giovedì 23 febbraio 2012

Commento al GP d'Europa 2011

09/07/2011: dal mio vecchio blog

Campionato 2011: Capitolo 8
Gran Premio d'Europa: Nessun ritirato a Valencia RECORD!

Valencia, 24-25-26 giugno 2011

Lettori di poca fede, immagino che tutti voi al completo foste convinti che questo commento sarebbe arrivato con un mese di ritardo. Invece ho deciso di stupirvi e, seppure in ritardo, stavolta ho fatto il possibile per non arrivare così in ritardo (ovviamente prima dovevo svolgere un’attività non da poco ovvero produrre i due commenti ritardatari che ho scritto dopo il suddetto gran premio nonostante risalissero a eventi avvenuti più o meno all’epoca dell’Antico Egitto. Infatti, se non ricordo male, proprio nello scorso commento dicevo di avere scritto tutto quanto su un foglio di papiro. Con il mio sangue, tra parentesi.
Adesso sono di nuovo su un foglio di papiro pronta a dissanguarmi nuovamente per potervi narrare una nuova entusiasmante gara che è stata disputata a Valencia.

Esistono località che sembrano essere state inventate appositamente per essere immortalate su una cartolina. Sfortunatamente non sempre le suddette località vengono utilizzate per quello scopo, può capitare, per esempio, che venga deciso che in queste specifiche località debba sorgere un circuito cittadino e che vi venga disputato il gran premio d’Europa. Correva l’anno 2008 quando questa cosa venne messa in pratica, nel caso di Valencia, che era pronto a regalare a noi appassionati alcune visioni estremamente sublimi, nella fattispecie, generalmente, gare in cui per vedere un sorpasso bisognava aspettare che iniziassero i doppiaggi. C’è da dire che dal 2010 in poi, grazie all’ingresso del Team Lotus, della Virgin e della HRT, almeno questa fase inizia molto prima, se può essere una consolazione.
Rimpiango i bei tempi in cui il gran premio d’Europa si svolgeva al Nuerburgring, ma purtroppo non si può avere tutto dalla vita. L’importante è che almeno il Nuerburgring non sia stato cancellato completamente dal campionato di Formula 1 (cosa che avviene progressivamente a tutti i veri circuiti) ma che vi venga disputato il gran premio di Germania, purtroppo ad anni alterni. Questo, se non sbaglio, dovrebbe essere uno degli anni alterni, dal momento che, se non vado errata, il gran premio di Germania dell’anno scorso si svolgeva a Hockenheim. Sì, sì, era proprio a Hockenheim e la sua denominazione era Grosser Preis Santander von Deutschland 2010, nome che a suo tempo fu al centro di diverse considerazioni che direi di lasciare perdere, anche perché non è che se in un gran premio non si vede niente di interessante quando poi scrivo il commento per riempire pagine devo scrivere cose che non c’entrano nulla. Abbandoniamo quindi la grosser preis per i fondelli da parte di Santander al proprio destino e proseguiamo.
Dov’ero rimasta? Da quando ho la tendenza a divagare (ovvero dal giorno successivo alla mia nascita) a volte mi capita di perdere il filo. Ah, ecco: il gran premio d’Europa venne dislocato a Valencia nel lontano ma piuttosto vicino 2008. Anzi, visti i cambiamenti che ci sono stati dal 2008 ad oggi forse è più opportuno chiamarlo vicino ma piuttosto lontano 2008. Era proprio quella l’epoca in cui erroneamente pensavamo che né Barrichello né Button avrebbero mai più vinto un solo gran premio, in cui sempre erroneamente pensavamo che Fisichella non sarebbe mai arrivato secondo con la Force India, in cui erroneamente non immaginavamo che un giorno la Redbull potesse dominare un mondiale, in cui erroneamente pensavamo che se c’era un muro Nelsinho Piquet ci si sarebbe inequivocabilmente schiantato… Ehi, fermi tutti, che cosa sto dicendo?! Ma quale erroneamente, se c’era un muro era quasi matematico che Nelsinho ci si andasse a schiantare!
Il weekend valenciano del 2008 fu ricco di colpi di scena, momenti esaltanti e scene avvincenti. La cosa più eclatante di tutte fu scoprire che Takuma Sato era stato ingaggiato dalla Toro Rosso per la stagione successiva. Peccato che fosse una notizia falsa e, se vogliamo cercare qualcosa di reale che abbia saputo incantare gli appassionati di motori, non ci resta che citare quando, nonostante in Ferrari avessero assicurato che la rottura del motore della vettura di Massa era avvenuta per una causa che non si sarebbe più verificata per almeno dieci anni, Raikkonen si ritirò per un guasto dello stesso tipo. Se per colpi di scena invece non si intendono i motori rotti ma soltanto ciò che riguarda i sorpassi, indubbiamente la gara fu esaltante da questo punto di vista e il migliore sorpasso fu quello compiuto da Nakajima nei giri finali ai danni di Barrichello, strappando al brasiliano la 15esima posizione. Perché fu il sorpasso più bello? Beh, ovviamente per una ragione inequivocabile: fu l’unico. Ah, per la cronaca, se non sbaglio fu anche quella gara in cui Massa, che poi vinse, a un certo punto nella corsia dei box per poco non travolse Sutil (stavolta senza il bocchettone della benzina – che poi il fatto del bocchettone accadde tipo due mesi dopo, se non sbaglio).
La mia cronistoria prosegue poi con il gran premio d’Europa del 2009, che a meno che non mi capiti di perdere la memoria penso che ricorderò per tutta la vita per un motivo soltanto. No, non il ritorno in pista di Badoer dopo dieci anni, bensì il fatto che Barrichello sia salito sul gradino più alto del podio quando nessuno credeva che un evento del genere si sarebbe mai più verificato. Ricordo che in occasione di quel gran premio scrissi una sorta di fan fiction diffusa in forma strettamente privata (e che viste le cavolate che ci sono scritte non pubblicherei mai e poi mai su un forum, dato che il livello di assurdo va di gran lunga al di là dell’immaginarsi Kovalainen e Petrov in forma di vampiri in stile twilight) che, non conoscendo ancora questo termine chiamai semplicemente “commento a un gran premio immaginario”. Non so per quale ragione in quella fan fiction che scrissi mi immaginai Adrian Sutil che lanciava cipolle e pomodori che teneva nell’abitacolo addosso agli avversari e Nelsinho Piquet al volante di una Redbull, l’unica cosa che so è che se quest’anno Nelsinho fosse veramente al volante di una Redbull avrebbe buone chance di ottenere il titolo. Quello di maggiore demolitore di automobili dell’anno, ovviamente. In quella fan fiction ho anche descritto una Mclaren come “una figura rossa”, quindi suppongo di essere stata presa da una forma piuttosto acuta di daltonismo, ma non è certo la cosa peggiore che ho scritto, dato che la cosa peggiore è scoprire chi fosse in vincitore di quella gara immaginaria, cosa su cui direi di sorvolare.
L’edizione del 2010 è stata vinta da Vettel, ma non me la ricordo. Non so perché ma la gara non mi è rimasta per nulla impressa. Forse che il gran premio di Valencia non è abbastanza interessante, di solito, da tenerselo in mente? Penso che la ragione sia quella e non mi resta che abbandonare questo spazio storico, in cui ho detto tante cose che non hanno nulla a che vedere con il gran premio che devo narrare. Spero che il fatto che effettivamente si passi a ciò che avrei dovuto scrivere fin da subito non vi renda troppo affranti, miei cari e affezionati lettori.

Il gran premio di questa stagione era stato preceduto da voci che dicevano che “Heidi” sarebbe stato sostituito a breve da Grosjean. Non avevo preso quelle voci troppo sul serio, anche perché mi risulta che fossero state smentite dopo una mezza giornata, per cui non mi sono sorpresa per nulla quando ho realizzato che Grosjiiii si trovava ancora nell’universo parallelo della GP2 e che non l’avrei visto in pista in occasione di questo gran premio (e, lo aggiungo, pare nemmeno in quelli futuri, almeno per il momento), ma del resto credo di averne avuto abbastanza di vederlo in passato, dato che quando arrivò alla Renault al posto di Nelsinho Piquet, nel 2009, i risultati che ottenne furono più o meno paragonabili a quelli del brasiliano, ma quando lo inquadravano dopo il ritiro rituale i commenti che facevo mentalmente erano ben diversi da quelli che facevo al momento in cui inquadravano Nelsinho. Essendo questi commenti considerazioni strettamente femminili direi che non è il caso di elencarli in questo commento, essendo senza dubbio il pubblico maschile poco interessato alla cosa!

Veniamo alle qualifiche (ditelo: non ci speravate più!) in cui gli equilibri della Formula 1 hanno dimostrato che stavolta non si sarebbero lasciati sovvertire per nulla al mondo. Parlo di Narain Karthikeyan che talvolta si era salvato dall’onore della prima posizione a partire dal fondo della griglia di partenza, ma in questa occasione, dato che tutte le monoposto erano riuscite a scendere in pista, non ha potuto fare a meno di ottenere quel memorabile risultato che è stata la 24esima posizione. A tentare di sovvertire gli equilibri classici della Formula 1, comunque, è arrivato il fatto che l’altra HRT non fosse andata a piazzarsi in ultima fila accanto al grande Karthyyyy, il miglior pilota di sempre, nonché unico pilota della HRT che finora è riuscito nella storica impresa di essere sempre surclassato in qualifica dal compagno di squadra (non in gara, però, dove in un’occasione in cui Liuzzi era arrivato 22esimo lui era riuscito a piazzarsi ben 21esimo). Il 23esimo tempo è comunque toccato a D’Ambrosio, ovvero quello che finisce in ultima fila di sicuro nella rara ipotesi in cui questa non sia tappezzata dalle HRT. Rispettivamente nelle postazioni davanti ai due si sono piazzati i loro compagni di squadra, con la Lotus che andava a dominare la terzultima fila, con Kovalainen davanti a Liuzzi. Come al solito un solo pilota di un team che possa essere degno di essere chiamato team sarebbe precipitato fuori dalla Q2 ed è toccato ancora una volta ad Alguersuari.

Nella Q2 sono iniziati i problemi anche per l’altra Toro Rosso, infatti Buemi è andato a piazzarsi proprio accanto ad Alguersuari, in 17esima posizione. Il 16esimo tempo è andato a Perez, rientrato dopo avere saltato la gara di Montecarlo e il gran premio del Canada. Maldonado si è piazzato 15esimo, mentre il 14esimo tempo è toccato a Kobayashi. A proposito del “piccolo samurai giapponese” Mazzoni ci ha tenuto a ricordare per la milionesima volta come fosse finora andato a punti in tutte le gare finora disputate, anche se poi in Australia la Sauber era stata squalificata e punti non ne aveva ricevuti. Le altre migliaia di volte la frase non aveva provocato danni di particolare entità, mentre stavolta pare che si sia verificato in pieno l’effetto gufata, in quanto in gara Kamui è arrivato 16esimo.
Lasciamo da parte la gara, almeno per il momento, e lasciamo da parte anche il fatto che il programma che sto utilizzando per scrivere ha avuto un attimo di stordimento inceppandosi per un istante… Eravamo rimasti a Kobayashi, e accanto al “piccolo samurai giapponese” si è andato a piazzare Barrichello. 12esimo tempo per Di Resta, che immancabilmente dall’inizio del mondiale ad ora è sempre stato elogiato a tutto andare perché a dire dei telecronisti non ha fatto altro che surclassare Sutil, ma basterebbe andare a dare un’occhiata alle classifiche per notare come quella descrizione sia alquanto ottimistica. Infine il primo degli esclusi, in 11esima posizione, è stato Petrov. Hanno quindi avuto accesso alla Q3 le Redbull, le Mclaren, le Ferrari, le Mercedes, oltre che la Lotus Renault e la Force India superstiti.

In Q3 Alonso è stato il primo a scendere in pista. Ovviamente al momento di completare il suo giro veloce, essendo il suo l’unico tempo fatto registrare, aveva il miglior tempo. La cosa ha fatto esaltare Mazzoni come se fosse accaduto qualcosa di miracoloso, ma purtroppo la soddisfazione del telecronista non è durata a lungo. Con grande sconvolgimento di tutti coloro che pensavano che Vettel non avrebbe ottenuto la pole position, molto stranamente è stato proprio lo stesso Vettel a conquistarla. Prima fila tutta Redbull, dato che Webber ha fatto registrare il secondo tempo, mentre seguiva in terza posizione la Mclaren di Hamilton. Nelle posizioni immediatamente successive si trovavano le due Ferrari del Ferrari Man e del Ferrari Baby, dopodiché in sesta posizione l’altra McLaren di Button (che mi rifiuto di chiamare Jensiiii come ho fatto in uno degli scorsi commenti). In quarta fila vi erano le Mercedes di Rosberg e Schumacher, con quest’ultimo che peraltro era andato in pista in pratica all’ultimo momento, mentre i due piloti successivi, Heidfeld e Sutil, in pista non ci erano andati affatto, in Q3, per risparmiare un set di gomme (pare che quella di risparmiare un set di gomme evitando di andare in pista nell’ultimo turno di qualifiche sia una delle pratiche più comuni in questo campionato).

Il giorno dopo alle 14,00 è scattata la gara, che vista la conformità del circuito aveva buone probabilità di essere quasi totalmente incolore. La mie aspettative non sono state particolarmente deluse e ho potuto notare che, sì, ci avevo visto giusto, la gara è stata tutt’altro che movimentata… ma evidentemente è più esaltante ammirare il panorama di Valencia e la quantità di yacht lì presenti per un’ora e quaranta, più che vedere una gara movimentata, caratterizzata da quello che Mazzoni decretava un caldo impressionante. Sì, adesso non esageriamo, caldo impressionante 28 gradi… sul balcone di casa mia di questo periodo capita anche che di gradi ce ne siano dieci di più, ma lasciamo perdere…
Okay, è il momento di andare avanti, non sono qui per fare considerazioni sulla temperatura di Valencia, ma per commentare la gara. Partenza regolare, con Vettel che è sfilato in avanti, con Massa che ha tentato di insidiare la seconda posizione di Webber, ma poi dato che in tal caso avrebbe corso il rischio di piazzarsi davanti anche al Ferrari Man si è accontentato della quarta posizione momentanea dietro ai due della Redbull e al compagno di squadra. Hamilton nel frattempo aveva perso qualche posizione.
Nessuno se ne sarà accorto, ma Kovalainen nelle retrovie ha fatto una buona partenza, che gli ha permesso di recuperare, per il momento, qualche posizione, portandolo quasi a metà classifica, posizione in cui si trovava più meno anche all’epoca della McLaren. Il risultato finale non è stato particolarmente esaltante, ma per il momento non aveva importanza.
Nelle prime otto posizioni, se non erro, c’erano Vettel, Webber, Alonso, Massa, Hamilton, Rosberg, Hamilton e Schumacher, nella fase iniziale della gara, con Mazzoni che faceva notare come Button non riuscisse a raggiungere Rosberg in quanto la Mercedes era la monoposto più performante presente in pista. Infatti, cari lettori, immagino che vi sarete senza dubbio accorti che non c’è nessuno che possa battere le Mercedes in questa stagione…
Dopo poco tempo dall’inizio della gara sono iniziati i pit-stop, e in questi frangenti Schumacher si è ritrovato nei pressi di Petrov. C’è stato un contatto tra i due, come ce n’era già stato uno in Turchia, tra parentesi (non è che anche loro sono calamitati l’uno con l’altro come Raikkonen e Sutil? forse è il caso di iniziare a prendere in considerazione questa ipotesi…), con nonno Michael che ha rotto l’ala anteriore e ha fatto una sosta ai box per sostituirla, precipitando tra le ultime posizioni e sparendo di fatto dalla top-ten.

Ad un certo punto, prima della seconda sosta, il Ferrari Man si è appropriato della seconda posizione, che poi è tornata a Webber al momento della seconda sosta. In Ferrari, al momento del pit-stop di Massa, le cose sono andate in modo estremamente regolare: un problema nel montaggio di una gomma ha rallentato il suo pit-stop di parecchi secondi, cosa che mi pare sia già accaduta almeno un’altra volta se non due dall’inizio della stagione, quindi più regolare di così non poteva essere.
A proposito del terzo pit-stop, in occasione di quello Webber, rientrato troppo presto, ha visto svanire la sua seconda posizione, conquistata definitivamente da Ferniiii. Tutti hanno fatto tre pit-stop, escluso Alguersuari, che era su una strategia di due soste, cosa che gli ha permesso di risalire fino all’ottava posizione, arrivando in zona punti per la seconda volta consecutiva e mettendo a tacere le voci che lo volevano sul punto di essere licenziato, voci che a mio parere riprenderanno probabilmente non appena Buemi lo batterà di nuovo.

Nella fase conclusiva della gara Hamilton, che si era installato in quarta posizione già da tempo immemorabile, aveva problemi di gomme e perdeva terreno nei confronti di Massa che gli stava dietro. Mazzoni era esaltatissimo, durante gli ultimi giri, sostenendo che i due erano in accesa lotta per la quarta posizione. Considerando che i due sono arrivati sul traguardo con un distacco di cinque secondi l’uno dall’altro inizio a chiedermi: ma io ho visto una gara diversa? Comunque, è da segnalare, probabilmente il Ferrari Baby avrebbe effettivamente conquistato la quarta posizione nel caso sette o otto secondi di troppo non se ne fossero andati nel pit-stop.

Vettel è transitato per primo sotto la bandiera a scacchi, seguito dalle altre 23 vetture. Ebbene sì, tutte le 24 vetture presenti sulla griglia di partenza sono giunte fino al traguardo. Era dal gran premio d’Italia del 2005 che non vi erano gare senza alcun ritirato e comunque, dato che allora le vetture in totale erano venti non era mai capitata una gara in cui ben 24 vetture arrivassero al traguardo. Ciò ha fatto entrare questa edizione del gran premio di Valencia nella storia, se non per altro (dato che non è successo praticamente nulla) almeno per questo.

Risultati:
1) Vettel (Redbull), 2) Alonso (Ferrari), 3) Webber (Redbull), 4) Hamilton (Mclaren), 5) Massa (Ferrari), 6) Button (Mclaren), 7) Rosberg (Mercedes), doppiati di un giro 8) Alguersuari (Toro Rosso), 9) Sutil (Force India), 10) Heidfeld (Lotus Renault), 11) Perez (Sauber), 12) Barrichello (Williams), 13) Buemi (Toro Rosso), 14) Di Resta (Force India), 15) Petrov (Lotus Renault), 16) Kobayashi (Sauber), 17) Schumacher (Mercedes), 18) Maldonado (Williams), 19) Kovalainen (Team Lotus), 20) Trulli (Team Lotus), 21) Glock (Virgin), 22) D’Ambrosio (Virgin), doppiati di 3 giri 23) Liuzzi (HRT), 24) Karthikeyan (HRT).

Classifiche:
PILOTI: 1) Vettel 186, 2) Button 109, 3) Webber 109, 4) Hamilton 97, 5) Alonso 87, 6) Massa 42, 7) Rosberg 32, 8) Petrov 31, 9) Heidfeld 30, 10) Schumacher 26, 11) Kobayashi 25, 12) Sutil 10, 13) Alguersuari 8,  14) Buemi 8, 15) Barrichello 4, 16) Di Resta 2, 17) Perez 2.
TEAM: 1) Redbull 295, 2) McLaren 206, 3) Ferrari 129, 4) Lotus Renault 61, 5) Mercedes 58, 6) Sauber 27, 7) Toro Rosso 16, 8) Force India 12, 9) Williams 4.

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