venerdì 27 luglio 2018

La dura legge degli occhi azzurro shocking nelle *mie* fan fiction

Credo che sia giunto il momento di farvi una confessione che potrebbe essere abbastanza imbarazzante: c'è stato un momento, nella mia vita, in cui ho scritto una fan fiction alquanto stereotipata. La cosa grave è che l'ho fatta all'incirca quando frequentavo l'ultimo anno di università.
Di per sé non sarebbe nemmeno una cosa grave, se non fosse che fin da quando ho memoria ho sempre cercato di dedicarmi alla scrittura "seria". Per quanto io abbia deciso di smetterla definitivamente con la scrittura seria il giorno in cui ho completato il mio pseudo-romanzo che avevo iniziato nell'ormai lontano 2002 e che ho scritto e abbozzato e riscritto non saprei nemmeno dire quante volte nel corso di quindici anni e mezzo, la scrittura "seria" è qualcosa a cui sono ancora molto legata e il fatto di essermi messa a scrivere di cliché di dubbio gusto mi lascia molto perplessa.

La trama era, neanche a dirlo, incentrata su una ragazza che debuttava in Formula 1 alla Redbull e, dopo avere combinato qualche casino nei primi gran premi, all'improvviso ritornava sulla retta via e iniziava a collezionare successi al punto tale che alla fine dell'anno vinceva il titolo davanti al compagno di squadra.
Essendo quest'ultimo dotato di occhi azzurro shocking, tra i due trionfava il #grandeammmmore, tanto che si sposavano poco prima del gran premio del Brasile, dopo qualcosa come... mhm... un numero molto basso di mesi di fidanzamento.
Durante una loro pausa di riflessione, la protagonista veniva corteggiata da un insistente pilota della Toro Rosso, a sua volta dotato di occhi azzurro shocking...
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...il tutto mentre il sedile di proprietà di Pastor Maldonado era occupato, in quell'universo, da nientemeno che da Mark Webber, tornato alla Williams perché... suvvia, non preoccupiamoci del perché. L'importante è che, nonostante i suoi quasi 35 anni, fosse stato fatto uscire dalla porta e rientrare dalla finestra, invece che ritirarsi a caso come succede mediamente a Raikkonen in tutte le fan fiction che si rispettino e a Rosberg prima che si ritirasse davvero a caso.
Nonostante tutto, non c'era un happy ending e, per quanto l'unhappy ending fosse un po' campato in aria e comunque abbastanza stereotipato, sono quantomeno soddisfatta di avere terminato la mia fan fiction in quella maniera.

Ci tengo a specificare che, fin dall'inizio, non intendevo in ogni caso impegnarmi in quel racconto allo stesso modo in cui l'avrei fatto se avessi voluto scrivere un racconto serio, anche a livello di fan fiction. I piloti con cui Tina Menezes aveva a che fare li avevo scelti in base ai piloti preferiti delle mie lettrici, non in base al fatto che possedessero occhi azzurro shocking.
Mi verrebbe piuttosto da chiedermi come mai le mie lettrici tra tanti piloti tifassero proprio per quelli con gli occhi azzurro shocking, ma sono certa che il fatto degli occhi azzurro shocking non avesse la benché minima rilevanza: probabilmente tifavano Vettel perché non erano ferrariste quindi avrebbero tifato chiunque vincesse titoli contro la Ferrari (a condizione che avesse gli occhi azzurro shocking) o Alguersuari perché speravano che vincesse titoli contro la Ferrari il giorno in cui Vettel, guidandola, l'avrebbe reso inservibile per i loro scopi.

In ogni caso quello che conta è che ho cercato di dare a Tina Menezes un altro futuro: le ho costruito, qualche anno fa, un setting inventato, una serie automobilistica inventata, colleghi inventati, una trama che in certi punti mi fa abbastanza inorridire...
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...poi niente, quando ero in dirittura d'arrivo mi sono interrotta. Non essendoci un finale allegro, non ero in vena di scrivere qualcosa di triste. Dopo la morte di Justin Wilson ho lasciato tutto in sospeso, perché proprio non me la sentivo.
Nel corso degli anni ci ho pensato e ripensato, mi sono chiesta se si potesse salvare qualcosa.
Ho deciso: sì e no.
Ultimamente mi sono rimessa a lavorare sul mio progetto, che sarà verosimilmente la mia unica fan fiction motoristica non trash, decidendo di combinare un po' due scuole di pensiero.
Ci saranno personaggi originali, nel contesto della Formula 1, con i personaggi della Formula 1 a fare più che altro da contorno. E non ci sarà nessuna lotta per il titolo, quanto piuttosto lotta per la sopravvivenza: il setting è quello del 2010/2011, nelle retrovie, con un team immaginario che sta dietro anche alla HRT.

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Milly Sunshine