Campionato 2011: Capitolo 7
Gran Premio del Canada: Button conquista la vittoria in extremis (mentre nonno Michael ringiovanisce)
Montreal, 10-11-12 giugno 2011
Siamo in linea con la
situazione solita: ancora un mesetto di ritardo o giù di lì. Ma rimango del
parere che forse riuscirò a mettermi in pari, e soprattutto
che se davvero riuscirò in questo intento sarò in grado di rimanerci in
seguito. Incrociate anche voi le dita per me!
Ripensare al gran
premio del Canada mi fa pensare all’atrocità dei gran premi situati a orari
come le sette di sera. Le qualifiche ad esempio le ho viste a tratti perché nel
frattempo stavo cenando, anche se poi ho avuto l’onore di parlare delle
suddette qualifiche per parecchio tempo, quella sera, insieme a un fan di
Barrichello e Button di mia conoscenza, scoprendo che lui aveva passato tutto
il pomeriggio a girare per i canali della TV in cerca delle qualifiche (come se
non fossero sempre su Raidue e fosse necessario andare a cercare su
Italia7Gold, Canale Italia, Telesanterno e company scoprendo con estrema
sorpresa che questi canali stavano in realtà trasmettendo televendite), senza
sapere a che orario fossero, e che alle 19,00 non immaginava che iniziassero
proprio a quell’ora e quindi non le ha guardate (è proprio avaaaaaanti, eh?).
La domenica la cosa non è andata tanto meglio: verso le nove di sera sono
dovuta uscire con i miei, mentre a Montreal scendeva il diluvio universale, e
quando sono tornata a casa verso mezzanotte purtroppo la gara era già ripresa
da un po’ e anche terminata. Dopo una mezz’ora buona passata in internet a
cercare un sito dove si potesse rivedere gratuitamente la gara ho trovato un
sito asiatico dove si potevano vedere i giri del gran premio dall’interruzione
in poi. Trepidante dalla felicità ci ho cliccato sopra, ammirando fino al
42esimo giro (che quel 42 sia stato un segno del destino?!) la gara con
telecronaca in inglese, i cui telecronisti avevano un modo tutto loro di
pronunciare il cognome di un certo pilota della Williams: “Barakello”, cosa che
avevo già appurato in un video visto molto tempo fa, ma curiosamente
diversamente dai telecronisti italiani non davano informazioni sul gossip di
piloti, team manager e chi più ne ha più ne metta né tanto meno sentivano il
bisogno irrefrenabile di gufare qualcuno ogni trenta secondi.
Dopo il 42esimo giro purtroppo
tutto si è fermato e con estremo disappunto su quello stesso link si è iniziata
a vedere una partita di calcio che mi è parso di capire risalisse al 1977, e di
cui ovviamente mi importava meno di niente.
Ma ora basta narrare
le mie peripezie. Veniamo a quello che dovrebbe venire ora, ovvero un commento
al gran premio… per fortuna esistono gli articoli sul web, a cui attingere
informazioni, e i video di Youtube da vedere, quando non vengono cancellati per
violazione del copyright.
C’era
una volta, molti secoli fa (diciamo vent’anni fa), un pilota di ventidue anni
che debuttò alla Jordan, un team ad oggi caduto nel dimenticatoio, venendo
acquistato nel 2006 dalla Midland, team per cui gareggiava Albers quando
avvenne il suo cappottamento al momento di un incontro ravvicinato con quel
fenomeno di Ide, che in seguito diventò Spyker (dicevo la Midland, non Ide,
eh!), che in seguito diventò Force India (dicevo della Spyker, non di Ide, ma
penso che l’abbiate capito). La Jordan dell’epoca era verde (anziché gialla
come negli ultimi anni) ed era sponsorizzata dalla Seven Up. Non appena
quel pilota di ventidue anni, vent’anni fa, vide quel 7 decise che quello era
il numero dei titoli mondiali che doveva vincere, poco importa se ci avesse
impiegato fino a 42 anni. In realtà all’età di 42 anni quei titoli li aveva già
vinti da parecchio tempo e, anzi, ultimamente i suoi risultati non erano
particolarmente eccezionali, in modo tale che la maggior parte della gente che
l’aveva elogiato quando indossava una tuta rossa, e che ora lo criticava di
continuo declamando di non averlo mai tifato, non facesse altro che dire che
era ora che andasse a fare altro. In occasione del gran premio del Canada,
appunto, questo pilota che un tempo aveva ventidue anni e che adesso era un
vecchio decrepito che non riconosce la differenza tra luce solare e luce
artificiale a Singapore (citazione telecronisti Rai, non per gli esatti termini
“vecchio decrepito” ma per il concetto) decretò che avrebbe dato spettacolo,
per la gioia di quella bambina di cinque anni e mezzo che era divenuta sua fan
all’epoca in cui lui guidava una Benetton sponsorizzata Mildseven (che
poi quando passò in Benetton non era ancora sponsorizzata Mildseven, ma lo era
quando la bambina in questione – ovvero l’autrice di questo commento – fu
abbastanza grande da potersi ricordare le gare che vedeva) che conteneva sempre
il termine “seven”. Quella bambina che un tempo aveva cinque anni e mezzo e
adesso ne aveva ventitré, però, fu tutt’altro che soddisfatta in
quell’occasione, non tanto per i risultati della gara, quanto prevalentemente
per non avere potuto vedere l’ultima parte. Ma non si può avere tutto dalla
vita, l’importante è che voi possiate avere questo commento, scritto con il mio
sangue su un foglio di papiro. Non
esattamente, dato che è stato scritto con una tastiera su un documento Word, ma
facciamo finta che sia così.
Durante
le prove libere del venerdì Perez è tornato in pista, dopo l’incidente di
Montecarlo. Le sue condizioni fisiche non erano però ancora al top, quindi ha
completato il weekend rimanendosene a guardare. A guardare che cosa? Uhm,
innanzi tutto qualcosa che aveva dell’incredibile. Dato che il pilota di
riserva della Sauber sembrava non essere disponibile, la Sauber chi è andata a
ripescare per il proseguimento del weekend? Proprio il pilota che aveva
scaricato a metà della stagione scorsa, colui che aveva fatto meno giri
rispetto alla safety car. Parlo di De La Rosa, che a mia insaputa dopo avere
lasciato la Sauber era tornato ad essere nuovamente pilota di riserva della
McLaren. Aggiungo che De La Rosa ha ormai raggiunto l’età di quarant’anni e che
Mazzoni era gasatissimo dal punto di vista delle statistiche, ed è andato a
recuperare dal cassetto dei ricordi (o meglio, dal foglietto con le statistiche
che gli portano) l’ultima volta in cui c’erano in gara ben due piloti che
avevano superato i quaranta.
Lasciamo
ora da parte le statistiche e concentriamoci su qualcosa di più concreto. Con
grande sorpresa dell’intera popolazione mondiale le qualifiche sono iniziate in
modo clamoroso: D’Ambrosio non ha fatto registrare neanche un tempo (ma gli è
stato concesso di partecipare alla gara nonostante nelle libere non fosse stato
dentro al 107%), cosa che ha permesso a Karthikeyan dal salvarsi dall’ultima
posizione. Purtroppo per lui gli altri ventidue piloti hanno girato
regolarmente, quindi non gli è rimasto che accontentarsi della 23esima
posizione, a meno di quattro centesimi di distanza da Glock, che si è ritrovato
22esimo. Risalendo all’inverso alla 21esima posizione si trovava la HRT di
Liuzzi, mentre in terzultima fila le Lotus Made in Malesia, con Trulli davanti
a Kovalainen. In pratica nelle ultime sei posizioni si erano piazzati, guarda
caso, i piloti dei “nuovi team”, cosa che avviene praticamente ogni volta, a
meno che non ci sia qualcuno di altri team che non fa neanche un giro.
A
questo punto mancava un solo escluso ad aggiungersi, ovvero colui che ha
conquistato la 18esima posizione, nientemeno che Alguersuari. Ciò ha comportato
ovviamente l’osservazione di come i suoi risultati fossero continuamente
inferiori a quelli di Buemi, cosa che potrebbe portarlo ad essere messo a piedi
(cosa che viene ripetuta da tempo, con Jaime che però è ancora al suo posto) ed
eventualmente sostituito dal pilota di riserva Daniel Ricciardo, un pilota più
giovane rispetto all’autrice di questo commento, come peraltro anche Alguersuari
e lo stesso Buemi. L’autrice quando pensa al fatto che ci sono piloti più
giovani di lei (di cui fa parte anche Perez) si sente immancabilmente vecchia e
a volte le viene un dubbio: “sono ancora in grado di riconoscere la differenza
tra la luce del sole e quella artificiale?” Direi di sì. In questo momento,
mentre sto scrivendo, sono le 18,03 di un pomeriggio di luglio e la luce che
vedo è indubbiamente quella solare, forse un po’ offuscata qui dal fatto che
non mi va di alzarmi in piedi e di aprire la tenda. Quindi fino all’età di
quarant’anni non dovrei avere questo genere di problemi, a meno che la mia
vista non cali improvvisamente.
Considerando
quanto sia spettacolare il fatto che la maggior parte di ciò che ho scritto
finora potevo anche evitare di scriverlo per far capire a qualcuno che non
aveva seguito il gran premio quale fosse stato l’esito dello stesso, direi che
posso passare oltre, ovvero alla Q2, momento in cui iniziano a cadere nel
baratro dell’eliminazione anche piloti da mezza classifica, per l’esattezza in
genere le Toro Rosso, le Williams, le Force India, le Sauber e, qualora fossero
soggette a una gufata mazzoniana, anche le Mercedes. Ma stavolta la gufata
mazzoniana in questione non c’è stata (o meglio, ha semplicemente confrontato i
risultati di Schumacher con quelli di Rosberg, ma nonostante siano stati
entrambi nominati sono miracolosamente riusciti ad accedere entrambi alla Q3).
Come da rituale, quindi, sono uscite le Force India, le Sauber, le Williams e
la Toro Rosso superstite: 11) Di Resta, 12) Maldonado, 13) Kobayashi, 14)
Sutil, 15) Buemi, 16) Barrichello, 17) De La Rosa. Avevano accesso alla Q3
quindi le Redbull, le Ferrari, le McLaren, le Mercedes e le Lotus Renault o
solo Renault o come si chiamano… comunque di sicuro non c’era bisogno di
specificare quali erano, era chiarissimo che non potevano essere le Lotus
malesi ad essere entrate in top ten. E non solo perché ho detto che erano già
uscite.
La
Q3 è terminata con un risultato che, immagino, nessuno avrebbe mai potuto
azzeccare: la pole position di Vettel. Non trovate che sia una cosa
estremamente sorprendente, da strabuzzare gli occhi e da cadere a terra per la
sorpresa? Dite di no? Avrei
strabuzzato gli occhi e sarei caduta a terra dalla sorpresa se aveste detto il
contrario. Accanto a Vettel si è piazzato Alonso, con grande euforia dei
telecronisti Rai che declamavano che era il miglior risultato stagionale in
qualifica per Alonso, e anche per la Ferrari in generale, con Massa che
peraltro si è piazzato terzo. Seguiva Webber a completare la seconda fila,
dopodiché Hamilton, Rosberg, Button, Schumacher e a terminare la top ten le due
Lotus Renault di Heidfeld e Petrov.
Il
giorno dopo, quando mancava un quarto alle 19,00, ero davanti alla TV e stavo
contemplando le prime immagini del circuito di Montreal. Non sto a narrare
tutta la storia, logicamente, quello che conta è che pioveva decisamente forte,
tanto che la gara è partita dietro alla safety car, con il mitico Karthyyyy che
partiva addirittura 22esimo, dal momento che Alguersuari era stato costretto a
una partenza dai box. Ce l’avrebbe fatta il fenomenale pilota a raggiungere il
suo miglior risultato in carriera? Prima che mi rispondiate di sì, qualora
vogliate farlo, vi segnalo che il risultato migliore ottenuto in carriera da
Karthikeyan è stato un quarto posto nel gran premio di Indianapolis del 2005,
una prestazione eccellente, tenuto conto del fatto che era riuscito a tenersi
dietro entrambe le Minardi per tutta la gara, nonostante una di esse gli fosse
partita davanti. Per ottenere un risultato migliore di allora Karthikeyan
dovrebbe arrivare terzo, cosa che immagino non accadrebbe neanche in una gara
tra le sole Lotus malesi, le Virgin e le HRT. Una gara del genere, tra l’altro,
adesso che ci penso, potrebbe portare Kovalainen vicino a mantenere
l’affermazione che fece dopo la sua prima vittoria, secondo la quale avrebbe
vinto molte ulteriori gare, cosa che non è mai accaduta (ma che non si sa mai,
magari il prossimo anno la Lotus malese sarà la prima forza del mondiale e Kova
mostrerà le sue vere strabilianti capacità).
I
giri dietro la safety car sono stati quattro. Al quinto giro la gara è
ripartita, con Alonso che cercava di insidiare Vettel, ma che poi è stato
costretto a fare l’attività che meglio gli riesce quest’anno: stare dietro, con
Massa che peraltro gli si avvicinava pericolosamente, probabilmente
approfittando del fatto che Zio Santander era girato dall’altra parte. Intanto
Hamilton e Webber si sono toccati, con quest’ultimo che ha perso parecchie
posizioni precipitando fuori top-ten, mentre Schumacher superava entrambe le
McLaren conquistando la posizione dietro a Vettel, Alonso, Massa e Rosberg.
Dietro di lui Button e Hamilton, con Lewis che ha superato immediatamente
Jenson portandosi alle spalle di Schumacher, fallendo il primo tentativo di
sorpasso e riuscendo nel secondo, se non che ha avuto un lieve fuori pista con
il quale non solo Michael si è ripreso la posizione, ma anche Jenson ne ha
approfittato per appropriarsi del sesto posto.
Dopo
due o tre giri è capitato un episodio che ha portato Mazzoni a una gufata
stratosferica. Parlo di un contatto tra Hamilton e Button, con Lewis che ha
cercato di infilarsi dove era quasi impossibile farlo, rimanendo schiacciato da
una parte contro il muro e dall’altra contro la vettura del compagno di
squadra, cosa che l’ha costretto al ritiro e che ha portato l’ingresso della
safety car, mentre Button (che se non sbaglio aveva forato) è rientrato ai box
per un cambio gomme. Ha messo le gomme intermedie dato che la pioggia stava
calando, proprio mentre la pioggia decideva di ricominciare a scendere. La
gufata mazzoniana di cui sopra era che ormai la gara di Jenson era rovinata.
Scoprirete soltanto alla fine com’è andata… (sì, in realtà lo sapete, ma fate
finta di non saperlo così la suspense sarà maggiore).
Ci
sono stati a quel punto quattro o cinque giri dietro la safety car, con la
top-ten in cui rientravano: Vettel, Alonso, Massa, Rosberg, Schumacher,
Kobayashi, Heldfeld, Petrov, Webber e Di Resta, con Button che è piombato in
quindicesima posizione a causa di un drive through per eccesso di velocità
nella corsia dei box, con la gufata mazzoniana che a quel punto proseguiva
indisturbata. Quando la gara è ripresa, comunque, Button ha iniziato a girare
alla grande, e con le intermedie era palesemente più veloce anche dei piloti di
testa (quindi deduco che la pioggia non dovesse essere così intensa, oppure che
le heavy rain degli altri fossero già totalmente sfaldate).
Al
18esimo giro Alonso, Rosberg che altri piloti sono rientrati ai box, dove hanno
montato le gomme intermedie. La scelta è stata tutt’altro che azzeccata, in
quanto di lì a un paio di giri la pioggia è aumentata al punto tale da rendere
d’obbligo la presenza della safety car. Intanto che la SC era in pista tutti o
quasi sono rientrati per montare le heavy rain, con Vettel che ha ripreso la
testa della gara, seguito da Kobayashi (ancora con gomme vecchie), Massa,
Heidfeld, Petrov e company. La pioggia ha continuato ad incrementare di
intensità, cosicché al 25esimo giro le condizioni per proseguire la gara non
c’erano più. Bandiera rossa, con i telecronisti che con gli occhi che
brillavano notavano come fosse la seconda gara consecutiva in cui veniva
esposta bandiera rossa.
Al
momento dell’interruzione della gara ho iniziato a imprecare mentalmente.
Quella sera dovevo uscire con i miei, ma sapevo che ciò non sarebbe avvenuto
prima delle nove. Sapendo che la durata massima di una gara di Formula 1 è di
due ore ero convintissima che sarei riuscita a rimanere in casa almeno fino al
momento della bandiera a scacchi. L’interruzione della gara purtroppo mi ha
impedito di riuscire a vedermela tutta.
Segnalo
anche che durante l’interruzione della gara ho dovuto spostarmi in cucina per
andare a cenare, ma di tanto in tanto tornavo davanti alla TV con la gara
interrotta, dove i telecronisti si stavano destreggiando per dare informazioni
di vario genere. Grazie a gente di Answers Yahoo ho scoperto che uno dei
telecronisti ha declamato come Massa fosse “bagnato come un pulcino”, inoltre
ho sentito che Mazzoni si chiedeva se Massa e Alonso ai box nel frattempo
stessero approfittando di quella interruzione per fare una partita a carte.
Oltre
alle voci dei telecronisti c’erano anche inquadrature piuttosto entusiasmanti, che
mostravano scene inconsuete. Tipo al box della Lotus Renault hanno inquadrato
cinque o sei persone sedute a un tavolo con delle tazze davanti, tra cui uno
che si è perfino girato per fare un cenno di saluto rivolto verso la telecamera
(che poi ho scoperto, dalle parole di Mazzoni, essere il pilota di riserva
della Renault, Bruno Senna che dato che non indossava più il cappello blu che
portava ai tempi della HRT naturalmente non l’avevo riconosciuto). I meccanici
della Lotus Made in Malesia, invece, nei dintorni delle vetture, ne stavano
approfittando per mangiare dei biscotti. Inoltre più tardi, dopo quasi un’ora
di interruzione, ho potuto ammirare una scena spettacolare: una cornacchia in
mezzo alle pozzanghere (o un corvo, o quello che era), dopo che comunque erano
già stati inquadrati gabbiani vari.
Purtroppo
non ho potuto seguire gli ultimi tre quarti d’ora di gara interrotta. Comunque
la gara è ripresa alle 15,50 canadesi, quando qui in Italia erano le 21,50,
dietro la safety car perché la pioggia si era soltanto un po’ affievolita, ma
certo non si era fermata. Dato che è stato necessario fare quasi dieci giri
dietro la safety car, anzi, direi che non stesse esattamente piovendo piano…
Non
appena la gara è ripresa, con Vettel che ovviamente era in testa dato che era
davanti prima dell’interruzione, Massa ha tentato il sorpasso su Kobayashi, ma
il piccolo samurai giapponese, come dice Mazzoni, si è ripreso immediatamente
la posizione.
Dopo
circa tre giri la maggior parte dei piloti delle prime posizioni, ma non
Vettel, sono rientrati ai box per montare le intermedie, segno che la pioggia
effettivamente si era notevolmente affievolita. In quei frangenti Alonso è
entrato in collisione con Button, andando a parcheggiare a lato della pista,
cosa che ha reso necessaria di nuovo la safety car. Per quanto riguarda Button,
a quel punto è stato costretto a una sosta ai box dovuta a una foratura. Dato
che questo pezzo l’ho visto via internet con telecronaca in inglese non so se
Mazzoni o chi per lui abbia fatto nuove gufate con effetto contrario, ma dato
che alla fine Button ha vinto potrebbe essere decisamente possibile!
Segnalo
che in un momento indistinto, in quel periodo, anche il leader della gara ha
fatto la sua sosta ai box per mettere le intermedie.
Ricapitoliamo,
a questo punto, le posizioni della top-ten, dopo la neutralizzazione della
safety car entrata a seguito dell’incidente di Alonso: Vettel, Kobayashi,
Massa, Heidfeld, Di Resta, Webber, Schumacher, Petrov, Rosberg, Sutil.
Al
40esimo giro la safety car è rientrata, facendo sì che la gara riprendesse.
Vettel ha immediatamente distanziato Kobayashi, che per il momento sembrava
reggere senza eccessive difficoltà la seconda posizione. Chi reggeva poco la
sua posizione era Webber, che in quel momento era sesto, ma che è stato
immediatamente superato da nonno Michael. Intanto Heidfeld e Di Resta sono
entrati in collisione, con Heidfeld che è rimasto in gara e Di Resta che, per
proseguire, è stato costretto a una sosta per sostituire l’ala anteriore
rimasta danneggiata nell’incidente, dopo avere perso parecchie posizioni.
Successivamente sarebbe anche stato penalizzato con un drive through.
Dopo
cinque giri di gara attiva Schumacher ha superato anche Heidfeld, con Vettel il
cui vantaggio nei confronti di Kobayashi era sempre più evidente.
Ormai
non pioveva più e la pista era ormai asciutta, tanto che intorno al
cinquantesimo giro Webber è stato il primo a montare le slick.
Nel
frattempo Schumacher era ormai a ridosso di Kobayashi e Massa, ancora in lotta
per la seconda posizione, e li ha superati entrambi, mentre poco dopo Massa ha
superato a sua volta il “piccolo samurai giapponese”.
Nei
due o tre giri successivi tutti i piloti delle prime posizioni sono andati a
sostituire le gomme, optando per le slick, mentre successivamente Massa, andato
a sbattere mentre cercava di doppiare Karthiiiikeyyyyan, ha dovuto rientrare ai
box per sostituire l’ala anteriore che aveva danneggiato. Quando è tornato in
pista era precipitato fuori top-ten, top-ten nella quale si trovavano al
momento: Vettel, Schumacher, Webber (che dopo avere montato le slick aveva
recuperato terreno), Kobayashi, Button, Heidfeld, Petrov, Barrichello,
Alguersuari e Rosberg.
Per
Kobayashi le cose si stavano mettendo male: è stato immediatamente superato da
Button, dopodiché tamponato da Heidfeld. In occasione di questo tamponamento
l’ala anteriore della Lotus Renault si è staccata andando a infilarsi sotto la
stessa monoposto, cosa che ha costretto “Heidi” al ritiro, lasciando in giro
parecchi detriti che hanno costretto a un nuovo ingresso della safety car,
quando mancavano circa quindici giri alla bandiera a scacchi.
La
SC è rimasta in pista circa tre giri, dopodiché Vettel ha cercato di riprendere
vantaggio. Intanto Webber, tagliando una chicane nel tentativo di superare
Schumacher, ha dovuto restituirgli la posizione mentre il giro successivo, dopo
un suo successivo taglio di chicane, Button ne ha approfittato per metterselo
dietro prendendosi la terza posizione, che è diventata seconda poco dopo quando
ha superato anche Schumacher. Nonno Michael è stato successivamente superato
due giri dopo anche da Webber, con Button che nel frattempo si avvicinava
notevolmente a Vettel, tanto che il suo distacco veniva ad essere inferiore al
secondo.
Un
clamoroso errore di Vettel, avvenuto all’ultimo giro, ha aperto per Button la
strada della vittoria. È stato lui, infatti, il primo a transitare sotto la
bandiera a scacchi, seguito dalle Redbull di Vettel e Webber, con quest’ultimo
tallonato da Schumacher. È poi transitato sul traguardo in quinta posizione
Petrov, mentre a seguire Massa ha superato Kobayashi praticamente sul
traguardo, con Alguersuari che, subito dopo, ha conquistato i primi punti
stagionali.
Risultati:
1)
Button (McLaren), 2) Vettel (Redbull), 3) Webber (Redbull), 4) Schumacher
(Mercedes), 5) Petrov (Lotus Renault), 6) Massa (Ferrari), 7) Kobayashi
(Sauber), 8) Alguersuari (Toro Rosso), 9) Barrichello (Williams), 10) Buemi
(Toro Rosso), 11) Rosberg (Mercedes), 12) De La Rosa (Sauber), doppiati di un
giro: 13) Liuzzi (HRT), 14) D’Ambrosio (Virgin), 15) Glock (Virgin), 16) Trulli
(Team Lotus), 17) Karthikeyan (HRT). RITIRATI: Di Resta (Force India),
Maldonado (Williams), Heidfeld (Lotus Renault), Sutil (Force India), Kovalainen
(Team Lotus), Alonso (Ferrari), Hamilton (McLaren).
Il 13esimo posto di
Liuzzi è indubbiamente il miglior risultato di sempre per la HRT (e va ad
eguagliare il miglior risultato dei nuovi team ottenuto dal Team Lotus).
Pur non avendone la
certezza matematica ho il sospetto che anche il per la Virgin si sia trattato
del miglior risultato della sua storia, se non dovesse esserlo per il 14esimo
posto di D’Ambrosio in sé lo sarebbe presumibilmente per l’arrivo di entrambe
le vetture in 14-15esima posizione.
Classifiche:
PILOTI: 1) Vettel 161, 2)
Button 101, 3) Webber 94, 4) Hamilton 85, 5) Alonso 69, 6) Massa 32, 7) Petrov
31, 8) Heidfeld 29, 9) Rosberg 26, 10) Schumacher 26, 11) Kobayashi 25, 12)
Sutil 8, 13) Byemi 8, 14) Alguersuari 4, 15) Barrichello 4, 16) Di Resta 2, 17)
Perez 2.
TEAM: 1) Redbull 255, 2) McLaren 186,
3) Ferrari 101, 4) Lotus Renault 60, 5) Mercedes 52, 6) Sauber 27, 7) Toro
Rosso 12, 8) Force India
10, 9) Williams 4.
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Milly Sunshine