace, Lord Lewis, ma non posso.»
«Se è per la nostra diversa estrazione sociale, per me non è un problema» ci tenne a puntualizzare Lord Lewis. «Non sono così classista da tirarmi indietro. Certo, non starei con uno straccione alla luce del sole, ma per una botta e via andrebbe benissimo.»
«Il mio status sociale non mi impedisce a priori di fare sesso con un aristocratico» replicò Felipe, «Ma il mio stato civile sì.»
«Oh, capisco. Mi dispiace che tutto rimanga soltanto un film mentale a causa della presenza intralciante di una moglie. Va beh, sarà per un'altra volta. Dopotutto prima o poi le mogli vengono strangolate allo stesso modo in cui i vecchi zii semiparalizzati vengono avvelenati.»
«E allo stesso modo, qualcuno finirà per sparare agli uomini d'affari di mezza età» aggiunse Felipe. «Non bisogna dimenticarsi del triste destino che subiscono continuamente.»
Lord Lewis alzò gli occhi al cielo.
«Gli uomini d’affari se lo meritano» decretò, con tono solenne. «Essere assassinati con un colpo di pistola è il prezzo da pagare per avere oltraggiato la decenza dedicandosi alla vita imprenditoriale, piuttosto che ad attività più edificanti e costruttive, come ad esempio gironzolare dalla mattina alla sera e viaggiare a spese di un parente ricco sfondato.»
***
«Ricominciamo dall'inizio, signor Gutiperez-Maldontoya. Chi è stato a suggerirle di cucinare pesce crudo alla singaporese?»
«Uno sconosciuto, gliel'ho già detto, mi pare.»
Valtteri scosse la testa.
«Non basta.»
«Non so cosa farci» ribatté il cuoco. «Mi dispiace, sono desolato, non saprei dirle chi...»
Valtteri lo interruppe: «Va bene, va bene, era uno sconosciuto. Adesso mi descriva com'era fatto questo sconosciuto.»
«Mhm... Era un tipo insignificante.»
«Oh, che caso! Gli sconosciuti che interagiscono con il personale di servizio il cui datore di lavoro sta per essere assassinato hanno sempre l’aria insignificante!»
«Non posso farci niente. Mi piacerebbe raccontarle che quello sconosciuto era alto un metro e novantacinque e aveva l’aria da pesce lesso, come un certo Wilson De Stefani, ma purtroppo non è così. Era un uomo normale, con un’aria normale. Portava un paio di occhiali e indossava un cappotto lungo e un berretto di lana.»
«Un cappotto e un berretto di lana?»
«Me ne sono stupito anch'io. C'erano ben quindici gradi, ieri, non era necessario indossare un cappotto. Anzi, con un caldo del genere mi sorprende che non indossasse una canottiera e un paio di shorts.»
Valtteri rifletté.
«Tutto ciò è molto interessante. Le è mai passata per la testa l'idea che non ci fosse motivo per cui uno sconosciuto dovesse suggerirle cosa cucinare?»
«No, affatto» ammise il cuoco. «Peraltro devo dissentire: mi capita spesso. Sono molti gli sconosciuti che mi danno dei consigli. La mia fama è diffusa in tutta la contea e tutti vogliono potersi vantare di avermi dato qualche spunto per le mie infallibili ricette.»
«Questa, forse, non era tanto infallibile.»
«Purtroppo il pesce alla singaporese ha degli effetti collaterali.»
«Anche avere la testa sfondata da un mattone provoca effetti collaterali» osservò Valtteri. «Dovremmo concentrarci per un attimo su quelli. Lord Bernie è stato assassinato mentre erano tutti qui in cucina, dopo che lei si è sentito male. Ieri mi ha detto che era accaduto alle sei e un quarto del pomeriggio. Me lo conferma?»
«Sì, ma quell'ora non è pomeriggio, piuttosto direi che è sera inoltrata.»
«Sono d'accordo. Ora, però, faccia uno sforzo di concentrazione. Come sapeva che fossero le sei e un quarto?»
Il cuoco gli indicò l'orologio a cucù appeso alla parete.
«L'ho visto lì.»
«Ed è possibile che non fossero davvero le sei e un quarto?»
«Mhm... non saprei. Effettivamente l'orologio poteva essere stato regolato male, perché quando alle cinque in punto una delle cameriere ha servito il tè al padrone di casa e ai suoi ospiti le è stata fatta una predica interminabile per il ritardo di oltre mezz'ora.»
Tutto iniziava ad assumere un senso.
«Inizio a pensare che, quando si è sentito male, non fossero le sei e un quarto, ma un orario compreso tra le cinque e trentacinque e le cinque e quaranta.»
«Può darsi» confermò Juan Pablo, «Ma a quale scopo? Per quale ragione manomettere l'orologio della cucina? Nessuno poteva sapere in anticipo che mi sarei sentito male.»
«A questo ci penseremo in un altro momento. Qualcuno deve avere rimesso a posto l’orologio. Ha una vaga idea di chi sia stato?»
«Purtroppo stanotte l’orologio si è fermato perché con tutto il trambusto di ieri nessuno si è ricordato di caricarlo, quindi credo che nessuno si sia accorto di nulla. Sarà stato caricato stamattina da qualcuno dei camerieri.»
«Mhm... va beh, non fa niente. Sarebbe stato troppo facile avere una prova certa. Un'ultima domanda: dove ha incontrato lo sconosciuto?»
Juan Pablo avvampò.
«Non posso dirglielo.»
«Sì che può.»
«Ne va della mia reputazione!»
«A meno che non sia una questione di rilevanza fondamentale per il caso, le assicuro che sarò muto come Lord Kimi.»
«Se è così... Ieri mattina sono uscito per delle commissioni. Dovevo fare la spesa, insomma. Ho fatto molto in fretta, quindi mi sono fermato in un chiosco dove vendevano hamburger e, mentre mangiavo il terzo, questo sconosciuto mi si è avvicinato per chiedermi se potessi dargli dei soldi per prendere un caffè. Abbiamo preso il caffè insieme, a mie spese, e mi ha parlato di questa ricetta.»
«Molto interessante. La ringrazio per la sua disponibilità, signor Juan Pablo. Qualora mi vengano in mente altre domande da farle, tornerò a disturbarla. Le auguro nel frattempo di rimettersi in salute.»
«Lo spero anch’io. Non vedo l’ora di mangiare un hamburger.»
***
Rientrando in casa, Lord Lewis lasciò a malincuore la mano di Felipe. Gli sarebbe piaciuto poterlo amare almeno platonicamente, ma l'assistente del detective Valtteri non sembrava molto d'accordo, dato che continuava ad appigliarsi sempre alla stessa scusa.
«Io ho una moglie e la amo.»
«Le mogli finiscono sempre strangolate, prima o poi.»
«Alla mia non accadrà.»
La fine improvvisa del loro amore appena nato aveva messo Lord Lewis di cattivo umore, ma se ne dimenticò immediatamente nel ricordare che tutto il patrimonio di Lord Bernie era divenuto proprietà di Lord Niki. Ciò era molto più straziante. Fece quindi una breve e fugace comparsa in salotto e, ignorando le richieste di Lord Sebastian, Lord Nico e Lord Daniil (Sebastian voleva offrirgli un sigaro, Nico gli ricordava che non avevano ancora bevuto il tè che avevano programmato di bere per celebrare l'imminente duello che era nel frattempo stato annullato, Daniil voleva parlargli della rivoluzione d'ottobre), si diresse nella propria stanza.
Fu una giornata molto creativa, quella. Lord Lewis ebbe un'illuminazione improvvisa e produsse un vero e proprio capolavoro, che intitolò "autoritratto con le orecchie da coniglio".
Purtroppo, come al solito, ci fu un guastafeste incapace di comprendere il suo spiccato talento artistico. Il guastafeste in questione fu Lord Nico, che venne a curiosare come accadeva sempre; o meglio, sempre a parte quando Lord Lewis si trovava ai Caraibi a spese altrui e, allo stesso tempo, Lord Nico si trovava a Baku o in qualcuna delle altre località in cui amava trascorrere intere settimane.
«Cos'è quella schifezza?»
«Come osi?!?!??!?!?!?! Questo è un capolavoro.»
«Se lo dici tu... Comunque avresti dovuto ritrarre me e Lady Vivian. Domani ci sposiamo...»
«Ah, già.» Un'idea bellissimahhhh si affacciò nella mente di Lord Lewis. «Allora, se domani ti sposi, stasera devi assolutamente darti alla pazza gioia.»
«Cosa intendi esattamente?»
«Wait and see.»
«Wait and see 'sti cavoli. Lo sai che queste tue affermazioni mi fanno paura.»
«Fai male. Voglio solo farti conoscere la vera passione.» Lord Lewis si mise a gracchiare come i gabbiani che aveva incontrato durante un viaggio in Canada. «Preparati ad affrontare un gran numero di bei maschioni arrapati. Uno di questi, naturalmente, sono io!»
«Nohhhhhh! Non posso!»
Lord Nico si guardò intorno, alla ricerca di una via di fuga, che Lord Lewis prontamente gli bloccò.
«Certo che puoi.»
«Asciugati la bava, Lewis. Ricordati che sono tuo fratello.»
«Adottivo. Non sarà un vero incesto. Dopotutto siamo in un setting da romanzo poliziesco degli anni ’40, dove i fratelli adottivi non vengono considerati veri fratelli. Se uno di noi fosse una donna, potremmo addirittura sposarci senza che nessuno batta ciglio ed avere la benedizione di tutti i nostri parenti. Nessuno ci diserederebbe.»
«Nella realtà Lord Bernie l’ha fatto.»
«Ma non perché andiamo a letto insieme.»
«Ti ricordo che io e te non andiamo a letto insieme.»
«Non l’abbiamo mai fatto finora, ma ne ho una gran voglia. Ci scommetto che, sotto sotto, anche tu non vedi l’ora.»
«Non ho nessuna intenzione di fare sesso con un pazzoide che dipinge ritratti di creature ibride. Gli uomini-conigli non mi interessano.»
«Ma gli uomini-gabbiani sì, immagino. Io sono segretamente un gabbiano.»
«Tu sei segretamente uno squilibrato e hai bisogno di un bravo psichiatra.»
«Come osi, problematic scum? Sono un otherkin e otherkin è il mio gender. Quando parli di me, fammi la cortesia di usare il pronome seagull/seagullself. Ti concedo anche groundhog/groundhogself, perché in certe occasioni, tipo questa, mi sento una marmotta assassina.» Lord Lewis fece un potente ruggito. «Non vedo l’ora di azzannarti con i miei dentoni!»
«Chi ha parlato di dentoni?» Lord Daniil fece il proprio ingresso trionfale nella stanza, seguito dal fratello Lord Daniel. «Per caso avete organizzato un festino erotico a nostra insaputa?»
«Oh, no!» esclamò Lord Nico. «Un altro squilibrato.»
«Non sono uno squilibrato! Sono solo una marmotta assassina.»
«Sì, e io sono uno zar...»
«Orrorehhhh!» Lord Daniil si nascose dietro a Lord Daniel. «A morte gli zar! TUNZ TUNZ TUNZ!»
Anche Lord Sebastian e Lord Kimi entrarono nella stanza.
«Si può sapere cosa succede?» domandò Lord Sebastian. «Possibile che non si possa mai dormire in santa pace, in questa casa? Sono le nove di sera e fate una confusione impressionante. Se andate di lungo così, si sveglierà perfino Lord Max!»
«Okay, facciamo poco rumore e chiudiamo la porta» concesse Lord Lewis. «Non possiamo permettere che Lord Max si svegli. È un poppante, si scandalizzerebbe se scoprisse che cosa stiamo facendo. A proposito, l’ordine del giorno di questa riunione è: facciamo passare una notte di fuoco a Lord Nico, prima che si sposi.»
Nonostante le raccomandazioni di Lord Lewis, Lord Daniel fece un urlo a squarciagola.
«AAAAAAAAAWWWWWWWWW!»
La sua voce ebbe il potere di svegliare gli istinti più oscuri di Lord Nico che, ruggendo, si spogliò in dieci secondi contati, senza nemmeno avere bisogno di un cameriere che provvidenzialmente gli slacciasse la cravatta. Lord Lewis si soffermò un attimo ad esprimere mentalmente la propria solidarietà verso il povero cameriere che, in tal modo, non si era garantito un invito al festino.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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Milly Sunshine