17/08/2010 [dal vecchio blog]
C’era una volta neanche tanto tempo fa il signore e padrone dell’universo che svettava su tutto e su tutti…
Per “neanche tanto tempo fa” intendo comunque un periodo ragionevolmente lungo da permettere a chi cambia bandiera al cambiare del vento (definito in altri termini “tifoso da bar” da non confondersi con “tifoso della BAR” che significa tifoso che ha imprecato per anni ma che l’anno scorso si è ripreso, non rendendosi conto del passaggio da Honda a BrawnGP così come non si era precedentemente accorto del passaggio da BAR a Honda) di cambiare opinione più o meno una quarantina di volte, in un numero che per convenzione stimeremo collocabile più o meno su 41.
Costoro erano perfettamente convinti che il signore e padrone dell’universo avesse sempre spadroneggiato su tutto e su tutti diffondendo il colore rosso nell’atmosfera, avendo ormai perfettamente dimenticato che prima di tutto ciò erano stati altri i colori che avevano spopolato su tutto e su tutti e, ancora più grave, il signore e padrone dell’universo non era sempre stato tale e non era sempre stato vestito di rosso. Ma questo non ha importanza ai fini della nostra storia.
Con 40 titoli vinti e una stagione grigia alle spalle (o meglio, con una stagione che avrebbe anche potuto essere grigia se il nemico numero 1 dell’umanità non avesse fatto la grigliata di motori con uno dei suoi cavalieri e un eterno autoscontro con l’altro) il signore e padrone dell’universo si stava rendendo conto di quanto ne avesse le scatole piene di un mondo che non faceva più per lui. Provava infatti il folle desiderio di starsene a casa a rompere un po’ le scatole a sua moglie, che a differenza di molte altre mogli nell’ambiente non era né una modella, né un’attrice, né una cantante, né una spogliarellista, né molto più giovane di lui. Prima di andarsene, però, sapeva che i suoi sostenitori pretendevano da lui che annientasse il potere nascente di colui che si apprestava a diventare il nuovo nemico e che già era chiamato da tutti genio del male, nonostante portasse ancora colori tutto sommato tollerabili come l’azzurro e il giallo, mentre per l’anno successivo pensava di indossare una volta per tutte finalmente il colore grigio del nemico numero 1 dell’umanità. Sarebbe stato il 41esimo titolo vinto dal signore e padrone dell’universo e i suoi sostenitori già andavano dichiarando che lo adoravano alla follia fin dal 1920 e che non sapevano come avrebbero potuto fare a meno di lui (cosa abbastanza improbabile in quanto il signore e padrone dell’universo era apparso sotto quella forma solo intorno al 1969, inoltre qualche estraneo poteva ricordare come i tifosi da bar non fossero sempre stati concordi col definirlo il loro idolo supremo, specie nei casi in cui il signore e padrone dell’universo aveva perso il mondiale all’ultima gara – cose già rimosse, ormai).
Nulla da fare: niente 41esimo titolo. I sostenitori rimasero delusi imprecando e sgolandosi fino a perdere la voce dopo che li avevano sentiti fin dalla terra dei samurai e dalla terra del carnevale.
Poi giunse il cavaliere convertito, che capendo che il rosso è il bene e il grigio è il male aveva finalmente lasciato il nemico pubblico numero 1 ed era entrato nelle grazie di questi sostenitori accaniti. Costui li esortò a berci su e offrì loro fiumi di vodka che permisero a tutti quanti di superare la delusione. All’aumentare del tasso alcolico iniziarono a vedere il lato alcolico e carnevalesco (grazie anche al contributo di stelle filanti e coriandoli portato dall’organizzatore di carnevali che era già stato il compagno di squadra del signore e padrone dell’universo e che avrebbe affiancato il cavaliere convertito) della vita. Ma nel frattempo qualcuno tramava alle loro spalle.
Messe fuori uso per un po’ dallo stato di ebbrezza, le loro menti trovarono normale tutto ciò che veniva propinato loro, ma dopotutto forse è scontato che, nell’epoca in cui le memorie di massa hanno raggiunto uno sviluppo notevole, le informazioni segrete su larga scala vengano passate facendo le fotocopie nella cartoleria dietro casa o su un floppy che per dimensioni fa fatica a contenere una foto digitale. Una precisazione per chi non fosse molto ferrato sui termini informatici: “memorie di massa” indica in informatica l’insieme dei supporti esterni al PC su cui si possono memorizzare dati, nulla quindi che abbia a che vedere con i ricordi dell’organizzatore di carnevali compagno di squadra del cavaliere convertito.
L’avvertimento fu chiaro: il nemico numero 1 era tornato e poteva contare sul genio del male (finalmente promosso a questa carica) e sul figlio adottivo del nemico pubblico che naturalmente sembrava essere il migliore amico del genio del male. Proprio questi due disponevano allora del maggiore potere, tanto che più d’uno pensava che i due avrebbero dominato il mondo perlomeno fino all’età di 35 anni, età dopo la quale qualunque pilota è generalmente considerato un vecchio bollito, specie se non porta la tuta rossa.
I supporter, a cui nemmeno l’alcol dava più soddisfazione, iniziarono come al solito a imprecare, a dire che il cavaliere convertito e l’organizzatore di carnevali non valevano nulla e che volevano tornare all’epoca del signore e padrone dell’universo e dello zerbino. Ma il passato non ritorna mai, cosicché il cavaliere convertito li invitò a farsi una seconda bevuta stordendoli nuovamente al punto tale da costringerli al silenzio, una delle attività che lui praticava con maggiore gusto (non quella primaria che era un’altra).
Con l’avanzare del tempo uno spiraglio di luce finì per aprirsi: fu con una certa soddisfazione che i sostenitori si resero conto di come stavano veramente le cose (affermazione forse un po’ esagerata): pareva infatti che il genio del male e il figlioletto adottivo del nemico pubblico, fossero ormai talmente smaniosi si distruggersi a vicenda da non curarsi del fatto che qualcuno potesse approfittarne. A quel punto il cavaliere convertito offrì vodka a tutti, finse di bere rovesciando tutto in un vaso di gerani (come fa la gente nei film quando vuole far ubriacare qualcuno facendogli credere di bere a sua volta), finché non poté sfoderare l’attacco decisivo proprio mentre i sostenitori parlavano di mondiale falsato. Il cavaliere convertito gridò che il mondiale non era falsato e che sarebbe stato lui a vincerlo, ma ovviamente nessuno lo udì: è muto.
Tutto si concluse a vodka e champagne mentre l’organizzatore di carnevali suonava una vuvuzela lanciando coriandoli e stelle filanti, con i supporter che urlavano che dopotutto non sentivano la mancanza del signore e padrone dell’universo e che il loro eroe era il cavaliere convertito di lì all’eternità. Bei tempi…
Bei tempi? Ma neanche per sogno! Visto il flop (non il floppy) dell’anno precedente, il nemico numero 1 non ci teneva a finire su Paperissima ancora una volta e aveva deciso di accantonare il genio del male e di concentrarsi sul figlioletto adottivo del nemico pubblico, affiancandogli un biondino connazionale del cavaliere convertito che era talmente dedito allo zerbinaggio da non essere nemmeno considerato una forza del male e da suscitare talmente indifferenza che a volte anche le annunciatrici del telegiornale non sapevano chi fosse. Indifferenza paragonabile a quella con cui il cavaliere convertito conduceva il nuovo campionato, dato che con una vittoria del titolo i suoi sostenitori gli avevano promesso di sovvenzionarlo a vita con alcolici di vario genere e il suo obiettivo era ormai stato raggiunto nella stagione precedente.
Ben presto tutto si risolse con una sfida a due. Gli sfidanti erano dalla parte del grigio male il figlio adottivo del nemico pubblico e dalla parte del rosso bene l’organizzatore di carnevali. Le opinioni dei sostenitori erano discordanti, in contrasto con la loro attitudine a comportarsi come pecoroni seguendosi a vicenda, e le tesi enunciate erano variabili: 1) l’organizzatore di carnevali era la grande celebrità e tutti dovevano inchinarsi ai suoi piedi ogni volta che lanciava una manciata di coriandoli, 2) il cavaliere convertito avrebbe dovuto risalire magicamente in testa alla classifica e l’unico incentivo necessario era dargli carburante con una maggiore gradazione alcolica, 3) questa era la tesi che faceva più scalpore, qualcuno, forse gli stessi che avevano detto che il genio del male era una spia o che era la rovina dell’automobilismo, sosteneva che proprio il genio del male dovesse prendere il posto dei due soggetti citati ai punti 1 e 2.
La realtà era una soltanto: non è che i sostenitori avevano smesso di comportarsi come pecore, è che a ogni evento una delle tre tesi sopraffaceva le altre. Ad esempio, quando l’organizzatore di carnevali lanciava stelle filanti giù dal gradino più alto del podio prevaleva la 1, quando il cavaliere convertito dava segni di letargo meno evidenti del solito sopraggiungeva la 2, infine quando vinceva il figlio adottivo del nemico pubblico prevaleva la 3 in memoria dei bei tempi in cui vi era stato uno scontro armato tra lui e il genio del male.
Tutto questo cambiare idea a ripetizione perdurò per settimane, finché non fu chiaro come la luce del sole che il genio del male se ne sarebbe rimasto alla sua collocazione primordiale in cui era tornato, non prima di essere denominato genio assoluto del male nella famosa notte in cui un tizio che andava sempre a sbattere andò a sbattere anche quella volta e gli eventi che si susseguirono condussero il genio del male alla vittoria. Tutti iniziarono successivamente a imprecare, perché a causa del genio del male l’organizzatore di carnevali non era riuscito a salire sul tetto del mondo. Qualcuno osò timidamente far notare che non era stato il genio del male a portare allo sradicamento di mezzo box sempre durante quella notte, ma questo qualcuno venne presto messo a tacere. Come? Beh, i sostenitori avevano già dimenticato la promessa di consegnare alcolici di vario tipo e di varia gradazione al cavaliere convertito per tutta la durata della sua vita (la capacità di memoria di questi sostenitori è un fenomeno ancora indagato da “Mistero” e “Voyager”: pare però da recenti studi che le uniche cose che ricordano siano gli eventi positivi del loro team preferito e gli eventi negativi capitati ad altri) e fecero bere le scorte di alcolici con la forza questi soggetti al punto tale da condurli al coma etilico. Naturalmente questi soggetti non proferirono più alcuna contestazione.
Un mese dopo lo sradicamento di mezzo box il titolo andò al figlioletto del nemico pubblico, con grande commozione dei sostenitori che imprecarono a tal punto per il fatto che l’organizzatore di carnevali non avesse vinto che lo stesso organizzatore di carnevali li andò a trovare tutti ad uno ad uno con l’apparente obiettivo di ringraziarli ma in realtà li mise a tacere stordendoli soffiando dentro la vuvuzela per circa 12 ore consecutive a tre passi dalle orecchie di ciascuno di loro e approfittando del fatto che urlavano per rovesciare coriandoli in quantità industriale dentro le loro bocche.
Qualche tempo dopo i sostenitori si ripresero e iniziarono a sognare un mondiale a vodka e carnevale e ne erano talmente certi che rimasero spiazzati quando qualcosa li convinse a cambiare idea. E i tifosi della BAR (che non si erano resi conto del passaggio da BAR a Honda e da Honda a Brawn GP), invece, quelli sì che smisero di imprecare! Il ruolo di dominare il mondo fu attribuito a una promessa non mantenuta dell’automobilismo che improvvisamente si era messo in testa di essere il più forte di sempre e ci teneva a dimostrarlo, con il supporto anche di un personaggio che lo affiancava e che in passato aveva occupato il ruolo di tappeto rosso che veniva steso a terra al passaggio del signore e padrone dell’universo.
I supporter iniziarono a protestare dicendo che il mondiale era falsato, perché le vetture con i diffusori pseudoirregolari spaziavano in lungo e in largo piazzandosi ai primi posti, in particolare un certo Naka Gata che sulla sua auto con diffusore stava compiendo un vero e proprio miracolo: quello di non essere preso a calci in culo quando scendeva dalla vettura.
Così si arrivò al momento della verità. E mentre le ex BAR svettavano e con loro anche i tori lo mettevano in quel posto ai cavallini o asinelli che dir si voglia, il consiglio di guerra dei sostenitori giunse a questa conclusione: nonostante la vettura fosse palesemente inferiore alle altre, su una di quelle vetture il genio del male avrebbe vinto il mondiale con sei mesi d’anticipo, perché il cavaliere convertito e l’organizzatore di carnevali erano i peggiori piloti che potessero stare in sella agli asinelli rossi. Finché si giunse a metà stagione o poco più. L’organizzatore di carnevali stava lanciando coriandoli contro le ex BAR e loro, non gradendo la cosa, gli lanciarono un pezzo d’auto in faccia rischiando di accecarlo.
Prima ancora che i sostenitori potessero commentare il fatto (il che fu un bene dato che il commento doveva essere qualcosa tipo “piuttosto che a lui, potevano tirarlo a un altro”) arrivò il signore e padrone dell’universo che annunciò che sarebbe stato lui a rimpiazzare l’organizzatore di carnevali. Ma poi non gli fu possibile perché il suo collo aveva avuto qualche effetto collaterale mentre tentava di smentire la legge di gravità dimostrando che una moto con lui a bordo sarebbe stata magicamente in piedi da sola. E ciò permise che al posto dell’organizzatore di carnevali giungessero altri soggetti che fecero cadere nel dimenticatoio una delle proteste che salivano di tanto in tanto ovvero “vogliamo un italiano in sella all’asinello”.
La stagione finì con il nemico numero 1 che si appropriò del terzo posto, lasciando le briciole all’allevamento di asinelli. La cosa sconcertò e non poco i sostenitori, però si consolarono: il genio del male sarebbe arrivato finalmente l’anno successivo, mostrando la propria supremazia e diventando il nuovo genio delle quattro ruote. A farli tremare, però, fu l’idea che l’ex BAR fosse stata acquistata dal nemico numero 2 assumendo colore grigio e divenendo una seconda forza del male. Ancora più sconvolgente fu però sapere che il nemico numero 2 aveva ingaggiato il signore e padrone dell’universo che avevano adorato per anni. Intanto la promessa non mantenuta dell’automobilismo, che era diventato campione del mondo vendendo in cambio l’anima al nemico numero 1, avrebbe prestato i propri servizi proprio al nemico numero 1.
Rewind. Si riavvolge il VHS della storia e vi si registra sopra qualcos’altro: ma quale signore e padrone dell’universo? Chi l’ha mai voluto quello? È sempre stato il genio del male quello per cui tutti abbiamo incrociato le dita.
Quello che accadde dopo è storia. Per lungo tempo i supporter furono convinti che il genio del male (ora genio rosso) stesse dominando il mondo, nonostante fosse impegnato a rincorrere il figlioletto del nemico pubblico, i due tori che si incornavano a vicenda e la promessa non mantenuta. Non si resero mai conto chiaramente che quel dominio non corrispondeva esattamente alla realtà, anche quando il loro nuovo idolo (ma quale nuovo? il loro idolo di sempre, intendevo…) vinse soltanto due delle gare che si svolsero prima della pausa di agosto. Però c’è da dire che furono due vittorie estremamente combattute e difficoltose… Nel primo caso infatti fu estenuante aspettare che uno dei tori perdesse le corna e si fermasse. E nel secondo, invece, fu veramente ridicolo che il tappeto rosso venisse steso sotto la vettura del genio rosso soltanto dopo tre quarti di gara. E soprattutto fu ridicolo che qualcuno sostenesse che non si trattava in realtà di un tappeto rosso ma dell’organizzatore di carnevali. Chi è l’organizzatore di carnevali, dopotutto? È chiaro come la luce del sole che l’allevamento di asinelli dispone di un solo pilota.
Al momento attuale il genio rosso e tutti gli altri sono in ferie. Lo scontro riprenderà alla fine di agosto. Non sappiamo ancora come finirà la stagione per il genio rosso, ma una cosa è certa: il genio del male, quello che tutti odiavano e che accusavano di avere rovinato il mondo, è divenuto il nuovo incontrastato e invincibile signore e padrone dell’universo a cui i sostenitori giurano devozione eterna. Di conseguenza, qualora le prestazioni dell’ex signore e padrone dell’universo dovessero migliorare, sarebbe consacrato alla storia come nuovo genio del male.
Personalmente sono sicura che stavolta hanno trovato il loro vero amore. Sarà il genio rosso quello che adoreranno per sempre. Almeno finché non cambierà team.
Lady B.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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