giovedì 19 gennaio 2012

Commento al GP del Canada 2011

09/07/2011: dal mio vecchio blog.

Campionato 2011: Capitolo 7
Gran Premio del Canada: Button conquista la vittoria in extremis (mentre nonno Michael ringiovanisce)

Montreal, 10-11-12 giugno 2011

Siamo in linea con la situazione solita: ancora un mesetto di ritardo o giù di lì. Ma rimango del parere che forse riuscirò a mettermi in pari, e soprattutto che se davvero riuscirò in questo intento sarò in grado di rimanerci in seguito. Incrociate anche voi le dita per me!
Ripensare al gran premio del Canada mi fa pensare all’atrocità dei gran premi situati a orari come le sette di sera. Le qualifiche ad esempio le ho viste a tratti perché nel frattempo stavo cenando, anche se poi ho avuto l’onore di parlare delle suddette qualifiche per parecchio tempo, quella sera, insieme a un fan di Barrichello e Button di mia conoscenza, scoprendo che lui aveva passato tutto il pomeriggio a girare per i canali della TV in cerca delle qualifiche (come se non fossero sempre su Raidue e fosse necessario andare a cercare su Italia7Gold, Canale Italia, Telesanterno e company scoprendo con estrema sorpresa che questi canali stavano in realtà trasmettendo televendite), senza sapere a che orario fossero, e che alle 19,00 non immaginava che iniziassero proprio a quell’ora e quindi non le ha guardate (è proprio avaaaaaanti, eh?). La domenica la cosa non è andata tanto meglio: verso le nove di sera sono dovuta uscire con i miei, mentre a Montreal scendeva il diluvio universale, e quando sono tornata a casa verso mezzanotte purtroppo la gara era già ripresa da un po’ e anche terminata. Dopo una mezz’ora buona passata in internet a cercare un sito dove si potesse rivedere gratuitamente la gara ho trovato un sito asiatico dove si potevano vedere i giri del gran premio dall’interruzione in poi. Trepidante dalla felicità ci ho cliccato sopra, ammirando fino al 42esimo giro (che quel 42 sia stato un segno del destino?!) la gara con telecronaca in inglese, i cui telecronisti avevano un modo tutto loro di pronunciare il cognome di un certo pilota della Williams: “Barakello”, cosa che avevo già appurato in un video visto molto tempo fa, ma curiosamente diversamente dai telecronisti italiani non davano informazioni sul gossip di piloti, team manager e chi più ne ha più ne metta né tanto meno sentivano il bisogno irrefrenabile di gufare qualcuno ogni trenta secondi.
Dopo il 42esimo giro purtroppo tutto si è fermato e con estremo disappunto su quello stesso link si è iniziata a vedere una partita di calcio che mi è parso di capire risalisse al 1977, e di cui ovviamente mi importava meno di niente.
Ma ora basta narrare le mie peripezie. Veniamo a quello che dovrebbe venire ora, ovvero un commento al gran premio… per fortuna esistono gli articoli sul web, a cui attingere informazioni, e i video di Youtube da vedere, quando non vengono cancellati per violazione del copyright.

C’era una volta, molti secoli fa (diciamo vent’anni fa), un pilota di ventidue anni che debuttò alla Jordan, un team ad oggi caduto nel dimenticatoio, venendo acquistato nel 2006 dalla Midland, team per cui gareggiava Albers quando avvenne il suo cappottamento al momento di un incontro ravvicinato con quel fenomeno di Ide, che in seguito diventò Spyker (dicevo la Midland, non Ide, eh!), che in seguito diventò Force India (dicevo della Spyker, non di Ide, ma penso che l’abbiate capito). La Jordan dell’epoca era verde (anziché gialla come negli ultimi anni) ed era sponsorizzata dalla Seven Up. Non appena quel pilota di ventidue anni, vent’anni fa, vide quel 7 decise che quello era il numero dei titoli mondiali che doveva vincere, poco importa se ci avesse impiegato fino a 42 anni. In realtà all’età di 42 anni quei titoli li aveva già vinti da parecchio tempo e, anzi, ultimamente i suoi risultati non erano particolarmente eccezionali, in modo tale che la maggior parte della gente che l’aveva elogiato quando indossava una tuta rossa, e che ora lo criticava di continuo declamando di non averlo mai tifato, non facesse altro che dire che era ora che andasse a fare altro. In occasione del gran premio del Canada, appunto, questo pilota che un tempo aveva ventidue anni e che adesso era un vecchio decrepito che non riconosce la differenza tra luce solare e luce artificiale a Singapore (citazione telecronisti Rai, non per gli esatti termini “vecchio decrepito” ma per il concetto) decretò che avrebbe dato spettacolo, per la gioia di quella bambina di cinque anni e mezzo che era divenuta sua fan all’epoca in cui lui guidava una Benetton sponsorizzata Mildseven (che poi quando passò in Benetton non era ancora sponsorizzata Mildseven, ma lo era quando la bambina in questione – ovvero l’autrice di questo commento – fu abbastanza grande da potersi ricordare le gare che vedeva) che conteneva sempre il termine “seven”. Quella bambina che un tempo aveva cinque anni e mezzo e adesso ne aveva ventitré, però, fu tutt’altro che soddisfatta in quell’occasione, non tanto per i risultati della gara, quanto prevalentemente per non avere potuto vedere l’ultima parte. Ma non si può avere tutto dalla vita, l’importante è che voi possiate avere questo commento, scritto con il mio sangue su un foglio di papiro. Non esattamente, dato che è stato scritto con una tastiera su un documento Word, ma facciamo finta che sia così.

Durante le prove libere del venerdì Perez è tornato in pista, dopo l’incidente di Montecarlo. Le sue condizioni fisiche non erano però ancora al top, quindi ha completato il weekend rimanendosene a guardare. A guardare che cosa? Uhm, innanzi tutto qualcosa che aveva dell’incredibile. Dato che il pilota di riserva della Sauber sembrava non essere disponibile, la Sauber chi è andata a ripescare per il proseguimento del weekend? Proprio il pilota che aveva scaricato a metà della stagione scorsa, colui che aveva fatto meno giri rispetto alla safety car. Parlo di De La Rosa, che a mia insaputa dopo avere lasciato la Sauber era tornato ad essere nuovamente pilota di riserva della McLaren. Aggiungo che De La Rosa ha ormai raggiunto l’età di quarant’anni e che Mazzoni era gasatissimo dal punto di vista delle statistiche, ed è andato a recuperare dal cassetto dei ricordi (o meglio, dal foglietto con le statistiche che gli portano) l’ultima volta in cui c’erano in gara ben due piloti che avevano superato i quaranta.

Lasciamo ora da parte le statistiche e concentriamoci su qualcosa di più concreto. Con grande sorpresa dell’intera popolazione mondiale le qualifiche sono iniziate in modo clamoroso: D’Ambrosio non ha fatto registrare neanche un tempo (ma gli è stato concesso di partecipare alla gara nonostante nelle libere non fosse stato dentro al 107%), cosa che ha permesso a Karthikeyan dal salvarsi dall’ultima posizione. Purtroppo per lui gli altri ventidue piloti hanno girato regolarmente, quindi non gli è rimasto che accontentarsi della 23esima posizione, a meno di quattro centesimi di distanza da Glock, che si è ritrovato 22esimo. Risalendo all’inverso alla 21esima posizione si trovava la HRT di Liuzzi, mentre in terzultima fila le Lotus Made in Malesia, con Trulli davanti a Kovalainen. In pratica nelle ultime sei posizioni si erano piazzati, guarda caso, i piloti dei “nuovi team”, cosa che avviene praticamente ogni volta, a meno che non ci sia qualcuno di altri team che non fa neanche un giro.
A questo punto mancava un solo escluso ad aggiungersi, ovvero colui che ha conquistato la 18esima posizione, nientemeno che Alguersuari. Ciò ha comportato ovviamente l’osservazione di come i suoi risultati fossero continuamente inferiori a quelli di Buemi, cosa che potrebbe portarlo ad essere messo a piedi (cosa che viene ripetuta da tempo, con Jaime che però è ancora al suo posto) ed eventualmente sostituito dal pilota di riserva Daniel Ricciardo, un pilota più giovane rispetto all’autrice di questo commento, come peraltro anche Alguersuari e lo stesso Buemi. L’autrice quando pensa al fatto che ci sono piloti più giovani di lei (di cui fa parte anche Perez) si sente immancabilmente vecchia e a volte le viene un dubbio: “sono ancora in grado di riconoscere la differenza tra la luce del sole e quella artificiale?” Direi di sì. In questo momento, mentre sto scrivendo, sono le 18,03 di un pomeriggio di luglio e la luce che vedo è indubbiamente quella solare, forse un po’ offuscata qui dal fatto che non mi va di alzarmi in piedi e di aprire la tenda. Quindi fino all’età di quarant’anni non dovrei avere questo genere di problemi, a meno che la mia vista non cali improvvisamente.

Considerando quanto sia spettacolare il fatto che la maggior parte di ciò che ho scritto finora potevo anche evitare di scriverlo per far capire a qualcuno che non aveva seguito il gran premio quale fosse stato l’esito dello stesso, direi che posso passare oltre, ovvero alla Q2, momento in cui iniziano a cadere nel baratro dell’eliminazione anche piloti da mezza classifica, per l’esattezza in genere le Toro Rosso, le Williams, le Force India, le Sauber e, qualora fossero soggette a una gufata mazzoniana, anche le Mercedes. Ma stavolta la gufata mazzoniana in questione non c’è stata (o meglio, ha semplicemente confrontato i risultati di Schumacher con quelli di Rosberg, ma nonostante siano stati entrambi nominati sono miracolosamente riusciti ad accedere entrambi alla Q3). Come da rituale, quindi, sono uscite le Force India, le Sauber, le Williams e la Toro Rosso superstite: 11) Di Resta, 12) Maldonado, 13) Kobayashi, 14) Sutil, 15) Buemi, 16) Barrichello, 17) De La Rosa. Avevano accesso alla Q3 quindi le Redbull, le Ferrari, le McLaren, le Mercedes e le Lotus Renault o solo Renault o come si chiamano… comunque di sicuro non c’era bisogno di specificare quali erano, era chiarissimo che non potevano essere le Lotus malesi ad essere entrate in top ten. E non solo perché ho detto che erano già uscite.

La Q3 è terminata con un risultato che, immagino, nessuno avrebbe mai potuto azzeccare: la pole position di Vettel. Non trovate che sia una cosa estremamente sorprendente, da strabuzzare gli occhi e da cadere a terra per la sorpresa? Dite di no? Avrei strabuzzato gli occhi e sarei caduta a terra dalla sorpresa se aveste detto il contrario. Accanto a Vettel si è piazzato Alonso, con grande euforia dei telecronisti Rai che declamavano che era il miglior risultato stagionale in qualifica per Alonso, e anche per la Ferrari in generale, con Massa che peraltro si è piazzato terzo. Seguiva Webber a completare la seconda fila, dopodiché Hamilton, Rosberg, Button, Schumacher e a terminare la top ten le due Lotus Renault di Heidfeld e Petrov.

Il giorno dopo, quando mancava un quarto alle 19,00, ero davanti alla TV e stavo contemplando le prime immagini del circuito di Montreal. Non sto a narrare tutta la storia, logicamente, quello che conta è che pioveva decisamente forte, tanto che la gara è partita dietro alla safety car, con il mitico Karthyyyy che partiva addirittura 22esimo, dal momento che Alguersuari era stato costretto a una partenza dai box. Ce l’avrebbe fatta il fenomenale pilota a raggiungere il suo miglior risultato in carriera? Prima che mi rispondiate di sì, qualora vogliate farlo, vi segnalo che il risultato migliore ottenuto in carriera da Karthikeyan è stato un quarto posto nel gran premio di Indianapolis del 2005, una prestazione eccellente, tenuto conto del fatto che era riuscito a tenersi dietro entrambe le Minardi per tutta la gara, nonostante una di esse gli fosse partita davanti. Per ottenere un risultato migliore di allora Karthikeyan dovrebbe arrivare terzo, cosa che immagino non accadrebbe neanche in una gara tra le sole Lotus malesi, le Virgin e le HRT. Una gara del genere, tra l’altro, adesso che ci penso, potrebbe portare Kovalainen vicino a mantenere l’affermazione che fece dopo la sua prima vittoria, secondo la quale avrebbe vinto molte ulteriori gare, cosa che non è mai accaduta (ma che non si sa mai, magari il prossimo anno la Lotus malese sarà la prima forza del mondiale e Kova mostrerà le sue vere strabilianti capacità).
I giri dietro la safety car sono stati quattro. Al quinto giro la gara è ripartita, con Alonso che cercava di insidiare Vettel, ma che poi è stato costretto a fare l’attività che meglio gli riesce quest’anno: stare dietro, con Massa che peraltro gli si avvicinava pericolosamente, probabilmente approfittando del fatto che Zio Santander era girato dall’altra parte. Intanto Hamilton e Webber si sono toccati, con quest’ultimo che ha perso parecchie posizioni precipitando fuori top-ten, mentre Schumacher superava entrambe le McLaren conquistando la posizione dietro a Vettel, Alonso, Massa e Rosberg. Dietro di lui Button e Hamilton, con Lewis che ha superato immediatamente Jenson portandosi alle spalle di Schumacher, fallendo il primo tentativo di sorpasso e riuscendo nel secondo, se non che ha avuto un lieve fuori pista con il quale non solo Michael si è ripreso la posizione, ma anche Jenson ne ha approfittato per appropriarsi del sesto posto.
Dopo due o tre giri è capitato un episodio che ha portato Mazzoni a una gufata stratosferica. Parlo di un contatto tra Hamilton e Button, con Lewis che ha cercato di infilarsi dove era quasi impossibile farlo, rimanendo schiacciato da una parte contro il muro e dall’altra contro la vettura del compagno di squadra, cosa che l’ha costretto al ritiro e che ha portato l’ingresso della safety car, mentre Button (che se non sbaglio aveva forato) è rientrato ai box per un cambio gomme. Ha messo le gomme intermedie dato che la pioggia stava calando, proprio mentre la pioggia decideva di ricominciare a scendere. La gufata mazzoniana di cui sopra era che ormai la gara di Jenson era rovinata. Scoprirete soltanto alla fine com’è andata… (sì, in realtà lo sapete, ma fate finta di non saperlo così la suspense sarà maggiore).
Ci sono stati a quel punto quattro o cinque giri dietro la safety car, con la top-ten in cui rientravano: Vettel, Alonso, Massa, Rosberg, Schumacher, Kobayashi, Heldfeld, Petrov, Webber e Di Resta, con Button che è piombato in quindicesima posizione a causa di un drive through per eccesso di velocità nella corsia dei box, con la gufata mazzoniana che a quel punto proseguiva indisturbata. Quando la gara è ripresa, comunque, Button ha iniziato a girare alla grande, e con le intermedie era palesemente più veloce anche dei piloti di testa (quindi deduco che la pioggia non dovesse essere così intensa, oppure che le heavy rain degli altri fossero già totalmente sfaldate).
Al 18esimo giro Alonso, Rosberg che altri piloti sono rientrati ai box, dove hanno montato le gomme intermedie. La scelta è stata tutt’altro che azzeccata, in quanto di lì a un paio di giri la pioggia è aumentata al punto tale da rendere d’obbligo la presenza della safety car. Intanto che la SC era in pista tutti o quasi sono rientrati per montare le heavy rain, con Vettel che ha ripreso la testa della gara, seguito da Kobayashi (ancora con gomme vecchie), Massa, Heidfeld, Petrov e company. La pioggia ha continuato ad incrementare di intensità, cosicché al 25esimo giro le condizioni per proseguire la gara non c’erano più. Bandiera rossa, con i telecronisti che con gli occhi che brillavano notavano come fosse la seconda gara consecutiva in cui veniva esposta bandiera rossa.

Al momento dell’interruzione della gara ho iniziato a imprecare mentalmente. Quella sera dovevo uscire con i miei, ma sapevo che ciò non sarebbe avvenuto prima delle nove. Sapendo che la durata massima di una gara di Formula 1 è di due ore ero convintissima che sarei riuscita a rimanere in casa almeno fino al momento della bandiera a scacchi. L’interruzione della gara purtroppo mi ha impedito di riuscire a vedermela tutta.
Segnalo anche che durante l’interruzione della gara ho dovuto spostarmi in cucina per andare a cenare, ma di tanto in tanto tornavo davanti alla TV con la gara interrotta, dove i telecronisti si stavano destreggiando per dare informazioni di vario genere. Grazie a gente di Answers Yahoo ho scoperto che uno dei telecronisti ha declamato come Massa fosse “bagnato come un pulcino”, inoltre ho sentito che Mazzoni si chiedeva se Massa e Alonso ai box nel frattempo stessero approfittando di quella interruzione per fare una partita a carte.
Oltre alle voci dei telecronisti c’erano anche inquadrature piuttosto entusiasmanti, che mostravano scene inconsuete. Tipo al box della Lotus Renault hanno inquadrato cinque o sei persone sedute a un tavolo con delle tazze davanti, tra cui uno che si è perfino girato per fare un cenno di saluto rivolto verso la telecamera (che poi ho scoperto, dalle parole di Mazzoni, essere il pilota di riserva della Renault, Bruno Senna che dato che non indossava più il cappello blu che portava ai tempi della HRT naturalmente non l’avevo riconosciuto). I meccanici della Lotus Made in Malesia, invece, nei dintorni delle vetture, ne stavano approfittando per mangiare dei biscotti. Inoltre più tardi, dopo quasi un’ora di interruzione, ho potuto ammirare una scena spettacolare: una cornacchia in mezzo alle pozzanghere (o un corvo, o quello che era), dopo che comunque erano già stati inquadrati gabbiani vari.

Purtroppo non ho potuto seguire gli ultimi tre quarti d’ora di gara interrotta. Comunque la gara è ripresa alle 15,50 canadesi, quando qui in Italia erano le 21,50, dietro la safety car perché la pioggia si era soltanto un po’ affievolita, ma certo non si era fermata. Dato che è stato necessario fare quasi dieci giri dietro la safety car, anzi, direi che non stesse esattamente piovendo piano…
Non appena la gara è ripresa, con Vettel che ovviamente era in testa dato che era davanti prima dell’interruzione, Massa ha tentato il sorpasso su Kobayashi, ma il piccolo samurai giapponese, come dice Mazzoni, si è ripreso immediatamente la posizione.
Dopo circa tre giri la maggior parte dei piloti delle prime posizioni, ma non Vettel, sono rientrati ai box per montare le intermedie, segno che la pioggia effettivamente si era notevolmente affievolita. In quei frangenti Alonso è entrato in collisione con Button, andando a parcheggiare a lato della pista, cosa che ha reso necessaria di nuovo la safety car. Per quanto riguarda Button, a quel punto è stato costretto a una sosta ai box dovuta a una foratura. Dato che questo pezzo l’ho visto via internet con telecronaca in inglese non so se Mazzoni o chi per lui abbia fatto nuove gufate con effetto contrario, ma dato che alla fine Button ha vinto potrebbe essere decisamente possibile!
Segnalo che in un momento indistinto, in quel periodo, anche il leader della gara ha fatto la sua sosta ai box per mettere le intermedie.

Ricapitoliamo, a questo punto, le posizioni della top-ten, dopo la neutralizzazione della safety car entrata a seguito dell’incidente di Alonso: Vettel, Kobayashi, Massa, Heidfeld, Di Resta, Webber, Schumacher, Petrov, Rosberg, Sutil.

Al 40esimo giro la safety car è rientrata, facendo sì che la gara riprendesse. Vettel ha immediatamente distanziato Kobayashi, che per il momento sembrava reggere senza eccessive difficoltà la seconda posizione. Chi reggeva poco la sua posizione era Webber, che in quel momento era sesto, ma che è stato immediatamente superato da nonno Michael. Intanto Heidfeld e Di Resta sono entrati in collisione, con Heidfeld che è rimasto in gara e Di Resta che, per proseguire, è stato costretto a una sosta per sostituire l’ala anteriore rimasta danneggiata nell’incidente, dopo avere perso parecchie posizioni. Successivamente sarebbe anche stato penalizzato con un drive through.
Dopo cinque giri di gara attiva Schumacher ha superato anche Heidfeld, con Vettel il cui vantaggio nei confronti di Kobayashi era sempre più evidente.

Ormai non pioveva più e la pista era ormai asciutta, tanto che intorno al cinquantesimo giro Webber è stato il primo a montare le slick.
Nel frattempo Schumacher era ormai a ridosso di Kobayashi e Massa, ancora in lotta per la seconda posizione, e li ha superati entrambi, mentre poco dopo Massa ha superato a sua volta il “piccolo samurai giapponese”.
Nei due o tre giri successivi tutti i piloti delle prime posizioni sono andati a sostituire le gomme, optando per le slick, mentre successivamente Massa, andato a sbattere mentre cercava di doppiare Karthiiiikeyyyyan, ha dovuto rientrare ai box per sostituire l’ala anteriore che aveva danneggiato. Quando è tornato in pista era precipitato fuori top-ten, top-ten nella quale si trovavano al momento: Vettel, Schumacher, Webber (che dopo avere montato le slick aveva recuperato terreno), Kobayashi, Button, Heidfeld, Petrov, Barrichello, Alguersuari e Rosberg.

Per Kobayashi le cose si stavano mettendo male: è stato immediatamente superato da Button, dopodiché tamponato da Heidfeld. In occasione di questo tamponamento l’ala anteriore della Lotus Renault si è staccata andando a infilarsi sotto la stessa monoposto, cosa che ha costretto “Heidi” al ritiro, lasciando in giro parecchi detriti che hanno costretto a un nuovo ingresso della safety car, quando mancavano circa quindici giri alla bandiera a scacchi.
La SC è rimasta in pista circa tre giri, dopodiché Vettel ha cercato di riprendere vantaggio. Intanto Webber, tagliando una chicane nel tentativo di superare Schumacher, ha dovuto restituirgli la posizione mentre il giro successivo, dopo un suo successivo taglio di chicane, Button ne ha approfittato per metterselo dietro prendendosi la terza posizione, che è diventata seconda poco dopo quando ha superato anche Schumacher. Nonno Michael è stato successivamente superato due giri dopo anche da Webber, con Button che nel frattempo si avvicinava notevolmente a Vettel, tanto che il suo distacco veniva ad essere inferiore al secondo.
Un clamoroso errore di Vettel, avvenuto all’ultimo giro, ha aperto per Button la strada della vittoria. È stato lui, infatti, il primo a transitare sotto la bandiera a scacchi, seguito dalle Redbull di Vettel e Webber, con quest’ultimo tallonato da Schumacher. È poi transitato sul traguardo in quinta posizione Petrov, mentre a seguire Massa ha superato Kobayashi praticamente sul traguardo, con Alguersuari che, subito dopo, ha conquistato i primi punti stagionali.

Risultati:
1) Button (McLaren), 2) Vettel (Redbull), 3) Webber (Redbull), 4) Schumacher (Mercedes), 5) Petrov (Lotus Renault), 6) Massa (Ferrari), 7) Kobayashi (Sauber), 8) Alguersuari (Toro Rosso), 9) Barrichello (Williams), 10) Buemi (Toro Rosso), 11) Rosberg (Mercedes), 12) De La Rosa (Sauber), doppiati di un giro: 13) Liuzzi (HRT), 14) D’Ambrosio (Virgin), 15) Glock (Virgin), 16) Trulli (Team Lotus), 17) Karthikeyan (HRT). RITIRATI: Di Resta (Force India), Maldonado (Williams), Heidfeld (Lotus Renault), Sutil (Force India), Kovalainen (Team Lotus), Alonso (Ferrari), Hamilton (McLaren).
Il 13esimo posto di Liuzzi è indubbiamente il miglior risultato di sempre per la HRT (e va ad eguagliare il miglior risultato dei nuovi team ottenuto dal Team Lotus).
Pur non avendone la certezza matematica ho il sospetto che anche il per la Virgin si sia trattato del miglior risultato della sua storia, se non dovesse esserlo per il 14esimo posto di D’Ambrosio in sé lo sarebbe presumibilmente per l’arrivo di entrambe le vetture in 14-15esima posizione.

Classifiche:
PILOTI: 1) Vettel 161, 2) Button 101, 3) Webber 94, 4) Hamilton 85, 5) Alonso 69, 6) Massa 32, 7) Petrov 31, 8) Heidfeld 29, 9) Rosberg 26, 10) Schumacher 26, 11) Kobayashi 25, 12) Sutil 8, 13) Byemi 8, 14) Alguersuari 4, 15) Barrichello 4, 16) Di Resta 2, 17) Perez 2.
TEAM: 1) Redbull 255, 2) McLaren 186, 3) Ferrari 101, 4) Lotus Renault 60, 5) Mercedes 52, 6) Sauber 27, 7) Toro Rosso 12, 8) Force India 10, 9) Williams 4.

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