lunedì 23 gennaio 2012

[Dal vecchio blog] 28/09/10: Mika Hakkinen compie 42 anni

28/09/2010 [Dal vecchio blog]
Come ho già detto in più occasioni, io all'epoca dei mondiali vinti da Hakkinen la pensavo decisamente sull'altra sponda e, vista la poca sportività della mia giovane età, lo gufavo con una frequenza stratosferica, praticamente ogni volta in cui si trovava tra le prime posizioni, ovvero sempre. Adesso, che ho il doppio degli anni che avevo allora e non sono più accecata dal tifo, sono convinta che sia stato il miglior pilota del periodo fine-anni-90. E in onore del suo compleanno, ho deciso in questo topic di ripercorrere la sua storia in F1.

Introduzione
Mika Hakkinen nasce il 28 settembre 1968 a Espoo (lo stesso luogo dov'è nato anche Raikkonen), una cittadina situata nei dintorni della capitale finlandese Helsinki e durante l'infanzia vive a Vantaa (il luogo di nascita di Salo). È il figlio di Harri e Aila Hakkinen, un telegrafista e di una segretaria, e si avvicina al mondo dei motori grazie alla pista per kart situata poco lontano da casa sua.
Tra la metà degli anni '70 e la metà degli anni '80 vince sei campionati finlandesi di kart e approda in Formula Ford nel 1987. L'anno successivo vince il campionato Open Lotus, per poi passare alla Formula 3 dove vince il campionato del 1990.
Sempre nel 1990 avviene un suo scontro epocale (scontro nel vero senso del termine) con quello che qualche anno più tardi diventerà il suo più grande rivale in Formula 1, Michael Schumacher. Nella manche finale del gran premio di Macao della Formula 3, mentre Michael era in testa, Mika tenta di superarlo, Michael cambia traiettoria, i due entrano in collisione, Mika non riesce a completare il sorpasso ma arriva comunque al termine in seconda posizione.

I primi anni in F1 alla Lotus
Il 1991 è l'anno che vede il debutto di Hakkinen in F1, al volante di una Lotus, team che sta vivendo le ultime fasi di un lento declino. La vettura non è particolarmente competitiva, ciò nonostante Mika riesce a dimostrare il proprio talento e alla sua terza gara in carriera, a Imola, raggiunge per la prima volta la zona punti, classificandosi 5°, dopo essere partito dall'ultima fila. Per tutta la stagione riesce a battere senza difficoltà i vari compagni di squadra che la Lotus gli affiancherà: Julian Bailey, Johnny Herbert, Michael Bartles.
Nel 1992 Hakkinen è ancora pilota della Lotus, come compagno di squadra di Herbert. La vettura si dimostra indubbiamente più innovativa e competitiva rispetto a quella della stagione precedente, cosicché Mika riesce a ottenere risultati di gran lunga migliori. Si piazza in ottava posizione nella classifica finale, dopo avere ottenuto parecchi arrivi in zona punti: tre sesti posti (Messico, Gran Bretagna, Belgio), un quinto posto (Portogallo) e due quarti posti (Francia e Ungheria).
Con questo risultato decisamente apprezzabile si conclude l'unione tra Mika e la Lotus, per lui sta per iniziare un futuro più interessante a Woking...

I primi anni in Mclaren
Mika arriva nel 1993 in quello che sarà il suo ultimo team. I due piloti titolari della Mclaren sono al momento Ayrton Senna e Michael Andretti, per cui inizialmente Hakkinen accetta un ruolo di collaudatore.
Quando mancano tre gare alla fine della stagione Andretti Jr. lascia la Mclaren dopo una stagione estremamente deludente e al gran premio del Portogallo Mika fa il suo debutto come pilota ufficiale in Mclaren. La sua prima qualifica è un modo perfetto per festeggiare questo inizio: terzo sulla griglia di partenza, dietro soltanto alle due Williams (che in quella stagione erano dei discreti razzi). Per buona parte della gara rimane poi tra le prime posizioni, ma dopo una trentina di giri si ritira per un'uscita di pista mentre era il lotta con la Ferrari di Alesi.
In Giappone, partito di nuovo terzo, giunge terzo al traguardo, conquistando il suo primo podio. Purtroppo è invece costretto al ritiro al gran premio d'Australia, in cui si chiude la stagione.

La vettura della stagione successiva, affidata a Mika e al britannico Martin Brundle, non è eccezionale, diciamo che la storia della Mclaren ha visto tempi migliori. Nel corso della prima metà della stagione, tappezzata da motori finiti in fumo, altri problemi tecnici e anche numerosi incidenti, riesce a portare al termine le sole gare di Imola e Silverstone, piazzandosi comunque in entrambe le occasioni sul gradino più basso del podio.
Al gran premio di Germania è protagonista di un pericoloso incidente, dopo essersi toccato con il suo futuro compagno di squadra Coulthard perde il controllo della propria vettura e taglia la strada a parecchi avversari prima di giungere all'impatto con le barriere di protezione. Ritenuto il principale responsabile dell'incidente, viene squalificato dalla gara successiva (Ungheria) in cui sarà Philippe Alliot a rimpiazzarlo. Al momento del ritorno, a Spa-Francorchamps, la stagione di Mika vede una svolta in positivo: arriva secondo in quella gara, e terzo nelle successive gare di Monza, Estoril e Jerez. Ciò gli comporta il quarto posto finale in classifica.

La stagione 1995 vede l'arrivo in Mclaren dell'ex campione del mondo Mansell. Quando, dopo poche gare, si ritirerà dalle competizioni, sarà Mark Blundell a sostituirlo come compagno di squadra di Hakkinen.
L'annata si rivela un flop per la scuderia di Woking e Mika non vede più di un quarto posto a Interlagos, un quinto a San Marino e finalmente, dopo parecchi mesi, un secondo posto a Monza.
Nel gran premio del Pacifico è assente, avendo dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico di appendicite (sarà rimpiazzato da Jan Magnussen). Rientra in Giappone, penultima gara stagionale, dove ottiene di nuovo un secondo posto in gara. È il suo ultimo arrivo in zona punti per quella stagione... E non solo...

Il grave incidente di Adelaide
Gran Premio d'Australia 1995. Durante le prove libere, a causa di una foratura, Mika ha un terribile incidente e, dopo che la sua vettura è rotolata violentemente contro le barriere, ne viene estratto privo di sensi. Prontamente assistito dai medici del circuito, viene immediatamente trasportato in ospedale, dove resterà in coma per vari giorni. È questo il triste epilogo della stagione.

Mika si riprende dal coma, ma in lui qualcosa è cambiato. Non solo si porterà addosso a vita le conseguenze dell'incidente (in cui ha riportato una lesione alla lingua e un abbassamento dell'udito), ma quando ritornerà in pista cambierà qualcosa anche nel suo stile di guida. Insomma, il ragazzo che nei primi anni si ritrovava coinvolto in numerosi incidenti non c'è più, sostituito da un pilota preciso e determinato che di lì a qualche anno otterrà tutto quello che ha ottenuto...

McLaren 1996-1997
Il 1996 vede l'arrivo in Mclaren di David Coulthard, che sarà il compagno di squadra di Mika per ben sei anni (sei anni dopo i quali, per lungo tempo, avranno il record di essere i due piloti rimasti compagni di squadra per il maggior numero di gare - record che dal 2005 appartiene a Schumacher e Barrichello).
La stagione inizia con un quinto posto e parecchie volte, nel corso della stagione, Mika arriva in zona punti. Giunge anche quattro volte sul gradino più basso del podio, a Silverstone, Spa, Monza e Suzuka.
La sua stagione, in cui batte il compagno di squadra, si conclude con un quinto posto in classifica.

Il 1997 la stagione della Mclaren si apre bene, con una vittoria di Coulthard in Australia. In quella gara Hakkinen conquista un ottimo risultato, un terzo posto. Nelle gare successive arriva sempre in zona punti ed è di nuovo terzo al gran premio di Germania.
Al gran premio del Lussemburgo (com'era allora denominato l'evento del Nuerburgring) Mika ottiene la prima pole position. Mantiene la leadership seguito dal compagno di squadra, ma il risultato sfuma quando entrambi sono costretti al ritiro, praticamente nello stesso giro, per le rotture dei motori.
La stagione 1997 si conclude a Jerez, con la prima vittoria in carriera per Hakkinen. A dire la verità non una vittoria eccezionale, quelle successive sono state di gran lunga migliori e molto più "conquistate".
Jacques Villeneuve, infatti, gli ha lasciato strada all'ultimo giro - come ricorderete Villeneuve era in lotta per il titolo e gli bastava un punto, dopo il ritiro di Schumacher, per diventare campione del mondo. In realtà non è stato l'unico a lasciare strada a Mika, dato che anche il suo compagno Coulthard, che lungamente era stato davanti da lui, gli ha dovuto lasciare strada per ordini di scuderia (non me lo sto inventando io, lo dicono gli articoli dell'epoca - sto raccogliendo materiale su quel gran premio, ci scriverò qualcosa su, prima o poi).

Gli anni dei titoli
La stagione 1998 si apre con una vittoria. Vittoria un po' discussa, perché Coulthard cede la leadership al compagno. In realtà non si tratta di un vero e proprio ordine di squadra: per incomprensioni con il box, causate dal suo problema all'udito di cui ho scritto tre paragrafi più in su, Mika rientra nella pitlane a metà gara e ne esce senza effettuare alcuna sosta, perdendo la posizione a vantaggio del compagno di squadra.
Di nuovo doppietta in Brasile, Hakkinen secondo in Argentina, un ritiro a San Marino (un brutto modo per festeggiare la 100esima gara) in cui vince il suo compagno di squadra, di nuovo due doppiette in Spagna e a Montecarlo. Proprio a Montecarlo, pochi giorni dopo la gara, Mika sposa Erja Honkanen, conduttrice televisiva in Finlandia.
Iniziano tempi difficili, con tre vittorie consecutive di Schumacher, rivale di Mika alla conquista del titolo: Canada, Francia e Gran Bretagna. In realtà neanche così difficili: a parte il ritiro in Canada, Mika è comunque terzo e secondo nelle altre due gare.
Austria e Germania: la Mclaren di nuovo al vertice, con due ulteriori doppiette. In Ungheria nuova vittoria di Schumacher, con Mika che giunge soltanto in sesta posizione.
Partenza caotica nella gara successiva (in Belgio, una gara che ha fatto la storia), con ripartenza in cui Hakkinen è messo fuori gioco da un tamponamento da parte della Sauber di Herbert. Il suo principale rivale sembra dominare, ma senza dubbio ricorderete il celebre incidente tra Michael e Coulthard e tutto ciò che ne conseguì, tra cui molteplici polemiche che, non essendo strettamente correlate a Mika, direi di sorvolare in questa sede.
Doppietta Ferrari al gran premio d'Italia, con Schumacher che eguaglia Hakkinen in quanto a punteggio in testa alla classifica. La gara successiva, al Nuerburgring, vede la vittoria di Mika, che segue Michael di quattro punti in classifica.
Si arriva quindi a Suzuka, dove Michael centra la pole. La pole è niente di più, perché a causa dello spegnimento del motore sulla griglia di partenza non gli resta altro che partire ultimo. Dopo una rimonta durata mezza gara, e peraltro inutile in ottica campionato perché Mika è saldamente al comando, una foratura lo mette definitivamente out.

Il 1999 non si apre nel migliore dei modi per Hakkinen: ritirato, mentre Irvine centra la prima vittoria in carriera in Australia. In Brasile passa da primo terzo, dopo un problema tecnico che l'ha costretto al rallentamento mentre era in testa alla gara cedendo la leadership alla Stewart di Barrichello (e dopo il ritiro del brasiliano, essendo Interlagos allergica alle sue vittorie, alla Ferrari di Schumacher), ma non è finita e, prima della bandiera a scacchi, Mika è già da tempo di nuovo primo. Schumacher vince a San Marino e Montecarlo (Mika ritirato e terzo in quei due eventi).
Vittoria del finlandese in Spagna e in Canada (in quest'ultima occasione Schumacher rimane vittima dei muretti di Montreal). Secondo in Francia dietro la Jordan di Frentzen e ritirato in Gran Bretagna, vede la lotta per il titolo cambiare uno dei suoi protagonisti: Schumacher, protagonista di un incidente a Silverstone in cui ha riportato la frattura della gamba destra, è costretto a saltare buona parte della stagione e sarà Irvine il ferrarista che arriverà a lottare per il titolo fino a Suzuka.
Due vittorie di Irvine in Austria (dove le Mclaren di Mika e David si autoeliminano) e Germania (vittoria che gli viene palesemente ceduta dal compagno di squadra Salo | in questa occasione Hakkinen si ritira con un brutto incidente dopo una foratura). Due doppiette Mclaren in Ungheria e in Belgio, con Mika che però a Spa deve accontentarsi del secondo posto.
È poi la volta di Monza in cui Mika si ritira mentre era in testa. È la famosa volta in cui viene ripreso in lacrime dalle telecamere. E poi c'è il Nuerburgring, ovvero "lo strano caso della gomma smarrita" che ha visto Irvine e la Ferrari come co-protagonisti. Ma lasciamo perdere l'argomento e occupiamoci di Mika: chiude quinto, conquistando due punti.
In Malesia la vittoria va a Irvine (grazie al contributo di Schumacher), Mika è terzo dopo i due ferraristi. Arriva in Giappone con quattro punti di gap nei confronti di Irvine, ma vincendo la gara il mondiale sarà suo (anche con Irvine secondo - arriverebbero a pari punti, ma con più vittorie del finlandese). Hakkinen vince. Conquista così il suo secondo titolo.

2000 e 2001, le ultime stagioni in F1
Il 2000 si apre nel segno del rosso, con tre vittorie consecutive di Schumacher nelle prime tre gare stagionali (due ritiri e un secondo posto). Seguono due doppiette Mclaren, con Coulthard vincitore a Silverstone e Hakkinen a Montmelò.
Al Nuerburgring torna Schumacher sul gradino più alto del podio, tocca a Coulthard a Montecarlo e di nuovo Schumacher a Montreal. A Magny-Cours è di nuovo doppietta McLaren, con Coulthard che vince (la famosa gara del dito medio rivolto a Schumacher, avete presente? e sempre la famosa gara dell'ultimo motore rotto da Schumacher prima del 2006). Le due gare successive, Zeltweg e Hockenheim rivedono il ritiro di Schumacher, coinvolto in entrambi casi in partenze con maxi tamponamento di gruppo. A Zeltweg è doppietta Mclaren con la vittoria di Hakkinen, doppietta poteva essere anche in Germania, ma è la volta dell'invasione di pista dell'ex dipendente Mercedes e della prima vittoria di Barrichello.
In Ungheria Hakkinen batte Schumacher portandosi in testa alla classifica e il vantaggio aumenta alla gara successiva in Belgio. Quello che accade è ormai storia, con il celebre sorpasso, dopo una gara in rimonta, di Mika su Michael a due giri dal termine mentre doppiavano la BAR di Zonta. Epico è ormai anche il momento in cui sua moglie Erja, all'epoca incinta del loro primo figlio, esulta per il sorpasso al box Mclaren, interrompendo per un attimo la sua classica serietà.
A Monza Schumacher vince con Hakkinen secondo e vince di nuovo a Indianapolis, con Hakkinen ritirato per un guasto al motore.
È il gran premio del Giappone a mettere fine ai sogni di Hakkinen: scattato meglio del rivale è in testa per buona parte della gara, sua unica speranza di potere lottare per il titolo fino alla fine. Speranza che va in fumo quando, per un pitstop un po' troppo lento, perde la leadership. Schumacher vince, ha 12 punti di vantaggio. Ed è campione del mondo, il primo campione del mondo ferrarista dopo 21 anni. In Malesia, nella gara finale, Schumacher vince di nuovo. Ma ormai il titolo si era già chiuso...

Nel mese di dicembre del 2000 nasce Hugo, il primo figlio di Mika e Erja.

La prima gara del 2001, in Australia, a gara avanzata cede una sospensione sulla sua vettura. L'impatto contro le barriere è impressionante, sia pure senza conseguenze almeno sul piano fisico. Di fatto è l'inizio della fine e qualcuno sostiene che sia stato proprio questo episodio a condizionare la scelta di Mika di abbandonare la F1.
La vettura non è eccezionale, più lenta della Ferrari, ma anche delle Williams, che con Ralf Schumacher e Juan Pablo Montoya ottengono risultati che non si vedevano da tempo. E anche Coulthard sembra andare meglio di lui. Dopo avere sfiorato la vittoria in Spagna, Mika si ritira all'ultimo giro. Soltanto molto più avanti nella stagione, a Silverstone, riesce a salire di nuovo sul gradino più alto del podio dopo quasi 11 mesi dall'ultima vittoria ottenuta fino ad allora. Ma per il titolo ormai è finita da tempo e Mika ottiene un'ultima vittoria a Indianapolis, penultima gara stagionale.

Il ritiro e le voci sul ritorno
Con il GP di Suzuka del 2001 la carriera del 33enne Mika Hakkinen in Formula 1 si conclude definitivamente. Il suo annuncio di qualche mese prima, in cui sosteneva di volersi prendere un anno di pausa per rientrare nel 2003, si traduce un anno dopo in una conferma di ciò che molti sospettavano: ritiro definitivo.

Per un po' di tempo, nell'estate del 2004, circola un rumour che vorrebbe Hakkinen al rientro nella stagione 2005, con la Williams. La cosa naturalmente non si traduce in verità, qualcuno sostiene che sia stato per via di un vecchio contratto firmato con la Mclaren nel 2001, in cui Mika si sarebbe impegnato a ritornare in Mclaren qualora avesse deciso per un rientro in F1, secondo questa teoria la Mclaren avrebbe quindi impedito l'interruzione di quel presunto contratto. Questo risvolto, secondo me, non è altro che una bufala, perché comunque la Mclaren per il 2005 era già decisa da tempo a puntare su Raikkonen e Montoya.

Dal 2005 al 2007 gareggia nel DTM, con la Mercedes. Si ritira al termine del 2007 e il suo posto viene preso l'anno successivo da Ralf Schumacher.

Curiosità
Oltre al già citato Hugo ha anche un'altra figlia, Aina-Julia, nata nel 2005.
Mika ed Erja sono stati insieme fino al 2007. Adesso hanno divorziato (con sorpresa di molti) da un paio d'anni e ora Mika è fidanzato con un'ex spogliarellista proveniente dall'Est Europa.
L'animale portafortuna di Mika è la tartaruga. Una volta ne possedeva una di nome Clarence, ma lo sfortunato animaletto è morto in un incendio scoppiato nella casa di Montecarlo in cui il pilota abita.

My Opinion ^^
Si sente spesso dire che Mika è stato un ottimo pilota, ma che non era un fuoriclasse. Io non sono d'accordo. Credo che, tra i piloti della sua epoca e nella sua epoca sia stato uno dei migliori, forse il migliore in assoluto. C'è chi dice che ha vinto due titoli perché non aveva rivali o almeno rivali non competitivi. A me non risulta. O meglio, con questo non intendo che Irvine fosse all'altezza, ma che dopotutto quando mancava una gara aveva quattro punti in più e che era al volante di una Ferrari che se non era pari alla Mclaren era meglio. Qualcuno dice che non era un fuoriclasse perché ha vinto soltanto due titoli. Onestamente due titoli vinti su tre possibili non mi pare un risultato così scadente.
Anche la stampa italiana ne ha sempre messo in risalto un po' troppo gli errori e troppo poco le sue vittorie. Qualcuno sostiene che la stampa italiana sia sempre lievemente di parte, ma non entro nel merito della discussione. Anche perché non è l'argomento di questo articolo, ormai giunto al termine.

*LadyB.*

Fonti: non c'è una vera e propria fonte. È frutto di tante biografie che ho letto in rete nel corso degli anni e, per la parte che riguarda i risultati, quello è ormai scritto nella storia della F1.

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